"Escursione monto bella, svolta sempre sopra i 2000mt, che regala panorami e paesaggi incantevoli. Molto belli i laghetti che si incontrano durante il cammino, in cui si specchiano le cime delle montagne sovrastanti. Durante l'escursione si incontrano innnumerevoli gruppi di stambecchi e anche qualche marmotta. L'arrivo alla terrazza del Gelas è davvero magnifica, si può godere la vista della valle sottostante da dove si è partiti, e tutt'intorno si è circondati dalla catena alpina delle Alpi Marittime. Di fronte c'è la vetta del Gelas, con il suo canalino centrale, che regala delle belle emozioni durante la scalata. In vetta, la croce, una stupenda Madonna in legno e la fantastica vista, ripagano a pieno delle fatiche fatte."
Con i miei due compagni della SCAS Alessio e Andrea siamo saliti venerdi in serata fino al piccolo complesso di abitazioni che sorgono intorno al Santuario di Madone de Fenetre. Abbiamo cenato e pernottato presso il rifugio "Madone de Fenetre" che sorge di fianco alla chiesa. Una struttura perfettamente ambientata nel clima di montagna che si respira ai 1900 metri dove sorge, ed è gestita da persone molto cortesi e ospitali. Una buona cena e una perfetta sistemazione per dormire e un altrettanta abbondante colazione.
Partenza alle sette per iniziare la nostra escursione che ci avrebbe portato sulla vetta del Gelas, la seconda montagna delle marittime più alta dopol'Argentera . Lasciato il rifugio si cammina per circa un 30 minuti su un sentiero perfettamente battuto e sistemato, si supera una balise che indica i vari itinerari che si possono percorrere. Al termine della mezzoretta di cammino in corrispondenza di due curve a gomito che fa il sentiero e un grosso masso in mezzo si lascia il percorso originario e si prende a destra. Si inizia a camminare su una leggera pietraia che però peggiora man mano che si sale. Anche la pendenza diventa più severa. In questo tratto mancano segnali colorati sulle pietre che normalmente indicano il percorso, bisogna seguire con attenzione le torrette di roccia lasciate da chi ci ha preceduti. Dopo un ora e mezzo si arriva in vista di due meravigliosi laghetti 2512 mt
. Si prosegue ormai camminando solo su morene. Si supera un piccolo ruscello, ultimo punto per prendere l'acqua, e si arriva a un altro incantevole laghetto a quota 2650mt. Da quà la pendenza aumenta notevolmente, anche camminare non risulta molto agevole,si seguono le torrette fino ad arrivare a 2900mt (dopo tre ore) dove inizia la terrazza del Gelas, un piano innevato che offre una vista stupenda sulla valle sottostante, sul Lac Longe e sul canalino che porta sulla vetta del gelas. Fatti ancora 100mt di dislivello si arriva, dopo aver attraversato una piccola depressione ai piedi del Gelas, all'inizio del canalino. Sono gli ultimi 200mt di dislivello, ma i più difficili e impegnativi.
Questa è la via normale e non richiede, a meno che non si voglia lo stesso usarle, l'impiego di attrezzatura da alpinismo. Serve il casco visto la presenza di molto pietrisco sul canale. Noi abbiamo preso il canalino sulla nostra sinistra, e dopo il primo pezzo in coincidenza di una piccola "terrazza" siamo passati sul lato destro, e poi continuato su questo lato fino in cima, la presenza di neve non ci ha agevolato la salita, ma non ha dato eccessivamente fastidio. Per le mie capacità, ci sono solo due punti un pò più difficili e strapiombanti per il resto tutta la rampicata e agevole in quanto ci sono numerosi appigli. Terminato il canalino si prosegue sulla sinistra e si arriva in vetta ai 3143 mt del Gelas, (dopo quattro ore) dove oltre la croce c'e una bellissima statua in legno che rappresenta Una Madonna in preghiera. La vista è mozzafiato. Si può vedere benissimo il versante della montagna dal lato francese e quello italiano, con una vista straordinaria su Clapier-Maledia, Bego-Gran Capelet-Agnel-Argentera. Le difficoltà che ho avuto a salire si sono ripresentate anche a scendere, ma prestando attenzione non si deve usare la corda. L'unica differenza rispetto alla salita è che, invece di essere arrivati ai piedi del canalino sulla parte sinistra scendendo, abbiamo optato per scendere stando sempre sulla nostra destra rispetto alla discesa, e si è rivelata una scelta giusta in quanto meno verticale e con più appigli.
Dal fondo del canalino si rientra al rifugio seguendo il percorso fatto a salire. Un escursione impegnativa, non c'e moltissimo da camminare ma comunque si fanno 1300 mt di dislivello, impengnativo ma non esageratamente è il canalino finale. Molto faticoso è il rientro per via delle morene da affrontare in discesa e che mettono a dura prova le gambe, provate dalla salita.