Uscita in Giappone tra il 1990 e
il 1998, l’ennesima saga robotica di Go Nagai è attualmente ferma
al sesto volume, lo stesso punto in cui è giunta nel nostro Paese,
pubblicata dalla Dynamic Italia. Mazinsaga è un manga complesso,
non un ulteriore tassello, un prolungamento di un’epopea che cominciò
quasi trent’anni fa con le avventure di Mazinga Z, continuava con il Grande
Mazinga e terminava con Goldrake, ma un’opera che delle precedenti, tutte
legate da un filo rosso, rappresenta la fusione: un’avventura che contempla,
nessun escluso, tutti i personaggi dei manga di robot precedenti, in una
nuova, eterna lotta contro il Male.
Le prime pagine ricordano molto
da vicino l’intreccio del “vecchio” Mazinga Z: Koji Kabuto, impacciato
studente universitario, si invaghisce della dolce Sayaka, ma la storia
ha una vita breve: la ragazza viene stuprata, e l’ira di Koji si scatena;
indossando un elmo che il padre gli ha lasciato in eredità dopo
la sua morte, si trasforma in Mazinger, un gigante di pietra. La sua vendetta
è totale, il rancore nei confronti di chi ha violentato Sayaka,
lo trasforma in un demone distruttore… Quando Koji prende coscienza dello
stato in cui ha ridotto il mondo, raggiunge il pianeta Marte, chiamato
telepaticamente da una splendida creatura alata che gli appare in sogno.
Sul Pianeta vivono alcuni terrestri sopravvissuti all’Apocalisse, alla
distruzione che lo stesso Mazinger, cento anni prima ha provocato. I pochi
discendenti dei terrestri però, vivono sotto la continua minaccia
di un nemico sconosciuto, che ha in Kaiser Hell il suo diabolico vertice… |
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Il compito di Mazinger è
distruggere, mostro dopo mostro, l’armata del redivivo Dottor Inferno.
La filosofia nagaiana, secondo cui
il BENE è costretto a scendere in campo assumendo connotati del
tutto assimilabili al MALE, per sconfiggere quest’ultimo, è qui
addirittura esasperata: questo nuovo, gigantesco Mazinger è un vero
e proprio Demonio, quando i suoi avversari sono le orde malvage del Kaiser
Hell. Non è l’arma in sé ad avere connotati col segno “più”
o quello “meno”, ma è l’animo di chi la utilizza a determinarne
la bontà o la malvagità… |
Fino a qui niente di nuovo, sembrerebbe:
il solito esordio, il solito nemico, l’ennesimo, qui ancora più
indistricabile, dualismo bene/male… Ma la grande novità
di questa saga risiede nel fatto che il nuovo Mazinger, non è più
un mostro meccanico “classicamente” concepito, con un essere umano alla
sua guida. Koji Kabuto non è più semplicemente un pilota
ma, fondendosi con l’Armatura di Dio (questo il nome preciso), diviene
un unicum con lo stesso Mazinger, a cui dà una coscienza che muta
con lo spirito e l’energia di Koji stesso. Un discorso a parte va fatto
per ciò che riguarda i protagonisti del manga: un numero impressionante!
In Mazinsaga, infatti, si affollanno tutti i personaggi delle serie precedenti:
in ruoli più o meno fedeli agli originali, compaiono anche figure
mitiche come il Barone Ashura, Tetsuya, il professor Yumi, oltre a vecchie
conoscenze come certi storici mostri meccanici, Garada K-7 in testa… |
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Un’altra rilevante differenza di
questa nuova opera riguarda il target di pubblico cui è rivolta,
decisamente più adulto del solito: i manga “antenati” di questo
nuovo Mazinger, vennero creati per dei lettori fondamentalmente infantili,
al più adolescenziali, con numerose situazioni “comiche”, tendenti
a stemperare i cupi momenti di guerra, ma anche ad assecondare una versione
anime il più possibile adeguata alle esigenze di una heavy rotation
televisiva. In Mazinsaga non c’è spazio per l’ironia: tutte le vicende
sono immerse in un’atmosfera severa e livida, un clima (post)apocalittico
più vicino alla produzione “alta” di Nagai, quella di “Devilman”
o di “Mao Dante”.
Da un punto di vista grafico, Mazinsaga
è chiaramente immerso nel solito, originale stile di Nagai: “naif”
e antigeometrico, in un manga che si ispira direttamente al pittore svizzero
Giger, noto per aver creato il mostro di Alien. Le astronavi, le armi,
gli stessi mostri meccanici sono frutto di sintesi biomeccaniche, immersi
spesso in un trionfo di ripugnanti creature “in utero”, prodotti fetali
di un’ingegneria genetica fantascientifica. |
L’unico rammarico di fronte ad un
manga tanto suggestivo quanto affascinante, nasce dalla frustrante sensazione
di approcciarsi ad un’opera che solo probabilmente avrà un finale
in Giappone, presumibilmente in Italia. Ma non sia, questo, un deterrente;
poco importa, in fondo, se si tratta di una lettura “alla cieca”, come
si suol dire, il gioco vale la candela…
JANQUITO
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maggio 2001
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