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il dialoghetto     di   Giuseppe Migotto                                                                                            

 

                                                                 Un mese di cronaca  opitergina       

 

 

CINQUANT'ANNI FA

 

 

«In quella terribile giornata d’inizio novembre 1966, il forte vento di scirocco, ostacolando il deflusso verso il mare, aveva contribuito ad innalzare il livello della corrente fino a superare il livello di guardia. Il genio civile provvide a mettere in allerta la popolazione. Con mia madre e mio padre, ci avviamo a piedi con poche cose per la notte. Nell’oscurità assoluta, con le case al buio e l’illuminazione pubblica fuori uso, l’atmosfera era spettrale, sinistra, paurosa. Ci dirigevamo verso Oderzo, sperando di trovare ospitalità per esempio al Brandolini. Invece, passando davanti a una famiglia ci videro e ci ospitarono per la notte, accogliendoci in casa. Il racconto è di Bepi Stefanel, allora adolescente, residente a Ponte di Piave.

Rivive quei momenti con Gino Redigolo, che qualche anno più tardi diventerà Sindaco, e in quella veste dedicherà molte energie all’approfondimento del tema e alla ricerca di soluzioni per scongiurare il ripetersi di simili eventi. Da presidente del consorzio dei Comuni del comprensorio opitergino-mottense promosse studi importanti sulla difesa del suolo e sulla prevenzione delle calamità.

Negli anni Settanta, si contrapponevano due tesi. Il rischio delle piene si combatte trovando soluzioni efficaci nelle aree più esposte oppure intervenendo a monte. Un problema non da poco che offriva due soluzioni alternative: la costruzione a monte di sbarramenti antipiena, da un lato sul Piave e dall’altro sul sistema Monticano-Livenza-Meduna; l’alternativa era la creazione di casse di espansione per dare sfogo all’ondata di piena in corrispondenza delle grave di Papadopoli e del Pra’ dei Gai.

Il consorzio dei Comuni, grazie anche alla generosità del maestro Giuseppe Marson, presentò allora studi e bussò a centinaia di porte per sostenere progetti concreti. Progetti ambiziosi come la diga di Falzè che torna ciclicamente d’attualità scatenando contrasti e dure opposizioni, in particolare di un comitato fortemente motivato. Sul Prà dei Gai, non gradito ai friulani, si sono susseguite puntate di una storia infinita. Una tesi è che la cassa di espansione risulterebbe di efficacia limitata senza gli interventi complementari: la diga di Ravedis sul Cellina e la traversa di Colle sul Meduna.

Sono argomenti che Gino Redigolo, oggi capogruppo della minoranza consigliare a Ponte di Piave e presidente del Lions club opitergino, non si stanca di tener vivi per arrivare, primo o poi a risultati concreti e interventi condivisi.

Sulla breccia, a distanza di più di quarant’anni è il prof. Luigi D’Alpaos, già docente di idraulica all’università di Padova, tornato all’onore della cronaca nel dibattito sulla candidatura a sito Unesco dell’oasi naturalistica costituita dal letto del Piave e del paesaggio vitivinicolo delle colline del prosecco.

Il fiume più saccheggiato d’Italia, sostiene tra i fischi del comitato di Sernaglia il prof. D’Alpaos, troverebbe beneficio dalla diga, una soluzione per ridare l’acqua al fiume impoverito oggi da prelievi funzionali alla produzione di energia elettrica. Insomma di ridare la vita.

Tornando ai rischi per il territorio e per l’ambiente, guardando alle mutazioni climatiche e costatandone gli effetti, vien da chiedersi se il 4 novembre 1966 sia passato da cinquant’anni o sia stato dimenticato.

 

 

Nella foto:  acqua oltre il livello di guardia al ponte Manin 

 

Trenta giorni

* Ingresso solenne, nella festa degli angeli custodi, del nuovo parroco mons. Pierpaolo Bazzichetto, 45 anni,  fino ad oggi titolare della parrocchia di San Pio X a Conegliano. Ne daremo conto nel prossimo numero.

* Saluto alla comunità per mons. Piersante Dametto, al termine di un servizio di ventiquattro anni esatti, nel quale ha saputo coniugare la profondità del pensiero teologico alla pratica quotidiana del servizio pastorale.

Numerose le attestazioni di profonda stima arrivate anche da persone magari lontane, attratte dalla sua dedizione.

