Un mostro ci aspetta in garage. A volte è tutto nero come il buio della notte, altre riesci persino a distinguere sulla sua dura
pelle immagini di mondi lontani e di belle donne. Il suo rombo non conosce rivali, macché ronzii e sibili, lui tuona. Non è perfetto, nessun mostro
lo è, l'abbiamo visto spruzzare acido e decidere di andare da solo, scalzando la stampella, quando fermo su due zampe proprio non
riesce a stare. Macché mi frega, la perfezione non è di questo mondo e nel ricercarla rischiamo solo l'omologazione. Tutti uguali,
precisi e perfetti. Brrr...mi si gela il sangue. Per questo accetta volentieri di cambiare qualche parte di se, per diventare unico.
Sembra muoversi anche da fermo quando ti vede avvicinarti. Vuole andare, ma a tirar dritto non ci sta. Sa che anche una slitta con
montato su un reattore fa i 280 in autostrada e allora ti porta dove le curve sembrano non finire mai, e li si diverte a far
sbiancare tutti di rabbia.
E' un mostro che non fa paura a te che lo guidi, allora che
aspetti...VAI
Fine 1992, Saloni invernali: la Ducati stupisce il mondo con una moto strana,
che a prima vista non sembra neppure una Ducati. Senza carena, ha il manubrio
alto, un serbatoio maschio e il faro tondo. A ben guardare però si scoprono
caratteristiche che solo una Ducati può avere: il telaio è quello della 851/888
modificato in qualche dettaglio,
il motore è il classico 904 cc desmo a due valvole raffreddato ad aria, la
ciclistica è degna di una moto ben più sportiva. E' una scommessa, una moto
diversa, che esce dal gruppo e si distingue da tutte, inclassificabile. La
storia dimostra che Ducati ha fatto centro: il Mostro è stato
prodotto in 100mila esemplari in neanche dieci anni, dando nuova vita ad una
categoria che sembrava estinta, le moto nude, al punto che oggi ogni costruttore
ha in catalogo una 'naked'. Ma anche nel 2006 devono sempre fare i conti con un
design insuperato (grazie Galluzzi) e con un mix di leggerezza e potenza che da
facilità ed efficacia sul misto stretto.
Ed ecco il motore, il cuore pulsante di ogni mostro, un capolavoro di meccanica il
cui suono e le cui vibrazioni possono catturarvi e non lasciarvi più..

DESMODROMICO (o più semplicemente DESMO) è una parola che
sentirete spesso quando parlerete di motori Ducati. Ora ogni motore Ducati
adotta la distribuzione desmodromica ma un tempo non era così. Infatti questo meccanismo
venne introdotto nel 1956 dalla Ducati in una moto da competizione e nel 1968 in
un motore destinato alla produzione di serie e da allora ha caratterizzato in
maniera esclusiva la produzione fino ai giorni nostri. Ma che vuol dire? Semplice,
il movimento di chiusura delle valvole viene controllato non da molle ma da bilancieri
rendendo molto più preciso (e negli anni '60 anche più sicuro, infatti le
molle erano spesso soggette a rotture) il funzionamento ad alti regimi del motore,
riducendo le perdite di potenza. Non è
chiaro? Allora ecco una bella animazione, nel solito formato
quicktime,
che mostra il suo funzionamento
DESMO
Vorreste spogliare con gli occhi il vostro mostro non è
così? Eccovi accontentati. Provate a vederlo come mamma Ducati l'ha fatto!

Il puntatore del mouse è di una noia
mortale, provate a sostituirlo con questo..
Monster S4R
il top della gamma Monster fino allo scorso anno, finalmente ecco il Supermostro che tutti
aspettavamo..
motore desmoquattro 996cc - monobraccio in tubi - doppio scarico laterale
sovrapposto alto - radiatore olio - forcella al TiN - testa di sterzo
alleggerita - rinnovati pedane, specchietti, manubrio,
strumentazione - nuova verniciatura blu con banda bianca, telaio blu e cerchi
bianchi - potenza 117 CV @ 8750 giri/min - coppia 10,1 kgm @ 7000 giri/min
Monster S4RS
per il 2006 il top della gamma Monster è il nuovo S4RS equipaggiato
dall'ultima evoluzione del desmoquattro, il testastretta!
motore testastretta 998cc coppa bassa - forcella e ammo Ohlins - pompa freno
radiale - pinze freni ad attacco radiale - cerchi di nuovo disegno - potenza 130 CV @
9500 giri/min - coppia
10,6 kgm @ 7500 giri/min