L. Perché hai deciso
di autoprodurre i tuoi fumetti? E perché su internet?
F. Vuoi la verità
o una risposta ad hoc?
L. Tutte e due.
F. La risposta ad hoc sarebbe
che io sono troppo avanti, gli editori non sono ancora pronti per me e
menate di questo tipo. La verità è che non ho mai pensato
di proporre i miei lavori a nessun editore perché io stesso al loro
posto non li pubblicherei.
L. Cooosa?
F. Certo. Se fossi Bonelli,
giustamente, accetterei solo proposte di prodotti seriali con caratteristiche
affini a quelli già in cantiere. Inoltre non accetterei mai la proposta
di una nuova serie realizzata dal primo venuto. Prima gli chiederei, sempre
che i suoi disegni fossero validi, di farsi le ossa su una serie esistente,
poi si potrebbe tentare. Ma i miei disegni, tendenti al grottesco o al
caricaturale, non credo che vadano bene per nessun prodotto bonelliano,
quindi… |
|
L. E gli altri editori?
F. Quali altri editori?
L. Ehm, effettivamente…
F. C'è Rat-Man, che
ha seguito un percorso editoriale interessante. E' partito come autoproduzione,
poi è stato “affiancato” da Bande Desinée, una piccola casa
editrice, infine è stato rilanciato in edicola da Marvel Italia.
Ma si tratta di un'eccezione. La regola per chi fa autoproduzione è
quella di farsi conoscere da una piccola fetta di pubblico. Non ci sono
i numeri per tentare di vivere con questo lavoro. Quando ho realizzato
i due albi con te come protagonista ne ho vendute poche centinaia di copie.
Posso considerarmi fortunato, alcuni riescono a vendere solo a parenti
e amici. Purtroppo i costi di gestione di una piccola ditta individuale
sono più alti di quanto si creda, così la Hidalgo, la mia
piccola etichetta, ha dovuto soccombere. |
|
L. E questo ti ha portato
a pubblicare sul web?
F. Anche questo. Realizzare
un sito internet e trovare un provider che offra spazio web gratuito è
sicuramente meno complesso che realizzare un prodotto cartaceo. Inoltre
con questo sistema sono sicuro che i visitatori, per quanto pochi, vedranno
effettivamente i miei fumetti. Il sistema di distribuzione in fumetteria,
invece, attualmente è piuttosto penalizzante per i piccoli editori.
Il fatto che le fumetterie debbano acquistare il prodotto senza sapere
se poi riusciranno a venderlo spinge i commercianti ad ordinare solo materiale
sicuro al cento per cento, cioè Marvel, manga e poco altro.
Figuriamoci se un commerciante rischia su Lurko il porko mannaro. E chi
è? mai sentito! Così i prodotti dei piccoli editori non arrivano
nemmeno nei negozi. Se ci fosse la possibilità di ordinare il materiale
in conto vendita, forse… |
|
L. Quindi internet è
il tuo approdo come fumettista part-time?
F. Sinceramente spero di
no. Lo considero un mezzo di diffusione in più, ma i fumetti, per
me, restano di carta. La rete offre nuove possibilità, molte delle
quali ancora da sfruttare. Magari in rete nascerà un nuovo linguaggio
a metà strada tra fumetto e cinema d'animazione, ma penso che il
web permetta la lettura solo di testi non troppo lunghi, quindi inadatto
alla pubblicazione di opere di ampio respiro. Ce lo vedi tu Guerra e pace
pubblicato su un sito? Prova a leggerlo e sarà l'ultimo testo che
leggerai in vita tua! Come minimo avrai bisogno di un trapianto di cornea,
con tutto lo sfarfallio a cui i tuoi occhi saranno soggetti.
Tornando alla tua domanda, spero
in futuro di tornare a pubblicare anche su carta, ma non nell'immediato.
Nel frattempo, per non restare fermo, c'è il sito.
L. Come ti è venuto
in mente di creare un porko mannaro? Non c'erano già abbastanza
personaggi squallidi in giro? |
F. Vedo che hai un'alta considerazione
di te. L'idea di base era quella di poter satireggiare su certi fenomeni
sociali e di costume poco esplorati dal fumetto italiano. Per farlo mi
serviva un personaggio fuori dal contesto, esagerato in tutte le sue manifestazioni.
Non ho dovuto fare altro che prendere in prestito uno dei più classici
“diversi” della letteratura horror e trasformarlo in qualcosa di talmente
grottesco da risultare ridicolo. Questo perché si capisse che alla
fine il contestatore è molto critico anche verso se stesso. Nei
primi episodi non sono sicuro di aver raggiunto i risultati che mi ero
prefisso, anche perché, per motivi economici, il numero di pagine
a disposizione era piuttosto limitato. In futuro, avendo più spazio,
spero di fare di meglio.
L. Fai anche il modesto,
eh?
F. Il fatto di essere molto
critico con me stesso mi ha portato a prendere la vita con una certa leggerezza.
Quando contesto qualcosa o qualcuno, il sapere di non essere un esempio
di perfezione mi aiuta a relativizzare i fatti. Viceversa, quando vedo
qualcuno che si accanisce per qualcosa, non posso fare a meno di pensare
che un pizzico di autoironia ridimensionerebbe subito il tutto alle giuste
proporzioni. Se il riso è una delle espressioni più tipiche
dell'intelligenza umana (le jene ridens non ridono, ghignano), vuol dire
che, probabilmente, le persone di cui parlo non sono troppo intelligenti… |
|
|
L. Ah! Ah! Ah! Rido perché
altrimenti mi prendi per un imbecille. Tutte queste cose cerchi di metterle
nelle tue storie?
F. Ci provo.
L. C'è una domanda
che non ti ho fatto a cui avresti voluto rispondere?
F. Diciamo che ce ne sono
molte che mi hai fatto a cui avrei preferito non rispondere. Comunque non
mi hai chesto se sono disposto a darti un piatto di parmigiana in cambio
della libertà. Che aspetti a slegarmi? |
Home
Fumetti
|