La liturgia di saluto - al tempo stesso familiare e solenne, concelebrata con il vicario foraneo, don Alberto Dalla Cort, don Romualdo Baldissera, padre Serafino Trentin, il diacono Aldo Cappellotto, don Matteo D’Arsiè, padre Massimo Rocchi, direttore del Brandolini, e padre Marian Liviu, della comunità rumena - ha richiamato una moltitudine straordinaria. Mons. Dametto, commosso,  ha ricordato i 700 matrimoni amministrati, i 2.200 battesimi, i 2.200 funerali e i rapporti fecondi instaurati con le famiglie, con i gruppi ecclesiali, con le associazioni, con le istituzioni.  

Per questo impegno a tutto campo, l’associazione Sin Dia Cron, presieduta da Nicola Pellegrino e nata per valorizzare le tradizioni e le risorse culturali del territorio, ha voluto assegnare a mons. Dametto il premio culturale 2016 per aver contribuito alla diffusione dei valori umani, civili e sociali della tradizione.

* Mentre si avvicina il cinquantenario della terribile inondazione del 1966, passata alla storia come “alluvione”, sono sorte iniziative per far il punto sullo stato idrogeologico del territorio e sulle misure di difesa del suolo dal rischio delle piene specie nel sistema Piave-Livenza-Monticano. Riprendiamo l’argomento nello spazio dell’approfondimento mensile.

Una buona notizia è il prossimo avvio dei lavori di costruzione di una cassa di espansione in comune di Fontanelle alla confluenza tra fosso Borniola e Monticano. Il progetto definitivo prevede un intervento da 2,1 milioni di euro, con l'obiettivo di ridurre il pericolo di esondazioni per il tratto a valle, con riflessi positivi su Oderzo, messo a rischio ripetutamente nell’ultimo quindicennio.

* Alle ore 3.36 del 24 agosto, nella festa di San Bartolomeo, tre scosse nell’arco di un’ora sconvolgono interi borghi tra Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. Sono quasi rase al suolo Amatrice, Accumoli, Arquata. Circa 300 morti è il bilancio della tragedia che comporta una scia dolorosa di disagi, di immancabili polemiche e chiama in causa precise responsabilità. Sono stati  circa diecimila le repliche finora passate come scosse di assestamento. Prova a gettare uno spiraglio di luce il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole: «E proprio nel buio che bisogna ritrovare la speranza. Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete il coraggio. Quella notte ho chiesto a Dio: “Adesso che si fa?”. Insieme riscostruiremo le nostre case e le nostre chiese». 

* Ai soccorsi hanno partecipato anche  i vigili del fuoco di Treviso e di Venezia. Lavora all’ospedale dell’Angelo il medico Nicola Bortoli che ha preso in braccio la piccola Giorgia, di otto anni, rimasta sotto le macerie per più di sedici ore abbracciata al sorella maggiore, esanime.

* L’immagine di quella scuola di Amatrice restaurata di recente e crollata sembra l’emblema delle responsabilità. Per fortuna Oderzo è a buon punto con l’attuazione del piano d’intervento antisismico per l’edilizia scolastica. Dopo le scuole di Piavon ricostruite da poco, è stato recentemente finanziato il progetto di adeguamento per il plesso Parise.  

* I dati della vendemmia 2016 parlano di un’ottima annata. Veneto agricoltura prevede un leggero aumento di produzione delle uve bianche e qualche flessione nelle uve nere a causa soprattutto della riduzione di superfici coltivate.

* Bivacchi nel parco comunale: una vecchia storia che purtroppo continua, con conseguente disturbo della quiete pubblica, danni e atti contrari alla decenza e al buon gusto. In un’area, oltretutto, frequentata di giorno da bambini. Il sindaco ha disposto il potenziamento di controlli e fatto appello alle forze dell’ordine.

* Commissione edilizia soppressa. E’ stata a lungo un organo di confronto circa lo sviluppo urbanistico e di controllo sulle scelte dell’amministrazione pubblica. Nel frattempo la legislazione ha ridistribuito le  competenze e forse l’organo collegiale non serviva più. Non essendo obbligatorio, il consiglio comunale ha pertanto deciso di farne a meno, come da tempo si legge un po’ ovunque, all’insegna della semplificazione. Forse il valore della partecipazione meriterebbe qualche attenzione in più.

