DIARIO STORICO DEL CAV. DON NICOLA
DE MARTINO DI MONTEGIORDANO
MAGGIORE GENERALE DEL DISCIOLTO ESERCITO
DEL REGNO DELLE DUE
SICILIE
SULLA CAPITOLAZIONE E RESA DELLA
CITTADELLA DI MESSINA
APRILE 1859 -AGOSTO 1861
Messina 1859
Trovandomi al Comando della Cittadella
di Messina ed osservando degli affissi sediziosi
e delle notizie che si propagano
giornalmente in piazza pel malcontento
della popolazione che si lamenta pel cattivo ordine
governativo e per l'imbecillità dei luogotenenti
che si succedono, nonché spinti dalla setta Mazziniana
che ha invaso l'intera Isola, sembrandomi impossibile
che una rivoluzione presto non avvenga, e perciò
che mi piace notarne tutti i movimenti di quanto
accade in Messina o altrove che può venire a mia
conoscenza. Dal 1° novembre
1859 al 15 dicembre dello stesso anno si sono verificati
i seguenti assassini di persone in carica.
IN PALERMO - Il Direttore di Polizia
nel portarsi con sua moglie ed un ragazzo suo figlio
nella cattedrale per ascoltare la S. Messa, nell'attingere
l'acqua santa, ricevè un colpo di stile sulla spalla.
Il Commissario di Polizia, per aver osata troppa
attività per scoprire il reo,
con un colpo di pistola fu steso morto a terra.
IN MESSINA -Il Controloro di Dogana
FLORES verso le ore 24 nella pubblica strada ricevè
un colpo di rasoio che miracolosamente
vive, stante che il rasoio non pervenne
a recidere la carotide.
Il Giudice ARRIGÒ del Tribunale Civile
andando in unione di altra persona verso mezz'ora
di notte in pubblica strada ricevè un colpo
di stile.
Il Giudice del Tribunale di Commercio
D. ANTONIO PAINO BARTOLO stando in unione dei suoi
amici verso le ore 24 in pubblica piazza ricevè
un colpo di stile sulla spalla dritta.
Il Direttore di Dogana MERLO mentre
passeggiava per strada ricevè un colpo di rasoio
sul viso che lo ha rimasto molto sfreggiato.
Finalmente oggi 15 dicembre nella
strada più frequentata, e propriamente alle Quattro
Fontane, verso le ore 22 il Presidente
della Gran Corte ha ricevuto un colpo
di pugnale vicino al femore della coscia dritta,
di tutti questi assassini finora 27 dicembre nessun
reo si è rinvenuto o riconosciuto.
MESSINA 26 FEBBRAIO 1860
Da molti giorni giunse in questo
porto una nostra fregata a vela (forse per istruzione)
e si ancorò fuori del porto in direzione
della grande strada D.Leo e, a seconda
le nostre ordinanza di marina, tutte le sere a ore
due di notte tira un colpo di cannone per chiamare
tutte le genti a bordo, ed altro tiro di cannone
alla punta di giorno, forse significante lo sveglio.
La sera del 20 corr., alla solita ora di due ore,
nel tirarsi la cannonata a salva, scoppiò una bomba
carica a mitraglia a costo di un palazzo di ricco
negoziante detto D. Giovanni CONTE,
fracassando molti balconi della sua
abitazione, e poco danno alle vicine abitazioni:
dalla gente torbida si propagò la voce che la bomba
carica si era tirata dalla fregata in parola, per
cui dall'autorità competente
si ordinò esatte informazioni e
l'esportizzo dei frantumi e pezzi
del proiettile; ma mentre ciò si praticava il Commissario
di Polizia fu minacciato di morte e nel
ritirarsi rinvenne nella scalinata
della sua abitazione due vasi ripieni di escrementi.
Questa sera poi alle ore 24 il Regio Procuratore
in pubblica strada è stato assassinato con tre colpi
di stile senza conoscersi l'aggressore, come è avvenuto
in persona di tutti gli altri: lo scopo è quello
di sovvertire l'ordine e che la giustizia non più
abbia il suo corso regolare.
1° MARZO
Dalle indagini accurate relativamente
al proiettile che scoppiò la sera del 26 febbraio
p.p. Si è conosciuto che non fu tirato dalla
fregata, ma bensì preparato di persone
rivoluzionarie per far saltare in aria il Commissario
di Polizia che abita vicino al palazzo Conte, ed
in effetto dell'esplosione restò gravemente ferito
il Guardia di Polizia che accompagnava il Commissario
che fu parimenti ferito: ieri sera poi fu rivenuto
nel portone del detto Commissario un gran Cartellone
che a grosse lettere dice: O PARTI O MUORI.
6 MARZO
Si ricevono lettere ufficiali da
Palermo che alle Quattro Cantoniere, Centro della
Città, si sono rinvenute quattro grosse
bandiere a tre colori, e che in una
chiesa ove si praticavano gli Esercizi Spirituali
sono svolazzate molte colombe con nastri pendenti
di tre colori.
Qui in Messina vi è fermento per
varii legni da guerra approdati nel porto, ma non
ancora ardiscono muoversi perchè temono i cannoni
della Cittadella.
Gli Esercizi Spirituali per la Truppa
si praticano nei rispettivi quartieri.
Ricevo prevenzione ufficiale di tener
tutto pronto nella Cittadella
per viveri e quanto bisogna pel giorno 15 del corrente
marzo.
7 MARZO
Questa mattina nei consueti siti
si sono rinvenuti gli affissi,con i quali si fa
conoscere che S.M. Si è benignato ribassare il
dazio del macino, e togliere la fondiaria
a tutte le case a pian terreno: questi affissi dopo
qualche ora con disprezzo da gente torbida col massimo
disprezzo sono stati strappati, lacerati e
buttati a terra. Sono già dieci mesi
che i grani esteri in gran quantità qui sbarcano
senza pagare dazio, i magazzini ne riboccano, intanto
la popolazione per non esservi meta, e per insinuazione
di una setta che esercita un incredibile monopolio
in tutti i generi e commestibili di prima necessità
per indurre il basso popolo a rivoltarsi. La setta
o gente torbida rivoluzionaria per nulla si ricrede
ad onta del discorso che Napoleone III ha tenuto
al Corpo Legislativo in 1° corr. Che promette pane
all'Europa intera, ed il pronto ristabilimento dell'Italia
Centrale, perchè tutti generalmente nella Isola
intera desiderano guerra e rivoluzione, sulla supposizione
di trovarsi meglio sotto altro governo.
La truppa è nella massima prevenzione,
e quasi sempre pronta a prendere
le armi.
La Cittadella è sempre con miccia
accesa. Verso le ore 21 col telegrafo elettrico
si segnala da Palermo, essere
colà avvenuta una dimostrazione, e che si usasse
qui in Messina la massima sorveglianza; all'oggetto
tutti i posti in città sono stati raddoppiati: gli
inglesi suscitano la rivolta.
16 MARZO 1860
Questa notte per telegramma è giunta
notizia ufficiale al Console di Francia, che l'intiera
Italia Centrale si è riunita al
Piemonte: grande allegria e simpatia
manifesta tutta la popolazione perchè vivono nella
certezza che col Vapore diretto perverranno decreti
di costituzione, e riforme.
17 MARZO
Per le notizie di ieri questa mattina
si sono rinvenute molte bandiere tricolorate per
varii Cantoni della Città: i liberali
spacciano notizie allarmanti, ma
temono molto la Cittadella.
19 Marzo
Essendo pervenuta la notizia che
il Maresciallo VAILLANT ha ricevuto ordine da Napoleone
di tenersi pronto per ritirarsi in
Francia col suo Corpo di Armata di
50 mila uomini che trovansi in Lombardia per impedire
che i Tedeschi calassero in Italia; ciò ha sgomentato
i liberali, perchè,a quanto dicesi, pare che Napoleone
sia di contrario avviso che il Re di Piemonte recuperi
un terreno di circa 15 milioni di abitanti.
In Lipari nella processione del Protettore
S. Giuseppe gli hanno situato nelle mani la bandiera
tricolorata: quest'Isola è patria della madre del
Generale NUNZIANTE.
5 APRILE
Ieri il telegrafo da Palermo segnalò
che gente rivoltosa molto armata aggredì la truppa
che tuttavia si sta battendo:
sull'istante in Messina si sono raddoppiati
tutti i posti, e numerose pattuglie sortiscono per
la Città comandate da Ufficiali.
Intanto il Maresciallo RUSSO Comandante
la Provincia e Piazza di Messina ordina che tutta
la truppa per Compagnie all'una p.m. Di
oggi stesso si porti a visitare i
SS. Sepolcri, e alle 4 p.m. Lui con l'Intendente
e tutti gli Uffiziali si porterebbero a fare lo
stesso atto di devozione; ma verso
le ore 11 a.m. Essendo pervenuta la notizia che
molta gente armata veniva dalla parte di Catania,
e che ogni comunicazione telegrafica era rotta con
Palermo e Catania, si è contramandato l'ordine,
ed invece la truppa è rimasta consegnata in quartiere
pronta a prendere le armi raddoppiando i Veterani;
facendo sortire intiere Compagnie con tenuta di
marcia pattugliando la città. Messina sembra quasi
deserta: la poca gente oneste teme eccessivamente
e si ritira nei Casini. Le
notizie che corrono in città sono che dopo
domani
Sabato Santo deve scoppiare la rivoluzione
. Lo spirito della truppa
è eccellente-cannoni ne abbiamo ed a sangue freddo
attendiamo gli eventi. Molte famiglie di Uffiziali
si sono ritirate nella Cittadella. Le famiglie che
si sono ritirate nei Casini, dalle bande armate
sono state sottoposte a contribuzione.
La comunicazione con la Calabria
è anche interrotta: in varii
punti sono state abbattuti i telegrafi
ed il filo elettrico: si riceve avviso di essersi
ristabiliti prontamente, dopo qualche ora: ma di
nuovo saranno abbattuti!
6 APRILE
Dal Segretario si S.M. (D.G.) si
domanda conoscere lo spirito pubblico della provincia
di Sicilia – pattuglie come ieri ed i
posti da per tutto raddoppiati. Ieri,
dopo un grande silenzio in Città che sembrava abbandonata,
verso le 23 ore d'Italia si aprivano le botteghe
mezzo socchiuse e si popolò
la città rassicuratasi dalle forti pattuglie che
giravano per la visita dei SS. Sepolcri che i pagani
praticavano. Si sparge la
voce dai demagoghi di essere in attenzione dello
sbarco di Garibaldi con grande seguito di Emigrati.
Si supponeva quest'oggi una dimostrazione
armata, allorchè due Compagnie si trovavano scortando
la processione della Sacra Vergine. Il Generale
Comandante le Armi nella Provincia ha creduto regolare
non spedirvi la Compagnie e la Processione non ha
avuto luogo.
Da Cefalù, a qualche distanza da
Palermo, alle ore 21 è stato qui segnalato per telegrafo
che da questa mattina si sentivano continuati colpi
di cannone. Da Palermo a Cefalù i telegrafi sono
stati abbattuti, ed i fili elettrici spezzati. Tutte
le famiglie dei militari, numerosissime, ed i loro
equipaggi quest'oggi si sono
ammassati in questa Cittadella: il numero degli
Uffiziali che alloggiano in Città è immenso, disgraziatamente
tutti casati. Oggi Messina sembrava Napoli del giorno
4 di maggio, perchè oltre agli immensi equipaggi
che da tutti i punti della città si trasportavano
nella Cittadella, gran quantità di equipaggi dei
pagani si trasportavano nei Casini in campagna:
gran soddisfazione per un Uffiziale soltiere in
queste circostanza, ove vedesi l'infelicità dell'Uffiziale
casato e con prole.
7 APRILE
Ordine pressante questa notte che
i Capi di Corpo e tutti gli Uffiziali non si ammovessero
dai corpi e dalle rispettive
Compagnie nei Quartieri. Ore 9 a.m.
le truppe della Cittadella tutte pronte a prendere
le armi. Si pubblica all'ordine della piazza che
il caso di all'armi verrà indicato da una bandiera
rossa inalberata sulla fortezza della
Cittadella e da tre colpi di cannone
e polvere. La Città è circondata da truppa in posizioni,
e numerose pattuglie comandate
da uffiziali traversano tutte le strade della Città.
La popolazione sembra atterrita: cioè la gente onesta.
Sono le 11 a.m. Attendiamo la dimostrazione armata
si suppone doversi fare da gente torbida nel toccarsi
la "Gloria", perchè Sabato Santo. Il Comandante
della Cittadella si trova imbarazzatissimo per provvedere
di alloggio alla meglio a numerosissime famiglie
di Uffiziali Superiori ed Uffiziali di tutte le
Armi; La Cittadella è zeppa di equipaggi; intanto
tutti si ritirano in questo baluardo perchè credonsi
al sicuro, e bisogna che siano al coperto dal colpo
che si suppone. Al piacere dei rivoltosi, che godono
vedere lo sfratto che si fa di tutte le case dei
militari che si ritirano nella Cittadella, e dei
pagani in campagna, si aggiunge la vana speranza
del vapore che deve giungere
da Palermo con la notizia del vantaggio che i rivoltosi
hanno riportato sulla truppa; fatto sta che invece
del vapore diretto, che pel
cattivo tempo di mare non è giunto, ma bensì un
vapore francese il quale dà notizia ai Consoli di
essere cessato il fuoco nella
Città di Palermo, e che i rivoltosi sono
sortiti fuori la Città, dalla truppa
inseguiti con vantaggio; più
essere giunte alla vista di Palermo
3 fregate napoletane a vapore cariche di truppa;
a tal notizia la buona gente si è tranquillizzata.
E' sonata la "Gloria" e nessuna dimostrazione
è avvenuta, ed i Consoli esteri si sono portati
dal Sig. Generale Comandante la
Piazza Maresciallo Russo pregandolo
ritirare tanta truppa perchè
la Città trovavasi del tutto atterrita
e che non vi era ostilità
da temere; in effetti è stato ordinato restare in
quartiere i soli Uffiziali di settimana, e la truppa
sempre pronta a sortire dalla
Cittadella e dai quartieri in Città.
8 APRILE - PASQUA
Sono le 9 a.m. Nessuna novità in
Città. L'Intendente scrive al
Maresciallo di aver fatto disperdere
dalla polizia qualche attruppamento di facinorosi
e che lo raccomanda di non far
dimostrare ostilità dalla truppa
contro i pagani. - Pare che gli affari progrediscono
come al 1848-certo è che l'Intendente,
figlio del celebre Marchese Artala,
non opera lealmente: per suo ordine la polizia non
aggisce più. Alcuni furti sono avvenuti più
verso sera in pubblica strada da
gente armata di stile. Immensi equipaggi tuttavia
entrano nella Cittadella e che
resteranno allo scoverto. Il Sig.
Maresciallo Russo anche ha mandato il suo equipaggio
in Cittadella, ed al quale ho ceduto
parte del mio alloggio per la sua
famiglia: quando mai Signore nel mio alloggio!!
Quasi il 3° dei cittadini ha abbandonato la Città
nella quale altro non si osservano
che gente in giacca e folta barba; molti di essi
esteri o dei paesi della provincia. Se il Generale
Comandante delle Armi non
pone in stato d'assedio la Città, preveggo che il
popolo prenderà il di sopra. - La corrispondenza
telegrafica con Palermo seguita
ad essere interrotta, non però in Cefalù.- Quest'oggi
si sono spedite molte munizioni in Catania col vapore
per via di mare. - Il telegrafo elettrico da quì
per Napoli non aggisce, ma bensì con una barca si
mandano i dispacci a Reggio che per l'elettrico
li partecipa a Napoli.
Ore 23-Si è attaccato il fuoco in
Città; all'istante la Cittadella, alzando la bandiera
rossa, ha tirato tre colpi di
cannone per annunciare all'armi ed
avvertire a tutti quei militari
impiegati a dirigersi ai loro posti;
la truppa in un'istante ha preso posizione; in vari
punti si è attaccato il fuoco. Un
Granatiere è stato pugnalato, un
caporale dei Veterani ucciso a colpi di stile, altro
soldato ferito da colpo da fuoco ed il
Cappellano Parisi del 2° di linea
ferito con pugnale; la truppa si è distinta e le
nostre reclute si sono comportate da vecchi soldati.
Molte persone arrestate mi giungono per restringerli
nelle prigioni della Cittadella, arrestati con armi
bianche o pistole. Sono le 2 della notte ed un "Criminale"
ne contiene già 23, tutti forniti di barba. La truppa
seguita a percorrere le strade della
Città non risparmiando polvere ove
sono attruppamento; molti pagani sono passati agli
esterni riposi. Rivolta alla stessa ora a
Barcellona ed altri paesi vicini.
9 APRILE
Tutta la truppa è rimasta in posizione
durante la notte come tuttora si trova, ed al bivacco
a terranova fronte alla città. Il
Maresciallo, i Generali ed Uffiziali
Superiori parimenti hanno
passata la notte al Quartier Generale S. Girolamo.
- Stamane due pagani sono stati ammazzati dalle
nostre reclute che si battono con energia. Il telegrafo
ad asta delle alture dirimpetto Messina è stato
distrutto e siccome sui monti si scorgono facinorosi
armati, è stato spedito il Sig. Ghio del 2° di linea
con un battaglione e due pezzi di campagna per batterli,
cosa difficile perchè non lo attenderanno. Sono
le 10 a.m. Ricevo due liberali da restringerli nel
Criminale, uno di essi è il
dottissimo filosofo Sacerdote D. Carmelo ALLEGRO,
su cui vi si sono rinvenuti circa 2000 ducati di
piccole fedi e contante che si suppone dovesse distribuirli
ai rivoltosi. Alle ore 10
a.m. Perviene il vapore da Palermo con liete notizie:
la carnificina e incendio colà è stato sufficiente;
si perseguitano i rivoltosi,
la città è nell'ordine normale con l'arresto dei
promotori tra i quali Monteleone, Barone Viso e
altri. Lo stesso vapore ha
portato i proclami di Palermo dati dal Generale
in Capo i quali si sono affissi in Messina e mandati
anche col vapore a Catania
e Siracusa. Pare che la rivoluzione sia generale,
ma tutto svanirà perchè la truppa si batte da non
poter meglio desiderare. Dubitò però per la poca
esperienza dei Generali. -Tutte le corvè e trabanti
sortono armati e con scorta ed è cosa graziosa vedere
i nostri giovani coscritti
impugnare il fucile e sparare senza misericordia.
La corvè del pane avendo inteso battere la
"Generale" alla Cittadella, in unione
dei trabanti, hanno fatto fuoco ingiustamente contro
i pagani uccidendone molti.
Ore 23-Batte la "Generale"-Artiglieri
e linea ai loro posti. Si veggono masse armate sulle
alture, ma sicuramente non scenderanno. Questa mattina
appena hanno veduto truppa che sortiva dalla Cittadella
si sono sbandati come capre.
10 APRILE
La truppa è tuttora sotto le armi
in posizione. Terza notte che
si veglia, i posti di guardia non
sono cambiati e tutti sono di
servizio. La Città è in stato d'assedio.
Tutto dipende dall'Autorità
Militare. L'intendente è stato richiamato in Napoli
per dar conto del suo operato. Siamo in attenzione
del rinforzo di truppa: 1000
da Napoli e 1000 da Palermo. I vapori sono in molta
attività. Immense famiglie seguitano a ricoverarsi
nella Cittadella, gli equipaggi
sono allo scoverto, tutti gli alloggi e Caserme
sono stivati di gente, anche un Vescovo in partibus.
Nel mio alloggio ho dato luogo
alla famiglia del Generale Comandante le Armi ed
al Sig. Generale Afan de Rivera e Capo di Stato
Maggiore.
Sono le Due p.m. e tutto è tranquillo
in Città; il commercio è aperto, il disarmo si esegue,
la spesa dell'ordinario si fa con la massima tranquillità
ed i trabanti isolati si portano a fare le spese,
essi però vi vanno armati. Sono le ore 20, si osservano
bandiere tre colori sulle cime dei
monti che circondano Messina. Si
attende rinforzo da Napoli, ma
sembra vana la speranza. Alle ore
23 siamo attaccati da tutti i punti. Batte la "Generale",
la truppa occupa subito tutte le posizioni ad essa
assegnate. Abbiamo la fortuna dell'eccellente spirito
della truppa massime dei coscritti di recente giunti
ai Corpi.
In un momento il fuoco
è cominciato simultaneamente dai
giardini dei Moselli, Porta Leone, Porta Giajero,
in città, alla vicaria, infine da per tutto
massime a Porta Bozzetta. La perdita
nostra è stata di pochi soldati
feriti ed un morto; un Uffiziale ferito e ciò perchè
l'azione quasi tutta di notte, essendosi
consumate molte munizioni, ma poco produttiva in
tempo di notte. Il Castello – detto il Castellaccio
– ha consumato bastanti munizioni e illuminaria
per scorgere ove erano di stanza i
rivoltosi. Dal Bastione Di Blasio
si sono tirati vari colpi a mitraglia; la Cittadella
si è taciuto. La perdita dei rivoltosi
non la sappiamo, nè possiamo conoscerla.
L'azione è stata calda e sembra che il nemico abbia
buona direzione: il fuoco è durato 9 ore interpellantamente.
Ho ricevuto nella Cittadella molti
arrestati; la truppa defaticatissima ha dormito
agli stessi siti, avendo avuto circa 3 ore di riposo
al bivacco. Le truppe in città si sono ben battute
e perchè da una finestra e da un balcone si è tirato
qualche colpo ai nostri giovani
soldati con l'anzietà di sparare hanno fracassato
porzione delle finestre e balconi della migliore
strada della bella Messina.
Sono già tre notti che dormiamo vestiti.
Seguita in città il disarmo, ad onta
che [...] all'entrare dei rivoltosi [...] Si attendono
i vapori con truppa, senza di che non
possonsi reprimere tutti i paesi
circovicini, che, dalle notizie
che ci pervengono, sono tutti in
rivolta. Prevedo ruina immensa; il popolo ha conosciuto
la sua forza. Ieri pria di battere la
"Generale", nel mentre mi portava
all'avanzata, ricevei le armi di questo Intendente
Artala e del suo segretario generale.
11 APRILE
La truppa stando al bivacco, parte
nei posti raddoppiati in Città
e parte avanti la Cittadella, la
corvè pel pane e per la compra
dell'ordinario, nonchè tutti i trabanti
si sono portati nei diversi
punti della Città per tanto eseguire verso le ore
10 italiane; ma appena ciò eseguito, in vari punti
i rivoltosi hanno attaccato il fuoco, ma debolmente
perchè tutta la truppa, che per nulla si era ritirata
nei quartieri, era al suo posto. Arrestati
politici alla Cittadella ne pervengono continuamente.
Una terribile pioggia ci ha felicitato
fino alle 3 p.m. la truppa al
bivacco ed in cordone avanti la Cittadella
si è ritirata, ma verso le 7 per alcuni colpi di
fucile che si sono tirati, si è battuta
la "Generale" e chiamato all'armi,
e di bel nuovo la truppa con somma pazienza è uscita
bagnata come trovavasi; pare che il
progetto dei rivoltosi sia di stancare
la truppa. -Alle ore 9 ¼ siamo rientrati in quartiere
lasciano due compagnie in cordone
dalla batteria Di Blasio fino alla
Maddalena, altra nella Caponiera che conduce a Di
Blasio e finalmente altra avanti la
spertungata; e ciò oltre la Gran
Guardia in Città e a tutte le
porte con numerose forze. Quest'oggi
i consoli francese e inglese, il Segretario Generale
dell'Intendenza ed il sindaco sono
stati dal Generale Comandante le Armi a pietosire
per tanta calamità che passa e di impedire il
troppo furore dei soldati (i quali
veramente sono stati un poco
eccessivi con sparare ovunque) protestando
essere pochi tristi che fanno
tanto piatire ma che la gente onesta non ha nulla
che fare con essi: intanto la gente onesta è quella
che ti paga. Verso le ore
6 ½ di notte il cordone a Terranova e Porta Giajera
sono stati attaccati, si è battuto la "Generale";
la truppa della Cittadella
è sortita all'istante, ha rinforzato il cordone
con una compagnia ed il restante del 2° di linea
alla sua solita posizione.
- Si è fatto fuoco, i rivoltosi dalla parte dei
giardini detti Moselli ed il cordone da Terranova;
la batteria Di Blasio essendosi
avveduta che i rivoltosi tiravano da dietro un muro,
vi ha tirato una granata che ha fatto tale effetto
che il fuoco è subito cessato -. La truppa non ha
lasciato le sue posizioni fino alle ore 6 a.m. Quando
si è ritirata in Cittadella. Un'altra notte
perduta; la truppa è veramente stanca.
12 APRILE
La truppa ha riposato fino alle 7
a.m. in cui si è battuta di
nuovi la "Generale" perchè attaccati
fortemente i posti Vicaria e
Forte Castellaccio, da quest'ultima
la banda dei rivoluzionari è stata ricevuta a colpi
di cannone. La prima metà della truppa della Cittadella
è sortita alle ore 9 ½ la 2ª all'una a.m.
rientrando la prima per farla riposare.
Si è spedito truppa a Porta Bozzetta spedendovi
anche un pezzo di artiglieria a trascino
che ha tirato bastanti colpi e così
le masse si sono allontanate con qualche perdita.
Da parte nostra abbiamo avuto un cacciatore del
2° di linea morto e vari feriti. La truppa si è
ritirata alle ore 6 a.m. Del giorno 13 perdendo
altra notte senza riposo.
13 APRILE
Verso le ore 8 a.m. Sono giunti da
Napoli sui vapori due forti
battaglioni formandone quattro, comandati
dai Colonnelli Ferrara e Duspet,
da alloggiarsi in Cittadella, sostituendo il 2°
di linea che riposa con paglia
a terra in Città nei vari Conventi; parimenti è
sbarcata la batteria a trascino n°8 comandata dal
Capitano Carascosa, ma senza muli
e cavalli che si attendono per domani. Il
2° Reggimento di linea è sortito dalla Cittadella
ad ore 22. Tutte le di loro
famiglie ed equipaggi sono rimasti nella Cittadella-.
I Signori Uffiziali dormono nelle Compagnie. - Ordine
espresso di non più far fuoco se non perfettamente
assaliti, nè di battere più la "Generale"; i posti
si sono aumentati e questi soli debbono battersi
per essersi ben conosciuto essere pochi rivoltosi.
14 APRILE
La Città è tranquilla, il commercio
aperto e le botteghe negoziano
come di consueto. -Il Comitato Segreto
esiste, il Comando Militare
nulla può fare se la polizia è dalla parte di esso
perchè persone molto ricche; tra il Comitato vi
era l'Intendente, intanto non si può provare perchè
la polizia infedele, a segno che il Capitano d'Armi,
che gode di 100 ducati al mese, da due mesi è assente
da qui, non pertanto per testimoni oculari si conosce
che in Barcellona, nelle vicinanze
di Milazzo egli ha proclamato la libertà d'Italia
con bandiera di tre colori che lui portava. Questa
mattina alle ore 10 a.m. Sono sbarcate le mule e
i cavalli della 8ª batteria a trascino n°13.
Si attende da Napoli la
Cavalleria, che tutti si riuniranno
in Catania.
Un villaggio stamane ha rimesso circa
124 fucili in questa Cittadella, la
maggior parte erano stati presi da
Doganieri e Guardie urbane.
15 APRILE-DOMENICA
alle ore 7 ½ a.m. Sono partiti 600
uomini del 2° di linea la mezza
batteria n° 13 per Catania.
Alle 2 p.m. dai vapori partiti da
Napoli sono sbarcati uno squadrone
di lancieri con cavalli e
banda; subito dopo sono partiti i vapori per prendere
altra cavalleria che deve completare il n° di 100.
È sbarcato
parimenti il personale dell'ambulanza con 40 brande
ed altrettante casse di medicinali, cassettoni di
ferri chirurgici e quanto può bisognare per un Corpo
d'Esercito.- La Città comincia a popolarsi, il commercio
si attiva, fucilate non più se ne sentono per le
strade, molti furti sono stati commessi nei casini
dai rivoltosi.
16 APRILE
Alle ore 9 ½ a.m. sono sbarcati altri
2 squadroni di lancieri trasportati da tre vapori.
Sono partite alla punta di giorno tre
piccole colonne mobili per differenti
punti della provincia. Si è manifestato all'ordine
di questa Real Piazza la piena soddisfazione di
S.M.(D.G.) pel modo come le truppe
coraggiosamente ha sedato le rivolte,
ed accorda la doppia diaria a tutte le truppe dal
giorno 12 in poi, promettendo compensi a coloro
che si sono più distinti.
17 APRILE
Da quest'oggi i Forti di Corsagra
e Castellaccio hanno cessato di ricevere i viveri
di riserva stante che essendo la Città rientrata
nell'ordine normale, possono calare
nelle piazze per eseguire la
compra dei viveri per l'ordinario.-
Stamane alla punta di giorno sono partite tre Compagnie
dell'8° Cacciatori: una da restare nel villaggio
di Milo, altra a Bozzetta, e l'ultima a Barcellona;
tutti villaggi a poca distanza da Messina e Milazzo.
Dell'8° Cacciatori due sole Compagnie
sono rimaste in Messina; una a S.Girolamo, altra
al Noviziato.- Il 2° di linea in Città avendo spedito
600 uomini a Catania.-il 14° e 15° di linea la l'8ª
Batteria a trascino in Cittadella di permanenza.
19 APRILE
Ieri alla punta di giorno in un avamposto
furono tirate poche fucilate la truppa ha risposto
subito all'invito ed al solito
tutti sono fuggiti. Cadde morto un
gentiluomo ed il cavallo anche morto.
Per Messina si spaccia che i soldati
tiravano a volontà senza essere provocati, e ciò
per persuadere che non esiste la congiura, nel mentre
dei paesani delle borgate vicine, dai Doganieri
disarmati e dagli impiegati del macino si rapportano
masse di due a tre cento uomini ognuna e denunciando
nominativamente i Capi.
La rivolta presente fortunatamente
ha abbortito con anticipo ma tiene molte radici
ancora; con la sollecitudine con la quale S.M.(D.G.)
ha spedito con vapori truppa di tutte le armi ha
dissestato i congiurati.
L'energia cui la truppa ha dimostrato
li ha sorpresi, non però cercano di sottomettersi
stante che il di loro carattere è del tutto ostile
contro il Governo, anche gli impiegati, salvo i
buoni che sono pochissimi.- Verso le ore 20 sono
giunti nel porto 5 vapori ed hanno sbarcato due
squadroni del 2° Lancieri e sono stati alloggiati
in Città. - Messina è popolata come al solito, il
commercio si è attivato come prima,
tutte le botteghe sono aperte , la Dogana fa il
suo ufficio, sembra essere ritornato tutto allo
stato normale.-Vi è però poco da fidare.- Una Compagnia
dell'8° Cacciatori è rimasta di guarnigione a Patti.
Gli arrestati politici da me ricevuti in questa
Cittadella del giorno 8 sono i seguenti:
D.Giovanni TRIMARCHI, D. Giacomo
CALINDO, D.Matteo RUSSO;D.Rosario TRIMARCHI, Candeloro
LAZZAROTTO, D.Luigi CARNERA,
D.Pasquale SANÀ, D.Giuseppe MORABITO,
D.Marcello GRILLO,D.Giovanni LA ROSA, D.Giuseppe
TRIPODI, D.Carmelo CUSCINÀ, D.Giovanni TRIFILETTI,
D.Carmelo ALLEGRI(Sac.), Giuseppe CUSCINÒ,Andrea
CAVATOJO, D.Andrea LOMBARDO, Salvatore RAGONA, Salvatore
AMANTE, D.Giuseppe LOMBARDO, Salvatore CARDILLO,
Gaetano SCORDINO,D.Nunzio CRISAFULLI, Mariano VITRON(alias
cappuccio), D.Giuseppe DI SALVO, Giuseppe CUCCINOTTI,
Diego FERRARA, Gaetano GATTO,D.Domenico RUSSO, D.Carlo
AGRESTO, Pietro MONTERA, D.Pasquale SANTORO, D.Benedetto
BENSAI, Luigi SCUDIERI, D.Carmelo LA BADESSA,D.Litterio
FAZIO, Carmelo DANGO, D.Salvatore LA BADESSA, D.Luigi
AINIS, D.Placido GIUNTA, D.Salvatore LO SCHIAVO,
Andrea FABERTI, D.Santo VITALE, D.Felice SFERRAZZA,
D.Antonio CURRÒ, Carmelo MARCHESE,
Giuseppe DE COTA, Giovanni PIZZO, D. Giuseppe RISTUCCIO,D.Antonio
CONDURSO, D.Gaetano SACCONE, D.Silvestro CICIONE,D.Giuseppe
COSTA, Pietro NOISIO, D.Litterio TRIPODI.
20 APRILE
Due fregate a vapore ed un brigantino
da guerra a vela in crociera pel litorale della
Sicilia perchè si suppone che GARIBALDI con una
masnada di Italiani tenta di sbarcare nell'Isola.
Telegramma da Napoli. In Palermo sono stati fucilati
13 individui presi con le armi alla mano.
La Commessione Militare colà è in
permanenza. Il fiore della nobiltà più ricca è assicurata
alla Giustizia, cioè il Barone
VISO, principe di MONTELEONE, Duca SCORDIA, Principe
GIARDINELLI, ed il Principe MONTERASO. La truppa
in Palermo è sempre in posizione; sanguinosi attacchi
vi sono stati nei paesi vicini; la truppa ha riportato
sempre vantaggio. Sono stati bruciati Misilmeri,
Bacaria e Carini ed immensi casini. Catania in apparenza
sembra tranquilla; la truppa colà da qui inviata
ha argomentato i rivoltosi.
22 APRILE
La Città trovasi nello stato normale
ed il commercio in pieno vigore; tutte le teste
sono alterate, i militari in attenzione
dello sbarco degli esteri segnalati
da Napoli per poterli battere; le teste riscaldate,
con la speranza di rivendicarsi, con molta prudenza
fra loro si intendono; le donne dei militari che
tremano; chi è uscito dalla Cittadella cerca di
rientrarvi; in fine, chi guarda le cose con spirito
tranquillo si ride di tante cose che si suppongono
e a cui si dà tanto peso da persone che non vi dovrebbero
tanto badare. Alle ore 2 p.m. mi pervengono i seguenti
demagoghi per restringerli
in queste prigioni: Giuseppe MARINO, Giovanni
CONSOLO, Giovanni BOLOGNANO, Diego
DI DONNA, Angelo LOMBARDI, Giuseppe BARILLE, Pietro
CARATOZZOLO, Giovanni MOLINO, Giovanni
LOMBARDI, Candeloro LOMBARDO, Giuseppe
SOTTILE, Giuseppe CHIAVAY,
Francesco COGLITORE, Frencesco PERDICHIZZI, Giovanni
BARBAGALLO.- Quest'oggi tutta
la truppa si è esercitata nella propria piazzetta
e l'artiglieria e cavalleria a Terranova.
24 APRILE
Questa mattina alle ore 6 a.m. sono
partiti 139 uomini del 2° di linea, due squadroni
di Lancieri e mezza batteria a trascino n°8.
I 139 uomini del 2° di linea scortano
la mezza batteria fino alli
Giardini a due tappe da Messina,
e quindi ritorna, trovandosi ai
Giardini altro distaccamento della
truppa di Catania che scorta
l'artiglieria e i due squadroni di
cavalleria a Catania.
La città è tranquilla; nessuna notizia
finora vi è del supposto sbarco degli emigrati ed
è perciò che sul dubbio le persone paurose con famiglia
non ancora sgombrano la Cittadella.
Alle ore 11 a.m. il sig. Maresciallo
di Campo RUSSO con la famiglia ha lasciato parte
del mio alloggio che occupa fin dal giorno 8 corr.
ritirandosi nelle sue abitazioni in Città. Verso
le ore 20 si è ritirato il distaccamento di 30 uomini
spinto fino a Taormina in dove ha ricevuto mille
simpatie e la Comune, durante la loro stazione colà,
ha dato pranzo ai soldati ed Uffiziali gratis; per
tutti i villaggi per dove detto distaccamento è
passato è stato cordialmente ricevuto.- É rientrata
parimenti una Compagnia di
Cacciatori che ha eseguito il disarmo al Gesso conducendo
due cariche di fucili ed altre armi.- Da Palermo
si ricevono notizie soddisfacenti
per la truppa.
25 APRILE
Per quanto mi rapporta il [...] di
Artiglieria MUSTO, questa notte una quantità di
persone hanno cantato sotto la sua abitazione e
per quanto abbia potuto udire vi
era il ritornello di punire il
tradimento; questa combricola che
suppone vi erano anche dei marinai sbarcati di notte,
si è dileguata all'avvicinarsi di una pattuglia.
Pare che l'accanimento sia permanente
in essi, nè cessano i di loro pravi sentimenti,
nel mentre in Città si mostrano
così umiliati e sommessi che sembrano pecore e tutti
assicurano che pochi ladri sono quelli che pervertono
la Città e che tutti sono
innocenti, come lo assicurano ancora i 76 prigionieri
politici ristretti in queste carceri della Cittadella,
abbenchè presi con le armi alla mano.-
Verso le ore 22, S.M. (D.G.), per l'elettrico, segnala
di raddoppiare di vigilanza
perchè oste nemico si aggira per
mare.
26 APRILE
Alle Due p.m. sono venuti arrestati
5 detenuti politici:
D.Pasquale LO SCARDO – Consigliere
d'intendenza e Senatore;
D.Pietro GIUSTI;
D.Antonio CUNDARI;
D.Placido MARGARENI;
D.Lorenzo PISPISA;
Le città è nello stato normale.-I
fogli esteri trascrivono le le lettere che S.A.R.
Il Conte di Siracusa scrive a S.M.(D.G.)
consigliando a stendere la mano all'Amico
Vittorio Emanuele, re del Piemonte.
Per quanto si suppone, tutti gli
arrestati politici che cattura la
polizia, sia ordine che perviene
da Napoli perchè manifestati da questo Sig. Intendente
che fu richiamato nella Capitale per rendere conto
di quanto ha praticato in questa, prima della rivolta.
27 APRILE
Il Distaccamento che accompagnò la
mezza batteria a trascino n°8 stamane alle 11 a.m.
è ritornata dai Giardini.- 48 arrestati politici,
alle ore 4 p.m., dalle prigioni della Cittadella
sono passati alle Carceri Centrali, rimanendovi
in questa solo 27.
28 APRILE – SABATO
Per la Madonna della Lettera si celebrano
le Vesperi per nove sabati che precedono il 3 giugno,
dei quali, come dicono i Messinesi,
i primi quattro sono a Muccioni e gli altri 3, che
si celebrano con più solennità
ed illuminazione e si dicono solenni – la domenica
poi dell'ultimo sabato sosta la gran processione
in cui si mostra il Cappello della SS. Vergine che
gira per la Città seguito dal Senato e altre autorità
con l'intervento di forte distaccamento di truppa;
in questi 5 sabati solenni tutte le numerose campane
di Messina al tocco di quella della Cattedrale
suonano per molto tempo a gloria
alle ore 18 a due ore di notte e alla punta di giorno.-Il
sabato di oggi è l'ultimo di quello che dicono a
Muccioni e nel mentre la musica cantava i salmi
e il quadro della Vergine era scoverto, un fanatico
si è posto gridare "Vergine della Lettera – Viva
la Costituzione", grido che non tutti che stavano
stivati nel vasto tempio lo hanno inteso,ma quelli
che gli erano vicini, spaventati, si sono affrettati
a fuggire della Chiesa per non compromettersi, come
hanno praticato i più lontani, che il frastuono
della musica non gli aveva fatto sentire lo stentorio
grido di "Viva la Costituzione".
La folla in Chiesa era tale che,
quantunque vi siano 3 porte, pure a stento si è
evacuata in un momento senza confusione.- Il fanatico
è stato subito portato nella Sacrestia per non farlo
gridare.
Per segno telegrafico è stato esonerato
questo sindaco dal suo incarico.
3 MAGGIO
Quest'oggi si sono posti gli affissi
di essersi tolto lo stato d'assedio a Messina, come
lo è stato tolto parimenti a Palermo per
essere tutto rientrato nello stato
normale; si spera che non si rinnovi più, almeno
per qualche anno.
7 MAGGIO
Vi è prevenzione di uno sbarco nemico;
cinque fregate a vapore sono in crociera con una
fregata a vela di 40 cannoni, altre due a vapore
si attendono da Napoli.-L'8° Battaglione Cacciatori
ha ricevuto l'ordine di tenersi pronto a partire;
il Maresciallo di Campo Afan De Rivera ha ricevuto
ordine di partire con esso; finora non si conosce
quale sarà il suo destino. Dicesi che il Re di Piemonte
avesse fatto conoscere al nostro sovrano (D.G.)
che questa masnada imbarcata non sono Sardi (come
con sicurezza si accerta) ma bensì fuoriusciti ed
emigrati di varie nazioni che cercano sbarcare in
Sicilia, ove molti parteggiani o quasi l'Isola intera
con essi si associerebbero in caso che sbarcassero.
In Palermo venerdì passato vi fu
una dimostrazione con gran numero di campane, ma
i rivoltosi fecero fiasco e dopo tutto sedato, S.E.
il Luogotenente con affissi fece
conoscere che se si fusse di bel nuovo rinnovata
tale dimostrazione avrebbe bruciata la Città e quindi
fece togliere i battagli a tutte le campane di Palermo.-
Qui a Messina si è pubblicato editto che chiunque
viene sorpreso con armi qualunque sarà giudicato
subitaneamente dal Consiglio di Guerra di guarnigione,
elevato a Corte Speciali, e condannato a morte.
8 MAGGIO
Il Colonnello SEVERINO, Segretario
di S.M., verso le ore 7 a.m. per telegrafo avvisa
essere partiti da Genova 3 vapori con mille
e cinquecento uomini armati sul loro
bordo, e chiamansi il primo il Lomabardo, il 2°
Sardo, ed il 3° Corfù; i primi due Piemontesi e
il 3° Inglese; si avverte che questa masnada tenta
di sbarcare in Sicilia o in Calabria.- La truppa
è in attenzione di una reazione.-Lo spirito militare
è eccellente ed ognuno desidera distinguersi.- Verso
le ore quattro p.m. alle grida dei Caccitori di
Viva il Re si sono imbarcate le 8 compagnie dell'8°
Cacciatori. Una massa di 450
uomini diretta dal Barone SANTANNA scorre la campagna
verso Girgenti e Caltanissetta assassinando villaggi,
rubando e devastando, come nelle
vicinanze di Caccamo, e altre villette vicine, cioè
Petralia, Vicari, Porticella e Cimmino; pare
che il Battaglione Cacciatori abbia
l'incarico di distruggerli col movimento di altre
truppe che partono da Palermo.
9 MAGGIO
Verso mezzogiorno è entrata nel porto
una fregata a vapore inglese salutando la Cittadella
con 21 tiri a salve; ho fatto subito restituire
il saluto con altri 21 tiri.- Il vapore inglese
era seguito da un nostro vapore che insieme sono
entrati nel porto, perchè come si sospetta di tutti
e di tutto i nostri vapori
seguono le tracce di tutti i legni esteri nei nostri
mari.- Nel giungere il vapore inglese dopo aver
parlamentato col Comandante di altra fregata inglese,
che da circa 2 mesi era stazionario in questo porto,
questa è partita e la nuova venuta è rimasta ancorata.-
Verso le ore 23 le nostre fregate a vapore, il Veloce
e l'Aquila che trovavansi in crociera hanno traversato
il Faro prendendo la rotta verso Milazzo.
10 MAGGIO
L'8° Battaglione Cacciatori è sbarcato
a Marsala; in quei paraggi vi è Mazzara e Sciacca,
tre grandi paesi marittimi , ove può
supporsi lo sbarco nemico.
Due legni Russi sono in crociera
dietro Spartivento.
Varii legni inglesi traversano il
Faro.- La miseria cresce nella popolazione, varie
fabbriche hanno chiuso i loro opifici; la Città
sebbene tranquilla non cessa mostrarsi in apparenza
ostile; il commercio è alquanto cessato, tutti temono
abbenchè la notizia giunta col vapore francese assicura
che Napoleone non garantisce al Piemonte che la
sola Lombardia, giusta il trattato di Villafranca
e la conferenza di Trevigo avesse sgomentato i liberali.-
Da Catania sono partiti verso Girgenti 600 uomini
del 2° di Linea, 4 squadroni
di Lancieri ed una squadra di Cacciatori a cavallo.
11 MAGGIO
Alle 4 p.m. è entrata nel porto una
grossa fregata a vapore di Guerra Piemontese ed
ha salutato la piazza con 21 tiri di
cannone , al che ho fatto subito
restituire il saluto con altrettanti tiri a salve
dalle batterie coverte Falsabraghe, S.Carlo e S.Francesco.
12 MAGGIO
Per telegrafo si fa sapere che ieri
al giorno le due fregate a vapore che conducevano
gli esteri sono sbarcate a Marsala facendo
fuoco contro i nostri vapori; ma
giunte a tiro le nostre due fregate a vapore, il
Capri e lo Stromboli, a colpi di cannone hanno affondato
il vapore nemico e l'altro malconcio lo hanno rimorchiato
per Palermo.- I nostri vapori hanno parimenti tirato
su'i filibustieri sbarcati a cui hanno prodotto
molta perdita; questa massa ha parimenti cannoni,
ma con pochi animali. Il Battaglione 8° Cacciatori
li persegue e dicono si è molto ben battuto; molte
notizie corrono ma di positivo non si conosce altro
che circa 1300 liberali sono sbarcati, che si sono
battuti e che hanno cannoni. Le nostre fregate a
vapore non sono giunte che dopo lo sbarco: notizie
incerte.- I Messinesi sono in grande aspettativa;
siamo, si suppone, vicino ad una reazione; certo
è che varie colonne sono dirette verso questa massa
nemica.
13 MAGGIO
Verso le ore 12 meridiane la fregata
a vapore piemontese che ieri entrò in questo porto,
dopo aver galantemente pavesate tutte le
antenne, ha tirato 13 colpi di cannone
a salve a cui non ho fatto rispondere perchè suppongo
che sia in occasione di great gala della famiglia
Sarda.- La fregata inglese vi ha risposto.- Tutti
i telegrafi sono rotti con Palermo, Siracusa e Catania;
la gente teme e si salva in campagna, i cosiddetti
liberali esultano e spacciano notizie a loro favore,
nel mentre non essendovi telegrafi nulla di positivo
può conoscersi da noi.
14 MAGGIO
La fregata a vapore Piemontese è
partita, non si conosce per dove. Sono stato in
Città per osservare ed ho conosciuto che Messina
non
è popolata come ieri; si seguitano
a spargere triste notizie per la truppa che bene
si possono calcolare di nessun fondamento
finora.
Tutto il distretto di Messina e quasi
la provincia tutta è in insurrezione; ci si fa conoscere
essere partite truppe da Napoli per la volta di
Palermo non per questa. Il Comandante la fregata
inglese col Console ed altri Uffiziali nonchè il
Console francese si sono portati in Città dal Generale
Comandante la Provincia ad avvertirlo che uno sbarco
di esteri essere stato eseguito a Milazzo, al che
il Maresciallo ha risposto che nulla di
ciò ufficialmente conosceva, al che
il Comandante inglese ha replicato come si regolerebbe
nel saperlo e marciando sopra
Messina, il Generale ha risposto:
li riceverò come meritano, a colpi di cannone, e
li ha licenziati. Verso le
ore 4 p.m. tre Uffiziali inglesi si sono portati
all'avanzata di questa Cittadella pregando il Capoposto
di domandare il permesso del
Comandante per curiosarla, al che ho fatto ad essi
sentire che egli non lo permetteva e che si fussero
subito allontanati dal raggio della
fortezza, come hanno eseguito.-
Verso le 3 p.m. la maggior parte dei cittadini sloggiano
dalla Città per le false voci che
i Consoli inglese, piemontese e francese fanno spargere
che Garibaldi con 4000 uomini è sbarcato a
Milazzo, si è impossessato del Castello
ed ha fatto prigioniera la truppa che colà vi è
di guarnigione.
Osservandosi dal Generale
che la maggior parte delle persone
oneste e comode abbandonano la Città per timore
della Cittadella (che dicono vuole bombardarla)
ha fatto affiggere avvisi per rassicurare
a tutti che tutto è tranquillo ed essere falso lo
sbarco di truppa nemica in Milazzo;
lo stesso ha praticato il Segretario
Generale che funziona da Intendente.
15 MAGGIO
Ci perviene notizia ufficiale che
5 vapori carichi di truppe
nostre sono giunti in Palermo; 4 vapori hanno sbarcato
la truppa ed il 5° è partito
per sbarcare i suoi in altro punto. - La Città
verso le ore 24 è tutta deserta;
immense notizie si propagano; i telegrafi sono tutti
abbattuti anche quelli a vista di Messina,
tutti i villaggi all'intorno sono
in insurrezione; si spacciano notizie di varii uffiziali
dell'8° Cacciatori morti in azioni, ma
queste notizie sicuramente si diffondono
per avvilire la truppa.
I capi del Comitato di Messina, persone
ricchissime, si sono tutte
allontanate dicono per Malta, come Vitale, Ottaviano,
il Sindaco destituito ed altri.
L'insurrezione in Sicilia è quasi
generale.- Il 19 marzo cominciò nella
piccola isola di Lipari, il 27 succ. in altra isola
Ustica, il 4 aprile in Palermo, il 6
aprile in Trapani, l'8 aprile Messina,
il giorno 11 maggio sbarco dei fuoriusciti in Marsala,
i quali abbenchè sbarcati sotto la mitraglia della
nostra fregata, pure ha fatto insorgere la maggior
parte della intera Sicilia.
Per telegramma da Napoli S.M.(D.G.)
raccomanda la massima vigilanza ed
accuratezza per qualche colpo di mano; ci avvisa
parimenti di 5 vapori carichi di cinquemila
uomini da sbarcare, quattro in Palermo
ed altro in un punto lontano.-
Se le colonne sono ben dirette
e che si combinano in modo da
circondare i masnadieri sbarcati,
secondo me, finirebbe presto l'entusiasmo dei liberali;
ma se hanno il tempo di riunirsi tutti
i rivoltosi siciliani ad essi, l'affare
andrà per le lunghe, stante che i siciliani pensano
tutti allo stesso modo, nè mai
quest'isola potrà goder pace senza
che un imponente forza che apporterebbe più spesa
di quella che rende. L'influenza inglese la
domina; la maggior parte dei Consoli
di tutte le Nazioni quasi tutti siciliani sono quelli
che maggiormente spingono gli uomini
alla rivolta.
Intanto qui come in tutta l'Isola
la miseria aumenta alla giornata perchè nessuno
più travaglia. Sarti, calzolai, operai, tutti senza
fatica. Questa mattina al far del giorno in varii
Cantoni della Città vi erano affissi che manifestano
che tutti coloro che vanno a riunirsi agli insorti
nel giungere, ricevono ducati 6 e carlini quattro
al giorno.
16 MAGGIO
Una delle fregate che ha sbarcato
la nostra truppa in Palermo stamane è entrata in
questo porto come pure altra fregata che
trovasi in crociera per far carbone
e acqua.- Riceviamo liete
notizie che la nostra truppa ha battuto i filibustieri
e che l'8° Cacciatori va a rientrare; si spera che
tutto si verifichi.
17 MAGGIO
La Città è deserta, tutti i pagani
fuggono, le botteghe chiuse,
la maggior parte dei negozianti hanno
imbarcato le loro mercanzie
per Malta con estremo di loro interesse,il
Battaglione 8° Cacciatori
non è ancora qui giunto, si preparano i locali per
sei battaglioni che devono qui pervenire; chi sa
se si verifica.
Siamo privi di notizie ufficiali
per mancanza di telegrafi; da parte nostra si canta
vittoria, ma niente di ufficiale, per parte dei
pagani tutti fuggono perchè si ritiene da essi per
sicuro che gli esteri sbarcati a Marsala marciano
sopra Messina; in fine si
sta in uno stato di titubanza, nè molto si sa di
positivo.
I liberali attendono altro sbarco
di Sardi verso Milazzo. Verso le
ore 10 a.m. un grosso vascello inglese
si è posto in banda in mezzo al Faro, ha conferito
col suo Console per circa un'ora e
quindi è partito di nuovo; la rivolta
ha appoggio dagli Inglesi; corre voce in Messina
che l'Imperatore de Francesi abbia
avvertito il nostro Governo che tre
battaglioni di zuavi si sono disertati dal servizio
di Francia e marciano sulla Sicilia; ciò
puol anche darsi essere una menzogna
come tutto ciò che avviene in parole e non di fatto;
certo è che niente di positivo si sa perchè
come ho detto privi di telegrafi;
i liberali cantano vittoria e straordinarie della
loro insurrezione per gli aiuti da pervenirsi
dall'estero; anche noi spacciamo
vittoria e truppe da pervenirci
da pervenirci da Napoli, ma finora
nulla si è verificato. La
Cittadella è pertanto ben preparata per ogni evento;
il tristo è per le tante famiglie di Uffiziali di
cui disgraziatamente la nostra
armata si è fornita a ribocco; esse sono in Città
e finora è ad esse proibito entrare in Cittadella
con i loro equipaggi.
18 MAGGIO
La Città seguita ad essere monotona
ed afflitta, la miseria cresce
tra quelli che vi sono rimasti, tutti
fuggono, poco o nessuno commercio,
i caffè abbandonati, tutti temono, ne nulla si sa
di positivo perchè senza corrispondenza
telegrafica; quello che più ha aumentato la emigrazione
si è che molti Consoli hanno imbarcate
le di loro famiglie ed effetti per
Malta, per cui anche i negozianti hanno imbarcato
le di loro mercanzie; ora questa emigrazione pregiudica
molto gli interessi del Governo pel controbando,
perchè Messina, godendo del porto franco, per l'intiera
Città, quanti generi sortono dalle porte viene assoggettato
a dazio, per cui centinaia di carri e carrozze che
sortono è ben da supporsi che molto
controbando contengono perchè i soldati di Dogana,
se pure ve ne sono rimasti, temono e non visitano
chicchessia.
Sono le ore 23 p.m. si segnala da
Napoli che una forte e sanguinosa azione hanno sostenuto
i nostri soldati a Calatafimi contro le bande e
che caricando alla bajonetta la nostra truppa ne
ha fatto stragge ammazzando uno dei loro Capi e
presa una bandiera, il resto dei filibustieri si
sono sbandati e la truppa gli persegue; or siccome
per l'ora tarda e per la nebbia non più si vede
il telegrafo della Calabria ha cessato il discorso;
domani si saprà il resto.
Calatafimi è a due tappe da Palermo
e una tappa da Trapani.- I nostri vapori sono nella
massima attività e seguono i legni inglesi di cui
si teme della loro lealtà.- Nel porto vi sono due
grosse fregate inglesi, un
vascello a Milazzo e altro a Palermo, cosa non consueta
in tempo di pace tra i due governi.- Lo sbarco dei
filibustieri a Marsala fu eseguito con l'appoggio
dei legni inglesi.- La emigrazione che si pratica
in Messina avviene lo stesso in Catania ed altre
città e paesi dell'intiera Sicilia, che trovasi
tutta insorta; molti furti
intanto si verificano fuori la Città.
La Cittadella è nel massimo ordine
di attacco.- Tutto è disposto per qualunque avvenimento
sia di giorno o di notte; le più energiche disposizioni
si sono date per tutte le Armi: lo spirito della
truppa è eccellente.- La truppa che
trovasi in Sicilia di tutte le Armi ascende a circa
24mila uomini con 8 batterie a trascino.
19 MAGGIO
Questa mattina il Generale Comandante
le Armi ha fatto affiggere gli avvisi della disfatta
dei filibustieri e degli insorti a
Calatafimi, che ieri sera gli fu
comunicato da Napoli per telegrafo per via di Calabria.
Intanto i liberali cantano vittoria asserendo il
contrario, cioè che la nostra truppa è stata completamente
sbaragliata con molta perdita. Io che ho molta esperienza
di guerra, massime di questo genere che l'ho praticata
per sei anni nella mia giovane età in Spagna non
presto credito ne a noi nè ai rivoltosi, stante
che il nostro Governo per ragion di Stato canta
vittoria per incoraggiare la truppa, gli insorti
spacciano il contrario per avvilirla e fare maggior
partito per aumentare le loro bande. Bisogna quindi
attendere il risultato perchè nulla di positivo
si sa per mancanza dei telegrafi o di spie fidate.
Giunge un vapore inglese nel porto
dando notizia dell'attacco avvenuto a Calatafimi
sfigurando perfettamente l'azione per maggiormente
entusiasmare gli insorti asserendo che la truppa
è stata perfettamente disfatta è appena qualche
soldato si è salvato in Palermo.
Calatafimi dista due tappe da Palermo
e una da Trapani; l'azione è avvenuta tra Alcamo
e Calatafimi: credo alla nostra disfatta conoscendo
la entità dei nostri Generali che comandano la nostra
truppa tanto devota al suo sovrano.- La quantità
dei legni da guerra che si aggirano nei diversi
porti della Sicilia altro scopo non hanno che suscitare
ed incoraggiare l'insurrezione proteggendo i loro
legni mercantili per sbarcare generi in controbando
in tutti i punti dell'Isola, di somministrare armi
e munizioni a prezzo esorbitante in fine, spogliare
la Sicilia come praticarono nel 1848.
Oggi si supponeva una dimostrazione
in Città, con grida di Viva il Re, Viva Vittorio
Emanuele.- È un'ora di notte e nulla ancora è successo
suppongo per mancanza di gente, perchè la Città
è quasi deserta.
20 MAGGIO
Questa mattina alle ore 6 ½ a.m.
sono partite due compagnie del 14° di Linea per
Milazzo comandate dal Maggiore Guccione per
rilevare la Compagnia del 2° di Linea
che deve riunirsi in questa per riunirsi questo
Reggimento in Catania ove anteriormente vi spedì
600 uomini.- Milazzo dista da Messina 25 miglia
e Catania 60 miglia.
Giunge ordine di S.M.(D.G.) di portare
la massima attenzione sulla Cittadella su cui si
tenta fare una sorpresa; di portarsi sopra luogo
il Generale Comandante le Armi col Comandante la
Cittadella, i Direttori di Genio e Artiglieria,
e i Capi di Stato Maggiore, ed osservar bene se
qualche punto debole ha bisogno di essere meglio
fortificato ed eseguirlo subito facendo
un apposito processo verbale, indicando
anche la forza di truppa aumentata e rimetterlo
alla prefata M.S. onde sia a giorno della
somma sorveglianza di essa in una
fortezza di tanta importanza; tale operazione è
durata per ben 5 ore.
Questa mattina la Polizia ha tolti
5 affissi da alcuni Cantoni, che dicevano morto
il Tenente Generale Lanza e che la nostra truppa
aveva sofferto una perdita
di 6000 uomini. Ciarle dei liberali giacchè contemporaneamente
conosciamo che S.E. viene di sbarcare a Palermo
e che a Palermo si sta tranquillamente, sebbene
la truppa è sempre sotto le armi perchè con la sola
forza si può attenuare una
insurrezione protetta dagli inglesi che forniscono
tutto il materiale di guerra.
In molti paesi ove non vi è truppa
si è inalberata la bandiera piemontese, come in
molti altri.
I Siciliani
non amano più la Costituzione ma desiderano essere
governati da Vittorio Emanuele Re del Piemonte.
Verso l'una p.m. giunge un plico
del Generale Clary che comanda in Catania e che
fa conoscere la sua critica posizione in una Città
di circa 80mila anime e che fa le più calde premure
per aver rinforzi avendo la poca forza di un solo
battaglione di Cacciatori, tre Squadroni di Cavalleria
e una batteria a Trascino e che almeno vi si mandassero
4 compagnie del 2° Reggimento di
Linea, per impedire la insurrezione
che al presente sarà di già scoppiata. Il 2° di
Linea è pronto a marciare allorchè giunge da Napoli
il desiderato rinforzo.- Da
molti giorni non si ha notizie di Palermo, siamo
in attesa di due vapori che erano incaricati di
viaggi e corrispondenza da
Palermo e Messina e viceversa.
Mentre scrivo, la Cittadella si sta
riempiendo di equipaggi e
famiglie militari; è una pena il non averli come
situare.
Grandi lavori si eseguiscono nella
Cittadella, tutti di precauzione!
21 MAGGIO
Si sono date le disposizioni alla
fornitura del pane per tener
pronta quantità di pane per una forza
che deve qui pervenire di
rinforzo; non si sa se sia truppa proveniente da
Napoli o dalle Calabrie, certo
è che da bastante tempo si attende; questo rinforzo
servirebbe per spedirlo a Catania o altrove, perchè
per Messina la sola Cittadella
vale un esercito. Si sta nella vera apatia, nulla
si sa di positivo; cosa strana! Tutti i pagani e
negozianti si salvano dalla Città con le loro masserizie
e le famiglie dei militari si ricoverano nella
Cittadella senza che nessuno li perseguita
e senza che truppa o banda si senta a noi vicina,
se non che pochi birbanti rimasti in
Messina che spacciano notizie allarmanti
e affiggono cartelli di notizie vuote di senso.
Da' militari si dice per notizia
che la colonna del Generale
Afan De Rivera da Girgenti si è piegata sopra Catania
per proteggere il Generale Clary dalla insurrezione
colà non ancora finora manifestata;
certo è che tutti gli equipaggi dei Generali sono
nella Cittadella per timore di perdersi.
I colonnelli dormono tutti in questa
fortezza ad eccezione [...] del
2° di Linea, Direttori del Genio
e dell'Artiglieria, in fine
uffiziali e famiglie e beato colui
che può da me ottenere un piccolo buccicattolo o
pianterreno per stare al coverto. Disgrazia
per un Esercito l'aver tanti ammogliati
come il nostro. Cosa sono le guerre civili !
Dirotte piogge cadono massime questa
notte con spaventevoli tuoni.
Non può essere altrimenti trovandosi tanta truppa
in marcia; è una disgrazia che sempre l'accompagna.
La miseria giornalmente cresce perchè
nessuno più travaglia, non però per la truppa che
gode della doppia diaria.
22 MAGGIO
Riceviamo notizie che la Francia
e la Russia hanno preso parte in favore del nostro
Sovrano per l'assassinio commesso dai legni
inglesi proteggendo lo sbarco dei
filibustieri Sardi a Marsala e
che queste due Potenze abbiano fatto
sapere al Re di Sardegna che se fa sbarcare un soldato
Sardo in Sicilia s'intenderebbe
dichiarata la guerra; tale intimo
è stato fatto anche dall'Austria. Bisogna vedere
se farà effetto: se vero.-
Corre voce che il Direttore di Polizia di Palermo
Miniscalchi sia stato richiamato a Napoli e sostituito
a lui il Colonnello Barbalonga
dei Tiragliatori della Guardia e che S.E. Il Ten.te
Generale Maggiore Generale Principe Ischitella si
trova a Parigi per affari
diplomatici: tutto ciò a verificarsi.- Quest'oggi
è rientrata da Milazzo la Compagnia del 2° di Linea
rilevata dalle 4 Compagnie
del 14° di Linea comandate dal Maggiore Guccione;
nessun incontro di rivoltosi hanno avuto i due distaccamenti.
In Milazzo si sta nella stessa
incertezza come lo stiamo in Messina che tutti fuggono
in campagna; i liberali attendono risultati da Palermo,
noi rinforzi.- Cosa strana! Niente si verifica da
ambo le parti, niente si sa, apatia perfetta, timor
panico per la gente onesta, la miseria nel basso
popolo aumenta perchè nessuno travaglia; per gli
arrestati politici non se ne parla ne si conosce
qual sarà il loro avvenire,
il controbando è immenso, forse presto cesserà
perchè non vi è più che cacciare
da questo porto franco fuori la Città.
Il tempo seguita con interpellanti
pioggie e fa freddo!
23 MAGGIO
Apatia perfetta! Nulla di ufficio
si conosce, chiacchiere molte!
Corre voce che a Palermo si sono
riuniti molti plenipotenziari di
varie Potenze e che perciò presto
si finirà tutto; questa voce
circola anche fra i demagoghi, ma
essendo cosa per me climaterica non vi presto fede
perchè non saprei costoro con chi debbono
contrattare: il tempo lo dirà!
Sono le 2 ½ p.m., nel mentre mi alzo
da tavola sento dei colpi di cannone fuori il porto,
calcolo fino alla terza cannonata
non essere saluto alla Piazza seguitando i colpi
verso il Forte Lanterna.
Fo subito battere la chiamata,
guarnisco subito di artiglieri tutti
i pezzi a fronte di mare e mi porto fuori Sarranieri,
ove giunto al posto Lanterna osservo 5 lancioni
inglesi che per istruzione manovrando tirano colpi
a salva; cosa insolita istruirsi vicino alla fortificazione,
ma il loro oggetto è quello
di tenere la popolazione sempre aggitata; intanto
gli Inglesi avendo veduto in un istante guarnite
di artiglieria tutti i baluardi
hanno cessato di manovrare e si sono ritirati nelle
loro fregate che sono nel porto, dal segnale da
queste fatte.
Ore 23 ½ per telegramma proveniente
da Napoli si fa noto a questo Sig. Generale Comandante
le Armi che le Reali truppe
si sono di bel nuovo battute con
le bande di Garibaldi e che hanno riportato il di
sopra respingendole; il sito non si fa conoscere,
forse nelle vicinanze di Palermo. Verso l'ora della
ritirata è entrata nel porto la fregata di guerra
francese Descartes quella stessa che stiede qui
stazionata nel 1848; forse in differente senso.-
Il Comandante della fregata inglese stanziata nel
porto si è portato dal Sig.
Generale Comandante le Armi dicendogli che correndo
domani l'inaugurazione al trono della Regina d'Inghilterra
(Vittoria)andava a fare una salva
e che per ciò pretendeva che
anche dalla Cittadella si fusse praticato
lo stesso, ma il Generale
saviamente ha risposto che ciò si pratica soltanto
per i propri Sovrani e per rendere saluto a quei
legni che salutano la Piazza
e che giusta i trattati internazionali alzerebbesi
dalla Cittadella la sola bandiera durante la salva.
24 MAGGIO
La fregata francese la Descartes
questa mattina ha salutato la
Piazza con 21 tiri di cannone e di
altrettanti ha corrisposto la
Cittadella.
La fregata inglese a mezzogiorno
ha tirato 21 colpi a salva per la gala della Regina
Vittoria, la Cittadella ha innalzato la Bandiera
Napoletana; bisogna usare convenienza col
nemico occulto, per la ragione di
Obes1. Siamo tuttora senza corrispondenza con Palermo.
Siamo nello stato d'incertezza;
apatia perfetta. Da ambo i partiti si canta vittoria,
molte bugie si spacciano, i Messinesi attendono
altro sbarco di esteri a Milazzo,
noi attendiamo rinforzo di truppa ma nulla si verifica,
tutti i pagani fuggono per timore che la
Cittadella non incendia la Città
e le famiglie dei militari si salvano nella Cittadella
per timore di una invasione, in fine, ognuno discorre
come crede o come la desidera, certo è che il timore
è una malattia contaggiosa facile ad essere a tutti
attaccata; chi poco militare o di
poco sangue freddo o poco
avvezzo alla guerra teme perdere il suo equipaggio,
i pagani per timore della
vita e dei loro effetti. Il Luogotenente in Sicilia
è stato cambiato: ciò è ufficiale. S.E. Il Tenente
Generale Lanza ha rimpiazzato
S.E. Il principe di Castelcicala, partito per Napoli.
Osserveremo cosa sa fare, ma temo.
25 MAGGIO
Verso le ore 7 ½ a.m. è giunto nel
Porto il vapore il Capri con 4
compagnie complete: cioè due del
14° di Linea ed altre due del
13°. Il Maggiore Marquez del 13°
si è imbarcato sul detto vapore
per comandare le 4 compagnie che
dopo un'ora circa che sono state nel porto senza
sbarcare sono partite per Catania; questo vapore
ha a ordine di sbarcare le truppe
a Catania, quindi di portarsi a Siracusa per commessione
e dopo ritornare in questa per imbarcare
tutte le famiglie dei militari che
desiderano portarsi in Napoli: sembra che l'affare
vada per le lunghe.
26 MAGGIO
Nulla sappiamo di Palermo da circa
10 giorni, vapori da colà non
NdR.
Forse l'autore si riferisce ad John
Hobbes ne pervengono, diconsi tante cose ma nulla
di ufficiale. I sei battaglioni
che dovevano qui pervenire da Napoli non sono venuti,
nè verranno; il pane ordinato alla fornisura è rimasto
di prevenzione, la sfiducia
è una tra le disgrazie della guerra, massime che
i nostri Generali sono di nome e senza esperienza.-
Le alterate notizie dei demagoghi
sono che Palermo è stata occupata da Garibaldi.
Vi è poco da prestar fede, ma dalle spie che abbiamo
ci assicurano che Garibaldi con numerosa
banda trovasi in posizione sul Monte Pellegrino
a vista di Palermo.
Certo è che, come ho detto, da molto
tempo non abbiamo notizie dalla Capitale della Sicilia
in dove dovrebbero trovarsi tutte le fregate e legni
a vela in servizio delle operazioni
militari.
Si spedì da questa il vapore Archimede
che fu destinato a disposizione di questo
Sig. Generale Comandante le Armi
per sapere notizie di Palermo, ma giunto colà fu
ritenuto, nè abbiamo più notizie dello stesso.
Cosa sono le guerre civili! La gente
impazzisce per un partito preso ed abbenchè conosca
la propria ruina e quella della sua
patria pur non di meno non ritrocede.
La Sicilia vede benissimo il disastro
e la devastazione che gli arreca la banda dei
filibustieri sbarcata a Marsala e
comandata da Garibaldi, ma per questo non tralasciano
unirsi a lui non solo quelli che non hanno
che perdere, ma anche nobili e gente
dotta e ricca.- Messina non insorge ed i paesi vicini
insorti non calano in Messina perchè attendono il
risultato di Palermo.
Intanto verso le ore 21 giunge nel
porto un vapore inglese da Palermo e gran folla
di gente si porta alla marina e dopo una mezz'ora
centinaia di notizie si spacciano.
Non v'è dubbio che gli inglesi suscitano la
insurrezione per cui alcuni asseriscono
che le Reali truppe sono state disfatte, altri che
dopo il combattimento hanno capitolato,
che il Maresciallo Salsano sia prigioniero,
altri poi asseriscono che dopo un forte attacco
avvenuto a Villabate la truppa abbia
conservato le sue posizioni; in fine,
tanto noi che gli insorti siamo nella stessa incertezza.
Villabate dista da Palermo 3
miglia.- Le notizie più sicure sono
che Garibaldi con forza sufficiente sia in posizione
al Parco che dista da Palermo circa 4
miglia. È strano che non sia attaccato
dalle nostre truppe, per cui è a supporsi che si
attende il risultato dell'indulto dato dal
re o altre disposizioni da prendersi.
Tutto è congettura.
27 MAGGIO
Il vapore il Capri è giunto in questo
porto verso le ore 8 a.m.
reduce da Siracusa in dove ha imbarcato molte famiglie
di uffiziali, come pure a
Catania, ed assicura che Siracusa è
tranquilla come pure Catania, ma
sempre in aspettativa degli affari militari di Palermo;
a Catania però la truppa seguita
sempre a restare in posizione e parte
di essa al bivacco. La sola forza reprime in queste
due Città la rivoluzione, come lo sono in
tutti i paesi ove non vi è truppa.
Il Vapore il Capri ha imbarcato molte
famiglie di uffiziali di questa
guarnigione di Messina come ha praticato a Catania
e Siracusa per sbarcarle ai Granili in Napoli.-S.M.(D.G.)
ha concesso l'imbarco franco
a tutti; sono da qui partiti alle 3 p.m.-
Per telegramma venuto da Napoli si
avvisa che le bande di Garibaldi
sono state battute ed inseguite dalla nostra truppa
che hanno riportato completa vittoria avendole sbaragliate
e che uno dei Capi è caduto
prigioniero.
Ciò si è pubblicato all'ordine di
questo Militar Governo e letto nelle
compagnie; in effetto i demagoghi
che conoscono ciò che passa prima di noi dimostrano
qualche sgomento.
Palermo intanto nel suo interno è
tranquilla perchè represso
dalla forza; ma da un palazzo essendo partita una
fucilata che ha ucciso un soldato di cavalleria
di pattuglia; S.E. il Tenente
Generale Lanza ha fatto incendiare l'intero palazzo,
come pure altro palazzo ha fatto incendiare alla
Bagaria per avervi rinvenuto
un nostro soldato morto inchiodato al muro: ferocie
che solo in Sicilia si praticano.
Mi dice il Cappellano di aver ricevuto
lettere da suo paese La Rocca – Distretto di Messina
– che il suo paese essendosi messo in rivolta hanno
ucciso il Sindaco ed altra
persona. Al Sindaco dopo di avergli tirato 3 fucilate
lo hanno seviziato con tagliargli le mani ed i piedi
e finalmente la testa che
su di un palo l'hanno mostrata in tutte le strade
gridando essere così la fine di tutti i realisti.
L'infelice Sindaco chiamavasi Carmine
Bottaro.
28 MAGGIO
Alla lieta notizia di ieri sera ricevuta
per telegramma da Napoli per
l'azione avvenuta nelle vicinanze di Palermo, cioè
che le nostre truppe hanno
battute e sbaragliate le bande di Garibaldi,
si osserva con dispiacere che verso
le 11 a.m. giunge nel porto un bastimento carico
di botti di equipaggi e dei magazzinetti della
truppa di guarnigione in Girgenti
nonchè degli ammalati militari che trovavansi in
quel Capoluogo di Provincia, che la truppa è
stata obbligata di abbandonare per
la forte insurrezione colà manifestatasi e che le
forti bande che colà sopraggiungevano
Girgenti è stata tranquilla fino
a che vi ha dimorato la truppa, ma appena sortita
si è posta in rivolta, in modo che se il
bastimento non avesse subito salpato,
i rivoltosi avevano tentato assalirlo per prendersi
fucili e munizioni dei soldati infermi che
vi erano imbarcati. Si suppone che
le forti masse battute nelle vicinanze di Palermo
avessero piegate sopra Girgenti e che la truppa
non essendo in numero sufficiente
avesse ripiegato sopra Catania la quale a stento
si sostiene: questa è supposizione.- Gli insorti
e le bande ovunque passano
mettono a sacco e fuoco e distruggono tutto. Povera
Sicilia! E infelici famiglie oneste se pure ve ne
sono.- Tutti gli oggetti e
botti portate dal bastimento si sono riposti nella
Cittadella la quale è ripiena a ribocco di oggetti,
equipaggi e persone ad onta di molti signori di
militari partite per Napoli col vapore di ieri.-
Il Generale Afan De Rivera con la
sua colonna di circa 20 compagnie,
uno squadrone di cavalleria e mezza batteria a trascino
da Girgenti ha ripiegato sopra Catania.- Fino al
giorno di ieri abbiamo avuto
corrispondenza telegrafica con Catania, ma da oggi
è cessata essendosi abbattuti dagli insorti tutti
i telegrafi.- Acireale che
si supponeva la più attaccata all'ordine trovasi
anche insorta; questa Città dista una tappa da Catania.
Corre voce che un quartiere
di Palermo, detto Brigaria, sia stato bombardato
per ordine.
29 MAGGIO
Questa mattina verso le ore 9 a.m.
ho osservato insolito fermento
in città; la gente a centinaia riunita
alla marina e alla grande
strada Ferdinandea. Per quanto ho potuto conoscere
alla Gran Guardia, la calca
di persone attende un legno inglese che viene da
Palermo per assicurarsi della disfatta delle nostre
truppe e del bombardamento
colà eseguito. Nel rientrare
nella Cittadella ho rinvenuto ordine di spedir subito
rinforzo alla Gran Guardia ov'è il branco e ad altri
posti, e prevenzione che la forza Doganale riponesse
le loro armi nei magazzini di artiglieria di questa
fortezza.- Dicesi che l'Inghilterra avesse dichiarato
guerra alla Francia e che questa sia unita con la
Russia e l'Austria. Queste voci sono propagate dai
rivoltosi che forse ne sanno più di noi che nulla
conosciamo essendosi abbattuti tutti i telegrafi;
vi era rimasta a stento la
comunicazione telegrafica con Milazzo e questa anche
è cessata.- Dopo l'una p.m. gli impiegati di Dogana
hanno consegnato in questi magazzini
di artiglieria 80 fucili e sciabole: ecco cessato
ogni dazio doganale, fondiario, ecc.- Alle
ore 2 di notte si sono spediti 160
uomini al quartiere il più tristo di Messina detto
San Leone, si sono rinforzati tutti i posti ed ordinato
alla compagnia accasermata alla Maddalena di stare
vestiti e con i fasci d'armi pronti a sortire.-
Alla Cittadella si è ordinato
il sevizio per tutte le batterie pronto al primo
tocco della "Generale". Tutti i pagani fuggono dalla
Città.- Guardando le cose a sangue
freddo pare che tutti impazziscono,
sia per le notizie alterate che si spacciano di
vittorie e disfatte, sia perchè incerti
di quanto avviene perchè senza notizie, per mancanza
di telegrafi e spie. Telegrammi da
Napoli cantano nostre vittorie in
Palermo, il partito opposto assicura che Garibaldi
con 27mila uomini tiene assediata Palermo,
che tiene anche 800 uomini di cavalleria
e che avesse battuta la nostra truppa la quale nel
ritirarsi avesse bombardata la Città. Intanto il
vero non lo sappiamo perchè da circa 12 giorni nessuna
notizia abbiamo da Palermo nè per via di mare o
di terra o per telegrafo che
più non ve ne esistono. Infine siamo nello stato
di incertezza il più penoso in tempo di guerra.
30 MAGGIO
Questa mattina si è stabilito un
posto ai Gazzi, circa un miglio
da Messina e propriamente ai Campanari
lunghi, borgo di Messina ove
sbarcarono le nostre truppe nel 1848 comandate da
S.E. Filangieri e che furono
incendiate quasi tutte le abitazioni per la forte
resistenza che fecero i rivoltosi. La ricchezza
dei siciliani le ha dopo quattro
anni tutte riedificate perchè tutti casini di diporto.
Questa mattina all'aurora si sono
rinvenuti affissi cinque cartelli
per i principali cantoni della città che dicono:
"Messinesi, tenetevi pronti, che i nostri fratelli
in gran numero sono pronti
ad arrivare".
Il piccolo vapore "La Rondina" destinato
per tenere la corrispondenza
tra noi e Reggio il quale ci trasmette gli ordini
e le notizie da Napoli, per
i giorni passati ogni quattro ore è
andato e venuto; [...] giunto quest'oggi
dopo 16 ore ci ha fatto stare in palpiti, essendo
questo piccolo vapore l'unico che con
sollecitudine ci trasmette per la
via di Reggio ordini e notizie da Napoli.- Si spaccia
dal Comando delle Armi l'aver letto un
supplemento stampato al nostro giornale
senza indicar la data, che dice che Garibaldi ritiratosi
disfatto dalle vicinanze di Palermo
e trinceratosi verso Corleone sia
stato di nuovo aggredito dalla nostra truppa e di
nuovo sia stato battuto; gli si è preso un
cannone rigato, fatto prigionieri
8 Capi e prese 6 bandiere: tutti dicono di aver
inteso, ma nessuno asserisce di aver letto. Mi cade
dubbio che non sia vero, altrimenti
si sarebbe pubblicato con avviso stampato.- I liberali
poi e la gente torbida qui in Messina
spacciano che Garibaldi abbia sconfitto
le nostre truppe e che nell'abbandonare Palermo
lo hanno incendiato per via di mare e di
terra.
A chi credere! Certo è che sono più
di tre giorni che posta da Palermo qui non perviene,
nè nulla conosciamo di quanto
colà passa; il miglior consiglio
che a tutti incuto si è di non credere nulla e di
attendere fatti e risultati.- Si attendeva una
dimostrazione armata, ma è svanita
per la notizia spacciata con affissi dei 6 mila
uomini di massa che erano per giungere a
Messina, che non si è verificato,
e che altra novità non ha
prodotto che quasi lo sgombramento di più di due
terzi dei cittadini perchè
tutti fuggono per le notizie allarmanti che essi
stessi spacciano: dicono che Messina
all'avvicinarsi delle masse
sarà incendiata dalla Cittadella
come a Palermo essendo questi gli ordini del Re(D.G.).-
Per altro essi ben conoscono che io ho tutto
pronto per non smentirli in caso
però di estrema necessità, che a parer mio non avverrà.-
Verso le ore 23 il piccolo vapore "La
Rondine", dopo aver imbarcato il
necessario carbone, è ripartito per Catania per
aversi notizia del Generale Clary e della sua
Guarnigione, nonchè del Generale
Afan De Rivera e la sua colonna, stante che dalla
notizia ufficiale ricevuta di aver abbandonato i
Capoluoghi Girgenti e Caltanissetta,
nulla più si è saputo di lui e della sua colonna.-
Da qualche negoziante che per ora non ha
ancora abbandonato la Città, si è
saputo che l'Imperatore d'Austria sia morto, ucciso
da veleno: bisogna attendere la
notizia ufficiale per prestarvi fede.
31 MAGGIO
La folla immensa che ingombra il
Banco è incredibile; tutti
ritirano il proprio denaro restituendo le fedi di
credito; la truppa è stata
pagata dal Banco perchè i Recivitori nulla
esiggono, nè fondiaria, nè dazio
si esiggono.-Sono le 9 a.m., tutte le botteghe sono
chiuse ad eccezione di poche; cominciano a mancare
i viveri.- Una città di circa 90mila anime appena
aveva stamane tre beccherie aperte, le quali dopo
aver smaltito la poca carne
che avevano si sono chiuse; maccaroni o pasta qualunque
non se n'è potuta avere, poca verdura, alla pescaria
poco tonno o pesce spada.
Infine la bella Messina sembra un deserto; sembrano
pazzi; tutti fuggono in campagna, anche della gente
che non ha che perdere. I
siciliani sono astuti e riservati e difficilmente
può comprendersi quello che pensano o dalla maniera
che aggiscono.- Sono le ore 10 a.m. e "La Rondine"
che avrebbe dovuto arrivare quest'oggi reduce da
Catania non ancora si vede. Afan De Rivera
che si ritira da Girgenti sopra Catania
non ancora vi sia giunta.- Vengo di conoscere ora
stesso il bullettino che gira per i
demagoghi, che suppongo stampato
in questa città, che dice: "Garibaldi comanda a
Palermo ed è alloggiato a Palazzo Reale! I
reali occupano Castellamare e la
truppa Regia circonda Palermo". Solite dicerie che
spacciano. Triste è il caso che noi non abbiamo
nessuna notizia ufficiale da Palermo
o da qualunque parte della Sicilia.
1° GIUGNO
Ieri verso le ore 24 mentre stavo
per andare a letto fui avvertito
che dalla parte dei Gozzi si sentivano
delle fucilate; feci subito
battere la chiamata ed in un momento
furono sotto le armi il 14° e
il 13° di Linea, artiglieria e sellate
le mule della batteria a trascino e di persona mi
portai a a far calare il ponte di
soccorso a S.Stefano ed il ponte
Lunetta Carolina facendo aprire i cancelli fino
all'avanzata per far entrare nella Cittadella tutti
gli Uffiziali che abitano in Città,
tra questi anche il Generale Lo Cascio, col quale
mi trattenni fuori terranova fino alle ore 2
a.m. e siccome altra novità non si
è ricevuta dalle pattuglie spedite ci siamo ritirati
dopo aver fatto alzare i ponti e
chiudere i trastelli.-Questa mattina
poi il Colonnello Ghio del
2° di Linea mi fa conoscere che la compagnia distaccata
ai Gozzi del suo Corpo per
un malinteso di una sentinella avanzata fu ucciso
un uomo per non aver risposto al "chi va là" e che
quella compagnia comandata
dal capitano Cassano tirò più di sento fucilate
e quindi sia che il Capitano era ebbro di vino,
o per viltà, prese la svista
di ritirarsi abbandonando il posto; ma accorso subito
il Colonnello stesso riportò il distaccamento al
luogo abbandonato. Questa mattina,
nello smontare il distaccamento,
il detto Capitano è passato agli arresti di rigore
in Castello presentandomi la sciabola.-
Verso le ore 9 a.m., molti dei principali negozianti
si sono presentati al Maresciallo
Comandante le Armi pregandolo di prometterli di
non bombardare Messina, onde far cessare tanta
calamità e tanta miseria, compromettendosi
con la gente onesta rimasta in Città di far restare
tranquilla la popolazione con le
preghiere e anche col danaro e le
persuasioni; il Maresciallo lo ha promesso purchè
non gli avessero dato motivo.- Ciò fa conoscere
che li affari di Palermo per essi,
per Garibaldi e per la demagogia non vanno troppo
bene come essi spacciano. Ma come
fidare della parola dei siciliani
i quali essi stessi dicono che la insurrezione non
può facilmente cessare perchè si trovano
troppo compromessi con l'Italia Centrale
e col Piemonte; intanto spargono voce che la Francia,
l'Inghilterra ed il Piemonte
sostengono l'insurrezione.
La fregata a vapore inglese stanziata
in questo porto ha caricato circa 4 milioni di piastre,
ossia il denaro di tutti i grandi
negozianti di Messina che opinano
essere il luogo più sicuro tanto per un saccheggio
del popolo che da un bombardamento della
Cittadella. Gli inglesi per altro
per essi tutto è commercio e
monopolio esiggono l'uno per cento
per un tal deposito, oltre che
delle forti somme che ricevono da
molte famiglie che ricoverano a bordo e che temono
il bombardamento. Alle ore
23 è entrata nel porto la nostra fregata a vapore
"Il Guiscardo" proveniente
da Catania con a bordo le quattro compagnie del
2° di Linea, parrtite da qui il giorno 9 maggio
e sbarcate a Girgenti il 10,
che facevano parte della colonna del Generale Afan
De Rivera, qui anche giunto con i Comandanti di
Provincia di Girgenti e Caltanissetta
con i rispettivi uffici di Stato Maggiore territoriale
e con qualche uffiziale ferito e 130 feriti di truppa
che lo sono stati nella insurrezione
avvenuta ieri in Catania in cui si sono battuti
per 8 ore continue.
La truppa del Generale
Clary ha riportata completa vittoria;
tutte le armi si sono distrutte e con accanimento
si sono battuti contro la popolazione
di circa 80mila abitanti non compreso
tutti gli abitanti della vicina provincia di Catania.-
Tutti i balconi erano gremiti di
materazzi dietro i quali gli insorti
tiravano, per cui, ad esempio del 1848, si pose
fuoco dai palazzi ove si tirava.- Il bel palazzo
di Biscari abbattuto dal cannone
del vapore "Il Guiscardo", incendiato il bel palazzo
di S.Giuliano; dato alle fiamme il bel
convento dei Cappuccini ed altre
magnifiche case da ove gli insorti tiravano.- La
cavalleria (Lancieri) si è distinta
conquistando tre pezzi di artiglieria;
la fanteria ha preso 6 bandiere e l'artiglieria
ha fatto strage.- La colonna del Generale
Afan De Rivera ebbe ordine di abbandonare
Girgenti e Caltanissetta e che a marce forzate si
fusse portata a dar soccorso a Catania, per cui
i rivoltosi si premurarono insorgere prima che questa
colonna fusse giunta in Catania, con il progetto
che dopo disfatta la truppa
di Catania sarebbero andati ad attaccare la colonna
di Afan De Rivera che stanca giungeva; ma la truppa
di Catania si è così bene
battuta che ha fatto fallire il loro disegno.
In effetti
la colonna di Afan De Rivera ad onta delle lunghe
e penose marce eseguite giunse
in Catania dopo la sanguinosa azione, cioè a mezzanotte,
in cui non si tiravano che qualche fucilata da qualche
pezzo.-Questa mattina poi a Catania,
al far del giorno, si sono
imbarcate sul "Guiscardo" le sole 4 compagnie del
2° di Linea, i feriti e gli
uffiziali di piazza di Girgenti e Caltanissetta
col Generale Afa De Rivera giungendo in questa alle
ore 23, come sopra ho detto,
e restando in Catania il resto della colonna di
tutte le Armi sotto gli ordini del Generale Clary.
I feriti sono passati
in questo Ospedale Militare.
2 GIUGNO
Verso le ore 2 p.m. il Generale Comandante
le Armi mi manda pregando
cedrgli due stanze del mio appartamento per venirle
ad occupare subito con la
sua famiglia e manda ordine al Comandante
di Artiglieria di spedirgli ora stesso
due perlunghe per trasportare in Cittadella i letti
ed il poco equipaggio presso di
lui, stante che la mobilia ed il
suo forte equipaggio qui è riposto dal 9 aprile
ultimo.- Causa n'è che si scrive
riservatamente da Reggio che le Calabrie
danno segno d'insorgere; se ciò si verifica l'affare
andrà purtroppo per le lunghe.- In
Città si spaccia una dimostrazione
armata per domani Madonna della Lettera.- Alle ore
23 giunge sul vapore Capri il Generale di
Artiglieria Aiutante in Campo di
S.M.(D.G.) Afan De Rivera, [...] 2 Capitani di Artiglieria,
altro del Genio, per conoscere la
nostra posizione e quella di Catania
e Siracusa.- Alle ore 10 p.m. il detto Generale
dopo qualche conferenza qui avuta si è
imbarcato di nuovo ed è partito per
Catania.- A seconda sicure notizie, Catania si batte
ancora, la maggior parte è incendiata.
Garibaldi occupa qualche parte di
Palermo che è quasi in fiamme, cioè il mezzo cerchio
dalla parte dei quattro venti al monte
S.Rosalia, avendo le truppe Reali
comunicazione da Palazzo Reale per Porta di Castro
fino alla Marina; ma per giungere a
Castellamare bisogna imbarcarsi essendo
occupata quella parte della Città dagli insorti.
Garibaldi domandò tre giorni di
armistizio che gli furono concessi
per interrare i morti e soccorrere i feriti; domani
termina l'armistizio.- Qua, dopo tre
giorni di aspettazione per conoscere
notizie da Palermo, col vapore giunto da Napoli
ci pervengono così tristi! Il Comitato di
Palermo è nelle carceri di Castellamare.
3 GIUGNO
Siamo ridotti alle nostre proprie
forze; la insurrezione generale si è manifestata
accanita in tutta la Sicilia ed ogni capoluogo ha
il suo Comitato.- Sono stati richiamati
in Napoli, forse per essersi
mal condotti, due Brigadieri, cioè Primerano e Fiorenza,
nelle disposizioni date o ritirate, eseguite o mal
dirette nei varii incontri
con le masse di Garibaldi; altri dicono perchè voluti
infermi.- Non poteva essere altrimenti!...Ricevo
ordine di alloggiare nella Cittadella 2640 uomini
di truppa che vengono da Catania e 232 cavalli e
muli di una mezza batteria
a trascino ed una batteria a schiena, truppa che
abbandona Catania dopo averla bruciata; entrano
ancora in Messina un battaglione del
3° Cacciatori, truppe che molto si
sono distinte a Catania. La cavalleria prese ai
rivoltosi 3 cannoni.- Alle ore 20 si è ordinato
evacuarsi l'Ospedale Militare e trasferirsi al Lazzaretto,
grande stabilimento situato nel raggio della Cittadella
tra il Forte SS.Salvatore e Forte Lanterna, e ciò
nel caso che dovessimo essere assediati, ed i nostri
bravi soldati feriti ed infermi
sarebbero esposti alle vandale squadre che li muliterebbero
prima di ucciderli; i grevemente feriti si imbarcano
per Napoli sul "Guiscardo" nel rientrare
da Siracusa.-
4 GIUGNO
Messina seguita ad essere deserta;
pochi venditori, botteghe di
negozianti tutte chiuse ad eccezione
di qualche piccola bottega di
poco conto e qualche tabaccaro di
bassa sfera, qualche persona si vede alla Marina
perchè in attenzione di qualche legno che viene
da Palermo.- Ieri la truppa non sortì dai quartieri
che sono in Città e neppure quella di questa Cittadella
perchè stavamo in attenzione di una dimostrazione
armata che minacciavano di fare in occasione della
processione della Madonna della Lettera, ma il timore
dei cannoni della Cittadella li sgomentò per cui
non ebbe luogo la processione,
nè la dimostrazione.- Si ha notizia che gli inglesi
hanno sbarcato armi e 5 cannoni nelle vicinanze
di Taormina, sito che deve transitare la colonna
del Generale Clary che si ritira da Catania dopo
di averla incendiata; pare
che il Governo abbia voluto abbandonare, come nel
1848, tutta la Sicilia in sua balia, ritenendosi
solo la Cittadella. Ma ora, per effetto forse di
esperienza, occupa tutte le piazze ove vi sono le
solide fortificazioni, come la Cittadella, Corsaga
e Castellaccio in Messina, il Forte di Milazzo,
Siracusa e Termini; per Palermo, essendosi ancora
in dubbio se si abbandoni a se stessa o pure si
guarda, attendiamo il risultato di ciò che si propose
ieri dal Colonnello Buonopane, spedito da Napoli.-
Che cosa terribile è la guerra di insurrezione!
Due grandi città Palermo e Catania distrutte, campi
devastati, la maggior parte
degli animali distrutti, molte uccisioni, inimicizie
particolari vendicate, giustizia
penale sospesa, tribunali chiusi, sangue che si
versa dalla truppa e dai fanatici che si battono,
estorsioni immense! Povera Sicilia condannata spesso
a distruggersi da per stessa per influenza estera
e da quantità di gente che
non ha che perdere. Alle ore 23 è partita "La Rondine"(piccolo
vapore) per prendere notizie della truppa che abbandona
Catania; "La Rondine" ha imbarcato un distaccamento
più due Capitani del Genio:
si crede che le masse cercano di impedire la marcia
delle truppe, che si ritirano, al passaggio delle
forti posizioni di Taormina.
