di LELE
CORVI - spillato, b/n, pp 52; 3,50 euro - LILLIPUT
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Un consiglio, subito che è
importante: non leggete questo albo in ufficio! Io l’ho appena fatto
e credo di essermi giocato anni e anni di serietà professionale,
vent’anni di onorato servizio distrutti così… Ufficio pubblico,
aperto all’utenza (vabbè, oggi non è venuto quasi nessuno),
e io che sghignazzo prima sommessamente, poi –man mano che si avvicendavano
le strisce di the pig brother- sempre più sguaiatamente,
fino al punto che la collega del protocollo s’è affacciata per chiedermi
se stavo bene, dico… Eppoi, ricevere i pochi utenti con quel risolino sulla
faccia, via! Non è professionale! Ecco, dunque chiudetevi in bagno,
nella vostra camera, dove volete, ma evitate di leggere the pig brother
in luoghi pubblici.
Non è mica l’introduzione
spiritosa, quella sopra: è tutto dannatamente vero, tanto per chiarire
subito di che pasta è il nostro Lele Corvi, “fumettista
umorista di razza”, come giustamente sottolinea Bruno Oliveri nell’introduzione
all’albo. L’abbiamo già detto e sentito innumerevoli volte, ma è
così vero che lo ripetiamo ancora: far ridere è difficile,
difficilissimo; e quanti giullari decapitati potrebbero confermare l’assioma
se |
solo potessero parlare, eh? Il mio personale
rapporto con le creazioni umoristiche di Lele Corvi dura da oltre un anno,
da quando cioè ho scoperto in rete il
suo sito, che consulto quasi quotidianamente sia ad uso deliziosamente
antidepressivo sia per poter leggere strisce
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e vignette splendide, divertentissime,
intelligenti, caustiche e piene di passione (assolutamente contagiosa,
peraltro). Pur benedicendo costantemente l’esistenza in rete di tale ben-di-dio,
la carta –diciamocelo- resta pur sempre la carta (ecco: già su un’affermazione
così Lele ci farebbe una vignetta, scommetto…) e il piacere di poter
sfogliare le pagine di the pig brother (non in ufficio, ricordatevelo!),
contenenti 100 strisce che non potrete trovare più sul sito, quel
piacere –dicevo- è impagabile. Con questa fottutissima
crisi del |
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fumetto si sta sempre lì
a parlare su come poter avvicinare la gente al nostro medium preferito,
vero? Ecco un mio personale piccolo e parziale consiglio: regalare una
copia dell’albo di Lele Corvi ad amici e parenti che abitualmente non leggono
fumetti. In questo modo oltre a far contento Pier Luigi Rota, che con la
sua piccola ma agguerrita Lilliput
sta sfornando prodotti sempre interessanti e gradevolissimi, faremo un
favore al fumetto di qualità (e alle persone che avranno la fortuna
di ricevere il regalo) contribuendo alla diffusione di un |
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medium che non ha sempre e per forza
bisogno di chissà quale retroterra “da appassionato/cultore” per
essere goduto appieno. Ci sto mettendo un po’ troppa enfasi? Beh, dopo
aver ghignato per mezz’ora ed essermi divertito moltissimo non è
poi così strano (né difficile) parlar bene di un prodotto
editoriale che merita di essere conosciuto e apprezzato da quante più
persone possibile, ve l’assicuro; provare per credere.
“Di che parlano” le strisce di
Lele
Corvi? Beh, assolutamente di tutto! Allora delimitiamo un po’ il campo:
the pig brother fa il verso al big brother, quel grandefratello che ha
orrenda- mente invaso gli schermi televisivi di mezzo mondo, contribuendo
in modo non indifferente al rincoglionimento generale. Non
sembri argomento datato o instant comic creato sull’onda di un fenomeno
(ahinoi) di successo, ché le 100 strisce dell’albo partono da un
pretesto per parlare anche d’altro, e soprattutto per far ridere in modo
intelligente.
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Creati i personaggi (uomini e donne
+ un’orrido e potente alieno + un cane strepitoso che fa sbellicare dalle
risate solo a guardarlo) e posti in una situazione chiusa, appurato che
uno di loro –Venerdì- vive su un’isoletta deserta di un metro
quadrato (ma come c’è finito lì?!?) pur riuscendo chissà
come a comunicare col resto del disastrato gruppo, la commedia e le gag
hanno finalmente inizio! Non c’è una sola striscia che abbia risultati
men che ottimi. Tecnicamente Lele Corvi dimostra una profonda conoscenza
dell’ars comica fumettisti- ca, con tagli, inquadrature (e lettering e
onomatopee) sempre |
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curatissime; i personaggi sono caratterizzati
in modo buffissimo e divertente, con espressioni che, da sole, creano la
risata nel lettore. Il tutto con uno stile assolutamente personale e originale,
e anche questo è un “particolare” mica da poco. Qualche cenno sull’Autore
(e ne potrete sapere molto di più visitando
il suo sito): lombardo, classe 1964, laureato in Scienze Naturali,
collabora con quotidiani, siti e magazine on-line; il suo sito ha ricevuto
il Planet Cartoonist InkLink Award; premiato al primo Concorso
Internazionale di |
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Illustrazione (Padova); premiato
al Concorso per Caricature ed Umorismo (Rigomagno, Siena); menzione
speciale al concorso torinese Olio di Satira e, last but not least,
primo premio ad Acquaviva nei fumetti di quest’anno. Ma soprattutto,
come si diceva più sopra, Lele Corvi è un grande fumettista
umorista di razza!
Orlando Furioso
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agosto 02 |