IL POEMA
DEL VENTO E DEGLI ALBERI

(“Kaze to Ki no Uta”) Giappone 1987,
regia di Yoshikazu Yasuhiko,
VHS Yamato Video, 1997
60 minuti

Gilbert Cocteau. / Mai fiore più orgoglioso
sbocciò nella mia vita. / Tu loto di fiamma scarlatta.
Tu eri il vento che sfiorava / la mia cima.
Lo senti?
E’ il poema del vento / e degli alberi.
Il fremere della giovinezza.

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Se non conoscete il genere “shounen ai”, cioè manga e anime a tema omoerotico maschile generalmente scritti e disegnati da donne, potete leggere la recensione allo splendido libro di Veruska Sabucco: “SHONEN AI”, sempre su questo sito nel link “Articoli”. Il volume della
Sabucco, uscito nell’estate 2000 per Castelvecchi, spiega in modo avvincente e con stile scorrevole tutto ciò che c’è da sapere su questo particolare genere fumettistico nato in Giappone, ma in forte espansione anche in Europa e qui da noi. Consiglio vivissimamente la lettura del libro di Veruska, anche per i preziosi rimandi, la bibliografia e l’indirizzario di siti internet da cui poter attingere materiale. 

IL POEMA DEL VENTO E DEGLI ALBERI è un anime a tema omoerotico che con splendidi disegni e un’animazione curata e piacevole ci narra una storia di passione, dolore e morte ambientata in un collegio della Provenza, nel 1880. Serge, un nuovo studente del collegio, viene messo in stanza con Gilbert, un bellissimo efebo biondo dai delicati lineamenti e dagli occhi profondi e pieni di amarezza. Gilbert, usato e cercato dagli altri studenti del collegio per i loro sfoghi, ma disprezzato pubblicamente per il suo atteggiamento spavaldo, anticonformista e decadente, finisce per innamorarsi di Serge. Quest’ultimo da principio subisce il fascino del compagno di stanza e cerca di aiutarlo a essere accettato dagli altri ospiti del collegio. Serge sta quasi per cedere ai tentativi di seduzione messi in atto nei suoi confronti da Gilbert. Tuttavia…

 
I temi del dolore e della morte sono eternamente presenti in questo anime così come l’amore e la crudeltà e non vengono risparmiati momenti di altissima drammaticità, che sfociano sovente in commozione da parte dello spettatore. Tutto il film è pervaso da un’atmosfera cupa, opprimente e senza speranza, una sorta di claustrofobia spirituale dalla quale pare impossibile uscire. Metafora forse dell’adolescenza, età terribile, densa di cambiamenti, paure, giochi crudeli. Gli stessi colori del film, tendenti ai marroni, ai rossi cupi, ai toni scuri del blu, comunicano quest’infinita tristezza che finirà in tragedia.
E’ una storia adulta: o meglio che necessita di una certa maturità dello spettatore; maturità che arriva per ognuno e ognuna a età diverse, indipendentemente dalla scritta “vietato ai minori di 18 anni” apposta dall’editore italiano sulla cover della videocassetta. Qui siamo lontani anni luce dalla pornografia: le scene di sesso – pochissime e funzionali al racconto – non mostrano nulla, lasciando piuttosto intuire. Stati d’animo più che corporeità. Talvolta tra una scena e l’altra scorrono versi poetici, sia nella loro scrittura originale,
 i magnifici ideogrammi giapponesi, che nella nostra lingua. Sono versi non banali, ma comunicanti anch’essi quella profonda malinconia autunnale della quale è pervasa la storia.
Tecnicamente il film presenta un’animazione molto buona, curata nei particolari: si fanno particolarmente apprezzare i giochi di luci e ombre, penombre anzi, specchio della cupezza che permea gli animi dei protagonisti. I disegni sono ottimi pur se ovviamente stereotipati alla maniera degli shounen ai giapponesi: bellezze efebiche ed esili, occhioni grandi e scintillanti, anoressiche magrezze esibite come supremi canoni di bellezza esotica (non dimentichiamo che per i Giapponesi noi Europei siamo considerati e vissuti come “esotici”…). Musiche e atmosfere romantiche e decadenti.
Ricordo infine che questo anime è la trasposizione animata del manga omonimo scritto e disegnato da Takemiya Keiko, mangaka notissima e considerata la madre di questo genere. In Giappone venne serializzato a partire dal 1976 ed ebbe uno straordinario successo 
Le ragazze Giapponesi vanno pazze per questo genere di storie, per questo caratteristico stile. Non sono né Giapponese né ragazza, ma ho trovato meraviglioso e commovente questo anime, IL POEMA DEL VENTO E DEGLI ALBERI.
Orlando Furioso
marzo 2001
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