5 GIUGNO
Alla punta del giorno è giunto in
questo porto il "Guiscardo" (fregata a vapore) col
Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di
Campo di S.M.(D.G.) portando a rimorchio
tre brigantini cariche di
munizioni, equipaggi e donne della truppa di Catania,
nonchè le munizioni, 3 cannoni presi agli insorti,
i feriti, spediti ecc.- La
truppa di Catania ieri è partita abbandonandola
a se stessa, forse domani giungerà in questa. Si
sono preparati tutti i Conventi
per quartieri, altra truppa entra in Cittadella;
paglia a terra se pure ve ne sarà per tutti.- Un
battaglione del 2° di Linea
è pronto a partire di qui in caso che la truppa
che si ritira da Catania fusse attaccato dagli insorti.-
Alla Marina di questo vasto
porto si osserva la massima confusione: munizione
che
imbarca,
feriti sulle brande, equipaggi, cannoni, equipaggi
che si imbarcano per Napoli,
signore, ragazzi che piangono, mobili che si fracassano,
grandi corvè che si incrociano per l'Ospedale che
si evacua e va al Lazzaretto,
Uffiziali di piazza che vanno e vengono, pagani
che sfrattano, infine la Torre di Babele in
confusione.- Gli affari di sicilia
mi sembrano molto complicati, perchè non usi a fare
con Nazione che avesse dichiarato guerra al
Re di Napoli, ma con invasori senza
nome di Nazione, chiamati nell'Isola dai malcontenti
Siciliani e comandati da un Generale di
ventura molto strategico e manieroso
(Garibaldi).- Questo Generale imbarcatosi a Genova
con due vapori con 800 uomini si dirige sulla
Sicilia ed intanto il Re del Piemonte
avvisa il Re di Napoli che non aveva potuto impedire
la partenza dai suoi stati di questa
masnada. Una buona fede di usa fra
i sovrani!- Napoli intanto con
la massima sollecitudine spedisce
quantità di vapori nelle acque
della Sicilia per impedire lo sbarco;
questa crociera, o per mala
direzione, per fellonia, o per cause
ignote, fecero entrare nel
piccolo porto di Marsala i detti due vapori con
Garibaldi e seguito i quali sicuramente concertatisi
anticipatamente con un legno
da guerra inglese che li precedè con anticipo in
detto porto, sbarcarono, sotto la di costui protezione,
buona parte di essi. In questo
frattempo giunse finalmente uno dei nostri vapori
da guerra è imposto al legno inglese di allontanarsi
perchè andava a tirare a mitraglia su quei che armata
mano sbarcavano sul suolo siciliano, questi risposero
di avere il Comandante del legno e
parte della ciurma a terra e che
domandavano un quarto d'ora di tempo per allontanarsi,
ma questo quarto d'ora durò tanto finchè
il materiale egli uomini sbarcarono
tutti. Questa è la fede nel l'amicizia inglese che
ha un rappresentante ministro a Napoli!
Allontanatosi il vapore inglese,
il nostro vapore affondò un legno nemico e l'altro
lo catturò conducendolo a Napoli molto mal
concio. Or chi lo crederebbe! Che
Garibaldi con 800 uomini e gli insorti siciliani
conquistano buona parte della Sicilia e
l'istessa capitale (Palermo) in dove
vi erano 26mila uomini di tutte le armi e 5 batterie
a trascino, a schiena e di campagna e
due Forti, Catello a mare e Castelluccio
del molo e le forti posizioni di Palazzo Reale e
Quattro Venti, nel mentre i nostri
soldati avevano molti giorni prima
dispersi gli insorti facendone strage a S.Carini
e S.Sebastiano attaccandoli alla baionetta e
dando fuoco i due paesi.- Le bande
di Garibaldi battute al Parco e a Corleone, che
lo stesso Garibaldi loda il coraggio dei nostri
soldati, eppure una truppa così coraggiosa
al n° di 26mila uomini
e mezzi infiniti di artiglieria e
cavalleria hanno sofferta
l'umiliazione di sortire da Palermo come se fussero
stati battuti per generosità
da Garibaldi che asserisce a gran fortuna allorchè
il Generale in Capo S.E.Lanza gli
domandò qualche giorno di tregua, nel mentre esso
Garibaldi si credeva perduto.- Tal tregua
a richiesta del nostro Generale in
Capo fu prolungata in modo che si convenne che la
truppa sarebbe sortita da Palermo abbandonando
tutte le sue posizioni e anche i
Castelli con armi e bagagli, imbarcando quanto trovavasi
a Castellamare di artiglieria,
affusti, cannoni diversi e quanto
in essi contenevasi; infine Garibaldi accordò quanto
si chiedeva, stupefatto che tante
migliaia di uomini così ben provveduti
di tutto cedevano la Città, porti e le loro vantaggiose
posizioni; intanto tale convenzione
fu firmata da S.E. Lanza, Generale
in Capo delle nostre infelici truppe e Garibaldi
non si degnò firmarla praticandolo il suo
Ministro Crispo.-Dicono tradimento;
nulla di ciò suppongo, ma vera crassa ignoranza
di tutti i nostri Generali, senza
esperienza, senza aver fatto mai
campagne, avvezzi sempre in guarnigione, senza uso
di guerra, poco studio o applicazione, ma
avendo per egida la sola antichità.
I Generali si formano con
studio, campagne ed esperienza; ma il Generale in
Capo è un Genio che viene
da Dio: il nostro Generale in Capo Lanza a Palermo
non aveva nè l'uno nè l'altro.
Se S.E. Lanza, che aveva adeguato
al suolo con migliaia di granate
e proietti una florida e popolosa Città come Palermo,
doveva fare tutto il suo possibile per
mantenervisi, ma avendola abbandonata,
giustamente viene giudicato da "venduto".- Se il
nostro Governo non si decide mandar fuori dei
giovani Uffiziali sortiti da Collegio
e poi istruiti ove si fa la
guerra per acquistare conoscenze
pratiche, dell'uso della guerra, la nostra povera
Patria soffrirà sempre umiliazioni e triste figure,
massime nei tristi tempi che corono; che i popoli
la sanno lunga, i governi
senza fede, trattati che si adempiono dai piccoli
Regni, non dalle Grandi Potenze, tutto ciò conferisce
a tener sempre pronta una
forza e Generali istruiti che sappiano condurla.-
Immenso è stato il dolore dei vecchi Uffiziali che
hanno militato nelle grandi armate
(e che ora per la loro avanzata età non più atti
alla guerra) nel considerare sfacelo simile come
quello avvenuto in Palermo, e l'umiliazione
dei nostri bravi soldati per la crassa ignoranza
di un Generale senza talento e di
nessuna conoscenza dell'arte della
guerra: Ten.Generale Lanza.- Vedi differenza di
comando, nell'anno 1848 S.E. Filangieri con
soli 18mila uomini conquistò Messina,
in allora gremita di 100 e più cannoni con battaglioni
organizzati, numerose squadre e 12
legioni armate, quindi Catania con
numerose forti barricate a secco (sotto una delle
quali io restai ferito) con truppe estere
comandate dal Generale Polacco Marijolaski,
ed immensa quantità di insorti che da tutti i palazzi
e case tiravano con boccacci e
fucili, tanto che si fu obbligato
a darli a fuoco per passare avanti; non v'è dubbio
che restammo feriti 44 uffiziali e 4 morti,
ma Catania con la presenza di Filagieri
fu presa, quindi le alture di Palermo e tutta la
Sicilia, nel mentre il Corpo di Esercito non
era composto che di 18mila uomini;
ed ora con 800 esteri e gli insorti, 24mila uomini
diretti da ignoranti Generali, senza essere
stati battuti, hanno sofferto l'umiliazione:
abbandonare Palermo e parte della Sicilia dopo aver
battuto il nemico su tutti i punti.
Miseria umana! Cosa può un uomo di
genio e di coraggio in guerra! S.E. Filangieri,
con pochi squadroni di cavalleria, sul ponte
Panaro, ove fu mortalmente ferito,
guadagnò la testa di ponte che
trovavasi guarnito di cannoni tedeschi,
e facilitò il passaggio della
Divisione Carascosa (di cui io facevo parte) in
modo che battendo i tedeschi entrammo in Modena
col calate bajonetta a 3 ore
di notte: ciò avvenne nella campagna del 1815.-
Nel leggere i nostri posteri la nostra storia del
1860 difficilmente presteranno
fede a quello avvenuto alla nostra
Armata in Sicilia: a Catania il Generale Clary con
un battaglione di Cacciatori, 600 uomini del 2°
di Linea, una batteria e qualche
squadrone di cavalleria, abbattè la popolosa Città
di circa 90mila abitanti con immense masse che
guarnivano tettoie e balconi e le
strade tutte barricate e pure non nove ore di vivo
fuoco, con molta mortalità dei nostri e con
bruciamenti di edifici e palazzi,
la Città di Catania viene talmente sottomessa che
vi si esegue il disarmo, e nel mentre si
erano già ricevuti 250 fucili che
mi furono rimessi nella Cittadella, e nel giungere
dopo l'azione un rinforzo di 3000
uomini comandati dal Generale Afan
De Rivera, da chi ne aveva diritto, si ordina la
ritirata, si abbandona Catania e si ripiega
sopra Messina. Infamia! Corre voce
costante che colui il quale aveva il diritto di
ordinare la ritirata aveva un figlio uffiziale
nella truppa di Catania, che credendolo
compromesso fece ritirare tutta la colonna di Messina.
Povero Paese che affida la sua sorte
ed il suo onore a Generali di simile
natura! - Verso le 8 a.m. giunge in porto un nostro
gran vapore a due tubi e sbarca
un battaglione del 13° di Linea che era di guarnigione
a Trapani; questa Piazza Capoluogo di Provincia
anche è stata abbandonata
a se stessa per cui tutti gli arrestati e la galera
di Favignana sono in libertà per l'aumento delle
masse.- Gli uffiziali superiori,
Comandanti di Provincie e Uffiziali di piazza di
molte provincie sono in questa; una parte di essi
va a partire per Napoli col
primo vapore in unione di gravi feriti e le donne.-
Nella Cittadella, poi, si osserva un perfetto caso
del diavolo: tanta truppa
nuova che entra, l'antica che sorte per servizio
in Città, guardie che smontano e non rinvengono
le loro caserme per dar luogo
paglia a terra a quelli che giungono , munizioni
sbarcate che si immettono nella Cittadella, corvée
che si intersecano, della
mobilia dell'Ospedale che deve traversare per la
Cittadella per portarsi al Lazzaretto, fracasso
sui ponti nell'incontrarsi carri di chi esce e coloro
che sortono per imbarcare mobilia o altri oggetti
per Napoli. Uomini di corvée
che mi si domandano ad ogni momento,
quantità di uffiziali superiori
che per amicizia mi domandano anche un buco per
non stare in Città ove hanno
ricevuto alloggio, altri per riporre equipaggi dei
Corpi giunti, nel mentre tutti i locali sono zeppi
non essendovi rimasti che i soli
antroni di passaggio; anche la mia abitazione è
occupata da due Generali con famiglie e Capi di
Stato Maggiore, avendo riservato
per me una piccola stanza ed un camerino; la cucina
è comune a molti. Tutta la munizione di
Trapani è qui giunta come pure i
viveri di riserva. La truppa accasermata nella Cittadella
è stata da me piazzata come segue:
15° Reggimento di Linea: SS.Salvatore
e Forte Lanterna; 14° Reggimento
di Linea: Bastione S.Diego e Santo Stefano;
4° Reggimento di Linea: S.Teresa
e Martello; 13° Reggimento
di Linea: Falzabraga S.Carlo;
Artiglieria 3ª Brigata: Porta di
Grazia e Caserma di rimpetto la
Convalescenza; 8ª Batteria a schiena
con 232 animali: nella grande
Caserma vicino la Chiesa del Forte
la 13ª Batteria a trascino:
nella caserma ove trovasi.
Le truppe che alloggiano in Città
sono: l'intiero Reggimento 2° di
Linea, Carabinieri a piedi, 5° Battaglione
Cacciatori, 4 Squadroni
di Lancieri ed uno squadrone di Cacciatori
a cavallo.- La truppa che lasciò Trapani, con lo
stesso vapore si portò a Palermo
domandando a S.E. Il Ten. Generale Lanza, che comanda
colà con alter ego, se desiderava
fusse sbarcata per aumento di truppa, al che fu
risposto di non averne bisogno e che si fusse
ritirata in questa (Messina).
Alle ore 20 sono partite due compagnie
del 14° di Linea per rinforzare la guarnigione di
Milazzo, ed una compagnia di Veterani
per Lipari, tutte imbarcate sul vapore
"Il Veloce".- Verso le ore 24 sono partit per Napoli
il Maresciallo di Campo Afan
De Rivera ed il Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante
di Campo di S.M.-Il Maresciallo ritornerà subito,
come lui mi dice.- Di Palermo
nulla sappiamo.- Sono 3 ore di notte è non ancora
è finito di mettersi nelle riserve il biscotto e
viveri venuti da Trapani.-
I soldati sono defaticati per le continue corvée.-
Molte opere di fortificazioni si accrescono nella
Cittadella.
6 GIUGNO
Al far del giorno giunge nel porto
la fregata a vapore "Guiscardo" portando le ultime
frazioni di Catania, infermi e feriti. Poco
dopo è giunto lo "Archimede" (fregata
a vapore) che porta la guarnigione
del Castello di Termini che anche si è abbandonata.
Nei giorni di rivolta questa piccola guarnigione,
composta di due compagnie
del 4° di Linea ed una trentina di artiglieri, tirò
circa 500 cannonate in Città e migliaia di fucilate,
sostenendosi valorosamente.
Ora nello imbarcarsi non hanno incontrato nessun
ostacolo avendo portato seco loro cannoni, polvere
e munizioni con tutte le famiglie;
Termini dista da Palermo 24 miglia.- Da Trapani
molti viveri si sono imbarcati e quei rimasti con
analogo processo verbale sono
stati consegnati al Capo dei rivoltosi che assediavano
la Città; Marchese Alragna comanda le masse a Trapani,
Barone S.Anna quelle di Termini e quelle di Catania
sono comandate dall'ex Capitano Puletti, impiego
comprato nei Reggimenti Siciliani,
che nel 1848 disertò dall'Armata e prese servizio
con i rivoltosi per indi fu destituito. Quest'oggi
un nostro vapore, rimorchiando
un brigantino mercantile, ha imbarcato le signore
degli Uffiziali e le donne dei sottouffiziali e
lavandaie per sbarcarle con
i propri equipaggi ai Granili di Napoli ove hanno
alloggio. Si credeva che due legni erano sufficienti,
ma non hanno imbarcato che
la metà, restando le altre in attenzione di altro
vapore. Disgrazia del nostro esercito l'aver tanti
ammogliati!- Si hanno buone
notizie della colonna del Generale Clary che si
ritira per terra da Catania perchè i rivoltosi spacciavano
che al terribile e rischioso
passaggio di Taormina e S.Alessio le strade erano
minate e circondate da insorti.
7 GIUGNO
Oggi "Corpus Domini". La truppa,
secondo le nostre ordinanze, avrebbe dovuto essere
in gran tenuta e far parata; ma oggi nulla
di tutto ciò. Al contrario la truppa
è in quartiere e pronta a
imbrandire le armi.- La colonna del Generale Clary
è giunta in Messina verso le ore 23. Essa è composta
di circa 4000 uomini di fanteria
e cavalleria, non compresa una batteria a schiera
e mezza batteria a trascino. Questa truppa dopo
aver distrutta parte della
bella Città di Catania, nel ritirarsi molti gentiluomini
sono rimasti dispiaciutissimi perchè andavano a
cadere in potere dell'anarchia.-
Ci sono pervenuti i fogli di Palermo che Garibaldi
fa stampare qual Dittatore. Egli che occupa parte
della Città alloggia al Palazzo
Senatorio da ove detta decreti che cominciano: "in
Nome dell'Italia Centrale e del Re Vittorio Emanuele"[...]
firmato: "il Dittatore Giuseppe Garibaldi".
Le quattro tappe da Catania a Messina sono state
felicemente eseguite dalla colonna di
Clary e da ovunque è passata ha ricevuto
mille cortesie, nel mentre i rivoltosi di Messina
giornalmente spacciavano che per
istrada questa colonna sarebbe stata
attaccata dagli insorti al passaggio delle forti
posizioni di Taormina e S.Alessio e che le
strade in molte parti erano minate;
ma niente di tutto ciò: i paesi per dove la truppa
è passata è stata ricevuta come al
consueto.- Verso un'ora di notte
tutti i detenuti politici ch'erano nelle prigioni
di questa Cittadella sono passati nelle
Carceri Centrali e rimesse le loro
imputazioni al Procuratore
Generale per essere giudicati dalla Corte pagana
e ciò per ordina S.M.; ciò
vuol dire che tra pochi giorni usciranno tutti in
libertà.-Da Palermo nulla di positivo sappiamo;
pare che le cose non vadano
troppo bene per noi. Mille piani si fanno per campi
trincerati. Certo è, a parer mio, che tanta truppa
massime la cavalleria, difficilmente
può stare in Messina. Povera truppa così mal comandata
da Generali inesperti!
8 GIUGNO
I Corpi in giornata imbarcano i loro
magazzini per Napoli, come
pure le numerose famiglie; questa operazione andrà
per le lunghe pel grande numero
che ve ne sono. Le notizie che corrono in
giornata sono che S.E. Filangieri
sia avanti Palermo ma che non sia sbarcato, ma semplicemente
per conoscere la posizione cui
trovasi le truppe in Sicilia; più
che siano sbarcati 12mila austriaci a Manfredonia.
Ciò ha bisogno di rettifica ; ma se sia
vero lo sbarco degli austriaci, sicuramente
della guerra vi sarebbe nel nostro infelice Paese.
Vi è poco da crederci.- Verso le due
p.m. con vapori sono giunti nel porto
le 8 compagnie dell'8° Battaglione Cacciatori le
quali trovansi a Palermo e propriamente
nel Forte chiamato Castellamare.
Atterrita è rimasta l'immensa truppa e artiglieria
qui ammassata nel sentire da questo
battaglione che la nostra perdita
a Palermo sia stato effetto di tradimento, stante
che tutta la truppa di colà va ad imbarcarsi
per Napoli abbandonando tutto. Credo
piuttosto viltà dei Generali e poca esperienza.-
Qui sembra una vera disfatta nel mentre la
truppa si è battuta fino all'ultimo
sangue.- Gli imputati politici messi in libertà.-
Alcuni dicono che i due Generali Afan De
Rivera siano stati a Palermo e da
qui sia avvenuto il loro imbarco; altri per i varii
comandi ricevuti separatamente; altri
per poca esperienza di comando e,
finalmente, al solito dei soldati per tradimento.
Certo è che i due Afan De Rivera partirono
da qui (Messina) per Napoli e non
per Palermo. Soltanto il Brigadiere Afan De Rivera
venuto da Napoli col Cotto Sponzillo e
altri Uffiziali di Corpo facoltativi,
dopo aver osservato la Cittadella
e disposti i vari lavori, si portarono in Catania
ove, dopo tenuta una sessione con il Generale Clary,
si convenne che la truppa di Catania si fusse ritirata
in Messina. Cosa incomprensibile!
La truppa di Catania, dopo otto ore di combattimento
e di essersi valorosamente comportata con perdita
di uffiziali e soldati morti, bruciati
vari palazzi e fatta strage di rivoltosi sottomise
la Città in modo che ordinò il disarmo e in
poche ore furono consegnati 270 fucili
che sono riposti in Cittadella e, nel mentre tal
disarmo si operava, tutta la truppa
ebbe ordine di ritirarsi in Messina.
Replico: cosa incomprensibile!-Certo è che la truppa,
da per ogni dove, si è fatta
sacrificare, massime a Palermo, ove, tra Uffiziali
e soldati sono periti circa 2000 uomini. Eppure,
una truppa di circa 24mila
uomini in Palermo si fa osservare uno sfacelo tutto
nuovo, che si ritira con benplacito di Garibaldi,
nel mentre nel 1848, con S.E.Filangieri alla testa
di non più di 18mila uomini, di cui io
faceva parte, si conquistò tutta
la Sicilia quasi organizzata con
reggimenti e truppe estere comandate
dal Generale Polacco Marij Olaski ! Per me conchiudo
essere gran disgrazia per un Regno l'aver
Generali ed Uffiziali Superiori di
poca esperienza e quasi un
terzo di Uffiziali e sottouffiziali tutti ammogliati,
i quali, nelle attuali circostanze,
non poco impaccio apportano al
servizio.- L'istoria farò in proseguio
tutto conoscere!
Alcuni posti
dell'8° Cacciatori, qui giunti da Palermo, mi rapportano
che le compagnie di Garibaldi hanno fatto molti
elogi del coraggio dimostrato
dai nostri soldati, augurandosi che lo stesso coraggio
mostrino nel combattere insieme nei
Campi di Lombardia! - Notizie
sicure accertano che Garibaldi avesse
proposto al Re che lui avrebbe permesso di dare
una costituzione al patto però che dasse
un corpo di esercito per soccorrere
l'Italia Centrale contro i Tedeschi.- Per ora si
suppone tradimento, come i fatti fanno supporre;
cero è che vediamo con occhio non asciutto che immenso
materiale di artiglieria con 2000 barili di polvere,
con due vapori qui giunti
da Palermo s'immettono in questa Cittadella, la
quali già è zeppa di proietti e polvere che manca
anche il locale ove riporla.
Questo materiale appartengono alle batterie che
erano situate avanti Palazzo Reale, dopo di essere
state vincitrici le nostre
truppe al Parco e a Corleone, con permesso di Garibaldi,
si cedono, come pure il Palazzo Reale, eccellente
posizione che domina Palermo! Non saprei come sciogliere
questo enigma! Ma prometto a me stesso (non avendo
nè moglie nè figli) che se questi
baluardi della Cittadella cader debbono
per intrighi o tradimento, darò fuoco ad una delle
polveriste, che la menoma contiene mille
cantaia di polvere, per così non
aversi nè da Dio, nè dal diavolo! Peccato veder
sbarcar milioni tra polveri, affusti e viveri in
confusione tale che sembra aver ricevuto
una dirotta tutta l'armata.-
Notizie molte si sentono: dicono che Garibaldi e
la sua banda va a ritirarsi
per ordine del Re del Piemonte, perchè la Russia
e l'Austria gli hanno manifestato che se Garibaldi
non si ritira con la sua banda
in Sicilia il Nostro Re avrebbe le Marche di
Ancona .
Ecco i tempi di guerra; bugie eterne;
ognuno le discorre come desidera!
Catania desidera ed ha domandato
truppa ad onta della lezione ricevuta; le masse
fanno eccidi e contribuzioni senza misericordia
in quella disgraziata Città.- Verso
le ore 24 si è imbarcato il 1° battaglione del 2°
di Linea che va a sbarcare a Pizzo (Calabria);
domani lo stesso vapore, il "Guiscardo"
ritorna per imbarcare il 2° battaglione che anche
a Pizzo si dirige forse per formare il
Quartiere Generale a Monteleone,
per quanto si dice.- Quest'oggi si sono immessi
nella Cittadella altri 2000 barili di polvere,
come pure quantità di cannoni con
affusti e casse di fucili provenienti da Palermo.
Generosa carità di Garibaldi verso vili
Generali! Nel sortire la truppa da
Catania, i rivoltosi, impossessatisi a viva forza
del potere, hanno fucilato cinque
individui sotto il pretesto di realisti,
ciò ha prodotto una controrivoluzione e si pretende
che siasi inalberata la bandiera
reale domandando che la truppa rientri
a Catania; notizia da verificarsi.- Come pure che
a Palermo sia avvenuto lo stesso
perchè Garibaldi pretende 30.000
soldati dalla Sicilia.- Il Generale Clary, dopo
aver sottomesso Catania con le proprie forze, ordinò
subito il disarmo, che stavasi eseguendo col massimo
ordine come nei tempi normali, e nel mentre vi sopraggiungeva
maggior forza della sua, cioè la
colonna del Maresciallo Afan De
Rivera, ebbe ordine dal Brigadiere
Afan De Rivera, Aiutante di
Campo di S.M. Che si portò da Catania
con alter ego, di ritirarsi sopra Messina. Tale
ordine indignò talmente il Generale Clary che
dopo aver riportato segnalato vantaggio
e di aver sacrificato degli individui, gli imponeva
una ritirata. Egli con telegramma o
corriere spedito, domandò il suo
ritiro esponendo le sue ragioni al Re. Chi sa se
S.M. Sia a giorno di quanto passa o è passato. Infamia
patente! Ecco la sorte dei Sovrani! Essi sono infelici
perchè non possono veder tutto con i propri occhi.
Il Genrale Clary è in questa (Messina) con la truppa
di Catania; appena giunto ha domandato portarsi
in Napoli ma finora non ha
potuto ottenere il permesso.- Un Uffiziale del 14°
di Linea riceve oggi una lettera di sua moglie da
Palermo: "qui vi è una grande sciarra e Dio sa come
finirà". Garibaldi ha imposto una
taglia di 5 milioni di contribuzione forzosa e la
doppia fondiaria, più una coscrizione
di 30.000 mila uomini. Queste imposte,
la coscrizione e il fucilare i ladri è cosa che
non troppo va a genio ai Siciliani, ma
ciò non impedisce la devastazione
dei campi dalle masse disperse nell'isola, la uccisione
di ogni sorta di animali, i balzelli che
queste masse esigono nei piccoli
paesi, infine, è la perfetta distruzione della Sicilia.-
Ci si avvisa che un continuato fuoco
di fucileria si sente nell'interno
della Città di Palermo, si suppone qualche reazione
o controrivoluzione; gli inglesi però non cessano
di sbarcare armi e anche uomini
per Garibaldi.- Quest'oggi un vascello inglese,
venendo forse da Napoli, ed una fregata proveniente
da Palermo si sono incontrate
nel faro e, postesi in banda a vista del porto,
dopo aver ricevuto vari segnali dalla fregata inglese
che staziona nel porto, hanno
seguito il loro cammino.- Nel porto vi è ancora
una fregata a vapore francese.- Oggi stesso è giunta
una fregata bavarese ordinando
a tutti i legni e brigantini austriaci di ritirarsi
dal porto.
Si suppone che l'Austria abbia bisogno
di legni per imbarcare truppe.-
Si teme di qualche movimento insurrezionale nelle
Calabrie ed è perciò che ieri sera sono
partiti circa mille uomini del 2°
di Linea che sono sbarcati a Pizzo e domani parte
il resto del reggimento con lo stesso
destino.
11 GIUGNO
Verso le ore 6 a.m. è giunto da Napoli
sul vapore "Archimede" il
Maresciallo di Campo Afan De Rivera.-Questo vapore
deve imbarcare altre famiglie di militari ed equipaggi
per sbarcarli a Napoli.- Corre voce che uno sbarco
di Piemontesi sia avvenuto in Calabria
ed altro negli Abruzzi.-Per ora,
per quanto si assicura, la Città
di Napoli è tranquilla.- Nella Cittadella
si aumentano le fortificazioni.- La miseria aumenta.-
Di tante Campagnie – dette
compagnie d'Armi – appena il solo Capitan d'Armi
di Corleone con 60 uomini sono con noi, tutti gli
altri (il resto di 600) sono con
D.Giuseppe Garibaldi.
L'8° e 9° Reggimenti di Linea, imbarcatisi
a Palermo, sono sbarcati a
Napoli e partiti per Caserta per restarvi di
guarnigione.- Riceviamo notizia che
a Palermo sono sbarcati 12mila
Piemontesi sotto il comando di Garibaldi.
Deve essere falso; simile forza di di emigranti
non potea riunirsi così presto, nè
possono essere truppe Piemontesi
stante che quel Sovrano non ci ha dichiarato la
guerra apertamente, ed ha, in Napoli, il suo
Ambasciatore Villamorina presso Francesco
II. Verso le ore 8 a.m. è partito il 2° battaglione
del 2° di Linea per sbarcare
in Calabria, a Pizzo. Un nostro vapore è partito
per Siracusa. Grandi progetti si stanno scrutinando
per rendere questo punto di
Messina invulnerabile da qualunque forza possa investirla.-
Molta truppa e artiglieria va qui a riunirsi; la
Cittadella ne ha a ribocco. Le munizioni
sono eccessive ed intanto anche da Napoli si manda
polvere, nel mentre mi veggo
imbarazzatissimo piazzare quella
venuta da Trapani, Girgenti, Caltanissetta, e Termini
in questo Forte.- Si suppone doversi
formare un forte trinceramento fortificato
per 24mila uomini, il sito non ancora si è deciso
quale debba essere. Povera
Gerusalemme...-
Ho scritto per ottenere due grosse
bandiere, nera la prima per
izzarla in caso di circostanza sul
Lazzaretto, ove si è trasferito
l'Ospedale Militare (che contiene
300 feriti ed infermi), l'altra
rossa da situarsi sulla Cittadella
a seconda la circostanza richiede.
Sono le 4 p.m., ricevo una ministeriale
con la quale si avvisa doversi
immettere nella Cittadella altre 140mila razioni
a secco di viveri, cioè biscotto, formaggio, pasta
prosciutto ed una caraffa
di vino; più 120mila razioni di avena e paglia.
Quella, però, che trovo strano a sorprende si è
che nella ministeriale dice
di contribuire viveri e foraggio anche alla colonna
riunitasi in Catania, fin dal giorno 7 corrente
trovasi in Messina ed i 600
uomini del 2° di Linea che ne facevano
parte sono già partiti per Calabria. Fra le cose
più dispiacevoli che osservo e che molto nocumento
arreca all'Armata si è che la non
mediocre diserzione non solo dei
volontari ingaggiati siciliani, ma
anche napoletani, i quali, per
disposizione di Garibaldi, ricevono
30 ducati, per disertare, e 6 carlini al giorno.-
Nel mentre scrivo mi si presenta il Capitano Serafino
Salomone del 13° di Linea
da parte del Generale Comandante le Armi che mi
invia l'Alfiere Conte, del
13° di Linea, per restringerlo agli arresti
di rigore in Cittadella con la massima
sorveglianza. Dopo letto l'Ufficio, dico al Capitano
di far entrare l'Uffiziale per
conoscerlo; in effetti il Capitano
si porta fuori la sala ove
l'aveva lasciato e non lo rinviene. Datami di ciò
parte, gli ordino di prendere
una vettura e fare il possibile per rinvenirlo,
cosa che gli è riuscito inutile perchè, portatosi
alla locanda dove alloggia
il Conte, il locandiere gli ha detto che pochi minuti
prima il detto Uffiziale si aveva preso la balice
ed era partito. Questo Ufficiale
era imputato come reclutatore di soldati
per farli disertare, commissionato
da Garibaldi, come in effetti
si è disertato.- Manca parimenti
il 2° Tenente Ferrantina del 2° di Linea, il quale
non essendosi imbarcato col reggimento e non
trovandosi in Messina, parimenti
sarà passato al nemico.-
12 GIUGNO
Questa notte sono giunti, provenienti
da Palermo, altri due brigantini
carichi di polvere che si immette nella Cittadella.
Sembra cosa veramente deplorabile
che la nostra truppa in tutti i
rincontri in questa occasione dello
sbarco in Sicilia di non più di 800 uomini comandati
da Garibaldi, si è sempre ben battuta, facendosi
sacrificare tanto contro Garibaldi che con le masse,
ed intanto si vede uno sfacelo così vergognoso che
si abbandona da Palermo fornita
di circa 22mila soldati, si vede qui in Messina
sbarcare immensa munizione, cannoni, affusti, mortai
e immenso materiale. Si vede
abbandonata Catania dopo segnalata vittoria, si
veggono tutti i Capiluoghi di Provincia abbandonati
senza battersi, infine, tutte
queste cose giornalmente apportano uno scoramento
ad Uffiziali, sottouffiziali e soldati, in vece
dell'eccellente spirito che animava
la truppa. Anzi, la continua diserzione anche di
Uffiziali tiene tutti in orgasmo per la
diffidenza in cui vive perchè tutti
suppongono o poca esperienza in chi comanda o tradimento.
Faccia Iddio e non si verifichi.
Le truppe della Cittadella sono le
seguenti compagnie complete:
SS SALVATORE:......8 compagnie
MASCHIO CITTADELLA:2 compagnie del
14° di Linea
SANTO STEFANO:.....2 compagnie del
14° di Linea
S.CARLO:...........4 compagnie del
14° di Linea
SANTA TERESA:......2 compagnie del
14° di linea
NEL MASCHIO:.......4 compagnie di
Artiglieria
Una batteria a schiena con circa
200 uomini
Una batteria a trascino
Circa 400 cannoni e più per baluardi.
Le truppe in Città sono:
5 squadroni di cavalleria: 4 Lancieri
e uno di Cacciatori a cavallo;
Un battaglione di carabinieri;
Due battaglioni di Cacciatori (5°
e 8°);
Una batteria a trascino;
Una batteria a schiena;
Due battaglioni del 13° di Linea.
In Tutto: circa 8500 uomini.
Sono state destinate due compagnie
di corvée fissa per trasportare
in Cittadella il gran materiale di
artiglieria provenienti da
Palermo. Dicesi che i cannoni di ferro di posizione
colà li abbiano inchiodati;
tesori immensi che si perdono per tanto materiale
di artiglieria e Genio che si abbandona. Intanto
non ancora abbiamo potuto
conoscere in che modo sia stata ceduta Palermo con
tanti mezzi e tanta truppa che si è così battuta
coraggiosamente.- È giunto il legno
che porta l'aumento di 140mila razioni.
13 GIUGNO
Verso le ore 7 ½ a.m. ricevo rapporto
dal posto Sarranieri che un
piccolo vapore con bandiera napoletana
voleva sbarcare uomini in
quella spiaggia e che essendogli stato impedito,
colui che comanda il legno,
parlando ligua affettata napoletana, ha detto che
voleva sbarcare carbone per conto del nostro Governo;
ma il Caporale gli ha detto
che ciò poteva eseguirlo nel porto e se non si allontanava
l'avrebbe fatto fuoco, per cui, borbottando, e
togliendo la bandiera, si è allontanato.-
Ad un tal rapporto mi sono portato sopra luogo ed,
in effetti, ho osservato il piccolo vapore senza
bandiera nel Faro che si dirige verso Spartivento,
ove vi sono in banda due grossi legni
mercantili. Il Capoposto mi ha soggiunto che molte
persone, decentemente vestite, con
cannocchiali osservavano la Cittadella.-
Questi certamente hanno creduto che nella Cittadella
si dorme, oppure che non si usa
bastantemente sorveglianza e che
sia facile una sorpresa; ma si
ingannano a partito. Non v'è dubbio:
la Cittadella di Messina è
conosciuta da tutti; in tutti i collegi si studia.
Ma ora cercano di appurare
le opere le fortificazioni che vi si sono aggiunte.
Si sta facendo ora, con una forte corvée di soldati,
una lunga caponiera tra il Forte Lanterna e Forte
Salvatore per avere una sicura
comunicazione al coverto tra i due Forti.- Verso
le ore 8 a.m. è giunto nel porto il vapore l' "Archimede",
reduce da Siracusa, che porta tutte
le famiglie gli equipaggi di quella guarnigione.
Il detto vapore imbarca altre famiglie ed
equipaggi di questa guarnigione e
di quelle di Girgenti, Caltanissetta e Catania,
che qui si trovano, portando a rimorchio
due brigantini carichi di femmine
e magazzini di truppa; con tutto ciò ancora vi restano
famiglie da imbarcarsi, che tutte si
riuniscono ai Granili (Napoli), a
meno che non abbiano amici o parenti in Napoli o
nei paesi vicini. Corre voce
che sbarcheranno in Ancona e negli Abbruzzi 30mila
tedeschi, come dice il "Debats";
solite notizie che hanno bisogno
di conferma.- Questa notte il battaglione
dei Pionieri sta al bivacco
sulla spiaggia di Sarranieri.-Un Ufficiale del Genio
– De Benedittis – è passato
all'inimico.- All'ordine del Comandante delle Armi
si prescrive che ogni militare che manca per 24
ore dalla guarnigione è considerato
come disertore al nemico.- Non vi
è giorno che disertino soldati.-
Sono venuti arrestati in Cittadella
uno speziale ed altro pagano reclutanti per far
disertare i soldati.- Vittorio Emanuele Re di Piemonte,
intitolato Dittatore d'Italia,
fa giungere un suo decreto a Palermo
al suo Luogotenente Garibaldi per farlo eseguire;
esso ordina che fusse venduta la terza parte
dei beni dei Conventi con rendite
per compensare i danni ricevuti da tutti quelli
che hanno sofferto pel bombardamento nella Città,
che trovasi quasi più della metà
adeguata al suolo o bruciata.
Ci perviene notizia che un nostro
Uffiziale di Artiglieria che nel
1848 si diede ai rivoltosi, e quindi
passò al servizio del Piemonte, di nome Cisini,
abbia tentato uno sbarco di gente armata
in Calabria con due legni, ma giunta
a tempo la nostra truppa, che credesi del 2° di
Linea, ed altri 600 Calabresi (di quelli
congedati che ricevono 25 grani al
giorno), facendoli fuoco addosso, quelli che non
ebbero il tempo di imbarcarsi furono tutti
sacrificati.-
Oggi è partito il Colonnello Dusmet
del 14° di Linea chiamato da S.M. a Napoli, forse
per conoscere qualche cosa di cui è in
dubbio; si spera che da un sincero
esposto possa cambiare di aspetto la presente situazione.-
A Bercellona vi è riunione di
masse e, per quanto si assicura dalle
nostre spie, sono istruite
dal 2° Tenente Ferrantina che, dimenticando
il giuramento dato, si è dato
al nemico; era del 2° di Linea.-
Sono ristretti, per ben intese vedute,
agli arresti di rigore di
questo Forte il Capitano Lamberti ed il 1° Tenente
Tosti dell'8° Battaglione Cacciatori.-
14 GIUGNO
Sono giunti da Palermo altri due
brigantini carichi con altri 700
barili di polvere, bombe ad altri
attrezzi di guerra caricati a
Castellamare in Palermo.- Si sono
date disposizioni per fare
imbarcare i nostri soldati feriti ed infermi, che
sono al numero di più di 300, per Napoli e Reggio.
Il detenuto politico Matteo
Cappadonica, per ordine superiore,
è stato messo in libertà.- Faccia Iddio... Mentre
scrivo, giunge nel porto, proveniente da Palermo,
altro vapore che rimorchia
un brigantino carico di equipaggi e materiali di
artiglieria, che sbarca il tutto in questa, ed il
vapore carico di truppa che
va a sbarcare a Reggio.- Per quanto dicesi, si teme,
o siasi avverato, qualche sbarco di esteri in Calabria.-
Stamane ho letto il foglio ufficiale
da Palermo da cui si apprende che Vittorio Emanuele
s'intitola Re d'Italia e nomina Garibaldi
come suo Luogotenente in Sicilia
e Dittatore; in detto foglio si leggono tutti i
decreti di Garibaldi per la coscrizione di 30.000
uomini, da 17 a 30 anni, divisi in
tre classi: una per guardare il proprio paese; altra
per sortire e difendere la Provincia, ma la
massima parte per formarsi in reggimenti
regolari. Entusiasti proclami per la liberazione
della Sicilia per liberarsi dal
Governo tirannico sotto cui giacevano,
infine, proclami incendiarii dicendo che chi non
si arma è codardo e nemico della
patria. Racconta tutti gli attacchi
avuti per conquistare Palermo e loda il coraggio
dei nostri soldati, non, però, la condotta e
direzione dei nostri Generali a cui
ha accordato per tre volte la
sospensione d'armi da questi domandata
avendo riguardo ai cadaveri
da interrarsi e a curare i feriti
(come lui dice) nostri fratelli e, finalmente, una
tregua da lui concessa indeterminata, firmata
dal nostro Generale in Capo, senza
benignarsi (il Garibaldi) di segnarla, ma firmata
dal suo Ministro Crispo.-Decreta pure non
pagarsi i dazi imposti alla Sicilia
dal 1848 in poi, come il macino, ecc.
Cosa strana, nel mentre Vittorio
Emanuele tiene il suo Luogotenente
in Sicilia (il Dittatore Garibaldi) abbiamo in Messina
il suo Console e molti legni piemontesi con bandiera
izzata e che spacciano protezione!
Verso le ore 3 di notte giunge da Reggio l'Aiutante
di Campo del Maresciallo Afan
De Rivera sopra il piccolo vapore "La Rondine",
che porta ducati 30mila presi dalle casse di detta
Città; non poca noia mi ha
arrecato per far calare 3 grandi ponti, porte e
due rastrelli, operazione per rinchiudersi è durata
fino ad un'ora dopo la mezzanotte.-
15 GIUGNO
Riceviamo consolanti notizie che
un nostro vapore ha catturato un
vapore che rimorchiava un brigantino
genovese avendo a bordo mille esteri armati, i quali
sono stati condotti a Gaeta prigionieri.
Per quanto si assicura, Vittorio
Emanuele, lui stesso, avesse
pervenuto il nostro Sovrano dalla
partenza da Genova di questa
gente armata e che non aveva potuto
impedire.- Si dice che il Parlamento Inglese abbia
fatto sbarcare l'Ammiraglio che comandava
i legni inglesi che protessero lo
sbarco di Garibaldi a Marsala domandandone conto.-
Il Parlamento di Torino domanda conto a
Garibaldi con quale autorizzazione
si serve del nome del Re Vittorio Emanuele e che
gli ha conferito la carica di Generale in
Capo e Dittatore. Folle!
La Francia ha imposto a noi e Garibaldi
la decorosa ritirata delle nostre truppe da Palermo,
di evacuare con la massima tranquillità
tutti il macchinario, polvere ed
attrezzi di artiglieria, magazzini vestiario ed
altro, non già per effetto che le nostre
truppe fussero state battute, ma,
credesi, o poca esperienza o tradimento.-
Il Comandante la flotta inglese,
dal Parlamento inglese, è stato
richiamato per dar conto perchè non
abbia impedito l'uccisione di tanta gente e l'esterminio
di così bella e popolosa Città.- Ci
perviene notizia che il celebre brigante
Tallarico, che giammai potrà cadere in mano della
Giustizia ora è capo di circa 13mila
calabresi, la maggior parte congedati,
e volontari che ricevono da Governo 25 grani al
giorno, i quali hanno giurato vendicare i loro
fratelli morti in Sicilia. Chiacchiere!
16 GIUGNO
ci giunge notizia di Catania che
nell'affiggersi i decreti di
Garibaldi per la coscrizione, quei
manifesti sono stati subito
lacerati e che già uno scisma sia
nato fra i differenti partiti.
Secondo me la coscrizione che pretende
Garibaldi è molto difficile che può eseguirla ad
onta del forte partito che ha; i Siciliani
amerebbero essere formati (cioè la
gente torbida) in squadre per avere l'aggio di andare
saccheggiando, ma giammai soggetti a
disciplina. Per la gente onesta non
ama affatto la coscrizione, perchè il loro motto
favorito è:"Meglio PORCO che Soldato"; tanto
vero che molti Siciliani fattisi
volontari col premio di 30 docati nel presentarsi,
appena inteso lo sbarco di Garibaldi si sono
disertati per unirsi alle masse per
andare rubando.- Delle 130mila razioni che S.M.
Ha aumentato di viveri in questa
fortezza da pervenire da Napoli,
essendone giunta notizia parte di essa stamane,
nell'asporizzarla col Commissario di Guerra e
periti, avendo rinvenuto 100 presciutti
fracidi e puzzolenti, che senza ascoltare ulteriori
ragioni li ho fatti di nuovo imbarcare
per rimetterli al provveditore che
li ha inviati, formandone analogo processo verbale.
Povera Gerusalemme, in man di
cani...tutti ladri !
La diserzione non cessa; ieri si
sono disertati 2 Primi Sergenti e
due Secondi Sergenti dell'8° Battaglione
Cacciatori, come dicesi, perchè dissestati in finanze
e zeppi di debiti.- Una lettera in
stampa del Tenente del Genio disertato
da Messina (De Benedittis),esprime i grandi ringraziamenti
che fa al Comitato di Messina
riunito ad un paese vicino Catania
e propriamente vicino al Gesso, ed il gran ricevimento
ricevuto a Barcellona e l'entusiasmo che
infonde a tutti nel licenziarsi nel
partito per Palermo.- Il cameriere pagano del Maresciallo
Afan De Rivera di Messina si è
disertato, asportando un fucile del
Maresciallo.-
17 GIUGNO
Il 2° Battaglione di Cacciatori che
era in Palermo è sbarcato a
Reggio. Per telegramma da Napoli
si ordina che il Maresciallo di
Campo D.Pasquale Russo, Comandante
le Armi in questa Provincia e
Piazza, si porti in Napoli col suo
equipaggio e famiglia, conducendo seco i due Capi
di Stato Maggiore, Capitani Marchese
Isastia e Occhionero, e che provvisoriamente
assuma il comando il Maresciallo Afan De Rivera,
ritenendo anche il comando della 3ª
Divisione. Che il Marchese Isastia
parte col suo Generale, cui era Capo di Stato Maggiore,
sembra regolare, ma l'aver chiamato in
Napoli il Capo di Stato Maggiore
della Divisione nel mentre il suo Generale assume
funzioni maggiori in questa, sembra strano.- Da
Napoli sono giunti in un vapore 3 compagnie di artiglieria
per portarsi a Siracusa.- Il Generale Clary comanda
la 3ª Divisione in questa
e Siracusa.- Quattro compagnie di Carabinieri, da
questa, sono partite da Reggio e due da Siracusa,
richiamato in Napoli e sostituito
da Brigadiere Fergola, partito da qui.- Tutti Generali
di Palermo, e lo Sato Maggiore compreso, per le
coglionerie commesse, a quanto dicesi,
debbono passare tutti all'Isola d'Ischia.- Siamo
in aspettativa di molte novità.- Ci è giunta la
notizia sicura del legno di armati catturati e condotti
a Gaeta.- Ricevo lettera riservatissima del Segretario
di S.M. (D.G.) che desidera
conoscere se vi sono arrestati politici in questa
Cittadella e dai Forti che da me dipendono; io gli
ho rimesso uno stato nominativo
di tutti quelli che vi sono stati dal giorno di
Pasqua (8 aprile) finora, specificando quelli che
furono arrestati nei quattro
giorni che si è fatto fuoco contro gli insorti,
e per ordine di chi sono sortiti e che in atto nessuno
arrestato politico vi esiste.-
È sortito un quadro che rappresenta
l'esercito di Palermo in dove
si osservano soldati ed uffiziali
con testa di leoni irritati che
si battono, uffiziali di stato maggiore
con sciabole sfoderate senza testa, e Generali con
orecchie d'asino.- Molti Uffiziali di Corpi Facoltativi
sono qui giunti col vapore di
oggi.
18 GIUGNO
Più vapori sono giunti da Napoli
con tre compagnie di Artiglieria,
delle quali, una per Augusta e due
per Siracusa. Più quattro
compagnie del 14° ed altre quattro del 15°, in modo
che questi due ultimi reggimenti
sono per intieri nella Cittadella.- Reduce da
Napoli è giunto il Colonnello Dusmet
del 14° di Linea, il Colonnello
Liguori e Maggiore Nunziante.-
Si assicura che l'Aiutante di Campo
di Garibaldi sia da qualche
giorno in questa Città vestito da
Uffiziale Piemontese, e siccome Vittorio Emanuele
non ha dichiarato guerra al nostro Sovrano non
lo si può arrestare, tanto è vero
che qui nel porto vi è un legno di guerra piemontese
ed il Console di detta Nazione.-
Questa sera, verso mezz'ora di notte,
si sono imbarcate sul vapore "Lo Stromboli" quattro
compagnie del 15° di Linea per sbarcare in
Augusta.- Corre voce che qui in Messina
si riunirà un Corpo di Esercito di 20mila uomini
che dovrà marciare sopra Palermo. Si
spera buon capo per comandarli.-
Garibaldi ha fatto fiasco per la coscrizione dei
30mila uomini da 17 a 30 anni, stante che ovunque
si sono affissi avvisi e decreti
sono stati lacerati.- A parer mio, se vi fusse un
Uomo di Genio, la controrivoluzione sarebbe
subito fatta, ma disgraziatamente
questo manca !
19 GIUGNO
Questa notte è stata derubata la
casa del Cavaliere Stagno, che con la famiglia trovasi
in campagna, come la massima parte dei
proprietari e negozianti per timore
di non essere bombardati dalla Cittadella. I ladri
sono entrati per i balconi che hanno scalati; furti
e riscatti in campagna ne succedono alla giornata,
la miseria è somma perchè nessuno travaglia, chi
ha mezzi si ricovera sui legni esteri o fugge in
campagna, nel mentre nessuno li perseguita. Le botteghe
chiuse la più parte e quelle aperte sgombre affatto
di generi ed appena hanno qualche piccolo oggetto
da vendere di cattivissima qualità. I caffè languiscono.
Notizie sempre allarmanti; pretendono che sempre
che la Cittadella si prenda senza sparare ed intanto
tutti fuggono per timore che non faccia fuoco. Cosa
terribile la guerra civile! Come
si accendono le fantasie, le bugie che si propagano
sgomentano i buoni ed incoraggiano i tristi, la
paura invade il sesso femminile che consilia sempre
la fuga, la ruina dei negozianti tutti è inevitabile,
le scadenze maturano e la privazione del commercio
produce un sicuro fallimento.- Col vapore che porta
in Napoli quantità di famiglie ed equipaggi si è
imbarcato anche il già Comandante le Armi Maresciallo
di Campo D.Pasquale Russo.
Questo Uffiziale Generale, per quanto
buono e bravo in apparenza, è il
più famigerato ladro e profittatore
sporco e indecente: basti dire che in queste emergenze
colui che disponeva di tutti era un certo appaltatore
Villano cognominato Conte perchè forniva al prelato
Superiore quanto gli faceva di bisogno di pranzo,
cena, provviste di tutto, cavalli, carrozze fino
a cinque asine per latte, perchè asmatico; intanto
il suddetto appaltatore non mancava in pubblico
contare tutti i monopoli financo con bettolieri
e fornisori. Non pertanto
qualunque cosa si desiderava dal Generale bisognava
dirigersi a Conte per ottenerlo, anche per i detenuti
politici. Miseria umana! -
Quest'oggi, provenienti da Palermo, sono giunti
nel porto due grandi vapori francesi rimorchiando
due brigantini napoletani, che hanno sbarcato due
compagnie di artiglieri con corrispondenti pezzi,
affusti e animali formando le due batterie
ch'erano piazzate avanti il Palazzo
Reale di Palermo; hanno condotto parimenti la gendarmeria
a piedi, e cavalli ed il magazzino del 9° Cacciatori
con immensi equipaggi, polvere, e proietti.- Si
crede che domani, giusta il convenuto, finirà l'evacuazione
da Palermo di truppa e materiali e, a quanto dicesi,
il solo Tenente Generale Lanza stia a Palermo con
i due Generali Fratelli Marra,
essendo tutti gli altri Generali e Stato maggiore
passati a Ischia con metà di soldo.
Abbiamo sicuro notizie che nei paesi
ove si sono affissi gli ordini di Garibaldi per
la leva dei 30mila uomini,
le popolazioni sono insorte contro i rispettivi
Comitati che vogliono obbligare di
eseguire la leva.- Dicono uccisi tutti quelli che
non hanno avuto la fortuna di fuggire, massime a
Francavilla, provincia di Catania, ove vi è stata
un'uccisione di tutti i galantuomini; sotto l'aspetto
ch'essi hanno chiamato Garibaldi
in Sicilia.- É partito anche il Colonnello Ferrara
del 15° di Linea per Napoli, richiamato per causa
di salute e rimpiazzato dal Colonnello Ruiz del
5° Cacciatori; Paura. Oggi la Città di Messina era
molto popolata dopo il mezzogiorno
per causa che le famiglie dei Consoli
inglese e francese si sono ritirate in Città, assicurando
i negozianti che gli affari della
Sicilia andavano ad accomodarsi diplomaticamente
a che perciò avessero intrapreso i loro affari per
incoraggiare il commercio.-
20 GIUGNO
Sono cose veramente dispaicevoli
sentire giornalmente diserzioni
non solo di sottoufficiali e soldati
ma anche di Uffiziali; il
contagio si propaga. Il Tenente Colonnello Peternò
anche disertato.-
Molti vapori sono giunti da Palermo
portando il residuo di truppe artiglierie e proietti
che trovavansi in quel disgraziato e
numeroso Corpo di Armata per mancanza
di Generali: tutti gli impiegati ospedalieri, telegrafici,
commessi ed altri sono qui in
Messina. Le truppe che vengono da
Palermo gridano tutte al tradimento e pare siano
diffidenti e, credo, ci vuole molta
maniera per farli acquistare confidenza
nei loro Superiori.- Il Sig. Genrale Clary è giunto
a questa al comando della 3ª
Divisione: se tutti i Generali in
Palermo si fossero comportati come questo bravo
Generale in Catania non si avrebbe dall'Armata
il dolore di vedere lo sfacelo che
si osserva e per rimettere l'opinione dell'Armata
acquistato col sangue nel 1848 e 49, molto
tempo dovrà passare, se pure vi si
presenta l'occasione.- Ricevo lettera dal Commendatore
Severino, Segretario Particolare
di S.M.(D.G.) che mi avverte per
parte della lodata S.M., con lusinghieri espressioni,
cose da me prevedute di cui l'esperienza
non poteva tralasciare di prevedere,
così ho riscontrato.- La Vicenitendenza da Palermo
è stat qui stabilita. (Carrelli è giunto
oggi in Messina con tutti gli impiegati
della Viceintendenza); La Cassa di Campagna è stata
depositata in questa Cittadella ove ho dato alloggio
a tre impiegati.- Il Brigadiere Clary è stato promosso
Maresciallo, reduce da Napoli ha ricevuto dal Tesoro
30mila docati per spese straordinarie a farsi per
spie o altro; egual somma ha ricevuto il Maresciallo
Afana De Rivera per lo stesso oggetto.- Quest'oggi
sono partiti dal Lazzaretto per Reggio tutti i malati
e i feriti, restandone solo
45 gravemente infermi. Al locale dove
stavano i detti infermi si costruiscono
le scuderie per l'immenso numero di mule venute
da Palermo conle tre batterie di Campagna.- Seguitano
a partire vapori e brigantini a vele di equipaggi
e donne di uffiziali e truppa per sbarcarli in Napoli.
Altri legni carichi della
stessa mercanzia partiranno domani.
21 GIUGNO
Essendo qui giunte da Palermo tutte
le truppe destinatevi, questa
mattina si sono date da questo Sig.
Generale Comandante le Armi
tutte le analoghe disposizioni in
caso di all'armi, o che si batta
la "Generale", assegnando ad ogni
Corpo o Brigata le disposizioni da prendere per
tutte le truppe accasermate in Città. Eguali
istruzioni dal Comandante della Cittadella
si sono date alle differenti Armi e Corpi di guarnigione
nel Forte.- Oggi tutte le
truppe della Città e della Cittadella hanno passato
la rivista nel piano di Terranova dal Maresciallo
Clary; tutte le truppe in
tenuta di marcia. Le truppe intervenute alla parata
sono le seguenti:
Un battaglione a trascino (Carascosa);
altra a schiena (De Blasi); un battaglione
di Artiglieria,quattro squadroni
di Lancieri, uno squadrone di Cacciatori a cavallo,
un battaglione del 4° di Linea,
due battaglioni del 13° di Linea, otto compagnie
del 14°, otto compagnie del 15°; 5°, 8° e 9°
battaglioni Cacciatori, una compagnia
di gendarmeria a piedi e mezzo squadrone di gendarmeria
a cavallo e tre batterie di
campagna, a schiena: cioè 6ª(Cap.
Morabito), 7ª(Riario Sforza) e 14ª(Minutolo).
La grande disgrazia presente si è
la diffidenza; il veder disertare
uffiziali è troppo doloroso. Sembra pure che tra
i due Marescialli Afan De
Rivera non vi sia troppa armonia per qualche
ordine contraddittorio avvenuto,
come questa notte che per bene due volte ho ricevuto
ordine di far sortire la batteria a trascino
e quindi contrordine, dopo di aver
fatto bassare i ponti e chiamato una compagnia di
granatieri per scortarla.-
È stato chiamato in Napoli il Maresciallo Afan De
Rivera; questa chiamata qui giunta col vapore arrivato
verso mezz'ora di notte, mi sembra climaterico:
in proseguio si saprà.- Si sono dati ordini per
formarsi scuderie al Lazzaretto ov'erano
malati e feriti, come pure scuderie
nei magazzini della Dogana e altrove.
23 GIUGNO
È giunto da Napoli altro vapore da
guerra, carico di sacchi a
terra, tavoloni utenzili pel Genio, il quale passando
per Milazzo vi lasciò i viveri
e parte dei tavoloni e utenzili per il Genio
perchè, per quanto si suppone, in
Milazzo va a formarsi un campo trincerato per 18mila
uomini.- Giungono da Palermo
altri brigantini carichi di proietti, tavoloni
ed altri attrezzi di guerra, con
105 grossi sacchi di grano che caricarono a Palermo
il giorno 20 corrente, giorno ultimo per la
tregua.- Ecco la intiera Sicilia
(per l'inesperienza di Generali) in potere di Garibaldi,
ad eccezione di Messina, Agrigento,
Siracusa
e Milazzo.- Questa mattina su di un vapore è partito
il 1° battaglione del 13°
di Linea per Milazzo comandato dal proprio Comandante
Colonnello Torrebruno, che va a prendere il comando
di quel Forte.- Ho ricevuto
avviso d'immettersi nella Cittadella:
prosciutti -centinaia 36;
formaggio -centinaia 30;
biscotti -centinaia 280;
vino -litri 40mila;
grano -sacchi 105.
Nel ritirarsi la colonna del Generale
Clary da Catania lo seguirono
5 presidiarii: Francesco Vicari, Concetto S.Giorgio,
Innocenzo Lo Re, Giuseppe Giambrone
e Stefano Colliega, che prestavano
servizio in quei quartieri, che venendo in questa,
furono mandati in questa Cittadella. Oggi, però,
ne debbono disertare due (Giuseppe
Giambrone e Stefano Colliega), restando gli altri
tre in ostaggio e ciò con la massima riservatezza,
perchè, essendo stato assicurando
che Garibaldi trovasi in Messina, ai due Presidiarii
capi camorristi gli si sono promessi
1300 docati perchè lo pugnalano:
faccia Iddio che si verifichi pel trionfo della
nostra causa tradita da pochi ignoranti Generali.-
Abbiamo sicure notizie degli immensi
furti si commettono nelle campagne, ove moltissimi
si sono ricoverati per timore dei cannoni
della Cittadella, ed in tutti i villaggi
si commettono assassinii e uccisioni di nuovo genere
ed in quasi tutti i paesi si ammazzano
i proprietari e gli si bruciano le
case e le loro masserizie. Quando finirà questo
flagello! Per me sembra che vada alla lunga!
Una fregata da guerra a vapore austriaca
questa mattina ha traversato il Faro proveniente
da Palermo.- Ieri il Tenente
Lamberti dell'8° Cacciatori è passato
al nemico.
24 GIUGNO
Per telegramma questa notte è stato
segnalato che due compagnie di
artiglieria, qui venute da Palermo,
s'imbarcassero subito per
Napoli. È giunto un brigantino da Napoli carico
di tanti oggetti per l'artiglieria,
legname, nonchè immensità di viveri di ogni specie.-Ci
perviene copia di una protesta fatta dal Comitato
della Provincia di Caltanissetta
a Garibaldi che dice essere pronti a fare qualunque
sacrificio per la libertà e buon governo della Sicilia,
ma per la coscrizione sono piuttosto decisi scannare
i propri figli che farli divenir soldati.
Da due giorni che furono assegnate
ad ogni Capo le posizioni da occuparsi dai Corpi
o distaccamenti, la metà della forza vi è
situata al bivacco ed è cambiata
ogni 6 ore ad onta del forte sole che brucia.-
Si sta in dubbio se Garibaldi, travestito,
sta ancora in Messina o se sia partito; per me stento
a credere che vi sia stato.- Il primo Tenente di
artiglieria Gizzi (o Zizzi) è passato al nemico.-
Verso le ore 22 su di un vapore sono
giunte le 4 compagnie del 14° di Linea ch'erano
distaccate a Milazzo, rilevate da un battaglione
del 13° di Linea.- Alle ore 24 è
giunto altro vapore che ha sbarcato il 3° di Linea.-
Ad un'ora di notte è giunto altro vapore
ed alle ore 3 di notte ha sbarcato
il primo Reggimento di Linea; questi due ultimi
Reggimenti vengono da Gaeta. Durante la notte sono
sbarcate altre otto compagnie del 3° di Linea. Una
truppa è a vista, che sono altre otto compagnie
del 3° di Linea.- Verso le
ore 2 ½ vi è stato un falso allarme: due batterie
a trascino e a schiera sono
sortite dalla Cittadella; le truppe della Città
sono in posizione, la Cittadella
ha chiuso le porte e alzati i ponti dopo sortite
le due batterie.- Dicesi che altre truppe debbono
qui riconcentrarsi e che S.E.
Filangieri verrà a comandarle: unico mezzo per salvare
la Sicilia. Si spera, ma difficile sembrami che
si verifica!
25 GIUGNO
Stamane si è piazzata una compagnia
al bivacco al camino coverto a
Sarranieri che verrà cambiata ogni
24 ore, essa darà 15 sentinelle.-
Seguitano a sbarcar truppe, vapori francesi
noleggiati che trasportano truppe
ed ogni sorta di materiali ed uomini rimorchiando
brigantini. Legni inglesi che traversano il Faro,
altri nel porto.- A quanto si crede qui debbono
riunirsi 27mila uomini di tutte le armi.-
Quest'oggi verso le ore 21 sul vapore
da guerra è partito il Sig. Maresciallo di Campo
Afan De Rivera per Napoli; il comando delle Armi
provvisoriamente è stato preso dal Maresciallo di
Campo Clary che comanda la
Divisione. La Città è popolata, molte famiglie si
sono ritirate dalla campagna per i molti furti che
si verificano, i magazzini dei negozianti però sono
tutti vuoti avendo le di loro mercanzie a bordo
o inviato a Malta.- Sono venuti arrestati sotto
chiave nella Cittadella due Capitani
del 14° di Linea, D.Ferdinando Ciccarelli
e D.Tommaso Ubintè (?) per
aver denunciato falsamente (infamia) il loro Maggiore
Guccione stando distaccati in Milazzo.-
Si è fatto un cambiamento di artiglieri
tra quelli venuti da Palermo
e quelli di questa 3ª brigata creduti cattivi soggetti,
questi si sono spediti in Napoli.-Verso le ore 6
½ a.m. nel mentre il forte
negoziante Paino di Bartolo, Giudice del Tribunale
di Commercio, montava in carrozza, è stato ucciso
con tre colpi di fucile e,
dopo caduto a terra, ha ricevuto una pugnalata a
cuore: egli dal suo casino, a circa un miglio dalla
Città - tutto abitato come
da Napoli a Portici – montava in carrozza per portarsi
in Città.-
27 GIUGNO
Ieri sera, verso un'ora di notte,
fu ammazzato un impiegato del macino con colpo di
fucile.- Il Corpo di Esercito
in Messina, all'epoca di oggi, è così composto:
- Generale in Capo Clary
-Capo dello Stato Maggioredell'Esercito:
Capitano Pinedo e 9 Uff. di S.M.
-Capo dello Stato Maggiore di Artiglieria:
Colonnello Brigante ed altri Uff.
-Capo dello Stato Maggiore del Genio:
Colonnello Pelosi ed altri
Uffiziali
-Assistenze ed Ambulanze: Vice Intend.
Carrelli ed altri Commiss.Di Guerra;
Prima Brigata: Sig. Colonnello Melendez:
1° e 3° Regg. di Linea,
Battaglione Pionieri, Brigata di
Artiglieria, Gendarmeria Reale e Cacciatori a cavallo;
Seconda Brigata: Sig. Colonnello
Cobianchi: 4°, 5° e 7° Reggimento
di Linea;
Terza Brigata: Sig. Colonnello Ghio:
13°, 14° e 15° di Linea;
Quarta Brigata: Sig. Colonnello Beneventano
del Bosco: 5°, 8° e 9° battaglione
Cacciatori;
Tutte le batterie sono agli ordini
del Sig. Colonnello Briganti;
I Battaglioni Lancieri dipenderanno
direttamente dal comando del
Generale in Capo; il comando della
Cittadella al Generale di
Brigata de Martino.
Questa mattina è stato ucciso il
Capo Urbano ai Gambari, poco
distante dalla Città; da per tutto
questi vandali siciliani si
ammazzano come porci!
Garibaldi ha ordinato una forte requisizione
di tela ed ogni mille anime
deve contribuire un cavallo ed un mulo.-Dicesi che
le squadre si riconcentrano tutte a Palermo e tutti
i paesi e Città hanno il loro
Comitato e la bandiera piemontese sventola su tutte
le casi comunali, ad eccezione di Messina, Milazzo,
Augusta e Siracusa, occupate
dalle truppe del Nostro Sovrano.-I catanesi hanno
acquistato 5 cannoni rigati dall'estero per la difesa
della loro Città.-
28 GIUGNO
La diserzione seguita abbenchè in
poco numero. I reclutanti di
Garibaldi sono molti e pagano bene,
massime gli artiglieri che
giornalmente ne disertano.- Stamane è stato inviato
nelle prigioni di questa Cittadella
un reclutante di Garibaldi sorpreso sul fatto di
vestire 3 fidi artiglieri da pagani per inviarli
a Barcellona; questi stessi
artiglieri e dei sottoufficiali, espressamente appostati,
hanno arrestato il reclutante Giustino Barone, nostra
Guardia Doganale; da per tutto nemici del Governo,
anche i salariati! Ieri al
giorno fu spedito un battaglione, comandato dal
Colonnello De Torrebruna,
al di sopra dell'Ospizio per guardare quello sbocco
da cui si accede a Messina.- Quest'oggi la 2ª Brigata,
4°, 5° e 7° Reggimento di
Linea, è sortita da Messina, avendo quattro giorni
di viveri, per prendere varie posizioni su vari
punti da ove può tentarsi
qualche invasione della Città, non lungi, però,
più di quattro o cinque miglia.-Al sito – detto
Paradiso – altre uccisioni
sono avvenute di pagani ad un miglio da qui.- Oggi
abbiamo letto sul foglio del 25 di Napoli la data
Costituzione, di cui la Sicilia
neppure, pare, ne sia contenta.-
29 GIUGNO
Corre notizia che alcuni Uffiziali
francesi di qui giunti abbiano
detto a questo Generale in Capo che
venivano per aprirgli le porte
di Palermo; intanto, dopo la data
Costituzione, si cominciano a prendere energiche
disposizioni per guardar bene tutte le posizioni
che circondano Messina perchè si assicura che Garibaldi
con 12mila uomini di massa stia a
Catania e marcia sopra Messina.-
Corre voce ancora che le due Corone
di Piemonte e Napoli si dividono
l'Italia; che il Papa ha cessato il temporale sugli
Stati della Chiesa e che Napoli occuperebbe le Marche
ed il resto al Piemonte. Tutto ciò a verificarsi;
certo è che si sta in uno stato di confusione tale,
che nulla si comprende. Intanto le vendette particolari
si succedono e l'ammazzare un uomo vale lo stesso
che uccidere una gallina. Iddio sa come finirà questa
Terza Costituzione! Infelice
Sicilia, però, che resterà molto in ruina! Sono
qui giunti 13 fornai dalla Calabria per farinizzare
e per far pane per la truppa da farsi in questa
Fortezza, stante che l'appaltatore del pane si protesta
di non aver braccia per tanta
truppa e che la maggior parte dei
fornai si sono allontanati per le minacce dei demagoghi
che li minacciano di ucciderli se seguitano a fare
pane per la truppa.- Ecco le conseguenze delle guerre
civili, le più disastrose nel loro principio perchè
assi a fare con nemici occulti
e nelle circostanze in cui la forza morale e la
giustizia non può agire! Sul
giornale uffiziale del Regno del giorno 25 giugno
1860 è stato
comunicato l'atto sovrano seguente:
"Desiderando di dare ai nostri amatissimi
sudditi un attestato della
nostra Sovrana benevolenza, ci siamo determinati
di concedere gli ordini costituzionali
e rappresentativi in armonia coi principi italiani
e nazionali in modo da garantire la sicurezza e
proprietà in avvenire ed a stringere sempre più
i legami che ci uniscono a
Popoli che la Provvidenza ci ha chiamati a governare.
A questo oggetto siamo venuti nelle seguenti
determinazioni:
1. Accordiamo una generale amnestia
per tutti i reati politici fino
a questo giorno.
2. Abbiamo incaricato il Commendatore
D. Antonio Spinelli della
formazione di un nuovo Ministero il quale compilerà
nel più
breve termine gli articoli dello
Statuto sulla base delle istituzioni
rappresentative italiane e nazionali.
3. Sarà stabilito con S.M. Il Re
di Sardegna un accordo per gli interessi comuni
delle due Corone in Italia.
4. La nostra bandiera sarà da ora
innanzi fregiata dei colori
nazionali Italiani ed in tre fasce
verticali conservando nel
mezzo le armi della nostra Dinastia.
5. Per quanto alla Sicilia accorderemo
analoghe istituzioni rappresentative
che possono soddisfare i bisogni dell'Isola ed
uno dei Principi della nostra Real
Casa sarà in Nostro Vice Re.
Portici, 25 giugno 1860 – Firmato:
Francesco."
30 GIUGNO
Ieri sera tutti i Capi di corpi e
Comandante della Cittadella chiamati dal Generale
in Capo si stiede a discutere se questa
mattina doveva oppur no innalzarsi
la Bandiera tre colori. La fregata "Il Veloce" venuta
da Napoli con due bandiere, una Reale e l'altra
Costituzionale, con ordine di izzare la Costituzionale
purchè la Cittadella l'avesse di
già innalzata. Dopo tante osservazioni ed inutili
discussioni, alla mezzanotte venne deciso che si
sarebbe innalzata la Bandiera Costituzionale alle
ore 8 a.m. dalla fregata "Il Veloce" e contemporaneamente
dalla Cittadella e SS.Salvatore, tirandosi 21 colpi
di cannone dalla fregata e dalla Cittadella per
salutarla.- Durante la notte
si sono costruite alla meglio le
Bandiere della Cittadella; intanto i legni piemontesi
e inglesi che sono nel porto ad
izzare la nostra bandiera e salutarla
con 21 tiri. In questo intervallo vari ordini contraddittori
si sono succeduti; finalmente
alle ore 7 ½ a.m. giunge nel porto un nostro vapore
con bandiera Reale.
Il Generale in Capo, giustamente
in dubbio, ha sospeso tutto
avendo segnalato al Segretario Particolare Severino
per conoscersi definitivamente cose
deve farsi. Intanto di tanti
legni nel porto ognuno ha la sua
bandiera, ad eccezione dei nostri legni napoletani.
Confusione!-Il Segretario Particolare del RE,
giustamente, ha risposto che le istruzioni
dovevano riceverle dal Ministero della Guerra e
ciò a ragion veduta perchè in un Governo Costituzionale
i Ministri sono responsabili di quanto accade e
non il Sovrano, per cui si è segnalato al Ministro
della Guerra Vituni, il quale
trovasi in Calabria. Già sono le 2 p.m. e tuttora
si attende riscontro. Ora stesso che sono le 2 ½
p.m., per ordine superiore, ho fatto izzare sui
baluardi della Cittadella la Bandiera Costituzionale
salutandola con 21 tiri a salva. Ecco la
Terza Costituzione nel Nostro Regno
delle Due Sicilie: la prima nel '20, la seconda
nel '48 e la terza nel 1860.- Il Ministero a
Napoli è già sciolto, il Commendatore
Spinelli deve organizzare il nuovo, ma nessuno vuole
accettare, in modo che pel Ministero di
Guerra il solo Generale Vituni, si
crede, avere accettato. Egli è un buono Uffiziale
Generale, ma giammai è stato diplomatico o che potesse
intendersi di politica. Faccia Iddio e la Sua Divina
Misericordi ci sia di aiuto e sostegno!!
Questa mattina il popolo fremeva,
la gente ammonticchiata alla marina attendeva il
segno della Costituzione data dai baluardi
della Cittadella il cui ritardo ha
molto pregiudicato perchè il popolo siciliano è
molto diffidente del Governo.- Si attende cosa
decide Palermo, il suo Comitato e
Garibaldi.
1°LUGLIO
Ieri sera verso un'ora di notte vi
fu un falso allarme, si credettero
attaccati i nostri avamposti perchè si intesero
dalla Città molti colpi di
fucile: sull'istante sortirono dai quartieri tutte
le truppe senza battere nè chiamata nè la generale,
e si piazzarono nel gran largo di Terranova. Dalla
Cittadella sortirono due compagnie
e due batterie a schiena e una a trascino. Spediti
subito uffiziali di Stato Maggiore e ordinanze a
tutti gli avamposti che circondavano
tutte le alture a qualche miglio da Messina, si
venne a conoscenza che una sentinella avanzata aveva
veduto molti pagani aggruppati che
non avendo risposto al "chi va là", li tirò un colpo
di fucile. Or siccome i nostri soldati sono
in Sicilia con molta prevenzione,
tutte le sentinelle avanzate tirarono colpi senza
misericordia. Tutta la truppa che alloggia in
Città fu sotto le armi, la maggior
parte fino dopo la mezzanotte, cavalleria, fanteria
e artiglieria; ma io che conosco cosa è
guerra civile, lasciai dormire tranquillamente
tutto il presidio della Cittadella che ammonta a
circa 4.800 uomini, perchè,
abbenchè fussero stati effettivamente
attaccati gli avamposti, non per poche fucilate
circa 15mila uomini dovevano stare sotto le
armi; e siccome per far rientrare
l'artiglieria in Cittadella, questa è rimasta con
ponti abbassati e porte aperte, mi sono
trattenuto fino alle ore 5 di notte
fuori la barriera.- Ho ricevuto
il supplemento del giornale ufficiale di Napoli
del giorno 28 giugno da ove
si rileva le ferite riportate la sera prima dal
Ministro di Francia e i disordini avvenuti nella
Capitale.- Corre voce che una massa
di mille uomini comandati da un capo di
squadra denominato Masso, sia calato
da Barcellona spacciando di investire Messina; solite
fanfaronate degli insorti!- Si assicura
che dopo pubblicata la Costituzione
Garibaldi si sia portato in Napoli; niente incredibile
nei tempi che corrono.- Le truppe
seguitano a dormire vestite nella
paglia, e la maggior parte di essa dorme al bivacco.-
Un distaccamento di Pionieri si è
imbarcato per Milazzo.
2 LUGLIO
Perviene notizia che il Vice Intendente
ch'era a Palermo Ordinatore
Carrelli ed altri uffiziali dell'Intendenza e
Commissariato sieno stati destituiti
per danaro involato al Banco
di Palermo, stante che Garibaldi
ha inviato a Napoli il denaro estratto con ordinativi
della Viceintendenza e quello gli è stato
consegnato con verbale. Ciò a verificarsi,
ma si assicura con certezza; non è strano: il furto
ed il ladroneggio è all'ordine
del giorno. Siamo nella massima incertezza
dell'avvenire: la truppa sta sempre ben disposta
a qualunque evento, anche i pagani
torbidi, pacifici e liberali sono
in attenzione di ciò che Palermo decide; intanto,
15mila uomini di tutte le armi ammassati con
paglia a terra in Messina bastantemente
soffrono perchè la maggior parte di queste truppe
sono al bivacco giorno e notte. Fortuna che
non si manca di viveri in piazza
perchè tutti i soldati fanno la loro spesa di carne
e pasta giornalmente, stante che la Città
tutto offre. Questo fortunato suolo
abitato da diavoli e con la influenza estera che
per invidia cerca sempre di adescarli per la
loro ruina non ha simile in tutta
Europa così abbondante ed ubertosa di tutto.-
3 LUGLIO
Questa notte si è permesso che le
barche transitassero al Lazzaretto per imbarcare
di fretta il carbone fossile sui vapori
che partir debbono per Giulianova
per imbarcar truppa per condurle
non si sa dove.-La maggior parte
della truppa tutta la notte sta al bivacco nelle
varie posizioni: quartier generale a Terranova,
avanti la Cittadella. La truppa è defaticata.- Si
minaccia dai demagoghi ai bettolieri che portano
viveri alla Cittadella ove vi
sono circa 7 bettolieri che pagano
all'Orfanotrofio Militare 1600 ducati annui, vorrebbero
che tutti i mezzi si tagliassero alla
truppa, tanto più che due battaglioni
per turno non ricevono pane dalla fornitura, ma
ricevono 6 grani per un pane, stante che non
si giunge a panizzare per tutta la
truppa per essersi allontanati tutti gli individui
che alla fornitura panizzavano.
4 LUGLIO
Ricevo ordine per telegramma ricevuto
da Napoli di non restituire
la salva alla fregata francese che
rende gli onori funebri alle
ceneri del Principe Girolamo Napoleone
con tirare un colpo di cannone
ogni quarto d'ora.- Ho letto i fogli ufficiali di
Palermo intestati "Italia e Vittorio Emanuele, Generale
in Capo e Dittatore Giuseppe
Garibaldi", in essi si osservano i decreti di nomina
di tutti i Ministeri ed altri impieghi, le offerte
volontarie, e l'annessione della
Sicilia alla Confederazione Italiana, espulsione
dei Gesuiti, progetti di strade ferrate, miglioramenti,
borza aperta, iscrizione Banco ecc. E non è strano
se non parlano bene del Governo, a loro dire, decaduto,
e dei Napoletani. Ma della
Costituzione data dal Re Francesco Secondo per nulla
ne parlano. Leggiamo sugli
ordini che ci pervengono che il Maresciallo
Nunziante comanda la 6ª Brigata fornita
di immensa artiglieria e che marcia sulle Calabrie,
non si sa a qual fine perchè sembrano
tranquille e senza alcun moto rivoluzionario,
avendo ieri ricevuto lettera da Monteleone dal Sig.
Colonnello Ghio, che comanda due
Reggimenti, cioè il 2° e l'11° di
Linea, che mi avvisa le Calabrie tranquille; si
suppone forse che con detta Colonna Nunziante verrà
anche in Sicilia.- Alle ore 2 di
notte è partito da qui per Napoli il vapore "l'Etna"
ed ha imbarcato le due compagnie di artiglieria
(7ª e 14ª) con tutta la roba
superante delle 6 compagnie di artiglieria qui di
presidio del Reggimento Regina.-
5 LUGLIO
Questa notte alle ore 3 ½ si è chiamato
all'arme dalle sentinelle
del Forte D.Relasco; essendomi portato sulla cinta
principale ed osservato che
non era cosa positiva ma poche fucilate dalla parte
dei Mosetti, ho lasciato dormire
tranquillamente la truppa del presidio di questa
Fortezza.- Verso le ore 7 ed un quarto le
sentinelle della Cittadella, avendo
chiamato di bel nuovo all'armi, mi sono portato
dalla Gran Guardia ed ho verificato che
i colpi di fucile che tirano i bastimenti
nel porto per innalzare le loro bandiere, lo hanno
praticato molto prima dell'aurora, per
cui le sentinelle credendo di essere
stato attaccato fuoco in Città hanno chiamato all'arme.-
Verso le ore 24 da un vapore sono
sbarcati 30mila ducati per la
truppa che sono stati riposti nella
Cittadella.- Le truppe situate
sulle alture che coronano la Città
ricevano la razione viveri a
secco.- Gran confusione. Giunge il
vapore "Duca di Calabria" proveniente da Napoli
e assicura che in Napoli tutto è tranquillo
e che S.M.(D.G.) sia sortito in carrozza
accompagnato dal Ministro Inglese e Francese e che
le nostre truppe presto andranno
pacificamente in Palermo e Catania.
Intanto riceviamo notizie che Garibaldi stia a Malta
per incettare vapori per fare uno sbarco
verso la Cittadella e masse che si
organizzano a 30miglia da qui (Barcellona), che
si organizzano dal tenente De Benedictis, nostro
Ufficiale di Artiglieria disertore,
e comandate da un uffiziale di gran fiducia di Garibaldi,
Medici; tutto è incerto.- Il lazzaretto
è stato evacuato dagli infermi che
si sono inviati a Reggio.- Si costruiscono 600 mangiatoie
nella Cittadella e al Lazzaretto per
gli animali delle 5 batterie che
trovansi in questa, oltre la cavalleria alloggiata
in Città.-
6 LUGLIO
Corrono varie notizie, ognuno la
discorre come la pensa. La
Sicilia è in balia di se stessa; i più forti o cattivi
soggetti, massime nei paesi
piccoli, rubano e uccidono impunemente.
Giustizia, tribunali, giudicati,
polizia niente di tutto ciò esiste; Ogni Comune
o villaggio ha il suo Comitato e si governano
come credono, a discapito sempre
delle persone oneste e pacifiche.- Metà della truppa
è sempre in posizione al bivacco e
occupa tutte le posizioni in Città
come al di fuori; il resto sempre consegnata in
quartiere per evitare la diserzione.
Incerti siamo di quanto passa, nulla
di positivo sappiamo; le nostre
truppe in Sicilia non occupano che Siracusa, Augusta,
Milazzo e Messina con la formidabile Cittadella.-
Della Costituzione, abbenchè
pubblicata, nulla si conosce come la pensano o dicono
i Comitati di Palermo e Catania; quanto si
assicura, la generalità l'accetta
purchè, però, sia garantita da qualche potenza estera,
dicendo sempre che più di una volta è
stata da essi accordata e con la
massima indifferenza tolta. Secondo me l'aver detto
"si accorda la Costituzione del 1848", che
fu sospesa e non tolta, non è stato
regolare; sarebbe stato meglio il dire "... considerando
che il voto dei miei amatissimi sudditi
desiderano una Costituzione, se ad
essi accordo quella del 1848, che la circostanza
del tempi obbligarono il mio augusto Genitore
di sospendere..." - oppure di non
citarla affatto.
7 LUGLIO
Sono giunti da Napoli due vapori;
è venuto con questi il colonnello
Anzoni all'immediazione di S.M.(D.G.); quale sia
la sua missione non si conosce.
Varie conferenze ha tenuto col Generale
Clary.-Il Genio continua a fare grandi
lavori per maggiormente fortificare la Cittadella,
migliaia di sacchi a terra si
costruiscono. Contraddittorie notizie
si spacciano, come ad esempio: un ambasciatore Russo
a Palermo incaricato per gli
affari di Napoli; Garibaldi che ha
fatto fondere tutte le campane per costruire mortai
e cannoni; altri assicurano che tutto si
accomoderà diplomaticamente, ma però
che la truppa deve marciare avanti e mostrarsi;
che il Castello di Palermo sia stato
smantellato e ridotto in modo da
non poter più offendere la Città; infine, un mondo
di coglionerie a cui non bisogna prestar fede.-
Si sono aperti tre pozzi nella Cittadella di acqua
possibilmente buona. Abbiamo 40 pinne di acqua per
le fontane le quali spesso si
arrestano si è obbligato ricorrere
alle riserve, con tutto ciò nei giorni che perennemente
le fontane scaturiscono acqua pure non è
affatto sufficiente per abbeverare
tre volte al giorno 650 muli e cavalli delle 5 batterie
e circa 4600 uomini. Al Lazzaretto vi
sono 22 grosse tine le quali si riempiono
d'acqua due volte al giorno da una cisterna detta
di mare la quale attinge acqua con le
pompe a Pozzo Leone e la trasporta
per mare fino al Lazzaretto ove vi è la 14ª batteria
a schiena per abbeverare 140 muli e cavalli.
8 LUGLIO
Vari vapori inglesi entrano e sortono
nel porto; il vapore austriaco
ch'era nel porto è partito. Un nostro vapore è partito
per Siracusa, altro per Reggio, dicesi,
per prendere 3 battaglioni
di Cacciatori per sbarcarli a Messina.- Dodici impiegati
di polizia di Palermo sono nella Cittadella perchè
temono di essere uccisi in
Città.- Verso le ore 20 un grosso vascello inglese
ha traversato il Faro verso Napoli.- È giunto un
vapore da Napoli portando
120 emigranti siciliani che rientrano nelle loro
patrie: effetto della Costituzione!
9 LUGLIO
Alcuni artiglieri si permisero giorni
fa di scassinare una casa di
negoziante; essendo stati conosciuti
ed arrestati hanno subito un
consiglio di guerra in modo subitaneo
e condannati, quattro di essi,
a cinque giri di bacchetta per 100 uomini e a tre
anni di prigionia; altri quattro ai servizi ignobili
e altri quattro in libertà.
Stamane si è eseguita la sentenza nella Cittadella,
intervenendovi un distaccamento di ogni Corpo.-
La truppa è sommamente defaticata.-
Si è imbarcata per Milazzo una compagnia di artiglieria
, un Uffiziale e 60 Pionieri. Il 1°
Reggimento di Linea si è imbarcato,
non si conosce ove deve sbarcare.- Il Capitano Lamberti
e il Primo Tenente Tosti, dell'8°
battaglione Cacciatori sono passati
alla 4ª classe dopo di essere stati sotto chiave
nella Cittadella per dimostrare viltà.-
Essendovi una brigata in posizione
sulle alture che circondano Messina, si è potuto
stabilire un telegrafo ad asta a Torretta che
corrisponde tra Milazzo e Messina,
però non sempre in tutte le ore è visibile: questo
è il solo telegrafo che abbiamo.-
Siamo in attenzione dei battaglioni
Cacciatori che devono venire con i vapori da qui
spediti per Giulianova; si crede che
finalmente si andrà ad attaccare
le masse che trovansi riunite a Barcellona (che
dista 27 miglia da Messina) operazione che avrebbe
dovuto farsi molto prima per non
farle aumentare al numero di 4mila che sono. Sono
esse dirette da un cognominato Medici,
Generale, antico dipendente di Garibaldi
che lo tiene molto in conto
per gli affari di guerra.-
Dal Generale Comandante la Piazza di Siracusa è
stato spedito in questa il pagano Giuseppe Fasano;
questo individuo, figlio di un
negoziante di seta ed abbenchè napoletano,
si domiciliò a Catania sposando una catanese. Egli
mi assicura essere innocente di quanto
gli viene imputato, cioè di essere
una spia del Comitato di Catania e di essersi portato
in Siracusa per fare disertare i
soldati. Certo è che partendo da
Catania, paese in insurrezione, con un Comitato
senza autorizzazione del legittimo governo, portarsi
in Siracusa ove sono le truppe Regie, l'essersi
posto a leggere in una decente bettola una carta
stampata (che dice "Avvertimento
di Popoli Liberi") nella quale fa vedere che tutto
il continente di Napoli è in rivolta, che S.M. è
fortemente ammalato in Portici
e che tutte le Provincie vogliono l'annessione al
Piemonte ecc., tutte queste cose dette, lette e
proclamate in un circolo di
soldati e sottouffiziali non fanno per nulla credere
alla innocenza che spaccia.- Prevenuto di ciò il
Generale di Siracusa, dopo
che lo fece arrestare, lo ha spedito in questa con
l'avvertimento stampato ed un sunto
del suo operato in Siracusa:
egli trovasi in un criminale di questa
Cittadella in attenzione del suo destino.
10 LUGLIO
Alle ore 6 a.m. sono entrati nel
Faro due vascelli misti francesi
e si sono ancorati nelle vicinanze
del Salvatore de'Greci fuori del porto. Verso le
9 il Console inglese si è portato sui detti
legni che gli hanno reso gli onori
di uso. Hanno salutato la Piazza con 21 tiri di
cannone e dalla Cittadella si è corrisposto con
altrettanti tiri.- Alle ore 20 d'Italia sono di
bel nuovo partiti per essere passata la corrente
che li aveva obbligati qui
ancorare.
Verso un'ora e mezza di notte si
è chiamata all'arme in Città ma è stato un falso
all'arme perchè verificatosi per un
bifolco che ha tirato veri colpi
di stile ad una meretrice, che la gendarmeria lo
ha arrestato subito, e siccome tutti sono con animo
sospeso, nel fuggire molta gente
una sentinella ha chiamato all'armi che subito si
è propagata la voce per le immense
sentinelle che circondano la Città.
Oggi alle ore 22 vi è stata una gran manovra al
Piano di Terranova di tutte le Armi, circa
10mila uomini vi sono intervenuti,
quattro batterie, due di campagna, una a schiena
e la quarta a trascino.
11 LUGLIO
Oggi è rientrato da Milazzo il vapore
che portò colà le 6 compagnie del 1° di Linea,
ed un distaccamento di artiglieria;
l'artiglieria è stata cambiata ed
è tornata in questa. La 6ª compagnia del 13° di
Linea, comandata dal Colonnello di Torrebruno, sono
sbarcate a Reggio per un intrigo che si saprà. Le
6 compagnie comandate dal Colonnello
Pironti sono rimaste di guarnigione a Milazzo. Tutta
la guarnigione è stata cambiata,
anche lo Uffiziale del Genio.- Alle
ore 23 è giunto un vapore proveniente da Giulianova
ed ha sbarcato il Settimo Battaglione Cacciatori,
comandato da Tenente Colonnello Tedeschi: altri
battaglioni di Cacciatori si attendono. Il numero
di soldati per il bivacco
a Terranova è alquanto diminuito per la notte.-
12 LUGLIO
Questa sera sono giunti altri tre
battaglioni sui vapori anche da Giulianova e sono
il 1° e il 4°(Marra – La Rocca) e 6°(La Rosa).-
Il 13° di Linea ha ricevuto ordine
di portarsi a Castellammare di
Napoli. Si vuole che fra il Piemonte
e Napoli vi sia di già qualche cosa convenuta tra
i due governi, verte soltanto la
difficoltà che Napoli vuole mantenere
la semplice difensiva di ciò che contiene attualmente
l'Italia, ma non l'offensiva, p.es.:
difendere tutto lo Stato Italiano,
ma non prendere l'offensiva se si dovesse attaccare
Venezia o intraprendere altra conquista. I
demagoghi spargono la notizia di
essere stati avvistati tutti in Consoli in questa(Messina)
di stare in attenzione della misteriosa
entrata delle truppe di Garibaldi.
Ciò è una bubbola, ma se per poco vi fosse qualche
sentore di convegno o fellonia, il
Comandante della Cittadella è deciso
dar fuoco alle polveriste per così non più appartenere
nè a Dio nè al Diavolo. Nella Cittadella
vi esistono 7mila e più cantaia di
polvere, oltre i tiri confezionati per 320 pezzi,
ognuno dei quali ne ha 20 di dote, più
due milioni e mezzo di cartucce fucilieri.
La cosa più triste per l'Armata si è la diffidenza
che esiste tra noi: uffiziali che
disertano giornalmente e i soldati
che li seguono. Non si può comandare allorchè si
diffida, e si teme di essere traditi. Del
distaccamento del 13° di Linea in
meno di 15 giorni sono disertati
due uffiziali e 13 soldati; nel giungere
ieri qui gli artiglieri del
distaccamento di Milazzo, un artigliere stamane
è disertato. I reclutanti pagano bene, Garibaldi
non spende del suo, ma difficilmente
entrerà misteriosamente nella Cittadella essendone
il Comandante.
13 LUGLIO
Il giorno 9 del corrente mese sul
vapore francese noleggiato a
conto del nostro Governo imbarcò
l'intiera guarnigione per Milazzo
essendo stata tutta cambiata per
qualche sospetto o infamia ordita
dal Colonnello di Terrabruna del
13° di Linea che colà comandava 6 compagnia del
suo Reggimento.-Il detto vapore francese ebbe per
scorta la nostra fregata "Il Veloce"
comandata dal Capitano di Vascello Anguissola. Giunti
a metà cammino "Il Veloce" consegnò al
vapore francese alcuni pieghi dicendogli
che aveva altre commissioni da disimpegnare e si
allontanò.- Nel sortire dal porto
i detti due legni, partì parimenti
il nostro piccolo vapore "L'Elba" per Reggio per
indi, per altre commissioni, trovarsi a
Pizzo alla punta di giorno; ma appena
sortito da Torre di Faro, dalla fregata "Il Veloce"
fu chiamato all'ubbidienza e lo
catturò.- Parimenti veniva da Napoli
"Il Duca di Calabria, anche
vapore piccolo, che chiamato parimenti
dalla fregata "Il Veloce",
fu anche catturato, sicchè "Il Veloce" portando
a rimorchio i detti due vapori è passato al nemico.-
Rientrando da Milazzo il vapore francese
senza la fregata "Il Veloce", diede conoscenza a
questo Generale Comandante le Armi che "Il Veloce"
non l'aveva seguito per disimpegnare altre commissioni
cui era stato incaricato. Segnalato
a Napoli se ciò era vero, fu risposto negativamente.
Intanto, dopo due giorni, ci fu segnalato
da Milazzo che "Il Veloce" si scopriva
in quelle acque rimorchiando due piccoli legni che
non si conoscevano effettivamente
a chi appartenessero perchè senza bandiere. Infamie
simili soltanto ai tempi del progresso si verificano!
Il Veloce si diede al nemico
in uno con la preda ! - Si vocifera che S.M. Abbia
convenuto col Re di Piemonte una lega offensiva
e difensiva di cui si era in questione; mi sembra
difficilissimo. La cattiva fede è
all'ordine del giorno! - Verso le ore 22 è partita
una colonna comandata dal Colonnello Del
Bosco, composta dal 1°, 8° e 9 battaglione
Cacciatori, uno squadrone di Cacciatori a cavallo,
di 40 Pionieri con i corrispondenti
ferramenti, una sezione si ambulanza, equipaggi
tratti dalla batteria n°14 e la batteria a trascino
n°13.- Il Battaglione del
4° di Linea che si era imbarcato per portarsi a
Reggio di nuovo è sbarcato; è comandato dal Maggiore
Anguissola, fratello del Comandante
la fregata a vapore "Il Veloce" che si era
dato al nemico.- Ricevo nelle prigioni
della Cittadella due disertori
al nemico, arrestati dai compagni d'arme, ed un
reclutante a cui era stata venduta
una pistola dal disertore del
treno arrestato.- Gli infermi rimasti
a Girgenti all'Ospedale del 4° di Linea oggi
sono rientrati; essi erano al numero
di 13, ma passando per Terranova, quel Comitato
se ne ha ritenuti 4 dei più robusti e, taglia vantaggiosa,
gli altri 9, senza molestia alcuna, sono qui sbarcati.-
15 LUGLIO
Avvicinandosi la colonna comandata
dal Comandante Del Bosco, nei
pressi di Spadafora, gli insorti
hanno bruciato quel telegrafo che
corrispondeva con la linea di Palermo;
ora va rimettersi per mettersi
in comunicazione con Messina.- Sono giunti alle
acque di Milazzo tre nostri
vapori da guerra per restarvi in crociera.- La
diserzione disgraziatamente seguita.-
Corre la triste notizia che altro vapore proveniente
da Napoli, e che portava 35mila ducati
per la truppa, sia stato catturato
o si è dato al nemico.- La nostra posizione è tristissima;
il nemico conosce anticipatamente
tutti i nostri movimenti e le operazioni
che si vanno a fare. Garibaldi esilia da Messina
tutti quelle che crede attaccati a
Governo, questi obbediscono subito
per timore di essere ammazzati.- Da Palermo da Garibaldi
si fanno imposizioni e si
pagano puntualmente; giorni dietro la Badessa di
S.Caterina pagò 900 ducati: queste cose si conoscono
e nessun rimedio vi si appresta.
