Orlixx:-
Ciò che dici a Lurko rispetto alle autoproduzioni è quanto
di più lucido e modesto (non "falso modesto"!) abbia sentito sul
tema. Così, stimolato dalla lettura dell'intervista precedente,
avrei anch'io qualcosa da chiederti:
|
Orlixx: Non pensi che
possa esistere un "mercato" specifico per le autoproduzioni, rivolto a
un pubblico che non ama (solo) il fumetto mainstream (come in USA o Giappone,
per es.)?
Fam: Un mercato specifico
sarebbe auspicabile per tanti motivi, ho paura pero' che potrebbe produrre
anche degli effetti negativi. I grossi editori tendono ad occupare "fisicamente"
le librerie con i propri titoli, per cui se i fumetti non bonelliani e
non Disney sparissero
dalle librerie normali o dalle fumetterie,
per tutti gli altri sarebbe una sorta di resa di fronte alla forza dei
grossi gruppi. Inoltre per creare qualcosa di alternativo ci sarebbe bisogno
di un coordinamento, cosa sicuramente auspicabile ma non facile da attuare.
Magari grazie ad internet... |
O. Che ne pensi dell'autoproduzione
come "meta", non come alternativa alla pubblicazione con un editore "vero".
F. Beh, io la sto già
facendo e no mi sento frustrato o fallito perché Lurko non viene
pubblicato da Bonelli. Certo, è necessario che poi i propri lavori
trovino un qualche "mercato" se no rimane il solito bel fumetto tanto apprezzato
da parenti e amici.
O. Secondo te quant'è
importante per un autore la possibilità di esprimersi senza doversi
adattare a canoni preesistenti? Cioè: lavorare (disegnare, scrivere
o entrambe le cose) ciò che si vuole, senza dover adattare il proprio
stile (come per forza di cose bisogna fare con un editore "vero", Bonelli
o chi per esso)?
F. Ovviamente è importantissimo.
Ma io non sarei così categorico. Penso che i disegnatori che lavorano
per Bonelli non siano degli insoddisfatti solo perché gli tocca
adattarsi a stili preesistenti o perché non realizzano personaggi
propri. Ci sono anche autori che per tutta la vita hanno disegnato un solo
personaggio (vedi Harold Foster) eppure hanno lasciato un'impronta notevole
nella storia del fumetto. A volte dall'incontro tra un grande autore ed
una serie esistente nascono piccoli gioielli come il texone di Magnus. |
|
|
O. Ho un po' l'impressione
che molte autoproduzioni esistano solo per "farsi notare" da editori "veri"...
Per te è (o è stato) così?
F. Direi proprio di no. Il
mio sogno era (ed è tuttora) quello di poter seguire tutte le fasi
del lavoro, dalla realizzazione del fumetto all'impaginazione. Se fosse
possibile mi piacerebbe anche stamparlo, visto che tra i tanti mestieri
che ho fatto c'è anche quello del tipografo. Ad ogni modo, quando
la Hidalgo (la mia etichetta) cessò le pubblicazioni scrissi
a Marcello Baraghini (titolare di Stampa Alternativa) sperando che si interessasse
ai miei lavori. Mi rispose molto gentilmente che avrebbe sottoposto la
cosa ai suoi direttori editoriali e la cosa finì lì. Questo
è stato l'unico editore che ho contattato. Come vedi farmi pubblicare
da Mondadori non mi interessa e credo che la cosa sia reciproca. |
O. Il "mercato ufficiale"
del Fumetto è davvero l'unica via... per il Fumetto?
F. Esistono le fumetterie,
le fiere, so di alcuni centri sociali dove si possono trovare degli ottimi
fumetti, magari non stampati benissimo ma molto ben fatti. Non so se esistano
altre vie ma penso che dovremo comunque inventarcele se vogliamo sopravvivere.
O. Che ne pensi dell'attuale
cosiddetta "crisi" (in particolare in Italia) del Fumetto? |
|
|
F. Penso che ci troviamo
di fronte ad una crisi culturale generalizzata e di portata molto più
ampia di quanto si pensi. Non è solo il fumetto ma anche il cinema
ad essere in crisi, oltre alla narrativa scritta, il teatro, ecc.
Nel campo del fumetto si avverte
di più perchè i capitali che gravitano attorno ad esso sono
sempre stati piuttosto esigui, così quando vengono a mancare anche
quei pochi soldi che c'erano la situazione diventa pesante.
Credo di essere l'ultima persona
in grado di offrire ricette. Potrei dire che è colpa della televisione,
dei videogiochi o di chissà cos'altro...
L'unica cosa che mi viene da pensare
è che quando ero piccolo tutti leggevano fumetti, anche gli adulti;
ora quando qualcuno mi vede con un fumetto in mano mi guarda come se fossi
un decerebrato che sta dietro a delle cose futili. Quando poi questo qualcuno
apre bocca diventa subito evidente chi sia il decerebrato...
Alla prossima! |
|