UN SUPEREROE
PER CASO - PK 001 - mensile; spillato; 2,30 euro - DISNEY ITALIA
Non
farò finta di sapere cose che non conosco: non avevo mai letto PK
prima d'ora, sebbene avessi sentito parlare benissimo della prima serie
e discretamente della seconda, che pare peccasse in alcuni punti, come
la monotonia della trama e la scomparsa ingiustificata di alcuni personaggi
interessanti. Due miei
amici,
infine, mi hanno parlato malissimo del primo numero della terza serie,
e così l'ho comprato per
capire
i motivi di tanto astio e poterne offrire la mia modesta visione. Chi di
voi possiede la mitica storia con
|
le
origini di Paperinik (1969), anche nella sua ultima ristampa, se
la tenga stretta e non compri questo fumetto. Non è per una mera
questione di valore collezionistico, è per la qualità: ricordate
Paperino che, ricevuto per errore un pacco indirizzato a Gastone, si arroga
la proprietà di Villa Rosa, premio della lotteria che spettava in
realtà al suo fortunato cugino? E ricordate quando sempre lui, sotto
il polveroso cuscino di un divano della magione, trova il diario appartenuto
a Fantomius, leggendario ladro gentiluomo? E che dire di quando indossa
per la prima volta il corredo dello stesso delinquente, per poi sottrarre
a suo zio Paperone il materasso imbottito di banconote da mille dollari
sul quale stava dormendo, riuscendo anche a far ricadere la colpa sull’innocente
Gastone? Chissà, magari per chi non ha mai letto questo episodio
e quelli di poco successivi sarà stato uno shock venire a sapere
che originariamente, nelle intenzioni dei primi sceneggiatori che sfruttarono
l’idea dell’identità segreta, la maschera era la valvola di sfogo
di Paperino che, oppresso e maltrattato da |
tutti,
vestiva i panni del diabolico vendicatore fuorilegge e si faceva giustizia
a modo proprio. Beh, io vi ho raccontato come andarono le cose, e non starò
a parlarvi di quanto fossero intense e permeate di spirito di rivalsa quelle
storie perché meritano di essere lette, ma potete tranquillamente
dimenticare tutto, tanto oramai è inutile. Ed è diventato
tale grazie ad un’operazione commerciale in stile Ultimate/Chapter One
perpetrata (ma avrei potuto scrivere “commessa”) dalla Walt Disney Italia,
che ha reinventato l’affascinante personaggio di Paperinik, distrutto e
ricostruito da zero in favore di un Pikappa che nulla ha da spartire con
la precedente incarnazione dell’eroe mascherato e che deve molto ai fumetti
americani, per gli aspetti peggiori. La relazione con i comics è
evidente: lo stesso presupposto fondamentale della serie è molto
simile alla storia del character della DC Lanterna Verde: infatti, in PK
001, vediamo un inconsapevole Paperino che viene reclutato dall’intelligenza
artificiale nota come U.N.O. per entrare nell’ordine dei Guardiani della
Galassia (questo invece sa di Marvel), un gruppo di supereroi tenuto a
difendere i pianeti dalle incursioni degli alieni conquistatori succhiaemozioni
chiamati evroniani. Dopo l’esitazione iniziale, il papero giura di vestire
la divisa dei Guardiani ed è costretto |
|
dalle
circostanze ad entrare in azione sin da subito, affrontando una cellula
di evroniani che aveva fatto irruzione a Channel 00 con il solo aiuto di
Lyla Lay, bella e misteriosa giornalista che pare essere immune ai “coolflamer”
dell’orda di invasori, oltre a possedere alcuni poteri non ancora resi
espliciti dallo sceneggiatore (Gianfranco Cordara). Naturalmente Pikappa,
nonostante alcune difficoltà dovute all’inesperienza, riesce a far
battere in ritirata gli alieni. Sebbene la trama sia palesemente lineare,
le incongruenze ed i passaggi che mancano di logica sono diversi: innanzitutto,
nelle prime pagine del fumetto, assistiamo alle selezioni degli inconsapevoli
candidati al posto di Guardiano preposto alla protezione della Terra, e
viene da chiedersi per quale ragione vengano effettuate nella sola Paperopoli:
possibile che Uno, capace addirittura di introdursi negli archivi della
Polizia e di connettersi con un telescopio spaziale, non sia in grado di
cercare anche altrove, a più di 10 chilometri dalla sua postazione?