Polizia non ne abbiamo, tutti fuggono e si salvano,
i numerosi Conventi di clausura di Messina sono
stati autorizzati da questo
Cardinale Arcivescovo di far sortire le monache
professe e le componenti le Comunità per salvarsi
ed andarsene a casa loro,
infine, un disordine incomprensibile e sembra che
da per tutto vi sia tradimento. Se da questo non
resteremo vittime, sicuramente
passeremo alla casa dei matti in
Aversa. È impossibile idearsi quello che qui passa
con circa 20mila uomini di truppa, immensa
artiglieria e la formidabile Cittadella,
la quale, però, se perde l'appoggio del mare, finiti
i viveri, non vale più nulla... Faccia Iddio!
16 LUGLIO
Questa mattina si sono spedite a
Milazzo per la Colonna Del Bosco
le seguenti razioni per via di mare:
biscotti, cantaia 391; prosciutti,
cantaia 53; formaggio, cantaia 38; avena, cantaia
214; più i bariloni dei 3
battaglioni di Cacciatori.- Dal giorno che partì
la Colonna Del Bosco cominciò di bel nuovo
l'emigrazione dei cittadini da Messina,
che prima avevano cominciato a rientrare; le botteghe
di nuovo sono chiuse. E quello
che trovo più triste si è che cominciano
a mancare i viveri, stante che non tutta la truppa
ha potuto fare la regolare spesa
dell'ordinario e molti Uffiziali
non hanno rinvenuto pane in Messina.- Intanto, finora,
nessun provvedimento si prende, nel
mentre, se si volesse agire con energia,
sarebbe regolare chiamare il Sindaco e, con la forza
o violenza, obbligare i panettieri a
panizzare e i maccaronai a fare la
pasta, giusta il consueto, oppure scrivere in Calabria
di venire qui a vendere senza dazio, vigilando coloro
che sbarcano se siano molestati o minacciati dai
sicilaini, stante che l'abbondanze di frutti che
giornalmente sbarcavano da
Calabria stamane non ne sono comparsi affatto, e
credo per minaccia dei Messinesi che cercano tutti
i mezzi di provarci di tutto.
Intanto con quanta forza agiscono i Comitati segreti
a noi ciecamente si ubbidisce, altrettanta indifferenza
si usa dal Generale in Capo che per
nulla finora ha disposto, nè
con ordini precisi, nè con la violenza
di cui si avrebbe di bisogno.-
Tutti fuggono dalla Città: le monache hanno abbandonato
i loro conventi, gli artigiani i
loro opifici, i bottegai e
negozianti sono, la maggior parte, chiusi; intanto
nessuna misura energica si adopera e si teme – come
si sparge la voce dai così
detti liberali – che andiamo ad essere attaccati,
e ciò superiormente si crede, nel mentre abbiamo
quantità di avamposti e circa
15mila uomini armati. Notizie sicure non ne abbiamo,
ma neppure sappiamo che forti colonne nemiche si
avanzano. Sono voci che si
fanno spargere ad arte; per me desidero che queste
voci si verificassero per conoscere effettivamente
la forza del nemico che, qualunque
fosse, sarebbe sempre battuta attesi i mezzi che
abbiamo e che, forse, superiormente sono poco calcolati,
a meno che le superiori istruzioni,
fussero stati di non impegnarsi.- Tra le masse che
si sono formate degli insorti comandate da un
certo Medici vi è un nostro Uffiziale
del 2° di Linea di nome D.Gerardo Ferrantina, pugliese,
tanto vantato dai fogli di
Barcellona per aver egli prontamente istruita la
sua compagnia e che merita gli elogi ed il grado
di cui è stato insignito.- Tra le
notizie che si spacciano dai fogli
dei Comitati vi è anche quello che gli inglesi hanno
regalato due vapori da guerra a Garibaldi, che,
uniti a quelli comprati in Inghilterra e quei catturati
mercè la benevolenza del Comandante della nostra
fregata a vapore "Il Veloce" Anguissola, va ad effettuare
uno sbarco nelle vicinanze di Salerno; siamo in
aspettativa se ciò si verifica oppure no . Mi
sembrano mille anni sortire dallo
stato di apatia in cui siamo.
Certo è che si parla sempre di entrata
misteriosa nella Cittadella,
ma nessun preparativo finora si scorge che volessero
tanto praticare. Mi auguro che lo
tentino per così conoscere cosa
vuol dire la Cittadella, a meno che
non abbiano un forte partito nel presidio che finora
la polizia particolare del Comandante per
nulla può sospettare, o che si impedisse
il commercio di mare, perchè allora cadrebbe come
tutte le piazzeforti, a meno che il
Comandante della Cittadella non dia
fuoco alle polveriste, come ha in mente.-
Ruggiero Settimo, l'organizzatore
della rivoluzione del 1848, è rientrato a Palermo
proveniente da Malta dietro lusinghiero invito fattogli
da Garibaldi in nome di tutta la Sicilia quale liberatore
della sua patria.- Garibaldi prende
piede in Sicilia quale Dittatore ed esercita con
maniere e prudenza nonchè con giustizia
la sua commessione... Come finirà
questa commedia ?
17 LUGLIO
Sono stati ristretti nelle prigioni
di questa fortezza vari disertori
ed un pagano arrestato agli avamposti che si suppone
faccia parte delle masse; come pure
un artigliere di questa 3ª
Brigata, il quale, per recidiva di diserzione, fu
condannato a 7 anni ai ferri da espiarli nelle prigioni
di Trapani. Or, siccome nell'abbandonare
Trapani la nostra truppa, le galere furono aperte,
anche questo artigliere fu messo in libertà e certamente
prese servizio fra le masse perchè
giovane robusto e ben formato. Ora, dopo circa un
mese e mezzo, viene a presentarsi da questo Sig.
Generale Comandante per essere arruolato come soldato.
Certamente sarà una spia spedita da Palermo, perchè
sembra impossibile che da
Trapani fino a qui, quasi 200 e più miglia di cammino,
traversando città e paesi senza che gli sia stato
intercetto il suo viaggio trovandosi l'intiera Isola
in rivoluzione. Tanto egli mi ha asserito.-
Si ricevano rapporti da Milazzo;
a qualche miglio da Milazzo vi sono molti mulini
i quali erano occupati da molte truppe insorte
e, come assicurano, anche Piemontesi
i quali non facevano macinare per affamare la truppa
e la popolazione e ciò col consenso del
Comitato di Milazzo. Ma il Colonnello
Del Bosco, conducendo due compagnie di Cacciatori,
si è portato sui detti mulini per
scacciarli; il nemico, appena veduti
i Cacciatori, dandosi alla fuga, ha lasciato fucili,
munizioni e quanto aveva nei
mulini, i quali si sono attivati
e moliscono come prima.- Nella scorta fatta in vari
villaggi del detto distaccamento le case
tutte hanno cacciato fuori bandiera
bianca.- Pare, per altro, che la nostra truppa abbia
ordine di non attaccare se non sono
attaccati; si suppone che si stia
in qualche trattativa col
Ministro Piemontese Cavour con la mediazione della
Francia e dell'Inghilterra.
Intanto da Messina tutti fuggono e stamane correva
voce nella Città che una colonna nemica era da qui
lontana vicino a Scaletta,
circa 4 miglia, cosa che non si è verificata.- Tutte
le persone imbarcate sul vapore "Il Veloce", che
si diede al nemico, ed i due
piccoli vapori "L'Elba" ed "Il Duca di Calabria",
catturati, giungono a Palermo, Garibaldi li ha imbarcati
su di un legno inglese e li
ha mandati in Napoli, ove sono giunte, facendo imbarcare
anche la ciurma del "Veloce" e dei due legni catturati,
che si sono rinunciati di restare
al suo servizio.-
18 LUGLIO
Per telegrafo ad asta il Colonnello
Del Bosco segnala da Milazzo
che 4 compagnie di Cacciatori, spintesi
nelle vicinanze di un paese chiamato Meri, a circa
4 miglia da Milazzo, si attaccarono i
nostri con le truppe di Garibaldi;
i Cacciatori, comandati dal Maggiori Maringh, si
comportarono da vecchi soldati agguerriti.
Fecero prigionieri un capitano e
14 Piemontesi e cinque feriti.- Dopo l'azione il
Maggiore Maringh abbandonò la posizione e si
ritirò. Nel giungere a Milazzo il
Colonnello Del Bosco lo ha ristretto agli arresti
in Castello, spendendo subito altre 3
compagnie, comandate dal Maggiore
Maria, per riprendere la posizione. Domani da per
altro rinforzo da Messina, stante che a
Barcellona vi è una massa di circa
7mila uomini con molti Corpi Piemontesi.- Riceviamo
notizie tristi da Napoli per un conflitto
vi sia stato tra Guardie Reali e
paesani; francesi feriti, inglesi, infine tante
notizie contraddittori che, secondo me, sarà
stato tutt'altro di quello che si
dice.- Sarebbe meglio battersi che restare nello
stato di aspettativa e apatia
in cui stiamo, bastantemente penosa, perchè nello
stato di aspettativa vi entra anche l'ozio e quest'ozio
vi fa occupare tante notizie.
Chi apporta notizie delle masse si
formano in Barcellona, altri
che contano la grande emigrazione dei cittadini
di Messina, altri che prevedono che
saremo affamati perchè i venditori, minacciati dal
Comitato, chiudono le botteghe, altri
che la Cittadella sarà presa per
incanto e misteriosamente e, finalmente, si assicura
che 6 vapori Napoletani col Generale di Marina Roberti
si sia portato a Palermo e si abbia preso il nostro
vapore "Il Veloce" che si diede al nemico col Comandante
Anguissola ed altri dicono che dal
Console francese sia stato fatto rilasciare per
portarsi in Napoli, in fine un mondo di
coglionerie, di spiritose invenzioni.-
Questa e la guerra civile e di partiti che ognuno
discorre come la pensa e secondo il partito che
ha sposato. Certo si è che la paura è un male contagioso
facile ad invadere gli spiriti de boli ed i militari
di poca esperienza o chi giammai
ha fatto la guerra.
Sino venuti arrestati due caporali
del 15° di Linea sorpresi sul
momento di disertare e che stavano
mutando d'abiti; questi hanno fatto resistenza alla
forza pubblica. Li ho inviati al carcere del
Forte SS.Salvatore.- Due battaglioni
di Linea erano giunti alla
marina per imbarcarsi per Milazzo, me nell'imbarcarsi,
venuto un segnale telegrafico
da Napoli, si è sospeso l'imbarco e sono di bel
nuovo rientrati in quartiere.-
Si sono di già situate nella Cittadella
4 pompe con lunghi stantuffi per attingere acqua.
Che immense spese si fanno! Che
tesori si spendono! e... quanto si
ruba!
19 LUGLIO
Si assicura che i due battaglioni
che non partirono ieri al giorno
per Milazzo per effetto dell'ordine
telegrafico venuto da Napoli
sia di sospendersi tutte le ostilità
fino a che non vengano le
decisioni dettate dalla Francia.- Siamo senza corrispondenza,
siamo privi di vapori da Napoli, ma corre voce che
nella Capitale vi sia stato
un gran trambusto anche di fucilate e che S.M. si
sia ritirato a Gaeta.
In Reggio vi è stata una forte dimostrazione;
in detta Città vi è stabilito un
Comitato, al pari di Messina, con 15mila uomini
di truppa di tutte le armi, per cui non è strano
se il Comitato di Reggio dispone
egualmente come qui, non essendovi in Reggio che
un battaglione del 13° di Linea che giornalmente
disertano per squadre. Miseria umana! Verso le ore
2 di notte ricevo avviso di essere giunti nel porto
col vapore francese noleggiato dal
nostro Governo (il Brasile) proveniente da Milazzo
che porta i 14 prigionieri Piemontesi ed
cinque feriti da tenerli ben custoditi
nella Cittadella, trattando i soldati con paterna
cura e religiosità e dargli 12 grane al
giorno per ciascuno; ed il capitano
trattarlo con la massima decenza ed urbanità. Essendo
chiuse le porte ed alzati i ponti
della Cittadella, si rimette a domani
lo sbarco dei medesimi.
Essi sono:
Prigionieri
D.Alessandro Catania – Capitano
Gaetano Rezzonica - soldato
Giovanni Grappone - soldato
Carlo Bussola - soldato
Salvatore Funaro - soldato
Felice Finetti - soldato
Giovanni Ugolino - soldato
Carlo Summaino - soldato
Valentino Pilotti - soldato
Luigi Colombi - soldato
Ernesto Rongani - soldato
Eduardo Pescopoldi - soldato
Giuseppe Brusà - soldato
Ernesto Casarico - soldato
Vittorio Mulinate
Gaetano Citicetti
Egidio Gabulio
Alessandro Daina
Gaspare Missuri
Feriti
- Foriere Maggiore
-2° Segretario
-soldato
-soldato
-soldato
20 LUGLIO
Questa mattina alle ore 6 ½ a.m.m
sono sbarcati i prigionieri
Piemontesi che ho invitati nel Forte
SS. Salvatore; comuni che
ricevano 12 grani al giorno, e la razione, li ho
fatti porre all'ordine dell'artiglieria
del Forte; il Capitano sarà differentemente trattato.
Il capitano mi ha detto che 50 siciliani
erano stati aggregati alla sua compagnia,
il quale appena intesero il primo colpo di fucile
se ne fuggirono tutti.- Ho
ricevuto parimenti 30 fucili, la maggior parte rigati
e a percussione, una bandiera tre colori non del
Piemonte, perchè ove vi deve
essere la croce in mezzo al bianco, vi sono 4 schiacchetti
rossi, parimenti un cattivo bonetto ed una miserabile
blusa. Tanto il capitano che
i soldati sono quasi vestiti da pagani, con poche
mostre da masse, ma si battono male. Il detto Capitano
mi ha assicurato che i nostri
Cacciatori si battono bene e che furono caricati
alla baionetta in modo che anche lui ne ricevè che
gli ha lacerato la blusa e
prodottagli leggiera ferita. I 5 feriti, come avevo
ricevuto avviso, non poterono imbarcarsi a Milazzo
perchè gravemente infermi.
La nostra perdita non ancora si è manifestata, ma
non sarà stata indifferente, perchè molti Piemontesi
rimasero estinti.-
Riceviamo cattivissime notizie da
Milazzo: Garibaldi con 5 vapori
è sbarcato tra il Capo di Milazzo
e Patti e con le altre truppe per via di terra si
calcola la sua forza a circa 17mila uomini,
per cui la colonna del Colonnello
Del Bosco, sopraffatta dal numero, è stata obbligata
ritirarsi sotto la protezione del
Castello; si suppone che vi sia stato
un forte attacco nel ritirarsi, che molto sangue
siasi versato dall'una e dall'altra
parte. Il peggio è che Milazzo non
ha viveri che per 3 mesi, ma per la sola sua guarnigione
di 300 uomini; ma ora sono circa 4mila
uomini e più, non sarebbero più sufficienti
che per pochi giorni. È vero che si spedirono oltre
50mila razioni a secco, ma la truppa in posizione
ne avrà ben consumate molte migliaia; non saprei
cosa si deciderà superiormente:
domani si saprà l'occorrente.-
21 LUGLIO
Le notizie seguitano ad essere molto
deplorabili; cioè che la colonna Del Bosco siasi
ritirata nel Castello di Milazzo
sopraffatta e battuta da forza molto
superiore; si domanda rinforzo,
si spedì il 7° di Linea per via di terra, e si fece
di nuovo ritornare perchè molto debole a fronte
del nemico. Per via di mare
non può soccorrersi per mancanza di legni a vapore
da guerra, per uomini, viveri o munizioni, per cui
si teme che se non giunge
da Napoli una forte spedizione Milazzo deve cedere.-
Si assicura che i patti proposti al Re siano che
la Sicilia si scelga da per
se un Sovrano e resta nella sua indipendenza; in
compenso il Re di Napoli avrebbe Benevento e Pontecorvo,
ed una parte delle Marche;
che S.M.Francesco II faccia un viaggio all'estero
rimanendo la reggenza a suo zio D.Leopoldo e se
in caso il Re di Piemonte.
Ecco le voci della giornata che circolano e da cui
si presta fede: bubbole! Si
è segnalato in Napoli la popolazione di Milazzo,
si è in attenzione di provvidenze.-
Vengo assicurato con tutta certezza che il nostro
Generale in Capo Clary ha ritirato da negoziante
inglese Grillo una cambiale di docati
18mila... Faccia Iddio e la Divina Misericordia
ci assista... però lo credo impossibile: emuli
e nemici ne ha molti perchè a lui
inferiori in talento.- Quattro compagnie dell'8°
Cacciatori, appartenenti alla colonna
del Colonnello Del Bosco che trovavansi
in posizione a Spadafora , non avendosi potuto ritirare
a Milazzo, hanno ripiegato sui nostri
avamposti di Messina, al Gesso, e
questa mattina si sono spediti i viveri a secco.
Nel consiglio di difesa tenuto stamane
si è deciso rimanersi nello
stato attuale fino ad attendere le
decisioni da Napoli se manda una forza per mare
per soccorrere Milazzo di viveri, munizioni e
uomini, stante che qui abbiamo molta
gente inutile che in caso di assedio sarebbe di
un grande imbarazzo per la Cittadella,
soprattutto per 600 animali, batteria
a trascino ed altri Corpi, nel mentre per la Cittadella,
per mantenere lungo assedio, circa
3mila uomini sono superanti. Cosa
possono servire 4 squadroni di Ussari ed uno squadrone
di Cacciatori in un assedio che sortendo
dalla Fortezza si entra in popolosa
Città e montagne vicine se da Napoli non si manda
forza, munizioni e viveri, Milazzo si renderà,
e la gente superante cavalleria e
treno dovrà mandarsi da qui a Reggio se pure vi
è tempo e mezzi.- Verso tardi
vi è stato un Consiglio di Difesa ove vari pareri
si sono discussi , per esempio soccorrere Milazzo
per via di terra, abbandonare la Città restando
semplicemente la guarnigione dei Castelli e della
Cittadella, ed altri pareri, ma l'ostacolo
maggiore si è il trasporto dei viveri,
il paese tutto nemico, mancanza dei trasporti ecc.,
ma si è deciso fare imbarcare come
meglio si può la cavalleria pel Continente;
In effetti verso le ore 22
si è imbarcato uno squadrone di Lancieri per disbarcare
a Reggio.- La maggior parte
o quasi tutti gli impiegati di ogni ramo si sono
allontanati dalla Città; siamo senza donne nella
Cittadella, le monache degli innumerevoli
Conventi sono tutte partite, chi in famiglia, altre
in campagna; la Badessa S.Caterina
per Reggio. La mia biancheria che
mandavo in un Conservatorio di donne, stamane ho
dovuto mandarla a prendere di fretta perchè
anche queste in giornata abbandonano
il chiostro. Spero che si recuperi.- Molta perdita
di uomini è costata l'azione data da Del Bosco nelle
vicinanze di Milazzo; un preciso
dettaglio non ancora si è potuto avere perchè senza
corrispondenza a telegrafo, perchè il solo che
avevamo abbenchè servibile per poche
ore del giorno è di bel nuovo tagliato: certo è
da quest'oggi il Comitato ha fatto partire da
Messina due carri zeppi di spille
e una carrozza piena di chirurgi per le truppe di
Garibaldi; molta ho dovuto essere la perdita da
ambo le parti.- Alle ore 23 tutte
le truppe hanno prestato il giuramento al Re e alla
Costituzione.
22 E 23 LUGLIO
Ieri al giorno partì su di un legno
francese il Capitano di Artiglieria
Guillamat vestito da pagano per esplorare cosa si
facesse in Milazzo barricata da per
tutto; assicura anche che i
battaglioni dei Cacciatori comandati
dal Colonnello Del Bosco si trovarono nel Castello
a mezza razione, che l'azione è stata
micidiale da ambo le parti, dei nostri
da 4 a 5 cento, ma da parte di Garibaldi al di più
di 1000 e immensi feriti, causati da
un imboscata fatta da Del Bosco con
4 pezzi di artiglieria che tirando a mitraglia li
ha distrutti; che il vapore "Il Veloce",
che si diede al nemico, è stato quello
che ha fatto più strage dei nostri soldati, ma che
con vele marciava verso Palermo a rimorchio
per cui si suppone avesse ricevuto
qualche palla lanciata dal Forte di Milazzo; che
i due grandi palazzi dei due Ministri
Cassisi e Lumbo andavano in fiamme
e che la popolazione di Milazzo non si era mostrata
molto ostile alla truppa Regia.-
Per le notizie ci pervengono a per
quanto si è osservato dalle alture, l'immensità
dei morti essendo di molto numero per
disposizione di Garibaldi sono stati
trasportati su di un monte ove si sono bruciati.
Per la gran quantità di feriti, oltre due
carri che partirono ieri di spilli,
compreso i medici e chirurgi
della Città, per disposizione del
Comitato in tutte le case si
fanno spilli: i pastai hanno ricevuto
ordine dallo stesso Comitato di tener pronto ognuno
di loro 50 cantaia di pasta per le truppe
di Garibaldi che qui devono giungere
domani o dopodomani. Può darsi, ma io per ora non
lo credo! Per altro, i pagani sono
divenuti molto altieri a segno d'insultare
anche qualche coscritto. Sembra però strano che
stando noi in Messina con circa
15mila uomini il Comitato comanda
e dispone degli uomini e delle proprietà a suo piacere!;
ciò non è strano nelle guerre civili e
di opinioni. Gli impiegati secretamente
sono stati minacciati o di allontanarsi o di essere
ucciso, i giudici dello stesso modo, la
polizia minacciata e non esiste,
si va per le case e si impone contribuzioni e di
allontanarvisi, generi di consumo non se ne fanno
venire, siamo senza sugna e lardo da moltissimi
giorni. Si assicura che in Città vi sono 1900 uomini
armati in un punto ed altri 4000 sperperati per
la Città per insorgere appena Garibaldi comparirà
sulle alture. Noi quindi siamo con piacere in attenzione
di un venuto, massime la Cittadella ch'è tutta pronta
per sperimentare il coraggio estero avanti questi
baluardi! Con sorpresa verso
mezz'ora di notte ricevo ordine dal Generale in
Capo, per bocca di un sottouffiziale, di fare uscire
tutta la truppa dalla Cittadella
e dal Forte SS.Salvatore; ho supposto, quindi, un
tradimento e, nella rabbia, ho detto al sottouffiziale:
"Dite a chi vi manda che mettesse in scritto l'ordine
che mi portate perchè sono in grado di ubbidire!".-
Dopo un quarto d'ora sono venuti
da me il Tenente Di Re ed il Capo dello Stato Maggiore,
molto confusi, cercando scusa di essersi
preso un equivoco, a cui ho risposto
che lo stesso ordine era stato dato a voce a tutti
i forieri d'ordine alla piazza, è però che sia sicuro
chicchessia che simili ordini non saranno mai da
me ubbiditi, essendo io che comando la Cittadella
e che sono responsabile.
Gli affari intanto sono nella massima
confusione ed il peggio si è
la massima diffidenza che esiste
fra noi nel mentre siamo al punto di essere attaccati,
stante che una colonna di 4mila uomini
comandata dal figlio di Garibaldi
da Catania marcia sopra Messina per unirsi alle
truppe di Garibaldi che vengono dal lato opposto,
ossia da Milazzo, oltre 5mila armati che simulati
sono in Messina pronti ad insorgere, per cui forse
dopodomani saremo investiti;
intanto per segno telegrafico da
Napoli si segnala avvertire Milazzo di restar fermi
e di non accettare niuna capitolazione
perchè numerosa flotta sarebbe partita
da Napoli con viveri e truppa di rinforzo.- Vengo
di leggere un bollettino stampato dal
Comitato in dove si legge l'azione
avuta da Del Bosco con Garibaldi il quale racconta
l'avvenuto, e tra le altre cose
racconta non aver sofferto altra
perdita il Garibaldi che 7 o 8 feriti, nel mentre
gli annessionisti stessi assicurano di aver bruciato
700 cadaveri. La nostra perdita è stata di due uffiziali
morti e 8 feriti, 36 soldati morti, circa 80 feriti
e 35 dispersi; ma il nemico ha avuto molta perdita
effetto dell'imboscata di quattro pezzi di artiglieria
che con la mitraglia li ha
sterminati. La ritirata dei Cacciatori è stata in
regola e sempre battendosi coraggiosamente come
lo stesso bollettino lo attesta.
Doveva per forza ritirarsi a fronte
di forza ben 5 volte superiore alla sua, oltre i
legni da guerra che molto male han prodotto alla
nostra truppa e segnatamente "Il
Veloce".
Verso la mezzanotte si è chiamato
all'arme; tutta la truppa della
Cittadella ha preso subito le sue
posizioni sulle batterie e altrove; vi è stato un
fuoco vivo verso la "Lanterna" che ha
durato bastante tempo avendosi spedito
dalla Cittadella anche rinforzo di una compagnia
di Granatieri. Osservando un fuoco vivo
che si faceva in quel punto contro
due legni che sicuramente supponevasi volevano tentare
uno sbarco; disgraziatamente la cosa
non è stata così.
Un legno austriaco ed un paranzotto
napoletano carico di polvere che deve portare a
Reggio, spinti dalla corrente,
sono stati buttati fin sotto la "Lanterna"; all'avvicinarsi,
quindi, è cominciato il fuoco. La notte oscura
alle tante prevenzioni che ha tutta
la truppa non sentendosi le voci dei legni e persuasi
i soldati dalle voci che corrono che
Garibaldi ha detto che per incanto
vuol prendere la Cittadella, hanno supposto che
si voleva tentare uno sbarco.- Finalmente la
forte corrente ha fatto arenare i
due legni sotto la "Lanterna" stessa; la maggior
disgrazia è stata quella che 10 marinai per
timore di essere uccisi si sono buttati
nella barchetta per allontanarsi,
ma la forza della corrente li avrà sommersi non
avendone affatto notizia dei medesimi.
Eppure siamo stati fortunati nella
disgrazia stante che il paranzello è carico al
sommo di polvere che se avesse preso
fuoco moltissimi individui sarebbero periti.
Il legno austriaco pretende per danni
sofferti mille ducati. Fatto
giorno il Generale Palmieri, spedito dal Maresciallo
Clary, dal bivacco di Terranova, si è portato sui
legni per verificare i legni che
si devono pagare; disgrazie che in tempo di guerra
sogliono succedere e che sono inevitabili.-
Una fregata mista da Sud entra nel
"Faro"; è senza bandiere. Chi sa se avremo qualche
ora per riposare.- Gli uffiziali ch'erano al
bivacco questa notte dalla parte
del posto "Lanterna", perchè inavvedutamente i loro
soldati hanno tirato sul legno austriaco ed
al nostro paranzello carico di polvere,
sono stati ristretti agli arresti di rigore in Cittadella.
Essi sono: Capitano D.Vincenzo
Ciotta, Primo Tenente D.Stefano Di
Paola e Alfiere D.Gennaro Orsini, tutti del 15°
di Linea.
Ieri l'Intendente della Provincia
mi domandò alloggio nella
Cittadella ed appena potè ricevere una stanza per
lui, la sorella ed un fratello.
Stamane è stato segnalato essere giunto da Napoli
soccorso a Milazzo di due fregate
napoletane e altre due francesi; non si sa cosa
faranno, ma si suppone per liberare Del Bosco e
la sua colonna che trovasi
assediata nel Castello, oppure per un onorevole
capitolazione.
24 LUGLIO
Questa notte alle 2 a.m. la nostra
fregata a vapore "Il Guiscardo"
proveniente da Milazzo per portare
plichi al Generale in Capo,
spinta dalla corrente, si è arenata
vicino al Forte Lanterna; i
nostri bivacchi che fortunatamente
con l'oscurità l'hanno riconosciuta non gli hanno
fatto fuoco, anzi si sono premurati
accorrere per darle soccorso. Ma
che giovano i soccorsi contro la corrente del Faro?
Ha subito la sorte di tutti gli altri legni che
male accorti non sanno evitarla.
I plichi, per una barchetta, sono stati portati
al Generale.- Stamane alle
ore 4 a.m. sono partite 3mila razioni di gallette
e formaggio per gli avamposti e su di un legno francese
da noi noleggiato si è imbarcato un Commissario
di Guerra per portare alle
guarnigioni di Augusta e Siracusa 22mila ducati
per la 2ª quindicina del corrente mese ed il soldo
degli Uffiziali; cioè 6mila
ad Augusta e 16mila a Siracusa. Povero RE; è una
brutta faccenda la guerra dei principi, come si
suoli far credere!- Dalle
notizie che si possono attingere generalmente, si
conviene che la Sicilia deve abbandonarsi e che
le quattro Fortezze rimaste
in nostro potere: Milazzo, Augusta,
Siracusa e la Cittadella con i Forti adiacenti,
devono evacuarsi; non essendovi intervento di
alcuna grande Potenza direttamente
ed essendo affare dei principi, facilmente può verificarsi.
Ecco la sorte dei militari, sempre
varia ed incostante; nel 1848 sortiti
da questa Cittadella con molto onore e per le varie
sortite da me fatte meritai l'elogi e
decorazioni, essendo stato il primo
Capitano che fui decorato dello insigne Ordine di
Cavaliere di S.Ferdinando, ed ora
Comandante della stessa Cittadella,
dopo tante fatiche e stenti, chi sa come ne sortirò!
Per altro l'uomo d'onore ubbidir deve a
chi lo comanda ed adattarsi a quelle
circostanze che il bisogno richiede, tenendo sempre
presente il giuramento dato. L'Intendente
Cortada a cui ho dato ricovero in
questa Cittadella, nel licenziarsi da me perchè
va ad imbarcarsi per Napoli, mi assicura
che la Sicilia tutta sarà da noi
evacuata rimanendo il solo presidio della Cittadella.-
Messina, intanto, è deserta, senza
autorità alcuna; tutti sono fuggiti,
in campagna o sui legni; si crede di essere attaccati.
Cose contraddittorie! Il legno che
aveva imbarcato i 22mila ducati per
Augusta e Siracusa è rientrato nel porto per non
più partire.- Vengo di ricevere
ordine di consegnare sul vapore "Il Sorrento" il
Capitano ed i prigionieri Piemontesi; "Il Sorrento"
si porta in Milazzo: si crede
che a questo momento quella guarnigione si stia
imbarcando col materiale del Forte.- Stamane hanno
ucciso una vecchia donna per
aver parlato bene della truppa; ora tutto può farsi
impunemente non esistendovi in Città alcuna autorità.
La gente pacifica che non
ha avuto mezzi di fuggire e andare altrove è rannicchiata
in casa tremando; poche facce torbide si vedono
in Città, le botteghe sono
chiuse, tutti gli impiegati sono spariti,
le officine deserte, gli appaltatori
delle bettole nei nei quartini
si sono allontanati, e fino gli impiegati dei viveri
di questa riserva, in modo che ho affidato le chiavi
all'Uffiziale di Piazza Arena
per sortire il necessario; stamane senza carne,
frutta e pochissimo pane.
Il vapore "Il Guiscardo" è stato
tirato fuori da due vapori e
dalla corrente favorevole. Tutti
i legni da guerra delle differenti Potenze ancorati
in questo porto ed i legni mercantili
si sono tirati fuori ancorandosi
fuori il raggio della Cittadella e propriamente
nelle vicinanze di Salvatore dei Greci onde lasciar
libera la Cittadella di poter fare
fuoco perchè si crede di essere attaccati al momento;
tutto è contraddittorio!-
Alle ore 23 si è chiamato all'armi; in un momento
si sono guarnite di artiglieri tutte le batterie
della Cittadella ed il presidio di
2 Reggimenti, le compagnie dei Pionieri
ai loro posti da me assegnati, ed il Capitano di
Chiavi vicino ai ponti per alzarli ed
abbassarli a seconda le circostanze.
Causa di tale allarme è stato che ai nostri avamposti,
ad onta che vi sia prevenzione
di non attaccare, pure quattro individui delle masse
alzando una bandiera a fronte dell'avamposto hanno
tirato quattro fucilate alla
sentinella avanzata che fortunatamente non hanno
colpito; invece la detta sentinella ha tirato un
colpo solo a colui che portava
la bandiera e lo ha steso morto a terra.
All'allarme tutte le truppe della
Città si sono portate al piano
di Terranova giusta il consueto ove
sono rimaste, insieme a quelle
della Cittadella, in posizione fino
alle ore 7 a.m., ritirandosi
dopo per riposare.- Alle ore 9 a.m.
si è chiamato di bel nuovo all'arme per alcune fucilate
tirate in Città stante che essendo
comparsa una bandiera che i rivoltosi
giravano per la Città con le grida "Viva Garibaldi
e Vittorio Emanuele". Il fuggire di un
vitello che faceva tutti scappare,
anche gli individui di truppa e trabanti che facevano
la spesa, ha obbligato la guardia al Banco
di far fuoco; la perdita di qualcuno
dei rivoltosi non ha mancato di far sortire la truppa
ed occupare le loro posizioni, per cui
non può negarsi di essere sommamente
defaticati, massime col sol leone.-
Siamo tutti nella massima diffidenza
perchè temesi da per ogni
dove tradimento. La diserzione di Ufficiali e truppa
seguita, financo tra i Cappellani, e Chirurghi;
sembra che la maggior parte
abbia perduto la testa.- Il Generale
in Capo questa notte ha tenuto lunga conferenza
con il Luogotenente di Garibaldi (Medici)
che comanda alcuni Piemontesi e masse
provenienti da Catania e da questa Provincia. Tutti
temono tradimento nel Capo. Faccia Iddio!
Milazzo ha capitolato mercè la protezione
delle quattro fregate a vapore
colà arrivate; la guarnigione è sortita con tutti
gli onori militari e con la
batteria a trascino, lasciando al nemico la metà
delle mule di detta batteria e dei
cavalli dei Cacciatori , nonchè la piazza guarnita
come trovasi. Questa notte al bivacco il
Generale Palmieri mi assicurava essere
pervenuto ordine di S.M. Che tutta la truppa di
Messina si fusse imbarcata lasciando il
solo il presidio della Cittadella
fino a che non si conosceva quello che le altre
Potenze avrebbero deciso; intanto il Generale
in Capo ha nessuno ha manifestato
un tale Sovrano Rescritto, ad onta che siano giunti
in questo porto 11 vapori per imbarcare la
truppa e circa 600 muli delle tre
batterie che, in caso di assedio, sarebbero perduti.-
Si sta in attenzione del Colonnello
Ansani all'immediazione di
S.MM. Per meglio regolarizzare lo sbarco della truppa.
Egli è reduce da Milazzo per quella capitolazione,
essendo il Re disposto a tutto
credere purché non si sparga sangue.- Dicesi da
chi stamane viene da Napoli sui vapori che S.M.
la Regina vedova sia partita
per Trieste e che degli individui della cameriglia
abbiano avuto passaporti per l'estero, come il Maresciallo
Nunziante, il Brigadiere Afan
De Rivera, il Segretario Particolare del Re Colonnello
Severino, ecc. Vi è poco da crederci.
Gran confusione nel bivacco, cattivissime
disposizioni, molte ciarle, bandiere che girano
nella Città, i nostri posti avanzati
retrocedono. Si crede già tutta abbandonata
la Sicilia come deve essere, tanto per ignoranza
che per tradimento, defezione e per
essere affare dei principii.-
Ho ricevuto ordine far sortire dalla
Cittadella il 14° di Linea
per imbarcarsi venendo rimpiazzato dal 7° di Linea.
26 LUGLIO
Le masse sono prossime alla Città;
ho segnalato ai due Fori Consagra
e Castellaccio di non far fuoco su di esse se non
sono seriamente attaccati.
I nostri avamposti non ancora si sono
ritirati. Vi è ordine del Re
di non fare fuoco. La truppa comincia ad imbarcarsi
alle ore 7 a.m., si sta imbarcando il 14° di Linea:
di circa 20mila uomini resterò col
3°, 5° e 7° di Linea per presidio nella Cittadella.
Nel porto vi sono 13 vapori per
imbarcar truppe; chi sa cosa avverrà
di tanti tesori che contiene questa Fortezza, di
tutti i suoi materiali, cannoni, ecc.- Alle
ore 22 si è imbarcato il 15° di Linea
e molti equipaggi dei battaglioni Cacciatori che
hanno capitolato in Milazzo.- Questa
sera si sono ritirati tutti gli avamposti
rientrando molti battaglioni nella Cittadella ed
altri in posizione a Terranova a
tiro di fucile dalla Cittadella con
una sezione di montagna (artiglieria).- In Città
non più entriamo; questa mattina è
cominciata la razione ed abbiamo
avuto una galletta, formaggio e mezza caraffa di
vino. L'olio dei Corpi di Guardia e per le Caserme
anche viene fornito dalla riserva.- Questa mattina
più non scaturivano acqua le nostre fontane, ma
essendosi scritto dal Generale
in Capo al Comitato, dopo 4 ore l'abbiamo avuta.
L'altro giorno i nostri avamposti
si batterono, in questo mentre il
Comitato e la Città spedirono due
personaggi con un lascia passare del Generale in
Capo onde non fussero molestati dai nostri avamposti,
i quali presentatisi al Generale Fabrizio, che comanda
alcuni italiani e immense masse, lo pregarono desistere
dal fuoco onde evitare che
la Cittadella non avesse incendiata la Città, ed
in effetti cessò il fuoco e siamo in tregua anche
con la Città, nè ostilità
alcuna si dimostra.-L'imbarco per ora va a rilento,
domani imbarcherà la batteria di campagna e forse
qualche battaglione di Cacciatori.
27 LUGLIO
Stamane il Generale in Capo ha riunito
tutti i Capi dei Corpi ed
il Comandante della Cittadella ha cui ha letto le
ministeriali istruzioni: cioè
di cedersi bonariamente i Forti Consagra e
Castellaccio col disarmarli, se si
può, di cedere parimenti Augusta e la piazza di
Siracusa imbarcando tutte le truppe per
sbarcarle nel continente, che tutte
le truppe di Messina si imbarcano lasciando soltanto
nella Cittadella 24 compagnie, cioè 8
del 3° di Linea, 8 del 5° e 8 del
7° di Linea, il resto che deve imbarcarsi, cioè
tre batterie che hanno 600 muli, con espresso
ordine che la Cittadella deve tenersi
a qualunque costo con le 24 compagnie suddette,
la 3ª Brigata di Artiglieria e 2 compagnie di
Pionieri fino a che l'Inghilterra,
la Francia ed il Piemonte non decidono sul proposito.-
Si stanno imbarcando i 4 battaglioni
di Cacciatori; per l'imbarco
dell'Artiglieria di Campagna, a trascino
ed a schiena, con i 600 animali, si attende la venuta
dei vapori francesi.- Il mio parere è stato di non
trattarsi della guarnigione dei Castelli Consagra
e Castellaccio se prima non si imbarca tutte la
truppa che non deve far parte del
presidio della Cittadella, perchè questa truppa
mi darebbe troppo impaccio nella Fortezza; se
negandoci il nemico di far sortire
la truppa dai detti Forti con tutti gli onori militari,
io sarei obbligato imporre la Città con
granate e bombe e si verrebbe a guerra
aperta, contro gli ordini di S.M.-
Mentre scrivo mi si rapporta che
il nemico ha occupato la Città ed
ha stabilito i suoi posti avanzati.
La nostra truppa occupa ancora Terranova con i battaglioni
Cacciatori, una batteria a trascino e
6 compagnie del 4° di Linea, e, ma
suppongo che questa sarà per evitare collisione
tutti entreranno nella Cittadella avendomi il
Generale in Capo domandato una piazza
nel mio alloggio.
Nell'entrare i "fratelli" in Messina
tutti i balconi carichi di
signore che sventolano fazzoletti bianchi gridavano
"Viva Vittorio Emanuele, Garibaldi
e la Costituzione". La Città è popolatissima ; per
incanto sono tutti rientrati perchè giustamente
si crede che comincerà ad esserci ordine in tutto
restando i "fratelli" in Città
ed i Regii in Cittadella.
28 LUGLIO
Stamane dovrebbero calare in Cittadella
le guarnigioni di Castellaccio
e Consagra; detti due forti saranno disarmati e
il materiale (se vogliono)
in Cittadella, unico punto da tenersi.-
Tutti sono nella Cittadella: Generali,
Stato Maggiore ed il presidio destinatovi. Il Generale
in Capo occupa due stanze del
mio appartamento.-
In giornata comincia ad imbarcarsi
pel continente la batteria a trascino Carascosa;
nel giungere i vapori francesi s'imbarcherà l'artiglieria
pesante e quella di schiena.- Non abbiamo fuori
la Cittadella, nel piano di
Terranova, che una sola compagnia; il convenuto
si è la linea di demarcazione tra S.Giuseppe e Palazzo
Siracusano a 70 metri di distanza
dal posto nemico.- Essi ci usano cortesie e questa
mattina e questa mattina ci hanno mandato dei venditori
ambulanti di frutta e pane per provvedersene i nostri
soldati abbenchè la razione cha abbiamo
è più che sufficiente...Timete Danaos etiam dona
ferentes... ed è perciò che
il fronte di terra l'ho fatto guarnire
come devesi di artiglieria e fanteria. Il Generale
in Capo e lo Stato Maggiore stamane sono
entrati in Città per trattare: il
peggio si è la diffidenza. Faccia Iddio! Ieri sera
vi fu grande illuminazione in Città per la
venuta, a quanto sappiamo, di Garibaldi.-
Imposta sul sale a 4 grani il rotolo; ad onta di
tante feste in Città, le botteghe
ieri erano chiuse.- I conventi di monache,
abbenchè furono da esse abbandonati,
ieri sera li vedemmo dalla
Cittadella tutti illuminati. Aumento di 4 grani
e mezzo sul dazio del ferro.
Sono le 11 a.m., il telegrafo mi
avvisa che circa 130 barche
siciliane si avanzano verso il Faro
forse provenienti da Milazzo o Palermo. Esse sono
destinate per uno sbarco in Calabria per quanto
lo stesso Console Piemontese assicura
e dice che pure che si userà
il minimo spargimento di sangue che
si può ma che tutta l'Italia
dev'essere unisona e riunita sotto
gli stessi principii.
Le trattative stamane tra il nostro
Generale in Capo e l'avversario
Generale Medici si sono tenute in una casa terza
e molto si è ottenuto: cioè la tregua, il canale
del Faro libero e libero ogni
commercio, che se poi si volesse investire deve
tra una parte e l'altra avvisarsi due giorni prima.
Grande colpo ha fatto il nostro
Generale l'ottenere il canale libero, stante che
se manca il mare la Cittadella, per forte che sia,
se perde il mare, subisce
la sorte di tutte le piazze con il semplice blocco;
mancando i viveri, manca tutto. Per il Generale
Clary si conserva la Cittadella,
perchè le prime istruzioni ricevute furono di cederla,
ma il suo agire è stato tale che ancora onoratamente
si conserva; ma vedi infamia:
da qualche Uffiziale superiore "cacasotto" si spacciava
che il Generale se la intendeva col
nemico. Tale infamia ha portato nei
giorni passati qualche sussurro negli artiglieri
e pionieri massime per alquanti
cammorristi venuti con l'artiglieria
da Palermo che spacciano Realismo col secondo fine.
Giunta tale notizia al Prefetto Generale si consigliò
meco se doveva o no ritirarsi sicuro in Cittadella,
ma si rasserenò avendolo io assicurato che
l'imprudenza di pochi non conferiva
nulla sulla generalità e che nulla di dispiacevole
sarebbe avvenuto. In effetti, manifestatosi
con l'ordine di oggi la tregua e
i patti stabiliti, tutti hanno gridato "Viva il
Generale!".
Questa mattina sono state abbattute
tutte le statue della nostra
Real Dinastia, non da molti anni
rimpiazzate in marmo, che nel 1848 erano in bronzo.
Quella poi di Ferdinando 2° è stata
abbattuta questa mattina con molta
fatica essendo colossale e di
bronzo.
È inutile l'esprimere l'esultanza
del popolo e gli sfregi fatti
ai pezzi di marmo ridotti in frantumi!
29 LUGLIO
Stamene si sono presentati avanti
l'avanzata della Cittadella due
nostri soldati – Cristofaro Sinisi,
del 2° Cacciatori, e Gaetano
Previsieri, del 3° di Linea – fatti
prigionieri a Milazzo e obbligati
a prendere servizio nelle truppe del Generale Garibaldi.
Essi sono vestiti con camicia rossa, pantaloni e
stivaletti bigi, un peripelli, una correggia che
sostiene una gammella e fiasca di latta; essi asseriscono
essere pagati con la promessa di 3 carlini
al giorno allorchè l'Italia sarà
tutta organizzata, ma che al presente ricevono due
grani al giorno perchè manca il numerario. Ricevono
il pane e da Milazzo fino a Messina han vissuto
di frutta e ciò che per strada hanno rinvenuto.
L'ho mandati in sussistenza
al 7° di Linea per armarli e vestirli.-
Mentre scrivo si presenta un fanfarrista del 6°
battaglione Cacciatori – Ivo Scarpone – che
fu preso dai Messinesi mentre si
allontanava dagli avamposti, i quali toltigli gli
abiti da militare lo vestirono da pagano, ove
rimase guardato fino a che ha avuto
l'agio di fuggire.- Stamane ho destinato per Aiutanti
di questa Piazza della Cittadella
il Capitano da Artiglieria Sedentaria D.Antonio
De Gennaro, il 1° Tenente del 3° di Linea D.Pasquale
Messina e D.Domenico Amodeo
del 5° di Linea.- Alle ore
8 a.m. una barca di siciliani si è avvicinato al
Forte SS.Salvatore; la sentinella
colà piazzata l'ha imposto di allontanarsi ed in
risposta ha ricevuto invettive e cattive
parole, al che la sentinella ha tirato
un colpo di fucile. Ricevuto tal rapporto dal Comandante
del Forte, ho fatto noto che
il commercio è libero e sino a che
non si cercasse di sbarcare gente a terra non devesi
affatto far fuoco, giusta il trattato
stabilito col Comandante dei' Garibaldesi.
Il giorno dopo che Garibaldi giunse
in Messina con esultanza del popolo, il giorno appresso
partì per la punta del Faro per fortificare quel
punto all'entrata del Canale che ha dirimpetto a
tiro di cannone i due Forti di Calabria, cioè Torre
Cavallo e Punta del Pezzo. Per quanto abbia potuto
sapere, si attende in Sicilia il pro-Dittatore,
con maggiori facoltà, denominato De
Petris, il quale ha maggiori facoltà
di Garibaldi dovendosi questo soltanto incaricarsi
dell'Armata e il De Petris per
l'amministrazione in generale, come
un Ministro di Finanze, il quale sicuramente dovrà
dare maggiori imposizioni per far
sussistere l'Armata perchè sicuramente
le prime offerte non possono essere sufficienti
pel mantenimento di tanti uomini che si
battono, nè, a parer mio, lo stato
finanziero del Piemonte può far fronte a tante spese.
Per altro, suppongo, che ai popoli si fa
credere essere questa guerra di principii,
mentre questa sarà altra cosa,
e chi sà in potere di quale Potenza andrà a cadere
l'infelice Sicilia e questa infelice Cittadella
per trattati, come si dice, tra Francia, Inghilterra
e Piemonte. Aspettiamo gli
eventi che a sangue freddo attendo! Quest'oggi è
entrata in Città altra Colonna di Garibaldi comandata
dal Generale Cosenz, ex nostro Tenente
di Artiglieria; i nostri Uffiziali che sono andati
in città hanno veduta defilarla. Essa
era composta di circa 2mila uomini
ben formati, ma malvestiti, e ben armati. In giornata
sono nella Città circa 15mila uomini con
250 barche rimorchiate dietro al
Faro. Essi spacciano per eseguire uno sbarco in
Calabria, altri credono per sorprendere la
Cittadella. Credo piuttosto al primo
che al secondo dato, stante che del modo come ho
ripartito il presidio e le batterie, sembrami
difficile la sorpresa o la conquista,
a meno che non vengono per aria...
Oggi si è imbarcata la batteria da
campo, ma il pesante macchinario
non ha permesso imbarcar tutto e i circa 200 muli;
forse domani si effettuerà l'intiero imbarco per
sbarcare a Reggio, ove esiste
anche un Comitato. I prigionieri fatti a Milazzo
in giornata sono rientrati essendo stati cambiati
mercè l'invio di un Capitano
di Stato Maggiore, il quale mi ha rapportato che
nel solcare il vapore francese che li riceveva,
i Siciliani gli hanno tirato
circa 200 fucilate fortunatamente senza offendere
alcuno. Ho mandato a ricoverarsi nel Lazzaretto
per ordine del Generale in
Capo, 18 meretrici, le quali, con pianti e preghiere
intercedevano di entrare in Cittadella per campar
la vita, stante che sono trucidate
dal partito avverso, avendone ieri uccise tre perchè
avevano commercio con i Reali. Il modo barbaro
come queste tre le trucidarono sente
di vero barbarismo perchè prima le tagliarono le
zinne e poi mutilandole fino a vederle
spirare.
30 LUGLIO
Molti dei nostri soldati prigionieri
a Palermo e a Milazzo, preso
servizio per forza (per quanto dicono)
nelle truppe di Garibaldi, si presentano ai nostri
avamposti e sono da noi ricevuti.- Una
forte batteria è stata formata da
Garibaldi alla punta di Torre di Faro; parimenti,
dai nostri, si sono armate, dalla parte di
Calabria, dirimpetto le due batterie
Torre Cavallo e Punta del Pezzo. È rientrato in
Cittadella la guarnigione di Castellaccio e Consagra;
questi due Forti sono stati evacuati per ordine
del Re. Le guarnigioni sono state condotte, a tambur
battente ed armate, fin qui.
Si è fatto la consegna ai Piemontesi con inventario
di ciò che esiste nei Forti, che essi stessi si
sono obbligati a portare in
Cittadella. Vana promessa!
31 LUGLIO
Oggi è stato "gran gala" per la nascita
di S.M. la Regina Vedova; nella Parrocchia della
Cittadella si è cantato il Te Deum con l'intervento
del Generale e di tutti gli Uffiziali.-
Seguitano ad imbarcarsi Artiglieria
pesante e animali.- Sono partiti il Generale Melendez
e vari Uffiziali di Stato Maggiore con vapore da
guerra.- La diserzione dei nostri Pionieri ed Artiglieri
giornalmente seguita, e quello
che più è strano è che altrettanti ne sono disertati
da Garibaldi e sono venuti nelle nostre file vestiti
con veste rossa.-
1°AGOSTO (mercoledì)
Stamane verso le ore 8 a.m. il Maresciallo
Clary ha avuto abboccamento
in Città con Garibaldi e, per quanto si è potuto
conoscere si è che Garibaldi gli
abbia detto non essere affatto
nemico di Francesco 2°, ma che bisognava
restare uniti perchè tutti Italiani e che bisognava
cacciare il nemico dall'Italia ed
altre cose. Certo si è che il Generale
pare non si sia ritirato troppo contento e soddisfatto
e, appena firmate alcune carte, facendo imbarcare
tutto il suo equipaggio e cavalli, è partito per
Napoli per conferire con S.M. Deplorandolo. Mi ha
promesso sul suo onore che
sarebbe ritornato, a meno che S.M. Non lo avesse
destinato altrove, per Sabato.
Le voci che corrono sono che
Garibaldi attende preciso riscontro
da qui a 5 giorni.- Questa mattina si sono a me
presentati altri 3 disertori di Garibaldi, che sono
di quelli che rimasero all'Ospedale di Palermo e
che presero servizio con le truppe del medesimo;
forse domani partiranno per
Napoli con altri 62 uomini di diversi Corpi che
trovansi nel Continente, sortiti dall'Ospedale di
Reggio.
I disertori
di Garibaldi presentatisi a me sono in tutto al
n° di 42.-
2 AGOSTO
Questa mattina alle 3 a.m. è partito
il Colonnello di Artiglieria
Brigante con un vapore francese al
nostro servizio per portarsi ad
Augusta e Siracusa per disarmarle
e cederle al nemico.- Alle
ore 11 a.m. è partito un piroscafo a vapore per
Napoli ed ha imbarcato 64 infermi sortiti dall'Ospedale
di Reggio, che appartengono
ai diversi Corpi che trovansi nel Continente. Parimenti
sullo stesso legno si sono imbarcati i 42 disertori
di Garibaldi che appartenevano
ai nostri Corpi. Le notizie che riceviamo e che
corrono in Città sono che i Messinesi trovansi
alquanto disgustati dei loro liberatori
perchè, ad eccezione dei Piemontesi, le masse fanno
dei soprusi in Città, massime nelle bettole e cantine,
che mangiano e non pagano che con le parole : "Siamo
fratelli, vi abbiamo liberato dai Tiranni" ecc.-
Dicesi pure che in Palermo
vi sia stato una reazione.- Da qualche uffiziale
nostro disertore si è saputo che sabato si cerca
di prendere d'assalto la Cittadella.
Non saprei se li basto il cuore di tentarlo!-Come
pure, si dice, che un Reggimento Greco sia
sbarcato al Faro e, finalmente, che
in Messina trovansi già riuniti 25mila uomini sotto
gli ordini di Garibaldi.-
Si riceve per telegramma dalla nostra Crociera che
se pervengono prigionieri
presi per mare si facessero sbarcare alle spalle
della Cittadella per non farli
osservare dalla Città; si sono date delle
disposizioni all'uopo.- Tutto è politica!
Ci si avvisa parimenti che
se qualche nostro legno fusse inseguito da forza
maggiore si sarebbe riparato sotto la protezione
del cannone della Cittadella. Oggi verso le ore
22 per telegramma si ordina che Augusta e Siracusa
facessero la più valida resistenza e di non cedere
affatto. Or siccome alle ore 3 a.m.
è partito il Colonnello Brigante ed il Capitano
di Artiglieria per disarmarle e cederle, si è subito
fatto approntare un vapore; alle ore 9 p.m. è partito
il Capitano Guillamat per Siracusa ed Augusta per
il contrordine.- Da ciò, pare,
che la nostra posizione, in qualche modo, migliora,
tanto più, se si volesse prestar fede a tante cose
che si dicono, pare che qualche
Potenza grande avesse sposato qualche simpatia per
la nostra causa. Certo si è che tutti i nostri legni
da trasporto assoldati dal
Governo per trasportare viveri, paglia ecc., e che
trovavansi nel nostro porto, si sono fatti subito
partire perchè, a quanto dicesi,
debbonsi imbarcare 60mila uomini per lo sbarco in
diversi punti della Calabria. Bisogna vedere se
la Marina è fedele, come non lo sembra,
da persona dio esperienza!
È giunto dalla Calabria un bastimento
carico di gabbioni e salsiccioni
da servire nelle circostanze ove il bisogno
richiede. Alla mezzanotte mi sono
portato alla sperlungata per
ricevere un telegramma portato dal
vapore "La Rondine" da Reggio, che si ordina dal
Ministero di Guerra che il Generale Lo Cascio
resti al comando di Siracusa; questo
dispaccio sarà comunicato col vapore che andrà a
partire al detto Generale.
3 AGOSTO
Ieri la truppa ebbe razione di pane
perchè si panizzò dai forni
della Cittadella. Siamo privi di
tutto; dal nemico, abbenchè in tregua, non si permette
entrare in Città. Abbiamo, per altro, il
vapore "La Rondine" che va e viene
da Reggio per provvederci di qualche cosa. Intanto
il mio cameriere Gaetano furtivamente è
entrato in Città ed ha portato carne,
pane e frutti. "Il Bove" è un legno che fu preso
dalle barche di Garibaldi carico dei suoi
disertori; da rapporto ricevuto,
questi sbarcarono dietro la marina di Calabria ed
i paesani, nel vedere tanta gente estera, si
armarono e li cacciarono via, accorrendo
anche le donne con zappe e mazzuole.-Questa mattina
si è a me presentato un bel giovane
della truppa di Garibaldi che ha
disertato; egli è austriaco, di professione musicante,
è mi ha detto che trovandosi a Peschiera fu
preso di viva forza e fatto arruolare
in uno dei reggimenti della spedizione con la promessa
di 10 carlini al giorno. Fatto sta che
non riceve che 4 grani al giorno,
poco pane e impercettibile pezzo di carne, ma non
sempre. L'ho ricevuto e mandato detenuto al Forte
SS.Salvatore per farlo partire per
Napoli col primo vapore.- Sono giunte da Napoli
altre 100mila razioni di viveri su di un
legno a vela rimorchiato da un vapore
francese noleggiato dal nostro Governo. Verso le
3 di notte ricevo avviso per le porte di
corrispondenza che il Maresciallo
Clary era giunto da Napoli col vapore "L'Archimede"
e che trovavasi all'avanzata. Mi son portato
ad aprirgli le porte col mio Stato
Maggiore: è rientrato è si è posto subito a letto.
Molti nostri artiglieri, o prigionieri o disertori,
giornalmente si presentano
e – vedi stranezza – altri ne disertano.-
4 AGOSTO
Questa mattina il Maresciallo Clary
ha avuto conferenza col Console
francese sullo spalto della Pagliara e, quindi,
con i Comandanti delle due
nostre fregate a vapore, comandate dai
Capitani di vascello Rodriguez e
Lettieri, Comandanti sospetti alla truppa!
Dal nostro telegrafo della Cittadella
si avvisa che altri nostri
legni da guerra sono venuti in crociera, come pure
due legni piemontesi che hanno disbarcato truppe
al Faro. Si calcola la forza
del nemico a circa 22mila uomini, tra Piemontesi
sbarcati, venuti da Palermo e masse; che tutte trovansi
da Messina fino a Punta di
Faro. Con millanteria si spaccia dal nemico di assaltare
la Cittadella; ai nostri Uffiziali che vanno in
Città di dice: "sabato saremo
insieme nella Cittadella"; Altri dicono che ai 15
si darà l'assalto. Intanto, passano le giornate
prefisse e non ancora ho avuto
il piacere di vederli. La Cittadella li attende
ben preparata! Stamane abbiamo pane fresco dai nostri
forni nella Cittadella! Questa
notte vi sono stati varii segnali a bengala tra
i legni a mare e le Calabrie. Finora non si è conosciuto
se dai nostri legni in crociera o da
altri, segni che crediamo sospetti,
come tutta la nostra Real Marina. Dai nostri avamposti
si è disertato un soldato del 3° di
Linea con armi e bagaglio.- È partito
per Napoli il Colonnello Brigante ed il Capitano
di Artiglieria Aran per altro
destino, come pure il Colonnello Micherù dei Pionieri
che va al comando del 1° di Linea.
5 AGOSTO
Dei 600 Compagni d'armi che esistevano
in Sicilia circa una cinquantina
di essi hanno seguito le nostre truppe fino a Messina
per cui trovansi molti compromessi
in modo che se sortissero dalla
Cittadella sarebbero uccisi; tutti
gli altri, alcuni furono sacrificati dal furore
del popolo in varii paesi, gli altri da
principio si unirono alle masse.
Si pensò mandarli in Calabria i detti 50 con i loro
cavalli, ma furono respinti perchè dal
Comandante della Provincia si opinò
che sarebbero stati uccisi dai demogoghi. Se ne
scrisse parimenti a Napoli e fu risposto che in
nessun modo si fussero spediti in
Napoli perchè sicuramente avrebbero prodotto un
trambusto, di maniera che questi infelici,
in qualunque evento, sarebbero stati
vittime del loro ben servire.-
Andato a Napoli il 1° del corrente
mese il Maresciallo Clary
umiliò a S.M. (D.G.) la di costoro situazione e
la pregata M.S. Saviamente dispose che i cavalli
fussero acquistati per conto del
Governo e spediti in Napoli ed i
Compagni d'armi piazzati come Guardiaboschi o Gendarmi,
facendoli qui abbigliare e, poi,
separatamente spediti in Napoli.
Questa operazione è stata eseguita stamane ed alcuni
dei loro cavalli sono stati acquistati
da qualche Uffiziale di Stato Maggiore
che ne aveva bisogno. L'ammontare dei cavalli è
stato subito pagato agli individui della
Cassa di Campagna.-
L'oste nemico ammassatasi a più non
posso in Messina produce tra
essi molta confusione essendovi delle
masse composte da servi di pena di tutti i bagni
(penali) della Sicilia, i quali molti
soprusi commettono con non pagare.
Gli Uffiziali Piemontesi ricevono 2 franchi al giorno
ed i Capitani anche ne hanno 2 per
cui poco hanno da spendere. Manca,
per altro, il nemico di mezzi e di danaro per fare
una forte spedizione in Calabria o porre un
formale assedio alla Cittadella.
Debbono limitarsi al semplice blocco per terra stante
che, avendo il mare libero e componendosi
gli affari diplomaticamente, la Cittadella
può contenersi per anni.- Se le Calabrie in generale
non sono pel partito della
insurrezione come in Sicilia, sicuramente il nemico
che vi sbarca sarà sempre in pericolo, ma temo che
l'insurrezione sia anche generale
in queste provincie.- È giunta una grossa fregata
piemontese ed ha sbarcato, a quanto dicesi, una
quantità di denaro.-
6 AGOSTO
Questa mattina molta truppa piemontese
è sbarcata al Faro. Molti
nostri legni sono in crociera, secondo me per guardarli
da lontano ma non per impedire le loro operazioni.-
Disertori nostri che vanno
e vengono; ieri si disertarono 12 dei nostri da
Garibaldi, questa sera 3 dei
nostri sono passati a Garibaldi, tra questi
anche il cuoco del Generale Clary.
Anche ieri è partito per Napoli il Capitano del
Porto Colonnello Del Coral; le barcacce da
trasporto della Real Marina si sono
trasferite nella Cittadella con un Uffiziale, un
pilota e 38 marinai che ho fatto alloggiare
al quartiere S.Teresa.-Nella Cittadella
il presidio, oggi, è di circa 4500 uomini.- Abbiamo
nel Faro 8 nostre fregate a vapore: quattro all'entrata
e altre quattro all'uscita, che vanno e vengono
nel Faro per sorvegliare sullo sbarco di Garibaldi
in Calabria. Intanto Reggio,
Villa S.Giovanni e Scilla sono piene di truppa.-
In Calabria, non v'è dubbio, vi è
il partito demagogo e d'insurrezione,
ma vi è anche il partito del Re. Il partito di Garibaldi
ed il suo prestigio è molto accetto in Calabria,
però non a tutti perchè le
vecchie monarchie hanno sempre profonde radici difficili
a svellerle.- D'altronde moltissime truppe vi
sono in Calabria ed altre che marciano
per la stessa volta; tesori immensi si spendono
dal Re e dal Governo. Con tutto ciò, essendo
cosa dei principii (come si vuol
far credere), e traditori e disertori immensi di
persone molto benificate fanno alquanto
dubitare del risultato.
Certo è che se Garibaldi si ingolfa
nelle montagne di Calabria
non avrà quella fortuna avuta in Sicilia per
la sciocchezza ed ignoranza di Generali
che non hanno l'uso della guerra; ma se vi è tradimento...!
Quest'oggi è avvenuto un vandalismo non insolito
nei siciliani: una povera
donna, moglie di un nostro soldato, nel portarsi
a comperare qualche cosa in Messina è stata arrestata
dai siciliani che, denudandola,
con mille sevizie e scherno l'hanno fatta
traversare le principali strade della
Città maltrattandola e sputandola
sul viso; quindi verso le ore 24 vestitola di nuovo
l'hanno rimandata ai nostri avamposti. Sono sicuro
che simili soprusi non sono
a conoscenza di Garibaldi o che questi non è in
Città perchè non lo permetterebbe affatto. Ma che
fare contro un popolo sfrenato
e circa 12mila uomini sortiti dalle galere ed armati?
I Piemontesi, per altro, sono gentili e manierosi!
Ieri si spacciava dall'oste nemica che questa notte
avrebbero assalito Forte Lanterna:
li abbiamo attesi, come da tutti i lati della Cittadella,
ma da nessuna parte siamo stati onorati
dai..."fratelli"!
Grandi preparativi di batterie si
fanno da Garibaldi alla punta
del Faro per una discesa in Calabria,
oppure così praticano per
forse tutto ad un tratto rivolgersi verso la Cittadella,
ma questa non giudica dalle
apparenze, né si lascia ingannare dai stratagemmi
dello "strategico" ed intraprendente Garibaldi!
- Ieri dal nemico si spacciava
che andavano ad arrivare 25mila inglesi sui legni
da guerra: siamo alle ore 8 a.m. e non ancora sono
giunti.
7 AGOSTO
Ieri, perchè gli Artiglieri si lamentavano
che il vino non era buono,
che è quello venuto da Napoli, perchè desideravano
quello di Siracusa, della antica riserva della Cittadella,
si è ordinato che l'intiero presidio non avesse
più vino. Poca esperienza del Generale Clary! Stamane,
pel piccolo vapore "La Rondine", partono
per Reggio molti impiegati delle
ambulanze che vanno a fare parte dell'Esercito che
trovasi in Calabria, come pure i corrispondenti
materiali, medicinali, materassi,
brande, letti, sedie da campo ecc., che qui trovansi
in quantità. È veramente straordinario
lo stato di guerra in cui siamo; nessuna
nazione di primo o second'ordine
ci ha dichiarato guerra. Gli Ambasciatori e Consoli
di tutte le Potenze sono a Napoli o nei
porti si mare ove riceviamo giornalmente
legni mercantili e da guerra, ed intanto abbiamo
un Generale intraprendente come
Garibaldi, padrone della Sicilia
(ad eccezione di Siracusa, Augusta e la Cittadella
di Messina) con pochi esteri e
l'insurrezione siciliana! Un generale
senza carattere di una Nazione che dicesi Dittatore,
servendosi di questo titolo con
aggiunzione di Vittorio Emanuele,
nel mentre come amici del Piemonte abbiamo nel porto
e sotto il cannone della Cittadella due
legni Piemontesi da guerra e nulla
possiamo dire ad essi perchè il Piemonte non ci
ha dichiarato la guerra.- Le grandi Potenze per
nulla si incaricano di ciò che succede
nel nostro Regno, non ci dichiarano la guerra ed
intanto l'Inghilterra, la Francia e le
altre Potenze amministrano armi,
danaro e quanto bisogna a Garibaldi ed alla insurrezione.
Non saprei cosa dirà l'istoria,
nei tempi avvenire, delle grandi
Potenze che vantansi mantenere l'equilibrio d'Europa,
che lasciano una Potenza di second'ordine
in balia di un generale di ventura
e al capriccio di popolo!
Ieri vi fu molto malumore in Messina
nel pubblicarsi la leva forzosa
e nel manifestarsi da Garibaldi che ogni uomo armato
è soggetto alla legge militare. La Sicilia è assolutamente
negata alla disciplina militare, massime ad essere
reggimentati; desiderano solo volontariamente arruolarsi
e servire pel tempo che ad
essi piace: alcuni per entusiasmo d'indipendenza,
altri per i 3 carlini al giorno e fare il servizio
a loro piacere, devastando,
facendo soprusi ecc.-
In Palermo le Chiese sono state spogliate
delle loro argenterie e masserizie. I Gesuiti però
non sono stati colti in quella
spoliazione perchè, degli 80 che
ve n'erano, fin dal mese di marzo, giornalmente,
ne partivano 4 o 5 per Malta portando seco
loro fino alle statue d'argento,
di maniera che, all'entrata di Garibaldi in Palermo,
non se ne rinvennero che 9 di essi, i quali
vennero espulsi e di quel convento
se n'è formato un ospedale militare. In Messina
si sta facendo un notamento di tutte le
argenterie e oro delle chiese, le
quali ascendono a immense somme per i numerosi Conventi
che ci sono di monache e frati. Immense
dono le ricchezze della Cattedrale
in dove vi è la Ninfa che Ferdinando 2° regalò alla
Cattedrale nel 1847 del costo di 17mila
ducati. La Città non è troppo contenta,
ma Garibaldi ha bisogno naturalmente di mezzi per
mantenere circa 22mila uomini in Messina
e nelle vicinanze.- Dicesi che il
Palazzo Reale a Palermo si stia rimodernando per
la venuta forse di un Sovrano indipendente che
non ancora hanno scelto, come fecero
del 1848. Intanto dagli Italiani si vuole l'annessione
al Piemonte ed i Siciliani si
battono ed insorgono per l'indipendenza.
Il tempo ci farà conoscere quello
che otterranno!
In Messina questa mattina vi è stata
una gran confusione e si è
gridato "Viva la Repubblica": non può essere altrimenti!
I caffé sono da mattina a sera ripieni di Uffiziali
i quali portano avvolti al
collo un Fazzoletto spiegato che indica "di servizio";
alcuni con piccole bluse o camicie rosse, altri
di colore; altro distintivo
non hanno che il bonetto che distingue i gradi.
Tanta gente ammassate produr deve
certamente confusione; molte chiese
sono state adibite per caserme, tra
le altre, la famosa Chiesa dei Benedettini "La Maddalena".
Hanno qualche cappellano, ma messa non
ne ascoltano...è un caso....La diserzione
dei Siciliani è immensa!
Monsignor Capaldo è assediato nella
sua abitazione, forse per
disposizione del Comitato perchè non ha voluto andare
a far visita a Garibaldi e, di conseguenza, creduto
un Realista: la popolazione
è malcontenta!
Per quanto dicesi, Garibaldi non
è troppo contento dei Comitati
Calabresi, avendo questi fatto conoscere
che si erano compromessi per avere una Costituzione,
avutala da Francesco 2°, non tutti
erano per l'annessione.
Questa mattina vi è stata conferenza
tra il Maresciallo Clary e
qualche Console, i quali non parlano più così altieri
come prima, vista la fermezza del prefato Generale,
il quale gli ha fatto capire
che se succede lo sbarco in Calabria non sa come
si regolerebbe con la Città di Messina! Abbiamo
notizie di Palermo: a Monreale – 4 miglia da Palermo
– vi è stata una reazione;
cinque individui sono stati fucilati perchè hanno
gridato "Viva Francesco 2°". Altro movimento reazionario
vi è stato in Milazzo con
gridi di "Viva l'Indipendenza".
Verso un'ora di notte, mentre assistevo
alla chiusura delle porte
della Cittadella, verso i Moselli si sono tirati
due colpi di fucile alle nostre sentinelle avanzate;
queste, parimenti, hanno risposto.
Questi colpi hanno fatto chiamare all'armi per tutte
le sentinelle che circondano la Cittadella. Ma quale
è stata la mia sorpresa nel
sentire, da dietro, gridi per alzare i ponti che
mi erano dietro e che in un momento hanno alzato;
complotto combinato tra artiglieri
e pionieri, corpi indisciplinati, a cui si sono
aggiunti anche i soldati della linea. Non può essere
altrimenti perchè Capi di
Corpi che nulla valgono, non usi alla guerra, non
capaci di dire una parola! La maggior parte degli
Uffiziali sono la vera feccia della milizia, tutti
casati, ergo pieni di apprensione e paura, che poco
o nulla badano a ciò che fanno i
soldati perchè dai Capi di Corpi
non s'ispira ad essi energia e
contegno, ma piuttosto dubbi, sofferenze,
diffidenze e quanto di male può produrre un Capo
di Corpo debole come disgraziatamente l'Armata non
ne manca. Per me se la Cittadella fusse presidiata
da truppe come quelle del
1848 siderei dieci Garibaldi, ma con la presente
guarnigione e con i presenti Capi di Corpo Iddio
me la mandi buona! Si è disposto
intanto che gli Uffiziali dormissero nelle Compagnie.-
Col Generale Clary ed il Generale
Fergola e Stato Maggiore siamo
stati fino alle ore 11 p.m. per le
Caserme onde far rientrare ciascuno al suo posto.
Chi li crederebbe! Correva voce tra
i soldati che 15 dei nostri
erano morti agli avamposti di Terranova, nel mentre
non abbiamo nessuna corrispondenza con essi di notte.
Ma questo ammutinamento ha dipeso
da varie cause: primo, per la poca fiducia che dai
soldati nel Generale Clary si ripone e
ingiustamente stante che in Catania
con poca truppa sotto mise una popolazione insorta
di 90mila anime facendovi anche il disarmo;
per ordine Sovrano con la sua truppa
venne in Messina ed in tutto il tempo ha dormito
al bivacco agli avamposti, ha sostenuto con
fermezza quanto potea con Garibaldi,
il Comitato ed i Consoli l'onore della guarnigione,
e quanto potea pretendersi da un
Generale dietro istruzioni ricevute.
Secondo: dai cattivi Capi di Corpo e Frazioni, uomini
deboli, di poca energia, asini,
lamentandosi avanti ai soldati di
qualunque disagio, senza ispirare energia, zelo
e punto d'onore ai propri Uffiziali, e
questi quasi tutti di fresca data
che a nulla valgano parlando di tutto e di tutti
avanti i soldati, sicuramente hanno dovuto un
tale risultato. Terzo: dal mormoramento
dei Sigg. Uffiziali massime di Artiglieria (perchè
troppo giovani) pel vino di razione
se troppo buono o cattivo e che perciò
dal Generale ne fu sospesa la distribuzione, e le
lagnanze degli Uffiziali avanti i soldati
che il Generale non ha il diritto
di farlo. Tutte queste cose hanno prodotto l'ammutinamento
di questa sera. Grande disgrazia
per un Corpo d'Esercito il non avere
Capi di Corpi dotati di energia
e zelo da poter inspirare col di loro contegno fiducia
e disciplina, non aver cura
dei propri soldati e nello stesso tempo mantenere
quella forza morale necessarissima per gente armata.-
8 AGOSTO
Partono per Siracusa 2 compagnie
di Pionieri su di un vapore
francese noleggiato dal nostro Governo,
ed un Uffiziale che porta
ventimila ducati a quel presidio.
Stamane il Maresciallo Clary ha riunito
tutti i Capi di Corpo di Fanteria,
Artiglieria, Pionieri a cui ha parlato come doveasi,
facendo ad essi conoscere che la loro debolezza
e poca cura che prendevano
dei soldati produssero l'ammutinamento di ieri sera.
Ho dato ad essi buone prescrizioni sotto la loro
più stretta responsabilità;
ma ne sono essi capaci?- Stamane si è dato il vino
di razione alla truppa di Uffiziali.-
Questa notte col Generale Fergola
ci siamo portati ad aprire Porta
di Grazia per pieghi pressanti portati
da un vapore di guerra non entrato nel porto ma
per una lancia spedita dietro la Cittadella. I pieghi
contengono che il Maresciallo Clary si ritiri subito
in Napoli, suppongo per effetto dell'ammutinamento
avvenuto ieri che egli segnalò per telegrafo.
9 AGOSTO
Questa mattina verso le ore 11 a.m.
il Maresciallo Clary col suo
Stato Maggiore si è imbarcato per
Napoli col suo equipaggio,
lasciando in sua vece il Generale Fergola.-
Alle ore 8 a.m. sono venuti accompagnati
dai Garibaldesi i nostri viveri
di riserva che trovavansi sopra i Castelli Consagra
e Castellaccio, giusta i patti fatti per cedersi.-
Si sono parimenti imbarcati
parte dei cavalli e uomini dei Compagni D'Arme che
sbarcarono in Reggio per l'acquisto fattone della
cavalleria.- Il Console Sardo
assicura che 8mila Garibaldesi sono sbarcati in
Calabria e che i nostri 9 vapori e barche cannoniere
nell'osservare il loro sbarco si
sono allontanati.- Un Uffiziale
di Marina nel venire a prendere il
Generale Clary per condurlo sul vapore dice non
essere vero lo sbarco dell'oste nemico che si fece
a Torre di Faro, mentre ieri al giorno
pubblicamente si diceva che i Garibaldesi al n°
di 4 battaglioni andavano ad imbarcarsi a
Torre di Faro. Il tradimento della
Marina è chiaro! Povero Re! Ieri si seppe che i
telegrafi ad asta ed elettrico a Bagarosa
erano stati rotti per cui senza corrispondenza
con Napoli.-Verso le ore 9 a.m. per telegramma sappiamo
che il telegrafo ad asta è
stato rimesso, ma provvisoriamente con una sola
asta.- Molte notizie contraddittorie si dicono per
lo sbarco dell'oste nemico
in Calabria, la maggio parte assicurano che parte
di essi siano stati battuti, ma nulla di ufficiale
si sa.
10 AGOSTO
Sono assicurato che ieri giunsero
in Messina dei feriti provenienti
dalla spedizione di Garibaldi nello sbarco in Calabria
e tra questi un Uffiziale. Questo
sbarco è stato eseguito tra
Torre Cavallo e Scilla da circa 150
uomini arditi italiani vestiti da marinai inglesi,
ma i paesani accortisi che erano armati e
dell'Armata di Garibaldi li hanno
scacciati uccidendone molti.- Lo sbarco intanto
è stato eseguito, per quanto si rappresenta da un
Uffiziale di Marina, al Pizzo e a
Paola.- Siamo in attenzione di notizie circa il
movimento che faranno le nostre truppe. Grazie
alla nostra Marina! I
nostri legni da guerra, ancorché veggono questa
gente armata, non possono fargli fuoco addosso perchè
il mare ed il Faro, giusta
le convenzioni, è libero per tutti; d'altronde il
Piemonte non ci ha dichiarato guerra, nè alcuna
altra nazione. In fine nella
storia non si è letto un caso simile
di guerra come quella che
oggi da noi si fa. Noi siamo assediati nella Cittadella
ed intanto i nostri Uffiziali, soldati e trabanti
vanno in Città con ordine
espresso di Garibaldi di usarci il massimo rispetto
ed, in effetti, gli Uffiziali Piemontesi ci salutano
col massimo piacere.- Se qualche
nostro soldato riceve o ha ricevuto qualche insulto
e dalla parte dei Siciliani, massime dal battaglione
dei galeotti venuti da Palermo
che usano maniere del loro genere. Abbiamo stabilito
un Ospedale nella Cittadella, e propriamente al
Lazzaretto, e da lì, col permesso
del Comandante di Piazza di Garibaldi, ogni giorno
parte una barca per Messina e fa tutte le
spese per gli infermi dell'Ospedale
di carne, polli e quanto può occorrere.- Ci si fa
venire l'acqua dalla Città nelle nostre
fontane, che nel 1848 ci tolsero.
In fine, se un estero che non conoscesse la nostra
posizione venisse in Messina e vedrebbe i
nostri Uffiziali e soldati nei caffé
e nelle botteghe dei negozianti conversare insieme
con quei di Garibaldi, certamente si
crederebbe che siamo tutti allo stesso
servizio, nel mentre siamo nemici così decisi che
sosteniamo questo punto (Cittadella), che
se fusse da essi occupata deciderebbe
definitivamente della sorte del Regno.- Son dispiaciuto
non poter godere di simile spettacolo perchè Comandante
della Cittadella mi crederei troppo esposto essendo
troppo conosciuto dai demagoghi Messinesi fin dal
1848. Sono le 3 ½ p.m., si spediscono a Reggio trecentomila
cartoni per i Cacciatori che vengon trasportati
sul vapore "La Sirena". Sono
le ore 5 ½ di notte, si sono tirati 4 colpi di cannone
verso Torre di Faro; monto sulle batterie, ma nulla
si conosce in tempo di notte.
Suppongo i colpi partiti o da Torre Cavallo o da
qualche nostro vapore.- Per telegramma si ordina
da Napoli di subito far partire tutti i
vapori di guerra e i vapori francesi
noleggiati dal nostro Governo per Napoli, perchè,
a quanto dicesi, per imbarcare 12mila uomini
comandati dal Ministro di guerra
per sbarcare in Calabria.-
11 AGOSTO
Da rapporto ricevuto da un Uffiziale
di Marina si rileva che questa notte si è tentato
dal nemico uno sbarco a Villa S.Giovanni
(Calabria) e che giunto il vapore
"Il Bove", a forza di colpi di cannone, lo ha impedito.
Ci pervengono notizie da Reggio che molti
Garibaldesi inseguiti dalla parte
di S.Agata da un posto di 15 dei nostri Cacciatori
del 1° battaglione ne hanno molti feriti e fatti
prigionieri; altri pochi si sono
dispersi nelle montagne. Se Garibaldi si trova ingannato
nel credere che il partito insurrezionale di Calabria
sia lo stesso che quello in Sicilia
perderà tutto il suo prestigio, stante
che le Calabrie, conoscendo la ruina prodotta in
Sicilia, difficilmente tutti annuiranno
l'annessione che lui crede potersi
effettuare; per altro ha un gran partito a suo favore.
I pochi dell'oste nemica dispersi nelle montagne
difficilmente camperanno la vita.-
Ho fatto stabilire una bettola nel
Maschio della Cittadella da un congedato del 3°
di Linea, il quale giornalmente si porta in
Reggio col piccolo vapore "La Rondine".-
che mantiene la nostra corrispondenza con terraferma
– che nulla fa mancare di frutta, pane, vino, neve
sapone, di quanto può occorrere o di quanto gli
si può commissionare.- La truppa
della guarnigione riceve la diaria e la forte razione
di biscotto, prosciutto, formaggio, pasta, legumi,
riso, legna, olio, sale – alternando giornalmente
– e una mezza carafa di vino; ogni 3 giorni riceve
pane fresco che si panizza nella Cittadella.- Secondo
me nella nostra Real Marina vi è poco da fidare
stante che, come può supporsi non in connivenza
con Garibaldi se 5 o vapori in crociera sul litorale
a mezzogiorno della Sicilia,armati a guerra, permettono
sbarcare nell'Isola alla loro vista 800 uomini con
Garibaldi, imbarcati su due legni mercantili?
Come non giudicare generale tradimento
nell'intiero Corpo della Marina
se il Comandante Anguissola della
fregata a vapore "Il Veloce" si dà a Garibaldi e
5 vapori da guerra in crociera nel Faro, a vista
loro, permettono eseguirsi lo sbarco
dell'intiera forza di Garibaldi
in Calabria? E, finalmente, come si allontana da
noi la fregata "Il Borbone" per non più ritornare?
-Povero Sovrano, da tutti vien tradito!
12 AGOSTO (dalla Cittadella)
Questa mattina fino alla punta di
giorno vi è stato gran cannoneggiamento
verso Torre del Faro e la spiaggia di Calabria.
All'alba un vapore dell'orda nemica
era avanti Torre di Faro, all'approssimarsi di nostri
vapori si è accostato a terra (cosa curiosa, i nostri
vapori non possono tirare se non al momento che
sbarcano nella spiaggia di Calabria) .
Al dire degli Uffiziali di
Marina, mola gente si osserva a Torre
di Faro.- Questa mattina non
vi è stata imbarcazione di viveri, come al solito,
da Messina per Torre di Faro per i Garibaldiani.
Durante la notte, e mentre vi era
fuoco di cannoni, gran traffico di
carrozze, fra le quali una di posta
proveniente dal Faro.- Verso le ore 6 a.m. una imbarcazione
dell'orda nemica era per partire dal Faro, il nostro
vapore "Il Fulminante" con due colpi di
cannone l'ha impedito al che si sono
ritirati. Sembra che gran
sbarco non vi è potuto essere.- Sulla "Sirienne",
vapore francese al nostro
servizio, si sono imbarcati 400mila cartocci per
Cacciatori e linea, oltre molti attrezzi e munizioni
da guerra per l'artiglieria, Torre Cavallo e Alta
Fiumara.- Sono pervenuti da Napoli sul vapore "L'Ercole"
molti medicinali, sfile compresse per
l'Ospedale formato nella Cittadella,
e propriamente al Lazzaretto, nonchè 4mila mignatte
e le tende per i nostri avamposti al bivacco. Si
riceve rapporto dal Comandante l'Ospedale di Reggio
circa la cura che si ha dei feriti dell'orda nemica,
come pure la bella operazione
fatta dal chirurgo operatore Capasso per la dislogazione
di un braccio ad un piemontese ferito dai nostri
Cacciatori.- Il telegrafo
ad asta ed elettrico tra Palmi e Reggio fu tagliato
il giorno 9, ma dopo poche ore fu di nuovo attivato.
Alcuni della truppa di Garibaldi
trovansi nelle montagne dell'Aspromonte, ma in poco
numero. Si lusingano di ingrossarsi
con le masse Calabresi; lo sbarco
in molto numero è stato impedito dai nostri legni
ed in molti punti i paesani si sono a loro
mostrati ostili abbenchè un partito
per essi esiste.
Quest'oggi
verso le ore 21 mi è stato rapportato dal Capitano
di Gran Guardia che vicino al camposanto inglese
fuori Terranieri vi esisteva un soldato dei Pionieri
morto; ho subito spedito il Commessario del Re dei
Pionieri ed il Capitano Aiutante Maggiore di Piazza
ed il Commessario del Re di
Guarnigione sopra luogo è si è verificato essere
un cammorrista di detto Corpo ucciso da un altro
dell'istessa infame setta, artigliere
Vincenzo Sica, della 1ª Compagnia,
il quale è stato subito posto in prigione perchè
riconosciuto dalla sentinella al
n°3 del bivacco e da tre testimoni.-
13 AGOSTO
Questa notte non vi è stato movimento
alcuno al campo nemico (Torre di Faro). Verso le
6 a.m. dai porti di Calabria sono
partiti pochi colpi di cannone.-Da
Messina sono partiti i soliti
viveri per per Torre di Faro al nemico.-Il
Brigantino armato a guerra che ieri giunse al nemico
rimorchiato dal vapore inglese si stente prossimo
alla nostra banchina, tiene armato al suo pennone
un paranco, quindi sembra che ha dovuto sbarcare
grossi pezzi al campo nemico.-Il
nemico ha ricevuto molti rinforzi di vapori, tra
gli altri "Il Veloce", nostra fregata che il Comandante
Anguissola, con infame tradimento,
si diede al nemico, in conseguenza i nostri lancioni
che si trovano sotto il posto Alta Fiumara (Calabria)
per impedire lo sbarco si sono ritirati sotto la
protezione del cannone della Cittadella, tra Porta
di Grazia ed il Forte Lanterna:
la ciurma di questi lancioni, dicono gli uffiziali
di marina traditori.- Due
dei nostri battaglioni sono piazzati militarmente
per proteggere il Forte di Alta Fiumara; altre truppe
e artiglieria si invia verso
la parte ove sicuramente dovranno sbarcare; purché
le popolazioni non sono ostili,
il nemico non avrà vantaggio.-
Partono per Napoli due nostri vapori
"L'Ercole" e "L'Archimede",
con essi si imbarcano gli Uffiziali
sedentari della piazza di
Messina che non ritengo utili per lo Stato Maggiore
di questa Fortezza perchè troppo vecchi e acciaccati
e che nelle presenti circostanze a nulla valgono.
Essi sono i Maggiori Sebastiani, Valente e Casalin
e l'Aiutante Maggiore Morfino.-
14 AGOSTO
Ieri sera da mezz'ora di notte fino
alla mezzanotte vi fu un fuoco
tra il Pizzo e Torre Cavallo ed al
fuoco di grosse artiglierie,
ogni dato tempo, si sentiva un colpo
di piccolo calibro.-Dopo il
fuco i nostri vapori passarono a
covrire Reggio ove trovansi tuttora. I nostri vapori
per equivoco si tirarono varii colpi tra
loro, fortunatamente non si colpirono.-
I vapori delle masse sono tuttora al medesimo sito
e due, dei tre, sono con le macchine accese.-Il
moto al Faro è lo stesso.-In questo momento che
sono le 5 ½ a.m. è giunto un piccolo vapore selle
suddette masse qui a Torre di Faro rimorchiando
un brigantino.-I viveri di Messina pel campo nemico
si sono imbarcati nella medesima
quantità dei giorni scorsi ma ad ora più presto.-Verso
la mezzanotte un nostro vapore ha condotto alle
spalle della Cittadella 6 prigionieri, e cioè 5
piemontesi (Enrico Bonè, Carlo Freschini, Pasquale
Calcano, Ulizze Mizerocchi, Biagio Bresciano) ed
un calabrese (Vincenzo Squillace).- Le masse calabresi
a noi contrarie sono comandate dal Cavalier Mellissoni,
di Reggio, ricevitore. I suddetti
prigionieri sono stati spediti dal Generale Melendez
con ufficio di ieri stesso da Bagnara. Molto moto
in Città la scorsa notte; questa mattina molto meno
di ieri mattina.
Alle ore 8 a.m. di ieri giunse a
Bagnara una nostra fregata a
vapore na Napoli che sbarcò una grossa
quantità di truppa; alle ore 4 p.m. ne giunse un'altra.-I
prigionieri piemontese giunti ieri
sera assicurano che 250 di loro sbarcarono
nelle vicinanze di Bagnara
ove rinvennero il Cavalier Mellissoni con circa
800 uomini di massa, i quali vedendosi battere vigorosamente
dalla nostra truppa che ne faceva un macello, fu
ordinata la ritirata, e che
trovandosi essi di avamposto e lungi
dagli altri, essendo stati circondati buttarono
i fucili e si diedero prigionieri. Assicurano parimenti
che il cosiddetto Colonnello Mellissoni è un uomo
debole e niente atto per la guerra; ma quello che
è più deplorabile – a loro
dire – si è che il partito per essi è molto debole
in Calabria, niente affatto come quello in Sicilia,
e che le truppe Reali si battono
con coraggio, cosa che in scritto hanno fatto conoscere
a Garibaldi.- Si riceve per
telegramma che questa notte una barca carica di
armi diretta al nemico nelle
vicinanze di Cannitello, contiguo a Villa S. Giovanni,
della nostra artiglieria è stata mandata a picco;
la barca veniva da Malta.
Uomini ed armi sono colati tutti a fondo; altri
legni sono stati predati dai nostri.-
Verso le ore 2 ½ p.m. il Comandante
della fregata francese "Descartes"
che trovasi nel nostro porto è venuto a pervenirmi
che domani alle ore 8 a.m., al levar del sole, avrebbero
fatto la salva per un "gala"
dell'Imperatore, pavesando la fregata: la nascita
di Napoleone I.-Entrando in discorso col medesimo
mi ha assicurato che Garibaldi,
sull'ultimo legno a vapore sardo, si è imbarcato
per Genova.
Questa mattina in Città un Capitano
Piemontese-Sardo è stato ucciso dai
Siciliani.
15 AGOSTO
Dal rapporto ricevuto dal Forte SS.Salvatore
si rileva che una buona parte
delle masse verso le ore 5 ½ a.m. si sono ritirate
dal Faro abbenchè i consueti
viveri sulle barche fussero partiti da
Messina; nel ritirarsi le masse sono
state seguite anche dalle loro ambulanze.-Il vapore
grande e tre piroscafi ch'erano la Faro più non
compariscono.-Le notizie che corrono per Messina
sono che Garibaldi sia in Napoli per parlare con
S.M. (D.G.) e che la truppa
imbracatasi al Faro vada per tentare uno sbarco
a Sorrento. Tutto ciò a verificarsi; certo è che
molta truppa di Garibaldi dal Faro è rientrata in
Città in dove sufficiente malcontento vi esiste.-Le
masse sicule, massime quelle composte da migliaia
di servi di pena, girano per tutti i paesi dell'Isola,
imponendo tasse e balzelli forzosi, senza misericordia
e chi non paga viene ucciso
come Realista. Non può essere altrimenti non essendovi
più giudici, gendarmeria, polizia e tribunali; Povero
paese! Abbenchè gli autori di questa insurrezione
troppo tardi si trovano pentiti del loro operato.
Oggi si è passata in ozio la giornata,
mirandosi agli avamposti garibaldini
e reali osservando curiose anomalie. Un trombettiere,
un sergente ed un soldato del 3° di Linea si sono
dati al nemico dagli avamposti; dei
nostri soldati disertori, al servizio di Garibaldi
col grado di caporale, hanno disertato e
ritornati a noi, uno dei quali per
mare nuotando per sfuggire la vigilanza dell'avamposto
nemico, altro che, a suo dire, stamane, mentre faceva
la spesa, è stato preso per forza e vestito con
tunica bigia aol grado di caporale perchè pioniere,
verso le ore 23, fuggendo
gli vamposti, è ritornato con tunica, fiasca e...
Sembra veramente la vera epoca dei pazzi!
Alle ore 8 a.m., a mezzogiorno e
all'occaso la fregata francese
pavesando il legno ha fatto tre salve
per la nascita di Napoleone
I; gli altri legni da guerra piemontesi
e inglesi che sono nel porto hanno fatto lo stesso.
La Cittadella ha inalberato la sola
bandiera.-
16 AGOSTO
Questa mattina dietro avviso mi sono
portato agli avamposti ed ho
ricevuto il Comandante della fregata
francese "Descartes" che veniva
per ringraziare il Generale della compiacenza usata
per permettere la salva nel
porto per il "gala" dell'Imperatore Napoleone e
di aver izzato la bandiera sulla Cittadella durante
il giorno di ieri.
Lo stesso mi ha detto che Garibaldi
aveva quasi rinunciato alla Calabria e la poca sua
gente colà sbarcata era tutta
perduta; che Garibaldi si era imbarcato per Genova,
che aveva ritirato molte masse dal Faro perchè molto
soffrivano al sole della presente ragione.-La fergata
piemontese ch'era ancorato in centro all'antico
Forte Real Basso, all'alba di questa
mattina, ha fatto vela pel faro.-"Il
Duca di Calabria", vapore delle masse, ieri sera
ha dato fondo incontro al bastione Campana del Forte
SS.Salvatore.
Molte truppe si sono ritirate dal
Faro in Città; corrono voci che Garibaldi voglia
diminuire le sue masse essendo
esorbitante la forza che ha di 42mila uomini. Cosa
da non credersi pel numero e per la diminuzione,
ma queste sono le notizie
che si propagano.
Verso le ore 2 di notte il vapore
"La Sirena" è entrato nel porto ed ha sbarcato nella
Cittadella con 9 prigionieri, dei quali 3 italiani,
4 calabresi ed un pioniere nostro disertore che
facevano parte delle masse sbarcate in
Calabria. Essi sono così denominati:
Piemontesi:Giovanni Scioscilli, Giovanni
Milano, Felice Gennaro; Calabresi:Bruno Gramaglia,
Giuseppe Lobrano, Francesco Balerò,D.Giuseppe Adiroldi;
Pioniere: Antonio Sposato.
L'Uffiziale di Marina che li ha condotti
ci da notizia che il vapore "Il Veloce" da noi disertato,
con gente armata a bordo, si
era portato a Castellammare per mettere
fuoco al nostro vascello perchè conoscevasi da Garibaldi
che non aveva munizioni a bordo, ma accostatosene
il vascello "Il Castello" lo ha respinto a colpi
di cannone e così si è allontanato.