* Nel decimo anniversario di costituzione della Fondazione Oderzo Cultura, non senza nostalgia, la presidente Tiziana Prevedello Stefanel lascia l’incarico di presidente e fa un bilancio dell’attività svolta. Una pubblicazione fresca di stampa, ricca di dati e di immagini, ripercorre il decennio e illustra le attività svolte  dal museo (istituito nel 1876), dalla biblioteca (1969) e dalla pinacoteca (1967) che vedono alla direzione tre giovani signore, preparate e piene di entusiasmo, rispettivamente: Marta Mascardi, Irene Romanzin e Paola Bonifacio.  Un dato su tutti, a conferma dello stato di salute della fondazione: l’ avanzo di gestione di oltre 80 mila euro.

Per l’occasione è stata mostrata al pubblico la collezione dei vetri che costituirà il futuro museo del vetro d'artista. Le opere sono state create nell'ambito della Fucina degli angeli, coordinata da Egidio Costantini, su disegni di importanti artisti internazionali tra i quali: Arp, Arman, Ernst, Cocteau, Dall'Acqua, Picasso, Viviani e Costantini stesso.

Tra i motivi d’interesse, nella sede della biblioteca,  è collocato il museo Tullio Vietri, opitergino di nascita, che conta ben 163 opere dell’artista, deceduto recentemente.

* La Fondazione presenta un bilancio sociale positivo: in biblioteca, gli iscritti sono passati da 1067 a 5211; i visitatori del museo sono aumentati del 50%; ai laboratori estivi hanno partecipato oltre 4 mila ragazzi e nei week end degli ultimi anni il gioco creativo ha coinvolto quasi mille partecipanti.

* Festa per i settant’anni dell’Opitergina calcio, con le promesse, le squadre, la dirigenza passata e presente e tre assi del passato ancora attivi: Gianfranco Zigoni, Renato Faloppa e Ivan Gregori. L’Opitergina nasceva nel 1946. Sotto il palco della festa  in Piazza Grande risaltano  i colori della compagine cittadina: rosso e bianco, come lo stemma della città.

* Ha destato sorpresa a Fontanelle l’assegnazione da parte del ministero dell’interno di un gruppo di 16 donne con due bambini in tenera età, già ospiti della caserma Serena, trasferite in una struttura del centro di Lutrano che fino a qualche tempo fa ospitava nove pazienti psichiatrici. La comunicazione  della destinazione del nuovo gruppo è arrivata in municipio soltanto poche ore prima. “Il problema”, commenta a caldo il sindaco Ezio Dan, “è che io non ne sapevo niente. Va bene che quella è una struttura privata ma, senza polemica, qui le istituzioni passano sopra le nostre teste”.

* Suor Suzette della Congregazione Cuore Immacolato di Maria in servizio nella casa di soggiorno Arturo ed Irma Simonetti, che aveva iniziato un percorso di accompagnamento dei giovani nigeriani del centro di accoglienza temporanea, è trasferita, come del resto la consorella, nella sede padovana dell’Opera Immacolata Concezione all’interno di un programma di ottimizzazione delle risorse umane disponibili.

* Inizia la scuola e con la riapertura mancano ad asili e materne paritarie della Provincia di Treviso 8 milioni e mezzo di contributi attesi dal Ministero. Fondi relativi all’anno trascorso. Un buco enorme in un contesto già al limite di sopportazione che riguarda 234 strutture per l’infanzia che sentono non solo il peso dei bilanci ma anche del calo demografico.

* La professoressa Liviana Da Re è la nuova dirigente scolastica dell’Isis Scarpa, posizione rimasta scoperta per il collocamento a riposo del prof. Mario Sala, negli ultimi dodici anni a capo dell’istituto di cui il liceo classico – liceo linguistico di Oderzo è sezione staccata. Da un anno la professoressa Da Re era reggente all’istituto Obici.  

* Hanno fatto effetto le dieci medaglie d’oro (trentanove complessivamente) conquistate dagli azzurri alle Paraolimpiadi di  Rio de Janeiro. Il gradino più alto della scherma è stato anche della moglianese Bebe Vio, diciannovenne straordinaria che tra le amiche conta la campionessa iridata di pattini in linea Sara Marangoni. Entrambe capaci di rialzarsi con la forza di volontà e il lavoro da situazioni avverse. Il segreto stampato su una maglietta scambiata qualche settimana prima: «Crederci sempre, non mollare mai».

Per segnalazioni, osservazioni, informazioni in genere, rivolgersi al Dialogo, campiello Duomo, 1, oppure telefonare ora cena 0422/716377. 

 

 

Indirizzo di posta elettronica:   ildialoghetto@gmail.com

 

 

 

 

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