|
E
l’elenco continua: non si riesce a capire in che modo Paperino venga attirato
alla Ducklair Tower, contemporaneamente sede di Channel 00 e base segreta
di U.N.O., poiché lo vediamo semplicemente arrivare -dopo aver consegnato
un pacco a Paperone- con un foglio in mano chiedendosi chi lo cerchi, cosa
voglia da lui e perché si debba recare al centocinquantunesimo piano
della torre senza dirlo a nessuno. Poi, gli evroniani dichiarano compiuta
la missione nella sede del web-giornale immediatamente dopo essere entrati
ed aver privato delle emozioni due o tre persone, senza aver risolto nulla
di particolare che li possa aiutare nella conquista del mondo. Durante
lo scontro, infine, Pikappa utilizza per la prima volta lo “scudo extransformer”,
un arma fornitagli dal suo assistente Uno, ed è perlomeno poco credibile
che il novello supereroe, dopo circa un minuto di pratica sul campo, sappia
cos’è uno “psicocaptatore olografico”, soprattutto considerando
la scarsa cultura di Paperino… Sostanzialmente, la nuova interpretazione
del personaggio mascherato non aggiunge nulla di buono allo stesso, ed
è un concentrato di stereotipi per quanto riguarda le sfortune di
Paperino, le stesse da decenni: l’alter-ego di Pikappa arriva tardi all’appuntamento
con Paperina, che di conseguenza esce con Gastone, non riesce a far valere
la propria volontà con suo zio Paperone, la televisione gli si rompe
immediatamente prima dell’inizio della partita e il poverino è costretto
a |
scapicollarsi
per tentare di riuscire a farsi riparare l’apparecchio entro l’inizio del
secondo tempo, lascia la macchina parcheggiata in sosta vietata e gli fanno
la multa, rimane a piedi con l’automobile perché si è dimenticato
di fare benzina… cosa manca ancora? I creditori che lo vengono a cercare
a casa e lui che scappa in maniera rocambolesca da qualche passaggio segreto,
direi, e mi permetto di aggiungere “meno male”… Le poche gag umoristiche
sono scontate o poco divertenti, e viene a mancare persino la comicità
demenziale che che aveva caratterizzato negli ultimi anni le produzioni
Disney (Silvia Ziche vi dice nulla?).
Il
primo numero di X-Mickey,
per rimanere in tema, era decisamente più divertente, nonostante
avesse toni da horror per preadolescenti (che non vuole essere un insulto
al genere né al target in particolare). Piuttosto frequenti le citazioni
in questo fumetto: oltre a quelle già menzionate, lo stesso titolo,
Un supereroe per caso, è un chiaro riferimento al film Eroe per
caso con Dustin Hoffmann, in cui un ladruncolo salva dalle fiamme i passeggeri
di un aereo precipitato, tanto quanto Paperino salva i passeggeri di due
treni che stanno per scontrarsi, sbloccando la leva di scambio delle rotaie
appena prima dell’impatto; inoltre, sul set di un film ci sono degli attori
che impersonano una banda di criminali chiamati Fratelli Dalton, proprio
come gli storici avversari di Lucky Luke, e ad un certo punto Uno ricorda
a Pikappa che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”,
nella migliore tradizione dell’Uomo Ragno. La seconda parte di questo numero
è occupata da una breve storia aggiuntiva, “Cambio della Guardia”,
ambientata un mese prima degli eventi narrati nell’episodio principale,
con la quale facciamo la conoscenza di Everett Ducklair, programmatore
dell’unità senziente U.N.O.. E’ innegabile però che quando
si giunge a leggere quest’antefatto, dopo aver già conosciuto le
capacità e le finalità dell’intelligenza artificiale, il
tutto risulti sufficientemente inutile da poter essere omesso: non avrebbe
avuto più senso fare un’unica storia lunga, riordinando i fatti
in ordine |
|
cronologico
o, se assolutamente necessario, riutilizzarlo tra un po’ di numeri come
retrospettiva per i nuovi lettori? Sotto il punto di vista artistico, le
matite ad opera di Lorenzo Pastrovicchio non sono eclatanti, sebbene oneste
e precise, mentre Claudio Sciarrone nella storiella finale introduce una
scansione della pagina ben più originale e personale, oltre a dare
un tocco molto “cartoon” con il suo tratto dinamico e la sua bravura nel
dare espressività ai volti dei paperi pur non potendo utilizzare
la bocca, sfruttando per contro gli occhi e le sopracciglia appieno. La
parte redazionale ha dei momenti interessanti, come la sezione in cui viene
spiegato come lavora il team composto da sceneggiatore, disegnatore e supervisori,
o le anticipazioni sparse un po’ ovunque (persino nel poster allegato,
tra le informazioni relative ai
|
personaggi),
ma ci sono molte cose che danno l’impressione di essere state scritte solo
per riempire lo spazio, come alcuni commenti vagamente ironici, che però
non riescono a strappare sorrisi, commenti che avrebbero potuto essere
sostituiti -datemi pure del fanatico perfezionista ossessivo- con un accenno
alla prima genesi di Paperinik o perlomeno alle precedenti serie di PK.
In conclusione, questa storia è il prologo |
uscito
male ad un’operazione che temo finirà peggio. Ed il mio non è
un parere da lettore “disincantato” o “troppo cresciuto per questo genere
di storie”, anzi: spesso e ben volentieri rileggo storie di Topolino, Paperino
e Fratel Coniglietto, apprezzandole magari secondo parametri diversi da
quelli che utilizzavo da bambino.
Daniele "YOUNGEST"
settembre
‘02 |