Mille voci di giubilo corrono per Messina che 6mila
uomini con Garibaldi siano sbarcati a Sapri; cosa
da non credersi perchè non ha legni da poter tanto
eseguire, tanto più che le 130 piccole barche e
3 fellucini trovansi ancorate
dietro il Faro, nè sono legni atti a simile viaggio.-
Verso la mezzanotte si è chiamato all'arme; in un
momento tutto il presidio era al suo posto e l'artiglieria
ha caricato i pezzi a Lunetta Carolina, S.Teresa,
Lunetta S.Francesco, e batteria
S.Carlo. Mi sono portato subito ad
aprire la porta falsabraga S.Carlo e porta Principale,
alzare i ponti Martello, S.Teresa e Lunetta Carolina
per situare il 3° di Linea nei differenti larghi
e saettiere dei differenti siti. Il Generale Fergola
si è situato sulla batteria
S.Carlo; il fatto è stato il seguente: dalle ore
21 si è osservato dai nostri avamposti verso dei
giardini detti le Muselle un battaglione formato
in massa ove prima appena vi era qualche sentinella;
più, nel battere le masse la ritirata con
musica avanti il nostro bivacco,
hanno gridato "Oggi è l'ultimo per voi" con mile
improperi. Tutto ciò ha maggiormente allarmato i
nostri coscritti, i quali hanno maggiormente aumentato
la loro attenzione nel sentire da essi "Oggi è l'ultimo
per voi". In effetti, dal
trivio verso la Fiumara, alla sopraddetta mezzanotte,
è partito un colpo di fucile contro
una sentinella del bivacco, al che non è stato risposto,
a ad altre 3 fucilate il nostro bivacco ha risposto.
Ma essendosi tirato dai giardini circa 30 fucilate,
i nostri benedetti coscritti
hanno fatto fuco vivo ritirandosi. Male a proposito,
la compagnia di diritta del bivacco dietro la
palizzata, entrando per il cancello
Pagliara, e quella di sinistra dietro la Caponiera
che attacca a D.Blasco, facendo un fuoco che, ad
onta delle trombe e la voce degli Uffiziali, non
si vedeva cessare. Dalle masse si è tirato anche
qualche colpo di boccaccio.
Cessato il fuoco, le due compagnie
del bivacco hanno ripreso la loro posizione; fortunatamente
che l'artiglieria non ha fatto
fuoco perchè se un cannone tirava
tutti avrebbero tirato a chi sa che danno avrebbe
sofferto la Città.- Ripresa la posizione i
Garibaldini avevano anche essi abbandonato
i loro posti di avanzata,
e siccome era a supporsi che non per ordine era
avvenuto quel fuoco, ma prodotto dalle insubordinate
masse siciliane, si è spedito un coraggioso sergente
del 3° di Linea e 3 soldati verso
di loro per domandare spiegazione
al posto S.Girolamo ove il Colonnello Italiano si
lamentava del fuoco avvenuto e che tre dei loro
erano stati gravemente feriti, uno dei quali era
vicino a morire. Il sergente
asserisce che molta confusione regnava fra
quelle masse ma che tutti si ritiravano
verso le 4 Fontane; da parte nostra nessuna ferita.
È a idearsi la gran paura della Città
temendo le bombe e granate della
Cittadella. Domani si sortiranno
le lagnanze dei Consoli e Garibaldini
che sicuramente diranno che il fuoco è stato da
noi provocato.
17 AGOSTO
Alle ore 9 a.m. sono stato avvertito
che l'Aiutante di Campo del
Generale Medici desiderava avere
un abboccamento da parte del suo Generale; mi sono
portato subito avanti il cordone delle
sentinelle avanzate in dove ho rinvenuto
il detto Capitano Aiutante di Campo D.Nicostrato
Castellini il quale, con molte gentili espressioni,
ha domandato per parte del suo Generale che comanda
tutte le truppe in vece di Garibaldi di far retrocedere
alquanto le nostre sentinelle avanzate onde non
siano così vicino alle loro, per impedire che i
pagani messinesi insultassero le
nostre sentinelle, compromettendosi
di far restare al sito convenuto le loro sentinelle
avanzate. Credendo giuste quanto si chiedeva gli
ho promesso che vi avrei fatto annuire sl Sig.Generale
Comandante le truppe però a non retrocedere più
che a 20 passi le nostre sentinelle purché però
le di loro non avessero inoltrato di un passo dal
sito convenuto.- Parlandogli del fuoco
avvenuto questa notte col dirgli
che le nostre sentinelle hanno tirato dopo che varii
colpi gli sono stati tirati e che solo la
loro massa è stata la prima di aggredire,
con molte buone parole e decenza mi ha risposto:"Non
parliamo di questo perchè il Generale Medici ne
è convinto! Ma che volete, questi indisciplinati
siciliani non si possono reprimere nè regolare per
quanti ordini severi si possono
dare".-Il detto Aiutante di Campo, per sommo favore,
mi ha chiesto parlare ai prigionieri italiani; gli
ho risposto che trovandosi
la Fortezza in istato di assedio non potessi permettere,
ancorchè bendato come lui stesso domandava, stante
che dai nostri avamposti sino al Forte SS.Salvatore,
ove i prigionieri sono custoditi, vi era più di
un miglio; che, per altro,
poteva essere sicuro che da essi nulla mancava avendo
letti, forte razione di viveri e
12 grane al giorno e quanto può desiderarsi in una
piazza assediata.- Dicesi che tra questi prigionieri
guide dello Stato Maggiore di
Garibaldi ci sia il nipote di Torlonia.
Ho spedito il Tenente Colonnello
Valle, di Artiglieria, per far
retrocedere di 20 passi le sentinelle
e avvertire il Generale Medici
del convenuto. Questa mattina il primo trabante
che sortiva dagli avamposti gli è stato detto dall'Uffiziale
di guardia piemontese:"Volete passare? Servitevi,
ma vi consiglio di non entrare
in Città perchè vi sono molte famiglie che piangono
per i molti feriti di questa notte", per cui nemmeno
il dispensiere del provvisorio ospedale ha fatto
la spesa. Per altro i Calabresi cominciano a portarci
viveri sbarcando dietro la Cittadella.-
Corre voce sicura in Palermo, Monreale,
Bagaria e altri paesi della Sicilia vi sia stata
una reazione inalberando la bandiera borbonica;
ciò è a verificarsi! Potrebbe, per altro, ciò avvenire
perchè in tutta la Sicilia si vive nella perfetta
anarchia, con bande armate
che scorrono e devastano le campagne, imponendo
balzelli e contribuzioni e senza commercio.-
Sono giunti dalla Calabria 220 sacchi
di farina per panizzarli nei forni di questa Cittadella;
l'Uffiziale che li ha condotti da Reggio ci assicura
che le masse unitesi con quelle di Garibaldi si
sono tutte disciolte rimanendo i Garibaldini isolati
sull'Aspromonte, circondati dai nostri
battaglioni di Cacciatori e
che andranno presto ad arrendersi
per la fame essendo state prese le vaccine che dal
partito gli si spedivano ed il pane che era nascosto
sotto le salme dei carboni. Si ha prevenzione di
molti prigionieri che devono
riceversi nella Cittadella.
È giunto il vapore "La Sirena" e
verso due ore di notte ha
caricato dalla Cittadella 5 grandi casse di mitraglia
e bombe per portarle al Forte di Alta Fiumara per
rimpiazzare quelle tirate nell'ultimo attacco sostenuto
contro le masse.- Questa mattina si sono esposti
nelle pubbliche piazze di Messina 3 cadaveri uccisi
la notte scorsa nell'attacco avuto, nonchè 5 feriti
messinesi ed in ogni capo strada un sacerdote che
li mostrava e con calorosa
arringa incitava il popolo a prendere vendetta contro
gli infami Regii che trovavansi nella Cittadella,
essendo cosa santa vendicare quei martiri ch'erano
morti per la libertà della patria.
Oltre a questi morti, altri pagani
feriti portati all'ospedale
civico, colà sono morti.
18 AGOSTO
Questa notte verso le ore 4 varii
colpi di cannone si sono intesi
nel Faro. Stamane il Generale Medici
con la massima indifferenza diceva che "Il Veloce"
andato a Castellammare per predare il
nostro vascello era stato un affare
sbagliato.
Il Comandante del vapore "La Sirena",
avendo parlato col vapore francese "La Massajerie",
proveniente da Marsiglia, lo ha assicurato che,
per preciso ordine di Napoleone, Garibaldi deve
ritirarsi dalla Sicilia. Certo è
che questo intraprendente Generale non si sa precisamente
ove trovarsi, stante che qui
trovasi la maggior parte delle sue
forze, comandate dal Generale Medici che fa dire
che Garibaldi trovasi a Napoli, o Genova, o Salerno,
Sapri; ogni giorno si fa dire un luogo differente
da ieri. Stamane dal Governo del Dittatore si sono
fatti fucilare 3 individui
come ladri.
Vi sono affissi in Città che manifestano
il licenziamento che fa il
Generale Medici dai Messinesi, come pure altro manifesto
che dice che resta a loro
libertà ritirarsi alle loro famiglie tutti
quelli che si sono assoldati nelle
bande del Dittatore Garibaldi.
Verso 3 ore di notte di è chiamato
all'arme dai nostri avamposti e quindi dalle sentinelle
della Cittadella il cui presidio in un momento i
è portato al suo posto. Essendo montato col Generale
sulla batteria S.Carlo, abbiamo osservato che le
fucilate erano in Città, certamente tra Siciliani
e Italiani.-Le nostre sentinelle
avanzate del bivacco, restano ai
loro posti, hanno risposto alle fucilate tirate
dai Messinesi dalla parte dei "Giardini".-
Dopo replicati tiri in Città abbiamo
inteso a voce chiara quantità di gente che gridavano
"Viva il Re"; non sappiamo di preciso cosa sia avvenuto.
Certo è che se partono gli Italiani da Messina,
le bande sicule certamente metteranno a sacco la
Città e col pretesto di vendicare
i loro morti o feriti adoperano tutti i mezzi per
incitare la truppa onde la Cittadella tiri sulla
Città per così saccheggiarla,
perchè le masse difficilmente si ritirano senza
far bottino. Gli italiani, che usano molte buone
maniere, sono molto malcontenti di loro.
Nessun Uffiziale o soldato si azzarda
più andare in Città perchè
sarebbe esposto ad essere assassinato dai siciliani
a tradimento; la Città è nella
anarchia, ognuno fa quel che vuole, la gente
onesta trema, i demagoghi si pentono,
le Chiese profanate, il commercio chiuso, soprusi
senza misericordia, venditori che non smaltiscono,
la miseria è estrema. Intanto i Calabresi ne profittano
perchè quantità di barche vengon dalla Calabria
la mattina, cariche di quanto
può occorrere di frutta, pane, carne, vino, e quanto
bisogna di tutto ci provvedono; non v'è dubbio un
poco più caro, ma il soldato e l'Uffiziale
che ha, oltre la doppia diaria, anche la razione
viveri, poco gli importa di spendere.-
19 AGOSTO
Garibaldi ieri giunse al Faro, questa
mattina si è portato in Messina
ove ha tenuto conferenza col Comitato. Si spacciava
che fusse andato a Genova,
ma ora si suppone con certezze che era imbarcato
sul "Veloce" per catturare a Castellammare il vascello
"Il Monarca" col consenso di S.A.R. Don Luigi Conte
di Aquila, zio di S.M., ed è perciò che la prefata
A.R. Si è fatta subito partire per Londra.-
Verso le ore 23 è venuto ai nostri
avamposti il Console Piemontese; appena ne ho ricevuto
l'avviso mi sono portato da lui
per conoscere cosa chiedeva. Mi ha
detto che il suo Generale era
dispiaciutissimo dell'attacco della
notte passata, ma che lui non poteva in nessun modo
reprimere la canaglia siciliana, quasi tutti
servi di pena, e che aveva ordinato
stabilirsi un secondo cordone più in dentro della
Città onde i siciliani non lo avessero
oltrepassato, situandovi tutti gli
italiani, ma mi pregava indurre il Generale di ritirare
le due compagnie di avamposto verso gli spalti e
la Caponeria della Fortezza; al che gli ho risposto
che giammai avrei consigliato o annuito ciò che
dal Generale Medici si proponeva, stante che essendo
lui un vecchio militare ben comprendeva quale svantaggio
sarebbe per noi perdere tutto il
raggio di Terranova compreso nella
convenzione. Per latro, poi, restringendo più indietro
i posti avanzati non si potrebbe più
guardare il sito più esposto da ove
siamo sempre aggrediti dalla canaglia siciliana.
Ma egli insisteva che saremmo stati
autorizzati a tirare anche cannonate
a chiunque avesse ardito oltrepassare i nostri avamposti;
al che gli ho detto, che essendo noi truppa sommamente
bene organizzata ci piace stare alla convenzione
stabilita, ed allora la Cittadella tirerà il cannone
quando ci si avvisa due giorni prima
che la convenzione non ha più luogo.-Dopo di averlo
persuaso gli ho domandato di Garibaldi ed
avendomi detto che trovavasi al Faro
e ch'era incomprensibile come
quest'uomo non trova mai riposo,
che molto male agiato stava fra i soldati al Faro,
al sole ardente di Leone, mi ha soggiunto che
giornalmente 30 o 40 malati venivano
dal Faro agli ospedali di
Messina, specialmente quando si tirano fucilate
perchè sempre
temono di essere bruciati da cannoni
della Cittadella.- Quest'oggi
sono giunte 400 cantaia di paglia per la truppa
che dorme sulla nuda terra;
più, dei 2500 materassini di lana spediti da Napoli,
ne sono giunti 250 ed allorchè tutti prevengono
si distribuiranno alla truppa per piazzarli sulla
paglia: i rimanenti si sono
sbarcati a Reggio.- È giunto altro convoglio di
viveri che, giusta la convenzione che tutto ciò
che trovasi nei due Forti Conzagra e Castellaccio,
viene trasportato dai garibaldini avanti i nostri
avamposti; di questi viveri
non ne facciamo affatto uso, ma si ripongono nei
grandi locali del Lazzaretto.
20 AGOSTO
Questa notte non vi è stata novità
alcuna; i nostri avamposti non
sono stati per nulla provocati. Le
lezioni ricevute pare che abbiano persuaso i siciliani
che i nostri soldati non tirano
male.- Alla punta di giorno sono
partite dalla punta di Faro 60 barche piccole cariche
dell'orda nemica per tentare lo sbarco in qualche
spiaggia di Calabria. I nostri lancioni
li tengono a vista, come pure è partito un vapore;
ma giusta la maledetta convenzione non possono aggredirle
se non al momento che tentano sbarcare. Si spera
che la nostra marineria (cioè Uffiziali) agiranno
meglio dopo la scoperta del
tradimento di S.A.R. Il Conre di Aquila, zio del
Re.
Si è sparsa voce in Messina che 4mila
esteri da Genova su vapori
vadano a tentare uno sbarco dietro marina nella
Calabria a noi rimpetto; forse perchè Garibaldi
(per quanto dicesi) con essi
imbarcato, si lusinga ancora di trovare
riuniti i 30mila calabresi che i Comitati delle
3 Provincie gli avevano promesso. Potrà
sbarcare, ma difficilmente rinvenire
i 30mila! Questa mattina si sono disertati dalle
bande di Garibaldi 3 dei nostri soldati che rimasero
feriti nell'ospedale di Palermo ed obbligati a servire
nel battaglione dell'Adige. Essi sono:
Domenico Caione, del 2° Btg.Cacciatori;
Giuseppe Campo, del 9° di Linea; Pasquale Caputo,
del 13° di Linea. Questi mi assicurano della massima
confusione che esiste tra le masse di Garibaldi,
ricevono 4 grane e mezzo al giorno ma non sempre
puntualmente pagati, un cattivissimo ordinario e
chi non si trova presente ne perde il diritto, mal
calzari, senza cappotti, i pantaloni a
volontà, indossando una camicia rossa
o una bigia di cattivissima roba o di lana, un piccolo
kepì, fiasca di latta, sacco a pane, cinturone per
la bajonetta. Vi è rispetto per i superiori ma non
subordinazione.- Garibaldi
con le sue masse imbarcate a Taormina su legni venuti
da Genova con masse nuove
ha effettuato lo sbarco dietro la marina non lungi
da Reggio. Ha scritto all'Intendente che lui non
voleva che si spargesse sangue
essendo tutti fratelli italiani, ma che avesse fatto
ritirare le truppe Regie prevenendolo che ad un'ora
di notte sarebbe entrato in Reggio.
Si è fatto notte ed il telegrafo
non ha più parlato; infatti da Napoli si segnala
che le truppe si battono a
Reggio e se si può (e qui cessa il discorso del
telegrafo ad asta perchè oscurata l'aria). Stante
che da Napoli alle Calabrie
ci esiste il telegrafo elettrico, ma dalla Calabria
alla Cittadella solo quello ad asta.
Sospeso il discorso si è opinato
che da Napoli si domandasse che si mandi soccorso
a Reggio perchè puol darsi che quella poca guarnigione
si fusse ritirata nel Forte.
All'oggetto, riunito il Consiglio di Difesa ad ore
2 ½ di notte, composto dal Generale Fergola, io
ed il Colonnello Cobianchi,
abbiamo deciso che da questo presidio domani partissero
1.000 uomini composti di 300 per ogni Reggimento
del 3°, 5° e 7° di Linea e 100 Pionieri comandati
dal Colonnello Cobianchi che s'imbarcassero su due
nostri vapori per soccorrere
Reggio da eseguirsi domattina dopo
dato ad ogni individuo due giorni di viveri a secco,
cioè gallette, formaggio e vino.-
Giunta tardi la nostra fregata a
vapore "Il Fulminante", cioè dopo eseguito lo sbarco
di Garibaldi, nel mentre l'ultimo vapore stava sbarcando,
"Il Fulminante", a forza di granate, lo ha incendiato,
e quindi avendo osservato in una casina a tiro molte
persone, forse ove era il
Comitato, gli ha tirato varie granate che sicuramente
molte vittime avranno fatto. Verso un'ora di notte
i nostri posti avanzati sono stati attaccati
con poche fucilate; si è chiamato
all'arme e subito il nostro
presidio si è portato sulle batterie
e ai posti assegnati. Il fuoco è durato circa mezz'ora,
ma con nostra sorpresa abbiamo osservato che il
fuoco è in Città: certamente hanno tirato fra loro.
Molte voci parimenti abbiamo intese
in Messina e due fuochi di plotone. La vera anarchia
è all'ordine: povera umanità! Le truppe si sono
ritirate alle ore 4 di notte circa; un'ora dopo
si è chiamato all'armi, di
nuovo le truppe si sono portate ai loro posti rinforzando
i posti avanzati. Ciò ha prodotto qualche
disordine perchè giungendo queste
al camino coperto hanno fatto fuoco da tutti i lati
in modo che molte palle sono giunte fino alla fregata
inglese che è nel porto. Il fuoco è stato vivo da
parte di terra e da qualche piccolo legno da mare
e con boccacci anche da qualche abitazione. Al far
del giorno la truppa si è ritirata: abbiamo avuto
qualche ferita.
21 AGOSTO
Questa mattina sono stato chiamato
agli avamposti per essere stato
avvertito che il Comandante della
fregata inglese, accompagnato dal Console, desideravano
parlare al Generale (essendo io il secondo
sulla piazza sorto sempre a parlamentare).
Uscito fuori la piazza il
suddetto Comandante domandava soddisfazioni di essere
stato offeso il padiglione
delle "Regina d'Inghilterra" per aver il suo legno
ricevuto l'insulto di 5 o 6 palle pervenute sullo
stesso mentre era tranquillo
nel porto e non situato verso la direzione da ove
il fuoco nemico tirava verso noi.
L'ho in qualche maniera persuaso
che i nostri soldati non hanno sicuramente ideato
di offendere il padiglione inglese, ma per quelle
circostanze facili ad accaderevi
in tempo di attacco ha potuto avvenire un incidente;
ma la prepotenza inglese, poco persuasa delle ragioni
addotte, mi ha significato
che avrebbe scritto all'Ambasciatore. Gli ho risposto:"Fate
quel che credete!".
Circa un'ora dopo il Generale mi
fa leggere un segno telegrafico
spedito dal Generale Comandante in
Reggio col quale lo premura di spedir subito forza
per riprendere Reggio già invasa dal nemico;
ho osservato al Generale essere cambiata
la posizione e che i mille uomini pronti ad imbarcarsi
per dare un soccorso non potevano essere sufficienti
per riprendere una città occupata dal nemico e con
molta simpatia degli abitanti e che perciò si fusse
riunito il Consiglio di Difesa per sentire il loro
parere. In effetti tutti sono stati del mio parere
e non ha avuto più luogo l'imbarco
dei 1.000 uomini.
Da questa mattina continuati colpi
di cannone si sentono verso Reggio; lo sbarco eseguito
ieri dietro marina con marcia forzata si è portato
a Reggio ove le nostre truppe ritiratesi nel Castello
non hanno fatto valida resistenza,
come pure il nostro legno da guerra "Il Fulminante"
ha tirato immense granate in Città. Molte barche
siciliane hanno parimenti sbarcato truppa di Garibaldi
in altri siti della Calabria
vicini a Reggio; "il Fulminante" ne ha catturate
una diecina ed in una di esse vi erano due Uffiziali
di marina.-
Verso le 5 p.m., nel mentre alcuni
legni siciliani imbarcavano parte delle truppe di
Garibaldi, dall'avamposto a Terranova si è
chiamato all'arme; la fanteria regolarmente
si è formata per portarsi ai loro posti, ma gli
artiglieri e pionieri, nel portarsi
in massa sulle lunette Carolina e
S.Teresa, senza nessun ordine e in confusione, si
sono posti a tirar cannonate senza misericordia,
come parimenti ha praticato il Forte D.Blasco.
Questi diavoli di artiglieri hanno
preso di mira la casa ove ieri si tiravano colpi
di boccaccio, per cui una granata
colà caduta l'ha incendiata.
Il nemico ha sofferto qualche perdita,
massime alla parte dei "Giardini",
perchè l'orda siciliana era ben sicuro che la Cittadella
non poteva tirare se non dichiarata rotta la
convenzione. L'affare è stato caldo
e dispiacevole per noi che
dobbiamo stare alla convenzione, ma i soldati che
comprendono di ciò? Tanto
più che i Capi di Corpo e Uffiziali deboli, che
nessuna confidenza inspirano ai loro soldati, la
disciplina rilasciata non
può produrre che simili effetti.- Appena cessato
il fuoco, comparisce una bandiera bianca agli avamposti
con un trombettiere ed il Capitano Aiutante di Campo
del Maggiore Generale Medici,
secondo di Garibaldi.
Parimenti con altra bandiera bianca
ed un trombettiere mi sono portato ad
incontrarlo e mi ha detto che il
suo Generale desiderava parlamentare, al che mi
sono inoltrato verso il suo avamposto ed
il Generale venendomi incontro mi
ha detto: "Son sicuro che non superiormente è stato
ordinato far fuoco di cannoni dalla
Cittadella" – al che gli ho risposto
che i superiori della Cittadella, fedeli osservatori
della convenzione, non avrebbero mai ordinato tirar
colpi di cannone se prima non avessero dichiarata
rotta la tregua, ma chi i soldati, irritati dalle
continue provocazioni dei suoi militi
e dai tiri di boccaccio partiti dalle barche del
porto ed altri insulti di parole che si fanno alle
sentinelle avanzate, senza ordine alcuno, senza
poterli frenare, si sono portati sulle batterie
ed hanno tirato colpi di cannone; che se non si
fusse giunto a tempo dai superiori avrebbero minata
la Città. Al che mi ha risposto non essere gli italiani
che commettono simili provocazioni,
ma bensì gli infami e indisciplinati siciliani,
quasi tutti sortiti dalle galere che in
nessun modo possonsi reprimere o
ridurre a disciplina e che egli
era persuaso che cotesta genìa giornalmente
insultava, ma che lui era pienamente contento e
soddisfatto nell'essere assicurato non
essere stato dai superiori comandato
che avesse agito il cannone.
Replicai che se lui soffriva l'indisciplinatezza
dei siciliani, noi avevamo l'inconveniente che i
nostri giovani soldati, pieni di
devozione ed attaccamento al Re,
desiderano, per distinguersi, sparar sempre senza
sapere quello che fanno; dopo vari discorsi
mi disse: "Voi siete il Sig. De Martino,
ho tanto piacere di conoscervi perchè siamo stati
commilitoni al servizio dell'Impero
Francese in Spagna, di cui pochi
siamo rimasti".
Dopo qualche altro discorso, ci siamo
congedati. Durante il nostro colloquio le
sue truppe si imbarcano e nello stesso
tempo si sentono molte fucilate in Città, forse
tra le masse di Garibaldi e i siciliani.
Altra nota è stata spedita dal Comandante
la fregata francese perchè alcune palle dei nostri
soldati hanno offeso il suo legno, tenendoli perciò
per un insulto alla bandiera francese; si risponderà
categoricamente! La città
di Reggio è in potere di Garibaldi, non però il
Castello che trovasi in potere dei Regii; nulla
sappiamo finora. Si sentono spesso colpi di cannone
e fuochi di fucileria; si spera che le
nostre colonne divise in varii punti
verso Aspromonte, Bagnara, Alta Fiumara, si riuniscono
per cacciare il nemico da Reggio, il
quale ha già ricevuto immensi soccorsi
dal Faro e da Messina.- Come ho convenuto col Generale
Medici, i nostri avamposti che
montano verso le ore 23 ½ si sono
situati nel cammino coperto detto "Pagliara", Caponiera
e fucilaria attaccata al Forte
D.Blasco da restarvi durante la notte
ed lla punta di giorno prenderanno il solito posto
prescritto dalla convenzione, e ciò per evitare
collisione ed evitare qualche colpo di boccaccio
che perviene da finestre della Città; ad onta di
ciò per ben due volte si è chiamato all'arme, di
maniera che fino alle ore 6 ½ di notte si è stato
sotto le armi. Alla seconda chiamata di all'arme
si sono tirati due palle luminose
per conoscere se il nemico
trovavasi in agguato nel piano di Terranova.-
22 AGOSTO
Telegramma del Generale Briganti
da Villa S.Giovanni alle ore 10
a.m. di oggi.- Dopo 12 ore di fuco,
ieri, per non aver acqua nel
porto di Reggio, con 800 individui
assaliti da tutte le parti,
sena aver aiuto anche dalla Squadra
Napoletana in crociera, e per i molti feriti e morti,
il Comandante le Armi di Reggio convenne fare la
capitolazione col Generale Garibaldi. I soldati
irruppero il fuoco senza sentire comando per attaccare
le barricate. Non conosco
le condizioni della capitolazione. Il Colonnello
Duspet è stato ferito e sostenne l'attacco insieme
al Generale Melendez nella
Fortezza.- Per quanto si assicura, un nostro vapore
ha sbarcato truppe tra Pellero e Reggio, truppe
che se non hanno accordo con le altre di terra saranno
schiacciate, stante che da ieri a oggi da Messina
e dal Faro si sono imbarcati
circa 8mila della bande di Garibaldi per sbarcare
in Calabria.-Questa mattina di bel nuovo ho avuto
abboccamento con il Console ed il
Comandante delle fregata inglese per le forti pretenzioni
che affaccia per alcune palle tirate dai
nostri soldati e che giungendo al
suo bordo hanno offeso il padiglione della "Regina
Vittoria". Brutta cosa il pinolo avanti
il Forte! Tutte le Potenze sono nostre
amiche ed intanto tutti sono
congiurati contro il nostro Sovrano e tutti, sotto
varii pretesti, cercano sopraffarci
sotto tutti i rapporti. Faccia Iddio e protegga
la giusta causa! Un nostro vapore ha sbarcato nella
Cittadella 24 prigionieri presi nelle vicinanze
di Begnara. Sono:
D.Ascenzio L'Afazio, di Palermo –
2° Tenente;
D.Fortunato Buonocore, di Palermo,
Tenente;
D.Luigi Barone, Sardo, Tenente;
Vincenzo Sansa, di Palermo;
D.Pietro Bugamino, di Palermo, commerciante;
Domenico Lodicaro, di Genova;
Cristofaro Geballo, di Genova;
Luigi Granato, di Genova;
Giuseppe Bellino, di Genova;
Alessandro Vevilacqua, di Ancona;
Demetrio Conte, di Ancona;
Felice Novello, di Ancona;
Biagio De Minoiaviche, di Ragusa
Mariano Papa, di Cefalù; rimasto
a bordo perchè ferito.
Lorenzo Marchese, di Palermo;
D.Antonio Viola, di Palermo, Guardiamarina;
D.Achille Piraina, di Palermo, Guardiamarina;
D.Giorgio Moscardò, di Rovigno, Tenente;
Giuseppe Albano, di Palermo, Tenente;
D.Pietro Ravello, di Genova, Tenente;
Filippo Duliò, di Palermo, Guardiamarina;
D.Nicola Zilinch, di Corfù, Capitano;
Nicola Gioacchino, di Genova.
In tutto: 12 Ufficiali e 12 marinai;
i primi ricevono 4 carlini al
giorno e la razione ed i secondi
12 grana al giorno e la razione
come la truppa. Oggi ha traversato
il Faro la nostra nuova fregata a vapore "Borbone";
nel passare per Torre di Faro ha ricevuto varii
colpi da cannone senza essere offesa, al che ha
risposto con più fiaconate.
Grande quantità di legni vi è nel Faro, tra i nostri
vapori e quelli delle bande.
Molti colpi di cannone si sentono,ma nulla di positivo
sappiamo. Certo si è che Reggio col Castello è in
mano del nemico. Le nostra perdita è significante
di artiglieria, munizioni, batterie di montagna
e quanto può contenere una piazza approvisionata.
Intanto Garibaldi prende piede in
Calabria con la simpatia del popolo.
23 AGOSTO
Per telegramma sappiamo che al Campo
del Piale trovansi riunite tre Brigate: cioè quella
del Generale Melendez e Briganti e del
Colonnello Ruiz. Telegramma del Generale
Melendez dal Piale diretto
al Ministro della Guerra, al Generale Vial, in Scilla,
e, per intelligenza, alla Cittadella: "il nemico
essendo stato respinto ha
domandato una tregua; ho creduto regolare con un
uffiziale mandarlo dal Generale in Capo Vial per
sentire ciò che decide non essendo stata da me accordata."
La bella fregata "Borbone" nel venire nel Faro,
alla punta del Faro ove li
nemico ci tiene forte batteria, ha ricevuto dei
colpi di cannone. La fregata in un istante ha tirato
varie fianconate che con piacere,
abbiamo osservato dai nostri baluardi della Cittadella,
la detta batteria ha molto sofferto.
Un vapore carico di truppe di Garibaldi
è rientrato nel porto perchè i nostri vapori lo
inseguivano per fargli fuoco; altro vapore anche
carico di Garibaldini sta nel porto senza permettersi
di uscirne per timore della nostra fregata che non
lo mandi a picco.
Per effetto della convenzione il
porto è libero per tutti, e
libero il commercio del Faro e del
mare, di rispettarsi le due
bandiere. Ciò fa si che essendo il
porto attaccato alla Città e questa essendo in potere
del nemico, questi ha il diritto di restarvi, imbarcare,
e sbarcare le sue truppe, abbenchè il porto intero
è sotto il dominio del cannone della Cittadella.
In modo che questi due legni potrebbero essere mandati
a picco dai nostri cannoni; ma ciò osta ai patti,
in modo che anche il vapore "Il Veloce", da noi
disertato, trovasi nel porto. Or siccome il nemico
ha fatto fuoco sui nostri vapori
dalla punta di Faro, i nostri vapori credono giusto
che sortiti i legni nemici dal porto possono
contro di essi agire, meno che questi
di notte non ingannino la nostra crociera, difficilmente
potranno dar soccorso alle di loro
masse sbarcate in Calabria.- Corre
voce molto assicurata che nel Trattato di Villafranca
fu stabilito che se Garibaldi
avesse posto piede nel continente
s'intendeva dichiarata la guerra
al Piemonte dall'Austria e che questa nota, dopo
essere stata notificata al Piemonte, i Tedeschi
marciavano verso il Piemonte. Speriamo
si verifichi. Le notizie in tempo di guerra sono
sempre dubbie; per me non ci credo: l'Austria non
è in felice posizione! Questa
mattina nel portarsi alcuni nostri Ufficiali Superiori
in Messina per ottenere un permesso di poter fare
acquisti di oggetti e viveri
per i prigionieri che abbiamo nella Cittadella e
nel Forte SS.Salvatore, il Generale Medici (garibaldino)
lodava moltissimo la poca
guarnigione di Reggio che si era battuta con 6mila
di loro, nel mentre i nostri non erano che circa
700 del 14° di Linea, ma sopraffatti dal numero,
dalle masse e dalla Città, hanno dovuto capitolare.
Corre voce affermativa che il buon
Colonnello Duspet del detto Reggimento
sia morto pugnalato dai propri parenti, stante che
essendo egli proprietario in Reggio, forte lite
aveva con essi, dediti al partito di Garibaldi a
cui avevano fatto trovare pronte masse a proprie
spese.- È quasi mezzanotte,
monto sulla cinta principale della parte del
Faro ed osservo con sorpresa che
i nostri vapori abbandonano il Canale e si dirigono
verso Taormina lasciando libero la spiaggia di Garibaldini
che liberamente sortendo dal porto possono sbarcare
in Calabria. Dal movimento che si osserva nel porto
pare che bastimenti nemici ne sortono; mi auguro
mi sia ingannato! A giorno chiaro tutto si saprà.
24 AGOSTO
Disgraziatamente si è verificato
quanto questa notte ho sospettato,
stante che il nostro telegrafo della Cittadella
fa conoscere che da Torre Cavallo, Punta del Pizzo
e Petrella non corrispondono affatto ai nostri segnali
sicuro segno che questi punti sono stati occupati
dal nemico.- Dal bollettino
stampato in Messina il Dittatore Garibaldi scrive
al Generale Ristori, suo Luogotenente, che le due
Brigate Melendez e Briganti,
che erano in posizione al piano Piale, si sono rese
a discrezione con l'artiglieria e tutte le armi.-Iddio
sa come sarà avvenuto! Nessun
dettaglio, però abbiamo, nessuna corrispondenza
oltre al telegrafo, giacché, essendo rotti tutti
i telegrafi che comunicavano
con la Cittadella, ed essendo lo Stretto dell'entrata
del Faro occupato dal nemico, sia dalla parte dalla
Sicilia che dalla Calabria, nessun vapore potrà
venire da Napoli, a noi. Siamo rimasti isolati!
Illuminazione a giorno per
tutta la Città per la vittoria
riportata da Garibaldi in Calabria
e per l'occupazione dei Forti di Alta Fiumara, Torre
Cavallo e Scilla. Cosa vuol dire un popolo
disgustato il di cui Sovrano non
ha saputo acquistarsi il suo amore e la sua simpatia!
Napoli ricevè dalla Provvidenza un
Re religioso e di buon cuore, come tutti i Borboni,
ma guasto il suo cuore dalla adulazione e dalla
finta venerazione di uomini che lo circondavano,
di poca esperienza, di niuna
educazione militare, bisognosi, senza idee di grandezza
o di nobiltà, circoscritti nelle loro idee. Ecco
tutto lo Stato Maggiore che
da mattina a sera circondavano il volontario prigioniero
di Gaeta, che poco o nulla lo avvertivano delle
ingiustizie che si commettevano dai
Magistrati e Intendenti delle
povere provincie dilaniate da tutti
gli amministratori. Aggiungi a questo l'avarizia,
l'ammassar tesori senza misericordia.
Tre leve in
un anno; un milione e mezzo insaccato per cambi,
altra leva per rimpiazzare questi, la poca cura
presa di ascoltar reclami per la stazione di Gaeta
ecc. ecc. Tutte queste
cose avendo prodotto un generale disgusto al popolo
che la sa molto lunga, perchè lo
sviluppo troppo precoce gli ha fatto conoscere la
sua forza, ha fatto in modo che Garibaldi ha
trovato il gran partito nel Regno
dando promesse e speranza di miglior governo. Ecco
perchè lo giudico non effetto di tradimento
i due Generali Melendez e Briganti
per essersi resi a discrezione (come si dice) ma
piuttosto che trovandosi in posizione con le di
loro brigate ancorchè vantaggiose, se altre due
Provincie che avevano alle spalle fussero insorte
e attaccati alle spalle e con
Garibaldi di fronte, sicuramente
non potevano tentare un attacco deciso stante che
con le popolazioni contrarie nessun mezzo di sussistenza
o di risorsa avrebbero avuto e che perciò sarà loro
convenuto di arrendersi.-Chi non ha esperienza di
simili guerre, mal può giudicare.- In Ispagna, il
Generale Dupont, nelle pianure di Bayleon, dovette
arrendersi, con un Corpo di Esercito Francese di
18mila uomini, alle masse che da per tutto lo circondavano
facendogli mancare ogni mezzo di sussistenza.
Questa mattina, abbenchè il Generale
Medici avesse assicurato al Tenente
Colonnello Vallo che aravamo liberi tutti gli individui
del presidio della Cittadella di andare
in Messina per provvederci di quanto
ci bisogna, pure degli incaricati della spesa dell'Ospedale,
ancorchè accompagnati da un
Ufficiale Piemontese, hanno ricevuto
mille insulti dai Messinesi.-
25 AGOSTO
Questa mattina siamo stati tranquilli,
nè gli avamposti sono stati
attaccati. L'esultanza del popolo
è immensa per le conquiste di
Garibaldi in Calabria; gran passeggiata
in Città per godersi dell'illuminazione
spontanea fatta in onore del Dittatore.- Siamo in
attenzione di qualche vapore francese noleggiato
dal nostro Governo perchè i nostri legni non più
possono entrare nel Faro per essere occupati dal
nemico i Forti delle due spiaggie con i corrispondenti
Forti, cioè: Alta Fiumara, Torre Cavallo e Scilla.-
Siamo avvertiti che a Reggio vi sono
circa 80 tra sottoufficiali e
soldati forse della guarnigione che
capitolò con Garibaldi, i quali o non hanno mezzi
o perchè non hanno voluto prendere
servizio con lo stesso, desiderano
portarsi in Napoli. Si è spedito il vapore francese
noleggiato dal nostro Governo per
imbarcarli e condurli a Napoli "por
lo mismo mileche de jerro a ido a Napoles".-
Molti vapori francesi sono noleggiati
dal nostro Governo, come il
"Pitias", molto grande, il "Sirienne",
il "Carlo Martello" ed altri, perchè sotto la bandiera
francese possono tenersi attivata
da per tutto la nostra corrispondenza
e quanto ci bisogna.- Mentre scrivo, due scosse
di terremoto ondulatori si succedono di pochissima
durata; sono le ore 11 ed un quarto d'Italia. Mi
auguro che non vi sia replica, abbenchè i terremoti
politici poco ci fanno calcolare
i terremoti naturali!
Il Generale Medici domandava un abboccamento
col nostro Generale Fergola; riunito il Consiglio
di Difesa, si è deciso non convenire e, pertanto,
si è risposto negativamente.-
Verso le ore 22 il nostro avamposto
è stato attaccato con colpi di
fucile e boccacci Messinesi; i nostri
hanno risposto. I Piemontesi
si scusano sempre dicendo che le
squadre siciliane non possono reprimersi.-
Messina e Reggio sono festosamente
illuminate per le vittorie di
Garibaldi riportate in Calabria.
È entrato nel porto un vascello ed
una fregata francesi.
26 AGOSTO
Riceviamo notizia che Garibaldi con
le sue masse sia entrato in
Monteleone con generale acclamazione
e che le Calabrie siano nel
perfetto senso della Sicilia.-Viene
di entrare nel porto (ore 9
a.m.) un vascello ed una fregata
inglesi.-Dal nostro telegrafo della Cittadella si
scovre che il telegrafo di Collina Petrella,
che pria segnalava a noi, or si corrisponde
a Bagnara ove trovansi le truppe di Garibaldi che
s'inoltra più avanti. Il Capitano
Palladino aggiunto al mio Stato Maggiore
si è portato sulla fregata Sarda per riceversi una
lettera di riscontro ad altra del Generale, e siccome
era stata inviata al Console per farla giungere
nella Cittadella, si è mandata a prenderla. In attesa,
dal Comandante la fregata è stato
invitato a pranzo ove molto gentilmente è stato
trattato, non tralasciando fargli comprendere i
torti del nostro Governo nel non aver voluto accettare
un ultimatum che propose il Piemonte e non aversi
voluto dividere da Casa d'Austria che forma la sua
rovina con essersi sempre negato di accordare qualche
cosa ai propri sudditi. Il Capitano
saviamente che essendo militare non
conosceva nè entrava in simili materie.-
27 AGOSTO
Questa notte verso le ore 7 italiane
dai "Giardini" è stato tirato
dalle messe siciliane un colpo di
boccaccio, e siccome i nostri
giovani soldati dei posti avanzati
hanno cominciato a persuadersi che non bisogna tirare
se non quando si vede a tiro il nemico, per nulla
hanno risposto, stante che i siciliani in altro
modo non appaiano se non da
dietro i muri o da dietro a qualche grosso albero,
oppure a tradimento.- Dal
giorno 24 che la Provincia di Reggio è stata occupata
da Garibaldi e dalle masse
calabresi. Cominciamo a soffrire le pene dell'assedio
stante che da Calabria non più vengono barche che
nulla ci facevano desiderare. Ora siamo alla generosità
degli italiani (che non credo
andrà a lungo), i quali con tutta gentilezza ci
invitano andare in Città a comprare quel che ci
bisogna; ciò però non basta per evitare
le insolenze dei siciliani a cui si viene esposti,
per cui pochi imprudenti si azzardano
entrare in Città, contentandoci della
razione che abbiamo interpellatamente
di presciutto, formaggio, pesta, legumi, riso, vino
e due volte la settimana pane fresco e carne fino
a che finiscono 30 vaccine che abbiamo.-Quanto è
duro il presente stato per la maggior parte dei
nostri Uffiziali, non avvezzi alle sofferenze e
privazioni che offre la guerra.-
I due Generali dell'orda nemica sono
partiti per la Calabria, cioè Medici e Ristori;
è rimasto in Messina il solo Generale Fabrizio,
barone siciliano. Ieri il Dittatore Garibaldi scrisse
al suo Generale in Messina: "La nostra marcia nella
Calabria è un trionfo. Le
truppe Regie si sbandano e le popolazioni sono frenetiche
ed entusiaste". Ciò fu subito messo in stampa che
ne ricevemmo copia.- Uno dei
nostri brigantini carichi di paglia con antecedente
avviso attendevamo da Napoli per la giacitura dei
soldati, alla punta del Faro è stato catturato dai
Garibaldini. Essendo stato da noi
veduto scaricarsi alla Marina di
Messina, si è scritto al Governatore che ciò ostava
allo art.6 della convenzione. Ci è stato risposto
dover ciò dipendere da qualche equivoco e che andava
a dilucidarsi.- Alle ore 11
a.m. ci è stata tolta l'acqua da tutte le fontane
della Cittadella: ho fatto subito aprire le riserve
d'acqua, supponendo, come
è avvenuto qualche volta anche nello stato normale,
che l'acqua per intrigo dei giardinieri per qualche
ora non veniva dalla Fortezza.
Abbiamo atteso fino alle ore 23 in
cui si è fatto tanto conoscere al Comandante di
Piazza il quale ha risposto che subito avrebbe
dato ordine che ci fusse restituita
l'acqua.
È cosa per me troppo
dolorosa l'aprire le riserve d'acqua,
unico mezzo per far arrendere una Fortezza prima
del tempo. Siamo 5mila circa cui
bisogna acqua e se il tempo non è
piovoso l'acqua presto potrebbe terminare. Abbiamo
tre pozzi artesiani, ma questi poca acqua
scaturiscono e per nulla sufficienti
per 5mila persone! Attendiamo domani se il nemico
attende a quanto ha promesso che sarebbe
nei patti della convenzione, a meno che non intenda
violarla .
Posta da Napoli non più ne riceviamo,
i nostri vapori nel porto
più non ne vengono, abbenchè i vapori francesi dal
Governo noleggiati potrebbero entrare nel porto
e conferire con noi, pure da Napoli non se ne invia
alcuno. Siamo isolati e privi di tutte le notizie
a meno di quelle che il nemico
ci vuole far conoscere; in questo stato deplorabile
di conoscenza di ciò che si fa nella Capitale e
dal Governo attendiamo fino
a che non abbiamo viveri o istruzioni che ci
sarebbero purtroppo necessari.-
Tra i prigionieri inviatici dal Generale
Melendez da Bagnara il giorno
16 corr. vi era un calabrese, Giuseppe Adiroldi,
che dal detto Generale si scrisse di tenerlo sotto
stretta sorveglianza, per cui si strinse in una
prigione seprata al Forte SS.Salvatore;
essendoglisi rinvenuti 47 napoleoni
in oro e 6 piastre glieli feci togliere consegnandoli
alla Cassa di Campagna da poterne fare uso a seconda
i suoi bisogni permessi ai prigionieri. Or siccome
il detto calabrese ha saputo che i garibaldini prigionieri,
perchè Guide dello Stato Maggiore
di Garibaldi, sono trattati con qualche distinzione,
domandò unirsi a questi perchè avevano dei
materazzini e stavano con più libertà
nel Forte; ebbe una negativa. A ciò ieri inoltrò
domanda di parlare col Generale Comandante, al che
fu risposto che avesse conferito col Maggiore Vacca,
Comandante il Forte che avrebbe rappresentato. In
effetti ha confessato aver mentito il suo nome e
condizione e di essere egli un Cappucino Sacerdote
di Messa, di chiamarsi Padre Samuele di Cardinale
ed al presente Cappellano Maggiore del Battaglione
"Stocchi" delle masse di Garibaldi. Egli era al
convento di Nicastro. Gli
è stato dato un materazzino d'ospedale, ma restando
in quella prigione.
Lo stesso ha detto che mentì il suo
nome perchè aveva seco una
balice piena di cartocci e di revolveri che
suppone essersi perduta. Ha detto
pure ch'egli partì da Nicastro per avvertire il
Comitato di Palermo che il Comitato di Nicastro
teneva pronti 20mila uomini armati che sarebbero
insorti appena Garibaldi sarebbe sbarcato in Calabria.-
28 AGOSTO
Stamane alle ore 11 a.m. è venuta
l'acqua nelle nostre fontane
della Cittadella che non ci fu tolta
dal nemico bensì dal monopolio
dei fontanieri che la vendono ai giardinieri degli
agrumi.-La giornata si è passata
tranquillamente sempre però con infauste notizie
che ci pervengono (sebbene da Messina) pel trionfo
di Garibaldi in Calabria e per la simpatia che inspira
alle popolazioni.- Nessuna notizia riceviamo da
Napoli; siamo del tutto isolati. Molti dei nostri
vanno in Città sotto aspetto di comprar viveri agli
infermi del nostro Ospedale o per i
prigionieri e piuttosto gentilezze
ricevono dagli Italiani, non però dai siciliani
a cui si è sempre esposti a qualche insulto.- Ieri
sera nel voler riunire i primi prigionieri Guide
dello Stato Maggiore con i secondi quasi tutti di
marina, i primi mi pregarono di non farl eseguire
ancorchè sarebbero stati meglio. Domandatane
la causa mi risposero ch'essi erano
Lombardi e quelli Piemontesi;
lo accordai. Ma intanto osservo la
perfetta antipatia che esiste tra Lombardi e Piemontesi,
che se tutti gli Stati Italiani hanno
simile simpatia fra loro non saprei
se l'unità d'italia o la fratellanza che dobbiamo
avere possa essere favorevole a tale
unità o annessione generale di tutti
gli Stati, stante che nei
miei viaggi in Italia in diverse
epoche ho osservato sempre una naturale antipatia
tra Romani e Toscani, tra questi e i Lombardi
e tra questi e i Piemontesi ed, infine,
quella naturale antipatia
che suole esistere tra Stati limitrofi come la Francia
ed Inghilterra, che la politica di Stato e gli interessi
di commercio li mantengono uniti ma sempre minacciosi
fra loro.-
29 AGOSTO
Questa sera è entrato nel porto un
grosso vapore carico di feriti
delle masse di Garibaldi; detto vapore
dopo aver sbarcato i feriti
ha requisito tutte le barche piccole
e peschereccie che hanno imbarcato
truppe per sbarcarle a Reggio. Supponiamo che forte
azione vi sia stata con le nostre truppe verso Monteleone
e che le truppe di Garibaldi che trovavansi a Reggio
siano con sollecitudine marciate a quella volta
e rimpiazzate da quelle partite da Messina.- Al
ritorno di dette barche ci hanno provveduto di quanto
può desiderarsi di vitella,
pesce, grande abbondanza di frutti, neve ecc.; abbenchè
il Generale Fabrizio avesse ordinato che le barche
di Messina andassero al Lazzaretto ove è il nostro
ospedale ed anche i prigionieri a vendere quanto
bisogna, come pure al Forte
SS.Salvatore, dando ordine severo
ai Messinesi di rispettare e non insultare qualunque
individuo che dalla Cittadella si porta in
Messina per comprare quanto ci bisogna.
Il Generale Fabrizio fa grande premura
per il cambio dei prigionieri,
ma gli si è risposto che avendone chiesta
l'autorizzazione del Ministro di
Guerra, non si può per ora eseguire, stante che
siamo senza comunicazione con la Capitale e no si
conosce se il detto Ministro lo approvi. Tra i prigionieri
vi sono 7 Uffiziali di Marina e molti
marinai che suppongo fanno ad essi molto bisogno.-
Sono le ore 12 ½: il Console Sardo
è annunziato agli avamposti; egli desidera parlare
al Generale. Dopo le cerimonie di uso gli dico:
"cosa avete a dire al Sig. Generale, il quale manda
me come secondo nel Comando di questi Baluardi"
– "Ma io ho preciso bisogno
di parlare col Generale" – Io rispondo: "Non può
essere; quello che dovete a lui dire nel dirlo a
me sarà fedelmente rapportato"-Finalmente
persuaso, mi ha detto: "Leggete questo bullettino
di Napoli ove vi è anche una lettera di D.Leopoldo
a suo nipote Francesco II ove si osservano le vittorie
di Garibaldi ed il consiglio dello zio D.Leopoldo
al nipote Francesco II che
lo consiglia di sciogliere il popolo dal giuramento
e partire da Napoli" – "Mio caro Console, questo
bullettino l'ho letto prima di Voi e ne resto inteso
se non avete altro da dirmi!" -"Ho alcune
lettere venute da Napoli con la messaggeria
del Tenente Colonnello De Nunzio del Genio e altri"
– "Ebbene datele pure a me che saranno fedelmente
consegnate". Dopo di ciò, mi ha replicato:
"Avrei sommo interesse di parlare
al Generale anche per il bene di tutto il presidio
della Cittadella per intavolare un trattato
senza avere effetto per ora perchè
la guarnigione potrebbe godere di quei vantaggi
che più tardi non gli sarebbero concessi" – "Signor
Console" – gli ho risposto – "Questo è un caso impossibile
perchè ad onta che il Generale annuisce a stabilire
un trattato (lo che non credo) bisogna vedere se
il Consiglio di Difesa vi annuirebbe perchè essendo
io il secondo nel Comando sarei sempre di contrario
avviso, tanto più che Lei non ha un mandato ufficiale,
nè nella Cittadella vi sono uomini di tanta poca
esperienza che non conoscono che
gli affari di guerra sono sempre dubbi. D'altronde
questa Fortezza ci è stata consegnata da un legittimo
Sovrano e si difenderà fino all'ultimo sangue e
fino a che Lui stesso o altro legittimo Governo
qualunque gli succeda non dia ordine di fare quello
che sarà per comandare, staremo sempre fermi nella
nostra difesa!" Un parlare
così sostenuto ha un poco paralizzato il Console
il quale ha replicato che
lui agiva per il bene della guarnigione, perchè
inoltrandosi più le vittorie di Garibaldi la guarnigione
della Cittadella avrebbe avuto delle dure condizioni,
come il licenziamento di tutti
gli Uffiziali; al che ho risposto che questi andrebbero
sempre superbi di essersi comportati da uomini d'onore.
Mi ha detto anche che la Città di Messina non temeva
affatto la Cittadella; gli ho risposto che in ciò
vi era un errore perchè in
caso di estremo bisogno la Cittadella si avrebbe
fatto provvedere dalla Città a forza di bombe. Egli
ha replicato: "Venendo una
grande forza dal mare e attaccati da terra come
farete?" -Gli ho risposto che essendo io l'effettivo
Comandante della Cittadella negli ultimi estremi,
avendo le chiavi di tremila cantaia di polvere li
darei a fuoco per così non esistere più nè
Cittadella, Messina, Borbone o Garibaldi,
restando nel fermo proposito che senza ordine di
un legittimo Governo, qualunque esso sia, nessun
trattato potrà farsi, che lo ringraziavo, per altro,
della sua filantropia usata verso la guarnigione
e che non avevamo tanto piacere
di parlamentare potendo scrivere tanto lui che il
Generale Comandante le truppe in Messina che si
sarebbe puntualmente risposto.-
Puntualmente mi ha risposto che lui
sempre conferiva col Maresciallo
Clary; gli ho risposto che forse le circostanze
erano diverse e che se aveva
comandi a darmi gli auguravo buon appetito.
In tal modo è terminato l'abboccamento.
Questo Console vorrebbe acquistare un merito con
Garibaldi con convenire un trattato di resa con
la Cittadella, senza avvedersi che ha da
fare con gente d'onore e vecchi soldati!
Verso le ore 22 un telegramma di
Garibaldi a Messina ordina che tutti i legni da
trasporto e i tre vapori si portassero subito a
Pizzo. Non sappiamo che operazione
debbono fare, se avanzando o per retrocedere. Certo
è che moltissimi feriti sono venuti in Messina e
a Reggio. In Messina vi sono rimaste poche truppe
di Garibaldi. Il Sig. Prat,
Uffiziale di piazza al nostro servizio, essendosi
incontrato col Console Sardo gli
ha detto essere io "uomo poco concilievole e pare
stia sempre con la miccia accesa in mano" e che
non così era il Maresciallo Clary. Ciò è dipeso
per avergli parlato con quella fermezza e contegno
di un vecchio ed onorato soldato che non si fa imporre
da chicchessia per critiche che siano le circostanze.
Non avvezzo a sentir parlare in simil modo, ha cambiato
linguaggio ed ha detto al cennato Uffiziale di aver
io minacciato financo di far fuoco in caso estremo
alla cantaia di polveri che
sono nelle riserve. L'Uffiziale gli ha risposto:
"Se ve lo ha promesso, siate sicuro che attenderà
alle sue parole".-
30 AGOSTO
Questa notte alle ore 6 sono stato
personalmente a far aprire e
calare i ponti di Porta di Grazia
dalla parte di Mare grosso da ove è passato un vapore
francese e per un marinaio ci ha fatto
passare alcuni plichi e poche lettere
particolari. Le lettere ministeriali di 10 giorni
fa non contengono che rimpiazzo di
Uffiziali di artiglieria, di proporre
che tabacco si potrebbe somministrare alla truppa
e cose che a nulla riguardano la nostra presente
posizione, molto differente di 10 giorni dietro.-
Il detto vapore si suppone essersi diretto per Siracusa.-
Da sicura notizia scritta da Reggio
ci si assicura che il Generale D.Filomeno Briganti,
nello sbandamento dei soldati a Scilla, fusse stato
trucidato dagli stessi soldati ed il figlio, Capitano
di Artiglieria, si fusse ucciso con un colpo di
pistola.- Si suppone che a
Scilla il Generale avesse dato tavola agli Uffiziali
di Garibaldi e che i soldati credendosi traditi
come a Palermo, dopo averlo trucidato, si sbandarono.
Che cosa triste per un Generale l'aver poca esperienza
e poca conoscenza degli uomini che
comanda.- Quest'oggi verso le ore
23 sono stati tirati da mare due colpi di fucile
verso i nostri avamposti a Terranova. Dai nostri
molini si macina il grano dai nostri soldati e si
panizza tutte le volte che la truppa
riceve il pane in vece di gallette; circa 4.800
razioni al giorno. Siamo all'oscuro
di tutto; nulla sappiamo. Da Napoli nessun vapore.
Abbiamo per ora abbondanza di tutto che ci s'invia
dalla Città facendosi dal nemico pervenire al Lazzaretto
e SS.Salvatore quantità di barche cariche di quanto
può desiderarsi, come pure
gran quantità di soldati si portano a spendere in
Città tranquillamente. Ciò è per ora; non sappiamo
se andrà a lungo. Suppongo,
per altro, che ciò sia per far vivere anche la popolazione
onde smaltisca i suoi generi stante che i nostri
soldati spendono generosamente perchè
oltre una forte razione ed il vino ricevono 16 grane
al giorno e doppia diaria. Cosa graziosa l'osservare
in una vasta ed estesa fortificazione come questa
composta di tanti baluardi, lunette, forti staccati
a considerevole distanza come il Forte Lanterna,
SS.Salvatore, il Forte D.Blasco intersecati da estesa
pianura con comunicazioni di Caponiere, un vasto
Lazzaretto, da per tutto cannoni e materiale da
guerra e circa 4.800 uomini che ad ogni momento
sono pronti a battersi ed esporre la loro vita,
che cantano, gozzovigliano e fanno il loro servizio
dormendo a terra e sempre vestiti da più di
cinque mesi. Nella lunga estensione
della Fortezza si osservano quantità di speculatori
soldati (per lo più pionieri ed
artiglieri) che dalle barche o dai
giardini comprano all'ingrosso frutti, pomidoro,
melloni, vaccina, pani, sigari e vino, che formano
continuamente botteghe ambulanti e nulla fanno mancare
ai soldati. Chi sa come finirà quanto durerà questa
faccenda e come finirà. Faccia
Iddio!
31 AGOSTO
Sono approdati varii vapori nel porto
che sbarcano molta gente di
Garibaldi. Da noi si crede e si conferma
da tutti che sono feriti,
come pure si accerta che i legni approdati questa
notte a Reggio, osservati
dal nostro telegrafo della Cittadella, siano anche
feriti Messinesi e siciliani e ciò per non far avvilire
il partito siculo li conducono
a Reggio. Intanto dentro Messina si cantano e si
stampano vittorie di Garibaldi in Calabria e si
dicono tante cglionerie in suo vantaggio. Certo
è che se fussero vere si sarebbero replicate le
illuminazioni, lo che non è avvenuto.
D'altra parte poi da noi si dicono,
si credono o s'inventano altrettante coglionerie
sia pel desiderio del nostro bene o perchè
qualche Uffiziale di non nota entità
(che non ne mancano) dice qualche cosa in nostro
vantaggio in presenza del trabante o di
qualche soldato, questi propaga la
notizia aumentandola; l'ozio che vi è la fa replicare
tanto che ritiene come cosa certa, nel
mentre, riflettendo sul proposito,
si osserva che essendo ni senza nessuna corrispondenza,
nè per mare nè per terra, tali notizie non potevano
pervenirci. Per esempio, le notizie di oggi sono:
che circa 500 feriti di Garibaldi sono sbarcati
negli ospedali di Messina,
all'Ospizio di Colloreale e a Reggio; che le colonne
di Garibaldi siano state battute e che hanno retrocedute
in modo che verso le ore 20 molti assicurano di
avere inteso fuochi di artiglieria in Calabria,
a noi rimpetto, molto indietro di quanto
le masse si erano avanzate. Chi dice
in Città poche masse, altri assicurano al contrario,
infine l'ozio, che fa sempre
chiacchierare, fa dire e credere
cose che non esistono. La mia
esperienza nulla mi fa credere se
non quello che i fatti dimostrano o che qualche
vapore ci apportano notizie ed ufficiali. Attendiamo
con ansia qualche vapore per sapere qualche notizia
sicura della Capitale e delle nostre famiglie, come
pure per il necessario soccorso di danaro, stante
che la truppa non ha danaro che fino al 14 di settembre,
per viveri ne abbiamo in abbondanza, forse per altri
due mesi.- Alle ore 20 di
bel nuovo si è fatto annunciare il Console Sardo
agli avamposti. Si è spedito il Tenente Colonnello
De Nunzio del Genio al quale ha detto che aveva
somma necessità ed urgenza di parlare al Generale
Comandante le truppe, al che gli si è risposto che
giusta l'articolo dell'ordinanza di piazza il Generale
non può sortire dalla piazza
per aver abboccamenti con chicchessia, che scriva
e si risponderà. Non saprei, per altro, quale sia
la tanta premura del detto
Console di voler conferire col Generale mentre avendo
conferito con me come Comandante la Cittadella ha
ben dovuto comprendere come si pensa dall'intiero
presidio! Questa mattina il mio cameriere Gaetano
è stato arrestato e condotto
alla Piazza perchè, come goloso, si è portato a
prendere un gelato a Messina e siccome non si è
portato il "passo" da me firmato è stato condotto
avanti il Comandante di Piazza il quale, essendosi
assicurato non essere una spia lo ha rimandato.
In tutta la giornata nessun colpo
di fucile agli avamposti. Nel porto vi è un vascello
inglese, altro farnese e una fregata piemontese;
molti legni mercantili.-
1° SETTEMBRE 1860
Altro vapore questa notte è venuto
a Messina; per quanto si dice,ha sbarcato molti
feriti della truppa di Garibaldi. Certo si è che
Messina è in lutto, nè si stampano, da qualche giorno,
bollettini di vittorie.
Questa notte abbiamo inteso dai nostri
baluardi un forte cannoneggiamento
cupo nelle montagne di calabria, molto indietro
della marcia trionfale fatta da Garibaldi nello
sbarcare a Reggio insorta e con migliaia di calabresi
armati preparatigli dal ricevitore Melissani; da
ciò da noi si suppone che Garibaldi sia
stato battuto al di là di Bagnara.
Grande illuminazione in Messina e a Reggio; il nostro
interprete del telegrafo, da segnali fatti dal nemico
a Messina, rileva che Garibaldi segnala da Paola,
vale a dire 24 miglia da Cosenza;
questa sarà stata una delle solite
ottime mosse di questo strategico
Generale che ha chiamato forse l'attenzione dei
Regii ove ha avuto tanti feriti prima di Monteleone
per eseguire poi lo sbarco a Paola per attaccare
i Regii da dietro e fare insorgere la
provincia di Cosenza non tanto devota
ai Borboni, e quindi le provincie di Basilicata
e Salerno che sono nello stesso senso.-
Un triste caso si è avuto, che fortunatamente
si è scoverto, ma dà molto a temere perchè non siamo
sicuri della guarnigione. Sulla cinta principale
si è trovato un "pezzo" inchiodato che tira su di
un punto interessante da ove può temersi facilmente
una sorpresa.
Si è fatto subito cambiare il pezzo,
ma dà molto a riflettere potendovi essere molti
Giuda fra noi!- In tre giorni
si sono disertati 2 primi tenenti del Genio; Saint
Paul e Morante. A questo punto
de Martino interrompe la sua trattazione
cronologica per riportare il testo
di due documenti:
A) le clausole della Capitolazione
di Milazzo;
B) il testo integrale della convenzione
fatta a Messina tra il
Maresciallo di Campo Clary ed il
Maggiore Generale Medici.
A) CAPITOLAZIONE DI MILAZZO
1.
Le Reali truppe sarebbero uscite
dalla Fortezza di Milazzo
cogli onori militari, eccettuato il Colonnello Bosco,
il quale doveva uscire a piedi
e senza spada; però Garibaldi volle essere generoso
con lui accordandogli la sola spada.
2.
La fortezza sarebbe rimasta con tutta
l'artiglieria e munizioni
da guerra in potere di Garibaldi.
3.
I cavalli tutti a metà delle mule
che rimanevano ai Napoletani
da consegnare a Garibaldi. Tutto
fu eseguito in un paio di giorni. I Regii furono
imbarcati sui bastmenti o vapori da trasporto mandati
espressamente dal Governo
di Napoli.
B) CONVENZIONE DI MESSINA
L'anno 1860, il giorno 28 di luglio
in Messina, Tommaso CLARY,
Maresciallo di Campo, Comandante Supremo le Truppe
riunite in
Messina, ed il Cavaliere Maggiore
Generale Giacomo MEDICI, animati da sensi di umanità
e nello intendimento di evitare lo spargimento
di sangue che avrebbe causato l'occupazione
di Messina da una parte e
la difesa della Città e Forti dall'altra; In virtù
dei
poteri loro conferiti dai rispettivi
mandanti, sono addivenuti
alla seguente:
C O N V E N Z I O N E
1.
Le Reali Truppe abbandoneranno la
città di Messina senza essere
molestate e la Città occupata dalle
Truppe Siciliane, senza
venir pure queste molestate dalle
prime.
2.
Le Truppe Regie evacueranno i Forti
Gonzaga e Castellaccio nello
spazio di due giorni a partire dalla data della
soscrizione della presente convenzione.
Ognuna delle due parti contraenti destinerà due
Uffiziali ed un Commissario di Guerra per inventariare
le diverse bocche a fuoco, i materiali tutti da
guerra e gli approvvigionamenti di
viveri e di quanto altro esisterà nei Forti su indicati.
Resta poi a cura del Governo
Siciliano lo incominciare il trasporto
di tutti gli oggetti inventariati appena effettuato
lo sgombro dei soldati, di
compierlo nel minor tempo possibile e consegnare
i materiali trasportati nella zona neutrale di cui
si tratterà appresso;
3.
Lo imbarco delle Reali Truppe varrà
eseguito senza che venga molestata
per parte dei Siciliani.
4.
Le Truppe Regie riterranno la Cittadella
coi suoi forti D.Blasco,
Lanterna e SS.Salvatore con la condizione però di
non dovere in qualsiasi avvenimento futuro recar
danno alla Città, salvo il caso che tali fortificazioni
venissero aggredite o che lavori d'attacco si costruissero
nella Città medesima. Stabilite
e mantenute queste condizioni, la inoffensività
della Cittadella verso la Città durerà sino al termine
delle ostilità.
5.
Vi sarà una fascia di terreno neutrale
parallela e contigua alla
zona militare, la quale si intende debba allargarsi
per 20
metri oltre i limiti della attuale
zona che va inerente alla
Cittadella.
6.
Il commercio marittimo rimane completamente
libero d'ambe le parti. Saranno, quindi, rispettate
le bandiere reciproche. In
ultimo resta alle autorità dei Comandanti rispettivi
che stipulano la presente
Convenzione la libertà di intendersi per quei bisogni
inerenti al vivere civile che per parte delle Regie
Truppe debbono venire soddisfatti e provveduti nella
Città di Messina.- Fatto,
letto e chiuso il giorno, mese ed anno come sopra
nella casa del Sig.Fiorentino Francesco, banchiere
alle Quattro Fontane.
Firmati: Tommaso De Clary - Maresciallo
di Campo
Cav. Giacomo Medici – Maggiore Generale
Per copia conforme:
Firmato: G.Guastalla – Capo dello
Stato Maggiore.
2 SETTEMBRE 1860
Questa mattina la truppa ha ricevuto
per la prima volta una distribuzione
di carne essendosi uccise quattro vaccine della
riserva. La notte agli avamposti
si è passata tranquillamente
senza novità.- Caldo eccessivo.-
Un bollettino stampato in Città annuncia con data
di ieri un telegramma di Garibaldi da Cosenza che
la Colonna del Generale Ghio essendo stata attaccata
alle spalle si è sbandata ed i Calabresi pieni di
entusiasmo proclamano con
gli "evviva" Garibaldi.- Sono le ore 9 a.m.; giunge
per la parte di mare grosso un lundro
di Dogana spedito da Siracusa al
Generale Lo Cascio che comanda quella Fortezza e
quella di Augusta, con ufficio che fa conoscere
che il Capitano di barca detto Romano,
giunto colà proveniente da Messina, aveva sparsa
la voce che la Cittadella si era resa al
nemico e che i Garibaldini e le Regie
Truppe erano unite insieme alla Fortezza e che perciò
domandava istruzioni come regolarsi. Gli si è risposto
essere tutta menzogna quanto si spacciava e che
si tenesse fermo nell'obbligo suo e che in nulla
si amovesse senza l'ordine di questo Sig. Generale
Comandante le Truppe riunite nella Cittadella, ha
permesso innalzarsi bandiera Piemontese sulla
Cattedrale di Siracusa, i detti marinai
hanno subito spacciato che Siracusa si era resa.
Un ordine del giorno al presidio
ha fatto conoscere la falsità
della notizia, soggiungendo che le due suddette
piazze erano fornite di viveri per quattro mesi
che non ancora avevano toccati perchè giornalmente
quella truppa fa la spesa
del rancio nella piazza della Città.-
Questa notte è partito da Messina
altro vapore con truppe nemiche; non si conosce
ove andavano a sbarcarle. In Messina vi è pochissimo
numero di uomini delle masse.- Il Consiglio di Difesa
ha deciso mentre in Napoli un Uffiziale Superiore
(Maggiore Diversi) sotto pretesto di andare a prendere
danaro, ma effettivamente per sapere o conoscere
lo stato delle cose che passano e la posizione degli
affari.
Io sono stato di contrario avviso
dicendo che una piazza chiusa da assedio, avendo
viveri e munizioni, il Governo, il Re o chicchessia,
non deve pensare a maggiori soccorsi avendo una
sufficiente guarnigione per difendersi. Ho detto
parimenti: "Che notizie volete che il Ministro di
Guerra vi dia? Forse la posizione dell'Armata? E
questo non ha nulla a che fare con
la Fortezza!" ed altre ragioni che il buon senso
di ogni militare può suggerire, ma, siccome non
tutti siamo militari nel 1860, il mio voto non ha
avuto luogo ed il Maggiore Diversi domani partirà
con la "Messagerie" francese. Faccia Iddio che abbia
buona accoglienza ove si presenta, perchè sicuramente
questa disposizione sarà presa per debolezza e
titubanza del Generale che comanda
le Truppe.
Oggi altre masse si sono imbarcate
in Messina per raggiungere Garibaldi, ma non sappiamo
dove. L'imbarco si è effettuato sulla fregata piemontese
che sta sempre nel nostro porto sotto il
cannone della Cittadella che dobbiamo
considerare come di Nazione amica perchè il Piemonte
non ci ha dichiarato la guerra e perchè per trattati
non vi è intervento fra una Nazione con altra. Intanto
lo strategico Garibaldi impronta il nome di Vittorio
Emanuele, s'intitola Dittatore e
tutte le Potenze, Inglese, Francese e come l'intiera
Italia, gli somministrano tutti i mezzi per promuovere
una grande insurrezione nel nostro infelice Regno.
Che dirà la storia a venire? Se non vi è intervento
perchè la Francia spedisce
truppe nella Siria contro i Musulmani che hanno
fatto man bassa dei Cristiani ed altre Potenze che
v'intervengono? E soffrire poichè un Generale senza
nome di Nazione con delle masse invada un Regno
di un legittimo Sovrano, fa dei proseliti
dai malcontenti dello stesso Regno
che ruina da capo a fondo col lasciare libertà molti
migliaia di servi di pena e cattivi
soggetti che da per tutto apportano
anarchia e disordine, eppure nessuna Nazione prende
interesse a cosa che in tutti i Regni può avvenire.
Non v'è dubbio che molto malcontento esiste nel
Regno per causa della prepotenza e dispotismo dei
Ministri, intendenti e Amministratori,
come pure che l'Italia si crede libera dal giogo
tedesco e che si vorrebbe Napoli
nello stesso senso, ma questo
avrebbe potuto ottenersi con trattati
senza però pretendere che il Sovrano sorta e rinunci
al Regno come lo consigliò il proprio zio S.A.D.
Leopoldo.
Avendo il Re data una Costituzione,
dalla Francia stessa o da qualche altra Potenza
si avrebbe potuto obbligare a
concederla su più larghe basi oppure
formare una confederazione come meglio avessero
giudicato le grandi Potenze, ma non avrebbero mai
dovuto permettere che il Regno fusse invaso da un
particolare individuo e dal capriccio dei popoli.
Certo è che la guerra che
attualmente facciamo è caso non ancora da secoli
avvenuto e Dio sa quando l'infelice Regno delle
Due Sicilie rientrerà nello stato normale. Noi siamo
assediati, la truppa riceve doppia diaria e razione
di viveri dalle riserve; dal menico si permette
che i nostri soldati si portano
in città per comprare ciò che si desidera, protetti
dagli Italiani che gentilmente li proteggono, ma
sovente insultati e malmenati di siciliani, i quali
alle volte li lusingano e l'inducono a disertare.
Molti de disertori, dopo aver indossato la
camicia rossa, ritornano di bel nuovo;
non così gli Uffiziali, particolarmente quelli dei
Corpi Facoltativi che molti ne sono
disertati da questa Fortezza perchè
ricevono gradi maggiori di quelli che hanno nel
nostro esercito, ed a misura che Garibaldi avanza
essere sempre più la diserzione. Spesso siamo minacciati
che oggi o domani la Cittadella sarà assalita a
tale o tal'altra ora, ma questo
mai si è verificato; ciò accade mentre i nostri
sono in Città, sebbene queste fanfaronate si fanno
dai Siciliani o da qualche nostro Uffiziale disertore.
Cose simili in nessuna guerra si è osservato. La
truppa è sospetta e teme sempre di
essere venduta da qualche tradimento.
Disgraziatamente nella Cittadella
sono due Capi di Corpo del 5° di Linea e del 3°
di Linea D.Emanuele Molesti
e D.Bartolomeo Aldanese, ai quali li ha
presi talmente la malattia del cuore
(cioè la paura) che per nulla compariscono o si
danno premura di osservare ciò che passa nei rispettivi
Corpi. È una vera disgrazia il non avere Capi di
Corpo in simili circostanze.
Il 7° di Linea ha casermato al Forte SS.Salvatore
va bene ed è disciplinato perchè comandato dal
Colonnello D.Cesare Anguissola che
ha numeri per comandare un Reggimento. Per l'opinione
che hanno i soldati di pochi vecchi Uffiziali Superiori
esiste la Cittadella ancora in nostro potere senza
una manifesta rivoluzione che apporterebbe la sua
ruina stante che su il Comandante
dei Pionieri Palmieri, Uffiziale Superiore molto
debole e con pochissimi buoni Uffiziali, sul
Comandante di Artiglieria Ten. Colonnello
Valle vi è poco da contare, stante che gli artiglieri
lo hanno sospetto, come pure il Direttore di Artiglieria
Quillamatte di recente promosso Maggiore, la di
cui moglie è Messinese, nonchè del Direttore del
Genio De Nunzio, il quale è effettivamente un eccellente
e buono Uffiziale Superiore, ma siccome i primi
sono molti anni che trovansi
in Messina ed hanno dei rapporti ed amici in Città,
sia per qualche biglietto o imbasciata che ricevono,
la truppa che non conserva quella perfettissima
disciplina come nei tempi normali e istigata pure
dai discorsi di Uffiziali materiali, li hanno tutti
in sospetto, massime ora che si è
rinvenuto un cannone inchiodato.
3 SETTEMBRE
Questa mattina si è presentato agli
avamposti il Console inglese
ed il Comandante la fregata di detta
Nazione; gli si è spedito il
Gran Prevosto Sig. Maggiore Coda
al quale dal Comandante la
fregata gli si è detto che pregava il Generale di
rilasciargli il prigioniero D.Eduardo Filenghi essendo
un Capitano di Bastimento di nazione inglese, tanto
più che fu preso non con le armi alla mano, nè vestito
da militare Garibaldino.
Il Generale inteso il
Consiglio di Difesa e verificato
il suo nome e cognome e condizione, lo ha fatto
condurre sulla fregata inglese ricevendone i dovuti
ringraziamenti dal Comandante. Alle ore 1 p.m. è
partito il vapore francese la "Messagerie"; con
esso sono partiti il Capitano D.Giuseppe
Festa del 3° di Linea, passato alla Guardia Reale,
il Capitano di Artiglieria Armenio,
perchè il Generale poco contento
di lui, ed il Maggiore del 7° di Linea Diversi,
incaricato di portare tutti gli Ufficii e rapporti
a S.E. Il Ministro di Guerra e parlare
a S.M.(D.G.); lo stesso è incaricato di portar denaro
per la truppa. Sullo stesso vapore si sono imbarcati
i cavalli del Colonnello Aldanese ed il Maggiore
Milano, del 3° di Linea, per sbarcarli in Napoli.-
In Città poca truppa; si evita,
per quanto si può, che Uffiziali e soldati vadano
in Messina. Grande apatia e somma noia, effetto
di un noioso assedio in cui siamo. Certo è che ad
onta che abbiamo viveri di riserva ci provvediamo
in Città di quanto ci bisogna.-
Questa notte si è passata tranquillamente
nè fucilata alcuna vi è stata
agli avamposti, come da parecchi giorni non ve ne
sono state.
4 SETTEMBRE
Questa mattina vi è stato un allarme
nella Cittadella per un tristo
caso che si prevedeva: la nostra panatica, fornita
di quattro grandi forni, tiene
attaccato alle sue pareti un
grandissimo locale zeppo di fascine
innumerevoli per cuocere il pane. Stamane, nell'aprirsi
il detto locale una grande colonna di fumo ha offuscato
i soldati che sono andati ad aprirlo, e siccome
vi è contiguo una riserva di munizioni per la batteria
che sovrasta i forni ed il
magazzino della legna, un forte spavento ha prodotto.
Avvertito di ciò mi sono portato subito sopra luogo
chiamando i 100 uomini dei Veterani che subito sono
accorsi ed altra corvèe fatta subito nominare di
tutte le armi, nonchè due pompe per smorsare il
fuoco che si supponeva. Sono accorsi subito i Direttori
di Artiglieria e del Genio e con la massima
sollecitudine, a forza di centinaia
di braccia, si è vuotata parte delle migliaia di
fascine accatastate alle pareti di forni e si è
osservato che dalle fessure dei forni passava il
fumo ove sono le fascine; cosa che si è subito dato
riparo, con ordine però di non più cuocere il pane
in quei forni, ma da quelli del lato opposto.
Si è ringraziato l'intero presidio
per la sollecitudine cui tutti
sono accorsi, dando due piastre ai
due pionieri che si sono più esposti, ed agli altri
sei, una razione doppia di vino. Le circa 6mila
fascine sortite, dopo che si sono raffreddate l'infuocate
mura dei forni, dovranno di bel nuovo
mettersi al loro posto.
Questa mattina ci siamo veduti assorti
da circa 50 barche che portavano al Lazzaretto e
dietro Porta di Grazia, carichi di
frutta, uova, pollastri, galline,
carne e financo venditori di fazzoletti, forchette,
cucchiai, specchi e tante altre
coglionerie; Alcune di queste barche
provenienti anche dalla costa di Calabria. Alcuni
affermano che i venditori avessero reclamato di
non avere a chi vendere i loro generi, nè potevano
guadagnarsi il vivere senza lo smaltimento dei medesimi
e che per ciò gli si fusse
permesso di venire a venderli nella Cittadella i
di cui soldati pagavano bene e che il Governatore
di Messina avesse tanto permesso. Altri assicurano
con certezza essere ordine di Garibaldi di non far
mancare nulla alla guarnigione della Cittadella.
Che assedio e che guerra curiosa
è questa! Chi sa quali discussioni si agitano nei
differenti Gabinetti delle grandi Potenze per questo
interessante punto della Cittadella, eppure nulla
possiamo prevedere della nostra sorte avvenire!-
Essendo giunto il vapore francese
la "Messagerie" si è mandato un
nostro Uffiziale a bordo per sapere
qualche notizia di Napoli ed
il Comandante lo ha assicurato che
Napoli è tranquilla che i
Ministeri tutti agiscono, che la Guardia Nazionale
mantiene l'ordine in unione
della truppa, che due battaglioni di Guardia Nazionale
avevano manovrato avanti Palazzo Reale con banda
e tutti avevano gridato "Viva Francesco II", "fuori
il Comandante della Guardia Nazionale" e "Abbasso
il Generale Cutrogliano"; più ha
soggiunto che da Livorno dovevano
partire 2mila Italiani per sbarcare sulle coste
di Roma, ma che ne sono stati impediti dai
legni francesi di uscire dal porto.
Tutto ciò se sia vero o falso non ci prestiamo fede
perchè rinchiusi e senza corrispondenza da circa
25 giorni dal Governo e dalle famiglie; non ci conviene
farealtrimenti!
Il Generale Fabrizio, Comandante
la Truppa Garibaldina, ha scritto una pulita lettera
al Generale Fergola dicendogli che con il
vapore francese la "Messagerie" erano
giunte molte lettere di ufficio
alla posta, come pure molte lettere particolari
dirette alle Autorità e Uffiziali della Cittadella
e che per ciò avesse mandato
a prenderle per un Uffiziale. Il Generale Fergola
nel ringraziare il Comandante Fabrizio con altra
lettera, ha spedito due Uffiziali per riceversi
le lettere, ma le sole dei soldati, nemmeno una
degli Uffiziali e di ufficio.
Corre voce per Messina che gli affari
di Garibaldi in Calabria non vanno bene; le teste
rinchiuse in un assedio ci fanno credere
quanto si dice in nostro vantaggio
si spera che si verifica. Poca fede vi presto visto
il gran partito. Ieri dal
Lazzaretto si è disertato il 2° Commesso Sardi,
fratello germano del Maggiore
Sardi, giorni fa partito da questa per Napoli perchè
passato alla Guardia Reale. Il Console Piemontese
ha invitato lettera al Tenente Colonnello del Genio
De Nunzio che apertasi avanti del Generale, di me
ed altri Uffiziali Superiori,
si sono lette le ampollose vittorie di Garibaldi
e, tra le altre, che Siracusa era stata ceduta,
Garibaldi a Napoli pel giorno 8 corrente,
la Famiglia Reale in
Gaeta e tante altre menzogne, credendo
così di reclutare: per altro,
chi sa se si verifica.-
5 SETTEMBRE
Verso le ore 8 a.m. è giunto il vapore
francese al nostro servizio
"La Sirienne" con due impiegati del
Tesoro che hanno portato del
denaro a siracusa, Augusta e al presidio
della Cittadella 49mila ducati,
8 botti di abbigliamento per il 7° di Linea. Questi
impiegati sono apportatori di tristissime notizie,
cioè che siracusa abbia ceduto
la piazza ed il Castello alle voci corse che la
Cittadella si era resa, che la truppa trovavasi
fuori la Città, che il Generale Lo Cascio si ha
ricevuto dai nostri impiegati 17mila ducati per
pagare la truppa, che la maggior parte si sarà disciolta
almeno per coloro che hanno avuto i mezzi per andarsene;
il detto vapore ha imbarcato tutti gli infermi al
n° di 130 non avendo potuto
imbarcare tutta la truppa.- Or chi avrebbe potuto
supporre tanta debolezza nel Generale Lo Cascio
tenuto per un Uffiziale Superiore di Artiglieria
di talento e coraggio colà lo dimostrò essendo insieme
qui nella Cittadella nel 1848
nell'assedio sofferto per circa 8
mesi? Bisogna convenire essere una vera epidemia
che in questa presente guerra, nuova
nell'istoria, abbia invaso la malattia
del cuore (paura) alla maggior parte di tutti i
nostri Generali. Il figlio di detto
Generale Lo Cascio, Uffiziale di
Stato Maggiore presso di lui, fu
spedito a Napoli con due plichi a
S.M. Ed al Ministro di Guerra, il quale nel ritornare
a Siracusa con "La Sirienne", avendo veduto
la bassezza o la viltà del padre,
non ha voluto sbarcare, come
neppure in questa, perchè divenuto
quasi frenetico o pazzo.-"La Sirienne" parte da
qui all'1 p.m. per Napoli con gli infermi presi
all'ospedale di Siracusa e con circa 40 individui,
cattivi soggetti, che si espellono da questa piazza,
quasi tutti artiglieri e pionieri,
truppa indisciplinata perchè deboli i Capi che la
comandano.- Un grazioso aneddoto
si è offerto stamane: allo sbarcare del vapore "La
Sirienne" i due impiegati del Tesoro per consegnare
i 49mila ducati in Cittadella,
la truppa nel vedere nuovi ricami tanto ai loro
soprabiti che ai loro bonetti, in folla li sono
corsi sopra dicendo: "Ecco gli inglesi"
– "Che cosa vogliono da noi?".
Ecco l'ozio e la fantasia accesa, nel mentre i detti
due impiegati hanno la vera faccia di lazzari napoletani.
È stato gioco forza farli parlare per persuaderli.
Intanto, nominata una corvèe per andare a prendere
il numerario a bordo, nell'entrare in Cittadella
i 49mila ducati, ad una voce, tutti gridavano: "Viva
il Re, Viva il Re, ci manda
il danaro!".
Molti Uffiziali di Corpi Facoltativi
venuti col ripetuto vapore da
Siracusa non hanno avuto il coraggio
di sbarcare e venire a vedere i loro compagni d'arme
in Cittadella per non soffrire la vergogna di essere
rimproverati di aver ceduto quella Fortezza senza
ragione!- La notte si è passata
tranquillamente, senza novità al bivacco
degli avamposti.-Sappiamo da Messina
essersi preso ad impronta dal Banco, o come dicono
dal Debito Pubblico, 13mila ducati per
pagare le truppe Garibaldine e che
sei Uffiziali pagatori della stessa armata siensi
disertati asportandosi 36mila ducati e che la
truppa in Messina da tre giorni non
riceve il prest. Questa mattina la solita fiera
davanti il Forte SS.Salvatore ove
tutti si provvedono di quanto bisogna;
tra le altre cose, stamane, vi era abbondanza di
sapone di Genova e quantità di carni a due carlini
il rotolo.- Cosa curiosa! Dalle masse di Garibaldi
disertano tre pagatori con 36mila
ducati e da noi diserta il
Capitano Comandante l'Ospedale del Lazzaretto D.Giuseppe
Chiariti, il quale ha delle somme per la spesa di
detto Stabilimento che ha lasciate.-È disertato
anche un primo Sergente de'Pionieri in unione del
detto Capitano Chiariti, asportandosi la cinquina
della compagnia.-Giunge un
ufficio pressante dalla piazza di Augusta dal Colonnello
Tomson La Tour che la comanda, che rapporta
l'esultanza di quella popolazione
perchè giunta colà la notizia che Siracusa aveva
fraternizzato con i Regii, i quali avevano
ceduto il Forte e le fortificazioni
alla Guardia Nazionale, sortendo essi fuori la piazza
e che per ciò domandava le
istruzioni da qui come regolarsi, stante che la
popolazione di Augusta domandava
lo stesso.-Riunitosi il Consiglio di Difesa si è
risposto che si attenesse perfettamente agli articoli
della ordinanza di piazza, anzi che si preparasse
a valida difesa se bisogna;
che se il Generale Lo Cascio ha tradito o per sua
debolezza ha ceduto la piazza di Siracusa tutta
la responsabilità cadrà su
di lui, più che avendo denaro per la truppa fino
al 15 corrente alla prima occasione gli sarà spedito
altro danaro e che nulla operasse senza ordine che
da qui non pervenisse.
6 SETTEMBRE
Un vascello inglese ad elica ed altro
piccolo vapore è entrato questa
notte nel porto ed oggi si è sortito. Questi legni
da due giorni vanno e vengono
nel porto; il vascello francese da qualche giorno
è fisso.- Abbiamo per notizia che sia stato imposto
da una Grande Potenza a Garibaldi di sortire dal
Continente di Napoli e di riconcentrarsi in Sicilia;
alcuni dicono fra 8 giorni, altri fra 20. Il tempo
dirà se sia vero; per ora suppongo
che no! Dal segnale
telegrafico a vista di Reggio, che segnala nei paesi
interni delle Calabrie occupati dalle truppe di
Garibaldi, si ordina di non più arruolare volontari
nei battaglioni siciliani;
ciò lo rapporta l'Uffiziale telegrafico interprete
che abbiamo
nella Cittadella che osserva tutto
ciò che segnala Reggio ed i
telegrafi di tutta la spiaggia di
Calabria a noi rimpetto.
I Messinesi, dichiarati nostri aperti
nemici non ci fanno nulla
mancare nel nostro assedio, stante che forse per
la penuria del danaro in Città portano tutto a vendere
nella nostra Fortezza, approdando per via di mare
avanti il Forte SS.Salvatore; quest'oggi, oltre
la grande abbondanza di frutta di ogni specie ed
oggetti anche di telerie ed altre bagattelle, abbiamo
avuto dei gelati, carne di vitella, pane, neve ecc.
È un curioso e galante assedio
che soffriamo! Non pertanto, siccome la Città trovasi
nella perfetta anarchia, dalla Sanità, sita in Città
dirimpetto il Forte SS.Salvatore,
sono state tirate tre colpi di fucile alle nostre
sentinelle, le quali per nulla vi hanno risposto.-
Si dice che i nostri vapori hanno
catturato due piccoli legni garibaldini; attendiamo
la conferma. In tempo di guerra non bisogna essere
troppo credulo.- La notte si è passata tranquillamente.
7 SETTEMBRE
In città girano carte stampate, anche
con la firma dei redattori, di un quasi testamento
di Francesco II che cede nel partire dal
Regno tutti i suoi diritti a Garibaldi
indicandogli anche il modo
di governare, con altre cose così buffe che quelli
del loro partito neppure vi prestano fede. Si dice
ancora che Milazzo abbia formato un battaglione
di mille nobili volontari così entusiasmati, pronti
a qualunque chiamata; tale numero di nobili,
a quanto sembrami, compreso le donne,
Milazzo non li comprende. Ore 9 a.m.: un grosso
vapore inglese è entrato nel porto.-
La cosa più penosa in istato di assedio
si è il non saper nulla di quanto passa all'Armata
e nelle Provincie del Regno. In giornata abbiamo
una quantità di notizie che ci rallegrano e ci illudono;
ma sono vere? Sono esse certe? Per esempio: una
giardiniera vicina ai nostri avamposti ci dice che
i Garibaldini hanno ricevuto una forte rotta e che
Garibaldi è prigioniere vestito da monaco. Un
marinaro che dice essere stato in
Città e ci assicura che un legno a vapore carico
di garibaldini feriti è stato affondato dai nostri
vapori e, finalmente, che "Il Veloce"
sia stato ripreso dai nostri vapori e condotto in
Napoli. Tutto ciò sarebbe buono se fusse
vero! Intanto, stamane, nel mandare
a prevenire i legni da guerra esteri che la Cittadella
domani avrebbe eseguite tre salve per la ricorrenza
del nome di S.M. La Regina, il Maggiore garibaldino
Pesce (mio antico scribante) ha detto al nostro
Uffiziale degli avamposti
che gli ha consegnato le lettere: "perchè non cedete
la Cittadella? Domani Garibaldi è in Napoli e se
lui viene qui non sarete più a tempo ed avrete delle
cattive condizioni".
L'Uffiziale gli ha risposto come
conviensi ad uomo d'onore. Certo è che se fussero
vere tutte le vittorie di Garibaldi vedressimo
molte illuminazioni in Città.-
Verso le ore 23 ¼ sono sbarcati con
bandiera francese avanti il nostro bivacco il Comandante
del vascello francese ed il Comandante la fregata
inglese; trovandomi io agli avamposti gli sono andato
all'incontro e domandato ad essi cosa desideravano
mi hanno risposto che desideravano parlare al Generale.
Gli ho risposto che le nostre ordinanze non permettono
che il Generale Supremo sorta
dalla piazza in tempo di assedio, per cui potevano
conferire con me come secondo nel comando; ma il
Comandante inglese, col quale ebbi la prima conferenza,
e conosce come la penso, mi ha detto che avevano
preciso bisogno di parlare col
Generale essendo cose di sommo rilievo.
Ho replicato: "Compiacetevi di scriverlo
che sarete riscontrato". Mi ha risposto il Comandante
francese: "il metterci in corrispondenza per iscritto
sarebbe lungo, abbiamo bisogno ora stesso parlare
col Generale", per cui mi
hanno interessato di fargli tanto conoscere; vi
ho annuito prevenedoli che vi voleva del tempo perchè
il Generale trovavasi al Forte
SS.Salvatore. Ci siamo licenziati dicendoli che
gli avrei reso la risposta. Fatto sta che per
persuadere il Generale di annuire
alla domanda vi è passato del
tempo per cui i detti Comandanti,
vedendo che l'ora si avanzava, si erano ritirati.
Non avendoli rinvenuti il Generale, per quelle convenienze
d'uso, ho spedito un Uffiziale su di una lancia
a prevenire i detti Comandanti
che il Generale dispiaciuto di non averli rinvenuti
li avessero dato l'ora per domani che si avrebbe
fatto trovare agli avamposti.
Il Governatore garibaldino nel ricevere
l'avviso che la Cittadella faceva le tre salve pel
nome della Regina ha creduto
rispondere che non lo credeva regolare. Ma noi che
siamo in casa nostra ed abbiamo la forza senza farci
imporre la eseguiremo! Il Capitano
Chiariti, nostro disertore dell'altro giorno, scrive
ad un dottore dell'Ospedale del Lazzaretto,
di cui n'era il Comandante, che dopodomani si sarebbe
presentato in Napoli e che lui si era allontanato
per i torti ricevuti di sortire dall'attività e
per non aver potuto ottenere un permesso per
Napoli. Gli dava parimenti notizia
che la Brigata Ghio si era sbandata, ma che giunti
i battaglioni svizzeri hanno massacrato 300 garibaldini
fatti prigionieri e finalmente che Garibaldi domani
sarebbe in Napoli.
Come credere tante cose contraddittorie?
Alle ore 4 ½ di notte avendo inteso un forte cannoneggiamento
alla parte di Reggio, mi sono portato subito sulle
batterie della cinta principale
che guarda verso Reggio ed ho osservato il fuoco
di due vapori senza distinguere se erano nostri
o del nemico, e dei continuati
fuochi di moschetteria al di fuori dei due lati
di Reggio. I due vapori dopo circa un'ora di fuoco
si sono allontanati portandosi
verso Torre di Faro, per cui è a supporsi che sono
del nemico. La nostra illusione ci fa credere che
qualche truppa regia sia sbarcata dietro marina
per riprendere Reggio.
Di notte veramente è difficile calcolare
le cose. Domani può darsi si
conoscerà la verità del fatto.-
8 SETTEMBRE
Alle ore 6 a.m. si è presentato agli
avamposti un Maggiore Garibaldino
detto Bisogni, uno dei nostri Uffiziali disertori;
Si è spedito il Gran Prevosto
Maggiore Coda per sapere cosa chiede. Egli è apportatore
di due telegrammi segnalati da Reggio per farli
leggere al Generale: uno di essi annuncia che ieri
alle ore 12 meridiane Garibaldi
ha fatto la sua entrata in Napoli, l'altro avvisa
il Generale Fabrizio Governatore in Messina, l'entrata
di Garibaldi in Napoli. Il Generale Fabrizio nel
rimettere originalmente questi due documenti ne
domanda le restituzione ed a voce consiglia di fraternizzare
con essi e di cedere la Cittadella perchè ora avressimo
dei vantaggi, stante che se giunge Garibaldi
avressimo dure condizioni e faressimo
la ruina degli Uffiziali che sarebbero tutti licenziati.
Si è risposto ringraziandolo della
sua filantropia e che il presidio
della Cittadella si comporterebbe sempre da uomini
d'onore. Non si comprende perchè tanta premura di
avere la Cittadella stante che se disgraziatamente
il Real Governo avesse cessato di esistere e Francesco
II avesse perduto il Regno
avrebbe ordinato di cedere la Cittadella e sciogliere
la truppa dal giuramento; ecco ciò che ci fa supporre
essere falso quanto dal nemico
si asserisce. Del resto tutto puol darsi essendo
guerra d'insurrezione e di malcontento dei popoli
(al dir dei demagoghi). Alle ore 7 a.m. sono sbarcati
ai nostri avamposti con bandiera spiegata i due
Comandanti dei legni da guerra Francese ed Inglese
giusta il convenuto. Il Generale ed io, in gran
tenuta perchè giorno di gala di Corte, ci siamo
inoltrate verso di esse e, dopo
il saluto, il Comandante del vascello
francese ha incominciato ha parlare in francese;
il Generale pretendeva che avesse parlato in italiano,
al che gli ho detto: "Se non lo conosce, come si
può pretendere? Sono io qui e vi spiegherò il tutto!".
In complesso si sono lamentati
che ieri furono mal ricevuti da me e la tardanza
del Generale; al che ho loro risposto che i nostri
regolamenti impediscono al
Generale assediato di uscire a parlamentare con
chicchessia e che malgrado ciò mandai a chiamare
il Generale avvertendoli anche che avrebbe tardato
a venire perchè trovavasi
al Forte SS.Sepolcro.
Essi saranno anche dispiaciuti che
il giorno onomastico di Napoleone e della Regina
Vittoria, nel mentre i loro legni da guerra fecero
la salva, non furono corrisposti
dalla Cittadella e ciò sembrava loro poca amicizia
per le due Grandi Potenze. Al che ho risposto loro
che tra i diritti internazionali tra le Potenze
è prescritto che, trovandosi un legno da guerra
in un porto, se fa la salva per qualche gala della
sua nazione, il Forte più vicino deve solamente,
in segno di amicizia, izzare la bandiera e non altro.
Mi hanno risposto: "In simili
occasioni, Napoli è stata più cortese verso di Noi!.
Ho risposto: "In Napoli vi è il Ministro
della Guerra e vi è il Re
che può tutto in un momento cambiare le cose a loro
piacimento, ma noi, lontani, non possiamo allontanarci
dai regolamenti". Il Comandante
del vascello francese ha replicato: "Se questo è
il vostro regolamento vi diamo avviso che noi non
corrisponderemo alla vostra salva"; ho risposto:
"È giusto" e ci siamo licenziati .
Suppongo che la grande premura dei
due Comandanti, ieri sera,
era quella di annunciarci l'entrata di Garibaldi
in Napoli e servir da intermediari
per una capitolazione, ma avendo
saputo la risposta data al Generale
Fabrizio prima della loro venuta, di nulla hanno
parlato della Cittadella.-
Le grandi cannonate e spari di questa notte a Reggio,
per quanto ci si assicura, essere una festa annuale
che si celebra in tal modo, aumentata per l'entrata
di Garibaldi nella Capitale. Intanto, essendo venuto
da Catania un calabrese a vendere lardo e sugna
nella Cittadella, ha confidato ad un parente, soldato
di questo presidio, che Garibaldi trovavasi ferito
nel Castello di Scilla. A
chi prestar fede? Il Generale Fabrizio, Comandante
in Messina, nel mandarci replicati
telegrammi per l'entrata di Garibaldi in Napoli,
domanda i prigionieri italiani che sono presso di
noi dicendo che essendo cambiato il regime sembra
inumano ritenersi ancora i prigionieri.
Gli si è risposto che avendo rappresentato
al Ministro di Guerra sull'oggetto
e non essendosi ancora ricevuto riscontro, se, come
lui dice, è stato cambiato regime, può superiormente
premurare gli ordini; in caso contrario, i prigionieri
non si possono amuovere.
Triste cosa è l'incertezza!
In Reggio ed in Messina grande illuminazione!
A Reggio, a mezzogiorno ed alle ore
24, grande salva di cannoni per la festa che si
celebra tutti gli anni; ora, però, essendo il
Castello in potere del nemico e per
dar contento alla popolazione,
tirano cannonate a salva senza misericordia,
non dovendo dar conto a nessuna autorità delle grandi
riserve di polvere che esistono nel Castello.
Dalle ore 23 fino ad un'ora di notte
nel grande Maschio della Cittadella
due Bande del 3° e 5° di Linea hanno suonato per
divertire la truppa la quale, entusiasmata, ad ogni
pezzo, ha gridato: "Viva il
Re, Viva il Generale, Viva il Comandante della Cittadella".
Tali gridi sentiti in Città facilmente persuadono
a tutti che la Cittadella
è decisa a battersi ad onta, come essi dicono, che
Garibaldi sia in Napoli, a meno che un legittimo
e regolare governo non ordina le resa.
Dopo suonato l'inno, la banda e la
truppa si sono ritirati nelle proprie caserme.-
9 SETTEMBRE
Questa mane è comparso in Messina
uno stampato che dice: "GIACCHÉ
GLI INFAMI REALISTI RINCHIUSI NELLA
CITTADELLA NON VOGLIONO CEDERLA BISOGNA, O MESSINESI,
PRENDERLA COL SANGUE!" Ciò, per altro, non ha impedito
a molte barche, cariche di quanto può desiderarsi,
venire da Messina al Forte SS.Salvatore per smaltire
i loro generi.
Ieri sera al Gran Teatro si è pubblicato
la presa di Napoli da Garibaldi.
Intanto dal telegramma rimessoci ieri sera dal Generale
garibaldino Fabrizio vien detto che
Garibaldi è entrato in Napoli alle ore 12 meridiane!
Questa mattina il nostro Gran Prevosto, parlando
con il prigioniero cappuccino
Padre Samuele da Cardinale, cappellano (dicono)
dei battaglioni nemici, francamente gli diceva che
può darsi che Garibaldi sia in Napoli forse chiamato
per concertare qualche cosa con gli Ambasciatori
esteri su qualche vascello
francese o inglese; ma che sia entrato con l'Armata
in Napoli neppure io vi presto fede!
Verso le ore 8 a.m. il Generale Fabrizio
ha scritto una lettera al nostro Generale lamentandosi
che i loro prigionieri, contro ogni umanità, erano
mal trattati e poco sicuri della loro vita e che
per ciò andava a darne conoscenza
alle Potenze Estere per far tanto conoscere al Dittatore
Garibaldi.
Sono stato di parere di
non fargli rispondere perchè l'asserito
è tutto falso essendo i prigionieri Uffiziali trattati
con caffé e sigari, quattro carlini
al giorno e la razione ed i soldati
con 12 grane al giorno e la razione.
Alle ore 11 a.m. si sono presentati
agli avamposti il Comandante
il vascello francese ed il Comandante
la fregata inglese con i rispettivi Consoli domandando
al Generale; il Generale ed io siamo
stati a riceverli ed il Comandante
il vascello ci ha detto che i prigionieri di Garibaldi
erano trattati male e compromessa la
loro sicurezza e che venivano in
nome dell'umanità ad interessare il Generale a far
cessare tanto rigore.
Gli si è risposto tutto
ciò essere falso come possono accertarsi
dal Capitano Chiariti, che ha disertato da noi e
trovasi in Messina, il quale comandava il Lazzaretto
ove sono in custodia i prigionieri in parola, pel
modo come sempre sono stati trattati; anzi si è
ad essi mostrata una dichiarazione
degli stessi prigionieri che feci redigere giorni
dietro che erano molto soddisfatti del modo come
erano trattati. Allora il
Comandante francese si è compiaciuto dirmi: "Esternate
al Sig. Generale che noi siamo venuti pel solo oggetto
di umanità e non per altro volendo conservare la
perfetta neutralità di quanto passa, non volendoci
affatto immischiare nè della
Cittadella o di Garibaldi."
Ho consigliato il Generale che se
per domani o dopo non si riceve notizia da Napoli
o dal Ministero di Guerra per i prigionieri che
ne avesse fatto il cambio, tanto più che costoro
ci apportano una spesa di
circa 8 ducati al giorno, oltre le razioni ed altre
spese che occorrono.- Verso
le ore 20, agli avamposti, è stato consegnato da
un Maggiore garibaldino foglio
aperto a me diretto in dove si leggeva un telegramma
spedito da Napoli una decisione ministeriale di
cedersi tutte le piazzeforti
di Siracusa, Augusta e la Cittadella di Messina
al nuovo Regime e che nel periodo di 20 giorni i
Comandanti di dette Fortezze si presentassero
ai corrispondenti Comandanti di Piazza, che gli
Uffiziali sarebbero conservati nei loro gradi e
soldi ed altri vantaggi; ma quelli che non avrebbero
subito ubbidito sarebbero stati puniti e licenziati
ed, infine, un ammasso di
cose che la mano rifugge a scriverle. Dopo la mia
lettera, altre ne sono state portate agli avamposti,
aperte tutte, tendenti a sovvertire Uffiziali e
truppa con delle menzogne e ciarle che fanno vergogna
ad una truppa organizzata; dette carte sono state
tutte portate agli avamposti dai Maggiori Bisogni
e Pesce, nostri disertori. L'ultima ricevuta dice:
"...Garibaldi, non da Napoli, ma
dal Porto di Gaeta...". Ho dato ordine all'Uffiziale
di avamposto, nel riceversi tali lettere aperte,
di ringraziare il latore ed assicurarlo che con
simili mezzi non può prendersi la Cittadella, ma
cannoni, a meno che ordini precisi e a seconda l'ordinanza
di piazza prescrivono.- Un Uffiziale appartenente
al mio Stato Maggiore (Prat, svizzero), casato con
una messinese che abita in Città, questa mattina
ha ricevuto una lettera dalla moglie che, tra l'altro,
gli scrive: "Non credete a
quanto si dice, sono tutte ciarle, benchè la Città
abbia sofferto una contribuzione
di 12mila ducati per celebrare la festa della presa
di Napoli da Garibaldi, sono tutte voci per far
cedere la Cittadella". Questa
sera grande illuminazione in Città e segnatamente
nei Monasteri che sono nelle
alture, come S.Gregorio ed altri; il mezzo busto
di Vittorio Emanuele e Garibaldi, con lumi accesi,
sono esposti alla Comune. Questa
mattina il mio domestico, nel portarsi al Forte
SS.Sepolcro per comprar carne
e quanto bisogna, uno dei macellai che conosce,
nel dargli la carne, gli ha detto: "Non credete
a niente, è che vogliono assaltare
la Cittadella, perchè se voi mettete in fazione
le sole gallette al posto dei soldati, neppure ci
vengono ad assaltarvi. In
Città si muore dalla fame e solo quì dai soldati
vediamo le piastre. In Città vi è miseria assai
grandi illuminazioni"
I cosiddetti liberali mal soffrono
che nel nostro assedio di nulla manchiamo, perchè
dai clamori di tutti i venditori sono stati
obbligati a permettere che venissero
a vendere nel largo avanti il Forte SS.Salvatore
che fa parte della Cittadella, abbenchè anche dalla
spiaggia di Calabria vengono barche dalla parte
del Forte Lanterna; i gelati vengono dal "Caffè
d'Italia", quantunque quello sia il convegno di
tutti i demagoghi.
Nulla sappiamo di positivo, viviamo
nell'incertezza, notizie ufficiali non ne riceviamo,
aspettiamo con premura "La Messagerie"
francese che dovrebbe essere dopodomani e condurre
il Maggiore Diversi, se pure ritornerà.
Verso le ore 7 p.m. è entrato nel
porto un vapore francese,
forse proveniente da Malta; non sappiamo cosa sia:
i ponti già erano alzati e le porte chiuse.
10 SETTEMBRE
Il vapore giunto ieri sera è un legno
francese "L'Avenir" al nostro
servizio, il quale il giorno 2 corrente fu spedito
da Napoli per portarsi a Bari e colà riceversi dal
Ricevitore Generale 300mila
ducati, ma giunto colà ha rinvenuto la Città in
rivolta con le masse di Garibaldi che fraternizzavano
un gran tripudio delle popolazioni armate tutte
in favore dell'insurrezione, che non vi è casa in
Città che non abbia la bandiera
piemontese con grandi grida di "Evviva Garibaldi
e Vittorio Emanuele".
Il Capitano di detto legno ci assicura
che per tutte le coste che ha passato l'entusiasmo
è generale pel cambiamento di governo. Detto Capitano,
nel partire da Napoli, ricevè
ordine dal Ministro di Guerra che dopo aver preso
i 300 mila ducati (che non ha ricevuto) nel passare
per Messina avesse caricato
30 casse di fucili che trovansi superati in questa
Cittadella, fucili che egli non vuole prendere dicendo
che essendo stato noleggiato da Francesco II e non
essendo Egli più sul trono di Napoli non saprebbe
a chi consegnarli, per cui non intende
prendere ciò sulla sua responsabilità.
Gli si è detto di attendere fino
a domani stante che dovendo arrivare da Napoli il
vapore francese "La Messagerie"
e forse anche il Maggiore Diversi, si
sapranno notizie sicure dal governo
e della Capitale.
Alle ore 11 a.m. si è tenuto Consiglio
di Difesa e si è deciso restare in attenzione del
vapore francese che deve giungere domani da Napoli
per una decisione, sempre però ai sensi della Real
Ordinanza di Piazza, come conviensi a Militari d'onore!
Che cosa triste è per un Sovrano
non avere l'amore dei suoi popoli!
Cosa potrà fare la truppa,
per quanto dicesi, riunita a Salerno e sue vicinanze
se le provincie tutte sono insorte con la speranza
di miglior governo? In che triste posizione devono
trovarsi i Generali e gli
Uffiziali in campagna? Perchè sicuramente, con l'istoria
del passato, i soldati si sbanderanno! Cosa farà
la Capitale? Certamente la
Guardia Nazionale per evitare un saccheggio facilmente
annuirà al primo venuto. Povero Regno delle due
Sicilie, chissà quale triste avvenire ti è serbato!
Anche triste è la nostra posizione, isolati in questi
baluardi, con una truppa poco
subordinata perchè così educata da Ferdinando II
per aver Egli sempre nominato i Capi di Corpo per
antichità per far giungere fino a coloro che meno
ligii sono stati alla sua causa e che per i loro
vantaggi gli hanno fatto prendere sviste madornali
da non potervi porre più rimedio! Povero Principe,
abbandonato dalle Potenze tutte, dai suoi popoli
e da coloro che si lusingava
essere i suoi più fidi amici! Questa
è la sorte dei Sovrani: crear degli ingrati!-
In questa Fortezza, con truppa entusiasmata
e che crede tutto essere tradimento,
in caso di effettivo rovescio, come annunciare ad
essa la reddizione della Cittadella senza esporsi
ad una rivolta come lo fu
nel mese allorchè gridarono "Abbasso il
Generale Clary"?
Capi di Corpo poco energici, Uffiziali
materiali e senza talento o esperienza, facili a
buttarsi nel partito dei soldati ignoranti! Se da
qui si sorte senza una catastrofe, sarà un miracolo
di Dio! Si è ricevuto dal
Generale Fabrizio, Governatore di Messina, altro
telegramma di Garibaldi che ordina comunicarlo ai
Comandanti di Forti occupati
dai Regii che tutti gli Uffiziali che nel termine
di 10 giorni faranno la loro sottomissione ai rispettivi
Comandanti saranno confermati nei
loro gradi, quelli poi che si negano riconoscere
l'attuale regime s'intendono licenziati. A
tutto ciò non si è risposto!
11 SETTEMBRE 1860
Il vapore che avrebbe dovuto portare
il Maggiore Diversi partiti
da qui con impieghi al Ministro di
Guerra e per parlare al Re otto
giorni dietro non è arrivato. Nel
mentre tutto il presidio, nello
scorgere il vapore francese, attendeva
che fusse sbarcato il detto Maggiore, vedendo deluse
le nostre speranze, si è mandato a bordo un Uffiziale
per domandare se portava lettere per qualcheduno
del presidio o di ufficio. Gli è stato risposto
negativamente; nel mentre
quantità di liberali e garibaldini si premuravano
prendere notizie di Garibaldi se era a Napoli, un
viaggiatore che andava Malta, avvedutosi della dispiacenza
del nostro Uffiziale, o perchè forse lo conosceva,
chiamatolo in disparte, sotto voce gli ha
detto: "Tenetevi forti nella Cittadella;
il Re per poco è sortito dalla Capitale, ma trovasi
nella testa dell'Esercito tra Capua e Gaeta". Gli
ha dato un foglio ("Il Paese") ed un supplemento
dicendogli: "Fate leggere questo ai vostri camerati
e tenetevi fermi nella
Cittadella".- Letto i detti fogli; conosciuto che
Garibaldi era entrato in Napoli
con la massima tranquillità; letto il discorso del
Re alla Capitale; conosciuta
la posizione dell'Esercito da Caserta fino a Gaeta,
si è convocato il Consiglio di Difesa (a cui si
è fatto noto quanto sopra)
per deliberare cosa a farsi. Dopo varie
discettazioni, si è deciso mandare
una commessione al Re a Gaeta e rassegnarli che,
essendo privi di notizie e provvedimenti dal Ministero
di Guerra, s'inviava tale commessione per metterci
in comunicazione con l'Esercito, a seconda il prescritto
dell'Ordinanza di Piazza ecc.
La detta Commessione è composta dal
Colonnello Anguissola, dal Maggiore Coda, da un
Uffiziale, un sottouffiziale ed un soldato di ogni
Corpo, a scelta dei soldati, anche per lo scopo
che i soldati, che si credono sempre traditi, sappiano
della lealtà con la quale si agisce. Per poco si
è detto che io sarei partito, Uffiziali e soldati
hanno gridato: "il nostro padre non partirà".
Io li ho subito persuasi che essendo
il Comandante della Cittadella,
non potevo nè desideravo partire per detta commessione.
Disgrazia per taluni Uffiziali Superiori caduti
in sospetto dei soldati, mentre credo che non lo
dovrebbe essere, ma la diserzione di varii Uffiziali
di Corpi Facoltativi, Capitani e subalterni, fanno
sospettare di tutti. Fortuna che fidano sul
Generale per essere un buon uomo
e la somma confidenza che hanno
in me, tanto più che trovansi nella
Cittadella la maggior parte
dgli artiglieri anziani che furono
con me nell'assedio del 1848 e dei miei sottouffiziali
della Compagnia di allora, come aiutanti
dei Veterani, custodi, aiutanti di
quartiere e Capitani di Chiavi.
Oltre il verbale e lettere rimesse
a S.M.(D.G.) con la Commessione,
ho scritto a S.M. una lettera col dirgli che ascrivevo
a fortuna trovarmi per la seconda volta alla difesa
di questa Cittadella e che lo assicuravo del buon
spirito della truppa e dell'attaccamento e fedeltà
che dimostrava per la giusta causa e pel Real Trono
ecc. Si è rimesso poi a S.A.R. D.Luigi, Secondogenito,
uno stato dei nostri bisogni,
che non avevamo viveri per un altro mese, pregandolo
badare a tale interessante articolo perchè mancando
questi certamente cesserebbe di esistere la Cittadella.
Quest'oggi ho dato ordine che tutti
gli individui di truppa che
hanno gallette superanti, se bramavano
venderle, l'avessero portate al magazzino dei forni
che da quell'Uffiziale ne avrebbero ricevuto una
publica ognuna per così non venderle cambiate per
4 o 5 fichi oppure venderle per un tornese; chi
lo crederebbe? Appena manifestatosi l'ordine, si
sono comperate 4mila e più gallette,perchè venendo
molti venditori al SS.Salvatore, i soldati comprano
pane e frutti in abbondanza e poco
mangiano le gallette.
Speriamo che il nemico mandi sempre
i venditori i quali assorbiscono
quasi per intero le 16 grane al giorno che ogni
soldato riceve oltre la razione.-
La Commessione è partita alle 4 p.m.
col vapore francese "L'Avenir",
noleggiato dal nostro governo; è a supporre con
quale ansietà attendiamo il suo ritorno che forse
sarà da qui a 4 giorni (sabato).
Il Generale Governatore di Messina
Fabrizio non cessa di mandarci telegramma di Garibaldi
e altri scritti restando in attenzione
della nostra sottomissione e reddizione
della Cittadella, cosa che difficilmente potrebbe
ottenere stando S.M. nel Regno, o che non
ci mancano viveri, o finalmente se
avessimo una guarnigione più disciplinata che disgraziatamente
non lo è.
12 SETTEMBRE
Disgraziatamente è cominciato un
mormorio nel presidio; i soldati
temono sempre un tradimento perchè
poco disciplinati non già per attaccamento e fedeltà
verso il Re (che non ne sono capaci), ma
perchè amerebbero una rivolta, forse
per fini indiretti o per sbandarsi.
Il peggio si è per gli Uffiziali che non si presentano
al termine dei 10 giorni ai rispettivi
Comandanti di Provincia s'intendono dimessi, la
maggior parte spacciano che essendo il loro pane
e la loro sussistenza il grado che rivestono non
lo vogliono perdere pel capriccio dei Superiori.
Iddio sa come finirà questo infelice dramma!-Guai
se la Commissione inviata a Gaeta non torna per
sabato, sono sicuro della defezione della maggior
parte degli Uffiziali. Il Generale
ed io siamo nella massima costernazione: parte dei
viveri comincia a mancare. L'olio, la
legna, il biscotto ne abbiamo per
pochi altri giorni, in quanto ne bisognano 29 cantaia
al giorno; abbiamo loto grano, ma tra giorni mancheremo
di fascine. Intanto S.M. trovasi in Gaeta ed ordina
di resistere alla difesa non mandando subito quantità
di viveri, non si potrà ciò
fare che fino al termine dei viveri che abbiamo,
i quali basteranno molto dopo i 23 giorni di tempo
assegnato, per cui avverrà
la defezione degli Uffiziali. Se poi il Re non trovansi
a Gaeta, la Commessione sicuramente non ritornerà,
sia che il nuovo Governo non
lo permetterà, sia che il vapore francese noleggiato
dal nostro Governo non li porterà perchè non si
troverebbe chi lo paga. Faccia Iddio!
Oggi si sono disertati 4 artiglieri
ed un soldato del 5° di Linea essendo di servizio
agli avamposti.- Verso le
ore 23 ½ è entrata nel porto una flotta composta
di una fregata e due vapori da guerra che appartenevano
a Francesco II, accompagnati da una fregata piemontese.
Nell'entrare nel porto, l'altra
fregata piemontese che vi si trovava li ha fatto
il saluto con la salva; lo stesso ha praticato il
vascello francese che trovasi
nel porto. Messina intera era sulla marina e gran
calca di gente che li aspettava dava dei gridi "Evviva
Garibaldi e Vittorio Emanuele" che giungevano fino
all'interno della Cittadella. In Città grande illuminazione!
13 SETTEMBRE
Nel mentre si facevano mille congetture
sul ritrovo del Re a Gaeta
dalla nostra Commissione spedita ieri l'altro e
sull'andare e venire di tanti
legni francesi, inglesi e piemontesi nel porto e
lungo il Faro, ci si annunzia dal
nostro telegrafo un vapore da guerra prussiano il
quale, a macchina forzata, entra nel porto e, dopo
un quarto d'ora, l'Uffiziale di guardia annuncia
un parlamentario prussiano. Siamo sortiti il Generale
ed io a riceverlo. Egli era
allegro e contento e gia trovavansi in mezzo a molti
dei nostri Uffiziali e diceva che il Re stava bene
in salute e moltissima truppa era scaglionata da
Capua fino a Gaeta. Lo stesso (si chiama Dorely
ed è Comandante del vapore denominato "Kung") ha
consegnato al Generale un ordine del giorno del
Re se l'8 corrente, che trascrivo ed un ufficio
del Ministro di Guerra Caselli
che annuncia che Ministeri, Comando Generale ed
Ispettori trovasi tutti a Gaeta. Domandato se vi
era truppa numerosa, mi ha replicato che da Capua
a Gaeta vi sono più di 30mila uomini e che fino
a che alla Prussia resterà un solo soldato, Francesco
II non perderà il Regno.
Iddio lo voglia !
Il prussiano era contentissimo e
rideva molto e diceva agli Uffiziali: "Siete contenti
che io sia venuto? Dirò tutto a S.M. Ed
io vado a partir subito per dirgli
che la Gran Cittadella di
Messina è in suo potere ed è difesa da buoni soldati
ed Uffiziali a Lui affezionati".-Volesse Iddio si
potesse dire ciò per tutti; in effetti il nostro
Commessario di Guerra di 1ª classe Guccioni, un'ora
prima di giungere il legno prussiano, nello sbarcare,
si è portato a far visita al Generale nemico in
Messina e gli ha detto che veniva da parte di Francesco
II a parlare col Comandante della
Cittadella; al che il Generale gli
ha risposto di non poterlo permettere stando noi
assediati. Al che il prussiano gli ha
risposto: "Io sono venuto a farle
visita per convenienza e non a chiederle il permesso
di entrata nella Cittadella perchè non ho bisogno
di permesso e ci entrerò!". Ed in effetti è venuto!
L'esulatanza dei soldati è stata eccessiva tanto
più che il Generale permesso
che due bande suonassero nella Cittadella ed altra
al SS.Salvatore da dopo la ritirata ad un'ora di
notte, la truppa si è talmente inebriata che i gridi
di "Viva il Re, Viva Francesco II" per lo spazio
di circa un'ora e mezza ha assordito l'intiera Città
di Messina. I legni da guerra di diverse Potenze
che sono nel porto vicinissimi alle fortificazioni
sono rimasti sorpresi a gridi
così stentorei che non finivano mai, che per farli
cassare si è avvertito a tutti di portarsi in Chiesa
per ringraziare la Vergine
SS. e prendersi la Benedizione, come hanno
eseguito! E'uso
nei porti che trovandosi un vascello di qualunque
Nazione ed entrandovi altro
legno di minor portata purchè si di Nazione amica
a quella del vascello, deve rendergli il saluto
di 11 colpi di cannone, a
cui il vascello deve corrispondere. Or io ho osservato
che il prussiano è entrato nel porto con agile manovra,
a macchina forzata, è passata tra la fregata inglese
ed il vascello francese senza render loro un saluto
alcuno, quindi è a supporsi
che non vi sarà molta amicizia fra loro! Non saprei
come i soldati abbiano trovato tutti i mezzi per
fare una illuminazione nell'interno
della Fortezza e finanche dei piccoli toselli sebbene
di carta; è vero che abbiamo gli artefici
dell'arsenale e tutte le arti...
ma l'olio e tutte le occorrenze? Sono le ore 5 di
notte e la Cittadella è ancora illuminata.
ORDINE DEL GIORNO DI S.M. FRANCESCO
II RECATO DAL COMANDANTE PRUSSIANO
SOLDATI!
È tempo oramai che la voce del Vostro
Sovrano echeggi nelle vostre
file; di quel sovrano che crebbe
in mezzo a voi e che spendendo ogni sua cura pel
vostro miglioramento è finito per dividere i
pericoli, ed oggi le sventure.
Gli illusi, i sedotti che hanno immerso
il Regno intero nelle sciagure o il lutto, non sono
più fra noi, è però che io fo appello al vostro
onore, alla vostra fedeltà, alla ragione stessa
onde l'orda infame di codardia e
tradimento sia cancellata con un
sequela di gloriose azioni e di nobili slanci.-
Noi siamo ancora in numero sufficiente
per affrontare un nemico che
non combatte con altre armi se non con quelle della
seduzione e dell'inganno. Ho fin'oggi voluto risparmiare
molte Città, ed in particolare,
la Capitale, del sangue e della strage, ma ridotto
ora sulla linea del Volturno e del Garigliano, vorremo
ancora aggiungere note umilianti
alla nostra condizione di Soldati? Permetterete
voi che per la sola opera vostra il Sovrano lascia
il proprio Trono e vi abbandona ad una eterna infamia?
No, non mai! In questo supremo momento ci raccogliamo
tutti intorno alla nostra bandiera per difendere
i nostri diritti ed il nostro onore ed il nome napoletano
di già molto avvilito, e se in tal momento vi
saranno ancora dei seduttori che
vi mostrano ad esempio quei sciagurati che per pura
viltà si sono dati al nemico, voi invece
mostrerete quei bravi e valorosi
soldati che seguendo la sorte del proprio Sovrano
Ferdinando IV di gloriosa memoria si ebbero lodi
non comuni dall'universale beneficenze e gratificazioni
dallo stesso Monarca!
Questo bello esempio di fedeltà sia
per voi di gara generosa; e se
il Dio degli Eserciti proteggerà
la nostra causa, avrete a sperare ciò che altrimenti
non potete mai conseguire.
Gaeta, 8 settembre 1860 Firmato:
Francesco
14 SETTEMBRE
Gli evviva di ieri sera troppo eccessivi
hanno talmente irritato i
siciliani ed il nemico che il nemico stamane hanno
espressamente proibito che alcun venditore fusse
più venuto a vendere commestibili
o altro nella Cittadella; o, permettendo che neppure
si fusse fatta la spesa per gli infermi del nostro
provvisorio ospedale, stante che la solita barca
che si portava in Messina per la giornaliera spesa
degli infermi, essendo stata minacciata dai pugnali,
se n'è ritornata. Non pertanto, vedi l'isea del
guadagno: due barche calabresi si
sono azzardate, traversando il Faro,
venire ad approdare dietro la Cittadella, cariche
di frutti e pomodori, col rischio di essere
predate dai siciliani e ci hanno
permesso che domani ritorneranno con le commessioni
ricevute. Questi marinai ci hanno assicurato che
a Reggio, Scilla e ai Forti di Torre Cavallo e Alta
Fiumara non vi sono affatto garibaldini, ma tutto
è affidato ai calabresi del
loro partito. Nel porto non vi sono affatto legni
del nemico e piemontesi essendo tutti partiti per
la dietro marina di Calabria, non si sa
se verso le Puglie o verso Trieste
ove, pare che siano andati chiusi tutti i nostri
legni. La venuta del legno prussiano fa fare
mille castelli in aria a teste rinchiuse
come siamo noi in questo assedio: chi crede che
la nostra flotta sia in Trieste ad
imbarcare prussiani, altri, dicono,
bavaresi e finalmente anche austriaci; altri si
figurano che gli austriaci, già sortiti per la sinistra
del quadrilatero, hanno di già occupato le Marche
e marciano verso le nostre frontiere; infine, un
mondo di coglionerie che a
forza di dirle e propagarle essi stessi lo credono.
15 SETTEMBRE
Ricorrendo oggi la nascita del Conte
di Bari, dai nostri baluardi
si è innalzata la bandiera di mezza
gala. Cosa curiosa: in Città
la bandiera piemontese e nella Fortezza
quella Borbonica Costituzionale!
Il Generale Governatore Fabrizio
invia un ufficio al Generale rammentandogli i telegrammi
comunicatagli il giorno 9 dal
Dittatore Garibaldi, che accordava
10 giorni di tempo a tutti gli Uffiziali e Generali
per l'adesione al nuovo regime e che questi andavano
a terminare, che perciò le avesse reso di pubblica
ragione a tutti per non formare la loro ruina, perchè
dopo il 10° giorno s'intenderebbero tutti licenziati
se non si presentano a lui, e ciò sotto la sua più
stretta responsabilità. Sono stato di
parere di non fargli rispondere.-
Sono stato avvertito stamane dal Comandante il Forte
SS.Sepolcro, Maggiore Pieccò, che ieri al giorno,
verso le ore 22 ½, con i suoi
cannocchiali osservò che sul Lido
della Batteria Torrecavallo (Calabria) vi era situata
una capria a vento e diverse barche ivi
ancorate forse o per disarmare quella
batteria ed imbarcare i pezzi, oppure per imbarcare
quelli delle batterie vicine. Questa
notizia mi conferma sempre di più
che il nemico si dispone piuttosto alla difesa,
sembrando così vero quello che le nostre
spie ci rapportano; cioè che il nemico
costruisce fortificazioni dietro marina, ossia dietro
Spartivento, e colà trasporta i pezzi
che togli a Torrecavallo, segno evidente
che teme che qualche forza navale che trasporta
truppa (come dicesi, estere) possa venire da
Trieste o da altra parte in soccorso
del Re.- Attendiamo con impazienza la Commessione
spedita in Gaeta che avrebbe
potuto essere di ritorno quest'oggi. Ecco altra
angustia per i calcolatori che basano sempre le
cose sopra ipotesi: riflettendo
con indifferenza tanti differenti caratteri, quasi
tutti ignari della guerra e delle eventualità che
in esse si verificano,
e gioco forza ridere!
Per la diserzione del del Commessario
di Guerra Luccione, si è affidato tale incarico
al Tenente Colonnello Bagani dopo aver
fatto inventariare l'equipaggio e
tutte le carte del detto Commissario
disertore, il quale, per mezzo del Generale Fabrizio,
ha fatto pervenire al nostro Generale una sua lettera
chiedendo il suo equipaggio.
Si è risposto che essendo un disertore, a miglior
tempo se ne parlerà! Reclami
al Generale Fabrizio da parte dei venditori per
essere stato loro vietato
di venire a vendere nella Cittadella; in effetti
nessuna barca è venuta al solito sito del Lazzaretto
o al SS.Salvatore, per cui
per l'Ospedale si è fatto ammazzare una vaccina
della riserva. Ma verso le 11 a.m. un Uffiziale
garibaldino si è presentato agli
avamposti ed ha detto al nostro colà di servizio
che potevamo mandare il solito nostro bettoliere
in Città a comprare quanto si desiderava. In effetti
si è mandato il bettoliere il quale, tra le altre
cose, ha portato una grossa
quantità di salsicce. Ecco i differenti
usi dei paesi: nel continente non si fa uso della
carne porcina che nel mese di
novembre, mentre qui in Sicilia,
molto più calorosa del continente, si incomincia
da agosto a farne uso. Verso le ore 22 una barca
da Messina ci ha portato 3 barili di vino. Siamo
stati assicurati che i 14 Consoli esteri in Messina
hanno bassato le armi essendovi
rimaste alzate solo quelle di Francia, Inghilterra
e Piemonte.-
Vedendo lo sciupìo che fanno i soldati
delle gallette, quest'oggi
si è diminuita la razione a 12 oncie. Si daranno
un giorno
gallette e due giorni di pane essendosi
attivati i nostri mulini,
in modo che si moliscono 26 sacchi di farina ogni
24 ore.-
16 SETTEMBRE
Questa mattina il Battaglione di
Pionieri ha celebrato la festa
della Madonna Addolorata, Protettrice
del battaglione; vi è intervenuto
il Generale e molti Uffiziali di altri Corpi. Ha
suonato la banda del 3° di Linea.
L'essere stati privi per due giorni di viveri provenienti
da Messina ha prodotto forti reclami dei venditori
al nuovo governo, per cui stamane ci siamo veduti
assaliti da barche cariche di ogni ben di Dio: due
vaccine, pane, frutta, pesce,
fazzoletti di telerie e quanto può rinvenirsi in
Città. I venditori ci assicurano che in Città vi
è il vero squallore della
miseria; pochissimi abitanti e miserabili, garibaldini
pochi e bastanti servi di pena armati che vogliono
i generi per poco o nulla. Quest'oggi abbiamo avuto
quantità di gelati, due grossi tonni a 12 grane
il rotolo, cambio di monete e quanto più desiderarsi.
In Città il nuovo regime ha affisso
un proclama col quale si annuncia
che restano in ostaggio tanto in Sicilia che a Napoli
tutte le famiglie degli Uffiziali
che trovansi al servizio di
Francesco II. Delli Franci, uno dei
due Uffiziali rinchiusi nella Torre di Gaeta per
11 anni e da ivi sortito all'atto della concessione
della Costituzione da parte
del Re, è ora Colonnello a Palermo al servizio del
Dittatore; per quanto ci avvisa il telegrafo della
Cittadella, che traduce tutti i messaggi del nemico,
detto Uffiziale ha chiesto al Dittatore le dimissioni.
Chi sa per qual ragione. Il Delli Franci ha suo
padre Generale al servizio del Re. Sei legni mercantili,
carichi di soldati che supponiamo essere
della guarnigione che si è resa a
Siracusa, trovansi vicino alla spiaggia di Calabria.
Coi nostri cannocchiali non si distingue se son
armati nè conosciamo il loro destino. Verso un'ora
di notte è partita una piccola barca Calabrese da
dietro la Cittadella con tre calabresi
con le carte in regola di Messina, per portare una
lettera al Comandante di Piazza di
Angusta per conoscere la sua posizione
e quella di Siracusa e quant'altre notizie possono
aversi.
I detti 3 uomini sono stati provveduti
di viveri per 6 giorni, pane, formaggio, e prosciutto,
non però gallette nel caso fussero
fermati e sospettati di aver
ricevuto viveri dalla Cittadella.
I detti individui saranno largamente compensati
al loro ritorno, altrimenti non si perdono che i
viveri ed i pighi si tradiscono. Corrono mille voci
in Messina che il Generale Piemontese La
Marmora sia partito da Torino con
una forte Divisione verso l'Italia Centrale; che
i Tedeschi abbiano passato il Mincio e che sono
stati battuti dagli Italiani; più che il Generale
francese Lamuricier, al servizio del Papa, marci
sopra agli Abbruzzi ecc. cose
tutte che potendo o non essere, non bisogna prestar
fede. Mille congetture si fanno per non essere ancora
rientrata la Commessione spedita
al Re a Gaeta da questo presidio; tutti dicono un
mondo di coglionerie di poter essere questo o quell'altro.
Certo è che se non ancora sono rientrati vi ha dovuto
essere qualche ragione che non possiamo ancora conoscere
se non alla loro venuta,se si verifica. Per l'abbondanza
dei generi commestibili che viene dalla Città si
è diminuita la razione dei viveri nel seguente modo:
biscotto: 12 oncie – fave: 6 oncie
-formaggio: 5 oncie
pane: 18 oncie -presciutto: 5 oncie
– riso: 6 oncie
pasta lunga: 8 oncie-pasta corta:
6 oncie-carne: 5 oncie
Dandosi il pane non si riceve biscotto,
come pure dandosi
presciutto non si da formaggio. Si
alterna per tutto.
17 SETTEMBRE
Questa mattina ci siamo assicurati
che i legni che sono nella
spiaggia di Calabria trasportano la guarnigione
di Siracusa, cioè quelli che
non hanno voluto prendere servizio nelle masse di
Garibaldi; ci si assicura parimenti
che ieri, dall'Autorità di Reggio, si pretendeva
che fussero sbarcati senza le armi, ed
avendo avuto risposta negativa si
è loro ordinato di allontanarsi e che non si fusse
loro dato viveri fino alla resa. A queste
notizie,vere o false, a forza di
danaro si è spedito una barca calabrese con un ufficio
col quale vi è convogliato l'ordine del Re inviatoci
da Gaeta col vapore prussiano e consigliando a tutti
di dirigersi sopra Gaeta, oppure, ad un legno per
volta, venire nella Cittadella.
Ci si dice che essendo stato ciò
segnalato a Garibaldi, questi ha ordinato che si
apprestassero i viveri della detta truppa
imbarcata.
Speriamo che tal tentativo riesca e che la truppa
suddetta riceva il nostro piego perchè se i Comandanti
dei legni non vogliono trasportarla
a Gaeta possono benissimo trasportarla nella
Cittadella. Corre sicura notizia
per Messina essere avvenuta una forte
battaglia fuori Capua con immensa
perdita dei garibaldini per varie mine scoppiate
in mezzo al campo militare; speriamo che sia
così!
Forte tafferuglio, dicesi, essere
avvenuto in Palermo in dove si è
proclamata la repubblica pura e semplice;
tal notizia potrebbe verificarsi
stante che sono ormai 5 mesi circa che il nostro
Governo ha cessato di governare e
non ancora la Sicilia si ha scelto un Capo o stabilito
un Governo. Oggi è l'ultimo
giorno in cui il Dittatore prescrive che dopo tal
giorno tutti gli Uffiziali che non hanno presentato
la loro adesione al nuovo
regime s'intendono dimessi. Per tale avviso manifestato
in stampa, se non fusse venuto il vapore prussiano,
molti Uffiziali certamente sarebbero disertati per
timore di perdere i di loro gradi, per la marcie
rapide di Garibaldi e per
avere S.M.(D.G.) abbandonata la Capitale, tanto
più che correva voce che il Re si fusse imbarcato
su di un legno spagnuolo e
partito per la Spagna: il prussiano rassicurò a
molti. Ad onta di ciò, il nostro Direttore di Artiglieria
Maggiore Guillamat, che ha sua moglie in Messina,
per aver ricevuto una lettera che sua moglie era
fortemente inferma, dopo aver pianto per qualche
tempo perchè molto ama la detta moglie, finalmente
si è deciso di domandare un permesso al Generale
per portarsi in Messina. Sono
sicuro che sua moglie lo avrebbe
fatto presentare al Generale
nemico tanto più che hanno bisogno
di Uffiziali facoltativi;
all'oggetto, il Generale ha ordinato di imporre
subito gli arresti di rigore al detto Maggiore,
per il suo bene perchè, oltre ad essere un distinto
Uffiziale Superiore di Artiglieria di ottimi ed
onorati costumi e che da la sua parola d'onore di
rientrare, pure l'affezione e l'amore che porta
alla moglie l'avrebbe fatto cedere ai suoi voleri
e tradire il giuramento dato. Così si è praticato
per il suo bene essendo un Uffiziale
Superiore che lo merita. D'altronte sono sicuro
che il Generale Fabrizio non l'avrebbe
fatto rientrare più nella Cittadella.-
Apprendiamo da una lettera venuta da Messina trovarsi
la Città quasi deserta perchè
corre voce che siano di già sbarcati i
prussiani e si pensa finanche che
siano in Cittadella. Cosa fa la paura e la fantasia
accesa! Volesse Iddio
che i prussiani si preparassero a soccorrerci, almeno
diplomaticamente, ma essi sono molto distanti; per
altro dai Siciliani si crede che qualche Potenza
sia in nostro favore: il tempo lo dirà! In Città
non vi sono che pochi garibaldini, forse quelli
usciti dall'Ospedale, il resto sono masse siciliane
comandate dal Generale Fabrizio,
Governatore della Provincia di Messina.-
18 SETTEMBRE
Dal nostro telegrafo ci si avvisa
che il Generale Fabrizio ha
ricevuto ordine di portarsi subito
in Palermo che trovasi in
disordine per la proclamata Repubblica e che questi
avrebbe risposto di non potere
in nessun modo lasciare Messina in dove non vi sono
che solo due battaglioni siciliani che difficilmente
si possono reprimere.
Verso le ore 9 a.m. è giunto il vapore
postale francese "La Messagarie";
con esso è ritornato il Maggiore Diversi che il
giorno 3 corrente partì da questa
per portare pieghi al Ministro
di Guerra per rapportargli la nostra
posizione ed i nostri bisogni e parimenti parlare
al Re, cosa che non potè effettuare, quindi
successivamente non ebbe più l'opportunità
di ritornarsene , se non dopo tanti impegni e andirivieni.
Egli ci assicura che Napoli è
tranquilla mercè l'opera della Guardia
Nazionale in di cui potere sono tutti i Castelli
e l'ordine pubblico; che le famiglie dei
militari non sono per nulla molestate
come qui si supponeva il contrario; che il nuovo
regime (almeno in apparenza) usa delle
belle maniere sotto tutti i rapporti;
che in Napoli vi sono circa 20mila garibaldini che
nessun servizio prestano, che il porto è
pieno di legni da guerra esteri di
tutte le Nazioni ecc.- Per altro, per me, per quanto
ho potuto interrogare il detto Maggiore,
le sue notizie non sono affatto soddisfacenti
perchè assicura che la Colonna delle Puglie siasi
sbandata; L'attacco di Capua che
credevamo essere disfatta tutta la
forza di Garibaldi, non è stato che un semplice
attacco di avamposti; che le Colonne di Garibaldi,
passando il Volturno al di là di Caiazzo, lasciavano
le truppe di fronte e si dirigevano per le Puglie
passando per sopra lo Stato
Romano; che nessuna Potenza, in fine,
si era dichiarata in nostro favore fino al momento
che è partito da Napoli e che nulla
conosceva della spedizione della
nostra Commessione a Gaeta. In sostanza, della grande
speranza che avevamo della sua venuta per
confermarci nella nostra illusione,
tutto è svanito.
Ecco l'altalena di chi è assediato.-
Fra le cose raccontateci dal detto
Maggiore Diversi si è la partenza del Re di Napoli
che fu di sera, sopra un legno da guerra spagnuolo
e nell'andarsi ad imbarcare trovò tutti gli Uffiziali
di Marina schierati che formavano
ala al suo passaggio, oltre molti individui pagani
che domandavano grazie, ad alcuni dei quali diede
danaro, ad altri prometteva far grazia
se Iddio benedicesse il suo ritorno; ma per nulla
ha guardato gli Uffiziali di Marina. Ad uno
di essi che si era avvicinato per
baciargli la mano, il Re, nel
ritirarlo pieno di sdegno, ha ad
essi detto: "E come avete ancora il coraggio di
presentarvi con me, voi che siete la causa di tutte
le mie disgrazie e della ruina del Regno? Andate
a farvi fottere!"- proposizione
mai intesa uscire dalla bocca del Re! Molta pena
è costata al Maggiore Diversi per partire da Napoli
e rientrare in Cittadella;
fu obbligato parlare al Ministro di Guerra Cosenz,
al Direttore di Polizia, delle Poste ed altri.
Vedendo infruttuosi tutti i suoi
tentativi, finalmente si diresse a Garibaldi che,
con molte gentili maniere, lo accolse, tanto più
che militarmente gli parlò dicendogli
che essendo stato spedito dalla Cittadella per commessione,
il suo onore gli imponeva di
ritornare a qualunque rischio o commessione;
il che piacque al Dittatore che gli permise imbarcarsi
sulla "Messagerie" dicendogli:
"Conosco che siete un uomo d'onore e perciò devo
domandarvi qualche cosa purché da uomo di onore
mi dite la verita".
Al che il Maggiore rispose: "Quanto
vi dirò è la verità, su quello che non posso palesare
mi taccio!" Tal risposta fu
molto gradita e, quindi, domandò chi erano i
Comandanti in Prima ed in Seconda
della Cittadella. Il Maggiore
rispose: "Il Generale Supremo chiamasi
Fergola, Generale di Artiglieria di ottimi costumi,
ma fermo nel suo carattere, che
dicendo si o no nessuno lo rimuove
dal suo proposito",-"il Secondo come chiamasi?"
-"de Martino: antichissimo Uffiziale Superiore di
molta opinione perchè ha molte ferite e molte campagne.
Sul suo conto può informarla il suo Generale Medici
per aver servito nelle campagne
di Spagna". Al che Garibaldi ha detto:
"Ah, de Martino...uomini di ferro!"
Ci si assicura parimenti che Garibaldi
siasi portato in Palermo per
gli sconcerti ed i fatti d'arme avvenuti per aversi
proclamata la Repubbilca e che da Messina sia partita
una Commessione per lo stesso
oggetto. Buon principio per l'Unità d'Italia! Seguitano
a venire da Messina quantità di commestibili di
ogni sorta; la truppa spende
molto, i gelati aumentano giornalmente e tutto quanto
ci si porta dai venditori si smaltisce subito e
con bastante guadagno, perfino
i cambiavalute che per ogni sperlina si prendono
62 carlini. Ci auguriamo che questo stato di assedio
sia sempre così; se ci mancassero
i viveri, certamente non ci si manderebbe dal nemico
tanta abbondanza che può dirsi di lusso ed è
perciò che preghiamo Iddio che il
Re abbia i mezzi per farceli pervenire!
Dai detti venditori abbiamo appreso
che questa mattina sono stati
fucilati 11 individui, 3 garibaldini,
7 palermitani ed un messinese, imputati di varii
reati e per aver ucciso un antico
Impiegato di Polizia facendolo a
pezzi con mille strazi ed oscenità. Altri 30 individui
sono stati condotti alla Vicaria; il disordine e
l'anarchia è al corrente, i due battaglioni siculi
che sono in Messina naturalmente dovranno essere
tutti servi di pena posti in libertà dai differenti
reparti penali della Sicilia. Quest'oggi una fregata
russa ha traversato il Faro. Dal Maggiore Diversi
ci si dice che il Generale Ghio fu nominato Comandante
di Piazza di Napoli da Garibaldi, ma che, nel partire
da Napoli, aveva poi saputo che detto Generale,
per ordine dello stesso Garibaldi, trovavasi in
Castello! Tutta la nostra
Marina è riunita nei porti di Napoli e Castellammare;
si pretendeva dal Dittatore di farla partire per
Genova o altro porto del Regno Piemontese, ma ciò
gli è stato impedito, che dice dagli inglesi, altri
dai francesi, adducendo a motivo "Con quale bandiera
viaggerebbe questa flotta? - Bubbole!!! Nessuna
novità vi è stata questa notte ai nostri avamposti.
Ricorrendo oggi, domani e dopodomani le vigilie
delle 4 tempora, si è disposto che la truppa non
riceva prosciutto, ma bensì pasta,formaggio, oppure
legumi.
19 SETTEMBRE 1860 – CITTADELLA
N o t i z i e
. Il Generale Garibaldi ha scritto
a coloro da cui ha ricevuto mandato per le sue operazioni
di inviargli oro a sufficienza
essendo inestinguibile la sete dei
Generali Napoletani;
. che il Maresciallo di Campo Pinedo
avesse ricevuto 35mila ducati per cedere la piazza
di Capua; essendosi trapelato da militari onesti
ed attaccati ai loro doveri, che egli, fu obbligato
a fuggire dalla piazza col pericolo di essere ucciso;
. che il Ministro di Guerra Pianell,
creato Maresciallo di Campo a preferenza, siasi
disertato e fuggito a Marsiglia asportandosi 135mila
ducati appartenenti ai fondi della guerra. Mi sembra
impossibile!
. Che i Capitani di Vascello Lettieri,
Rodriguez, Flores, il Generale Salazar, anche di
Marina, ed altri ad onta di aver tradito Francesco
II, pur nondimeno Garibaldi non ha voluto accettarli
a suo servizio; si crede per far piacere al Comitato
di Palermo perchè i legni da loro
comandati conferirono molto al bombardamento della
Città;
. che i Gesuiti sono sortiti da Napoli
e che nel monastero neppure i chiodi si sono rinvenuti,
ad eccezione di alcune casse di
libri;
. che due compagnie dell'11° di Linea
della guarnigione di Siracusa siano sbarcate in
Napoli con armi e bagagli con banda in testa e siano
state alloggiate al Quartiere di S.Potito. Si suppone
essere quelli che hanno preso servizio con Garibaldi.
La defezione di Siracusa, oltre al Generale Lo Cascio
che ha tradito, se ne attribuisce anche la colpa
al Colonnello Galluppi per connivenza o viltà. Intanto
ci si assicura che porzione della guarnigione trovasi
rinchiusa nel Castello che contiene molti viveri,
stante che n'era provveduto per 4 mesi per 1.400
uomini; ora se nel Castello, a quanto dicesi, siano
rimasti circa 300 uomini, avrà viveri per un anno!
Quante anomalie e cose straordinarie avvengono in
questa guerra, per sua natura, tutta nuova!
. Si ricevono due lettere agli avamposti,
una diretta al Direttore
del Genio De Nunzio, inviatagli da
due Uffiziali del Genio disertori Tenenti Saint
Paul e Del Bono, che reclamano il loro equipaggio
lasciato nella Cittadella ed il loro soldo del passato
mese di agosto. L'altra lettere diretta al Tenente
Avena, anche del Genio, gli si manda dal Console
Piemontese il quale gli dice che deve parlargli
e dargli notizie ed imbasciate rimastegli da suo
suocero Generale Lo Cascio (che ha tradito a Siracusa)
e che qui fu di passaggio giorni dietro per trasferirsi
in Napoli. Queste due lettere, essendo state aperte
avanti al Generale ed a me dagli interessati, si
è disposto di non rispondere!
. Per mezzo di lettere pervenute
dalla Calabria ci si fa conoscere che Provincie
di Catanzaro e Cosenza sono in rivolta inalberando
bandiera bianca!
. Il Generale Fabrizio è partito
da Messina per Palermo avendo rimasto al comando
delle truppe un Colonnello inglese al servizio delle
masse garibaldine.
20 SETTEMBRE
Si è passata la notte tranquillamente
senza alcuna novità. Si sono disertati due soldati
della 2ª Compagnia del 3° di Linea.
Al Forte SS.Salvatore sono approdate
le solite barche apportando
viveri, frutta, suola di scarpe,
cambio monete, negozianti di
telerie, orologiai, insomma tutto
quanto vi è in Città perchè il
soldato spende quello che ha ed essendo
il presidio di 4.500 uomini circa, oltre gli Uffiziali,
molto introitano gli speculatori,
nel mentre in Città, essendovi molta miseria, disordine
e anarchia, nulla colà smaltiscono.
Con le barche approdate questa mane
al SS.Salvatore è venuta la domestica del Tenente
Svizzero Prat, addetto al mio Stato
Maggiore, la quale ha fatto raccapricciare
tutti nel raccontarci lo stato i anarchia e disordine
in cui trovasi l'infelice Città di
Messina: un povero giovane, ieri,
fu fatto a pezzi dai malviventi rimasti in Città
in unione dei Palermitani usciti dalle galere. Tutte
le Autorità sono fuggite; il Generale Fabrizio,
che manteneva qualche ordine, è partito ed il Colonnello
inglese rimasto con i due battaglioni siculi, per
nulla si vede e di niente
si incarica. La moglie di detto Tenente ha deciso
di ritirarsi nella Cittadella
pel timore di essere uccisa ad onta che sia messinese;
e per tanto eseguire attende la venuta di qualche
vapore postale per avere la scusa,
imbarcandosi su qualche barchetto, che va al vapore,
perchè se dalle persone torbide si
viene a sapere che viene in Cittadella,
certamente rischia la vita.
Infelice Città! Della sua bellezza
e amenità, rappresenta ora lo
squallore della miseria e della morte!
Quante anomalie e disgrazie rappresenta la infelice
epoca che percorriamo, piena di avvenimenti per
una guerra tutta nuova! Sembra un'epidemia che
abbia invaso tutte le teste, anche
quelle di buon senso! Noi
assediati viviamo e siamo sicuri che lo stato presente
non può durare per le lunghe e ci illudiamo di tante
notizie svariate che ci pervengono. Intanto apprendiamo
che tanti Generali e persone sennate anche in Napoli
si danno al partito dell'annessione, nel
mentre sembra impossibile a chi ha
sangue freddo e senza spirito di partito e calcola
le cose ed i particolari avvenimenti che
succedono che questa annessione possa
effettuarsi. Infelice Italia! Per servir sempre,
o vincitrice o vinta! I pochi
birbanti rimasti in Messina spacciano che si stanno
costruendo nascostamente migliaia
di scale per assaltare la Cittadella. Ecco come
illudono la plebe a cui promettono il saccheggio
della Fortezza, come se si potesse scalare senza
calcolare i cannoni e le migliaia
di soldati! Bentivegna, uscito dalle carceri si
Siracusa, ora Colonnello di un reggimento siciliano
a Milazzo, segnala al Ministro della Guerra in Napoli
che i suoi Uffiziali sono malcontenti per non
aver ricevuto i loro brevetti e premura
che siano loro spediti. Parimenti si premura da
Messina che i brevetti degli Uffiziali di artiglieria
e genio e del Commessario di Guerra, disertori dall'Armata
Napoletana (graziosa caratteristica).
Ciò ci si rapporta
dal nostro interprete del telegrafo che osserva
tutti i telegrammi da Palermo, Napoli, Messina ecc.
Ci avvisa pure che il "Tangredi", nostra fregata
a vapore con bandiera piemontese, ha
imbarcato truppe di Garibaldi alle
coste di Calabria, verso Nicastro,
per sbarcarle altrove. Ci si conferma sempre più
il rovescio o movimento rivoluzionario avvenuto
in Palermo ed i partiti contrari tra Monreale, Misilmeri
ed altri paesi vicini a Palermo. Povera Sicilia!
Ed in qual triste posizione si troverà
nell'inverno quasi vicino per qualunque
governo la regge! I legni mercantili che avevano
a bordo le truppe che hanno ceduto
Siracusa e che trovavansi avanti
Reggio, sono partiti per Napoli. Il Generale Lo
Cascio che le comandava trovasi da qualche giorno
in Napoli, ma non sappiamo quale
vergognosa capitolazione o mercenaria convenzione
avesse fatto per cedere la piazza di
Siracusa senza essere investito.
Che infamia!
La fanfaronate che si contano
in Messina, per quanto ci dicono gli
speculatori che vengono a vendere
da noi i loro generi sono che sabato, ossia dopodomani,
verrà una squadra per impossessarsi della
Cittadella alla scalata, senza conoscere
che sotto i baluardi vi sono i fossi bagnati battuti
dal mare di molta profondità, oltre a
250 pezzi di artiglieria, quasi tutti
alla pexan da ottanta. La giornata si è passata
tranquillamente chiacchierando, ciascun
dicendo cosa aveva comprato al mercato
volante che il nemico permette farci venti re dalla
Città. Chi ha comprato vitella,
altri insalata mischia, pesce o frutta,
alcuni di aver cambiato monete d'argento con oro
e lamentandosi del forte aggio del 3% e
finalmente si è parlato della Nostra
Commessione spedita a Gaeta che non torna essendo
passato già molto tempo. Su
di ciò molte coglionerie si sono dette, alcuni suppongono
prevedere cose buone, altri tristi, infine ognuno
ha profetizzato sull'avvenire.
Gli individui addetti l nostro ospedale provvisorio
a cui è permesso di portarsi in Città per comprare
il bisognevole agli infermi, ci hanno raccontato
di aver veduto il nostro Commessario di Guerra Guccione,
da noi disertato, come pure il
Capitano Palladino, ambedue con camicia
rossa e sciabola per aver preso servizio nelle truppe
di Garibaldi. Ma il Commessario di
guerra, essendo molto basso di statura
e bastante grasso, faceva una figura molto originale!
21 SETTEMBRE
Ieri sera fu di ritorno la barca
che, con pericolo dei marinai e a
forza di denaro, giorni dietro si
spedì al Comandante di Piazza e
Forte di Augusta rimettendogli l'ordine
di S.M.(D.G.), ricevuto tramite
il vapore prussiano, ingiungendogli di tenersi fermo
a difendere la piazza fino agli ultimi estremi e
di nulla oprare in contrario
senza espresso ordine in scritto di questo Generale
Comandante. In riscontro il Colonnello Tomson La
Tour, Comandante della detta Piazza, rimette una
balorda capitolazione fatta col Municipio della
Città, senza la firma di persona alcuna. In essa
si dice che la guardia di artiglieria
resta per dare la consegna di quanto esiste nel
forte; che 6 legni mercantili, scoratti a
rimorchio da un vapore, ricondurrebbe
tutta la guarnigione in Napoli, da ove le 4 compagnie
del 15° di Linea, le due compagnie di Pionieri e
la compagnia completa di artiglieria andrebbero
a raggiungere i rispettivi Corpi; che la guarnigione
non sortirebbe dal Castello
che al momento dell'imbarco con armi e bagaglio,
come pure gli Uffiziali con il loro equipaggio.-
Una tal capitolazione, fatta con
un municipio di una piccola Città composta quasi
tutta da marinari, sembra così strana come tutti
gli avvenimenti della presente guerra
insurrezionale. La fortezza aveva viveri per 3 mesi
per 300 uomini, ma ora si era aumentata a circa
1.000 uomini, però il detto presidio ha fatto la
spesa in piazza fino al 13 corrente per cui per
un mese avrebbe potuto restar
fermo al suo posto fino al 12 dell'entrante. Il
Comandante si scusa dicendo che erano finiti i fondi
regii per fare il prest, che
la diserzione aumentava, l'indisciplina ed, infine,
tante altre ragioni che possono o non possono essere
ammesse. Per altro se alla testa dei 600 uomini
del 15° di Linea vi fusse un uomo fermo e di coraggio
e non già il Maggiore Aldanese, uomo vile e di
nessuna esperienza, certamente non
avrebbe fatto accettare una capitolazione a tutte
le altre ermi di simil natura, stante che la
cessione di una Piazzaforte non dipende
soltanto da chi la comanda,
ma da un Consiglio di Difesa e massime da un Capo
di Corpo.
Ecco la conseguenza di creare Uffiziali
Superiori per antichità, qualunque sia la loro entità,
morale, coraggio, talento
ed esperienza, per cui non è strano se nel nostro
esercito avvengono simili svergognatezze.-La capitolazione
è avvenuta il giorno 17 del
corrente mese. Cosa strana, però; la guarnigione
deve ancora essere nel Forte perchè non vi sarebbe
ove alloggiarla in Augusta e, quindi, certamente
dovrà prestare servizio fino a rinvenire 6 legni
ed un vapore per imbarcarli. Ma dove prendere o
rinvenire questi mezzi? Per ora non
ancora sono per qui passati, giacchè, non essendovi
altra via di mare che per il Faro, solo da
qui debbono passare. Che strane anomalie
si succedono! Sappiamo da un marinaro, venuto da
Napoli sopra legno mercantile, che le Potenze estere
abbiano impedito che la nostra flotta sortisse dal
porto di Napoli e che la Prussia l'avesse presa
in consegna. Piacesse a Dio
e fusse vero! Le nostre speranze si ravvivano, ma
poco credito vi presto! I Calabresi che vengono
da noi a smaltire derrate ci assicurano che a Reggio
non vi sono che 30 garibaldini e che il Castello
sia in potere della Guardia
Nazionale; che molti garibaldini
sono stati ammazzati, specie quelli che, forse,
hanno attentato alle donne, ben sapendo quanto
i calabresi ne siano gelosi.-I due
fratelli Plutino, D.Antonio e D.Agostino, esiliati
nel 1848 perchè capi di quella rivoluzione di
Reggio, ora, uno è capo della Provincia
e l'altro è Direttore e Amministratore in Reggio.
Il primo di essi, cioè D.Antonio,
lunedì scorso si ha amputato una gamba per ferita
ricevuta in combattimento.-Il Vescovo di Reggio
è stato deposto, non dal Pontefice,
ma dalle presenti Autorità temporali ed è stato
sostituito dal Sacerdote Abbate Pelligani, molto
compromesso nel 1848. Finalmente
abbiamo appreso la morte del Colonnello Marchese
Dusmet del 13° di Linea, avvenuta nel modo seguente:
sbarcato Garibaldi dietro
la Marina di Reggio (certamente col consenso dei
Comandanti dei vapori della nostra Real Marina,
tutti traditori), mandò lettera
al Generale Gallotti, Comandante la Provincia, dicendogli
che raccomandasse alla truppa di non battersi perchè
lui in tutti i modo sarebbe entrato
in Reggio e nel Castello. Il detto Comandante chiamò
Dusmet che aveva il suo Reggimento a Reggio, sua
patria, ed abitava in casa del suo Mellisano, capo
dei Demagoghi; Il Dusmet assicurò al Generale Gallotti
che si sarebbe battuto (così
come assicurano tutti i Capi di distaccamento delle
diverse Armi), mentre, precedentemente, aveva assicurato
ai suoi parenti e paesani
che non si sarebbe battuto contro Garibaldi. Nel
suonarsi l'allarme e sortendo egli, a cavallo, dalla
casa di Mellisano, nel voltare
in un vicolo, un plotone di pagani gli fece addosso
fuoco rimanendo ucciso lui ed un bel figlio, 2°
sergente, che lo seguiva a piedi. Si vuole che gli
stessi parenti gli avessero
preparata tale infelice morte.
Per quanto ci riferiscono i venditori
che vengono a smerciare in
Cittadella, voci d'irritamento corrono
in Messina contro gli Italiani,
si minacciano nientemeno che un "Vespero Siciliano"
contro di essi, così, come dicono,
sia avvenuto in Monreale, vicono Palermo.
La bassa gente è disgustata per la
gran miseria che vi esiste, perchè la mono d'opera
non travaglia ed il commercio
per nulla esiste.-Cosa avverrà in questo inverno
con le campagne devastate, i proprietari e negozianti
oppresso da tanti balzelli e tanti servi di pena
usciti dalle carceri che rapinano e commettono prepotenze
e ricatti?-La subitanea partenza da Messina
per palermo del Generale Fabrizio
ci fa credere che qualcosa di sinistro sia colà
avvenuto, essendo questo Generale uno dei
Luogotenenti di Garibaldi!-Non cessiamo
di essere in pensiero per la Commessione spedita
al Re in Gaeta e che non ritorna. Che sa
qual che ne sarà la causa!
22 SETTEMBRE
Dal nostro telegrafo si intercetta
che il Comandante del Forte di
Scilla segnala al Comandante delle
truppe garibaldine che ieri
disertarono 40 Pionieri, di quelli
che passarono al loro servizio
e che gli altri sono riuniti in complotto
per disertare; eguale segnale si è fatto per tutta
la linea fino a Palmi avvisando tutte
la Autorità di arrestarli. Corre
voce che Garibaldi sia in Messina reduce dal porto
di Palermo in dove non gli hanno permesso di sbarcare
temendo che abolisse la proclamata Repubblica e
che il Generale Fabrizio, partito da qui, neppure
sia stato ricevuto in Palermo.
Queste notizie le credo del tutto false perchè sembra
impossibile che Garibaldi avesse abbandonato l'Armata
e le sue operazioni, stante che il solo suo prestigio
fa operare le sue masse; intanto bisogna confermarle
come vere onde maggiormente migliorare lo spirito
della guarnigione ed inspirare in essa fiducia e
speranza per la buona riuscita della causa del nostro
Sovrano! Alle
ore 11 a.m. è entrato nel porto un piccolo legno
a vapore con bandiera piemontese;immensa folla di
popolo si è accalcata alla
marina, ma con silenzio si è ritirata, come abbiamo
osservato dai nostri baluardi.-Verso le ore 22 ½,
altro vapore piccolo con la
stessa bandiera è entrato nel porto
ed ha sbarcato molti feriti che si credono tutti
messinesi; non sappiamo da ove pervengono. La fregata
inglese è stata rilevata da altra fregata della
stessa Nazione; il solito vascello francese seguita
a restare nel porto. Verso le ore 23 vi è stata
gran rivista alla marina di circa 4mila garibaldini;
non abbiamo potuto distinguere il Generale che li
passava in rassegna. Egli aveva presso
di se 5 Ufficiali di Stato Maggiore.
Dopo la rassegna, tutta la truppa
si è ammassata al Largo Real
Alto, e da lì si è, poi, forse, portata ai rispettivi
quartieri non essendo più ritornata
per la marina. Le vaghe notizie
che riceviamo in giornata, alle quali non si deve
prestar molto credito, sono che Garibaldi a Capua
abbia perduto circa 10mila
uomini; che tutti gli ospedali di Napoli siano pieni
dei suoi feriti e che Capua sia in suo potere. Ciò
si stenta a credere perchè
se fosse vero si avrebbe veduto Messina illuminata,
come anche Reggio, così essendo la consuetudine
quando avviene qualche azione
vantaggiosa per i garibaldini (Reggio, Scilla, Monteleone
e l'entrata a Napoli). Andiamo
a dormire con molta speranza perchè il nostro telegrafo
ci avvisa che un vapore proveniente da Napoli è
a 25 miglia dal Faro con prua
alla nostra volta, il quale entrerà nel porto verso
le ore 3 di notte. Tutti sperano sia nostra Commessione
spedita a Gaeta che ritorna
con buone notizie e viveri.- Chi sa se le nostre
speranze non restino deluse!!!
23 SETTEMBRE
Alla punta di giorno tutti montano
sulle batterie per osservare se
il vapore giunto ieri sera a notte
avanzata fusse il legno che
conduceva a noi la Commessione spedita
al Re in Gaeta, e mentre credevamo deluse le nostre
speranze perchè quel vapore era garibaldino, dal
nostro vapore ci si avvisa che altro vapore
proveniente da Napoli era vicino
ad entrare nel Faro. Ed in effetti, dopo qualche
ora, è giunto il vapore francese "Il Pitias" che
conduceva la nostra Commessione reduce da Gaeta,
la quale annunciava a questa guarnigione il gran
contento di S.M.(D.G.) pel modo lodevole come si
comportava, ed il piacere col quale ha ricevuto
la Commessione da qui spedita, col presente ordine
del giorno dettato dalla prefata
M.S.
ORDINE DEL GIORNO PER LE TRUPPE ESISTENTI
NELLA CITTADELLA DI MESSINA
SOLDATI!
Lungi da voi e dai bravi Uffiziali
che vi comandano, sento vivamente
il desiderio di esternarvi la mia soddisfazione
pel contegno militare e pel
buon volere di tutta la guarnigione
mostrata nell'attuale circostanza.
Gli stenti e le fatiche durate e quelle che probabilmente
proverete nel tratto a venire
accresceranno gloria a voi, reputazione
alle Armi Napoletane. State anzitutto ubbidienti
ai vostri Superiori: è questo il primo
elemento della Vittoria! Rammentate
che son Re soldato e che, educato in mezzo a voi,
palpito di gioia allo annunzio della dei
vostri successi e rammentate pure
che siete chiamati a difendere una Fortezza istorica.
I miei pensieri saranno per voi!
Coraggio adunque, il Cielo
benedica le nostre armi ed un giorno potrete con
orgoglio dire: "Io fui nel 1860 tra i difensori
della Cittadella di Messina"
Gaeta 14 settembre 1860 F.to Francesco
Con l'istessa Commessione la pregiata
M.S. Mi ha fatto pervenire il brevetto di Generale
del Real Esercito rimanendo al comando della
Cittadella di Messina ed il Ministro
di Guerra con data del 19
corrente lettera n°127 mi scrive quanto appresso:
AL SIGNOR COMANDANTE
LA CITTADELLA DI MESSINA
D.NICOLA DE MARTINO
Ella qual vecchio Soldato maturato
dalla esperienza e versatissimo
delle conoscenze militari non ignora
certamente di quanta grave
importanza sia la conservazione di cotesta Piazza
il di cui Comando è stato
meritevolmente a Lei affidato. Sebbene io sia più
che convinto, in vista della chiara
opinione ch'Ella gode nell'Armata,
che nulla sarebbe necessario inculcarle per la conservazione
di codesta Cittadella, pure nello interesse di compiere
esattamente i voleri del nostro clementissimo Sovrano,
le ingiungo quanto segue. A qualunque costo, sia
anche col glorioso olocausto
della propria vita, dovrà tener ferma la conservazione
della Fortezza, la quale dovrà cedersi nel solo,
unico e lontanissimo caso
che, dopo aver sostenuto con tutte le forze un assalto
in seguito di essersi aperta la breccia si resti
sfornito di trinceramento
interno.-In una parola, la Piazza potrà cedersi
nei soli casi previsti dalla Reale Ordinanza di
Piazza.- Compio pure la Sovrana
volontà di esternarle con piacere la completa soddisfazione
Sovrana pel modo lodevolissimo ed esemplare
cui adempie ai propri doveri, ed
io sono lieto di annunciarle il compiacimento del
Re.- Piacciate a cotesto distinto Sig.Fergola
che la predetta M.S. Ammira con rimarchevole
piacere lo zelo e la sua solerzia, e se l'operosità
da lui dimostrata nella circostanza, sono conseguenze
del costante attaccamento che in tutti i tempi ha
fatto mostra, oggi più che mai si è reso degno della
Sovrana particolare considerazione.-
Si cerchi infine di provvedere la
Piazza di viveri ed altro
necessario alla difesa, ritenendosi che uno dei
mezzi più efficaci per ottenere
lo scopo si è quello di minacciare Messina.
Infine La prego di esternare ai Sigg.
Ufficiali, Sottoufficiali e
Soldati componenti la guarnigione
di cotesta Piazza il Sovrano compiacimento per la
esemplare condotta e perfetta disciplina serbata
dai medesimi e vado sicurissimo che tutti vorranno
apprestare le loro forze per secondare le di Lei
premure che altro non sono
che i comandi di S.M. Il RE (D.G.).
IL TENENTE GENERALE
MINISTRO SEGRETARIO DI STATO-PRESIDENTE
DEI MINISTRI
F.TO CASELLA
La Commessione ci ha narrato il sommo
piacere provato da S.M. Nel
presentarsi a lui e la grande soddisfazione
dimostrata nell'apprendere
come si era comportata e si comporta la
guarnigione della Cittadella, nel
mentre vedesi tradito da tutti coloro a cui era
affidata una fortezza, come Siracusa, Augusta, Pescara
è da per tutto è stato tradito, nonchè dall'intiera
Marina. La clemenza di S.M., infine, con l'ordine
del giorno del giorno 14,
lo ha ben dimostrato, come anche verbalmente. I
nostri Uffiziali della Commessione ci hanno raccontato
l'azione avanti Capua, la
dirotta dei garibaldini avanti la Piazza e il gran
numero dei prigionieri fatti al di là di Caiazzo
e mille altre cose per noi
vantaggiose e per la buona causa troppo giusta che
difendiamo. Avendomi il Capitano dello Stato Maggiore
Guillamat (che ha accompagnato la Commessione) detto
che S.M. soffriva molto a Gaeta pel cattivo vino
che beve, mi son fatto dovere di inviargli due
barili di vino della riserva, e propriamente
quello di dieci anni che ho fatto distribuire alla
Piana Maggiore.- Le truppe
nemiche in Messina, malcontente delle notizie
pervenuteci per la Commessione reduce
da Gaeta, ha creduto imporci con attaccarci quest'oggi
verso le 2 ½ p.m. nel piano di
Terranova. Al semplice grido di "Allarme"
tutti eravamo al nostro posto: vi è stato un fuoco
bastantemente forte di fucilerie e
boccacci da parte del nemico e da
qualche casa, per cui sembrandomi troppo noioso
ho ordinato al Forte D.Blasco di tirare
qualche granata e qualche colpo di
mitraglia, come pure ha praticato il Sig. Generale
Fergola che trovavasi sopra la lunetta
Carolina. Qualche granata ha incendiato
qualche abitazione; dopo una dozzina di cannonate
il fuoco è cessato e gli avamposti del
bivacco hanno ripreso le loro posizioni.
La truppa di avamposto del 3° e 5° di Linea si è
molto ben battuta con molto entusiasmo,
perchè poco ubbidienti al tocco della
ritirata dal piano per far agire l'artiglieria,
perchè erano decisi di voler entrare in
Messina. Sono stato obbligato a mandare
degli Uffiziali per farli rientrare.
I nostri soldati sono veramente accaniti
contro il nemico. Due soli
dei nostri soldati sono stati feriti; del nemico
non sappiamo perchè la nostra mitraglia
ha traversata la grande strada
d'Austria. Il detto vapore "il Pitias" è partito
verso le ore 24 ed ha imbarcato circa 40 Compagni
d'Arme che conduce a Gaeta.
24 SETTEMBRE
Verso le ore 2 ½ dopo la mezzanotte
si è chiamato all'arme; la
truppa di tutte le armi si è portata ai siti indicati
ma non c'è stato altro che uno scambio di fucilate
agli avamposti, per cui, dopo
circa un'ora, ci siamo ritirati.- Per le cannonate
di ieri nessun venditore è venuto in Cittadella,
nemmeno quello della neve;
mi auguro che non durerà molto perchè gli stessi
venditori reclameranno presso le Autorità garibaldine
per venire a smerciare le loro derrate.-
Alle ore 8 a.m. circa si è chiamato
di bel nuovo all'arme; la stessa cosa: poche fucilate
e, quindi è cessato il fuoco. Ciò
nonpertanto la truppa si è defaticata
perchè non trova riposo. Per altro mi ha fatto piacere
perchè sembra che le cannonate di ieri e
le fucilate di oggi abbiano voluto
solennizzare la mia promozione a Generale!
Alle ore 11 a.m. si sono presentati
agli avamposti con bandiere
spiegate il Comandante del vascello
francese e quello della fregata inglese con i rispettivi
Consoli. Sono sortito in unione
al Generale Fergola a riceverli.
Gli stessi si sono lamentati dei colpi di cannone
che si sono tirati in Città. Essi, inoltre,
adducono che alle fucilate si può
rispondere con le stesse armi,
mentre ai colpi delle granate si
può ruinare la Città. Ho detto
loro che i nostri soldati mal soffrono
che siano loro tirate le fucilate per cui subito
rispondono e che i colpi di cannone si
sono tirati perchè dal nemico non
si fa solo uso si fucili ma anche di boccacci che
hanno una portata più lunga del fucile . Al che
il Comandante francese ha risposto che essi erano
nel porto per difendere i loro interessi ed i loro
connazionali e che se la Cittadella
vuol tirare ne fussero preavvertiti per far allontanare
dal porto i loro legni mercantili. Le discussione
si è molto portata per le
lunghe e, finalmente, ho loro detto essere conveniente
che si dirigessero dal Comandante della truppa in
Messina onde proibire che i Siciliani
o i pagani venissero ad insultare i nostri posti
avanzati e che poi dicono che sono sempre
i nostri che hanno provocato. Finalmente
il Comandante francese mi ha anche detto che l'esultanza
dei nostri soldati di ieri
proveniva dalla venuta della Commessione da Gaeta
per le buone notizie che ci avevano recate e che
si augurava che fussero vere, stante che lui temeva
che in giornata Capua fusse occupata da Garibaldi.
Gli ho risposto che i dati della guerra sono sempre
dubbi, per altro noi della Cittadella
non ci occupavamo di altro che di difenderla. Mi
ha detto pure che i nostri soldati non sono troppo
subordinati essendo stato di ciò assicurato dai
nostri Uffiziali. Ho risposto ciò essere falso e
nè lui come francese poteva
tener conto di quanto asserivano nostri Uffiziali
disertori, credendosi nella loro viltà e farsi merito
col nemico nell'asserire menzogne. Ci siamo licenziati
promettendo che non si sarebbe più tirato col cannone
se non aggrediti con la stessa arma e che in caso
dovessimo agire con tale arma ne sarebbero pervenuti.
Ieri e stamane, nel tuonare i cannoni
della Cittadella, più di cento
barchette cariche di donne e pagani si sono poste
intorno al vascello francese e che sa quante preghiere
hanno fatto al Comandante
per farlo venire a trattare, come ha praticato.-
25 SETTEMBRE
La notte si è passata senza novità.-È
giunto da Napoli il vapore postale "La Messagerie";
abbiamo mandato su detto legno un nostro
Uffiziale al quale il Comandante,
ingenuamente, ha detto che
Garibaldi è stato battuto, ma ciò non avrebbe impedito
che potesse prendere la Piazza
di Capua. Avendo il detto Uffiziale girato sul legno
per attingere ulteriori notizie, un passeggero,
chiamato in disparte, gli ha detto: "Io sono il
Capitano di Marina Greco G.A.
Vappindaka, molto affezionato al
vostro Re. Tenetevi forte nella Cittadella; Garibaldi
per ben due volte è stato battuto sotto
Capua; la quantità di feriti che
ha è immensa. S.Maria C.V., Caserta, Aversa sono
piene di suoi feriti, i corridoi del Palazzo Reale
di Caserta lo sono a ribocco. Le immense requisizioni
che si fanno di materazzi e lenzuola ed altro hanno
disgustato tutti quei paesi circonvicini. I Siciliani
si ritirano, i Calabresi sono quasi disciolti protestandosi
di essersi ingaggiati per la guerra
delle montagne e non già avanti la
Piazza. Garibaldi ha dimesso il Ministero in Napoli
volendone formare altro repubblicano, con a capo
un certo Agresta. A Napoli i Luciani non lasciano
passare alcun garibaldino per S.Lucia perchè li
ammazzano". Infine un mondo
di buone notizie che mi auguro tutte si verifichino.
Il detto greco ha dato all'Uffiziale un biglietto
da visita per sapersi il suo
nome e dirmi che scrivendo al Re avessi parlato
di lui. Licenziandosi ha detto al Tenente: "Tenetevi
fermi nella Cittadella perchè tutto andrà bene in
favore del Re".
Questa mattina, verso le 8 a.m.,
alcuni pagani, nel venire dai Giardini per portare
a vendere pomidori e verdure ai nostri
avamposti del Forte D.Blasco, sono
stati fatti segno di 4 colpi di fucili senza offenderli;
i nostri non hanno risposto. I pagani sono venuti
lo stesso da noi a smaltire i loro generi. Nel
portarmi sopra luogo, ho fatto caricare
a mitraglia i pezzi di Lunetta Carolina e quelli
di D.Blasco. Dal Governatore
di Messina si sono fatte evacuare dai Giardinieri
tutte le piccole casette sparse lungo
i Moselli ed i giardini contigui al Forte D.Blasco;
non sappiamo se vogliono colà
costruire qualche batteria come fecero
nel 1848 (lo che non credo). Suppongo, piuttosto,
per non farci pervenire pomidoro, verdura e frutta
che quei coloni ci vendono. Parimenti si è
proibito alla grande quantità di
venditori di più approdare al
Forte SS.Salvatore, credono con ciò
di affamarci. Ciò per un paio di mesi ci da poca
pena avendo viveri e grano a sufficienza. Per altro
può dirsi che i reclami dei venditori otterranno
di ritornare a fovorirci, stante che giornalmente
si portano a casa dai due
a trecento ducati; e non sono solo i venditori di
commestibili quelli che vengono, ma anche orologiai,
argentieri, cambia monete, venditori di telerie,
sale, corde, scarpe, calze ecc. Tutti comprano perchè
i 4.500 soldati e gli Uffiziali hanno
danaro a sufficienza per la doppia
diaria che godono, oltre la razione di viveri.
Quest'oggi nessuna barca è venuta
da Messina. La Città di Reggio, per telegrafo, ha
chiesto permesso al Governatore di Messina di fare
una salva in occasione della solita
festa annuale che fa. Si è risposto
che non conviene. Da noi si crede che tal divieto
dipenda dal fatto che gli affari di
Garibaldi non vadano bene.-
26 SETTEMBRE
Verso un ora e mezza dopo la mezzanotte
si è chiamato all'arme dalla
fazione del Forte D.Blasco; la truppa si è portata
ai posti assegnati. Dai Giardini
ove ieri il nemico fece sgombrare tutte
quele casette si sono tirati alcuni
colpi di boccacci e bastanti colpi di fucile, ma
essendosi tirate da detto forte alcuni colpi a
mitraglia ove si vedeva, per la luna,
più gente riunita, si è cessato immediatamente.-
Poco dopo, la truppa, che dorme sempre
vestita, si è ritirata nelle
rispettive caserme.- I due colpi di mitraglia, credo
che non abbiano fatto molto bene al nemico.
Questa mattina è cominciata la istruzione
delle granate a mano per tutta
la truppa. Verso le ore 11
a.m. si sono presentati di bel nuovo i Comandanti
del vascello francese e della fregata
inglese con i rispettivi Consoli lamentandosi che
dopo di aver noi promesso di non tirar
più cannonate, questa notte abbiamo
[...] alla nostra parola. Al che ho risposto: "I
colpi di cannone non sono stati tirati in
Città, ma bensì dalla parte dei giardini
contigui alla fortificazione, perchè avendo le nostre
sentinelle avanzate veduto inoltrarsi molte persone
che hanno tirato delle fucilate, è stato gioco forza
adoperato il cannone, per convincervi, favorite
ad osservare la posizione".
Dopo aver osservato, han detto: "Avete ragione!
Tirate da qui quanto volete, nè noi v'impediremo
di bombardare la Città, purché
ci preveniate con anticipo per salvare i nostri
connazionali e i loro interessi".
Ho detto parimenti al Console francese
che, giusta la convenzione, noi avremo il diritto
di mandare in Città per fare la spesa dell'ordinario
per la truppa e che ciò non facciamo per evitare
collisione ed inconvenienti, non
con gli italiani, ma con i
siciliani e i nostri Uffiziali disertori, capaci
di qualunque cosa pur di non aver testimoni della
loro viltà. D'altronde noi di nulla manchiamo, avendo
viveri per lungo tempo ed anche vaccine che non
mancano di erbaggio nella vasta pianura di Terraniera
ed anche fieno riposto.
D'altra parte è stata una viltà non
mandare più i venditori a smaltire viveri ed altri
oggetti che facevano vivere
la bassa gente di Messina che giornalmente si portava
a casa sempre 2 o 300 ducati. Per ora, meglio per
noi che guardiamo al denaro!
Per segno telegrafico da Caserta,
Garibaldi ordina a Palermo di
spedirgli con la massima sollecitudine
un battaglione di fanteria. Si è passata la notte
senza novità.
27 SETTEMBRE
Dal nostro interprete telegrafico
si fa conoscere essere stato
segnalato a tutta la linea garibaldina
– da Napoli a Palermo – di
essersi disertati 800 ergastolani dell'isola di
Santo Stefano e che si prendessero
tutte le precauzioni per non farli sbarcare pel
continente.
Non essendo venute ieri le barche
da Messina, si ammazzò una
vaccina da servire per ieri e per oggi per gli infermi
del nostro ospedale e per i Generali.
Si dice che vi è ordine di demolire
il Castello di Reggio e che il
Cavaliere Morsellino – famiglia ricca
del paese – abbia offerto 8.000 per costruirvi un
palazzo; forse l'otterrà perchè hanno
bisogno di denaro.
Alle ore 22 è giunto un vapore a
servizio del nemico, sembra "il
Pompei"; dalle notizie attinte da
un marinaro si è appreso che
S.Marina C.V. sia stata incendiata
per metà e che siano morti
11mila garibaldini. Sebbene la cifra sembra alterata,
pure è sicuro che bastante perdita ha dovuto avere
Garibaldi; altri dicono che
tal perdita sia tra i nostri e quelli del nemico.
La forza che domanda Garibaldi per
telegramma, cioè 600 volontari da Reggio, un battaglione
da Trapani ed altro da Palermo, non si sa dove sbarcherà.-Vi
è grande allegria fra i nostri soldati
perchè corre voce che S.M. ieri abbia
fatto la sua entrata in Napoli,
ma non essendosi potuto verificare da chi sia venuta
tal notizia, non vi è a prestarvi
fede. Quello che però incomincia a darci da pensare
si è che il tempo passa ed i viveri si consumano
e, ad onta che S.M. conosce che ne abbiamo fino
al 15 dell'entrante mese, pure è da temersi se abbia
mezzi come potercene inviare.
Trattasi di 4.500 uomini.
Faccia Iddio!
Dal telegrafo nemico apprendiamo
che il Generale Fabrizio da Napoli ritorna a Palermo.
Si sospetta che in Città, da qualche
punto dominante, si costruiscono batterie per abbattere
la Cittadella; nulla però da
noi si osserva di positivo; nessuno
dei nostri entra più in Città, nè alcuna barca di
venditori è più venuta da noi.
28 SETTEMBRE
Ieri alle ore 3 di notte dal Palazzo
Siracusano si è tirato un
colpo di fucile all'avamposto Pagliara e, alle ore
4 ½, dai Moselli si è tirato
dal nemico un colpo di boccaccio alle
sentinelle del Forte D.Blasco. I
nostri per nulla hanno risposto per maggiormente
dimostrare quanto sono buffoni se pretendono prendere
la Cittadella con i fucili! Avendo fatto notare
al Direttore del Genio, con eccellente cannocchiale,
tutti i ponti e sbocchi della Città, mi ha assicurato
che in alcuna parte vi è traccia di voler piazzare
cannoni o formare batterie. Nessuna
barca di venditori è venuta in Cittadella!
ORDINE DEL MINISTRO DI GUERRA DATATA
14 SETTEMBRE DA GAETA
"Il Brigadiere D.Luigi De Benedictis
per la sua riprovevole e disleale condotta militare,
per volere Sovrano, resta destituito
dal suo grado come ribelle e reo
di alto tradimento viene sottoposto
sotto processo in contumacia diudicandosi dal competente
Consiglio di Guerra.
I Marescialli di Campo D.Giovanni
Battista Vial e D.Filippo Flores
ed i Brigadieri D.Nicola Melendez,
D.Giuseppe Caldarelli, D.Francesco
Buonanno e D.Giuseppe Ghio vengono sottoposti al
competente Consiglio di Guerra per
essere giudicata la di loro condotta."
29 SETTEMBRE
Questa notte in Città vi sono stati
canti e suoni per la notizia
che si fece correre che Garibaldi
era entrato in ancona e che
Capua aveva capitolato. Vi è stata
illuminazione alla sola municipalità,
per cui ci è sembrata una cosa forzata; noi nulla
sappiamo di positivo per cui siamo agli eventi essendo
perfettamente senza comunicazioni.
Verso la mezzanotte è entrato nel
porto un vapore di guerra
piemontese. Alcune barche, con commestibili e verdure,
venivano verso di noi per
smaltire la merce, ma giunta alla metà del porto
una barca spedita da Messina le ha
fatte ritornare. Credono così di affamarci, ma noi
siamo provveduti di viveri fino ai primi di
novembre.
Tre grossi colpi di boccaccio sono
stati tirati questa notte in
vari punti della Città, non diretti
ai nostri avamposti, ma per
far festa alle favorevoli notizie
che corrono per la loro causa. Segnalazione da Napoli
a tutti i Governatori in Calabria e in Sicilia:
"I PIEMONTESI HANNO CONQUISTATO ANCONA E S'INOLTRANO
NEGLI ABBRUZZI."-
Alle ore 8 ½ a.m. è giunto nel porto
il vapore "L'Archimede" proveniente da Napoli; ha
trasportato pochi passeggeri pagani e 4 Uffiziali
garibaldini. Messina è deserta.
Molti legni esteri sono entrati nel
porto, e tra questi un legno
da guerra americano. Tutti vanno
e vengono nel Faro, intanto noi
nulla sappiamo. O per qualche notizia
non sicura o per quanto il nostro interprete del
telegrafo può intercettare dai telegrammi del nemico,
pare che tutto vada a vantaggio di Garibaldi per
i continui soccorsi che riceve
dalla Sicilia in uomini e danaro. Intanto la notizia
ricavata dal telegrafo nemico che Ancona sia
stata occupata dalle truppe piemontesi
e che s'inoltra verso gli Abbruzzi troppo ci affligge.
Consideriamo che il Re potrebbe
essere attaccato alle spalle, stante
che se l'infame Generale De Benedictis che comanda
negli Abbruzzi si è dato al nemico e la Piazza di
Pescara ha ceduto, è segno che Garibaldi già tiene
a se quelle tre Provincie che sicuramente saranno
insorte e regolate dai Comitati.
Povero Sovrano, da tutti tradito, fino da quelli
della stessa Famiglia e dai proprii zii! Guerra
straordinaria è questa, unica
nell'istoria! Tradimenti così generali che fanno
raccapricciare. Se la deficienza dei Generali vuolsi
attribuire ad ignoranza o
poca esperienza perchè creati Generali per antichità
e non per talento militare, come scusare l'intiero
Corpo di numerosi Uffiziali di Marina, tanto beneficati
dal presente e passato Sovrano, in modo che altro
legno non ha seguito il Re a Gaeta che
la sola fregata a vela "La Partenope"
col solo Comandante e 3 guardiamarina! Ecco tutta
la flotta che ha il Re e circa 3 o 6
Uffiziali, se pure vi sono! Chi sa
come finirà questo dramma così complicato.
In Città vi è illuminazione alla
municipalità; buone notizie il
nemico avrà ricevuto!
Questa mattina si è fatta uccidere
altra vaccina per i nostri
infermi, per i Generali e gli Uffiziali.-
30 SETTEMBRE
Da Napoli il Dittatore ordina imbarcarsi
tutta la truppa che trovasi
in Sicilia per Napoli: lo squadrone di cavalleria
da Palermo e i due battaglioni
di fanteria; da qui, questa notte, su di un
vapore è partito il battaglione venuto da Trapani.
Fino alle ore 7 di notte vi è stata
gran festa da ballo alla Borza
con grande illuminazione per festeggiare
l'entrata dei Piemontesi in Ancona.
Durante la notte i nostri avamposti
non sono stati per nulla molestati. Corre voce che
il Generale francese La Moresiere, al servizio del
Papa, con la sua truppa ha preso posizione tra
Pontecorvo e Benevento.
Chi sa se si verifica; noi tutto
dobbiamo credere perchè senza
comunicazione ufficiale e senza rapporti con chicchessia.
Dobbiamo stare alle chiacchiere che si raccontano
per far passare la noia dell'assedio!
È giunta "La Messagerie": le
notizie che abbiamo potuto ricevere
sono contraddittorie, e cioè: che
avendo S.M. fatta fare una sortita dalla Piazza
di Capua a 16mila uomini, questi, dopo aver
inseguiti i garibaldini, per manovra
fatta da Garibaldi, avendo fatta sortire dai due
fianchi la sua truppa, i 16mila uomini sono
tutti rimasti prigionieri di guerra
con molti morti e feriti.
Altra notizia, poi, che Garibaldi
abbia avuto molta perdita e che
perciò richiama in Napoli quanti
uomini si trovano in Sicilia. Noi
rinchiusi in questi baluardi con
pazienza riceviamo tutte le
notizie, o buone o cattive, senza
essere sicuri quali siano le vere.
È giunto ancora nel porto il vapore
postale "Luca di Calabria"; il Tenente dei nostri
lancioni, per mezzo di un marinaro colà
imbarcato, ha ricevuto una lettera
da Napoli con data del 25 che
gli da notizie che Garibaldi è stato
battuto replicate volte sotto Capua e che egli dai
cannonieri di marina vuol formare un
battaglione di artiglieri per condurla
alla presa di Capua e che questa novità ha prodotto
molta diserzione e tutti si presentano a Gaeta.
Mille altre notizie si sono sparse, tutte a seconda
come ognuno desidera. Certo
è che di positivo nulla sappiamo!
1°OTTOBRE – Cittadella di Messina
Durante la notte i nostri avamposti
per nulla sono stati attaccati.
Un soldato del 5° di Linea, di servizio al bivacco,
è stato dato per disertore,
ma si suppone che essendosi portato imprudentemente
nei giardini per prendere qualche frutta o verdura
sia stato preso dai posti avanzati
del nemico. Seguitano ad imbarcarsi garibaldini
su di un vapore per rinforzare l'Arma sotto
Capua.- In
giornata vi è stata una forte diserzione; si sono
prese maggiori precauzioni
per evitarla.- Dicesi che in Messina, dal Governatore
Militare, si sia dato ordine ai posti avanzati garibaldini
– pena la morte – di non tirare
fucilate sui nostri soldati di fazione agli avamposti.-
Sono le ore 3 di notte e dalla Cittadella si sente
un continuato fuoco dalla
parte di Villa S.Giovanni, lungo la spiaggia di
Calbria, fino alle vicinanze di Pizzo e di Reggio;
intanto non può supporsi qualche festa popolare
a Reggio o altrove, altrimenti si scorgerebbe illuminazione,
giusta il consueto in simili
circostanze. Sono le ore 4 di notte
e finora non abbiamo osservato che un fuoco di fucilerie
verso la spiaggia di Calabria, per l'estensione
di qualche miglio, e diversi colpi di cannone e
boccaccio molto all'interno dalle montagne. Non
sappiamo a che attribuire
untal fuoco perchè privi di notizie; per altro,
questi avvenimenti di distraggono alquanto dalla
penosa noia in cui viviamo,
senza nulla sapere del mondo politico per essere
privi di fogli. Nel curioso assedio in cui viviamo,
il non tirar cannonate e ricevere
seri attacchi ci fa vivere in una monotonia peggiore
di qualunque disagio.- Alle ore 5 ½ è giunta una
barca da Reggio che approdando alla
Sanità, a voce alta, tanto che si
sentiva al Forte SS.Salvatore, ha proclamato che
Capua era stata presa e arresa. All'istante
tutte le campane di Messina, per
più di due ore, hanno suonato a festa e, da Reggio
fino a Gallo, Villa S.Giovanni, Pizzo, per
l'estensione che si scovre e si sente
dalla Cittadella, hanno seguitato il fuoco fino
all'interno delle montagne.
Tanto è stata
la esultanza generale di quella Provincia!
Ecco svanite tutte le nostre
speranze e le nostre illusioni! A meno che ad arte
non si abbia fatto spargere
tale notizia...e ciò potrebbe anche essere un'illusione!
2 OTTOBRE
Alle ore 9 ½ è giunta nel porto "La
Messagerie"; si è mandato a
bordo un nostro Uffiziale il quale
ha domandato ala Comandante notizie di Napoli ricevendone
risposta che la Capitale era
tranquilla ma che nel partire, per
lungo tratto di tempo, aveva
inteso che per le strade di Napoli
si batteva la generale. Detto
Uffiziale nostro, poi, è stato chiamato
da un gentiluomo che, in pubblico, gli ha detto:
"Che cosa fate più nella Cittadella?
Perchè non la cedete, il Re non è
più a Capua, tutto è finito, Francesco II non regna
più", quindi sotto voce gli ha detto:
"Portatevi nel mio camerino n°2 che
da qui ad un quarto d'ora verrò a parlarvi". Passato
tale tempo, al posto indicato, il detto
gentiluomo ha detto al nostro Uffiziale:
"Io sono il Capo dei Gesuiti di Napoli e col Padre
Provinciale, travestiti ci portiamo
a Malta. Tenetevi saldi nella Cittadella
che sarete soccorsi. Gli affari vanno bene! Garibaldi
è stato replicate volte battuto sotto Capua". Gli
ha detto, parimenti, che a Capua un Capitano di
Artiglieria aveva inchiodato 12 pezzi di cannone
per dove doveva passare la Colonna di Garibaldi,
ma che il Re, avvertito a tempo, li fece rimpiazzare
da altri 12 pezzi da 80, di maniera che,
avanzatesi le colonne garibaldine
sicure di entrare libere da quella parte, nel giungere
a tiro di pistola, i 12 pezzi vomitarono
la morte a colpi di mitraglia.
Tirarono per tre volte consecutive
producendo al nemico significatissima perdita .
Dopo l'azione, un Consiglio
di Guerra condannò a morte il Capitano e l'esecuzione
ebbe subito luogo. Disse, altresì, che Napoli era
tranquilla e che si speravano buoni
risultati. Verso le ore 10 a.m. si è avanzato un
parlamentare portando una lettera al Generale Fergola
direttagli dal Governatore di Messina
nella quale gli si diceva che le
vittorie di Garibaldi progredivano immensamente
e che avesse riflettuto alla sua
posizione ed a quella della guarnigione
e che oramai era tempo di cedere la Cittadella.
Si è risposto a voce, per mezzo di un
sottouffiziale, che alla lettera
non si deve risposta. Quest'oggi,
verso tardi, si sono imbarcati altri
soldati garibaldini.
3 OTTOBRE
Questa mattina si è pervenuto il
Comandante di Piazza a Messina,
Sig.D'Antoni, che dopodomani la Cittadella
avrebbe eseguito tre salve
in occasione del nome di Francesco II; eguale prevenzione
si è fatta ai Comandanti di
vascello francese e della fregata inglese.
Ho ricevuto i fogli di Francia "Le
Costitutionnel" e "Le Gazzette
du Midì" inviatimi dal Comandante
la fregata inglese. Dai detti
fogli ho appreso l'antagonismo del
Ministro piemontese Cavour e
Garibaldi ed altre notizie che hanno
alleggerito in parte la noia in cui si vive in un
assedio. Ho appreso parimenti dell'invasione
dell'Umbria e delle Marche dalle
truppe piemontesi e la disfatta di Le Moricier in
Ancona e delle truppe Pontificie in diverse
città delle Marche e del "Te Deum"
cantato dall'apostata Gavazzi nella Cattedrale di
Napoli. Sono tre giorni che
le barche non vengono ad apportarci viveri ed
altro, ciononostante dalla parte
dei Giardini i pagani, nascostamente dalla gente
cattiva, ci portano verdura, pomodoro, melingiane
e poca carne. Ma avendone scritto al Comandante
di Piazza e mandatosi il dispensiere in Città, questi,
oltre di ciò che bisogna all'ospedale,
ha disimpegnato altre commissioni per molti Uffiziali,
come zucchero, caffè, sapone, sigari ed altro;
tra le altre cose, ha comprato cento
canne di tessuto colorato per guarnire la baracca
nella quale, in occasione del nome di S.M.
(D.G.) avrà luogo una festa da ballo
(senza dame). Nell'imbarcarsi, detto dispensiere,
è stato raggiunto da una barca
della Dogana che gli ha tolto le
cento canne di tessuto. Scritto al Comandante di
Piazza, questi ha risposto che il tessuto non era
perduto, ma solo sequestrato, stante
che, essendo la Cittadella fuori dal porto franco,
doveva pagarsi il dazio della Dogana, per
cui si è spedito persona pel pagamento
della somma di 12 ducati.-
4 OTTOBRE
Verso le ore 8 a.m. ci si annunzia
dal nostro telegrafo che si
scovre a 15 miglia il vapore francese
al nostro servizio, e propriamente
quello stesso che 15 giorni dietro venne quì col
Capitano di Stato Maggiore Guillamat,
latore del mio brevetto di Generale. Ognuno può
figurarsi come si è messo in moto tutto il presidio
trattandosi di sapere sicure notizie del nostro
Re e del nostro Esercito e delle azioni guerresche
avvenute sotto Capua di cui
Messina e le vicine Calabrie facevano festa ed illuminazioni
per le volute vittorie di Garibaldi.-
Alle ore 10 a.m. una Divisione di
Artiglieria in Gran Tenuta, la Banda del 3° di Linea,
i Generali e tutti gli Uffiziali, si sono
portati in questa Chiesa Parrocchiale
e si è cantato il "Te Deum" in occasione del nome
di S.M.(D.G.); dal Tenente Falduti, con voce
di basso, si è cantato il "Tantus
Erge".
Verso le ore 11 è entrato nel porto
il vapore francese; bastante
tempo è passato per ricevere pratica
dalla Sanità, Dogana e Comandante
le truppe in Messina che quasi si pretendeva di
non far sbarcare il Capitano e gli oggetti che conduceva.
Finalmente è sbarcato e ci ha dato buone notizie
della salute del Sovrano e
dell'Esercito e delle gloriose azioni operate contro
Garibaldi per la grande perdita sofferta in morti,
feriti e prigionieri. Ci ha
raccontato quanto passa in Gaeta,
dei nostri compagni d'arme, di quelli buoni e dei
traditori! Credevamo che avesse
portato viveri e denaro, ma nulla di ciò, anzi,
precisi ordini di S.M. di pretendere i viveri dalla
Città a colpi di cannone e di usare la massima energia
col nemico, eliminando le buone maniere e che le
salve non più si eseguissero al fronte di mare ma
a quello della Città non solo della
Cittadella ma anche del Forte SS.Salvatore
e che le cariche fussero piene
come le cariche con i proietti e non più deboli
come il consueto. In effetti ciò si è praticato
alla salva di mezzogiorno
e a quella del cader del sole. Ma verso l'una p.m.
si sono presentati agli avamposti i soliti due Comandanti
francese e inglese con i rispettivi
Consoli, come parlamentari, con bandiere spiegate.
Sono sortito a riceverli con il Capitano Guillamat;
essi mi hanno assicurato che
tutta la Città si è preoccupata di quel fuoco inusitato
supponendosi una provocazione per bombardare la
Città; che se tanto si voleva eseguire
dalla Cittadella si fosse avvertito per allontanarsi
dal porto e salvaguardare i loro
connazionali. Ho loro risposto che
essendo noi i padroni della Cittadella potevamo
eseguire le salve come e dove meglio credevamo
e che le salve erano state a polvere
e non a palle o a mitraglia e che perciò la Città
poteva tranquillizzarsi. Ho aggiunto che
domani, forse, si farà domanda al
Comandante delle truppe garibaldine in Messina di
quanto bisogna al presidio, e ciò in linea di giustizia
e secondo la convenzione, che se ciò venisse negato,
la Cittadella si servirebbe dei suoi cannoni, assicurando
loro che sarebbero preavvertiti 24 ore prima. Il
parlamento è stato a sufficiente riscaldato perchè
il Console francese che molto
teme per sua moglie che soffre di convulsioni, mi
ha detto: "Cosa fareste voi Generale su tutti abbandonano
la Città?" - Gli ho risposto: "con 2.000 uomini
invaderei la Città e con tal sortita, accompagnata
anche da cannoni, prenderei in Città quanto bisogna
ad un presidio deciso di difendere la Cittadella
fino agli estremi". Il Capitano Guillamat ha anche
fatto loro sentire il sovrano
intendimento e, finalmente, siamo convenuti che
si
avvertiranno tanto i Consoli che
i legni esteri con anticipo in
caso che la Città dovesse avere la
disgrazia di essere bombardata.
Il timore panico, però, in Città
è grande e spero che non giungiamo
a simile eccesso. Vedi come cambiano le cose in
tempo di guerra: l'altra sera
in Città e in Calabria grandi illuminazioni, suoni,
feste, campane a gloria tutta la notte per il bollettino
inviato da Garibaldi per vittoria riportata su tutti
i fronti; oggi, per l'arrivo
del Capitano Guillamat, tutto il contrario: la Città,
spaventata e piena di timore, ricorre ai Consoli
e ai Comandanti i legni esteri per essere sicuri
che la Cittadella non fulmini la Città. Nella Cittadella
grande esultanza per le veritiere
e non falsi avvisi relativi al vantaggio riportato
dal Re su Garibaldi. Le bande dei Reggimenti battono
l'inno Borbonico ed i gridi di "Viva il Re" si fanno
sentire in Città dai nostri baluardi. Si inaugura
la baracca, costruita nel Maschio della
Cittadella, tutta addobbata e illuminata,
ove danzano gli Uffiziali; di tanto in tanto dalle
bande si suona la tarantella
per far ballare i soldati in mezzo
al Maschio. Gaffè gelato, acqua gelata con rhum,
vino moscato, gridi di "Viva il Re" echeggiano fino
alla Città misti al suono delle bande. Curioso spettacolo
per chi considera 4.500 uomini
assediati in una Fortezza, isolata,
priva di ogni soccorso, distante
circa 600 miglia da Gaeta, che si ridono di una
Città di circa 90.000 abitanti in rivolta con truppe
dell'invasore e con la protezione di Nazioni Estere!
Cosa fa il cannone e la resolutezza di una truppa
che adempie ai propri doveri
e non soffre le umiliazioni e la taccia di traditori
toccata al Generale Comandante la Piazza di Siracusa
ed a quello di Augusta! Le
festa da ballo nella baracca e nel Maschio è durata
fino alle 22; sarebbe durata
di più se non si avesse avuto in mira di far riposare
i soldati e gli Uffiziali che domani devono montare
al bivacco.
Che cosa curiosa è la guerra! Un
giorno si canta vittoria da una parte e tristezza
dall'altra; altro giorno, il contrario...ed
intanto il sangue scorre per i due
partiti! Fatalità dell'uomo
nato per distruggere se stesso! Però,
a mio parere, non bisogna credere che il gaudio
sia duraturo; in tutte le vicende sogliono esservi
alti e bassi, nè bisogna illudersi delle speranze
perchè i dati ed i risultati
della guerra sono sempre dubbi...ma la nostra disgrazia
sembra alquanto sicura!
5 OTTOBRE
Questa mattina, contro le nostre
aspettative, sono approdate di
bel nuovo al Forte SS.Salvatore gran
quantità di barche cariche di
frutta, carne, pane, pesce, cambia
monete, orologiai, dolcieri,
venditori di suole, filo e quanto
può desiderarsi; dopo qualche ora tutto è sparito,
massime una mezza barca di sapone è stata venduta
in un momento perchè 4.500 uomini, senza donne,
lavar pure devono la propria biancheria.
Alle ore 10 a.m. si è spedito un
ufficio al Comandante le truppe
in Messina col quale si chiedevano
viveri per il presidio e che fussero evacuati i
Forti Castellaccio e Consagra di tutti i viveri
di riserva ivi contenuti e trasportati
nelle zone militari avanti la Cittadella, nonchè
tutta la polvere, i proietti e i cannoni,
giusta la convenzione fatta tra il
Maresciallo Clary ed il Maggiore Generale Medici.
Si aggiungeva di rispondere, onde avere
il tempo di poter avvisare preventivamente
i Consoli ed i Comandanti dei legni esteri se, in
caso negativo, si fusse stati
obbligati a far fuoco contro la Città.
La risposta, pervenuta alle ore 23 con ufficio postale
agli avamposti, è stata gentilmente
affermativa e con essa si domandava
di parlamentare sopra un legno estero per combinare
ciò che si faceva di bisogno, il modo, la
quantità, ed il luogo ove il vario
materiale, specialmente i viveri, potevano sbarcare.
Pare che il mio discorso di ieri
con i Comandanti dei legni e
Consoli esteri con la minaccia di
bombardare la Città e di fare una sortita abbia
fatto effetto. Evidentemente tutto è stato
rapportato al Comandante Militare
ed ai Messinesi, per cui si è a tutto annuito. Può
anche darsi che ciò sia dipeso dalla poca
truppa garibaldina in Sicilia, in
quanto la gran parte di essa è stata imbarcata per
Napoli, giusta gli ordini di Garibaldi. Si è pure
appreso che per incoraggiare a partire detta truppa
si fecero illuminazioni e feste con avvisi che Garibaldi
era vincitore su tutti i punti.
Ora però gli annessionisti sono alquanto avviliti
perchè sembra che per essi gli affari non vanno
troppo bene e che il loro telegrafo, da 3 giorni,
non riporta più notizie e vittorie.
Verso le ore 18 il Capitano Guillamat,
col lo stesso vapore col quale
era venuto da Gaeta, è partito per Augusta per accertare
cosa sia avvenuto di quella guarnigione
che svergognatamente capitolò
nella Fortezza e per acquistare, se gli riesce,
olio e grano; egli, infatti, viaggiando su un vapore
straniero, può effettuare
acquisti, se ne rinviene. L'invasione delle truppe
regolari piemontesi è cosa per noi
veramente affligente; l'invadere
l'Umbria e le Marche senza dichiarare guerra è cosa
veramente strana ed inaudita nella storia, massime
trattandosi degli Stati Pontifici, garantiti dall'Imperatore
dei Francesi, il quale, poichè ciò gli dispiaceva,
ha ritirato il suo Ministro da Torino ed il piemonte
ha fatto lo stesso ritirando il suo da Parigi. Intanto
il Piemonte, e il Ministro
Cavour poco conto ne tiene, come se poco o nulla
facesse conto della Francia e delle sue armate.
Cosa può idearsi di ciò? Sembra cosa incomprensibile!
Nell'istesso modo avviene in Napoli: Il Re di Piemonte
non dichiara guerra a Francesco II, anzi gli
dimostra amicizia, intanto manda
a Napoli due Reggimenti Piemontesi
ed un Ammiraglio per impossessarsi e comandare la
nostra flotta. Garibaldi Dittatore fa decreti in
nome di Vittorio Emanuele;
Francesco II fa proteste a tutte le Nazioni ed intanto
tutte restano impassibili a tanta
pirateria. Le marce vittoriose e trionfanti di Garibaldi,
mercè le insurrezioni di intere
popolazioni ed il tradimento di Generali
inesperti, pare che abbiano fatto, in qualche modo
sosta avanti Capua e potrebbe anche darsi che la
truppa rimasta fedele al Re possa riacquistare parte
del perduto. Ma se 30.000 piemontesi invadono gli
Abbruzzi ed attaccano il Re
alle spalle, come andrà la faccenda?
6 OTTOBRE
All'apertura delle porte, le solite
barche, cariche di tutto, sono
approdate al SS.Salvatore ed in meno
di 4 ore hanno introitato più
di 600 ducati; è incredibile vedere
come generosamente spendono i
nostri soldati, provvedendosi di
quanto bisogna, al di là del bisogno stesso.
Si è scritto al Comandante le truppe
garibaldine in Messina che
domani si portasse al nostro avamposto alla Pagliara
per conferire col Generale Cav.D.Nicola de Martino
per stabilire un appendice
alla nota convenzione e fissare il metodo sicuro,
l'ora ed il luogo onde portarsi
i generi bisognevoli al presidio ed il
trasporto degli oggetti relativi
all'evacuazione dei Forti Consagra e Castellaccio.
Alle ore 10 a.m. si è presentato
agli avamposti, con bandiera
parlamentaria, il Console Americano
accompagnato da altro diplomatico,
il quale, gentilmente, si è scusato di avermi
scomodato ma che credeva suo dovere
presentarmi il Console che lo rimpiazzava. Al che
ho cortesemente ringraziato; mi ha detto che il
suo Ministro lo premurava caldamente voler conoscere
lo stato di Messina e quello della Cittadella, per
cui mi pregava di dirglielo
,stante che doveva a lui presentarsi e con sincerità
, notiziarlo sulla verità dei fatti.
Io gli ho risposto poter assicurare
al suo Ministro che la Cittadella non sortirà mai
dalla linea del giusto e da quanto si contiene nella
convenzione; tale linea, a
cause di varie cannonate tirate in varie volte,
era stata sospesa, ma che ora, essendosi di nuovo
attivata, ed essendoci stato
accordato quanto da noi si è preteso, si sta nella
perfetta tregua. Ho parimenti detto che domani avrei
avuto un abboccamento col
Comandante nemico agli avamposti per confermare
quanto lui ha permesso di
eseguire. Siccome il detto Console mi dice che la
Città è in gran timore, gli ho detto
di poter assicurare i Messinesi di nulla temere
dalla Cittadella purchè non sia
provocata e che non si stia al convenuto;
che in me troveranno l'Uomo giusto ed imparziale.
Dopo le cerimonie di uso, ci siamo
licenziati. La nostra baracca(o casina)
si è provveduta di tutto, come un "Caffè" ben guarnito
di tutto; si sono trovati subito
speculatori che hanno acquistato
rosolii, caffé, zucchero, vini forestieri, carte
da gioco e quanto occorre, nonchè gelati e
limonate in tutte le ore. Ad una
cosa soltanto non può darsi rimedio ed è la fastidiosa
noia per chi non ha il vizio del gioco,
tanto più che trovandosi senza il
nostro intiero equipaggio non abbiamo libri da leggere.
7 OTTOBRE
Questa mattina si è ritirata nella
Cittadella la moglie del Sig.Prat,
Uffiziale di questo Stato Maggiore. Essa è di Messina
ed ha due fratelli Guardie
Nazionali; essa mi ha assicurato che in
Città non vi esiste più nessun soldato
e volontario di Garibaldi, ha la semplice Guardia
Nazionale, pronta a buttare i fucili in
caso che dalla Cittadella si facesse
qualche sortita con le truppe del Re. Vi è in Città
qualche superiore, e tra questi il
Comandante di Piazza D'Antoni, il
quale ha cessato il comando il giorno che dalla
Cittadella si tirarono alcune granate e non si sa
se per questo o perchè cadde da cavallo,
si è rotto una gamba e gli hanno amputato l'altra.
Mi dice ancora che più di 300 persone sono arrestate
alla Vicaria perchè, come Palermo, chiedevano la
repubblica; racconta dello spavento propagatosi
tra i messinesi per aver io
detto al Console francese che avrei fatto una sortita
in Messina con 2.000 uomini(ma io gli dissi: "purché
non si accorda al presidio
quanto di domanda"); cessato il commercio, i viveri
incariti, senza lavoro, tutto il basso popolo desidera
Francesco II. Seralmente succedono
furti, massime nelle case abbandonate, perchè gli
abitanti se ne fuggono in campagna.
Alle ore 14 ½ giunge dietro la Cittadella,
e propriamente al Lanternino,
il vapore francese al nostro servizio con il Capitano
di Stato Maggiore Guillamat il quale, dovendo partire
subito, ha lasciato una lettera
per il Generale Fergola con la quale lo avvisa che
non può trattenersi o entrare in porto perchè potrebbe
incontrare difficoltà con la Sanità, avendo a bordo,
nascoste sotto coperta, 4 Compagnie, cioè 2 di Pionieri
e 2 del 15° di Linea, imbarcate
ad Augusta; che non ha potuto imbarcare la Compagnia
di Artiglieria e le altre due del 15° di Linea perchè
il vapore non poteva contenerle; che il Maggiore
Aldanese si era dato al nemico, forse per l'infamia
commessa per aver capitolato col
Municipio; che aveva acquistato del
grano a caro prezo per Gaeta.- Alle ore 22, giusta
il convenuto, al nostro avamposto alla
Pagliara è venuto il Comandante la
Provincia di Messina, accompagnato da un Uffiziale
di Stato Maggiore e da un Capitano
del Genio alla sua immediazione.
È stato colà fatto trovare l'occorrente per scrivere
e, dopo varie difficoltà, abbiamo
stabilito un'appendice alla convenzione
del 28 luglio ultimo, fatta tra il Maresciallo Clary
ed il Generale Maggiore Medici, della truppe garibaldine.
Si è convenuto su quanto dal presidio della Cittadella
si desiderava, e cioè:
. si doveva somministrare al presidio
quanto bisognava al vivere civile, carne, pane,
biada per gli animali, legna, tabacco ecc;
. non interrompere il cammino delle
acque nella Cittadella;
. riprendere il trasporto di quanto
rimane nei Forti Consagra e Castellaccio. I viveri
da portarsi con barche fino a Terranieri;
i proietti, polvere e cannoni, da
portarsi avanti la zona
militare fino a Terranova. Tali operazioni
dovranno avere inizio da domani 8;
. che non si fusse impedito alle
nostre barche di sbarcare in Città chiunque della
guarnigione per comprare qualunque genere
occorresse:
. commercio libero del mare.
È stato accordato tutto quanto da
me domandato. Il Comandante
della Provincia di Messina è D.Salvatore D'Antoni
che comprò l'impiego nei Reggimenti Siciliani il
1827, e si allontanò dalle bandiere nel 1848 da
Capitano e fu destituito; ora è Colonnello nell'armata
di Garibaldi. Il Capitano
alla sua immediazione è il Capitano del Genio Ischia
che disertò da noi nel mese di agosto ultimo. L'Uffiziale
di Stato Maggiore è un Uffiziale Italiano.
Tutti e tre, di molte gentili maniere,
non erano molto allegri; ma hanno assicurato che
presto andrebbe tutto a comporsi con pace,
essendo intervenuta qualche Potenza
estera. Mi hanno assicurato ancora
che il Generale Ghio trovavasi in Castel S.Elmo
in Napoli sotto giudizio per aver cospirato contro
la vita di Garibaldi e chi
sa a quest'ora cosa sarà di lui! Dopo aver firmato
l'appendice in parola, dopo le cerimonie d'uso,
si siamo licenziati. Dal
nostro telegrafo ci si rapporta che il telegrafo
da Napoli non più segnala per i garibaldini. Ciò
ci fa supporre che forti bande a nostro favore hanno
rotto i telegrafi nell'interno delle Calabrie, oppure
nulla hanno da segnalare per non aver qui forza
disponibile.
8 OTTOBRE
Un vascello inglese è entrato nel
porto e la fregata della stessa Nazione che sta
qui da qualche mese è partita.
Il nostro interprete del telegrafo
che osserva tutti i telegrammi del
nemico rapporta un dispaccio partito da Napoli dal
Ministro Piemontese che ordina mandarsi in Napoli
i cavalli di un Maggiore Italiano. Questa sera grande
illuminazione alla Comune; cartelli in Città che
annunciano la venuta di Vittorio Emanuele – Re di
Piemonte – in Napoli con 40mila uomini
e pare che voglia cacciar fuori Garibaldi per aver
conosciuto che voleva elevarsi a
presidente della repubblica napoletana
e siciliana che intendeva ristabilire. Tutte queste
cose, se vere o false, non vi si può contar sopra
perchè non tutte le illuminazioni e le dimostrazioni
fatte in Messina sono state effettivamente per cose
o vittorie che hanno spacciato.
Forse dal "Messagerie" che giunge
domani possiamo sapere qualche cosa.
Con l'abboccamento avuto ieri col
Comandante le truppe in Messina, mi si disse che
presto le cose andranno a finire pacificamente per
essersi frapposta qualche Potenza nei nostri affari
e che Vittorio Emanuele era
atteso ad Ancona e non a Napoli, come si spaccia
in Messina. Siamo assaliti
da tutti i venditori di Messina, non solo
al SS.Salvatore, che vengono per
via di mare, ma anche, dalla
parte di terra, ai nostri avamposti
e propriamente alla Sperlungata,
in dove, essendomi portato stamane, ho osservato
che friggeveno anche pesci, piparoli e pasta e mi
pregavano di non proibirlo, stante che in Messina
si moriva dalla fame e tutto il basso popolo è alla
disperazione e che essi si esponevano, anche a rischio
della vita, di passare fra gli avamposti garibaldini.
Ho ad essi detto che non temessero perchè dietro
l'abboccamento avuto col Comandante la Piazza di
Messina essi potevano venire da noi ed io anche
permettevo che potessero vendere in quel sito.
9 OTTOBRE
Questa mattina si è ricominciato
il trasporto di quanto trovasi
nel Forte Consagra; si è iniziato
coi barili di polvere; ho
disposto che domani dovranno calarsi i viveri.-
Ho ricevuto vari fogli di Francia;
non è piccolo sollievo nel noioso assedio in cui
siamo. Nel foglio "Costitutionel" ho letto che l'Armata
Piemontese ha marciato dai suoi Stati perchè chiamata
da Viterbo e da altre città dell'Umbria e delle
Marche per voto delle popolazioni.
Mazzini trovasi in Napoli ed il Dittatore,
fattolo chiamare, gli disse
che non si opponeva al suo soggiorno in Napoli ma
che non avrebbe sofferto se
la sua presenza produrrebbe e minaccerebbe intrighi
nella Capitale.
Cosenz, Scialata e Pisanelli sono
Ministri in Napoli, molto devoti
al principio monarchico e al partito
di Cavour.
Le Morecier è assediato dietro Ancona
e circondato da 50mila uomini
delle due divisioni piemontesi comandate dai Generali
Fanti e Cialdini, i quali
hanno accordato tre giorni per cedere il
Forte; il grande bombardamento per
mare durato 24 ore è cessato per ordine perchè doveva
darsi l'assedio.- Il nostro
Ambasciatore a Messina, Principe di Carini, ha ricevuto
ordine dal Re di non ammuoversi dal suo posto.-
Nella "Gazzette du Midì" si legge: "Il Generale
Bosco, il difensore di Milazzo contro Garibaldi,
ieri passò la giornata 24 settembre in Marsiglia.
Egli veniva da Napoli; Garibaldi gli mandò un passaporto
con ordine di partir subito da Napoli; egli ha
cambiato questo passaporto con altro
del Re e questa sera è partito per Parigi. Non si
sa spiegare perchè Bosco non sia a Capua o a Gaeta!
In questo momento tutto è oscuro e confusione, si
spera che si premurerà di giustificare la sua condotta
su quello che i giornali piemontesi
gli imputano di infedeltà al proprio Sovrano per
così restar degno della stima delle oneste ed onorate
persone.-È giunto parimenti a Marsiglia il Generale
Pianelli che fu Ministro di Guerra nel Gabinetto
diretto dal traditore Liborio
Romano e si assicura che il Cardinale
Antonelli lo avesse fatto sfrattare da Roma."
La fregata inglese che sortì ieri
dal porto, questa mattina è
ritornata, ed il vascello che giunse
nella stessa giornata è partito.
È giunto "La Messagerie" da Napoli,
ma nulla abbiamo potuto penetrare
perchè il Comandante del legno ha detto che non
essendo stato in Napoli che
per due ore nulla sapeva. È una grande
disgrazia per circa 100 Uffiziali
che stiamo in questo assedio non poter avere notizie
delle nostre famiglie e della Capitale nè di quanto
accade. In noi tutti è induzione; per gli Uffiziali
casati è una vera disgrazia perchè le loro famiglie
furono mandate a Napoli ai
Granili ove ebbero alloggio, a Capua e poche a Gaeta;
ora come far pervenire la sussistenza alle stesse,
ad eccezione di quelle a Gaeta? Miseria Umana! Intanto
dalla lettura dei fogli esteri rilevo che le cose
vanno per le lunghe e chi sa come
finiranno! Ho poca speranza che finiscano
bene!
10 OTTOBRE
Dal Forte Castellaccio, i Garibaldini,
giusta la convenzione, hanno
portato ai nostri avamposti circa 70 sacchi di biscotto;
la distanza è molta, i giorni
sono corti, per cui l'evacuazione di
quanto esiste nei due Forti durerà
molto e chi sa se può effettuarsi prima che termina
la scena presente, bastantemente deplorabile per
l'Italia tutta! Dai venditori che vengono da noi
apprendiamo le voci che corrono per Messina; quelle
di oggi sono che Lamericier sia andato prigioniero
a Torino e che Vittorio Emanuele, con quarantamila
uomini, marcia per Napoli per togliere
il comando a Garibaldi ed abbattere il suo partito;
che Capua ha ceduto e che la Cittadella
andrà ad essere bloccata tra giorni
e tante altre cose che arrecano noia allo scrivente.
11 OTTOBRE
Dal nostro interprete telegrafico,
che intercetta tutti telegrammi
del nemico, ci si rapporta che da Palermo si segnala
in Napoli che, essendosi riattivati
i telegrafi elettrici ed a vista
da Torino a Napoli, si desidera conoscere
i decreti che si emanano, come pure di tutto ciò
che accade in Napoli, Capua ed
altrove, non potendosi restare all'oscuro
di tutto. Secondo me, le notizie che si spacciano
in Messina e che si propagano
in tutta l'Isola ad altro non tendono che per far
soldati ed arruolare i volontari di cui bisognano
per sostenere la causa intrapresa;
per altro, io sono nel fermo proposito che tutto
dipenda dalla riunione dei tre Sovrani del Nord
a Varsavia il giorno 13 corr.,
come rilevo dai fogli francesi. Ed allora la politica
dei Gabinetti dovrà subito cambiare, tanto più se
la Russia garantisce di tenere
a freno l'Ungheria. L'Austria è un governo latino,
come diceva Luigi XVIII, bisogna temere il suo
silenzio! È una Nazione che difficilmente
perdona le offese! Quest'oggi alle ore 20, per rompere
la monotonia della noia dell'assedio,
si è battuta la "generale", per conoscere se i 4.500
uomini si fussero portati subito ai loro posti;
tutto è riuscito a soddisfazione.
Facciamo dei falsi allarmi stante che è passato
bastante tempo che non si fanno dei
veri; viviamo nella perfetta
tregua col nemico che abbiamo di
fronte, non numeroso, ed entrambi attendiamo gli
eventi. Chi sa per chi dei due saranno favorevoli;
gli eventi della guerra sono sempre
dubbi!
Dai Forti Consagra e Castellaccio,
i garibaldini, incaricati dell'evacuazione di quanto
in essi vi esiste, hanno trasportato
ai nostri avamposti 79 sacchi di biscotto che si
sono riposti nei magazzini della Cittadella.
12 OTTOBRE
Nel porto è approdato un vapore piemontese
avendo a bordo 400 marinari;
detto legno viene dal Mediterraneo, forse dalla
parte di Ancona, e fa carboni.
È mezzogiorno e non ancora sono sbarcati
perchè, a quanto dicono, sono diretti
a Napoli.
Il telegrafo avvisa da Caserta a
Messina di inviare a Napoli tutte
le barche e paranzelle disponibili.
Da Napoli si è ricevuta lettera con
la data del 3 corr. dalla
quale si apprende che la strada Napoli-Caserta è
interrotta; ciò posto, Garibaldi
non può essere a Caserta. Tutto per noi è incerto!
I venditori venuti al
SS.Salvatore dicono che domani non verranno perchè
va ad intimarsi il blocco della Cittadella; non
saprei come può verificarsi
perchè in Messina non vi è altra forza che la Guardia
Nazionale che monta anche sui Forti da noi ceduti
(Consagra e Castellaccio).
Qualche Superiore e pochi italiani sortiti dall'ospedale
sono soltanto in Città. Le
notizie accreditate che spacciano in Messina sono
che il Re Vittorio Emanuele con 40mila uomini il
giorno 15 corrente sbarcherà
in Napoli in dove si fanno grandi preparativi per
la sua entrata, specialmente a Palazzo Reale dove
si fanno preparativi di lusso.
Il tempo dirà la verità! Si è presentato, proveniente
dalla Calabria, un artigliere che
faceva parte delle batterie a trascino
sotto gli ordini del Generale
Briganti che tradì e che fu ucciso dai soldati;
detto artigliere ci assicura
che, dopo lo sbandamento a Scilla, tutti se ne andarono
alle proprie case, ma ora, essendosi emanato un
decreto da Garibaldi che tutti gli artiglieri e
marinari sbandati se non si presentano subito saranno
fucilati, ha creduto meglio presentarsi sotto la
bandiera del proprio Re. Sono le ore 2 p.m., si
sente una salva di artiglieria; dai nostri
baluardi si osserva effettuarsi ciò
dal Castello di Reggio. Forse quel Comitato avrà
ricevuto notizie vantaggiose pel di loro
partito, oppure per restituire il
saluto a una fregata piemontese che ha salutato
la Piazza. Il nostro telegrafo rapporta che a
bordo di questa grossa fregata vi
è imbarcato un Generale.- Dal Forte Castellaccio
abbiamo ricevuto in giornata quantità di
gallette, 64 presciutti, molti sportoni
di pasta lunga e 4 di pasta minuta.
Il Commessario di Guerra, molto gentile,
si scusa sempre con i nostri Uffiziali che ricevono
tutto il materiale per la poca sollecitudine con
la quale avviene l'evacuazione per
mancanza di mezzi di trasporto. Quest'oggi
la maggior parte dei Messinesi
portava incollato al cappello un cartellino col
seguente scritto a grosse
lettere: "VOGLIAMO L'ANNESSIONE PER SUFFRAGIO UNIVERSALE".-Ciò
fa ben conoscere l'anarchia in cui si vive e che
alcun governo ancora vi è stabilito! Per quanto
sappiamo, alla Vicaria vi sono più di 400 malviventi
che si temono dalla gente onesta
più che la Cittadella, per cui la maggior forza
della Guardia Nazionale è alla loro custodia
impiegata, tenendo sempre pronte
delle granate a mano in caso si mettessero in rivolta;
si assicura anche che se questi sortissero
in libertà si vedrebbe il sangue
a fiumi per la Città ed un generale saccheggio e
devastazioni, essendo tutti cammorristi,
galeoti e gente perduta.-
La Guardia Nazionale si è protestata
che per nulla intende far fuoco contro i Regii,
che se vogliono la Cittadella mandassero
truppa per prenderla. Abbiamo tante
cose contraddittorie; ed intanto sono sempre in
pensiero nel constatare che i viveri vanno
a finire; il denaro basta per la
truppa fino alla fine del corrente mese, non compresi
gli Uffiziali che non avranno soldo, a meno che
S.M. da Gaeta non mandi viveri e danaro. Brutta
posizione per chi comanda! L'essere all'oscuro per
quanto passa, della posizione
del nostro Esercito e del Re, sono tristi pensieri
che uccidono! Per altro, è cosa curiosa il vedere
passeggiare insieme i nostri
Uffiziali incaricati della ricezione di ciò che
scende dai due Castelli e che devono traversare
la Città con quella urbanità
ed amicizia, figlie di educazione, con degli Uffiziali
del partito avverso, che ci fanno
provvedere di quanto abbiamo
bisogno, oltre ad un mercato aperto
che giornalmente vi è al SS.Salvatore che appena
fa giorno approdano in quel Forte quantità
di barche cariche di commestibili
non solo, ma anche negozianti di tutte le sorti,
financo cambia monete e ministrelli con arpe e
violini. Questi tutti guadagnano
perchè circa 4.500 uomini tutti spendono, perchè
oltre alla razione e presto tutti ricevono doppia
diaria. Chi sa se questa posizione
sarà di lunga durata! Tutto è dubbio non essendo
per nulla conosciuta la politica in generale delle
Grandi Potenze! Quelli, poi, che
hanno fede in Barbanera sperano molto, perchè, a
quanto si assicura, domani giorno 13 avrà luogo
in Varsavia la riunione dei due Imperatori
di Russia ed Austria e del Principe Reggente di
Prussia... e Barbanera il giorno 14 dice:
"Notizie rilevanti dal Nord-Partitanti
avviliti"... quindi ne deducono che queste tre Potenze
libereranno il nostro infelice
Regno dall'anarchia in cui al presente
giace e che sembra molto difficile ritornare nello
stato normale.
13 OTTOBRE
Messina segnala a Reggio chiedendo
di conoscere cosa succede nel
Continente non desiderando restare
all'oscuro di quanto succede.
Il telegrafo di Reggio segnala che
si è ordinato riunirsi i comizi
il giorno 21 corr. per dare ciascuno
il suo voto, ricevendo ognuno due biglietti stampati,
un pel si e l'altro pel no per
l'annessione. Ecco perchè ieri tutti
avevano al cappello il cartello con la scritta "Vogliamo
l'annessione per suffragio universale".
Sono le ore 10 ½ a.m. da Villa S.Giovanni,
dal nipote dell'impiegato
del nostro telegrafo in Cittadella, viene inviata
una persona con l'incarico di riferire
allo zio che S.M. ieri ha
fatto la sua entrata in Napoli e che tutto il popolo
ha gridato "Viva Francesco II" e che perciò ne avesse
data conoscenza a tutto il
presidio. Volesse Iddio che si verifica se sembrandomi
contraddittoria la riunione dei comizi ordinata
da Garibaldi e l'entrata di
S.M. in Napoli; del resto tutto puol essere, nè
noi, rinchiusi, possiamo conoscere come sia avvenuto...però,
credo, che ciò sia falso!
Dai due Forti seguitano a venire,
giusta la convenzione, quanto in
essi vi era di viveri di riserva;
questa mattina abbiamo rinvenuto
due grossi carri di presciutti, altri
carri di legumi e pasta. Questi
due Castelli avevano viveri di riserva per 4 mesi
per 400 uomini; poco giovamento adesso fanno per
4.500 unità che siamo in Cittadella,
quindi la risorsa potrà essere per pochi giorni,
in ogni caso è sempre una risorsa! Ma se il Re ha
fatto la sua entrata in Napoli
è anche soverchio, stante che i viveri della riserva
sono sufficienti anche per qualche giorno del mese
di novembre. Chiamato l'Uffiziale
interprete del nostro telegrafo, D.Giovanni Deligata,
e domandato se il telegrafo nemico segnalava
qualcosa da Messina circa l'entrata
di S.M. in Napoli, mi ha detto che da Reggio di
segnalava che due marinari che dovevano
presentarsi, giusta ordini di Garibaldi,
si erano imbarcati per Messina e che li avessero
arrestati allorchè sbarcavano; il resto
per la scorridoia, per cui crede
che per la scorridoia sarà trasmessa la notizia
riguardante il Re, se vera. Perchè è a
sapersi che il telegrafo nemico conosce
che il nostro interprete ha scoperto la di loro
cifra cambiata, per cui non segnala che
cose che poco ci riguardano oppure
quelle cose che non sono di loro vantaggio, ma trattandosi
di affari di certa conseguenza, invece di annunciarli
per telegrafo da Reggio, si spedisce per la scorridoia.
I due marinari latitanti, invece
di sbarcare in Messina, sono
venuti nella Cittadella ove sono
stati ricevuti perchè vecchi marinari della Real
Marina che non hanno voluto prendere servizio
sotto la Dittatura di Garibaldi.
Verso le ore 23 sono entrati nel porto un vascello
francese ed una fregata piemontese; questa, dopo
aver fatto carbone, parte per Napoli. Vengono da
Ancona.
14 OTTOBRE
Questa mattina è partito dal porto
il vascello francese che trovavasi
qui distaccato da qualche mese ed è rimasto quello
venuto ieri; parimenti è partita la fregata inglese,
rimanendo qui una corvetta
ed altro piccolo vapore.- Le nostre speranze vanno
a dileguarsi, stante che, secondo le
notizie sicure spediteci per espresso
dalle Calabrie, ci assicurava chi ieri al giorno
il Re Francesco II era entrato in Napoli; ora
il nostro interprete telegrafico
ci rapporta una segnalazione garibaldina partita
da Napoli ad ora tarda, quindi S.M. non può essere
a Napoli se da Napoli segnala il nuovo governo.
La notizia del Re a Napoli l'ho sempre creduta dubbia
e poco strategica nella presente posizione in cui
trovasi il Re e l'Esercito. Bisognerebbe che si
chiarissero meglio prima le cose diplomatiche e
poi sperare l'entrata del
Re nella Capitale.-
15 OTTOBRE
Questa mattina, alla punta di giorno,
l'Uffiziale interprete del
nostro telegrafo personalmente è venuto a svegliarci,
annunziando, con molta gioia,
a tutti i tre Generali che siamo nella Cittadella
che stava per entrare nel Faro il vapore francese
al nostro servizio, quello stesso che il giorno
4 corr. portò in questa il
Capitano di Stato Maggiore Guillamat. Per quanto
estremo è stato il nostro piacere a tale notizia,
altrettanto è stato il nostro
dispiacere nel conoscere, dopo circa
un'ora, che era una fregata inglese. Quanto può
sul cuore umano una notizia favorevole, ancorchè
dubbia, per colui che spera! Da ieri sera fino a
questa mattina quantità di vapori francesi e
inglesi hanno traversato il Faro;
alcuni sono entrati nel porto e, fatto carbone,
sono ripartiti; tra questi, uno piemontese che
porta soldati in Napoli, tutti provenienti
dall'Adriatico.- Da qualche giorno abbiamo disertori
del 3° di Linea ed artiglieri; tutti calabresi.-Questa
mattina, alla punta di giorno, si sono issate le
bandiere grandi sui baluardi della Cittadella ed
al Forte SS.Salvatore e alle
ore 8 a.m. si è eseguito da ambo le parti la salva
a carica di guerra, e ciò per la ricorrenza del
nome di S.M. la Regina vedova.
Le altre due salve a mezzogiorno
ed al calar del sole.-Alle
ore 10 a.m. si è cantato il "Te Deum" nella Parrocchia
della Cittadella con l'intervento dei Generali ed
Uffiziali in tenuta.- Per
un parlamentario, il Console inglese ha domandato
il permesso per un legno da
guerra inglese di potersi avvicinare al Forte SS.Salvatore
per essere accomodato; questo è infatti il sito
che nei tempi normali tutti
i bastimenti attraccano per i necessari accomodi.
È stato permesso.- All'ora
della ritirata le due bande del 3° e 5° di Linea
si sono portate avanti la
casina ove interpellantemente hanno suonato vari
pezzi di musica e la tarantella per far ballare
i soldati; ciò fino alle ore 2 ½ di notte, ora in
cui la truppa si è ritirata e, nella casina, è incominciato
il ballo per gli Uffiziali; poichè
in Cittadella non vi sono donne,
hanno messo un fazzoletto bianco legato al braccio
sinistro.
La casina era ben provveduta di
gelati, rhum, rosolii, caffè e sigari.
Al Forte SS.Salvatore, non essendovi
casina, la banda del 7° di Linea ha suonato per
far ballare i soldati del
5° di Linea, gli artiglieri e i pionieri colà di
presidio.
Stamane è giunto nel porto il vapore
"Il Pompeo"; mandato a bordo
un nostro Uffiziale per sapere notizie
del Re e della Capitale, il Comandante del detto
vapore gli ha detto che da 8 giorni manca
da Napoli, da ove partì, ma che una
forte tempesta lo ha obbligato a buttare a mare
quanto aveva di carico, che ha approdato in
differenti siti della Calabria e
da per tutto si diceva che S.M. era entrato in Napoli
ma che non lo assicurava con certezza.-
Per quanto è stato possibile apprendere
dalla fregata inglese, dicesi che le nostre truppe
sono entrate a viva forza nella
Capitale battendosi valorosamente
e con molto spargimento di sangue; che non tutta
la Città era in nostro potere per le grandi
barricate e profondi fossati fatti
a Porta Capuana ed altrove. Povera Napoli...infelici
nostre famiglie...e povera gente onesta
in balìa di gente armata e di rapaci
Lazzaroni...e chi sa qual saccheggio soffriranno,
e avran sofferto. Faccia Iddio...solo si
spera che tutto ciò sia falso...come
ne sono sicuro.-
16 OTTOBRE
È giunta la "Messagerie"...ed ecco
svanite tutte le mie speranze
dei creduli e dei militari senza
esperienza; smentito ancora
quanto ci assicurò ieri il Comandante
del vapore "Il Pompeo" circa l'entrata si S.M. in
Napoli, le barricate, i fossati, ecc. Che fare?
Ciò, per altro, postula il mio sistema di nulla
credere, ma di stare ai fatti.
Ciò che assicura il Comandante della "Messagerie"
si è di esservi stata un'altra sanguinosa azione
il giorno 7 nelle vicinanze
di Capua, in dove molto sangue si è versato da ambo
le parti;che forse non si tirerà più un colpo di
fucile e che Francesco II resterà Re di Napoli con
la Costituzione di Francia: per la Sicilia si è
in dubbio! Certo si è che
quanto leggi sul "Bebàts", "La Presse", "Le Costitutionel"
e sull'"Indipendence" sembra tutto al contrario,
non prestando fede affatto a quanto dice l'"Indipendence"
, foglio di Napoleone.
Bisogna attendere i risultati; per
altro, il Comandante de "La
Messagerie" ci ha fatto sapere che
gli affari si accomoderanno
diplomaticamente in questo mese,
dicendoci anche del gran vantaggio
che riceverà Francesco II col mantenimento della
difesa della Cittadella di Messina, cosa da me ben
calcolata, per cui si sta facendo il possibile per
avere grane e fascine per qualunque sacrificio dovrà
farsi da questo presidio.
Questa mattina si è a me presentato
un calabrese, nominato Domenico
Gulli, del villaggio Villaniri vicino Reggio, il
quale mi ha detto che nel
suo paese ed in altri 5 vicino Reggio, volevano
prendere le armi in favore del Re, ma che desideravano
almeno 200 soldati per semplice apparenze onde dimostrare
che si battevano effettivamente per il Re. Gli ho
risposto che era lodevole il loro attaccamento,
ma che non era il caso di spedir truppe a dalla
Cittadella senza un ordine espresso
del Sovrano; d'altronde, se ne venisse l'ordine,
subito s'invierebbe pur essendo sicuro che S.M.
non vuole che si versi sangue stante che il Gulli
mi diceva ch'erano decisi ad ammazzare tutte le
Guardie Nazionali ed i Capi di Governo.
17 OTTOBRE
Per quanti fogli esteri e nazionali
legga, sembrami che la causa
del Re sia perfettamente perduta!
Infatti, il Governo si è stabilito
in Napoli; Prodittatori e Ministri Piemontesi che
giungono nella Capitale; Deputazioni
delle Provincie e di Napoli che si presentano in
Ancona a Vittorio Emanuele; 8.000 piemontesi
presenti a Teramo; i proclami che
Vittorio Emanuele fa alle popolazioni di Napoli
e Sicilia; le unanimi acclamazioni ecc.
Tutto dimostra che Francesco II sia
definitivamente abbandonato da tutte le parti e
da tutte le Potenze, senza speranza di potersi
più sostenere nei punti che attualmente
occupa, anche in considerazione della truppa perduta
nelle vicinanze di Capua! Chi
sa, mentre scrivo, qual sarà la sua
posizione , stante che non ha mandato a riprendere
le altre tre compagnie che capitolarono ad
Augusta e che non ha mandato danari
e viveri a questa Cittadella (posizione tanto importante
per la sua causa)! È a supporsi che
gli manchino i mezzi, oppure che
non stia più a Gaeta (Iddio non voglia!). Intanto,
come Uomo d'onore e come Comandante di questa
Fortezza è necessario che io la difenda
e la sostenga fino all'estremo.
In effetti, ho persuaso quest'oggi
il Generale Supremo di diminuire
la razione di viveri alla truppa per quanto si può;
fino a quando dura la tregua
mentre soffriamo questo misterioso
assedio, per i tre giorni che si
mangia carne, la truppa dovrà fare l'ordinario a
proprie spese rimettendovi 6 grane della doppia
diaria che riceve, avendo però pane,
legna e vino: per gli altri tre giorni, la truppa
riceverà i viveri della riserva. Ciò per
risparmiare il più possibile i viveri
della riserva. Si sono parimenti commessionati 160
cantaia di grano, augurandomi che dal
Governo Militare di Messina non s'impedisca
l'accesso in Cittadella. Dai Forti, stamane, sono
calati gran quantità di barili
di vino. Voglio augurarmi che seguiti a venire nella
Cittadella quanto esiste nei detti Castelli perchè
sembrami che gli affari stringono
in quanto Garibaldi, fin dal giorno 5 corrente,
ha ordinato di bloccare Gaeta e la Cittadella. Secondo
me, se ciò finora non è stato eseguito, è per la
poca forza che vi è in Messina, temendosi anche
la minaccia da me fatta di una
sortita con 2.000 uomini.
È giunto nel porto un nostro vapore
mercantile, proveniente dalla
Francia. Avendo mandato a bordo un
Uffiziale per sapere qualche
notizia, il Comandante ha detto che
nulla conosceva perchè veniva da Marsiglia, meravigliandosi,
anzi, come la Cittadella non ancora
era in potere dei garibaldini, correndo
voce in Marsiglia che, oramai,
tutte le Piazze della Sicilia avevano ceduto.
18 OTTOBRE
Corre voce per Messina, e ci perviene
alla Cittadella dai venditori
che qui pervengono, che Garibaldi sia morto in seguito
alla ferita incancrenita e che S.M.
sia entrato in Napoli ieri.
Sembrandomi troppo strana questa
novella, temo che sia voce sparsa ad arte per farci
addormentare; ma la Cittadella non dorme, anzi
il suo presidio sta risparmiando
i viveri in attenzione di blocco non ancora effettuato
per scarsezza di truppa da parte del nemico. Si
dice anche morto il figlio di Garibaldi; tutto a
verificarsi.
Io sempre dubito.
Stamane, col permesso del Comandante
di Piazza garibaldino, è venuto
in Cittadella un sarto di Messina per costruirmi
un pantalone rubio ed applicarmi
gli alamari di Generale ad un
soprabito; questi mi ha detto che,
unitamente ad altre 12 persone del mestiere, hanno
costruito l'uniforme pel Reggimento
Carabinieri Garibaldini e che tanto
i negozianti che i sarti in nessun modo riescono
ad essere pagati. Mi ha raccontato parimenti
la grande miseria che vi è in Messina
tra il basso popolo e per la mano d'opera che per
nulla travaglia; che l'isola di Lipari,
essendosi posta in rivolta per non
volere e potere pagare i pesi e le contribuzioni
impostele, venne occupata da 80 carabinieri che
vennero, ad eccezione di 5 o 6, tutti
uccisi dalla popolazione; che questa mattina, su
un piccolo vapore, si sono imbarcati altri
200 caribinieri che, si suppone,
andranno a Lipari. Anarchia, confusione da per tutto!
Molte famiglie di gentiluomini piangono
perchè tra i carabinieri vi
sono molti giovanotti di buona famiglia, di Messina
e della Provincia, arruolati per fanatismo, per
la libertà della patria e
per levarsi da sotto il gioco dei Borboni!
Ieri, per un parlamentario, il Governatore
di Messina ha scritto una
lettera al Comandante in Capo Fergola con la quale
si lamenta che i nostri soldati del Forte D.Blasco
si calano nei sottoposti giardini,
cioè ai Moselli, e tirano pietre ai loro carabinieri
che sono colà agli avamposti. Questa mattina si
è risposto che simili inconvenienti
non si sarebbero più verificati! Quanta imbecillità...sembra
aver a che fare con piccoli neonati!
Verso le ore 22 è entrato nel porto
il vapore "Duca di Calabria", proveniente da Napoli;
tra i passeggieri sbarcati vi sono state
varie donne e signore, appartenenti
a militari di questa guarnigione, le quali, oppresse
dalla miseria in cui erano in
Napoli, sono venute a raggiungere
i loro mariti, ancorchè in istato di assedio. Queste
diavole di "janare" non solo hanno
smentito quanto si diceva stamane
circa la morte di Garibaldi e dell'entrata del Re
in Napoli(e trovo giuste le loro asserzioni), ma
hanno spacciato notizie allarmanti di eccidii avvenuti
nella Capitale, di lazzaroni assoldati ad 8 carlini
al giorno, di barricate per
tutte le strade e vicoli, gridi e schiamazzi a tutte
le ore, dello sbarco di 18.000 inglesi in Napoli,
60mila piemontesi, dell'entrata
in Napoli di Vittorio Emanuele per
domenica prossima, il pane ad un
carlino il rotolo, la pasta a 15
grane, carestia, cibo introvabile,
infine, che nell'ultima battaglia erano morti 20mila
garibaldini e 30mila dei nostri, che
si andava a fucilare il Colonnello
Ghio, che migliaia dei nostri soldati prigionieri
erano stati mandati a Genova e gli Uffiziali
rinchiusi nel Castel S.Elmo e tante
altre notizie sciocche e allarmanti. Essendo stato
rapportato quanto sopra, ho fatto
avvertire queste donne che se non
tacciono avrei fatto loro somministrare 50 legnate
per ciascuno col calzonetto bagnato, perchè quanto
asserivano era falso e che il presidio della Cittadella
non ha bisogno di simili notizie in quanto, qualunque
fussero gli eventi, saprà stare al suo posto! Potrebbe
anche trattarsi di persone sospette, inviate dal
nemico, con l'incarico di
sfiaccare la truppa con simili notizie!
Per la scarsezza di viveri di riserva,
si è disposto che per tre
giorni della settimana la truppa compri i viveri
in Città prelevando la somma
dalla doppia diaria che riceve. La
somministrazione del prest è di già
sospesa per mancanza di numerario.-
19 OTTOBRE
Quante anomalie si verificano nelle
guerre civili ed in una insurrezione
generale come la presente; chi, a sangue freddo,
calcola i suoi andamenti non può far altro che ridere
e compiangere! Noi siamo assediati,
abbiamo una convenzione col nemico(quali sono i
messinesi che ci odiano) e questo stesso
nemico manda ai nostri avamposti
a provvederci di quanto ci bisogna di commestibile
ed altro pel vivere civile. Dalla Fortezza ceduta,
giornalmente, dallo stesso nemico garibaldino, a
mezzo di facchini, ci si fa trasportare, fino avanti
la zona militare della Cittadella,
quanto nella Fortezza stessa era contenuto; ed i
pagani che effettuano il trasporto non possono persuadersi
come, nel mentre si dice che si fanno progetti per
assaltare ed espugnare la Cittadella, nello stesso
tempo ci si fa portare tutto
ciò che ci bisogna e che chiediamo!
Tutti i giorni riceviamo notizie
contraddittorie di perdite e
vittorie dei Regii; oggi, per esempio,
si assicura che Re Francesco
II è stato battuto, ha ceduto Capua e si è imbarcato
per la Spagna; che i garibaldini
hanno avuto una perdita di 20mila uomini; che la
nostra cavalleria più non esiste; insomma un ammasso
di menzogne e di saputelli, che, senza riflettere
a quel che dicono, spacciano coglionerie grosse
assai. Infatti, un individuo,
che si crede molto istruito, mi assicurava che ieri
Garibaldi, dal Monte S.Angelo che aveva a viva forza
tolto ai Regii, aveva cominciato
a bombardare Capua perchè molto irritato di aver
perduta molta forza al passaggio del Volturno per
conquistare quella posizione. Ebbene,
nol credereste, non è stato possibile persuaderlo
che da Monte S.Angelo le bombe non possono
giungere fino a Capua che detto monte
è al di quà e non al di là del Volturno, altrimenti
Capua sarebbe circondata; nè Garibaldi,
per quel che sappiamo, ha passato
il Volturno al di là. Chi lo crederebbe? Ad onta
di avergli fatto osservare che il Monte
S.Angelo è al di quà – ossia tra
S.Maria C.V. e S,Leucio – e non al di là, tuttavia
non è ancora persuaso, perchè, ad onta della scienza
che vanta, non conosce la Carta.
Per chi ha buon senso, nulla bisogna
credere nelle presenti circostanze,
massime noi ristretti nei nostri baluardi, stante
che vere notizie ed ufficiali
solo da Gaeta possiamo ricevere, cosa non tanto
facile a verificarsi ad onta che il Re conosce la
scarsezza dei nostri viveri e mancanza di danaro;
intanto si farà tutto il possibile ed ogni sforzo
poter vivere fino al giorno 13 del mese venturo,
ancorchè dobbiamo vivere col solo pane, purchè non
ci venga meno un contratto di grano fatto e che
con anzietà attendiamo da Siracusa, come assicura
il negoziante di Messina col
quale si è contrattato.- All'ordine
di oggi si è discusso che le donne sbarcate, col
primo vapore, ritornino a
Napoli essendo state considerate come inviate dal
nemico per spargere notizie allarmanti in questo
presidio; nello stesso tempo
comunicare a tutto il presidio di far conoscere
alle loro famiglie in Napoli o altrove che nel caso
volessero venire in Messina,
per nulla saranno ricevute nella Cittadella.- Questa
mattina, dalla Calabria, è qui approdato il mastro
falegname Domenico Alloisio, inviato
da un Barone di Stilo (Distretto di Palmi in Provincia
di Reggio) con l'incarico di riferire che sette
paesi sono pronti ad insorgere in favore di
Francesco II ma che desidererebbero
una piccola aliquota di soldati e di armi, di cui
sono privi; che nelle Calabrie non vi sono garibaldini
se non quelli pochissimi in Reggio; che la bassa
forza della Guardia Nazionale sono tutti del partito
del Re; che non ci sarebbe che sottomettere ed ammazzare
che pochi galantuomini della
Guardia Nazionale, che sono del partito di Garibaldi,
che opprimono prepotentemente le popolazioni ed,
che nei sei paesi vi sono circa 600 sbandati che
prenderebbero le armi in favore del Re qualora venissero
loro somministrate. Ci ha pure
raccontato (cosa da non credersi)
che in Calabria corre voce che Bosco, con astuzia,
abbia preso tre Forti in Napoli ed altre
simili notizie da non prendere in
considerazione.
Ho persuaso lo
Alloisio che senza il permesso del
Re non possiamo far sortire truppe ed armi dalla
Cittadella e l'ho consigliato di far incominciare
l'insurrezione perchè S.M., a tal notizia, avrebbe
certamente dato gli ordini opportuni;
ho anche assicurato che non si mancherà di fare
tutti i tentativi per far tanto conoscere alla
Maestà Sua, per cui ritornasse da
noi il giorno due dell'entrante mese per conoscere
quanto S.M. potesse disporre in merito, ove mai
il nostro inviato avesse via facile sia all'andata
che al ritorno.
Parimenti sono venuti a presentarsi
3 impiegati di Dogana calabresi,
esibendo i loro documenti ed anche le schede stampate
col "Si" da dare ai comizi il giorno 21 per l'annessione;
hanno riferito che se non danno il loro voto sono
minacciati di vita e, pertanto, sono venuti a rifugiarsi
in Cittadella per non essere
obbligati a votare col "Si". Ieri
il Consiglio di Guerra giudicò il presunto uccisore
del Pioniere, chiamato Sica;
per non essersi contestato legalmente, è stata decisa
una più ampia istruzione condannando il Sica a rimanere
in prigione per 6 mesi, come da disposizione di
legge.- Verso le ore 8 ½ è giunto nel porto un vapore
proveniente da Palermo recando 220 garibaldini –
ossia volonatari siciliani – che per farli apparire
più numerosi(come spacciano 4.000), li hanno fatti
salire tutti sul bordo e sulle antenne, senza sapere
che noi, dal Forte SS.Salvatore e dalle nostre barche
che trasportano i viveri,
ad occhio nudo, li abbiamo contati. Non c'è dubbio
che gli uomini si dividono in tre classi: coglioni,
coglionanti e coglionati!
I quattro muletti che S.M. ci inviò con l'ultimo
vapore, ieri sono stati posti a travagliare sotto
i mulini di pietra che sono stati
fatti accomodare, stante che i dieci
mulini inglesi a mano che abbiamo si sono consumati
nelle ruote pel continuo macinare e sono difficili
a ripararsi essendo di ferro fuso.-
Allorquando, con l'ultimo vapore,
venne da noi il Capitano di
Stato Maggiore Guillamat e si portò
in Augusta per imbarcare le sette compagnie di quel
presidio, che bestialmente capitolarono col Municipio,
e le portò a Gaeta, ne rimase tre colà perchè il
legno non potea contenerle. Saputosi ciò dal Ministero
di Palermo (per quanto si è saputo) è stato colà
mandato un vapore per imbarcarle ed, a quanto dicesi,
le tre dette compagnie sono state
trasportate a Genova. Ciò a confermarsi!
Per la bontà del Generale Supremo, le donne sbarcate
giorni fa sono rimaste in
Cittadella.
20 OTTOBRE
Parte della truppa garibaldina giunta
ieri da Palermo si è imbarcata
e dal Forte SS.Salvatore si sentivano voci e bestemmie
di chi non voleva imbarcarsi; l'oscurità
della notte non ha permesso osservare qual rotta
ha preso il legno.
Alle 9 a.m. ci è pervenuta notizia
che le Calabrie sono insorte al
grido di "Viva Francesco II".
È l'Una p.m. giunge un espresso dalla
Calabria e mi presenta una lettera con suggello
nero diretta al Comandante della Cittadella, senza
indicare nome e cognome. Ho creduto, per principio
di educazione, mandarla, pel mio segretario, al
Generale Fergola, Comandante
Supremo della Truppa, facendogli dire che l'avesse
aperta e che qualora non fusse a lui diretta l'avesse
a me rimandata. Or siccome trovavasi pranzando,
ha detto: "Dopo pranzo la leggerò" ed ha disposto
che l'espresso avesse atteso.
Essendo io
occupato ad altri affari, non vi ho più pensato;
ma verso le ore 21, nel riunirsi
la truppa in mezzo al Maschio della
Cittadella, il Generale Fergola mi
ha detto: "Generale, leggete la lettera che mi avete
mandata". Letta la lettera, gli ho detto: "Cosa
avete risposto? Cosa avete regalato all'espresso?
Avete disposto di mandare le bandiere?"-mi ha risposto:
"niente di tutto ciò, gli ho fatto la ricevuta!"-"Miseria
Umana!", gli ho detto, "Non conoscete quale servizio
intende rendere al Re e a Noi la persona che scrive?
Come è possibile non riscontrare? E non mandare
almeno un paio di bandiere?" -"Come mi dice, bandiere?
Io non ho letto le bandiere!". Ho replicato, pieno
di rabbia: "Miseria Umana! Povero Re!"-
La lettere era inviata, con data
di ieri, da un paese della
Calabria detto Pentaoli(Prov. Di Reggio) dal Cav.
D.Francesco Antonio Carbone, il quale avvisava il
Comandante della Cittadella
di essersi posto alla testa dell'insurrezione
di 6 paesi e, pertanto, chiedeva se era possibile
avere una Compagnia di Cacciatori
e almeno una porzione di bandiere costituzionali,
e che avrebbe fatto conoscere il luogo della riunione
ed il giorno della insurrezione. Ora, quale risposta
di ringraziamento da parte del Re e nostra non si
sarebbe dovuto fare al Carbone? E con quali
lusinghiere espressioni non si sarebbe
dovuto parlare ad un Uomo che si espone volontariamente
a prestare servizio di tanta
conseguenza e mandargli le dovute
bandiere e lusinghiere promesse?
Eppure il buon Generale Fergola si
è tolto di mezzo con una ricevuta e senza dare nemmeno
una piastra al messo! Povero Re con
Generali di simil natura! Colpa,
per altro, è da attribuirsi alla
mia troppa delicatezza perchè essendo
di me più anziano gli uso quei riguardi che nuocciono,
perchè il Ministro della Guerra a me
scrive ed il Re in me fida! Ma vedi
disgrazia, le cose superiormente non sempre bene
si calcolano: se si ha fiducia in
me, perchè lasciare altro di me più
anziano? -Intanto ho cercato di rimediare col mandare
persona a Pentaoli al Cav. Carbone ed
aggiustare alla meglio la faccenda!
Il Console francese ha riferito che la Russia ha
richiamato il suo Ministro
da Torino e che l'Austria ha fatto marciare 150mila
uomini nell'Italia Centrale sortendo dal suo quadrilatero.
Credo sia falso!
21 OTTOBRE
Alla punta di giorno tutte le campane
di Messina, per molto tempo,
hanno suonato a festa: si è dato
il plebiscito per l'annessione,tutti per il "Si".
Intanto si sono trovati due colossali pupazzi
sotto il palazzo del Senato con il
viso tagliato da ambo le parti;
dicono che rappresentino Garibaldi
e Vittorio Emanuele. Tutti hanno dovuto cacciar
fuori una bandiera dai balconi, negozi, botteghe,
stabilimenti ecc., di modo che dalla Cittadella
vediamo Messina tutta pavesata come un vascello.
Dal Governatore di Messina ci si
rimettono 12 avvisi stampati del
seguente tenore:
ITALIA E VITTORIO EMANUELE RE D'ITALIA
- MANIFESTO . Il Governatore
Generale della Provincia si dà il piacere di
comunicare ai suoi concittadini dispaccio
pervenutogli or ora, alle
ore 4 ¾ p.m.: "Il Ministero di Polizia a tutti i
Governatori;
Dal Governatore di Chieti mi perviene
il seguente telegramma –
S.M. il Re Vittorio Emanuele fra
entusiastiche acclamazioni giunse
ieri alle 5 p.m. e n'è ripartito
questa mattina per Popoli alle
ore 8 p.m. -Chieti 19, ore 10 a.m.
-n°2460 Napoli, lì 20 ottobre,
ore 4 ¾, Reggio, lì 20 ottobre 1860!
Il Governatore: Tenente Colonnello
Antonio Plutino."
Quante cose contraddittorie! Se l'avviso
di Vittorio Emanuele a Chieti è vero, in brutta
posizione si troverebbe il nostro povero
Re! Nel mentre il Comandante della
"Messagerie" ci assicura di
aver letto sui fogli ministeriali
a Malta che tutto si accomoderà diplomaticamente
e che Francesco II resterà a Napoli! Molti
contrasti anche in Sicilia si sentono
per l'annessione pura e semplice e per le amministrazioni
comunali. Faccia Iddio! Chi sa quanto finirà lo
stato di anarchia nel nostro infelice Regno! Riceviamo
continue notizie dalla Calabria per le insurrezioni
che si aumentano e pel malcontento
che vi esiste per il nuovo regime. Intanto il Padre
Gavazzi, intimo confidente del Generale
Garibaldi, scrive a tutti i redattori
dei fogli esteri le sorprendenti vittorie di Garibaldi
e che la Piazza di Capua vuol capitolare e siccome
non ancora si è verificato, qualche foglio francese
lo mette in caricatura. Verso
le ore 22 ½ grande illuminazione per tutta la città,
grandi bandiere che girano
per le strade principali con grande calca di popolo
che grida "Viva il nostro Re Vittorio Emanuele!"
La nostra posizione comincia a divenire
alquanto triste; la mancanza
del danaro per la truppa, che non abbiamo che fino
al termine del corrente mese,
ci da vera afflizione, in quanto dal 1° novembre
i soldati non potendo spendere, non avendo nè prest
nè diaria, sarà giuoco forza dar mano ai viveri
di riserva che bastano appena per una quindicina
di giorni; finiti questi, si potrebbe vivere per
ancora pochi giorni col semplice pane, ma terminato
anche questo il caso diverrà critico
se non abbiamo soccorso dal Re in viveri e danaro.
Non v'è dubbio che minacciando la Città di bombardamento
ci si provvederebbe di tutto,
ma come pagare? Nulla si può pretendere senza pagamento,
e neppure con "buoni" perchè non accettabili non
riconoscendosi più Francesco II,
ma Vittorio Emanuele! Speriamo che le cose in qualche
modo si accomodino e che il Re ci
faccia giungere qualche soccorso.
Si sta facendo di tutto per far venire a conoscenza
del Sovrano la nostra posizione, che ben deve
saperla, augurandoci(Iddio nol voglia)
che non manchi di mezzi!
22 OTTOBRE
Questa mattina si sono presentati
tre calabresi provenienti da Scilla, cioè un gendarme,
altro del 4° di Linea, sbandati, ed un
doganiere; si sono ricevuti e posti
in sussistenza. Questi hanno disertato perchè, giusta
ordini di Garibaldi, chiamati per formare
il Reggimento Carabinieri Calabri,
e non volendo colà prendere servizio, sono venuti
da noi.
Dal telegramma di ieri da Napoli
a questo Governatore Garibaldino
in Messina(per quanto riporta il
nostro interprete telegrafico) si
rileva che il Generale Fanti, garibaldino,
ha avuto una forte azione
a Venafro col Generale Scotti che è stato battuto
e caduto prigioniero con 50 Uffiziali e 1.000 soldati
e 400 dispersi. Si spera che
tal notizia sia falsa: le cattive notizie, per altro,
vanno sulle ali dei venti!
L'espresso(leggi il messo) venuto dalla Calabria
il giorno 20 è ritornato di
bel nuovo; lo stesso ci da notizia che la maggior
parte dei villaggi della Provincia di Reggio, fino
a Bagnara, sono in insurrezione.
Ho asserito che molti posti dell'interno sono molti
irritati per le prepotenze che soffrono e sono tutti
del partito del Re; che si
sono dati alla macchia per non dare il "Si". Gli
sono state date tre bandiere ed una lettera molto
lusinghiera pel Cavaliere Carbone,
capo dell'insurrezione! Si è presentato un giovane,
impiegato nel telegrafo elettrico di
Scilla, il quale, per non essere
obbligato a dare il voto del "Si", è scappato. Lo
stesso ci ha detto che dal telegrafo
garibaldino di Napoli, il giorno
16, si segnalava: "La Patria in pericolo alle Calabrie
ed in tutta la Sicilia" e che perciò
avessero mandato tutte le forze disponibili
in suo soccorso .
Ci ha, inoltre, detto(salvo verità)
che la nostra nuova fregata
"La Borbone" in potere del nemico,
nel mentre trasportava 2.000
prigionieri a Genova, questi si sono
rivoltati ed hanno obbligato
il Comandante di trasportali in Gaeta,
minacciandolo della vita; detta fregata con altro
legno pare che stiano a Gaeta! Quante
notizie opposte! Il tempo ci dirà...!!!
Molto malcontento vi è in Messina, ad onta che ieri
tutti, dietro minacce, diedero il voto favorevole
per l'annessione ed hanno innalzato bandiere per
l'annessione. La miseria affligge il popolo basso
ed i proprietari e negozianti sono oppressi da contribuzioni;
commercio non se ne conosce più in un porto franco
come Messina, denaro poco ne gira, ad eccezione
di quelli che vengono a smaltire merce nella nostra
Fortezza in dove 4.500 uomini
comprano e spendono al di là dei loro bisogni. Voglio
sperare che seguiti purchè S.M. ci mandi danaro
e viveri. Abbiamo spedito al Re il Dottor Guadar
di questo ospedale; egli è figlio di francese e
si è finto dargli il suo congedo per così portarsi
in Francia, ma, invece, sbarcherà, come francese
dimissionato dal nostro servizio, in Napoli per
indi portarsi in Gaeta, oppure prima a Civitavecchia.
Egli si è compromesso giungere a Gaeta ed a voce
dire al Re la nostra posizione. Non si è tralasciato
altro mezzo: al Comandante "La Messagerie", il quale
sembra molto attaccato al nostro Re, si è dato un
plico diretto a S.M. Detto
plico sarà consegnato al Console Francese in Civitavecchia,
che molti servizi sta rendendo al Re, che si
premurerà di farglielo pervenire
con sicurezza. Speriamo che detto
plico giunga a S.M. onde conosca
le nostre circostanze ed i nostri bisogni.
Il Governatore di Messina, per mezzo
di un parlamentario, ci invia altro avviso a stampa,
in quattro copie, ossia un telegramma
segnalato da Napoli dal Ministero
di Guerra che avvisa tutti i Governatori di Napoli
e Sicilia che il Generale Cialdini con il
suo corpo d'armata piemontese, avendo
avuto un forte attacco a Venafro con la colonna
del Maresciallo di Campo Scotti, lo ha fatto prigioniero
con 50 Uffiziali e 700 soldati ed altri 4.000 soldati
si sono dispersi. Se devesi prestar fede a quanto
dal nemico ci si fa conoscere
senza domandarlo bisognerebbe convenire che la perdita
di un Regno sia un fatto compiuto. In tempo di guerra
bisogna attendere il risultato perchè le astuzie
guerresche sono molte. Per tale notizia, affissa
su tutti i cantoni della Città,
si è ordinata altra alluminazione, per questa sera.
Quest'oggi un uffiziale francese
del vascello ancorato nel porto, con piccola barca,
si è avvicinato al Forte SS.Salvatore
domandando il permesso a quel Comandante
di poter raccogliere su quella
spiaggia delle pietre pomici, al che si è annuito
ed essendosi avvicinati a lui alcuni nostri uffiziali
ha detto loro che dalle Autorità
di Messina gli era stato detto che noi cedevamo
la Cittadella subito che venisse in Messina Vittorio
Emanuele; al che gli uffiziali gli hanno risposto
che difenderebbero la Cittadella fino agli estremi
essendo questa la volontà dei
Superiori ed il nostro attaccamento
al Re ed essere tutto falso quanto le Autorità di
Messina gli avevano detto.
Truppe garibaldine, ossia volontari siciliani, nel
giungere per via di terra, si sono imbarcate ed
a quanto si è saputo vanno a
sbarcare al di là di Pizzo per l'insurrezione
scoppiata in Calabria. Quante novità e momenti si
succedono! L'essersi però incerti dell'avvenire,
nè potendo in nessun modo calcolare con
esattezza le cose di tanta importanza
perchè in dubbio di tutto e
di tutti, è una vera angustia.
23 OTTOBRE
Dall'interprete del nostro telegrafo
sappiamo che truppa garibaldina
ieri sbarcò a Paola ed altro legno, anche con truppa,
trovavasi ieri nelle acque di S.Eufemia; sembra,
quindi, vera la insurrezione in Calabria.
Si sno presentati due marinari della
Real Marina che per esimersi
dal servizio garibaldino in Napoli
sono qui venuti e sono stati
ricevuti; gli stessi mi hanno assicurato
che Napoli è tranquilla, ma sempre in aspettativa
di novità e che in Gaeta giornalmente
sbarcano Bavaresi ed Austriaci; dicono
pure che in Napoli il Re ha un gran partito.
Stamane abbiamo acquistato in piazza
14 cantaja di fiore che si
mischierà con la farina dei nostri mulini pel pane
della truppa.
Or che puolsi calcolare da tante
notizie incerte? Cialdini
ha battuto la Colonna di Scotti, facendolo prigioniero
con molti uffiziali e truppa – molti
feriti garibaldini in Napoli - alcuni dicono che
Garibaldi sia stato battuto – forestieri, Bavaresi
ed Austriaci che sbarcano giornalmente a Gaeta e
che S.M. li avrebbe nelle
sue truppe – plebisciti, tutti con "Si", e per buona
volontà o per forza – marinari e soldati sbandati
che si presentano da noi –
lo stato di assedio che soffriamo – il nemico che
nulla ci fa mancare – parte dei siciliani disgustati
– circa 600 Realisti nelle
prigioni di Messina – la pubblicazione dell'annessione
con generale plebiscito – le Calabrie in rivolta
– truppe garibaldine che vanno e vengono comandate
da Uffiziali disertori quasi tutti siciliani ad
eccezione di pochi italiani...
Una contraddizione di cose e di notizie
da far perdere la testa, specie a noi rinchiusi
nel vasto locale della Fortezza che nulla
possiamo sperare di positivo!
Verso le ore 9 è giunto il vapore
francese "La Messagerie" da
Napoli; si è spedito il solito Uffiziale
dal Comandante per conoscere
qualche cosa dalla Capitale e di ciò che passa
nell'Esercito del Re. Ci fa conoscere
essere vera la prigioniera del Generale Scotti ma
non con tanta perdita di uomini come si spaccia
nel telegramma inviatoci dal Governatore garibaldino
di Messina. Ma ciò che maggiormente ci rattrista
si è che S.M. vi aveva spedito
da Gaeta danaro ed il vestiario d'inverno per la
truppa col solito vapore francese è stato catturato
dal nostro vascello "Il Monarca"
in potere di Garibaldi e condotto a Napoli. Il Ministro
francese, indignato di ciò, ad onta delle ragioni
addotte, ha dovuto convenire coi
rappresentanti del nuovo regime che il legno fusse
rientrato in Gaeta, avesse scaricato quanto apparteneva
al Re e fusse rientrato in Francia. Non saprei come
ciò può avvenire, stante che, per diritto internazionale,
la bandiera copre la mercanzia!
Si è mandato un Uffiziale Superiore
sul vascello francese per
ringraziare il Comandante di quanto ci aveva avvisato,
facendogli conoscere che questo
presidio durerà fino agli estremi essendo tutti
i decisi a difendere questa fortezza tanto intensamente,
da S.M. affidataci. Lo stesso ci fa conoscere che
dalle Potenze è stato imposto
al Re Vittorio Emanuele di ritirare subito tutte
le sue truppe dal Regno di Napoli(speriamo che si
verifichi!). Abbiamo, poi,
altre notizie: che fra giorni vi sarà una grande
battaglia nelle vicinanze di Capua. Tutto è contraddittorio;
il tempo ci fa conoscere la verità. Il Capitano
d'Artiglieria Fonseca, nostro disertore, ieri è
venuto in Messina col grado di Maggiore, al servizio
di Garibaldi!
24 OTTOBRE
Da Pentaoli in rivolta, il Cavalier
Carbone, manda continuati
messi; domanda 200 soldati per far comparire l'uniforme
del Re. Si risponde giornalmente
che si attendono gli ordini Sovrani. Questa
mattina altri 4 calabresi, di vari
paesi, vengono per lo stesso oggetto. Sarebbe un
gran vantaggio un'insurrezione generale nelle Calabrie,
ma come darne l'impulso dalla Cittadella senza ordine
Sovrano e senza mezzi? Come far traversare il Faro
con una forte crociera nemica
che ci sorveglia? Il passaggio di 200 uomini in
Calabria si rende molto difficile! Si è scritto
al Sovrano la nostra posizione
e lo stato delle Calabrie; a Lui dare disposizioni
ed i mezzi per far progredire le cose!
Avendo restituito al Comandante del
vascello francese i fogli per ricevere i nuovi,
questi mi fa dire dal Capitano di Artiglieria,
apportatore dei fogli stessi, di
non credere a nulla di quanto si dice su Napoli
perchè tutto è menzogna. Mi auguro sia così. Noi
intanto ci provvediamo per tirare a lungo la nostra
difesa! Mi si rapporta dai calabresi che ieri, nell'approdare
un legno con alcuni garibaldini
che volevano sbarcare tra Scilla e Villa S.Giovanni
per provvedersi di alcune cose, i calabresi hanno
fatto loro fuoco addosso facendoli ritornare in
Messina.
Altri dicono che in altro paese in
sommossa che voleva alzare la bandiera del
Re hanno ucciso un sottointendente
che voleva impedirlo.
Abbiamo acquistato altre 3 cantaja
di fiore; si fa quanto si può
prevedendo il futuro, ma il numero
di 4.500 uomini è esorbitante.
Non abbiamo gallette che per due
altri giorni! Garibaldi ha
ordinato censirsi tutti i beni ecclesiastici; i
monaci restano nei loro conventi con una pensione
mensile che sarà loro pagata dal Governo. Questo
decreto non ha fatto troppo
piacere!
Siccome l'olio comincia a mancare,
si è disposto che essendovi la
luna fino a mezzanotte, solo a tale
ora potranno accendersi i lumi
esterni. La Cittadella consuma, per
l'illuminazione e Corpi di
Guardia, circa 309 rotoli di olio al giorno.
25 OTTOBRE
È giunto il vapore postale "Il Pompeo"
apportatore della notizia
che i garibaldini hanno preso il Forte S.Angelo;
per quanto è a mia conoscenza, il forte S.Angelo
non esiste, ma bensì il Monte
S.Angelo, a tre miglia da Capua.
Può darsi che i garibaldini hanno occupato quella
posizione, ma i bullettini stampati in Messina
dicono "Forte S.Angelo". Si pubblica,
altresì, la resa di Capua ed è per ciò che Messina
e tutti i legni siciliani che sono nel
porto sono tutti pavesati. Si crede
che tutte queste notizie siano procurate perchè
molti minacciano di ritirarsi nelle proprie case.
Il tempo dirà la verità, ma io vi
presto fede! Un marinaro di
detto vapore, di nostra confidenza, ci assicura
essere tutto falso quanto si dice
a Messina e ci ha confidato con molta sicurezza
che Garibaldi è morto a Napoli e che dopo averlo
imbalsamato, il cadavere è stato
riposto in tre casse ed inviato a Genova sul vapore
"Lo Stromboli". Ci assicura parimenti che il
figlio di Garibaldi trovasi ferito
a Capua e che Francesco II lo visita tutti i giorni.
Parimenti ci si assicura essere falsa la
notizia della cattura del vapore
francese "Proteus", al nostro servizio, effettuata
dal vascello "Il Monarca", portato in Napoli
e dal Ministro francese fatto restituire
a Gaeta per colà sbarcare
quanto aveva per conto del Re ed indi restituirsi
in Francia.
Che cosa crudele è l'incertezza!
Quest'oggi un sensale interprete,
in una carrozza tirata da due
facchini, con una grossa bandiera
sarda, girava per le strade
principali di Messina gridando la
presa di Capua ed inneggiando a Vittorio Emanuele
ed al Dittatore Garibaldi.- Questa sera magnifica
illuminazione forzata per tutta la Città.-
Tutte queste dimostrazioni si fanno
onde persuadere i difensori della Cittadella di
cederla facendo spacciare che la perdita del
Regno di Francesco II sia un fatto
compiuto.-Non sanno che ove sono vecchi e onorati
soldati le parole a nulla valgono, ma solo fatti
e si attengono solo agli ordini che S.M. ci fa pervenire!!!
26 OTTOBRE
Questa mattina sono venuti altri
calabresi spediti dal Cav.Carbone a domandare truppa
e danaro per riunire in un sol punto 20mila
uomini provenienti dalla provincia,
oltre tuti gli sbandati, in
numero esorbitante, essendo pronti
a prendere le armi. Per quanto ci dicono, il Barone
di Gioiosa, Aiossa, l'ex Intendente di
Salerno, ha assoldato circa 400 sbandati
e, pare, che questi hanno di già avuto un'azione
contro le guardie nazionali del partito sovversivo
infliggendo molti morti e feriti.
Non v'è dubbio, si potrebbe fare
un gran colpo inviando poche centinaia di uomini
dalla Cittadella, ma con quale mezzo trasferirli
in Calabria essendo noi senza vapori e circondati
da crociera nemica? E il denaro?
Noi ne siamo senza! Ed il consenso dl Re a cui si
è scritto in proposito e siamo ancora senza
istruzioni e corrispondenza? La posizione
dei calabresi è critica, senza direzione, senza
danaro; si trovano compromessi ad onta che le urne
con i voti del "Si" per Vittorio Emanuele sono partite
per Napoli, abbenchè non hanno votato perchè i pochi
galantuomini di ogni paese
avversi al Re poco si sono curati che siano oppur
no stati presenti i votanti; è stato ed essi sufficiente
riempirle del "Si". La miseria
in Calabria, come in Sicilia, è eccessiva; cosa
sarà or che si avvicina l'inverno? In questo stato
di cose l'insurrezione nelle Calabrie certamente
si aumenterebbe giornalmente, ma manca il meglio:
danaro ed un vapore da guerra! Questa mattina in
Messina, dai partigiani del nuovo regime, si metteva
in dubbio la presa di Capua, abbenchè ieri si fecero
delle grandi illuminazioni
e feste. Anche il nostro interprete telegrafico
ci avvisa che nessun telegramma da Napoli è passato
a Reggio per la presa di Capua,
da ove avrebbe dovuto pervenire per darne notizia
a Messina; ed è per ciò che stamane, col telgrafo
a occhio, da Reggio si segnalava
a Messina cercando di conoscere per quale causa
ieri sera si fecero le grandi illuminazioni per
tutta la Città e conventi.
Messina per nulla ha risposto! Ho letto in un foglio
di Messina che il blocco posto avanti Gaeta ha catturato
6 barche cariche di viveri ed un brigantino con
18mila ducati. Se questa notizia è vera, per noi
è una vera disgrazia stante che non ad altri potevano
essere diretti i viveri che a questa fortezza che,
fra giorni, comincerà a sentirne impellente bisogno.
27 OTTOBRE
Si sono acquistati due cavalli per
i molini anche per dare aiuto
ai 4 muletti che abbiamo, stante
che i nostri bisogni giornalmente
crescono consumandosi in ogni distribuzione
45 cantaja di farina e non essendoci più gallette.
Questa mattina alle ore 10 è trapassato
il Tenente dei Pionieri D.Michele
Toro, dopo aver ricevuto, in un mese, ogni possibile
assistenza in questo ospedale provvisorio.
Di buon ora questa mattina abbiamo
saputo che ieri sera in Reggio vi furono molti trambusti
e si tiravano varie fucilate in Città; più tardi
si è sparsa la voce che un serio attacco vi sia
stato in un villaggio vicino
a Scilla tra insorti contro i garibaldini: cioè,
siciliani e calabresi assoldati da Garibaldi e Guardie
Nazionali con gran macello dei secondi;
che nel forte della zuffa le Guardie Nazionali si
sono unite agli insorti. Pare che
l'insurrezione in Calabria abbia
cominciato a prendere piede; alcuni vogliono che
sia stato il Barone Aiossa ad incominciare, altri
il Cavaliere Carbone di Pentaoli.
Pare che l'azione abbia avuto inizio
nel paese chiamato Cinque Fronde; certo è che un
marinaro venuto dalle coste della
Calabria ci assicura che per tutti i paesi che ha
costeggiato si sentivano gridi di gioia che
inneggianti a Francesco II. Tutto
ciò poco giova. Questa sera abbiamo veduto Catona
ed altri villaggi della Calabria con grande illuminazione,
forse in segno di gioia per la vittoria riportata.
Reggio è perfettamente all'oscuro; nessuna notizia
ufficiale su ciò abbiamo.
Domani certamente, venendo qualche calabrese, sapremo
la verità. Da Napoli si domanda se Garibaldi sia
a Palermo e questi risponde
negativamente, ma tutti assicurano che sia morto.
Per Messina dicesi che egli sia a Caserta, alla
testa dell'armata dei volontari.
28 OTTOBRE
In Messina vi sono affissi che fanno
noto che Garibaldi si è ritirato
rimanendo al Re Vittorio Emanuele la finalizzazione
dell'unione del Regno delle Due Sicilie
a tutta l'Italia; non sappiamo
a che attribuire un simile avviso. Si vuole con
certezza Garibaldi morto, altri alla testa dei volontari
ed, infine, che si sia ritirato. Tutto è incerto!
Stamane il mio sarto, nel venirmi
a portare i ricami per la mia uniforme di generale
(previo permesso del Governatore di Messina)
mi ha detto che in Città sono tutti
spaventati perchè corre voce che i Generali della
Cittadella hanno domandato al Senato 10mila oncie
per pagare le truppe del presidio altrimenti avrebbero
bombardata la Città. Ho detto di
rassicurare tutti essendo ciò del tutto falso e
che la Cittadella non domanda cose ingiuste e si
augura di non venire a questi estremi.
Ci si assicura che l'altra sera,
al largo della Matrice di Reggio,
si fece molto fuoco tra insorti favorevoli
a Francesco II e garibaldini che ne ebbero la peggio;
come pure un sanguinoso attacco a Polistina ed Oppido.
Poveri paesi, come si ridurranno in questa guerra
civile che, a quanto pare, va a propagarsi!
Ad onta di tante notizie, tutte a
nostro vantaggio, pure il mio pensiero è sempre
in orgasmo poichè nessuna notizia ci perviene da
Gaeta, nè possiamo per nulla calcolare cosa possa
succedere colà.
Certo è che se S.M. avesse i mezzi
ci avrebbe soccorso; gli affari,
intanto, sono a riflettersi bene e bisogna con anticipo
prevedere alla meglio all'avvenire.
Le gallette sono finite, la razione
di pane, invece di 24 oncie, si è ristretta a 18.
Abbiamo legumi, pasta e formaggio fino al 15 dell'entrante
novembre; la truppa è pagata fino al termine del
corrente mese e fa l'ordinario a
sue spese riscuotendo la sola diaria. Or siccome
nella nostra Cassa di Campagna non vi esistono
che 3.000 ducati, ho convenuto col
Sig.Generale Fergola che dal 1° novembre non si
darà ai soldati nè prest nè diaria, nè soldo di
ottobre agli Uffiziali, ma la semplice
razione potendo i 3.000 ducati servire per compera
di grano per l'ospedale, e qualche
altro bisogno, dovendosi provvedere
al sostentamento di 4.500 uomini. Tutto ciò se da
Gaeta non giungono soccorsi! Se questi manca? Non
trovo altro espediente che una questua tra Generali,
Uffiziali e soldati... Faccia Iddio!
È giunto il vapore "Duca di Calabria"
e tra i passeggeri sono sbarcate
le mogli del Tenente di Artiglieria Balestra e la
moglie di una guardia di artiglieria; esse erano
alloggiate a Napoli ai Granili,
come tutte le famiglie che da qui partirono; per
nulla sono state molestate nell'entrare Garibaldi
a Napoli, quantunque tutta
o parte della sua truppa fusse alloggiata in detto
locale, rispettando sempre il sito ov'erano le famiglie
dei militari. Ma queste signore,
vedendosi prive di denaro, per mancanza di rimessa
da parte dei mariti qui di stanza, si sono imbarcate
con tutto il loro equipaggio ed alle ore 23 sono
entrate nella Cittadella. È a supporsi che queste
donne in un baleno sono state circondate da
Uffiziali e soldati, ognuno per sapere
notizie del Re, della Capitale e delle nostre truppe.
Esse assicurano che Garibaldi è
morto, ma che a Napoli non si puol
dire, tanto più che essendovi altro individuo che
gli somiglia, si fa dire che ora è in un sito,
ora in un altro. Raccontano che vi
sono molti feriti garibaldini; le mine preparate
da Bosco che fecero saltare in aria migliaia di
nemici; che Napoli è tranquilla, che il Re Francesco
II tra pochi giorni entra in Napoli; che una cinquantina
di signore italiane vestite
a tre colori con pistole a fianco e carabina a tracolla
passeggiano per Napoli portandosi dietro una schiera
di "lazzari" che gridano "Vivò";
che più non si nomina Garibaldi, ma Vittorio Emanuele,
in fine un mondo di coglionerie a cui l'Uomo di
buon senso non deve prestarvi
fede. Corre voce che all'attacco di Polistina ed
Oppido tra insorti e garibaldini sia stato ucciso
il figlio del Barone Aiossa.
Da accertarsi!
Questa sera osserviamo dai nostri
baluardi illuminazione a Catania e ai villaggi circonvicini
a Palmi, Messina e Reggio all'oscuro;
non sappiamo a che attribuirlo. Certo
è che Plutino, Governatore
Militare e Civile, è fuggito da Reggio. Quest'oggi
si è ordinato la riunione di tutta la guardia nazionale
di Messina; non se ne conosce
la causa.-Questa mattina, però, si pretendeva dal
Governatore di Messina che la guardia nazionale
avesse montato gli avamposti avanti la Cittadella,
abbiamo osservato una quantità di lancioni riuniti
avanti Reggio e molti altri in Messina. Si
suppone, forse si vorrà spedir truppa
in Calabria, abbenchè poca Ia quella che esiste
in Messina, quasi tutta formata da siciliani che
difficilmente si imbarcheranno.
29 OTTOBRE
Questa mattina alla punta di giorno
si è presentato ai nostri
avamposti un soldato garibaldino con armi e munizioni.
Egli è di Mantova, ha circa
28 anni ed ha disertato mentre era di
sentinella.-Parimenti si sono presentati
5 calabresi, soldati sbandati, già appartenenti
ai diversi Corpi della Brigata di Brigante e Melendez,
dipendenti tutti dal Maresciallo Vial.
Questi raccontano cose dell'altro
mondo circa il grande fatto d'arme avvenuto nei
paesi insorti di Pentauli ed altri quattro contro
circa 1.000 garibaldini e guardie nazionali di Reggio.
Affermano che di questi ultimi ne
sono stati uccisi 700 e che Plutino sia gravemente
ferito. Tutto questo sarà, ma il numero dei morti
mi sembra molto alterato! Il non avere in nessun
modo notizia da Gaeta e non ricevere
affatto soccorso di viveri e denaro,
mi mantiene sempre in tristi pensieri per non esserci
rimasti che viveri per una quindicina di giorni
e qualche migliaio di ducati. All'oggetto, avendo
persuaso il Generale Supremo Fergola su tale interessante
argomento, abbiamo riunito
tutti i Capi dei Corpi e fatto ad essi conoscere
la non felice posizione in cui siamo. Si è detto
che per questo mese di ottobre
Generali ed Uffiziali non percepiscono soldo perchè
nella Cassa di Campagna non vi esiste altro denaro
che pel mantenimento dell'ospedale e qualche spesa
straordinaria; che non abbiamo che pochi giorni
di viveri e che perciò se consumiamo
questi, venendo ad essere astretti
da forte assedio, ci vedremmo perduti. Inoltre,
seguitano ad esserci la tregua, non avendo
danaro, come si potrebbe obbligare
la Città a fornirci di viveri?
Minacciare con cannonate non si può
stante che legni esteri, fregate
inglesi e vascelli francesi, con l'ultimo abboccamento
che ebbi, i rispettivi Comandanti,
mi dissero che erano nel porto per proteggere gli
interessi e le persone dei connazionali, a seconda
il diritto delle genti e dei patti internazionali.
Quindi, non avendo soccorsi
da Gaeta, proponevasi una questua tra tutti gli
Uffiziali e soldati per imprestare alla Cassa di
Campagna il denaro che ognuno volontariamente vuol
dare, danaro che sarebbe restituito alle prime somme
che S.M. invierà da Gaeta. Per dare l'esempio, io
ho dato 200 ducati; Fergola 300 ed il Generale Cobianchi
120. Si proponeva inoltre che la truppa non riceverebbe
che la sola diaria di sei grane al
giorno per fare la compera dell'ordinario, pane
e vino e non riceverebbe prest finche non
viene danaro da Gaeta. Chi lo crederebbe?
I soldati appena inteso tale disposizione, ognuno
si è portato ad offrire al proprio
Capitano la somma che tiene, stimandosi
contentissimi di dar tutto per l'onore della Piazza
e per l'amore verso il Re. Domani saprò il risultato;
per ora la Cassa di Campagna, dai tre Generali ed
Uffiziali di Stato Maggiore, ha introitato 1025
ducati.
DETTAGLIO DELLE SOMME VERSATE NELLA
CASSA DI CAMPAGNA SPONTANEAMENTE DAI GENERALI, UFFIZIALI
E SOLDATI PER
SOCCORRERE AI BISOGNI DEL PRESIDIO
DELLA CITTADELLA IN
ASSEDIO
DETTAGLIO UFFIZIALI SOLDATI TOTALE
- Stato Maggiori E Uffiziali isolati
- Forte SS.Salvatore
- Direzione di Artiglieria
- Direzione del Genio
- Veterani
- Artefici di Artiglieria
- 3^ Brigata di Artiglieria
- Battaglioni Pionieri
- 3° Reggimento di Linea
- 5° Reggimento di Linea
- 7° Reggimento di Linea
- Ospedale Militare (Dottori e Impiegati)
- Corpo Telegrafico
- Individui della riserva addetti
all'Ospedale
Duc.ti Grani Duc.ti Grani Duc.ti
Grani
1.025 0 1.025 0
129 0 129 0
216 0 216 0
210 0 210 0
336 0 336 0
55 20 55 20
177 0 730 40 907 40
585 20 1.059 60 1.644 80
766 20 2.657 70 3.433 90
671 0 2.072 41 2.743 41
1.032 80 2.573 70 3.706 50
85 0 85 0
35 0 33 0 68 0
68 40 68 40
T O T A L E 5.042 120 9.588 341 14.628
461
Sembrami che offrendosi di propria
volontà dal presidio della
Cittadella la somma di ducati quattordicimilaseicentoventotto
e grani 461, dimostra il buon
spirito e la buona volontà dello
stesso per provvedere ai propri bisogni
per tirare per quanto più si può a lungo la difesa
di questa importante Fortezza.
30 OTTOBRE
Questa mattina è venuto il messo
Domenico Penna da Catona, inviato
da D.Vincenzo Cilea di Salici e D.Matteo
Marra di Catona, con un
biglietto che portava cucito nelle
scarpe, col quale si chiedeva
armi, munizioni e danaro per pagare
migliaia di uomini che avevano
riuniti per una controrivoluzione.
Si è risposto che siamo in
attenzione di ordini di S.M., come si è detto altre
volte, senza di che non possiamo in alcun modo dare
la disposizioni che si convengono.
Altri 6 marinari calabresi si sono
presentati e presi qui in
sussistenza ma finalmente si è riuscito a persuadere
il buon Generale Fergola che lo ammettere tante
bocche inutili nella Cittadella era un danno positivo,
essendo gente che nessun servizio può rendere ed
avendo noi forza sufficiente per la difesa della
fortezza. D'altronde, bisogna riflettere che questi
calabresi che qui vengono sicuramente
non è per amor di Sovrano, ma o per viltà o per
la fame, stante che se fusse per amor di Sovrano
si unirebbero alle masse che già si sono organizzate;
se per viltà, nessun conto
renderebbero a noi il sostentarli, mentre noi, se
le cose andranno per le lunghe, potremmo mancare
di tutto. Pare che il buon
Generale in Capo si sia persuaso. È giunto il solito
vapore francese "La Messagerie", quello stesso
che portò una nostra lettera a S.M.
facendola pervenire a mezzo del Console Francese
a Civitavecchia. Andato subito
a bordo il solito Uffiziale nostro, il Comandante
gli ha dato buone notizie della salute
del Re e dell'ottimo spirito del nostro Esercito
e delle buone speranze che i nostri
affari si accomoderanno diplomaticamente
ad onta che la molta truppa piemontese ora entrata
nel Regno, quindi ha detto: "Io ho
portato un grosso piego di S.M. che
ho consegnato all'Ammiraglio Francese che sta sul
vascello e che da lui sarà inviato al Generale della
Cittadella".
In effetto, l'Ammiraglio, gentilmente,
per Uffiziale, ci ha rimesso il plico da ove
abbiamo appreso quanto è passato
nell'azione avvenuta a Cascano tra
la nostra truppa ed i Corpi Piemontesi i quali sono
stati battuti; e noi, che siamo da tanto tempo senza
notizie, siamo rimasti sorpresi nell'apprendere
come il Re Vittorio Emanuele,
che ha sempre dimostrato amicizia al nostro Sovrano,
avendo anche un suo Ministro in Napoli, avesse
potuto commettere l'infamia di entrare
con le sue truppe nel Regno ed inoltrarsi fino a
poche miglia da Gaeta per attaccare le nostre
truppe alle spalle. Ma ci siamo rallegrati
nell'apprendere che il blocco posto da Garibaldi
per via di mare a Gaeta non solamente non è stato
riconosciuto dalle Potenze estere, ma che la flotta
francese si è portata avanti Gaeta e l'Ammiraglio
ha obbligato i legni piemontesi
di allontanarsi. È da lusingarsi che la politica
sia cambiata e che la Francia abbia per noi qualche
simpatia sia per l'eccessiva
malafede del Piemonte che pel Congresso di Varsavia
in dove la riunione dei Sovrani del Nord pare che
voglia prendere in considerazione lo stato deplorevole
della infelice Italia, del Pontefice e di Francesco
II. Con lo steso piego del
Ministro della Guerra abbiamo ricevuto molti fogli
da Gaeta in dove abbiamo letto le giuste proteste
del nostro Re a tutte le Potenze.
Si sono ricevuti molti brevetti e nomine di Generali
ed Uffiziali, tra i quali il nostro Generale in
Capo Fergola è stato promosso Maresciallo.
Si riceve ancora una ministeriale
con la quale fa conoscere la somma riconoscenza
del Sovrano per la fedeltà e attaccamento che dimostra
questa guarnigione per la difesa di una piazza di
tanta importanza. Parla pure
di altre cose e segnatamente del modo come amministrare
gli averi, stante che, per quanto vi avvisa, tra
pochi giorni, pel vapore francese
a nostro servizio, il "Proto", ci perverrà la somma
di 12mila ducati per 4.500 uomini? Perchè volendosi
pagare prest e diaria ai soldati e soldo agli Uffiziali
non sono sufficienti che per 15 giorni. Ciò fa osservare
che le finanze dell'ottimo
Sovrano non sono troppo felici.
Questa mattina dalle Calabrie sono
sbarcati alla marina molti gabbioni; suppongo che
voglio prepararsi per stringerci di formale
assedio, col rompere la convenzione.
Per ora non è da preoccuparsi,
stante che, con la truppa che attualmente trovasi
in Messina, non possono effettuarlo. Intanto fo
tutto il possibile per fare immettere quanto grano
si può, avendo tre molini a pietra e 6 animali per
molirlo nella Cittadella.-
Dal mese di agosto fino ad oggi, sono morti nel
nostro ospedale della Cittadella
un Uffiziale e 7 individui di truppa, di diversi
Corpi.-
31 OTTOBRE
È entrata nel porto una fregata inglese.-
Il Comandante di Piazza garibaldino
ci avvisa amichevolmente di provvederci al più presto
possibile di quanto ci bisogna perchè
ha ricevuto una prevenzione che va a venire un vascello
piemontese ed altri legni per mettere
il blocco alla Cittadella e Messina.
Non saprei se ciò può verificarsi,
stante che se il blocco posto da Garibaldi a Gaeta
non è stato riconosciuto da nessuna
Potenza e la flotta francese lo ha fatto togliere,
non saprei se il Vice Ammiraglio francese che trovasi
sul vascello nel porto lo permetterebbe.-
Verso l'una p.m. è passato nel Faro
un vascello inglese e dopo aver parlamentato con
la fregata giunta stamane è partito.- I calabresi
mandano giornalmente; si è ad essi risposto quanto
S.M. ha scritto, cioè che non convien mandare forza
in Calabria per ora, ma che
operassero da per loro, onde far conoscere all'Europa
che il voto universale del "Si" votato per
l'annessione, o è stato forzato o
che le urne dei voti sono state riempite di "Si"
senza che i votanti fussero stati presenti; che
S.M. ringrazia i calabresi ed a suo tempo manderà
forza e danaro. La fregata
inglese giunta stamane, verso mezzanotte, è di nuovo
partito facendo rotta verso l'Adriatico.-
In giornata abbiamo acquistato 100
cantaja di farina, bastante
per 4 giorni.
1°NOVEMBRE 1860 – CITTADELLA
Questa mattina il Cav.Carbone di
Pentauli ha scritto una lunga
lettera al Generale Supremo facendogli
conoscere che l'attacco di
Cinque Fronde non riuscì a seconda dei suoi desideri
per il gran numero dei garibaldini e guardie nazionali
usciti da Reggio e diretti da Poerio, per cui ordinò,
dopo il conflitto, alla sua
massa di disperdersi. Al che Plotino,
ritornato a Reggio, ordinò a Poerio di non eseguire
il disarmo nei paesi insorti e nè eseguire gli arresti
da lui ordinati. Dietro di che Poerio mandò un messo
al Cavaliere Carbone facendogli dire che voleva
avere un abboccamento con lui e che essendosi ritirato
nel suo paese a Pentaoli rinunciò al sito indicato.
Saputosi ciò da Poerio, questi
con soli 8 uomini armati si portò
dal Cavaliere Carbone cercando di persuaderlo di
desistere dalla sua impresa per non rovinare la
Provincia ed assicurandolo che non avrebbe eseguito
nè disarmo nè arresti, nominandolo anzi Capo della
Guardia Nazionale. Da ciò
Carbone ne deduce che Reggio teme un'invasione e,
pertanto, prega il Generale in Capo, ove mai la
truppa dovesse sbarcare in Calabria, di avvisarlo
cinque giorni prima onde trovarsi al punto dello
sbarco che lui stesso indicherà. Dice pure che il
voto relativo all'annessione
mandato a Napoli è falso poichè nessuno di quei
paesi ha votato e perciò chiede l'intervento di
qualche Potenze estera per presenziare ad una nuova
votazione.
Gli si è risposto trascrivendogli
la lettera di S.M. nella quale è detto di non mandare,
per ora, truppa in Calabria fino a nuova
disposizone e che gli insorti agissero
per loro conto, essendo sicuro
della loro fedeltà, già dimostrata in varie circostanze.
Visto le nostre ristrettezze e l'assedio
che, forse, andrà per le lunghe
e i pochi mezzi che ha S.M. per soccorrerci, stamane
si è deciso dal Consiglio di Difesa che gli Uffiziali
non ricevono il soldo del
mese di ottobre, ma che la semplice doppia diaria
e che i soldati e truppa, cominciando da oggi, ricevano
il solo prest senza diaria. Col prest la truppa
deve comprarsi quanto gli bisogna per l'ordinario
fino a quando i garibaldini lo
permetteranno. Parimenti, Uffiziali
e truppa, dai nostri magazzini di riserva, riceveranno
giornalmente pane e vino.
Si fa tutto il possibile per acquistare grano e,
difatti, ieri si acquistarono 100 cantaja di farina
sufficiente per 4 giorni; siamo
in trattative per 50 salme di grano,
come pure si fa il possibile di cambiare 3.000 tomoli
di biada, che abbiamo, con grano.
Speriamo di riuscirci avendo i paesani
ottenuto il permesso di acquistare; sarebbe un gran
vantaggio. Oggi è cominciato
il freddo; la nostra truppa soffre perchè priva
di sottocalzoni a pantaloni ed uniformi
di panno. Tutto il presidio
non ha che il semplice pantalone e giubba bigia
e cappotto perchè così partì
da Gaeta; gli uffiziali trovansi
parimenti nelle stesse condizioni.
2 NOVEMBRE
Questa mattina altri calabresi si
sono qui presentati e sono stati
ammessi. Cosa curiosa; nel mentre
gli sbandati vengono a noi, alcuni nostri soldati
si disertano. Questa notte si sono disertati
tre calabresi e due di Campobasso,
che erano agli avamposti.- Ho disposto di non più
fare entrare nella Cittadella parenti dei
soldati calabresi perchè questi,
forse, li consigliano di diseratare. Riceviamo dubbia
notizia che il Barone Ajossa sia stato arrestato
dai garibaldini, forse nell'attacco sostenuto.
Dai telegrammi che vengono dal Continente
e che vengono interpretati
dai nostri impiegati del telegrafo, si rileva che
il Generale Fabrizio, ferito
sotto Capua, passa molto meglio col braccio e che
il fratello del Ministro di Guerra a Palermo, parimenti,
migliora con la sua ferita.
Le truppe garibaldine in Messina
sono alquanto disgustate perchè da più giorni non
ricevono nè prest nè soldo. Da Maggiore fino a 2°
Tenente percepiscono 2 franchi al giorno.
Un capitano di paranzella proveniente
dalle Puglie ci assicura che a Manfredonia sono
sbarcati gli Austriaci. Si
è ordinato di fare fuoco addosso a qualsiasi soldato
che si allontana dal bivacco di Terranova, sperando,
così, di impedire la diserzione.
3 NOVEMBRE
Il nostro interprete telegrafico
ci avvisa che da Reggio viene
comunicato che sono partite 150 guardie
nazionali con l'incarico di
inseguire la gente insorta di Pentaoli e degli altri
paesi vicini che inneggia
a Francesco II e minaccia Bagnara e S.Eufemia. Ciò
viene confermato dai calabresi i quali assicurano
che l'insurrezione progredisce
e che molti paesi hanno anche innalzata la Bandiera
Reale. Visto il cattivo tempo
e la gran pioggia di questa notte, la truppa al
bivacco ed ai posti di guardia, questa mattina,
ha ricevuto la razione di rhum. Sono le ore 10 a.m.;
grande fracasso di campane in Messina per la notizia
ieri pervenuta della resa di Capua. Se ciò sia vero,
è a supporsi che i garibaldini
avendo portato nelle vicinanze di Capua quantità
di mortai per bombardarla e non essendovi rimasta
che la sola guarnigione di 4.200 uomini – quale
è la forza stabilita per detta Piazza – e per essersi
il nostro esercito fortificato tutto
sulla linea del Garigliano, puol
darsi che S.M. abbia ordinato di cedersi Capua per
non farla distruggere dal nemico a forza di bombardamento.
Se avessero voluto prenderla con la forza, molto
tempo vi avrebbero impiegato per gli approcci e
lavori da farsi.
Riceviamo nella Cittadella uno degli
affissi posti in tutti i cantoni
di Messina che dice quanto segue:
"IL GOVERNATORE DI REGGIO AL GOVERNATORE
DI MESSINA. IL PRODITTATORE
MI AVVISA CHE IERI CAPUA HA CAPITOLATO. LE NOSTRE
TRUPPE L'HANNO OCCUPATA. NOI QUI SIAMO IN FESTA
ED IN TRANQUILLITÀ! REGGIO,
3 NOVEMBRE 1860.
IL GOVERNATORE
Francesco Ugdolena"
Questa sera grande illuminazione
per tutta la Città; bandiere
spiegate per tutti i balconi e gran
calca di popolo che gira per la Città con bandiere
spiegate che, come ossessi, gridano "VIVA IL RE
GALANTUOMO". Intanto noi nella Cittadella siamo
pacifici ascoltatori e attendiamo gli eventi e,
sebbene non abbiamo contatti
con la Città, pure siamo trattati come se fussimo
amici, stante che tutto quanto da noi si chiede,
dal Governatore e Comandante
di Piazza di Messina ci viene accordato.
In effetti, per la deficienza di
viveri, che non ne abbiamo che per un altro mese
ed anche meno, abbiamo domandato un appalto per
la carne e maccheroni o pasta, ed i beccai e postai
ci vengon a servire fino al Forte SS.Salvatore.
Inoltre, tanti altri venditori ci forniscono di
sugna, lardo, cipolle, pane, vino e quanto può
bisognare pel viver civile. Abbiamo
anche domandato di fare acquisto di grano e quanto
può bisognare pel vivere civile.
Abbiamo anche domandato di fare acquisto
di grano e dalla Piazza è stato accordato il permesso
ai negozianti di poterlo portare in Cittadella;
ne abbiamo acquistato per circa 20 giorni. Or siccome
nella Cittadella vi sono riposti circa 3.000 tomoli
di biada e non avendo che sei animali per i molini
abbiamo cercato di venderli; appena domandato il
permesso di tanto negoziare, subito è stato concesso
che un negoziante potesse passare gli avamposti
per fare l'acquisto. A costui, inoltre, è stato
rilasciato uno speciale permesso
onde non fusse insultato da qualche tristo messinese,
stante che i paesani non vedono troppo bene tanta
cortesia nei nostri riguardi. In effetti quest'oggi
si è pattuito il prezzo della biada a 83
grana il tomolo ed il negoziante
ne ha già preso 132 sacchi
dandoci altrettanto grano. Dopodomani, lunedì, verrà
di nuovo a prenderne quanto ne può e così fino al
termine del quantitativo. Speriamo che le cortesie
seguitino fino al termine di tutta la
vendita, perchè, verificandosi la
capitolazione di Capua, potrebbe avvenire un cambiamento
di cose. Però la Cittadella sarà sempre la stessa
purchè non manchino viveri e mezzi; ed è per ciò
che ci affligge il non veder giungere il vapore
francese con i soccorsi promessi
nell'ultima ministeriale. É vero che con la questua
volontaria fatta tra noi si è prodotto 14mila e
più ducati, ma che sono per 4.500 uomini a cui bisognano
1.000 al giorno? - Senza saper nulla di positivo
viviamo con la speranza che le Potenze
estere diano soccorso al nostro Sovrano,
purchè (e Iddio nol voglia) non riescano fallaci
come avvenne per i Patrioti del 1799, i quali, fino
al momento di salire sul patibolo, attesero l'Armata
Gallo-Ispana che doveva liberarli.
4 NOVEMBRE
Questa mattina alle ore 7 a.m. il
nostro interprete telgrafico ci
avvisa che a 35 miglia(come comunicava
anche l'altro telegrafo garibaldino
in Messina) si vedeva un vapore ad elica, senza
bandiera. Si suppone che fusse quello
stesso vapore francese che S.M. spedì
qui il giorno 4 ottobre col Capitano Guillamat.
A tal notizia i nostri baluardi
erano gremiti di uffiziali e truppa per vedere i
soccorsi che giungevano da Gaeta, ma qualè è stata
la nostra sorpresa allorchè
il legno, ha issata la bandiera inglese ed invece
di entrare nel porto ha proseguito verso l'Adriatico!
Questa notte c'è stata pioggia a
dirotto, per cui nella mattinata tutte le guardie
ai bivacchi hanno ricevuto la razione di rhum.
Col vapore "La Messagerie", qui proveniente
da Malta, un Gentiluomo, forse incaricato dal Pontefice,
si è premurato parlare col Maresciallo Fergola;
Ha detto che lui agiva in favore del Papa e di Francesco
II per arrolare 30mila volontari per la Santa Causa
e che non si fidava affatto dei Francesi
perchè Napoleone è il nemico dell'Italia e del Regno
delle Due Sicilie; che fino a
quando vive Napoleone III l'Italia
sarà sempre schiacciata; che in Francia essendo
numerosi i legittimisti presto Egli cadrà. Egli
è un uomo di circa 30 anni, ma sembrami un gesuita,
abbenchè porta mustacchi e lungo napoleone alla
barba; è fornito di passaporto di varie nazioni
e con nomi diversi. Or, siccome poco m'illudono
i progetti di emissari, massime nelle presenti circostanze,
dò poco credito alle parole:
solo i fatti mi persuadono, nè saprei qual mezzo
egli possa adoperare per reclutare 30mila uomini!
Ha domandato qual mezzo potrebbe
trovare per parlare a Francesco II;ha detto pure
che il Papa, per consiglio del Cardinale Antonelli
, voleva pubblicare una Crociata,
ma che Napoleone III non ha voluto
permetterlo, e tante cose, che tutte
mi sembrano aeree, oppure di entusiasta senza riflessione.
Ci ha finalmente assicurato che il
Congresso di Varsavia tra gli Imperatori
di Russia, Austria ed il Principe
Reggente di Prussia è durato 4 giorni ed è terminato
il 26 ottobre p.p., ma che non se ne conosce ancora
il risultato... Molta truppa
garibaldina è partita da Messina per le Calabrie
ed hanno eseguito molti arresti di Realisti; hanno
parimenti rinforzato i Forti
di Scilla e Torrecavallo e perseguitano li paesi
insorti in favore del Re a mezzo della guardia nazionale,
massime quella di Reggio molto accanita contro gli
insorti.
5 NOVEMBRE
Ho letto l'opuscolo ricevuto ieri:
esso è un appello contro Napoleone
III esponendo tutti i suoi torti ed inganni; esorta
tutti i Sovrani d'Europa e la stessa
Nazione Francese di abbatterlo dimostrando il suo
carattere infernale e la sua
smisurata ambizione, i torti verso
Pio IX in quanto sotto l'aspetto di proteggere la
sua persona e la Religione, col suo
consenso fa invadere dal suo alleato
Re del Piemonte tutti gli
Stati della Chiesa, istigando i suoi
popoli e quelle delle Due
Sicilie ad insorgere contro i propri legittimi Sovrani.
Quest'oggi abbiamo acquistato altre
50 salme di grano e ducati
1.260 la salma ed abbiamo venduto quantità di biada.
Siamo in grande attenzione dei soccorsi
promessi da Gaeta e della roba di panno per la truppa
che veramente ne ha bisogno. Stamane abbiamo mandato
due grossi pieghi al Vice Ammiraglio francese sul
vascello qui stanziato nel porto, che nel riceverli
gentilmente si è compromesso farli
pervenire a Gaeta. Speriamo che S.M. conoscendo
i nostri bisogni si premuri, se può, spedirci
l'occorrente, o almeno quanto ci
venne promesso nell'ultima ministeriale.
6 NOVEMBRE
Ore 9 a.m. -È giunto "La Messagerie"
ed il Comandante assicura
che Capua effettivamente è stata occupata dai garibaldini
e che S.M. ha fortemente fortificato
tutte le posizioni da Sessa fino a Gaeta. Parimenti
è giunto il vapore "Maria Antonietta" e due commedianti
ci hanno assicurato che Capua non è stata invasa.
A chi dar credito? Brutta
cosa è l'incertezza! Ci si dice ancora che il Comandante
Militare in Napoli, dopo aver riuniti tutti i nostri
soldati usciti dagli ospedali ed
i prigionieri fatti in diverse occasioni li ha fatti
imbarcare per Genova non dando affatto
ascolto a molte famiglie che reclamavano
di farli restare nella loro patria; anzi ha loro
risposto che essendo prigionieri di Capua
giusta capitolazione di Capua dovevano
imbarcarsi per Genova.
Quante contraddizioni!
IL Comandante de "La Messagerie"
ci assicura ancora che il vapore
francese "Il Proto" a nostro servizio
era stato da lui veduto a Gaeta che caricava generi
di panno e abbigliamento che dovevano
qui spedirsi; speriamo che ciò si
verifichi! - Ci si fa conoscere che la Russia, Austria
e Prussia abbiano fatta una nota
collettivamente alla Francia in risulta
del Congresso di Varsavia con la quale le impone
di dichiarare francamente i suoi
divisamenti relativamente all'Italia
ed in modo stima la parte che vuol prendervi stante
che non possono più permette al Re di Piemonte di
agire come sta praticando al presente. Speriamo
che ciò sia vero perchè molto vantaggio arrecherebbe
alla nostra causa. Questa
notizia mi sembra non vera!-Ci si dice ancora dai
passeggeri della "Maria Antonietta" la grande miseria
che vi è in Napoli ed il disgusto della popolazione
per cui giornalmente si teme una reazione, e che
i "lazzari" hanno preparato una grande
quantità di pietre nelle loro abitazioni.
Insomma, una gran quantità di notizie a cui non
bisogna prestar credito, ma che io
qui registro per ammazzar la noia.
La Sicilia sembra in apparenza tutta
entusiasmata e contenta; eppure
non è così. Sono contentissimi della Costituzione,
ma vorrebbero che questa nuova forma di governo
non restasse nell'anarchia
come attualmente si trova, per cui il malcontento
non solo vi esiste in quelli che col Governo vivevano
impiagati ed ora espulsi,
ma anche nei proprietari pacifici e nei negozianti
a cui sembra mille anni che tutto finirà in qualunque
maniera sia.- Stamane un assistente
di un nostro Uffiziale Superiore, nel portarsi con
permesso a Messina, si è incontrato con un Gentiluomo
che abita di fronte la casa ove il
detto Uffiziale alloggiava allorchè era in Città,
e chiamato in disparte gli ha detto: "Dite
al vostro padrone di non credere
affatto a quanto si dice in Città; sono tutte bugie.
Tenetevi forti nella Cittadella e non
credete a nulla." Infine, chi vuole
che la faccenda sia vicino a sciogliersi, altri
dicono "guerra europea", altri cantano
vittorie, altri disfatte... certo
è che da circa 7 mesi viviamo segregati dal consorzio
umano, sempre in aspettativa, ora di buone ora di
tristi notizie, che farebbero ammalare chiunque
non abbia sangue freddo e riflessione.
In giornata abbiamo acquistato altre
25 salme di grano e venduto
86 salme di biada. Brutta cosa è
pensare per la sussistenza per 4.500 uomini armati!
7 NOVEMBRE
Questa mattina il nostro interprete
del telegrafo ci avvisa che un
telegramma da Napoli segnala a Reggio
che il "Re Galantuomo" Vittorio
Emanuele faceva la sua entrata in Napoli alle ore
10 a.m. e che perciò si ordinasse a tutti i Forti
e Castelli che a detta ora facessero la salva di
rito.-In effetti alle ore 10 abbiamo
inteso tuonare il Castello di Reggio,
Torre di Faro, Scilla, Alta Fiumara che sono di
fronte. Tale notizia ci è stata partecipata, per
un parlamentario, anche dal Comandante di Piazza
garibaldino di Messina. Cosa curiosa, giusta la
convenzione, tutto ciò che
trovasi nei due Castelli di Consagra e Castellaccio
deve trasportarsi a spese di della Città in questa
Cittadella, e nel mentre dal
nemico ci si partecipa l'entrata di Vittorio Emanuele
nella Capitale del Regno, ci pervengono due grossi
carichi di barili pieni di polvere trasportati da
messinesi, tanto a noi avversi e che sempre inneggiano
al Re Galantuomo Vittorio
Emanuele!
La notizia dell'entrata in Napoli
di V.E. Per nulla mi ha sorpreso,
come pure all'intero presidio, perchè io che leggo
i
fogli di Francia già sapevo in quanto
già annunciato dal foglio francese "La Presse" del
giorno 23 del mese passato; in detto foglio era
anche comunicato tutte le deputazioni, con i nomi,
presentatesi a Vittorio Emanuele
ad Aquila, Sulmona e Castel di Sangro e segnatamente
quella di Napoli che lo premurava di venire subito
nella Capitale per evitare sconcerti. Infatti, nel
foglio si diceva che il Re d'Italia avrebbe fatta
la sua entrata in Napoli il
giorno 8, ma, si vede, che per la premura fatta,
è stata anticipata ad oggi. La notizia ha prodotto
forte dispiacenza a questa intera guarnigione! Grandi
feste a Messina e Reggio; le illuminazioni non hanno
avuto luogo per la forte pioggia che cade. Nei teatri,
certamente, ci sarà grande illuminazione. Questa
mattina il Tamburro del 5° di Linea Ferrara ha sofferto
100 legnate per tentata diserzione;
alto individuo, per ferimento, è stato sottoposto
al Consiglio di guerra del Corpo.
8 NOVEMBRE
Ci si assicura da alcuni marinari
che la notizia dell'entrata di Vittorio Emanuele
in Napoli è falsa; quella segnalazione fatta da
Napoli fu per far partire dalla Sicilia
e dalla Calabria 3 battaglioni di dette Provincie
per Napoli in quanto in nessun modo
volevano partire.
Se ciò sia vero oppur no il tempo
lo dirà. Certo è che se la
notizia non è vera molta poco vercondia deve avere
quella Autorità che fa mettere
in stampa simili avvenimenti falsi. E gli è certo
che tutte le volte che sono partite truppe dalla
Sicilia o dalla Calabria,
sono state sempre precedute da notizie di battaglie
vinte.
9 NOVEMBRE
Per tentata diserzione di sette individui,
soldati del 7° di linea, fu
ieri ordinato un Consiglio di Guerra subitaneo.
Il capo complotto condannato
a 10 anni ai ferri ed a 15 giri di bacchetta
per 200 uomini; tre soldati, a 15
giri di bacchetta per 200 uomini e gli altri tre
ad un anno ai servizi ignobili perchè conoscitori
della diserzione dei primi quattro
e non ne avevano passata notizia ai Superiori.-La
sentenza non potè rendersi esecutiva
ieri stesso perchè molto tardi termino
il giudizio, ma bensì questa mattina, in mezzo al
Maschio della Fortezza con
l'intervento di tutta la guarnigione sotto l'armi.
Tale esempio farà ben considerare a qualche scioperato
che avesse cattiva intenzione di disertare la pena
a cui va soggetto.
Nel venire dal Forte SS.Salvatore
il 7° Reggimento di Linea, con
bandiere spiegate, nella Cittadella
per l'esecuzione di detta sentenza, ha attraversato
il piano di Terranieri che sta avanti la
palazzina. Nel sentirsi la banda
di detto reggimento, gran calca gente si è colà
riunita; forse qualche bello spirito ha detto che
quel reggimento si portava a Terranova
per stipulare la capitolazione della resa della
Cittadella; tal voce si è subito
propagata per tutta la Città in modo
che il Comandante di Piazza garibaldino Maggiore
Bisogni aveva già nominato individui per ricevere
i patti della capitolazione. Nel medesimo tempo
Reggio ha segnalato a Catanzaro e Cosenza la resa
della Cittadella e che sa se tal notizia non sia
già pervenuta anche a Napoli.
Un Uffiziale italiano, quest'oggi,
parlando con il nostro Uffiziale
incaricato di comprare in Messina grano e farina
gli ha detto che i Tedeschi
hanno passato il Mincio e minacciano la Lombardia
e che perciò essi andavano a partir subito per Genova
per prendere posizione sul Po per battere i Tedeschi.-
Siamo stati assicurati essere falsa
la notizia della resa di Capua e dell'entrata di
Vittorio Emanuele in Napoli, che il giorno 3, avanti
Capua, vi è stato un forte attacco ove sono periti
12mila garibaldini e 400 dei nostri. Queste cifre
mi sembrano un poco alterate e da non credersi.
Ci si dice ancora che il Generale Bosco sia partito
per gli Abbruzzi con 18mila uomini, che i
siciliani ed i calabresi non hanno
voluto partire perchè credonsi ingannati, che le
Calabrie sono tutte in rivolta e, finalmente, che
si crede una reazione di Napoli stante che dal Trattato
di Varsavia la Francia ha promesso di non ingerirsi
degli affari d'Italia se l'Austria
dichiara guerra al Piemonte. Se tutto ciò fusse
vero il nostro affare andrebbe benissimo, ma i fogli
di Francia non ne parlano
affatto. Certo è che da Messina tutti si
allontanano; la miseria, per altro,
in Città è strema, nessuno
lavora, il commercio è fermo e il basso popolo,
il più insolente, minaccia sempre il saccheggio.-
Quantità di legni inglesi, seguiti
sempre da francesi, traversano
il Faro; intanto noi pacifici spettatori
e incerti di quanto di vero o menzognero ci si dice
non facciamo che vigilare i nostri
baluardi, unico punto di tutta la
Sicilia ove sventola il vessillo di Francesco II,
mirando sempre verso Torre di Faro con la
speranza di scoprire il "Proto" vapore
francese al servizio del Re che deve portarci i
promessi soccorsi ed i generi di panno per la
truppa per i presenti freddi manifestatisi
con molto rigore; ma disgraziatamente il "Proto"
non si vede nel mentre da molti giorni avrebbe dovuto
arrivare.
10 NOVEMBRE
Abbiamo venduto per 1.700 ducati
di biada ed abbiamo acquistato grano e farina per
la sussistenza del corrente mese e altri giorni
di dicembre. Manchiamo di olio e
si è commessionato per avere 20
cantaja, stante che per i molteplici
corpi di guardia ed illuminazione della Fortezza
ve ne bisognano circa 30 rotoli al
giorno. Questa
mattina si sono imbarcati garibaldini e parte dei
volontari sopra un vapore ed altro legno a vela
ed hanno preso la volta del
Sud, ovvero Spartivento. Si suppone
che se non sbarcano in Calabria dietro marina, andranno
forse verso Ancona per proteggere la linea del Po,
come disse ieri l'Uffiziale italiano. Viviamo sempre
con animo sospeso in attenzione di eventi senza
saper mai cosa alcuna di certo.
È giunto verso le ore 20 un vapore
proveniente da Siracusa carica
di truppa nemica; tra i soldati vi
sono quelli della 5ª compagnia
dei Pionieri che dopo la capitolazione
di Siracusa presero servizio
nelle masse di Garibaldi i quali hanno riferito
ad un nostro Sergente che venivano a Siracusa e
andavano e Genova. Ciò ci fa credere che potrebbe
verificarsi quanto ci hanno riferito, cioè che i
Tedeschi hanno passato il Mincio e che dalle Due
Sicilie partono truppe per difendere
il Po e per prenderli alle spalle.
I nostri emissari calabresi più non
li vedono da molti giorni; non
sappiamo a che attribuirlo. Da una
parte ci si dice che in Calabria
siano stati eseguiti molti arresti di Realisti,
altri che l'insurrezione progredisce.
Per noi tutto è incerto! Questa mattina si è disposto
che l'illuminazione delle caserme
vada a carico dei Corpi, come per
legge, e non più si riceva olio dai magazzini della
riserva e ciò fino a che non sia interrotto il
curioso commercio con la Città. Siccome
la guarnigione non riceve il vino per qualche giorno,
perchè devesi tramutare, la truppa
riceverà un rotolo e mezzo di lardo
per Compagnia tutte le volte che farà il ragù, invertendo
in carne ciò che dovrebbe spendere
pel lardo. Si fa tutto il possibile
per allungare la durata dei nostri viveri, sempre
nel dubbio dell'arrivo dei soccorsi da
Gaeta.
11 NOVEMBRE
Il Governatore di Messina telegrafa
a Napoli desiderando conoscere
se Vittorio Emanuele, dopo di aver
visitato Palermo, viene anche a
Messina. Ad onta di tali telegrammi,
molte persone, anche in Città,
mettono in dubbio l'entrata in Napoli di Vittorio
Emanuele,
come pure la presa di Capua; il tempo
lo dirà.
Ho ricevuto stamane una copia del
foglio francese "La Patrie" ove
è trascritto il risultato del Congresso
di Varsavia. Il testo è il
seguente:
Art.1 – Guerra aperta alla rivoluzione
e allo spirito
rivoluzionario.
Art.2 – Mantenimento di tutte le
Sovranità e specialmente delle
Sovranità della attuali frontiere.
Art.3 – Piena disapprovazione di
quanto avviene in Italia.
Art.4 – Impegno di favorire il reintegramento
delle possessioni in
Italia.
Art.5 – Sacrifizio per parte dell'Austria
in favore della Russia
nella possessione che essa avea pria
del trattato di Parigi.
Art.6 – Appoggio eventuale afferto
all'Austria dalla Russia dalla
parte di Ungheria, dalla Russia dalla
parte della Boemia, dalla
Boemia dalla parte del Tirolo.
Art.7 – Accordo non solo per mantenere
la divisione della Polonia,
ma per impedire una rivoluzione polacca.
Art.8 – Promessa amplissima di concorrenze
relative agli
avvenimenti che possono aver luogo
fra cui primeggia la mansione
della guerra sul Reno."
Sono le ore 12, si sente tuonare
a Reggio e Torre Cavallo per i
tre giorni di salve che sono stati
ordinati per l'entrata di
Vittorio Emanuele in Napoli.
12 NOVEMBRE
Questa mattina è giunto nel porto
un vapore francese proveniente da Gaeta forse per
qualche nuova istruzione al vascello francese
stanziato in questo porto, al quale
ha consegnato una quantità di
plichi a noi diretti e qui fatti
pervenire subito a mezzo di un
Uffiziale di Marina, il quale li
ha consegnati al Comandante
Supremo Maresciallo Fergola. È una
vera posta per i tanti uffici ai Corpi, ministeriali,
brevetti gli uffiziali promossi.
L'Uffiziale di Marina francese ci
ha assicurato che ufficialmente è stato ad essi
partecipato la capitolazione di Capua, ma che
stessimo tranquilli perchè fra giorni
tutto si comporrà diplomaticamente e finiranno le
nostre angustie dell'assedio.
Tra gli uffici vi sono due "ordini
del giorno" partecipati a tutti Corpi del Reale
Esercito ed a questa guarnigione con ministeriale
n°8 el 2 novembre 1860:
"Corre il quarto mese ed il presidio
di Messina, chiuso l'orecchio ad ogni insidia o
minaccia, respinge le offese nemiche e non
lascia occasione di domostrare fermo
e deciso sostenere la causa dell'Augusto Re Francesco
II.
Ma non ha guari dava benanche manifesta
prova di anteporre la stessa
sofferenza, le fatiche ed i pericoli della guerra
alle dolcezze di famiglia
ed alle domestiche cure. Questi
sono soldati e sottouffiziali che per compiuto impegno
hanno diritto a definitivo congedo, ma unanimemente
sono venuti nella onorevole e bella determinazione
di rimanare sotto le bandiere finche perduri la
guerra.
E S.M. il Re(D.G.) volendo rendere
duraturo il ricordo di tale generoso sentimento
e perchè gli individui potessero dimostrarsi
orgolgiosi di così bella e militare
risoluzione ha ordinato che
venissero tutti fregiati della medaglia
d'argento dell'ordine di Francesco I."
ALTRO ORDINE DEL GIORNO N°9 DEL 4
NOVEMBRE 1860
"Non è molto che il Comandante della
Cittadella di Messina fatto
noto a quel presidio come la Cassa
di Campagna si vedesse ristretta nei pagamenti,
tutti, proporzionatamente, dal Capo
all'ultimo soldato, offrirono il
loro soccorso e fu raccolta la non lieve somma di
oltre 14mila e 628 ducati.
Tale spontaneo ed onorevole disinteresse,
non comune alle istorie militari,
basterebbe da se solo per dimostrare di qual generoso
sentimento si trova animato quel
pugno di bravi ragazzi che tra le
vicende di una guerra, inaudita ed
insidiosa nonchè irregolare, si è deciso a sostenere
e con ogni mezzo le ragioni dell'Augusto Re
Francesco II e di pugnare per la
giustizia ed il diritto senza por mente alla natura
dei sacrifizi che la necessità loro imponesse!"
Da molte lettere particolari apprendiamo
tristi notizie del nostro
Esercito: cioè, Capua bombardata e la guarnigione
prigioniera di guerra; le
truppe d'Itri battute e la maggior parte, comandate
dal Generale Ruggiero, si sono ritirate a Terracina
dichiarandosi truppa neutrale(perchè forse vi sono
i francesi) depositando le
armi finchè non possonsi ritirare a Gaeta; le nostre
in posizione in quel di Mola, battute completamente
e ritiratesi, sono al bivacco
sotto le mura di Gaeta. Infine, un mondo di disgrazie,
uffiziali morti, che la mano rifiuta di scrivere,
ma, ciononostante, ci si assicura
sempre che presto tutto si accomoderà. Il desiderato
vapore "Il Proto" che deve recarci i promessi soccorsi
non ancora giunge; il desiderio della sua venuta
fa sì che qualunque vapore si scorge da lontano,
la maggior parte del presidio monta sulle batterie
per osservare se sia il benedetto "Proto". Gran
quantità di soldati sono provveduti di
cannocchiali comprati SS.Salvatore
dalla gran quantità di venditori che colà accorrono
giornalmente a vendere ogni sorta di oggetti.
Ma la vendita comincia a diminuire
perchè il danaro comincia a
mancare stante che i Generali e gli
Uffiziali, oltre di ciò che hanno improntato alla
Cassa di Campagna per i bisogni del
presidio, non hanno ricevuto soldo
pel passato mese di ottobre, ma la sola diaria e,
parimenti, la truppa, oltre di ciò che ha
improntato alla detta Cassa, dal
primo del corrente mese riceve solo il prest senza
diaria. Quest'oggi abbiamo acquistato 7 cantaja
di olio a ducati 26 ¼ al cantaja perchè quello delle
nostre riserve era per finire.
13 NOVEMBRE
Apprendiamo da vaghe notizie che
la maggior parte delle nostre truppe abbiano battuto
ritirata a Terracina; si suppone che
qualche convegno vi sia tra il nostro
Re ed i francesi e che questa
truppa siasi colà ritirata per non avere sussistenza
sotto le mura di Gaeta, anche perchè(a quanto dicesi)
battute a Mola dalla flotta navale anche di notte,
era obbligata ad abbandonare quella posizione. Notizie
ufficiali non ne abbiamo, ma le lettere
particolari si rileva.
Dicesi ancora che il Re con soli
14mila uomini siasi concentrato
nella Piazza di Gaeta e che abbia
prevenuto gli abitanti di
provvedersi di viveri per alquanti giorni e che
alle famiglie dei militari
abbia fatto anticipare 6 giorni di viveri e che,
finalmente, a Gaeta tutti i militari ricevono i
viveri dalla riserva.-
Questa mattina abbiamo ricevuto 50 cantaja di legname
dalla riserva di Artiglieria ricavati da affusti
vecchi perchè disgraziatamente
la legna manca per cuocere il pane. Dalle Calabrie
potrebbero venire legna e fascine, ma da colà si
impedisce il commercio per Messina. Dalla Città,
giusta la convenzione, potremmo pretendere pagando,
ma Messina è scarsissima di
legna ed è a carissimo prezzo; noi, pertanto, rimediamo
alla meglio con botti e barili della vuotata riserva
e con le immense sporte di
maccaroni per qual tanto che basta a fare la vampa
per infornare il pane di cui ne bisognano circa
25 cantaja per ogni distribuzione.
Speriamo, per altro, che le faccende di guerra presto
si accomodino abbenchè la diplomazia vada sempre
per le lunghe, ma ora che il nostro Re(per le notizie
pervenuteci da Gaeta) trovasi assediato in quella
Piazza, non estendendosi i suoi
avamposti che alla Casa Quadrata
a vista della Piazza e a circa un quarto di miglio
dagli avamposti nemici(ossia all'Arco di Conca),
la Capitale occupata dal nemico,
Capua invasa dopo un bombardamento,
questa Fortezza imponente rimasta isolata e con
scarsi mezzi, se le Potenze amiche
non si premurano, il nemico terrà come fatto compiuto
la conquista del Regno di Napoli e
Sicilia. Calabresi più non ne vediamo;
infiniti arresti si fanno in quelle Provincie da
lo nuovo regime, inimicizie particolari che
tra essi si vendicano, anarchia per
ogni dove. Nella Cittadella abbiamo il Maggiore
Commessario del Re per i Consigli di Guerra
di Guarnigione; egli è di Reggio
ed ha 4 figli maschi, due dei quali erano qui con
lui ed altri due impiegati di Dogana a Scilla;
ora questi sono tutti nelle carceri
centrali di Reggio per ordine del Governatore Plutino,
accusati di essersi battuti a Pentaoli e
Cinquefrondi, mentre, in effetti,
due erano qui ed altri due a Scilla. Falsi testimoni
ed inimicizie particolari li fanno gemere
nelle prigioni; chi sa per quanto
tempo vi resteranno.
14 NOVEMBRE
È giunto da Napoli il vapore "Duca
di Calabria" ed ha portato due
donne appartenenti a soldati delle
compagnie di artiglieria di questa Cittadella, le
quali trovavansi a Capua il giorno del
bombardamento e ci hanno confermato
quanto di già conoscevamo fin da ieri, soggiungendo
che la guarnigione si rese prigioniera e che
tutta fu portata in Napoli ed imbarcata
per Genova, licenziando i soldati che avevano terminato
il loro impegno ed obbligando al
servizio quelli che ancora non lo
hanno finito. Per gli uffiziali: coloro che non
hanno voluto servire a Vittorio Emanuele, sono
stati licenziati(ma quasi tutti hanno
accettato e rimasti in rimasti in servizio). Raccontano
ancora le grandi feste fatte a
Napoli alla entrata di Vittorio Emanuele
e la grande esultanza dei Napoletani.-
Dal giornale francese "La Presse"
del 30 ottobre rilevo che a
Varsavia nulla hanno combinato i
due Imperatori di Russia ed Austri ed il Principe
Reggente prussiano e sembra che gli affari
siano rimasti in diplomazia; ad onta
degli 8 articoli la cosa pare che prenda tempo:
mentre il medico studia il malato se ne muore! È
una vera disgrazia, anche i fogli di Francia si
contraddicono! Noi intanto fidiamo grandi speranze
sulle Potenze del Nord ed alla
loro diplomazia, vista la permanenza
di S.M. in Gaeta con tutta la Real Famiglia, nonchè
l'amicizia che pel momento gli dimostra la
Francia col mantenere a Terracina
parte della sua Armata come neutrali, come pure
per aver nominato Ministro Plenipotenziario
presso S.M. l'Ammiraglio Le Barbier
de Finar.
15 NOVEMBRE
Questa mattina sono partiti da Messina
300 garibaldini su di un piccolo
vapore e non si sa per dove; alcuni dicono che sono
dei nostri artiglieri, forse
prigionieri fatti a Siracusa, o Augusta
al servizio nemico, che vanno a Napoli.-
Sono giunti nel porto vari vapori mercantili da
Napoli. Varie donne di Uffiziali
e Sottouffiziali di Artiglieria sono qui venute
a raggiungere i loro mariti; queste trovavansi a
Capua col Deposito di detto
Corpo. Molte coglionerie, miserie e morti raccontano
e pazientemente si ascoltano per ammazzare la monotonia
e l'ozio dell'assedio. Quest'oggi
si sono disertati due Secondi Sergenti del 7° di
Linea – Ventre e Carriero -; si ha sospetto di
molti Uffiziali Superiori o che vogliono
disertare perchè pieni di timore per i loro gradi,
oppure per viltà, spargendo voci
scoraggianti forse per persuadere
altri di rendere la piazza, senza conoscere che
la mia particolare polizia li sorveglia attentamente
e che hanno a che fare con uomini decisi e vecchi
ed onorati militari che comandano questa Fortezza,
come il Generale Supremo Fergola
ed io che ne ho l'esclusivo comando. Voglio per
altro augurarmi che non si verifichi quanto sospetto
perchè un Consiglio di Guerra
subitaneo non mancherebbe di condannarli a morte.
Ecco – e lo dico per la ennesima volta – la conseguenza
degli Uffiziali Superiori fatti per antichità ed
immersi nell'ozio delle guarnigioni senza aver fatto
mai la guerra o sofferto disagi in qualche Campagna,
avvezzi sempre all'adulazione che hanno loro prodotto
gradi ed onori, e vanagloriosi. Infelice Sovrano,
abbandonato da tutti coloro che ha
maggiormente beneficato!
16 NOVEMBRE
Fra le notizie che pervengono da
Messina vi è che Vittorio Emanuele con 6mila uomini
si porta a Palermo, resterà qualche ora
a Messina e quindi partirà per Genova
per affrontare i Tedeschi che hanno passato il Mincio.-
Da Palermo si segnala che due vapori con truppa
sono in vista. Pel cattivo
tempo si sono costruite quantità di garitte per
le molteplici sentinelle che circondano la Fortezza
e molte baracche di legno per sostituire le tende
deteriorate dalle abbondanti
piogge e dai venti.
17 NOVEMBRE
Abbiamo sicura notizia che le truppe
piemontesi , o garibaldine, di guarnigione nella
Piazza di Siracusa, hanno ricevuto l'ordine di partire,
rimanendo colà la sola guardia nazionale per custodire
la piazza stessa. Dicesi lo stesso per la guarnigione
di Messina che è poco numerosa. Il Cardinale Villadicane
ed il suo Coadiutore Mons. Papardo si sono allontanati
da Messina, lo stesso hanno fatto molti capi di
ricchi ordini religiosi.
Le truppe di Catanzaro e Cosenza(a
quanto dicesi) si sono tutte
imbarcate a Paola, rimanendo, per
guarnigione, la guardia nazionale del nuovo regime.
Intanto a Messina si sta preparando il Palazzo Reale
per la venuta di Vittorio Emanuele. Riceviamo sicura
notizia dal caffettiere greco Costantino, che ci
provvede di gelati ed è ora venuto dal Levante,
che i Tedeschi sono calati nell'Alta Italia, come
pure il Duca di Modena con altri 20mila
uomini. Verso mezzogiorno si sono
posti gli affissi per la Città riportanti il telegramma
segnalato da Palermo che avvisa che il Re
Vittorio Emanuele andrebbe a Palermo,
ma che non veniva a Messina e che perciò cessassero
i preparativi delle feste; i negozianti
avevano offerto 15mila oncie per
queste feste. È entrato nel porto un grosso vascello
inglese a due ponti e mezzo
ed è partita la fregata inglese che
qui trovavasi da più di un
mese. Ci si assicura che a Palermo siano sbarcati
due Reggimenti piemontesi
ed altri due se ne attendono; Altro Reggimento verrà
in Messina. Di tante notizie
che riceviamo senza nulla sapere di
positivo, perchè tutte sembrano contraddittorie,
il nostro animo si mantiene sospeso, abbenchè decisi,
come di dovere di fare tutto
il possibile di resistere fino all'estremo
per la difesa di questo interessante punto, unico
posto in tutta l'Isola in cui sventola
il vessillo di Francesco II. Rattrista
soltanto il non veder giungere i promessi soccorsi
da Gaeta, non tanto pel denaro e viveri avendone
per circa altro mese, quanto
per la tenuta d'inverno per la truppa che trovasi
vestita in bigio con i freddi che corrono e per
sapere della salute del Re
e la posizione in cui siamo e quella dell'Esercito,
stante che tutto quanto sappiamo e conosciamo è
dubbio e contraddittorio.
La truppa non riceve vino, ma le guardie tutte,
al numero di mille e più uomini, alla punta di giorno
ricevono una razione rhum.
18 NOVEMBRE
Ieri al giorno, verso tardi, il Console
Piemontese diresse una lettera
al Maresciallo Fergola allegandogli altra lettera
del nostro Capitano del Genio
Saint Paul, che disertò mesi addietro,
pregandolo di rimettergli il suo
equipaggio; con questa occasione il detto Console,
fra l'altro, gli dice: "....Voi della Cittadella
non credevate alle vittorie di Garibaldi,
nè alla resa di Capua, ma ora crederete alla posizione
di Francesco II in Gaeta..." e, nel contempo, si
offriva per qualunque cosa potesse abbisognarci.
Per quanto riguarda il Capitano Saint Paul, gli
si è risposto che non intedevamo
avere a che fare con i disertori e null'altro!
Questa mattina è entrato nel porto
altro vascello francese, col
Retro Ammiraglio a bordo, e la fregata
inglese che partì ieri sera di nuova è rientrata.
Tanta forza navale inglese e francese,
cosa insolita nel porto, ci
da qualche pensiero, ciononpertanto questa mattina
abbiamo spedito un Uffiziale a bordo del primo vascello
francese, dando al Comandante tutti
i nostri pieghi e contabilità dei Corpi, diretti
a Gaeta al Ministro della Guerra ed ad altre
Autorità. Ho letto sul foglio siciliano
il seguente articolo: "AVVISO
AL PUBBLICO – NON RICEVERÒ LETTERE SULL'ISOLA DI
CAPRERA,
OVE MI RITIRO, SE NON AFFRANCATE.
GIUSEPPE GARIBALDI".-
19 NOVEMBRE
Questa notte è partita la fregata
inglese che era nel porto.
Riceviamo consolanti notizie dalla Calabria che
gli insorti a favore di Francesco
II siasi impossessati di tutti i Forti di
Scilla, Alta Fiumara e Torre Cavallo
e che abbiano fatto un macello di tutti i garibaldini
e quelli ad essi associati, che
l'insurrezione progredisce avendo
alla testa il Cavaliere Carbone di Pentaoli. Mi
auguro che tutto ciò sia vero, ma lo credo
impossibile. Corre voce parimenti
che stanno per giungere altri due vascelli francesi,
conducendo in questa S.A.R. il Principe D.Luigi,
fratello di S.M.(D.G.); se ciò si
verifica, pare che la noia del nostro assedio ben
presto terminerà. Molte altre voci ci vengono a
raccontare, per esempio:
•
che Vittorio Emanuele sia stato mal
ricevuto in Napoli;
•
che abbia mangiato con Francesco
II;
•
che tutti i piemontesi e garibaldini
devono subito sfrattare dal Regno delle Due Sicilie;
ad altre cose di simil natura. Intanto in Messina
si dice che Gaeta, da qui a otto giorni, va ad essere
consegnata a Vittorio Emanuele.
Tutto è contraddittorio! I
due sergenti disertati il giorno 15 hanno fatto
conoscere che vorrebbero rientrare di bel nuovo
sotto le bandiere nostre, ma al
patto di essere perdonati. Il Generale
Supremo ha voluto sentire il Capo del Corpo ed altri
pareri allo scopo di stabilire se i
predetti dovevansi o non accettarsi.
Domandato il mio parere, ho detto che in tempo di
guerra non si usano mal volute
considerazioni e che se i due sergenti
Ventre e Carriero si presentassero
ai nostri avamposti dovrebbero essere subito
giudicati da un Consiglio di Guerra
subitaneo e fucilati, stante
che la legge stima saviamente che
il disertore che passa al nemico
in tempo di guerra è un traditore.
Venendo tra noi potrebbero compromettere la Piazza
affidataci; oltre a ciò, lo statuto penale
militare non ammette la presentazione
in tempo di guerra.-
20 NOVEMBRE
Questa mattina doveva giungere, giusta
il consueto, la "Messagerie"
francese, proveniente dalla Stato Romano, Gaeta
e Napoli, che con grande premura
stavamo attendendo con la speranza
di denaro, stante che non abbiamo
altro denaro che per il semplice prest della truppa
e per soli altri 6 giorni; come pure per avere
qualche notizia sicura di Gaeta e
di Napoli, in considerazione che tutto quanto veniamo
a conoscenza è vago e contraddittorio e quasi
sempre non si verifica. Ma le nostre
speranze sono rimaste deluse
atteso
il diluvio di grandine ed acqua caduta questa notte,
con il tempo così burrascoso
e vento impetuoso che due vapori partiti ieri al
giorno sono rientrati di bel nuovo nel porto. La
"Messagerie", quindi, non è venuta
e Dio sa ove travasi e se sia partita. Poichè il
tempo seguito nello stesso modo, tale incidente
fa rattristare molti. Il mese passato
gli Uffiziali non hanno ricevuto il soldo, la questua(o
impronto) fatta alla Cassa di
Campagna termina il giorno 26 corrente,
in modo che non giungendo denaro siamo obbligati
dar di mano i viveri di riserva che non
sono molti. Dovrebbe anche pervenirci
la roba di panno per la truppa che muore dal freddo.
Chi da quali critiche circostanze
impediscono tali invii. Faccia Iddio!
21 NOVEMBRE
Verso le ore 9 ½ è giunta la tanto
desiderata "Messagerie" dalla
quale attendevamo la conferma di
tante lusinghiere notizie che
correvano, nonchè denari, soccorsi,
vestiario d'inverno per la
truppa. Vane speranze! Non abbiamo ricevuto niente
di tutto ciò, neppure un plico o lettera di ufficio;
anzi, il Comandante ci ha assicurato che tutta la
Famiglia Reale, imbarcata su un legno spagnuolo,
trovasi a Roma. S.M. il Re è rimasto a Gaeta con
20mila uomini ed il rimanente
del nostro Esercito trovasi, armato, a Roma e che
i piemontesi preparano approcci per battere Gaeta.
La stessa Messagerie ha sbarcato
il Generale Bosco a Gaeta, forse proveniente da
Marsiglia. Tutti, poi, assicurano che gli affari,
abbenchè troppo inoltrati, ci accomoderanno.
Da Messina giornalmente si rilasciano congedi ai
volontari siciliani, a quanto
ci si fa conoscere, tutti i garibaldini non italiani
debbono essere congedati. Quest'oggi è partito uno
dei due vascelli francesi.
22 NOVEMBRE
È giunto da Napoli il vapore "La
Partenope" ed ha portato varie
signore appartenenti a questo presidio;
Nel mentre qui ci vediamo
nelle ristrettezze per poter tirar avanti dal 26
in poi. La bontà del Generale
Supremo è grande perchè non avrebbe dovuto farle
sbarcare, ma è stato sufficiente dirgli che non
avevano come vivere in Napoli per farle entrare
in Cittadella con il suo permesso. Questa mattina
ho fatto cacciar via tutti i calabresi che vennero
a rifugiarsi in Cittadella ed accettati
per disposizione del Generale Supremo; col persuaderlo
che noi non abbiamo bisogno di
forza per la difesa di questa Fortezza,
avendone anche a sufficienza, convincendolo che
questa gente inutile è di peso e di
spesa per le nostre esaurite finanze.
Questi calabresi vengono in Cittadella e raccontano
un un mondo di menzogne alle
quali il Generale Supremo crede come un ragazzo;
ma siccome gli affari ed i bisogni stringono, ho
dovuto far sentire al Maresciallo
i miei divisamenti che, per troppa delicatezza e
fine educazione, per il passato non espressi in
occasione di qualche svista
da lui presa, anche perchè i tempi non erano così
critici come al presente.
Questa mattina si è cambiato in piazza l'ultimo
denaro in oro che avevamo
nella Cassa di Campagna, residuo della questua fatta
tra noi. Quest'ultimo denaro è sufficiente fino
al giorno 26, a meno che S.M.
non manda soccorsi. Lo credo difficile!!!
Verso le ore 4 ½ di notte ricevo
rapporto di essere giunto il
vapore "Il Sorrento" apportatore
di buone notizie che ha dato ad
un nostro marinaro dei lancioni,
facendo sperare grandi cose (giusta il consueto
che non sono mai verificate). Ha detto che essendo
ritornato da Parigi il Generale Bosco ha arrecato
promesse e aiuto dalla Francia
e che andava ad arrivare a Gaeta bastimenti di viveri
e che, tra giorni, questa fortezza sarà soccorsa
di quanto bisogna. Sarebbe
una grande risorsa... se si verificasse!
23 NOVEMBRE
Questa mattina si è comparto per
ducati 30 altro cavallo per
molire il grano ed attivare il quarto
molino a pietra, altrimenti
non si avrebbe avuto sufficiente
farina per panizzare per l'intiero
presidio. Abbiamo parimenti venduto altri 100 tomoli
di biada per provvedere ai bisogni del nostro ospedale
che, ad oggi, contiene 175 infermi. Piove a diluvio
da qualche giorno e la noia dell'assedio si rende
maggiormente penoso!
24 NOVEMBRE
Corre voce in Messina che il Re Vittorio
Emanuele si porta a Palermo
ove grandi preparativi si fanno pel suo ricevimento.-
Da Napoli ci si fa sapere che le nostre truppe,
obbligate a prendere servizio
sotto Vittorio Emanuele, si organizzano a Nocera.-
In Calabria si arrestano tutti i soldati che non
hanno terminato il loro impegno
per obbligarli a servire al nuovo regime.- La Guardia
Nazionale da per tutto serve con
impegno e alacrità nei sensi del
nuovo regime.- I prigionieri fatti
a Capua sono, parte a Napoli e
parte a Nocera.
Centinaia di Uffiziali passeggiano
per Via Toledo a Napoli col
soldo di prigionieri.- Molte nostre truppe sono
a Roma disarmate.
Francesco II, Sovrano infelice di
questo infelice Regno, non
possiede che Gaeta ove trovasi assediato.- Quattromilacinquecento
uomini, dal 26 luglio scorso, siamo
assediati nella Cittadella di Messina
senza avere perfetta comunicazione con la Città,
abbenchè ci si permette di comprare o vendere quanto
bisogna pel vivere civile, pagando a pronti contanti.-
Quantità di barche hanno il permesso dall'Autorità
Militare della Città di venire ad
approdare in Cittadella e smaltire i loro generi
per far vivere i Messinesi.
Abbiamo continui
inviti per cedere la Cittadella, ma sempre con gentili
maniere e sotto aspetto pel nostro bene e vantaggio.-Dai
castelli ceduti il 26 luglio,
giusta convenzione, viene puntualmente
trasportato, a spese della Città,
quanto in essi era contenuto;
questa mattina una gran quantità
di proietti ci sono pervenuti;
mentre ciò si esegue, ci si invita
e cedere la Fortezza.-Vascelli
inglesi e francesi che vanno e vengono
nel porto, restandone però sempre due ed altre a
vista.-La Francia, in apparenza, embra che
ci favorisce, ma si teme che non
sia sincera.- Notizie vaghe ed
incerte, ora favorevoli, più tardi
disastrose, ci mantengono in
continuo orgasmo, senza per nulla
poter calcolare sulla nostra vera posizione che
troppo scabrosa ci si presenta pel fatto che abbiamo
viveri e denaro per pochi altri giorni.
Se abbiamo il
mandato di difendere questa importante
Fortezza, da Militari di onore, quì siamo disposti
a sacrificarci, purchè ci attacchino ed investino
regolarmente, ma il nemico ci tratta con la massima
delicatezza ed urbanità per così
non rischiare 15 o 20mila uomini per la sua conquista
e per farci esaurire tutti i mezzi di viveri
e denaro che abbiamo, forse perchè
suppongono o si credono sicuri che da Gaeta non
riceveremo più soccorsi.
Disgraziate anomalie avvenute, come
quelle verificatesi in persona dell'infelice Re
Francesco II, dopo pochi mesi salito al trono, sono
inaudite: uno zio, conte di Aquila, ammiraglio,
cede tutta la flotta ed il personale al nemico;
tradimenti e sviste di Generali, alcuni dei
quali uccisi dai propri soldati che
vedendosi traditi e senza direzione si sbandano;
altra truppa che coraggiosamente si batte sotto
il comando del Sovrano; sangue immenso che si sparge
nelle vicinanze e sotto la Piazza di Capua; il Re
che voleva sostenere la linea
del Volturno contro la massa di Garibaldi, perchè
credeasi sicuro alle spalle essendo certo che le
truppe Piemontesi, che trovavansi
nelle Marche, non lo avrebbero
attaccato stante che il Piemonte
aveva il suo Ambasciatore in
Napoli sotto l'aspetto dell'amicizia,
nè gli aveva dichiarato la guerra, ed ora lo assale.-
La Capitale abbandonata senza essere difesa, forse
per qualche non sincero consiglio.- Uffiziali che
disertano(massime dei Corpi Facoltativi),
prendono servizio col nemico
ed unitamente a questo si battono contro i propri
fratelli .
Una insurrezione in tutto il Regno.
Il Re, attaccato alle spalle
dal Re del Piemonte in persona con truppa regolare
e, si ritira a Gaeta ove credesi assediato.- Capua
che dopo un bombardamento
di arrende.- Infine, un ammasso di disgrazie per
un Sovrano che perde un Regno senza dichiarazione
di guerra da parte di altro
Sovrano.
Un uomo intraprendente come Garibaldi
che mette in insurrezione un Regno, nominandosi
Dittatore e poi cedendo il
Regno stesso a Vittorio Emanuele senza che questi
avesse dichiarata guerra a
Francesco II.
Tale conquista fatta con
malafede da un Sovrano sorprende
e fa rimanere atterriti e stupefatti i contemporanei
essendo avvenimento tutto nuovo nella
storia!
Un marinaro, sbarcato di tutta fretta
da un legno, ci si presenta
per darci, secondo lui, una consolante
notizia: egli ci dice che,
traversando avanti Gaeta, aveva contato 31 legni
Austriaci che si portavano a Gaeta. Tutti si rallegrano
e fanno giubilo, ma io non vi presto fede stante
che questa flotta avrebbe dovuto
attraversare il Faro qui a Messina,
potendo soltanto venire dall'Adriatico, perchè,
come rilevo dai fogli di circa un mese
addietro, l'Arciduca Massimiliano
aveva riunito tutta l forza navale austriaca a Pola.
Un Milazzese venuto al SS.Salvatore
per parlare ad un Uffiziale di
Artiglieria, ha assicurato che Vittorio
Emanuele, nell'entrare a Napoli, ebbe grandi accoglienze,
ma il giorno dopo nominò due
Luogotenenti, uno per Napoli ed altro
per Palermo, e quindi partì per Torino di tutta
fretta. Un Uffiziale del 5° di Linea – Stano – che
disertò quando Garibaldi era
in Messina e prese servizio con le masse, oggi,
reduce da Napoli e vestito meschinamente
da pagano, passeggiava in
Città per essere stato licenziato. A quanto dicono,
tutti i nostri Uffiziali disertori saranno licenziati.-
Questa mattina il Comandante di Piazza di Messina,
Maggiore Bisogni, parlando al nostro Tenente Colonnello
ai Artiglieria Vallo, incaricato
di ricevere tutto il materiale proveniente dai Castelli
ceduti, gli ha detto che in Messina si viveva in
grande timore e che molti si erano portati da lui
domandando perchè la Cittadella minacciava col piazzare
più cannoni e gabbioni. Tra
l'altro gli ha detto: "Voi fate male
a più fortificarvi perchè noi viviamo in armonia
e quanto da voi ci si chiede, con vero piacere
vi si accorda."
Al che il Tenente Colonnello gli
ha risposto essere tutto ciò falso, stante che la
"capria" che veggono situata
sulla batteria "norimberga" si è
per cambiare l'affusto di quel
pezzo che trovasi alquanto deteriorato
perchè il legname dell'affusto,
stando esposto all'aria, si marcisce. Se, poi, veggono
situare i "gabbioni" sulla batteria "Lunetta Carolina",
altro non è che per rimpiazzare i
sacchi a terra, i quali, essendosi deteriorati e
rotti per la forte pioggia, hanno perduto tutta
l'arena che contenevano.
Questo stato d'incertezza e le continue
notizie che non sappiamo se vere o false, il non
avere conoscenza perfetta di ciò che passa a Gaeta
e il vedere ritardare i soccorsi, ci mantengono
nello stato di penosa speranza.
Il mio stato, poi, si rende più infelice degli altri
per delle ragioni che non oso scrivere e che
resteranno sepolte nella mia coscienza,
e ciò affinchè la bisogna
cammina al meglio che può!
25 NOVEMBRE
Ci pervengono notizie vuote di senso.-
La nobiltà napoletana, che
trovasi a Castellammare, ha inviato quantità di
viveri a Gaeta diretti al
Re.- Rivolta in Napoli.- La Guardia Nazionale ha
buttato l'uniforme.- Tre mesi di
armistizio.- Il più triste
è che notizie così sciocche sono credute da persona
che nol dovrebbe!
26 NOVEMBRE
Oggi la truppa riceve l'ultimo prest
perché esaurito tutto il numerario ed anche i 14mila
e 600 ducati che Generali, Uffiziali e
soldati hanno improntato alla Cassa
di Campagna per tirare avanti
fino ad oggi; in conseguenza di che
si sono avvertiti tutti i venditori messinesi che
fornivano pasta e carne per l'ordinario
della truppa che provvisoriamente
non più ne portassero ricevendo da domani in poi
tutto il presidio viveri dalla riserva.-
I nostri viveri, per quanto risparmio
si sia potuto fare, sono sufficienti appena fino
alla fine dell'entrante dicembre; siamo,
però, con la speranza di tante notizie
vaghe che riceviamo, che forse S.M. ci manderà soccorsi.
Questa è l'infelicità di tutte le
Piazze che, per forti che siano,
mancando viveri e sussistenza, a nulla servono.
Oltre a ciò, vi sono le somme che devonsi per la
questua fatta, non tanto per i Generali
ed Uffiziali, quanto per la soldatesca la quale,
in caso di disgrazia, pretende la
restituzione di quanto ha improntato.
Speriamo in Dio che fino al termine delle nostre
risorse S.M. trovi il mezzo per mandarci
almeno i viveri. Certo è che questa
tardanza ci mantiene in continuo orgasmo. Questa
mattina un marinaro venuto da Napoli ci ha assicurato
che S.M. ha ricevuto dalla
Francia un milione, più molti bastimenti cariche
di viveri e che perciò presto avremo soccorsi. Faccia
Iddio!
N.B.(A questo punto del diario la
trattazione si interrompe per
lasciare il posto alla trascrizione
integrale della Capitolazione
di Capua)
CAPITOLAZIONE DI CAPUA
Art.1 – La Piazza di Capua ed il
suo completo armamento, bandiere, magazzini, polveri,
armi, abbigliamenti, viveri, equipaggi di
ponti, cavalli, treno di equipaggi
di ponti ed ogni altro oggetto
appartenente, tanto militare che
civile, sarà consegnato al più
presto possibile, nelle 24 ore, dopo
firmato la presente capitolazione,
alla truppa di S.M. Vittorio Emanuele.
Art.2 – A quest'oggetto saranno consegnate
alle truppe di detta M.S.
le porte della Città e tutte le opere di fortificazione.
Art.3 – Tutta la guarnigione della
Piazza di Capua, compresi gli
impiegati militari dell'Armata che
si trovano nella Piazza, ne
sortiranno con gli onori della guerra.
Art.4 – Le truppe che compongono
la guarnigione sortiranno con le
bandiere, armi e bagagli, successivamente
da un'ora all'altra, Duemila uomini alla volta.
Queste truppe, dopo aver reso gli onori
militari, deporranno le armi e le
bandiere a piè degli spalti (eccettuati gli Uffiziali
di tutti i gradi che guarderanno le loro
sciabole o spade) e saranno inviate
a piedi di Napoli ove saranno trasportate dalla
Città per la Porta di Napoli domani 3 del mese
di novembre a cominciare dalle ore
7 a.m.-Saranno trattati come disertori di guerra
tutti quelli che resteranno nella Piazza senza
alcuna causa che li impedisce di
marciare.
Art.5 – Gli Uffiziali di tutti i
gradi(eccettuati i Generali che
saranno inviati a Napoli per la strada
ferrata) marceranno con le
loro truppe. Le famiglie dei militari
non potranno seguire la colonna.
Art.6 – I feriti e i malati saranno
lasciati a Capua sotto la
guarentigia delle truppe che occupano la Città.
Vien permesso agli
Uffiziali infermi ritenere i loro
assistenti.
Art.7 – Le parti contrattanti nomineranno
una commissione mista composta
ognuna di un Uffiziale di Artiglieria, di un Impiegato
dell'Intendenza militare a fine di
riceversi tutto ciò che esiste
nella Piazza e sue dipendenza appartenente
al Governo. Di tutto
ciò sarà redatto un verbale.
Art.8 – Gli Uffiziali porteranno
seco il loro equipaggio semplice.
Art.9 – Si è convenuto che dopo firmata
la presente capitolazione non dovrà esistervi più
alcuna mina carica nella Piazza perchè se
se ne rinviene questa capitolazione
sarebbe considerata nulla e la
guarnigione considerata esposta a
tutte le conseguenze di una resa
a discrezione.
Art.10 – Questa capitolazione sarebbe
parimenti considerata come nulla se si trovassero
nella Piazza pezzi di Artiglieria
inchiodati e i fucili messi fuori
uso, la carabina e le altre
armi.
Art.11 – Le famiglie della guarnigione
di Capua, come ancora quelle
appartenenti al resto dell'Armata del Re Francesco
II, che
trovansi a Capua sono poste sotto
la protezione dell'Armata di
S.M. Vittorio Emanuele.
Art.12 – I cavalli di pertinenza
degli Uffiziali gli saranno
rilasciati.
S.Maria, lì 2 novembre 1860
Firmato: Girolamo de Liguori – Brigadiere
Firmato: de Fornari, Ten.Col. dello
Stato Maggiore del 3°Corpo
Firmato: de Corné – Maresciallo
Firmato: Della Rocca – Generale dell'Armata
Gli uffiziali nominati per prendere
possesso del materiale di
guerra riceverono:
290 bocche a fuoco di bronzo;
240 metri di ponte;
2 equipaggi di ponte quasi nuovi;
90mila fucili quasi tutti di precisione;
10mila sciabole;
300 cavalli;
una enorme quantità di proietti;
magazzini riempiti di abbigliamento
sufficiente per 30mila uomini;
un armeggio di artiglieria e di pirotecnica
con delle magnifiche
macchine.
27 NOVEMBRE
è giunta la sospirata "Messagerie"
e per mezzo del Comandante il
vascello francese stanziato nel porto
si sono ricevuti tutti i pieghi
provenienti dal Ministero di Guerra di Gaeta.
In una delle ministeriali si ordina
che tutti gli Uffiziali promossi dal 7 ottobre in
poi riceveranno il soldo del grado
precedente, senza però soprassoldo
o altra indennità, ricevendo soltanto la metà delle
spese di ufficio, beninteso che saranno di
tutto rivalutati dopo la pace. Più
si è ricevuto il brevetto del Colonnello Aldanese
a Brigadiere e ordina di promuovere tutte le
piazze vuote fino ad aiutante. Si
è ricevuto parimenti un lusinghiero ordine lodando
questa guarnigione, e per denaro e
viveri obbligare la Città a fornirci
di tutto abbenchè occupata dal nemico.
Per lettere particolari sappiamo
che le truppe piemontesi abbiano
lasciato Mola e che dal Generale Bosco siano state
occupate quelle posizioni.-
28 NOVEMBRE
Si è domandato a S.E. il Ministro
di Guerra maggiori chiarimenti e
delucidazioni precise sul modo di
regolarsi nel caso la Città non si presta a fornirci
i viveri con semplice "bono" non avendo
denaro per pagare, facendo parimenti
conoscere la triste situazione in cui la Piazza
trovasi.
La riunione dei 5 Generali stamane
con ufficio pressante ha rapportato
l'occorrente; si è creduto da tutti attenersi al
mio parere. La difficoltà
si è come far pervenire a Gaeta un tale
ufficio pria che giunga la Messagerie
in questa che sarà da qui ad altri 6 giorni.
Riceviamo varie notizie, per esempio:
che il Generale Bertolini
sia stato mandato via dal re da Gaeta per mancanza
di servizio; che i Generali Colonna e Barbalunga
e due altri si siano congedati,
per quanto dicono, perchè malcontenti di essere
comandati dal Generale Bosco; che flotte russe e
austriache circondano il mare
di Gaeta; che a Napoli vi sia stata qualche reazione
e che gli affari presto si accomoderanno a vantaggio
di Francesco II.-Tutte queste
cose, vere o false, per nulla migliorano la nostra
condizione di essere privi di denaro, viveri
e soccorso qualunque, nè le grandi
lodi suffraggio alcuno ci arrecano stante che giammai
ho dubitato che questa Fortezza avesse
potuto soccombere per la forza delle
truppe esistenti in Messina, ma la mancanza di viveri
e la scarsa speranza di averne, arreca
molta inquietudine a tutta la guarnigione.
Riflettendo che avendo ancora il Re un piede nel
Regno e mancando i viveri alla fine
dell'entrante dicembre, pur usando
economia per quanto si può, qual triste momento
sarà per chi comanda!
Testo del rapporto fatto dal Generale
de Martino alla riunione dei
5 Generali tenuta il giorno 28 novembre,
alla quale parteciparono:
D.Gennaro FERGOLA - Maresciallo di
Campo, Comandante Supremo;
D.Nicola de MARTINO -Generale, Comandante
la Cittadella di Messina;
COBIANCHI - Generale di Brigata;
Conte ANGUISSOLA - Generale, Comandante
del 7° di Linea;
ALDANESE - Generale, Comandante il
3° Regg. Di Linea;
Signor Maresciallo,
Non è indifferente il peso che gravita
sulla Sua responsabilità per
quello che prescrive la ministeriale della guerra
che si è compiaciuta darcene
lettura e Le rendiamo grazie di averci qui riuniti
per sentire i nostri divisamenti.
Per bene giudicare di un affare di
tanta importanza, sarei del
rispettato avviso leggere i di Lei
antecedenti uffici per essere a giorno come ha rapportato
a S.E. il Ministro di Guerra per i
viveri e denaro che attualmente ha
in serbo nella Cassa di Campagna e nei magazzini
di questa Fortezza, come pure leggere i
riscontri della prefata E.S. per
conoscere se sta perfettamente a giorno della nostra
triste posizione.
Signori, la esperienza di 34 anni
di servizio e le lunghe campagne
mi hanno a sufficienza dimostrato
che in affari di guerra non
bisogna illudersi, nè fidare su vaghe
notizie, buone o cattive,
come si pratica, ma è prudenza di chi comanda stare
ai fatti e prevedere se more il cattivo perchè succedendo
il buono maggiore vantaggio
arreca.
Sarei quindi di parere di domandare
maggiori chiarimenti sul proposito
a S.E. il Ministro della Guerra per conoscere
esplicitamente se la Città ci nega
i viveri quali misure debbonsi prendere e se si
può fare uso del cannone.
Se la Città in questo caso soffre
il bombardamento per qualche
giorno, come dobbiamo regolarci.
Credo troppo pericoloso proporre
una sortita stante che in Città vi sono 3 battaglioni
nemici e l'intiera popolazione ostile che
seguendo le norme del 1848 guarnirebbe
subito i balconi di materassi
per sacrificare la truppa perchè di fucili non manca.-
D'altronde giunti con strage di magazzini
per prendere viveri, sarebbe una follia pensare
che potessimo tranquillamente trasportarli nella
Cittadella.
Ammettendo tutto ciò eseguibile e
a nostro vantaggio, se il nemico
raddoppia la sua forza e cannoni
e se gli affari di guerra a
secondo delle nostre speranze(che
Iddio nol voglia!) oppure che da
Gaeta non ci giungesse soccorso a
tempo, quali misure si dovrebbero adottare? Quindi
è necessario domandare precise e
chiare istruzioni, rapportando con
tutta verità la nostra effettiva e critica posizione,
e cioè:
1.viveri per un mese per 5.500 uomini
a due terzi di razione come
si pratica, e non già intera;
2.il soldato è senza prest e diaria
dal 26 novembre
3.gli Uffiziali senza soldo di ottobre
e novembre, avendo ricevuto
la semplice diaria di ottobre;
4.dal giono 9 la truppa non riceve
vino non avendone nei magazzini
che per 13 giorni, da farne uso solo
in determinate circostanze;
5.rapportatre che la soldatesca vedendosi
in qualche restrizione
domanda il denaro improntato alla
Cassa di Campagna.
Signori, non bisogna lusingarci,
questo mormorio esiste e grandi
disgrazie potrebbe arrecarci in qualche
infelice circostanza. E, finalmente, quanto qui
andrà a decidersi non dovrebbe
manifestatesi ad alcuno stante che
ieri restai sorpreso(dopo giunta la fatale ministeriale)
sentire generalmente per la Fortezza
chiare cannonate, bombe per la Città
ed altre millanterie spacciarsi da alcuni Uffiziali
ignoranti, di fresca data e senza alcuna esperienza,
incitare i soldati a simili pericolosi eccessi,
senza sapere che in Messina vi esistono 14 Consoli
di Nazioni estere che, per diritto internazionale,
debbono difendere i loro connazionali e salvare
i loro interessi, oltre ai vascelli ed
altri legni da guerra esteri che
sono nel porto. Noi tutti come vecchi ed onorati
soldati dobbiamo difendere questi
baluardi affidatici dal nostro Sovrano
fino all'ultimo sangue per un giuramento datogli,
ciò sempre a seconda l'ordinanza di Piazza
o da ordini chiari e precisi della
pregiata M.S.; ma se si commettesse qualche imprudenza
per bestialità di Uffiziali
ignoranti che incitano i soldati
a montare sulle batterie o per qualche svista a
prendersi, fussimo obbligati ad imperiose
circostanze in caso di cedere la
Piazza(che Iddio nol permetta), come vecchi soldati
onorati, son di parere seguire l'esempio di Missolungi
con dar fuoco alle batteriste che sarà mia cura
l'eseguirlo, stante che essendo io il Comandante
titolare di questa Fortezza
non saprei lasciarla vergognosamente.
Nicola de Martino – Generale
29 NOVEMBRE
Per qualche sospetto, i venditori
di Messina, invece di portarsi
avanti il Forte SS.Salvatore a vendere
le loro derrate e mercanzie, si portano al Lazzaretto
ove subito hanno costruito
baracche e costituite cantine. Si sono venduti circa
2.000 cantaja di muniglia o polvere di carbone fossile,
utile per le fucine, a 15 grana il cantajo. Miserabile
risorsa!
30 NOVEMBRE
È giunto un vapore da Napoli; varie
signore di Uffiziali che trovavansi a Capua o ai
Granili, mancanti di mezzi di sussistenza,
sono venute a raggiungere i loro
mariti nella Cittadella. Liete
e confortanti notizie riceviamo per via di lettere
dalle nostre famiglie, e sembra imminente il riacquisto
del Regno dal nostro ottimo
Sovrano (D.G.).-Iddio lo faccia verificare presto,
abbenchè ci si avvisa che altra fase dovrà succedere
nella Capitale.-
1° DICEMBRE
Essendo terminati i 14.600 ducati
ricavati dalla questua fatta tra
tutti i Generali, Uffiziali e soldati,
questa mattina si è dato principio
alla unica risorsa che abbiamo di un mese di viveri.
Speriamo in Dio e nelle buone notizie
che abbiamo ricevuto ieri che il Re da Gaeta ci
mandi qualche soccorso stante che gli
Uffiziali non ricevono soldo da due
mesi e sta ad incominciare il terzo e la truppa
si alimenta con la sola razione, cioè due terzi
e non intera, per prolungare quanto
si può la nostra esistenza e fedeltà al giuramento
dato. Stamane il Comandante
Militare da Messina ci ha mandato
bollettini stampati, come quelli
affissi in Città, che fanno conoscere l'arrivo di
Vittorio Emanuele Re d'Italia a Palermo. Suoni e
feste per tutta la Città ed ordinata grande illuminazione;
verso l'una dai Forti di Torre di Faro si sono tirati
cento colpi di cannone ed
altrettanto da Reggio. In generale la popolazione
non sembra molto ilare come per lo passato. Riceviamo
notizia del malcontento in
Calabria ove, a quanto dicono, tutti si hanno rase
le barbe e le lunghe mosche e che il Governatore
Plutino di Reggio ha imbarcato
tutto il suo equipaggio per l'estero ed ha una barca
a scorridoia sempre pronta per un impreveduto accidente,
stante che sembra che le notizie
in vantaggio di vantaggio di Francesco II a noi
pervenute da Napoli siano anche alla di loro conoscenza.
Questa mattina si è data una vaccina
dalla riserva ad un macellaio col patto che deve
somministrare la carne per otto giorni al
nostro ospedale ove esistono 160
infermi. Si è così pensato perchè, se si uccide
una vaccina per conto Regio, la carne non avrebbe
potuto conservarsi che per due giorni; dando, invece,
la vaccina al macellaio, sarà sua cura di provvedere
l'ospedale per 8 giorni.-I venditori seguono a venire;
chi ha denaro trova quanto gli bisogna, ma generalmente
non si spende molto.
2 DICEMBRE
Alle 3 p.m. è entrata nel porto la
fregata "Borbone"(che era
nostra) con bandiera piemontese ed altra parlamentaria,
da cui si è sbarcato un Generale
piemontese ed il suo aiutante di campo, i
quali portatisi agli avamposti hanno
inviato al Generale Supremo due biglietti da visita
facendo dire che desideravano abboccarsi
con lui.
Siamo sortiti agli avamposti il Maresciallo
Fergola ed io ed il Generale
piemontese ci ha detto che veniva per parte del
suo Re Vittorio Emanuele da
Palermo per conoscere le nostre intenzioni nel caso
che da Gaeta partisse Francesco II, cosa che potrebbe
avvenire anche subito.
Al che si è risposto che i nostri
regolamenti prescrivono che una
Piazza non può cedersi che dietro
ordine scritto di proprio pugno
del Sovrano e dopo che dalla Piazza
si saranno mandati Uffiziali
di fiducia per accertarsene; allorquando
ciò avvenisse, ci saremmo regolati.
Egli ci ha detto che l'Armata Francese
a Roma andava a ritirarsi e
che il Papa ne sarebbe partito il
giorno appresso; al che gli ho risposto che essendo
a giorno dei fogli esteri sapevo che il
Generale francese Guyon aveva ricevuto
il Cordone di S.Gennaro da Francesco II per aver
così bene accolte le truppe napoletane nello
Stato Pontificio. Egli ha soggiunto
che i napoletani suddetti, a 2000 alla volta, s'imbarcarono
per Genova; al che gli ho risposto
che forse erano notizie posteriori
a lui pervenute, ma non a nostra conoscenza. Avendo
egli parlato di plebisciti, del voto
generale, che Francesco II era stato
abbandonato da tutte le Potenze, ed altro, dopo
di averlo fatto ben parlare a più non
posso, gli ho detto: "Signor Generale,
Lei è un vecchio soldato come me e ben comprende
l'affare dei plebisciti e come si sono rapportati
il "Si" ed il "No"; noi abbiamo le vicine Calabrie
in dove paesi interi non hanno
votato ed intanto le urne di tutti i
villaggi sono partite ripiene di
"Si". L'essere stato abbandonato Francesco II da
tutte le Potenze lo mettono in dubbio tutti i
fogli esteri che leggo, perchè se
il vostro Re è intervenuto puol
darsi che qualche altra Potenza lo
sia o potrà intervenire , per cui, sia per sicuro,
che qualunque sia l'evento, noi difenderemo la Cittadella
fino a che il nostro Re, a cui abbiamo giurato,
non ci ordina il contrario".-Egli mi ha detto che
non intendeva affatto intimare la resa, ma parlava
per il nostro bene e per la
sorte avvenire degli Uffiziali. Al
che ho risposto che gli Uomini d'onore saranno sempre
rispettati come tali da tutte le nazioni
civilizzate, per cui poteva scrivere
e sommettere al suo Sovrano i
nostri sinceri sentimenti.
Siccome abbiamo saputo che il nostro
Sovrano ieri mattina entrò in Palermo e, ad onta
di tanti preparativi, fu ricevuto freddamente
ed avendo colà rinvenuto la Deputazione
di Messina, questa si dolse
che non erano del tutto liberi nella Città essendo
ancora la Cittadella in potere delle truppe Borboniche,
da ciò si suppone che Vittorio
avesse spedito subito il suo Aiutante di Campo il
quale, dal bel principio, balbettò modestamente
che sarebbe spiacevole impiegare
la forza, per cui poste da parte le cerimonie, gli
risposi: "Ebbene, allora ci batteremo!". Egli,
sentito ciò, modificò molto il suo
parlare e, con cerimonie ci siamo licenziati.
Nel giungere la detta fregata, quantità
di barche messinesi con bandiere piemontesi sono
state a festeggiare il Comandante con
musiche, trombe e grida di "Vittorio
Re Galantuomo", supponendo che veniva per essere
consegnata la Cittadella, per cui nel venire il
detto Generale Aiutante di Campo ai nostri avamposti,
tutta la popolazione lo seguiva
da lontano, ma al suo ritorno sono rimasti delusi
nelle loro speranze.
Questa mattina si sono trovati molti
affissi nella Città che minacciano
la Guardia Nazionale ed i Carabinieri se in caso
prendono le armi in qualche circostanza contro il
popolo.- Si assicura che questa mattina vi sia stato
un tafferuglio tra due partiti e molti feriti. Certo
è che vi è il partito del Re nel
basso popolo, sia per la miseria
e per promuovere un saccheggio; più certo è che
l'anarchia è al suo colmo! Il mio grande
dispiacere si è che cominciano a
difettare di denaro e che i viveri alla giornata
diminuiscono, senza avere ancora notizie precise
di soccorsi da Gaeta. Abbiamo liete notizie e nutriamo
grandi speranze, non però di soccorso!
3 DICEMBRE
Con gli ultimi uffici pervenuti da
Gaeta si premurava dal Ministero
di Guerra se potevamo in Messina acquistare una
gran quantità di carta per
confezionare "cortocci" che se ne difettava;
or siccome in questa direzione di
artiglieria ve ne esisteva una gran cassa, si è
spedita a Gaeta per mezzo della "Messagerie",
portandola prima sul vascello francese,
come facciamo per tutti gli
altri uffici. Il nostro Uffiziale spedito sul vascello
voleva pagare il nolo da darsi
alla "Messagerie", ma il Comandante del vascello
per nulla ha voluto accettare, anzi, ridendogli
sul viso, ha detto: "il Generale piemontese era
venuto ieri per consegnarsi la Cittadella come se
fusse venuto per prendersi una lettera.
Tenetevi fermi! Sappiamo che non
avete denaro, ma come state per viveri? Sarebbe
sufficiente se aveste per 13 giorni." Avendogli
il nostro Uffiziale detto
che ne avevamo per molto di più, il detto Comandante
ha replicato: "Va benissimo e con la messageria
che giunge domani siate sicuri in Cittadella che
vi farò pervenire buone notizie!"-Lo speriamo; pare
che la Francia voglia prendere
difesa per Francesco II... il tempo
dirà!
4 DICEMBRE
Per deficienza di denaro, il giorno
28 del passato mese si vendè
la munizione di carbon fossile, riposta
nell'Arsenale, con un contratto fatto con un negoziante
a 15 grana il cantaja; siccome
sono molte cantaja, ad una certa
quantità per giorno la trasportava. Ma ieri il detto
negoziante fece sentire che non
veniva più a caricare essendogli
stato espressamente proibito. A tal notizia se ne
scrisse subito al Comandante la Piazza di
Messina fecendogli conoscere la nostra
dispiacenza e pregandolo di non obbligarci a venire,
nostro malgrado, a modi ostili. Questa mattina il
detto Comandante, con ufficio molto decente, ha
riscontrato che tanto lui che altre autorità non
hanno dato un simile ordine
ma che suppone che forse sarà stata scusa del negoziante
perchè non gli conviene acquistarne la quantità
contrattata. Si è disposto che l'Uffiziale
incaricato domani si porti dal negoziante in parola
per ben verificarsi la verità.
Verso le ore 23 ½, in un baleno,
sono partiti dal Lazzaretto tutti venditori ed abbattute
tutte le baracche che vi avevano
costruito, imbarcandosi in tutta
fretta per portarsi in Messina.
Domandatosi dal Capitano Gran Prevosto
la causa di tale subitanea
partenza, gli è stato risposto esservi ordine del
Comando di Messina che chiunque
venisse ordine nella Cittadella sarebbe stato
subito arrestato e punito esemplarmente;
alcuni altri dicono essere stato ordine lasciato
dall'Aiutante di Campo del Re
Vittorio Emanuele nel partire ieri
notte da qui, perchè non avendo noi bonariamente
voluto cedere la Cittadella si interdicesse qualunque
commercio tra noi e la Città onde per fame si fusse
resa. Dalla risposta che avremo dal negoziante si
disporrà all'occorrenza.
Alle ore 10 a.m. è giunta la "Messagerie"
che con premura attendevamo; dopo mezz'ora un Uffiziale
del vascello francese ha portato
al Maresciallo tutti i pieghi provenienti da Gaeta.
Tutti avevamo speranza di viveri, denaro e roba
di panno: niente di tutto ciò! Molti decreti e brevetti
di generale, colonnelli e
direttori del Genio e di Artiglieria ed altri brevetti
di uffiziali con prescrizione che tutti i promossi
debbano essere pagati a secondo le tariffe del grado
precedente, facendo salvo il diritto di essere saldato
di ogni cosa a pace conclusa. Sono
giunti anche 40 brevetti della Medaglia
di Francesco I per altrettanti individui di truppa
che avendo terminato il loro
impegno hanno rinunciato al congedo
volontariamente desiderando servire fino alla pace.
Altra ministeriale per farci conoscere
che i promessi 12mila ducati non si sono rimessi
per mancanza di persona sicura, ma che con altra
messageria, o altro mezzo si riceveranno.
Altra ministeriale ordina al Comandante
Supremo di acquistare viveri e di non toccare quelli
che abbiamo; comprar gallette,
pasta, formaggio ecc. Per formare
una riserva, essendo stato ordine al Ministro di
Guerra di inviarci denaro. La nostra
posizione è curiosa! Si ordina di
non toccare i viveri della riserva, nel mentre da
8 giorni li stiamo consumando anche perchè
gli Uffiziali non hanno soldo da
due mesi e la truppa non riceve il prest da 9 giorni.
Si ordina di acquistare viveri anche per la
riserva ed intanto la Cassa di Campagna
non ha un soldo; si aggiunga che non sappiamo se
vi sarà più commercio con la Città e
se dobbiamo correre ad azioni ostili.
Certo è che non abbiamo che soli altri 24 giorni
di viveri! All'una p.m. è
giunto un vapore nel porto ed i barcaiuoli non
hanno voluto portare in Cittadella
alcune mogli dei nostri Uffiziali dicendo loro,
con parole improprie, che con la
Cittadella non vi poteva essere più
commercio. Ma, essendo andato a bordo un Uffiziale
con una barca della Cittadella, le ha qui
trasportate. Si suppone che vivendosi
in Messina nella vera anarchia, questi abusi dipendono
da gente armata o da qualche Comitato non già dalle
Autorità Militari che forse non ci credono in forza
di reprimere. Basta! Domani verremo a giorno della
verità!
Questa mattina si è celebrata la
festa di S.Barbara con quella decenza e lusso che
può farsi in una Piazza assediata; per altro, la
nostra Parrocchia era illuminata a sufficienza.
Bande, organo, litanie e canti dalle nostre batterie:
7 al principio, all'Elevazione e 7 alla fine della
Messa cantata.
5 DICEMBRE
Dietro verifiche fatte dal Comandante
Militare di Messina si è conosciuto
che il negoziante che aveva contrattato il carbone
era stato impedito di acquistarlo
dal Municipio, asserendo essere di pertinenza della
Sanità perchè rinchiuso nei magazzini del Lazzaretto,
ma avendo dimostrato che apparteneva alla Marina
Reale hanno desistito dalle
loro pretenzioni.
Essi ben lo sapevano, ma essendo
irritati per non aver ceduto l'altro giorno la Cittadella
all'Aiutante di Campo del Re Vittorio
Emanuele, cercavano di vendicarsi; come pure di
non far venire più i venditori con le
loro merci nella Cittadella per provvederci
di ciò che bisogna, di modo che ieri sera mangiammo
la semplice razione di pasta e presciutto della
riserva. Questa mattina la gran folla di barche
dei soliti venditori ha di bel nuovo approdato al
Lazzaretto.
Da Napoli il Pro-Dittatore Farina
segnala a Palermo la morte di
S.A.R. Il Conte di Siracusa avvenuta
a Pisa: morto con un colpo apoplettico! Requiescat
in pace! 8 giorni di lutto!
Verso le 4 p.m. con bandiera parlamentaria
sono approdati nella Cittadella i due Comandanti
dei vascelli francese ed inglese ed il Console di
quest'ultimo. Essendo stato ad incontrarli, il Comandante
francese si è meco lagnato di aver ricevuto reclamo
dal Municipio che le nostre
sentinelle minacciano i lanternieri e gli impiegati
della Lanterna grande, del lanternino e del lungo
cammino coverto doganale fuori il
bastione D.Blasco, tanto è vero che questa notte
non vi è stata illuminazione, e siccome ciò
appartiene al commercio e all'interesse
di tutte le Nazioni, mi interessava dare ordini
sul proposito. Al che gli ho risposto che tutto
ciò era falso tanto vero che gli impiegati del Forte
Lanterna hanno per lo passato ricevuto viveri gratis
dalla nostra riserva e quando
la truppa non riceve viveri gli si permette di portarsi
in Messina per provvedersene. Questa menzogna del
Municipio o della gente del Comitato
fa tutto il possibile per promuovere una collusione
tra la truppa ed i siciliani: "Vivete
sulla mia parola che tutto ciò è
falso e che la illuminazione non è mancata questa
notte al Faro!"
Il suddetto Comandante si è ben persuaso
di quanto gli ho detto; entrando in altro discorso,
pare che sia stato contento
dell'abboccamento avutosi con l'Aiutante
di Campo di Vittorio Emanuele
e mi ha detto ridendo: "Ma che domandava?", gli
ho risposto: "La Cittadella!", ed egli: "Conosco
come gli avete risposto!".-
Quest'oggi passeggiando per Terranova
dentro la nostra zona di convenzione, avendo preso
di me un'ordinanza ed il solito
trombettiere, abbiamo inteso scoccare
tre tocchi di tubetti a cui nè io nè l'ordinanza
ci abbiamo fatto caso; ma giunti alla
sperlungata le sentinelle mi hanno
avvertito che alcuni pagani mi hanno tirato dai
Moselli e che fortunatamente i fucili non hanno
preso fuoco. I Messinesi hanno una
tale rabbia che farebbero di tutto per distruggere
la Cittadella insieme al Comandante. Spero che ciò
non gli riesca; essi ben mi conoscono dal 1848!
In giornata il Maresciallo ha fatto molte promozioni
si sottouffiziali di tutto il presidio per i posti
vuoti che vi esistevano.
6 DICEMBRE
Ieri sera, verso un'ora di notte,
sulla pubblica strada furono uccisi un prete ed
un monaco di S.Filippo Neri; questa mattina
sono comparsi affissi per la Città
che l'uccisione del prete fu
per errore.
Siccome siamo del tutto scarsi di
denaro, dal Maresciallo e dal Consiglio di Difesa
si era stabilito vendersi 100 botti ove era
riposto il vino della riserva(per
il che si era trovato anche il
compratore) per ducati 80, come anche
due grossi alberi di bastimento per 150 ducati.
Essendo stati i compratori a chiederne il permesso
al Comandante di Piazza di Messina, questi risposto
negativamente ed ha trascritto al Maresciallo Fergola
di aver ricevuto un telegramma
dal Ministero di Napoli di non permettersi vendita
alcuna di oggetti della Cittadella. Nel Consiglio
di Difesa si era pensato scrivere
con minaccia che se non si permetteva vendere ciò
che appartiene a Francesco II allora s'imponeva
alla Città di farci un'impronta di 20mila oncie
più 60mila ducati nello spazio di due giorni, altrimenti
con la forza li avressimo obbligati. Riflettuto
e discorso meglio nel prendere i voti, che sono
stati i più, si è adottato di scrivere al nostro
Re, restando in attenzione dei suoi
ordini! Tutto ciò sulla considerazione che avendo
scritto al Sovrano la nostra triste
posizione e dicendogli ancora che
se dobbiamo fare uso del cannone
per avere i viveri lo avesse chiaramente
ordinato. Or siccome tale risposta giunger ci dovrà
martedì, ossia di quì a 5 giorni, puol darsi che
abbiamo precise istruzioni ed allora potrà operarsi
liberamente, tanto più che siamo
in aspettativa dei 12mila ducati promessi da circa
un mese.
Ho letto con orrore nei fogli di
Francia la giornata dell'11 del passato mese di
Novembre circa l'attacco avvenuto sotto Gaeta tra
i nostri Cacciatori ed i Bersaglieri
piemontesi, battendosi uno
dei nostri contro sette piemontesi e che la maggior
parte dei nostri Uffiziali Superiori mostrarono
viltà e tradimento. Il Tenente
Colonnello Nunziante lasciò l'8° Battaglione Cacciatori
fuggendosene dentro Gaeta con altri suoi colleghi;
il Colonnello Pianell, fratello dell'ex Ministro
di Guerra, condusse il 15° battaglione Cacciatori
in una vallata e fece deporre le armi
avanti i Piemontesi e con tutto ciò
i Cacciatori dopo essersi battuti per l'intera giornata
fecero retrocedere il nemico e
ritirandosi ordinatamente condussero
nella Piazza circa 40 prigionieri. Il foglio francese
così si esprime: "C'est vraiment domnage que des
soldats si bien disposés a se battre soient toujours
mal commandés!"
Il Generale Bertolini, Capo dello
Stato Maggiore del Tenente
Generale Salzano inviato dal Re per visitare i posti
avanzati, questi senza sortire
da Gaeta rapportò a S.M. non esservi novità alcuna,
nel mentre gli Uffiziali napoletani del 15° battaglione
si divertivano insieme con gli Uffiziali piemontesi.
Il Re lo destituì e lo cacciò
da Gaeta. I Generali Salzano, Barbalonga, Colonna
e Polizzi hanno chiesto le dimissioni; Colonna ha
anche ardito scrivere che se non gli
venisse accordata si sarebbe dato
al nemico con le truppe che comandava. Le dimissioni
furono accettate e sortirono dalla
Piazza. Infelice Sovrano, quanti
ingrati hai creato!
7 DICEMBRE
Tutti scrivono da Napoli, Gaeta e
Capua consolatissime notizie e
danno quasi ad intendere la promessa
entrata del nostro Re a Napoli, ed alcune teste
di poco senso comune scioccamente lo
credono e domandano sempre se puol
darsi ed io sempre rispondo: "Puol darsi ciò avverrà
ma vi bisogna tempo stante che gli affari diplomatici
non si risolvono su due piedi; non avendo noi forza
superiore al nemico e tutto dovendo dipendere dalla
politica europea, sembrami
che sufficiente tempo vi vuole per accomodarsi bastantemente
gli affari dell'infelice Italia, come si è
dimostrato per lo passato." Ma dovendosi
credere a quello che si dice sarebbe follia!
Il Ministero in Francia è cambiato,
ci auguriamo che ci sia favorevole.
La Legazione inglese a Vienna è stata
innalzata ad Ambasceria; ci
auguriamo che l'Inghilterra non sia così ostile
con l'Austria per gli affari d'Italia come si è
dimostrata per lo passato. Ogni giorno le nostre
angustie si aumentano per la
mancanza di denaro e di viveri che
vanno terminare e da Gaeta non ancora si spediscono
mezzi e soccorsi; se avessimo i mezzi che avevamo
nel 1848 vivressimo in pace che il nemico difficilmente
spedirebbe a Messina 20mila uomini per assediarci
perchè la Cittadella dipendendo
dalla sorte di Gaeta, questa decise di noi.
8 DICEMBRE
Alle ore 10 ½ si è celebrata la festa
dell'Immacolata Concezione,
Protettrice della nostra Armata,
con grande pompa come si è potuto praticare in una
Parrocchia di Piazza assediata da circa 5 mesi.
7 battaglioni
formati in una colonna serrata per divisioni avanti
la Chiesa ad eccezione di
poche divisioni che vi hanno potuto
entrare, hanno ascoltato la Messa
cantata e preso la Benedizione; le bandiere dei
Corpi situate a fianco dell'Altare Maggiore.
Terminata la Santa Funzione, la truppa
tutta schierata nel Maschio della Cittadella ha
formato un quadro; tutti i Generali presenti al
centro del quadro, il Maresciallo ha disposto che
sotto la bandiera del 3° di Linea – perchè più antico
– si fussero riuniti tutti
i candidati dei differenti Corpi del presidio, al
n° di 142, per essere insigniti della Medaglia d'Argento
di Francesco I, per aver rinunciato al loro congedo
che li spettava obbligandosi a servire senza premio
fino alla pace. Il defilè non ha avuto luogo
per una pioggia improvvisa e, quindi,
per non fare troppo bagnare la truppa che non ha
come cambiarsi. Si è data una razione di rhum a
tutta la truppa.
9 DICEMBRE – domenica
Tempesta in mare, acqua e diluvio,
terribile vento, fastidiosa noia di lungo assedio
hanno fatto il trattenimento della giornata.
In un foglio che si stampa a Messina
ho letto che i siciliani si
lamentano di Napoleone dicendo di
averli traditi...
Riceviamo notizia che il giorno 7
corr. Vittorio Emanuele è
rientrato a Napoli.
Il nostro telegrafo ci avvisa essere
passato un telegramma che andavano a giungere a
Palermo 200 congedati Volontari siciliani e
che si soddisfacessero in un mese
di prest non essendovi mezzi in Napoli come soddisfarli.
Questa notte in Messina è stato assassinato
un gentiluomo.
Verso le ore 10 a.m. un nostro Uffiziale
ha portato tutti i nostri
pieghi sul vascello francese per trasmetterli alla
"Messagerie" che parte, onde
consegnarli al Ministro di Guerra a Gaeta; egli
ha ricevuto molte amabilità dal Comandante di detto
vascello, il quale è rimasto molto soddisfatto nell'apprendere
che avevamo viveri per altri
18 giorni. Ci si avvisa per telegrafo che a Scilla
la Guardia Nazionale ha vociato
contro i propri Uffiziali; si suppone che qualche
tafferuglio sia colà successo perchè abbiamo veduto
sortire dal porto un piccolo vapore con molta gente
che sembrava armata e che si è diretta a Reggio.
Da per tutto anarchia! La processione
dell'Immacolata Concezione non ha
avuto luogo.
10 DICEMBRE
Seguita un forte vento, il mare è
molto agitato e tutto ciò molto
contrista l'animo di tutti perchè
temiamo che impedisca il cammino della messageria
francese che deve qui giungere domani da Gaeta o
che possa pericolare essendo su di essa poggiate
tutte le nostre speranze per viveri e denari. Speriamo
in Dio che si verifichi e
che il nostro infelice Sovrano abbia trovato i mezzi
per poter tanto praticare. Se ciò non avviene, diverranno
assai critiche le nostre circostanze!
11 DICEMBRE
Dalla punta di giorno la maggior
parte del presidio, stando in
aspettativa della messageria con
la speranza che fusse apportatrice di denaro, viveri
e vestimenti, si aggirava su tutti i punti della
Fortezza per scorgere la sua entrata nel Faro onde
darne subito avviso a quelli di guardia o rimasti
in caserma. Non si è dato mai il caso, da molti
anni, che il vapore francese per le 11 a.m. del
martedì non fusse giunto in questo porto; siccome
oggi non è giunto, tutti ci siamo
lusingati che, essendo il mare burrascoso e continua
pioggia, avesse ritardato di qualche ora, ma – ohimé
– è giunta l'ora della ritirata, senza alcuna speranza!
Ognuno può figurarsi qual dispiacenza hanno provato,
massime i Generali Fergola
e de Martino su cui pesa tanta responsabilità!
L'avere pochi altri giorni di viveri,
effettiva mancanza di denaro,
mancanza totale di legna facendosi uso giornaliero
del legname di costruzione del Genio per cuocere
il pane, 160 infermi nel nostro
provvisorio ospedale, la sussistenza per 4mila e
più individui è cosa che fa raccapricciare vedendosi
mancare tutti i mezzi. Aggiungi
che il soldato defaticato, svestito, dorme sul nudo
suolo, con due terzi di razione, e l'aver improntato,
per la sua sussistenza fin qui acquistata, 9.600
ducati, con altri 5mila e più dai Generali ed Uffiziali,
che non ricevono soldo da circa
due mesi, tutte queste calamità incominciano
a produrre mormorio e malumore.
Speriamo in Dio che domani possa
giungere il desiderato vapore che ci apporti qualche
soccorso, purchè il povero Sovrano abbia avuto i
mezzi.
Questa mattina è giunta nel porto
una fregata inglese al di cui
arrivo immediatamente è partito il
vascello della stessa Nazione. Stamane si sono disertati
2 soldati del 5° di Linea.-
Ieri l'altro morirono nel nostro
ospedale 2 soldati e due presidiarii.
Il tempo è orribile e la nostra truppa
di guardia, massime le sentinelle soffrono immensamente;
questa notte il vento è stato così violento che
ha abbattuto 5 garitte. Vi è stato un momento di
maremoto che ha spaventato molti.
A Reggio si sono fatte tre salve
reali, ma non ne sappiamo la
causa; in Messina dicesi per la presa
di Gaeta, ma ciò non è da credersi, ma piuttosto
che sia il nome di Vittorio Emanuele.
Il giorno 20 novembre p.p. giunse
a Civitavecchia la Regina Vedova, con parte dei
Principi e Principesse di sua famiglia,
sotto il titolo di Contessa di Santa
Cecilia; fu ricevuta col suo seguito alla stazione
della strada di ferro dal Cardinale
Antonelli, Segretario di Stato, da
Monsignor Stella e da Mons.Ricci,
della Casa di Sua Santità. Discesero al Palazzo
Apostolico del Quirinale che il Santo Padre ha messo
a disposizione; il maggiordomo le ha presentato
i suoi omaggi. Il giorno 21 successivo, il Santo
Padre, perceduto dalla Sua Corte, le ha fatto visita.
La Regina, con la famiglia e seguito, lo ha
ricevuto al principio della scalinata.
Dopo essersi intrattenuto lungamente, il Santo Padre
è ritornato al Vaticano. Il Ministro piemontese
M.r de Cavour giustifica l'invasione di Napoli con
l'appoggio dei seguenti antecedenti!
–
Luigi XIV ha egli violato il diritto
internazionale proteggendo
l'invasione dell'Ungheria?
–
Gli Stati Generali di Olanda hanno
meritato lo stesso rimprovero
sostenendo Guglielmo D'Orange contro
il Re Giacomo II
detronizzato per la rivoluzione del
1668?
–
IL Re Luigi XIV ha egli violato i
diritti internazionali dando
il suo generoso concorso per la libertà
degli Stati Uniti?
–
La Francia e l'inghilterra e la Russia
hanno esse commesso un
delitto contro il diritto delle genti
associando i loro sforzi
per strappare la Grecia dal gioco
del dominio Ottomano?
12 DICEMBRE
Sono le 2 ½ p.m.-quali angoscie non
soffre il mio cuore nel non
veder giungere rapporto alcuno dell'apparizione
della sospirata messaggeria
francese che, ci lusinghiamo, deve apportarci i
promessi soccorsi, cominciando noi
ad essere privi di tutto.-
Questa mattina mi piangeva il cuore nel veder distribuire
alla truppa legname nuovo di costruzione del Genio
per cuocere i legumi alla truppa. Dio sa come finirà
questa faccenda! Se i soccorsi
tardano dobbiamo sicuramente oprare
un vandalismo col bombardare la Città se non ci
dà da sussistere! Ma se questa viene
abbandonata dai cittadini, come nel
1848, come regolarsi? È mezzanotte e nessun legno
è venuto nel porto.
Quanti tristi pensieri opprimono
il nostro morale! Chi sa se col temporale dei due
giorni passati la messageria non ha sofferto qualche
disgrazia! Chi sa se non sia per
accomodarsi, ma che fare! Puol darsi che domani
si verifichi la sua venuta e così le nostre speranze
non resteranno deluse! Certo è che siamo in molte
critiche circostanze!
13 DICEMBRE
Qual consolazione per l'intero presidio
di questa Fortezza nel vedere nel porto al far del
giorno la sospirata messaggeria
francese! Dal
vascello francese nel porto si è spedita una lancia
per prelevare due Uffiziali
dello Stato Maggiore del Re di Napoli imbarcati
sulla messageria e spedirli in questa Cittadella.
In effetti, verso le 9 a.m. sono
sbarcati al posto S.Teresa i due suddetti Uffiziali,
travestiti, Avolio e Pugliese, portando
passaporti spagnoli. Le espressioni
a voce ed in scritto che S.M. fa a questa sofferente
guarnigione sono veramente obbligantissime. Abbiamo
ricevuto Diecimila ducati tutti in oro (napoletani
da 20 franchi), non essendosi potuto rischiare dal
Re maggiore somma; con ministeriale
ci fa conoscere il Ministro della Guerra essere
detta somma un anticipo momentaneo, ma che tra giorni
ci perverranno viveri per
15 giorni e maggior somma di denaro. Si è disposto,
quindi, dare ai soldati un terzo delle somme improntate
con la promessa che giungendo altra
somma saranno di tutto soddisfatti; che la truppa
riceverà il prest giornaliero dal
giorno 16 corrente dovendosi provvedere
da questo pel proprio ordinario; un notamento di
quelli Uffiziali bisognosi per dare ad
essi qualche cosa di denaro in acconto
delle somme improntate alla Cassa di Campagna onde
tirare avanti per la di loro sussistenza
non ricevendo più i viveri dal 16
corrente nella intelligenza che i loro soldi e diaria
li riceveranno nel giungere vistose somme.
Si è disposto parimenti acquistare
50 salme di grano e 8 cantaja di olio stante che
giornalmente la truppa deve sempre ricevere la
razione di pane.
Dal Ministero di Guerra si è domandato
la esatta situazione della
forza di questo presidio ed uno stato nominativo
di tutti gli Uffiziali i quali
sono al n° di 203.- Questa
piccola somma di ducati 10mila hanno un poco alleviato
le nostre apprensioni purchè
però la promessa dei 15 giorni di viveri e maggior
somma di denaro ci giunga presto, perchè cosa sono
10mila ducati per 4.500 uomini? Il
solo prest della truppa importa 600 e più ducati
al giorno senza nulla dare agli Uffiziali i quali
col corrente mese avanzano tre mesi
di soldo ed altre indennità! Se non giunge la rimessiva
del denaro ed i viveri promessi, tolto
il terzo di ciò che i soldati hanno
improntato(3.600 ducati), la compra di 50 salme
di grano ed 8 cantaja di olio, no resta che
dare al soldato nemmeno giorni nove
di prest. Dopo di che saremo obbligati dar di mano
ai pochi altri giorni di viveri che ci
rimangono. Nonpertanto speriamo che
da Gaeta ci si spedisce quanto ci viene promesso,
tanto iù che dal Ministero di Guerra ci si trascrive
l'ordine dato al Ministro di Finanze e questo ci
domanda una situazione della forza particolare per
calcolare l'approvisionamento
di viveri per 6 mesi. Faccia Iddio che tutto si
verifichi!
14 DICEMBRE
Verso le ore 23 è giunta nel porto
la fregata a vapore "Il Ruggiero"(che
mesi addietro apparteneva al nostro Sovrano) ed
ha sbarcato 250 volontari
garibaldini siciliani i quali, a quanto
sembra, non ono molto soddisfatti
del congedo ricevuto. Di questi, parte ritorneranno
nelle proprie famiglie ed altri, forse, si
daranno al brigantaggio! Il Governatore
di Messina Sig.Ugdolena(per quanto dicesi, Uffiziale
Superiore inglese) venuto a Messina con Garibaldi,
uomo – per quanto dicesi – molto burbero, è partito
da qui in istato di arresto ed è stato rimpiazzato
dal Barone Giuseppe Natoli, siciliano.
Per quanto rapporta il nostro Uffiziale
interprete telegrafico, sono
tre giorni che Napoli non segnala cosa alcuna in
Sicilia; nè ordini o disposizioni.
Stamane nel cambiarsi i Napoleoni
in oro ricevuti ieri, nel fare i diversi pagamenti,
la gente torbida mormorava: "La bestia ha ricevuto
denaro!"
In Messina, sotto il nome di "bestia"
, si intende la Cittadella.
Cosa strana, mentre siamo nemici,
ci vendono ciò che bisogna per
mezzo di Uffiziali che si portano
in Città con permesso di comprare,
andare alla posta o altro e per la truppa ci portano
roba fino alla Cittadella. In Messina,
per altro, vi è pochissima truppa, quasi tutta
siciliana, che dicesi Reggimento
Carabinieri, molta Guardia Nazionale e pochissimi
piemontesi. Anche il Comandante di Piazza
ed il Comandante di Provincia sono
siciliani: D'Antoni e Bisogni.
15 DICEMBRE
Verso le ore 8 a.m. è giunto nel
porto, approdando direttamente al Lazzaretto, un
vapore francese il quale ha portato 10 invece di
15 giorni di viveri che erano stati
promessi ed altri 10mila ducati
in oro, che sono stati consegnati dal Capitano di
Stato Maggiore Bellucci venuto sullo istesso legno.
La Sanità di Messina voleva mettere il legno in
contumacia per non voler far sbarcare nè generi
nè persone, come pure per non far montare alcuno
su detto vapore, ed in conseguenza spediva la sua
barca con un deputato con bandiera gialla. Del che
accortosene il Comandante del vascello
francese ha spedito un suo Uffiziale
imponendogli di ritornarsene con minaccie. Nello
stesso tempo entrava nel porto una fregata
piemontese che portava a bordo un
Reggimento di Fanteria; il Comandante del vascello
francese ha imposto di non entrare nel porto e sbarcare
la truppa fuori del porto stesso.
In una guerra come la presente che
si scorgono tante cose contraddittorie
sono tentato a credere che le tante gentilezze che
ci usa la Francia non sono veramente
sincere e che presto finiranno
stante che se l'Inghilterra vuole l'annessione Italiana
certamente la Francia non si disgusta con questa
Potenza per difendere Francesco II. La Francia e
l'Inghilterra, emuli e nemici, hanno compreso che
la loro amicizia e alleanza è
vantaggiosa per le due Nazioni; come
può pretendersi da alcuni che per gli affari d'Italia
queste due nazioni si disgusteranno a vicenda? Ciò
non può avvenire stante che un'armata navale che
hanno insieme nella China un trattato recente di
commercio, un viaggio dell'Imperatrice negli stati
della Gran Bretagna, non possono in nessun modo(secondo
me) portare rottura di guerra per difendere i diritti
temporali del Papa e di Francesco II, Re del Regno
delle Due Sicilie.
A parer mio: i francesi a Roma per
difendere Pio IX, la flotta
francese che impedisce il bombardamento
per via di mare di Gaeta,
il permettere che tre vapori francesi siano al servizio
del Re asportando viveri che
si comprano a Marsiglia, soccorrere la Cittadella
con gli stessi vapori, l'usarci l'amabilità di tener
corrispondenze tra la Cittadella
ed il Re in Gaeta per mezzo del vascello francese
qui stanziato, secondo me tutto ciò è
climaterico!
Se 5 vascelli francesi impediscono
il blocco a Gaeta, perchè non
impedire il bombardamento per via
di terra? Se non vi deve essere
intervento, perchè soltanto intervenire
per via di mare? Basterebbe
un "fiat" della Francia ed i Piemontesi sortirebbero
dal Regno delle Due Sicilie; ma la
Francia non può disgustarsi
l'Inghilterra! Spero ingannarmi,
ma suppongo che la perdita del Regno delle Due Sicilie
sia un affare compiuto perchè quanto il nostro infelice
Sovrano avrà esauriti tutti i mezzi possibili, finirà
la galanteria francese, a meno che tutte le Potenze
del Nord non si decidono ad
una accanita guerra con spargere immenso sangue
nella infelice Italia!
Basta, nel mese di aprile o maggio
venturo tutto sarà chiarito, perchè non è possibile
che per quanto tempo le nostre provincie
possono restare nell'anarchia in
cui trovansi. Questo è il mio
parere nello stato attuale! Molta
rabbia ha prodotto ai Messinesi l'arrivo dei soccorsi
di viveri e denaro e abbigliamento ricevuto.
Ma che sono altri 10mila ducati se
solo l'impronto fatto dalla stessa guarnigione ascende
a 14.600 ducati? Con tutto
ciò in giornata stessa abbiamo acquistato altre
50 salme di grano e olio e
cerchiamo come Uomini di Onore sostenerci il più
possibile in questo punto tanto interessante, assicurando
la sussistenza per tutto il
mese di gennaio, purchè però la truppa piemontese,
in giornata qui giunta, non ci tolga le facilitazioni
ed il commercio che finora abbiamo
avuto con la Città.
16 DICEMBRE
Ieri sera fino a ore 2 di notte i
soldati si divertirono a cantare,
accompagnati dalle bande, canzoni da loro composti
in lode del Re per i viveri
e denaro che ci ha rimessi. Poveri giovani, fin
dal mese di aprile dormono sulla nuda terra, non
privi di qualche insetto, nel vedersi nel vedersi
coverti ora di un pantalone di panno, quantunque
non in buono stato, sono veramente contenti. I pantaloni
ricevuti non sono quelli regolamentari;
di fatto, l'artiglieria, invece di ricevere i pantaloni
di colore bleu, li ha ricevuti rubii.
Ad onta di tanta allegrezza e contentezza
della truppa il mio cuore è sempre afflitto prevedendo
il futuro che per me non sembra
troppo felice. I giovani militari
qui si appagano del presente senza guardare all'avvenire
troppo triste, anche in considerazione
della posizione infelice in cui trovasi
Gaeta che, a quanto mi assicura il Capitano di Stato
Maggiore, è molto triste ed in
segreto mi ha detto che gli Uffiziali
di quella guarnigione non sono sicuri se per la
fine del corrente mese percepiranno un terzo
del di loro soldo prchè colà mancano
mezzi e denaro! Verso l'Una ½ p.m. è venuto personalmente
il Comandante del vascello francese a ringraziare
il Maresciallo delle gentilezze usategli, perchè
essendo morto a bordo un sottouffiziale di apoplessia
fu sezionato nel nostro ospedale
ove io feci trovare tutto il necessario, dottori,
ferri e quanto bisognava, facendo, poi, interrare
il cadavere nel nostro camposanto.
Siccome il nostro Generale Supremo non parla che
il solo italiano, sono stato chiamato per
esprimere i suoi ringraziamenti.
Essendo entrato con il detto Comandante in lunghi
discorsi, mi sono avveduto che il presente affare
non andrà troppo per le lunghe perchè mi fa sospettare
che la squadra francese non sarà di molta di molta
permanenza in Gaeta.
Se ciò disgraziatamente si verifica,
molto male andranno i nostri affari di guerra. Lo
stesso mi ha detto che col Reggimento
Piemontese sbarcato ieri a Messina
vi è anche un Generale che andava qu a riunirsi
la sua intera Brigata.
Mi ha detto pure che
il Governatore Ugdolena, da qui partito
in istato di arresto, fu arrestato per suo intervento
per aver fatto fare una dimostrazione
repubblicana perchè essendo garibaldino
desiderava un partito in quel senso.
Il detto Comandante ha mostrato gran
piacere che io parlavo in
francese perchè lui non parla affatto l'italiano;
entrando in discorso di guerra non può credersi
le amabilità che mi ha usate
offrendomi la sua disposizione per
quanto poteva occorrermi, tanto più che che mi ha
nominato nu suo parente che fece parte del Corpo
di Armata del Centro ove io appartenevo
in Spagna, rammentandomi la battaglia di Bayler
perduta dal Generale Dupont fatto
prigioniero con l'intiero Corpo d'Esercito
che comandava. Abbiamo parlato per più di un'ora
e sinceramente gli ho detto: "Se la
Francia continua a mostrarci la sua
amicizia e simpatia, il nostro infelice Sovrano
ricupererà il suo Regno, ma ciò lo credo un poco
difficile stante che la Francia non può disgustarsi
l'Inghilterra ".
Al che mi ha risposto: "Non saprei
rispondervi; intanto siamo
militari e soggetti a tutte le fasi, che voi ben
sapete quanto ne sono avvenute in Francia"-
17 DICEMBRE
Da bordo, ad onta della pioggia,
si stanno sbarcando i viveri;
forse il detto vapore domani ripartirà
per Gaeta. Alle 11 a.m. sono stato a restituire
la visita al Comandante del vascello
francese "Le Togo", Cap. L. de Kzrikouet,
seguito dal Generale Cobianchi e due Capitani dello
Stato Maggiore. Con somma amabilità siamo stati
ricevuti; ci hanno portati a curiosare il vascello
fin ov'è la macchina a vapore, spiegandoci quanto
non è del nostro mestiere
di soldati di terra; le quantità di macchine che
vi sono: per panizzare, per le manovre di norre,
di giorno e finalmente ci
hanno fatto osservare la macchina come ridurre l'acqua
del mare ad acqua dolce. Il gran magazzino ove tutto
vi si rinviene per quanto bisogna al materiale ed
al personale. Avendogli domandato del costo di un
tal vascello, mi ha risposto che il suo valore è
di circa 4 milioni di franchi.
Siamo stati girando per più di due ore per tutto
osservare e siccome la pioggia era forte ci siamo
trattenuti per più di altra ora discorrendo
sempre di cose militari e delle presenti circostanze.
Altre truppe piemontesi sono sbarcate
a Messina e se la spia non
m'inganna, ma si assicura che circa 14mila piemontesi
sono sbarcati a Milazzo; abbenchè
la cifra sembrami alquanto alterata,
è certo che molta truppa trovasi
a Milazzo è sicuramente sarà messa a scaglioni da
colà fino a Messina in quanto Milazzo non
potrebbe tutti alloggiare per cui
stenderanno a Barcellona ed altri paesi più vicini
a noi. Ciononpertanto stamane ho fatto
aumentare tutti i posti delle opere
esterne e delle opere avanzate, le tre lunette S.Francesco,
lunetta Carolina e Rivellino S.Teresa. La Cittadella
è all'ordine; allorchè sarà attaccata saprà ben
rispondere. Mezzi di artiglieria e uomini ne abbiamo
al di più del bisogno! I viveri...i viveri formano
il mio estremo dispiacere ed il triste avvenire!
Nonché i cannoni rigati di cui
siamo privi! Ieri è entrata nel porto
la fregata piemontese che ieri sbarcò truppa a Messina
e che fu dal Comandante il vascello francese inibita
di entrare nel porto. Avendone domandato al detto
Comandante mi ha risposto che con suo permesso vi
era entrata per causa del cattivo tempo. Mi auguro
che i miei sospetti non si avverino perchè dal lungo
discorso di stamane ho rilevato che la
nostra posizione è veramente infelice!
18 DICEMBRE
È giunto altro vapore con altri 100
volontari garibaldini che
devono essere congedati; essi finora sono al numero
di 1.100, tutti siciliani.
Una parte di essi è già partita per raggiungere
le famiglie, altri 500 e più attendono
che siano soddisfatti di un mese di prest che ad
essi si dà per gratificazione; per ora manca il
denaro!
Il vapore che ha portato i nostri
viveri verso le ore 22 è partito
per Gaeta, ma il cattivo tempo lo
ha fatto ritornare in porto.
Stamane, giusta il consueto, è giunta
la messaggeria postale ed
abbiamo ricevuto uffici da Gaeta rimessici dal Comandante
del vascello francese. Essi
annunciano molte promozioni di individui di questo
presidio. In giornata si sono immesse altre 50 salme
di grano nei nostri magazzini. Ieri sera, per quanto
ci dicono i venditori che
vengon a vendere al Lazzaretto, vi fu gran folla
al teatro ove avvenne un forte tafferuglio per causa
che alcuni gridarono "Viva Vittorio Emanuele" e
gli altri tacquero ma al grido di "Viva Garibaldi"
i gridi e battute di mano furono così generali e
consecutivi che si fu obbligato a calare il sipario.
Pare che il partito repubblicano, o d'indipendenza,
sia generale in Sicilia. Da Capitano in giù tutti
gli Uffiziali di questo presidio hanno
ricevuto 6 ducati per ciascuno per
i tre mesi di soldo che
avanzano, ad eccezione di molti,
che non hanno le loro famiglie a
Gaeta ove sono in parte pagate che
hanno ricevuto qualche cosa di
più. Più tardi si è pagato il soldo
di ottobre agli Uffiziali e
metà soldo agli Uffiziali Superiori
e Generali.
19 DICEMBRE
Questa mattina, nel portarsi in Messina
il nostro Uffiziale tesoriere
Capozzi per cambiare i napoleoni in argento, un
caporale garibaldino lo ha fortemente insultato,
prima con parole e, dopo, tentava anche per via
di fatto sguainando anche la baionetta, ma essendo
accorsa la Guardia Nazionale e frappostasi persone
pacifiche, hanno fatto montare in
carrozza l'Uffiziale accompagnandolo fino agli avamposti
della Cittadella. Se c'è scritto al Comandante di
Piazza nei sensi onde evitare collisioni prima del
tempo. Avendo ricevuto
i fogli di Francia (Le Siècle) rilevo sotto
l'articolo "Londre 11 Xbre" quanto
segue:
"L'Empereur Napoléon ne verrait pas,
dans le cours des evénemens
recéns, l'execution de ses intentions
à l'egard de l'Italie. En
effet, L'Empereur Napoléon aurait voulu seulement
protéger la personne du Roi
François II et lui èviter l'humiliation de devenir
prisonnier. Nous avons des raison de croire que
cette protection ne serà plus longtemps de nature
à devenir un moyen de prolonger la guerre civile,
et bientot di François II ne se retire pas
tranquillement de Gaete cette ville
serà bombardée par mer e par terre."
Se questo articolo è vero sarebbe
un fatto compiuto la perdita del
Regno pel nostro Re!
20 DICEMBRE
Essendosi alquanto deteriorati i
nostri 4 molini e non potendosi
panizzare per la truppa e non volendo
consumare i viveri che abbiamo,
si è disposto che la truppa riceva due grani e mezzo
al giorno per comprarsi il pane fino a che non si
accomodino le pietre dei molini.
Grande scisma esiste in Messina tra
garibaldini e la truppa piemontese
di fresco giunta. Anarchia perfetta tra i pagani.
La Sicilia vuole essere indipendente.
Assassini giornalmente succedono.
La Guardia Nazionale presta buoni servizi. I nostri
disertori sono mandati fuori alla Vicaria dal Comandante
di piazza di Messina.
21 DICEMBRE
Vari legni inglesi a vapore da qui
partiti sono rientrati nel
porto per causa del cattivo tempo di mare. Le truppe
piemontesi qui giunte hanno
preso il servizio degli avamposti.
22 DICEMBRE
Niente di positivo se non la noia
di lungo assedio.- Il Generale
Supremo si applica ad apprendere
la lingua francese; il suo maestro è il 3° chirurgo
Dr.Palumbo di questo ospedale provvisorio. Dai fogli
francesi che leggo e che mi si mandano per
puara amicizia dal Comandante il
vascello francese e dal loro Console(Le Débat, Le
Siècle e La Press) rilevo una lettera del
Principe Murat che fa conoscere impossibile
l'annessione dell'Italia; la protesta del Generale
dei Gesuiti e li scismi che
si propagano in Francia dai Vescovi
francesi, e segnatamente dall'Arcivescovo di Lione,
in favore della Santa Sede, nonchè il
tafferuglio di tutta la stampa francese
per il decreto del 24 novembre
in corso per la libertà della stampa e di ciò che
la Nazione pretende. Tutto
ciò mi fa sperare qualche cambiamento nella politica
abbenchè sembra ancora stabile il sistema inglese
per l'annessione italiana per i suoi interessi.
23 DICEMBRE
Il Comandante di Piazza di Messina,
in riscontro a quanto si è
ufficiato circa l'incidente avvenuto al nostro Uffiziale
insultato da un garibaldino,
ha fatto conoscere la sua dispiacenza somma per
tale avvenimento con l'assicurazione che il caporale
garibaldino già trovasi in
prigione e sottoposto al Consiglio di Guerra; assicura
inoltre di aver replicato i suoi ordini tanto ai
garibaldini che ai due reggimenti
piemontesi di rispettare come devesi ogni individuo
della Cittadella che si porta in Città.
24 DICEMBRE
La giornata generalmente si è veduta
in spendere dai nostri soldati
al Lazzaretto al più non posso per solennizzare
la Vigilia del Santo Natale.
Or siccome giorni dietro nel riceversi 10mila
ducati da Gaeta si distribuì ad essi
la terza parte dei 9.600 ducati che avevano improntato
alla Cassa di Campagna, son sicuro
che di un migliaio e mezzo di ducati
hanno consumato in vino, baccalà, pesce, pane, frutti
e verdura e quanto si usa in Napoli
in questa giornata, per cui allegria
e feste fra loro ed a nulla pensano.
Al contrario gli Uffiziali tristi
e pensierosi perchè disgraziatamente
tutti casati, che ha moglie a Gaeta, chi la famiglia
a Capua o a Napoli, senza mezzi di poterle soccorrere
e col pensiero che in questi
giorni non hanno da mangiare, si veggono in uno
stato deplorabile.
25 DICEMBRE
In Cittadella tutta la notte le bande
dei reggimenti hanno sempre suonato fino alle 4;
canti, balli, suoni, tutto col massimo buon
ordine non essendovi stato il menomo
incidente. Reggimento e truppa
al Forte SS.Salvatore ha pristinato lo stesso. Le
bande musicali interpellantemente sono venute a
suonare alle abitazioni dei Generali.
In Città vi è qualche disordine e
pertanto la processione questa
notte non è sortita dalla Cittadella
pur essendo una delle principali
feste di Messina. I siciliani che presero servizio
con Garibaldi e che debbono
essere licenziati per ordine di Vittorio Emanuele
non vogliono partire o essere disarmati perchè pretendono
i 6 mesi di prest come ricevono i garibaldini italiani
che si licenziano. Continui alterchi succedono tra
questi e i piemontesi che
sono truppe regolari, con vera educazione militare.
Nei conventi ove sono accasermati i garibaldini
vi si vede tutto devastato
avendo rotto tutte le lastre, porte e financo rotti
i pavimenti. Quest'oggi martedì, giorno dell'arrivo
della messaggeria postale
francese che viene da Gaeta, non è giunta, forse
perchè Natale oppure pel cattivo tempo di mare e
dei forti venti che spirano.
Un piccolo legno a vapore "L'Elba", che partì da
qui sabato scorso, si è naufragato vicino a Santa
Venere, al di là di Pizzo.
Il Padre preposito di un convento,
fratello di Monsignor Papardo, da qui esiliato dai
garibaldini, ieri inviò al Generale Fergola un
piccolo quadro della Madonna della
Provvidenza pregandolo di
piazzarlo nella nostra Parrocchia della Cittadella;
ha mandato pure 50 figurine da distribuirsi nelle
Compagnie. A questa S.Immagine
si ha grande devozione in Messina ed il detto Padre
ci fa sapere che ha dato varii indizi pel miglioramento
della nostra causa.
26 DICEMBRE
Vari legni piemontesi sono sortiti
dal porto, ed anche una fregata
con a bordo truppe imbarcate a Messina. Hanno preso
rotta dell'Adriatico, ossia
dietro marina. Secondo le voci che corrono,
forse sbarcheranno in Calabria per
le sommosse popolari che colà
si manifestano per non essere contenti
del nuovo regime e per le vendette particolari che
colà si succedono giornalmente.
L'anarchia è generale nel nostro
infelice Regno e Dio sà quando
avrà termine.
Questa mattina la messaggeria dalla
quale avevamo speranza di
ricevere viveri e denaro da Gaeta; nulla di tutto
ciò, nemmeno un ufficio del Ministero di Guerra.
Avendo parlato con un Uffiziale
del vascello francese, questi mi
ha assicurato che la flotta francese, composta di
5 vascelli e seguito, trovavasi nel porto di Gaeta
comandata dal Vice Ammiraglio De Titar, cosa che
ieri mi tenne nella massima afflizione stante che
il giornale di Messina intitolato
"D.Marzio" asseriva che la flotta francese si era
allontanata da Gaeta.
Il vasto porto di Messina era carico
di legni mercantili e vapori
di tutte le Nazioni che si erano
qui ricoverati per i cattivissimi
tempi dei giorni passati; da ieri
sera partono legni a vela e
vapori perchè il tempo si è moderato
di molto. Alcune nostre signore del presidio anche
sono partite per Napoli col vapore mercantile "Maria
Antonietta".
27 DICEMBRE
La lettura dei vari fogli esteri
che ricevo mitiga alquanto la
noia del lungo assedio, ma nel considerare
la truppa non ha prest che
per altri 4 giorni ed in conseguenza non può acquistare
a sue spese l'ordinario, mi
fa cadere nella tristezza stante che dal 1° dell'entrante
gennaio essa dovrà ricevere i viveri della riserva
e non ne abbiamo che per soli
26 giorni(compreso 4 cantaja di gallette acquistate
oggi).
I fogli esteri danno poca speranza,
o nulla, pel ritorno del nostro
infelice Sovrano sul trono di Napoli e, nello stesso
tempo, rapportano fedelmente
la reazione in suo favore di quasi tutte le
Provincie di terraferma. Secondo
me tutto dipende dal discorso del trono che ai primi
giorni del nuovo anno faranno tanto
l'Imperatore Napoleone quanto il
Re Vittorio Emanuele. Siccome tale epoca è prossima,
presto sapremo la nostra sorte qual dovrà
essere. Certo è che le continue lagnanze
e reclami di tutti i vapori francesi e di tutto
l'Orbe Cattolico contro la strana
invasione degli Stati della Chiesa,
una specie di Crociata che si propaga, il malcontento
che esiste nell'Alta Italia, le nostre Provincie
quasi tutte in rivolta, le solenni proteste delle
Potenze del Nord, un'amministrazione non ancora
basata, tutto ciò puol darsi
che faccia cambiar politica alla Francia e potrebbe
essere propizia al nostro Re.
28 DICEMBRE
Il Generale piemontese che comanda
le truppe in Messina chiamasi
Chiabrera!
Questa mattina si sono disertati
– verso le 11 a.m. - quattro
Uffiziali di questo presidio:
1.Capitano del Genio Alfredo Avena
(che dicono figlio naturale del Generale De Sauget);
2.Tenente del Genio Giovanni Colucci;
3.Tenente del 3° di Linea Costantino
Moffa e
4.Tenente del 3° di Linea Vincenzo
Dell'Aversano.
Essendosi costoro presentati al Generale
piemontese in Messina, lo
stesso li ha fatti subito imbarcare su di un vapore
ch'era per partire per Napoli
scrivendo al suo Ministro di Guerra che gli
mandava i 4 Uffiziali disertati dalla
Cittadella e chiedendo di conoscere istruzioni nel
caso che altri fussero a lui presentati. Di ciò
con ufficio ne ha dato conoscenza al nostro Maresciallo
Fergola. I nostri soldati
bastantemente soffrono per la presente stagione
e non sono privi di insetti;
dormono sulla nuda terra. Or siccome in Cittadella
vi è del fieno, sebben non in molta quantità, oggi
se n'è fatta la distribuzione
in ragione di 5 rotoli a soldato. Non si è potuto
darne maggiore quantità dovendo serbarne quanto
necessario per 8 animali che abbiamo
per i molini e per le cariche dei cannoni. Abbiamo
distribuito anche 500 sacchi onde potervi
mettere dentro il fieno e sopra giacervi.
Ma che sono 500 sacchi per 4.500 uomini?
Da qui a 4 giorni deve pervenire
la messaggeria francese e Dio sa
con quale ansia l'attendiamo per
avere notizie da Gaeta e del nostro Re. Dovressimo
avere necessario soccorso, ma notizie troppo
affligenti ci pervengono circa la
triste posizione finanziaria in cui trovasi il Sovrano
abbenchè ci piace lusingarci del contrario; ma le
cattive notizie vanno sempre sull'ala dei venti!
29 DICEMBRE
Questa mattina avanti il posto Pagliara
si è avanzato un parlamentario
che sono andato a riceverlo son le solite formalità.
Il parlamentario era formato dall'Intendente
dell'Esercito, un Commissario
di Guerra ed un Uffiziale con camicia rossa.
L'Intendente con molta cortesia mi
ha detto che il fornisore del casermaggio, uomo
da mala fede, asseriva che la più grande parte
del casermaggio militare era di sua
pertinenza e che la
parte appartenente al Governo trovavasi nella Cittadella
e, pertanto mi pregava fargli conoscere la verità,
e dargli qualche chiarimento
onde non venissero defraudati gli interessi del
governo in cui tutti cercano di profittarne. Io
ho assicurato che tutto il
casermaggio è di pertinenza del governo e tutto
deve trovarsi presso il fornisore, ad eccezione
di quanto poteva rinvenirsi
nella Cittadella di cui gliene avrei fatto tenere
fra giorni un stato esatto, facendogli noto che
pria dell'entrata in Messina
di Garibaldi, dopo la convenzione fatta col Maresciallo
Clary, trovavansi nel piano di Terranova e nella
Cittadella circa 22mila uomini
delle nostre truppe, tra cavalleria, artiglieria
e linea, e per dare capienza a tutti con paglia
a terra si dispose che tutto
il casermaggio si fusse consegnato al fornisore,
come fu eseguito, ad eccezione di quegli oggetti
appartenenti agli individui
che trovavansi di servizio all'ospedale che rimasero
in Cittadella e di cui, come ho detto, gli avrei
fatto tenere uno stato. Per
quanto riguarda il casermaggio dei Forti Consagra
e Castellaccio, esso fu consegnato alle truppe garibaldine
alle quali i forti stessi,
per convenzione, furono ceduti.
L'Intendente è rimasto molto confuso
della mia gentile maniera di
parlargli e mi ha detto: "Speriamo
tra giorni di abbracciarci da
veri amici". Al che gli ho risposto:
"I militari di onore sono
soggetti a tutte le fasi fino a che l'onore è salvo
meritano sempre lode dallo stesso nemico."
Vedendo le buone maniere
dell'Intendente, gli ho chiesto in
favore se poteva farmi dal fornisore un migliaio
di coperte di lana in prestito, pagandone
anche il compenso mensile come gli
paga il governo; egli mi ha detto che farà il possibile
Generale; Dopo le cerimonie di uso di uso, ci siamo
licenziati. Il vapore che
imbarcò ieri i nostri 4 Uffiziali disertori pel
cattivissimo tempo di mare è ritornato nel posto
ed i detti Uffiziali sono
di nuovo in città in attenzione.
31 DICEMBRE
Le notizie che ci pervengono da Messina
sono:
a) che la Francia ha protestato di
non ingerirsi più negli affari
d'Italia in caso che l'Austria dichiara
la guerra al Piemonte. Non si conosce se questa
protesta obbliga la Francia a ritirare la
sua flotta che trovasi avanti Gaeta;
b) che circa un migliaio e più di
garibaldini riuniti in Messina
per essere congedati, giusta l'ordine
di Vittorio Emanuele, ora hanno ricevuto il contr'ordine
di dover restare in servizio.
Noi rinchiusi da più di 5 mesi in
questa Cittadella attingiamo
sempre notizie da qualunque sorgente
vengano senza mai essere sicuri
se siano vere o false. Intanto è necessario sentirle
non per altro che per ammazzare
l'ozio dell'assedio. In effetti, mentre scrivo,
mi si porta sicura notizia(come dice il latore)
che la Baviera ha dichiarato la guerra al Piemonte.
Per me sta che la Baviera sola non può misurarsi
col Piemonte nello stato presente nè liberare le
Due Sicilie dalle angustie in cui trovasi. Nei fogli
esteri non rilevo altro che una protesta della Baviera
la quale ha ritirato il suo
Ambasciatore da Torino e viceversa. Il tempo ci
dirà la verità, per ora viviamo di speranza e puol
darsi che alla venuta della messaggeria potremo
avere notizie da Gaeta. L'anno 1860 è finito con
il ricevere consolanti notizie(se pure
vere) ed il presidio si trova nella
seguente posizione:
1. La truppa improntò alla Cassa
di Campagna, per comprare viveri ducati 9.586 –
i Generali ed Uffiziali ne improntarono 5.042.
Alla rimessiva di ducati 10mila da
Gaeta si restituì alla truppa
un terzo di ciò che aveva improntato.Ai
Generali ed Uffiziali nulla;
2. La truppa avanza 18 giorni di
prest e la diaria di novembre e di dicembre. Gli
Uffiziali, da Capitano in giù, avanzano averi e
diaria di novembre e dicembre.-I
Generali ed Uffiziali Superiori
avanzano metà degli intieri averi e diaria del mese
di
ottobre e gli intieri averi e diaria
di novembre e dicembre.
Essendo finito perfettamente il denaro,
da dopodomani – 1861 – la
truppa non riceve più prest ed in conseguenza la
truppa non compra
il suo ordinario, ma riceve la razione
dai viveri della riserva,
che ne abbiamo per un solo mese.
Per domani, come primo giorno del
nuovo anno, la truppa riceve il
prest, essendosi rimediato al meglio
con la vendita di altro poco carbon fossile, e ciò
per non essere di cattivo augurio per
l'anno nuovo 1861 che speriamo che
non sia così triste e
malagevole, come quello che termina,
pel nostro Regno infelice,
che a quanto pare lo saprà per molto tempo!
1 GENNAIO 1861
Verso le ore 8 a.m. è giunta la sospirata
messaggeria lusingandoci che
avrebbe portato soccorsi di viveri e denaro; niente
di tutto ciò. Invece, quantità
di lettere particolari delle famiglie dei
Sigg.Ufficiali di questo presidio
che trovansi a Gaeta; pochi uffuciali del Ministero
di Guerra che di tutto di parlano fuorchè di darci
almeno speranza di quanto si attende, mentre non
abbiamo che altri 26 giorni di viveri e qualche
centinaio di ducati per far
fronte a tante spese giornaliere, specie per l'ospedale
che, allo stato, tiene ricoverati 169 infermi, ed
una truppa di 5.400 uomini assediata da più di 5
mesi.
Tra gli ufficii del Ministero di
Guerra si ordina che delle 5
Compagnie dei Pionieri si riducessero
a quattro e comandati dal
Sig.Maggiore Granata e che il Colonnello Palmieri
(che le comandava) e l'altro
Maggiore Hueber, dello stesso Corpo, e le altre
cariche superanti si mandassero a Gaeta col primo
vapore.
Il Maresciallo Comandante Superiore
Fergola è stato sovranmente autorizzato di dare
medaglie a tutti coloro che per conosciuta
fedeltà o per massima distinzione
di coraggio se ne rendessero
meritevoli.
Tutte le lettere particolari che
sono pervenute da Gaeta ci danno
liete notizie: che l'Armata navale
Francese è sempre avanti Gaeta
per impedire il bombardamento per
via di mare; che i piemontesi dalle alture davanti
Gaeta di raro tirano qualche colpo dentro la Piazza
e che poco danno hanno prodotto stante che la maggior
parte delle bombe crepano in aria. Ci avvisano pure
che i Ministri Olloa e Garbonelli, reduci, il primo,
da Parigi ed il secondo da Roma,
per contrattare un prestito, hanno
fatto buoni affari e che presto riceveremo soccorsi.
Il Comandante il vascello francese,
per un suo Uffiziale, alle ore
3 p.m., ha mandato in Cittadella
biglietti da visita al Generale Fergola ed a me
ricambiando gli auguri del 1° dell'anno. Con
l'occasione ci ha mandato a dire
che Luigi Napoleone ha messo a disposizione di Francesco
II i vascelli che trovansi avanti Gaeta
per impedire il bombardamento dei
Piemontesi dalla parte del mare.
2 GENNAIO
Ieri sera al Teatro vi fu grande
fracasso e tafferuglio: bandiere
bianche, altre di diverso colore
e stemma, gridi immensi di "Viva
la Repubblica", "Buon Governo", "Viva
Garibaldi" e nessuno per l'annessione; infine, una
confusione che terminò col fare stancare tutti per
le voci che spargevano. Persona alcuna pronunciò
il nome di Vittorio Emanuele. L'anarchia è nel perfetto
stato!
Le buone notizie che riceviamo sono
note in Città per cui il massimo
avvilimento vi esiste fra i compromessi.
Due nostri artiglieri, Piga e Covino,
spacciati per disertori ma
effettivamente nostre spie, come tali furono arrestati
in Messina e sottoposti al
Consiglio di Guerra dal Generale Comandante i
Piemontesi, il quale scrisse al nostro
Maresciallo se desiderava mandare un Uffiziale di
questo presidio come difensore nel
dibattimento non avrebbe incontrato
difficoltà alcuna. Avendolo ufficiato che questi
non erano affatto spie, ma soldati che
abusivamente si erano portati in
Città senza permesso, non potevano essere, quindi,
giudicati come disertori. Or, siccome i detti due
individui, nell'essere arrestati, dichiararono che
si erano disertati per prendere servizio nelle truppe
piemontesi, vennero assolti
ed arruolati nelle loro file e destinati nelle batterie
di Torre di Faro.
Questa mattina, invece di portarsi
ai posti destinati, con bastante
rischio, si sono portati da noi nella Cittadella.-Intanto,
altri due artiglieri, Giovanni
Allevato e Domanico Gigliotti, essendo
di sentinella sulle due cannoniere del posto di
D.Blasco(molto basse e sporgono a
Terranova) si sono da colà buttati
e disertati, lasciando al piede
di dette cannoniere il loro cuoiame.
Che assedio curioso è il nostro e quante anomalie
succedono!
Questa mattina, alla punta di giorno,
si sono trovati alle Quattro
Fontane in Messina affissi che dicevano:
"Vogliamo Francesco II – fuori i Piemontesi!"
3 GENNAIO
Da ieri la truppa non riceve più
prest, ma viveri scarsi della
riserva. Ieri riceverono biscotto,
fave e formaggio; oggi hanno ricevuto pasta lunga,
gallette e formaggio. Gli Uffiziali nulla!
Questa notte agli avamposti
si sono disertati 6 soldati del 3° di Linea: due
dal posto Pagliara e quattro dal Forte D.Blasco,
tutti mentre erano di sentinella,
ed abbenchè le altre sentinelle gli avessero fatto
fuoco, non avendoli colpiti si sono evasi. Queste
diserzioni non mi stranizzano stante
che i nostri soldati, non avvezzi ai disagi della
guerra, quasi tutta di nuova leva,
abituati dal principio dell'assedio
con 26 grane al giorno, la razione giusta e vino,
mal sopportano le ristrettezze presenti. detti disertori
sono: Giuseppe Costantino, Vincenzo Ciacciarella,
Antonio Lattanzio, Pietro Camarco, Francesco
Severino e Antonio Manna. All'Una
pomeridiana è venuto agli avamposti come parlamentario
il Console Greco domandando il
permesso di fare accomodare un legno
ellenico nel carenaggio sotto il Forte SS.Salvatore.
Gli è stato concesso! Tutti
i partiti sono con animo titubante: varie notizie
corrono – che i piemontesi debbono abbandonare Napoli,
ma intanto si propone da Farini una leva generale
in Napoli – il partito di Mazzini, ossia repubblicano,
sembra aumentarsi, almeno qui in Sicilia – una disorganizzazione
su tutto vi esiste ed una perfetta anarchia.
Intanto i fogli di Francia mostrano
non comprendere la grande
simpatia di Napoleone III per Francesco II – la
permanenza della squadra francese
che protegge Gaeta dalla parte del mare e la
lascia bombardare dalla parte di
terra, nel mentre poi lo stesso Napoleone ha incitato
i popoli italiani alla rivolta. Certo è che
gli stessi fogli di Francia (Le Dèbats)
asseriscono che l'Imperatore di Russia con lettera
amicale a Napoleone lo interessa
a proteggere il Re di Napoli, non per questo, poi,
tutti i fogli dicono che tale simpatia non andrà
a lungo stante che l'Inghilterra
dice che tale operato osta a quanto si era stabilito
nei trattati pel non intervento. Le notizie anche
che si spacciano sono che
Vittorio Emanuele sia fermamente deciso di occupare
Roma nell'aprirsi la Compagna nè si conosce in tal
caso cosa farebbero i 30mila francesi che si trovano
in Roma.
Certo è che generalmente la Francia
mal soffre il modo d'invadere del Re del Piemonte!
Intanto noi chiusi in questa Fortezza
da circa 6 mesi viviamo nella speranza di nu felice
risultato pel nostro amato ed ottimo
Sovrano, che anche lui con vera fermezza
e alacrità trovasi assediato i quei baluardi di
Gaeta restando in attenzione per
l'esito di una guerra così straordinaria
ed ingiusta che gli vien fatta da un suo congiunto
sotto l'aspetto dell'amicizia e della
lealtà con l'immensa ruina del suo
Regno. I traditori tremano del
loro avvenire; quelli rimasti fedeli
al loro giuramento dato sono incerti della loro
sorte ma pure si consolano perchè gli Uomini di
onore in tutte le armate sono sempre
rispettati.
4 GENNAIO
Questa notte sono partiti da Messina
200 piemontesi per sedare la
rivolta di alcuni villaggi che, a
quanto ci si dice, è giunta fino a Patti. L'assistente
del Sig.Colonnello Vallo, a nome Vitolo, è
disertato. Il Generale Aldanese,
sotto pretesto di malattia, dal Maresciallo Comandante
Superiore è stato esonerato dal Comando del
3° Reggimento di Linea, ma, in effetti,
è stato ciò fatto perchè ritenuto inabile al comando,
vile, capace di spargere notizie
scoraggianti e per nulla s'incarica
del suo mestiere. All'oggetto il 3° di Linea viene
comandato da Sig.Maggiore Conte Cobianchi, formatosi
sotto le bandiere dal Generale Cobianchi. Si è dato
all'ordine di oggi che qualunque soldato o sottoufficiale
arresti un disertore nella
flagranza avrà un grado in più e, se Uffiziale riceverà
una decorazione.
Varii distaccamenti piemontesi sono
partiti da Messina per via di terra ter soccorrere
Milazzo, minacciata di essere invasa da gente
rivoluzionaria che proclama Garibaldi
e la Repubblica; altre truppe,
per via di mare, vanno verso Bagnara ove quei vicini
paesi sono in rivolta con
bandiere borboniche ed inneggianti Francesco
II.
Ieri mattina un soldato ha ricevuto
5 giri di bacchetta dietro un
giudizio subito per aver prodotto
una ferita ad altro soldato.
Siccome il Generale Chiabrera, Comandante
le truppe in Messina, aveva proibito di acquistare
fascine per la Cittadella dicendo che
potevano servire per spalleggiamento
alle batterie, stamane si è
mandato il Colonnello Vallo per dirgli
che in Cittadella nulla mancava per le fortificazioni,
ma che le fascine bisognavano per
il forno per cuocere il pane, e ciò
a secondo la nostra convenzione pel vivere civile
non potevasi negare lo acquisto.
Dopo qualche difficoltà ha ceduto
dicendo: "Voi non potete credere quanto sono dispiaciuto
nel sentire dai vostri disertori i disagi
e le privazioni che soffrite nella
Cittadella, ma ciò vi fa molto
onore e sarete molto sempre rispettati
e stimati da tutte le Nazioni."-Al che il Colonnello
gli ha detto che a noi nulla manca e lo ha ringraziato
per la buona opinione che nutriva per noi. Lo stesso
Generale gli ha detto che presto gli affari si sarebbero
accomodati stante che la Russia,
la Prussia e l'Austria aveva premurato la Francia
di proteggere Francesco II e che la flotta francese
lasciasse Gaeta.
5 GENNAIO
Trovandoci in critica posizione per
viveri e denaro, si è giudicato
opportuno spedire un Uffiziale a Gaeta per far presente
a Re la nostra triste posizione specie
per la sussistenza per 4.300
persone. Siccome per noi non vi è mezzo per potersi
imbarcare per Gaeta, si è domandato a pregare il
Comandante del vascello francese
se volesse compiacersi far spedire un passaporto
per Marsiglia ad un nostro Uffiziale che andrebbe
vestito da pagano facendolo
imbarcare sulla messaggeria francese che parte da
qui il giorno 7 corrente. Ove la messageria francese
non dovesse toccare Gaeta,
l'Uffiziale si porterebbe a Marsiglia e di lì raggiungerebbe
Gaeta. Il detto Comandante, a tale avviso, è venuto
di persona nella Cittadella per chiedere
il nome dell'Uffiziale permettendone l'imbarco.
Io l'ho ringraziato di tanta gentilezza
aggiungendo che se in questi due
giorni fossero giunti soccorsi da Gaeta il detto
Uffiziale non sarebbe partito. Intanto è rimasto
alquanto dispiaciuto nell'apprendere
che non abbiamo che pochi altri giorni di viveri,
tenendogli nascosto che i soldati da tre
giorni ricevono meno di due terzi
di razione. Ecco le angustie in cui viviamo!
È arrivato un vapore da Napoli e
disgraziatamente ha sbarcato tante diavole di femmine
e signore appartenenti a militari di questo presidio,
le quali non avendo come vivere in Napoli o a
Capua sono venute a raggiungere i
loro mariti. Cosa affligente, mentre noi siamo nelle
massime angustie per la mancanza di viveri!
Ma come respingerli? Ove mandarle?
Le notizie che essi ci apportano sono che a Maddaloni
giornalmente giungono feriti
dall'assedio di Gaeta; che Vittorio
Emanuele nal partire da Napoli si caricò tre vapori
di tutta la roba del Palazzo Reale e dei
Musei della Capitale, oltre il denaro
che potè riunire; che il Luogotenente Farini sia
partito da Napoli e che per Napoli si cantano tante
canzoni popolari in favore di Francesco II. Dicono
pure che i tre vapori carichi degli oggetti del
Palazzo Reale e altri siano
stati arrestati dai legni francesi nelle acque di
Terracina. Se quanto sopra hanno detto le signore
sia vero o falso il tempo
lo dirà!
6 GENNAIO
Questa mattina sono disertati due
soldati del 5° di Linea mentre
erano di guardia al posto avanzato alla Pagliara.
Disgrazia che i nostri soldati
mal soffrono le privazioni di denaro e
viveri!
Questa notte hanno rubato nella Chiesa
dell'Annunziata la SS.Vergine delle Grazie i grandi
doni di pietre preziosi, oro e argenti di cui era
adorna la statua, come pure due altre Cappelle nella
stessa Chiesa ove vi erano voti di sommo valore
alle immagini di S.Francesco di Paola e altra Vergine.
Detta Chiesa appartiene ai
monaci Teatini ed è situata al centro di una delle
strade principali di Messina, detta Corso. A quanto
dicesi pare che i ladri siano
stati i garibaldini; parimenti sono state derubate
due case. In città, nella stessa notte, si sono
intese molte fucilate.
Questa mane il Tenente Galligaris,
appartenente a questo Comando, nel portarsi a fare
delle compere al Lazzaretto, ove vengono i
soliti venditori da Messina, ha dato
una solenne lezione di schiaffi
ad un macellaio per avergli questi mal risposto;
ciononpertanto, l'Uffiziale è stato punito con gli
arresti.
7 GENNAIO
Verso le ore 10 ½ a.m., un carretto
carico di travi, trasportato
da una corvé di artiglieri, provenienti
da Terranieri, entrando per Porta di Grazia, si
è abbattuto ad una trave ha preso sulla
testa l'artigliere Coccia Vincenzo
stendendolo morto a terra; questi ha appena potuto
ricevere, sul momento, i soccorsi religiosi del
Parroco della Cittadella.
Ieri hanno traversato il Faro due
vascelli inglesi, forse provenienti
da Napoli, dirigendosi verso Malta. Si sono mandati
tutti i pieghi al Comandante il vascello francese
che, per la messaggeria francese, li farà partire
per Gaeta. Con la stessa nave
è partito anche il nostro Uffiziale di Stato Maggiore
Alfiere Gaeta, mercè la cooperazione del Comandante
il vascello francese, con
altri pieghi per parlare personalmente a S.M. e
fargli presente la necessita in cui siamo per mancanza
di viveri e denaro. Intanto,
mentre la setta messaggeria usciva dal porto col
nominato Uffiziale, è entrato il vapore francese
"Protis" spedito da S.M.(D.G.) da
Gaeta con il Capitano di Stato Maggiore Bellucci
e due Commessari di Guerra D'Ambrosio e
Martinez, apportatori di 20mila ducati
e bastanti viveri, ma senza vino:
biscotto cantaja 239
carne salata cantaja 76
formaggio cantaja 32
farina cantaja 160
riso cantaja 113
fagioli cantaja 113
Ognono può figurarsi qual piacere
e quanti "Viva il Re" si sono
intese dall'intiero presidio nel
vedere sbarcare tanta provvidenza.
Oggi mentre sbarcavano i nostri viveri
con sorpresa sei Messinesi
e ammirazione del nemico, sono partiti due vapori
carichi di congedati garibaldini
per Genova che con fazzoletti bianchi
salutavano i nostri soldati i quali,
da sopra le batterie, guardavano più i viveri che
sbarcavano che i loro saluti.
Il Comandante il vapore "Protis",
al quale io servivo da interprete
per tutti, con quella solita gentilezza ed amabilità
francese, mi ha premurato di accettare
una dejuné a bordo per domani,
invito al quale non hon potuto rinunciare.
Il Comandante il vascello francese
"La Toge" mi ha fatto sapere di premurare il vapore
"Protis" di scaricare tra oggi e domani tutti
i viveri stante che lui ha ordine
di portarsi col vascello a
Tolone per cui amerebbe che il "Protis" fusse all'ordine
per l'ora della sua partenza
per non ricevere qualche ostacolo dalla Sanità
o dal Governo Militare di Messina.
8 GENNAIO
Alle ore 10 a.m., col Capitano dello
Stato Maggiore Bellucci, il
Maggiore di Artiglieria De Michele
– presentato come Capo del mio
Stato Maggiore – con una lancia marina,
ci siamo portati sul vapore
"Protis" ove siamo strati ricevuti con tutte le
formalità.
Pria del pranzo(che dicesi dejunè)
è stato offerto un buon vermouth
che prepara lo stomaco a ben mangiare con appetito,
quindi il galante dejunè è stato servito da otto
portate oltre quei piatti
di rinforzo e molta sorte di frutti e mandarini.
Dopo il pranxo mi sono portato sul
vascello francese per augurare il buon viaggio al
Comandante anche da parte del Maresciallo
Fergola, ringraziandolo delle gentilezze
usateci anche da parte della
Francia. Dopo varii discorsi il Comandante mi ha
domandato se tutti i viveri erano stati sbarcati
dal "Protis", a cui ho risposto
che tale operazione sarebbe terminata alle ore 23.
"Ebbene" – egli mi ha detto "ora
potete stare tranquilli nei
nostri baluardi per più di due mesi;
d'altronte, non so se io sarò ringraziato da altro
legno da guerra, ma finora nulla ne conosco,
ma so che verranno in questo porto
tre legni da guerra russi e che il Console Russo
ha già ricevuto una grossa somma di denaro per l'approvvigionamento
dei detti legni". Mi ha, parimenti, soggiunto che
in Palermo vi è stata una sommossa e le Autorità
sono venute a Messina a ricoverarsi.
Le voci popolari sono che le Autorità suddette si
sono dirette a Gaeta per sottomettersi al Re. Questa
seconda parte non è troppo da prestarci
credito.
Il Generale piemontese si è scusato
di non poter più permettere di
comprare fascine per i nostri forni
perchè non può frenare la popolazione che lo minaccia
di pugnalarlo stante che crede che
dette fascine ci servono come spalleggiamento
per le nostre batterie. Ha
detto pure di essere stato obbligato fare arrestare
un Uffiziale garibaldino al teatro
perchè, salito su una sedia, gridava ad alta voce
"Viava il solo Garibaldi"; che nell'anarchia
in cui trovasi la città non vi è
forza bastante per reprimerla.
Dovendoci adattare alle circostanze
si sta escogitando il mezzo
come rimediare dando alla truppa
il pane in denaro in ogni tre o
quattro giorni.-Cosa strana! Nel
mentre la popolazione è così
ostile verso di noi, tutti i venditori
vengono a venderci quanto ci bisogna in modo che
la truppa, che da oggi riceve il prest,
compra a sue spese l'ordinario di
carne e pasta ed anche il pane per 4123 uomini e
213 Uffiziali.
Nel mentre siamo assediati,
giornalmente si seguita il trasporto
nella Cittadella di quanto esiste nei due Castelli
di Consagra e Castellaccio, giusta la
convenzione stabilita nel luglio
con i garibaldini in Messina. Siamo molto afflitti
per un nostro Uffiziale aggiunto alla Stato
Maggiore, Tenente Capozzi, il quale
ha rinvenuto la triste notizia che una bomba, a
Gaeta, ha fatto restare morta sua moglie ed una
bimba che stava allattando ed una
scheggia ha spezzato un braccio ad un'altra figlia
di 5 anni .
Per quanto ci assicura il Capitano
che ci ha portato i viveri, a Gaeta,
giornalmente, si bombarda dal nemico la Città, producendo
danni e disgrazie tra la popolazione, ma nulla alle
fortificazioni.
9 GENNAIO
Questa mattina il vascello francese
"La Toge", con macchina accesa,
nel sortire dal porto, la corrente lo ha trasportato
vicino al SS.Salvatore ed è stato
sul punto di andar soggetto a
disgrazia, ma, mercè l'aiuto di altri
vapori, fortunatamente ha evitato ogni pericolo
ed è sortito dal porto verso le ore 23. Io
non ho mancato di mandare a bordo
un Uffiziale per offrire al detto Comandante una
numerosa corvé e quanto poteva bisognargli;
nel molto ringraziarmi, non ha accettato
alcun aiuto avendo a bordo 900 e più uomini.
Questa notte in Città sono avvenuti
molti furti ed i piemontesi di
guardia ricevono molte fucilate che
si suppongono tirate dai garibaldini, gente molto
torbida e che tuttora ve n'è eran
quantità in Messina, ove regna un
gran disordine e anarchia.
Tutta la truppa avanza 3 giorni di
prest di novembre, 15 di dicembre
e 7 del corrente gennaio, in tutto 25 giorni. Stamane
è stata ad essa pagato i soli
3 giorni di novembre prevedendo che ad
altra remissiva di somma riceverà
il resto. Gli Uffiziali avanzano novembre e dicembre;
per ordine venuto da Gaeta, devono essere
pagati questi due mesi a condizione,
però, che da questi devono restituire il soprassoldo,
la doppia diaria, alloggio e mobilio
percepito nel mese di ottobre stante
che per l'ultimo trimestre del 1860 essi non debbono
avere che il solo semplice soldo. Per i
Capi di Corpo ed i Generali, la metà
delle spese di ufficio ed un semplice soldo; il
tutto, poi, da essere rivalutato allorchè si
farà la pace.- Dai 20mila ducati
ricevuti, niente si è potuto restituire alla truppa
ed agli Uffiziali per quanto hanno improntato alla
Cassa di Campagna, che ammonta
a circa 12mila ducati, altrimenti si sarebbe potuto
dare pochissimi giorni di prest e soldo .
I 20mila ducati
sono tutti in Napoleoni d'oro di
20 franchi e ci vengono calcolati a 49 carlini ognuno;
or siccome in piazza vengono valutati a 46 ½
carlini, per ogni napoleone si perdono
25 grana.
10 GENNAIO
Il vascello francese che partì ieri
al giorno è rientrato di nuovo
nel porto per aggiustare ed indennizzare
i danni arrecati ad un legno
americano. Questa notte è
stato assassinato un negoziante in Messina.
11 GENNAIO
Alle ore 7 a.m. il vapore "Il Protis"
è partito per Gaeta portando
seco i nostri pieghi, il Colonnello
Palmieri e Maggiore Hueber ed
il Generale Aldanese.
Verso mezzogiorno è entrato nel porto
una fregata americana la quale
ha reso gli onori al vascello francese con 6 colpi
di cannone, ed altrettanto
ha fatto per la fregata inglese, che hanno restituito
i saluti, per cui siamo stati ascoltatori di continue
cannonate.
Dalla Calabria ci pervengono notizie
di continue reazioni. In Messina corre voce che
sia partita una deputazione da Palermo
per portarsi a Gaeta e domandare
delle garenzie a Francesco II; detta notizia viene
confermata nel foglio francese "La Debats" del 2
corrente che dice "...queste cose danno molto imbarazzo
alla Corte di Torino".
Speriamo che sia vero!
12 GENNAIO
In Messina corre voce di una rivoluzione
in Francia ed a Vienna, ma
non è annunciato ufficialmente.
Il vascello francese "La Toge" è
ripartito col nostro massimo
dispiacere, memori delle gentilezze
e buone maniere scambiateci
col Comandante. Egli mi inviava tutti
i giorni i fogli francesi;
non sappiamo se altro legno francese lo sostituirà.
Siamo però in aspettativa di legni da guerra russa,
per quanto ci si fa sperare. Lo credo difficile!
Due fregate americane molto ben armate
trovansi nel porto .
Oggi il Generale Chiabrera ha passato
in rivista, in gran tenuta, la sua Brigata Piemontese
e la Guardia Nazionale. Grandi
scissure vi sono in Città tra i Piemontesi ed i
Garibaldini, quasi tutti siciliani, la più parte
sortiti dalle galere. Questi
ultimi minacciano anche la Guardia Nazionale e non
passa giorno che non succedono omicidi ed assassini.
Ieri verso le 23 anche un
Commessario di Polizia ricevè un colpo di stile
alla gola. Oggi è giunto un
vapore da Napoli con tristi notizie di quella
infelice Capitale; cioè di una violenta
reazione che ha obbligato la truppa piemontese ritirarsi
dalla parte di Portici. Se
disgraziatamente questa notizia sia vera, chi può
liberarla da un saccheggio?
Povero Regno! Chi sa quando rientrerai
nello stato normale! Per la
Sicilia le cose vanno di male in peggio giornalmente
per la crescente miseria, massime in Messina che
per nulla si travaglia: il
porto, emporio della sua ricchezza, punto
franco, è del tutto arenato perchè
manca il commercio. L'anno passato per nulla poteva
transitarsi per la marina tanta era la follia dei
facchini addetti allo scarico delle merci e pel
caricamento degli agrumi, unico prodotto
di questa provincia e che in questo mese si raccoglie
per esportarlo all'estero. Ora nulla
di tutto ciò: nella marina si osserva
uno squallore, magazzini chiusi e vuoti, pochi facinorosi
che girano, nessuno travaglia;
migliaia di causidici, notari, amanuensi
impiegati destituiti che muoiono di fame.
Una perfetta anarchia, ove il più
forte opprime il debole! La
plebe onesta, per poca che sia, desidera Francesco
II, come ci esternano i venditori che vengono a
vendere nella Cittadella.
13 GENNAIO
Ci si avvisa con sicurezza che vi
sia stato uno sbarco in Calabria
di circa 3.000 uomini comandati dal
Generale Bosco, partiti da
Gaeta su legni francesi, avendo a rimorchio 3 piccoli
legni carichi da armi. Se
tal notizia si avvera, i Calabresi si comporteranno
come il 1799. Lo credo falso!
Una signora venuta da Napoli ci ha
portato la seguente canzone
popolare che cantano i lazzaroni:
1
Fora, fora Manuele
lu Cavour e lu Farini
purzì tutti st'auti assassini
se ne vanno a fà squartà.
Manué si vuò da lu Re
va a Turino, siente a me!
2
Chesta bella Capitale
che d'Italia è nu giardino
na provincia cchiù maschina
la vulive fà addeventà.
Manué nun è pe te
và 'mmalora, siente a mé!
3
Nuje vulimmo lu Re nuosto
ch'é nu figlio 'e Santarella
cu la cara Reginella
Isso nuje àdda guvernà.
E chi nun lo può vedé
schiatta e crepa. Viva 'o Re!
4
Viva sempre lu Re nuosto
Viva sempre Francischiello
cu chitarre e sciusciarielle
nuje l'avimmo j 'a scuntrà.
E chi nun lo può vedé
schiatta e crepa. Viva 'o Re!
14 GENNAIO
Questa mattina si è mandato un Uffiziale
a bordo della fregata inglese con un ufficio diretto
al Comandante per prevenirlo che dopodomani, ricorrendo
l'onomastico del nostro Sovrano, la
Cittadella ed il Forte SS.Salvatore
eseguiranno tre salve di rito.
Il detto Comandante non solo a voce
ha esternato i suoi ringraziamenti
all'Ufficiale, ma ha scritto al Maresciallo una
compitissima lettera di ringraziamenti
e riconoscenza offrendosi a
quanto poteva bisognare all'intiero
presidio; quindi ha introdotto il suddetto Uffiziale
nella sua stanza complimentandolo di caffè e
rhum ed a parte gli ha detto: "State
allegri perchè i vostri affari vanno ad accomodarsi,
ma a poco a poco."-Tanta simpatia
giammai ci hanno dimostrato gli Inglesi!
Ciò fa supporre qualche cambiamento nella politica.
Col vapore ora giunto da Napoli è
venuto nella Cittadella un
fratello di un nostro dottore il quale ci dà consolantissime
notizie dei nostri affari, che se
fussero vere staressimo al termine
delle nostre afflizioni. Intanto bisogna crederle
o fingere di crederle per così far restare più contenta
e con maggiori speranze la nostra guarnigione. Esse
sono:
•
i Castelli nelle mani della guardia
nazionale;
•
in Napoli non più di 1.500 piemontesi;
•
i garibaldini tutti periti e molto
malcontenti;
•
partito immenso per Francesco II;
•
la guardia nazionale però non tutta
dello stesso parere perchè
vogliono la repubblica, ma sono i
più deboli;
•
gli ospedali pieni di infermi della
truppa di Cialdini in Gaeta;
•
i tre vapori carichi degli effetti
di Palazzo Reale, carrozze,
cavalli, quadri, ecc., sono stati
presi da due legni francesi e
si credono restituiti nel porto di
Napoli o a Terracina;
•
è sicuro che Garibaldi morì in seguito
della ferita ricevuta
sotto la Piazza di Capua;
•
giornaliere reazioni succedono nella
Capitale in favore del
nostro Re;
•
e finalmente che il Principe Carignani
è in Napoli come Luogotenente in sostituzione di
Farini.
Con lo stesso vapore sono giunti
300 garibaldini congedati, parte
dei quali sono sbarcati a Paola perchè
calabresi, il resto a Messina; aumento di anarchia
in questa Città.
Il Sig.Maresciallo ha fatto mettere
in musica dalle nostre bande la canzone popolare
venuta da Napoli facendola cantare fino alle
ore 3 di notte dalla Casina Militare;
siccome mai io vi sono intervenuto, il Capitano
direttore della banda del 3° di Linea si
è creduto in dovere portare la banda
nella mia abitazione per farla cantare.
Abbenchè credo ciò poco contegnoso
per una truppa ben organizzata dopo battuta la ritirata,
pure, per uniformarmi all'ignoranza dei tempi presenti(infelici
sono tutti i rapporti) ho
complimentato la banda con delle bottiglie di rhum.
Ho ricevuto due fogli da Napoli "La
Croce Rossa" – "5 e 9" e "L'Equatore" dai quali
ho appreso con qualche soddisfazione lo stato politico
in cui ci troviamo, nè mi persuado come possa dire
con tutta verità quanto succede. É vero che la stampa
è libera, ma le cose che offendono direttamente
il nuovo regime sembrami perfettamente
da permettersi in tempi di anarchia: lo stile, per
altro, lo giudico Gesuita!
15 GENNAIO
Il Commodoro(o Ammiraglio) di due
legni americani da guerra che
sono nel porto, per mezzo del di
loro Console, esternarono la colontà di voler far
visita al Comandante Supremo ed al Comandante la
Cittadella. Feci rispondere che con piacere sarebbe
stato ricevuto oggi alle ore 11 a.m.
Ho fatto preparare una stanza, non
alla Cittadella, ma al Lazzaretto
ove il Maresciallo Fergola ed io l'abbiamo ricevuto.
Egli era accompagnato dal Comandante
la fregata e da altro Uffiziale
Superiore, forse Comandante di altro legno, e dal
Console Americano che ha fatto da interprete.
Per me non credo uomini molto istruiti
questi che ci hanno onorato perchè non parlano che
la sola lingua americana, nel mentre la
lingua francese, generalizzata per
tutta l'Europa, è quella diplomatica. Il discorso
è stato breve ed appena qualche parola ho
potuto scambiare con l'Ammiraglio
che balbetta qualche parola in francese.
Il Console Americano mi ha assicurato
che dei cinque vascelli francesi,
quattro erano di già partiti dal porto di Gaeta
e l'ultimo aveva l'ordine di ritirarsi il giorno
19 del corrente mese; se sia
vero oppur no non si tarderà a conoscere.
Certo è che, partendo da qui, il
vascello francese dovette lasciare al Console francese
istruzioni analoghe a quelle da lui ricevute dall'Ammiraglio
francese Barbier De Fitan, Comandante la Squadra
avanti Gaeta, circa i pieghi che
ci pervengono da Gaeta ed il mertedì tramite la
messaggeria e che egli ci faceva pervenire;
infatti, ieri ci furono rimessi dal
detto Console francese Mr Boulard i pieghi pervenuti
da Gaeta e ci fece avvertire di mandare
a lui i pieghi che dobbiamo mandare
a Gaeta, assicurandoci che li
avrebbe fatti proseguire all'indirizzo.
Molti, poi, assicurano che
legni spagnoli ed esteri resteranno avanti Gaeta
per proteggere il nostro Re.
Non essendo prudente restituire la visita
dell'Ammiraglio Americano, vi abbiamo
mandato un nostro Uffiziale con biglietto da visita
del Maresciallo Fergola e mio.
16 GENNAIO
Oggi, ricorrendo il fausto onomastico
del nostro Sovrano, abbiamo
rotto in qualche modo la monotonia
in cui siamo.
Alle ore 8 a.m. si è tirata la prima
salva tanto della Cittadella che da Forte
SS.Salvatore. Alle 10, Te Deum in
gran tenuta; altra salva alle 12 e la terza al calar
del sole.
Le tre bande dei Reggimenti hanno
suonato alla Casina Militare tutta illuminata ed
i soldati hanno replicate volte cantato con la musica
la canzone "Fora, Fora Manuele."-Tale
baldoria è durata fino alle due di notte e quindi,
si è fatto battere la ritirata.
Buone notizie riceviamo da ogni dove
e la più parte della guarnigione
si lusinga la nostra entrata in Napoli prima della
fina del mese. Io son costretto annuire
a simili notizie per non mostrarmi contrario al
sentimento comune, ma, per me, ci vuol molto tempo
ancora e molte difficoltà restano a superare. Faccia
Iddio e sia di scudo al nostro amato Sovrano!
17 GENNAIO
Ieri disertò il chirurgo dei Pionieri
D.Antonio Garzia e questa
mattina, tramite il Generale piemontese Chiabrera,
ha chiesto le sue dimissioni
dichiarando di prendere servizio nelle truppe di
Vittorio Emanuele, il quale non fa un grande acquisto
stante che il detto dottore è una vera bestia.-
Alle ore 24 di ieri è giunta nel
porto una corvetta francese;
questa mattina ho inviato il Tenente
Brath ad offrire al Comandante qualunque cosa potesse
bisognargli, ma egli molto
gentilmente ha detto: "Ringraziate il Sig. Maresciallo
Fergola ed il Generale de Martino, perchè io conosco
i loro nomi, e son dispiaciuto
che non resto qui ma vi sono venuto per causa dei
cattivi tempi di mare e son diretto per levante."
Ha poi aggiunto che tre vascelli francesi sono a
Gaeta.
Il nostro interprete telegrafico
ci avvisa che la corrispondenza
telegrafica tra Calabria e Napoli
è interrotta dalla ore 18 di
ieri; ciò fa supporre che bande calabresi
si sono aumentate e che abbiano rotti i telegrafi.
Altro legno a vapore carico di garibaldini
congedati sta per entrare
nel porto. Ieri sera giunse
nel porto un vascello inglese; non si sa se resta
come al consueto oppure sia venuto
qui per i cattivi tempi di mare.
Corre voce che legni russi devono
venire nel porto di Messina , ma
per ora nessun indizio ufficiale
abbiamo; dicesi pure che La
Farina ed il Luogotenente di Sicilia,
dopo la sommessa di Palermo,
si rifugiarono in Messina e da qui
partiti, forse, per Napoli. Furti in Città non ne
mancano!
18 GENNAIO
Cosa sono le guerre civili e l'anarchia!
Nel mentre in Messina vi sono
due Reggimenti piemontesi, molti garibaldini da
congedarsi (truppa per nulla adatta per battere
o assalire la Cittadella), la
Città è in perfetta anarchia e la
gente onesta teme che la Cittadella
spari. Intanto, questa notte la popolazione è stata
nei palpiti e pochi si sono coricati perchè dei
malviventi ieri e al giorno spacciarono la voce
che la corvetta francese avrebbe
attaccato la Cittadella e, di conseguenza,
questa avrebbe bombardata la Città.
Simili menzogne sono credute perchè
tutti gli animi sono sospesi ed in trambusto e tutti
desiderano la fine di questa tragedia che nessuno
può calcolarne i risultati; i soli
facinorosi desiderano lo statu quo.-Il
padre e la madre di una delle mie ordinanze che
vengono da un paese di Calabria chiamato Catona,
di fronte alla Cittadella, mi assicurano che a Reggio
ed in buona parte della Calabria non vi sono affatto
truppe piemontesi e che i
calabresi che presero servizio con Garibaldi e che
furono spediti a Napoli ed a Capua sono stati tutti
congedati con 30 ducati di
compenso ciascuno con l'ordine di essere pronti
a qualunque chiamata. Mi hanno inoltre detto: che
il Governo di Vittorio Emanuele
non è sostenuto che dalla Guardia Nazionale e da
ogni paese esigono dazii e gabelle a loro piacere;
che giudici e giustizia per
nulla se ne conoscono ed, infine, che un decreto
di Vittorio Emanuele stabilisce che tutti gli sbandati
che non hanno compiuto il loro impegno devono presentarsi
al Capoluogo di Provincia per essere condotti a
Napoli e che le Guardie Nazionali
si premurano arrestare tutti coloro
che si trovano in questa categoria.
Ma finora nessuno ancora hanno arrestato stante
che tutti coloro che dovrebbero
presentarsi sono nelle montagne dicendo(come asseriscono)"Quando
ci chiama Francesco II allora ci
presenteremo". L'anarchia e la miseria
in questo nostro infelice regno è generale!
Varii vapori di commercio sono qui
giunti da Napoli e varie famiglie
di °Uffiziali di questo presidio sono venute a
raggiungere i loro mariti dicendo
credersi più sicure in una
piazza assediata, esposta a tutti i pericoli della
guerra anzichè nell'infelice Capitale di Napoli.
Esse raccontano tutte le peripezie
passate e giornalmente aumentano sempre col timore
che divengono più tristi.
In giornata sono partiti dal porto
il vascello inglese,dirigendosi verso Napoli, e
la corvetta francese ed altra
americana dirigendosi verso levante.
Stamane si è presentato nella Cittadella
un sergente garibaldino disertore che si è fatto
arruolare come soldato in artiglieria. Lo
stesso racconta l'indisciplina ed
il poco ordine che regna in quelle truppe e specie
di masnade!
19 GENNAIO
Le nostre spie che abbiamo in Città
ci rapportano che questa notte
si sono fatti molti arresti in Messina
di coloro che sono designati come realisti, ed infatti
sono state sequestrate 10
bandiere con lo stemma reale di Francesco II.-Domenica
scorsa da un gentiluomo furono riuniti circa 80
persone in un sito appartato della campagna ove
trovarono un messinese che domandò a tutti se erano
disposti a tenersi pronti per una eventuale chiamata;
tutti risposero di si e si
sciolsero.
Questa notte è stata derubata la
Madonna della Provvidenza nella
Chiesa vicino all'Ospedale Generale.-Altro
assassinio commesso in Città in persona di un negoziante.
Finora il presidio della Cittadella
conta 106 disertori di tutte
le armi, la maggior parte di essi
calabresi; più 13 Uffiziali, la più parte di essi
dei Corpi Facoltativi.
Che impero hanno le mogli sui di
loro mariti! Specialmente i militari che sono i
più coglioni mariti del mondo. Infatti, si sono
disertati Uffiziali del Genio
di molto talento e molto attaccati ai loro doveri,
ma le insinuazioni delle mogli da Napoli li hanno
fatto aberrare quasi alla
vigilia della fine delle nostre angustie, le quali
certamente non tarderanno a decidersi nella prossima
primavera.
La forza effettiva in giornata nella
Cittadella è di 4.413 uomini.
Verso le ore 22 tutte le botteghe
si sono chiuse e la Città è
rimasta deserta perchè un forte distaccamento
di carabinieri aveva avuto
l'ordine di partire per le Calabrie per esservi
colà bisogno di forza; i carabinieri, essendo siciliani,
con pochi capi italiani, non
hanno voluto marciare dicendo che toccava ai Reggimenti
piemontesi. Or siccome si suppone che con la forza
si obbligherebbero i carabinieri
a partire e questi essendo decisi a battersi piuttosto
coi piemontesi che a marciare per le Calabrie,
sono cominciate le minacce e tutti
i cittadini si sono ritirati e le botteghe si sono
chiuse. Povera Citta! La miseria cresce...ed i
furti giornalmente si moltiplicano!
20 GENNAIO
Ieri sera i carabinieri, obbligati
dalla forza, partirono; non
saprei se, in caso di qualche scontro,
si batteranno bene! Sono le
ore 20 e ricevo notizie dalle Calabrie che ieri
sera a Reggio vi fu un fuoco
nutrito di fucilaria; con chi sia avvenuto non si
conosce perchè da Reggio nessuna barca è qui approdata,
forse perchè non permesso dalle Autorità.-
Seguitano fino alle ore 24 le notizie delle molte
reazioni nei diversi paesi della Provincia
di Reggio; oggi sono partite altre Compagnie di
piemontesi per Reggio da dove, da questa mattina,
pervengono replicate
premure per avere rinforzo, stante che la Guardia
Nazionale si crede insufficiente a resistere ai
reazionari, abbenchè abbia
il Castello.
Questa notte si è tentato di scassinare
la Chiesa Madre, ma giunta a tempo la truppa si
è evitato che la Madonna della Lettera, Protettrice
di Messina, perdesse tutti i tesori che l'adornano.
Molti arresti si sono verificati
dei cosi detti realisti ricchi,
poco curandosi dei realisti poveri;
tra gli arrestati, dicono, il ricco negoziante speculatore
e appaltatore Conte. Da costui, prima
dell'entrata ,di Garibaldi in Messina,
dal locale Comitato si pretesero 12mila ducati;
dopo la entrata, altra forte
contribuzione e l'obbligo di confezionare
il pane per tutta la truppa. Siccome non fu mai
pagato, il Conte pensò di emigrare e si
ricovera a Malta, da dove, dopo due
mesi, si disse, raggiunse le Calabrie, e precisamente
a Monteleone, presso una sua figlia
maritata. Oggi però lo dicono arrestato,
la sua casa circondata da gente armata e tutti i
beni sequestrati, tra cui il grazioso feudo
di Schirò, vicino a Taormina. Tutti
i fondi dei Conventi sono stati sequestrati! I due
più accaniti qui in Messina per fare
arresti ed aizzare il popolo sono
il Barone S.Antonio, messinese – ora colonnello
dei carabinieri -, ed il Maggiore Bisogni,
Comandante di Piazza, già vecchio
strascinafaccende presso i sensali di porto franco.
Il Barone S.Antonio è un esiliato del
1849. Il Generale
Chiabrera, che comanda la truppa piemontese, ha
preso posizione con la sua brigata sul Noviziato
ove ha situato due pezzi di
artiglieria perchè, a quanto credesi dalle apparenze,
teme un conflitto tra i piemontesi ed i carabinieri
uniti a quantità di garibaldini,
i quali, quantunque disarmati, si fanno temere e
gridano sempre per essere congedati, ma sia la mancanza
di denaro o per qualche altra ragione
non vengono congedati. La confusione e l'anarchia
è tale che nessuno più capisce come andrà
a terminare simile e generale calamità.-Per
quanto osserviamo dalla Cittadella, molti viveri
di riserva si trasportano nel
palazzo Siracusano, sito di rimpetto
alle nostre batterie, ove sono piazzati gli avamposti
nemici; ciò fa supporre che il Generale piemontese,
temendo qualche reazione dei carabinieri in unione
dei garibaldini, voglia tenere la posizione all'esterno
quasi della Città – dal Noviziato
fino al palazzo Siracusano – essendo sicura che,
quantunque dominato dalle nostre batterie, la
Cittadella per nulla prenderebbe
parte ai loro affari.
Qual curiosa complicazione! Noi assediati,
ora, siamo più tranquilli
delle truppe che diconsi conquistatrici e temonsi
più fra loro che dei nostri
cannoni i quali, ben sorvegliati, riposano
tranquillamente, nè, per ora, mi
sembra potranno mettersi in uso, stante che lo scisma
esistente tra i nostri nemici forma la nostra
sicurezza.
Per altro, la truppa che trovasi
in Messina non sarebbe neppure sufficiente per fare
una sorpresa o un colpo di mano, nè è truppa per
simili faccende.
Se, poi, i piemontesi volessero stringerci
di formale assedio, a mio credere, dovrebbero almeno
riunire in Messina 20mila uomini,
se pure ve ne sono tanti in tutto il Regno, essendo
questa una Fortezza così difficile a
prendersi o ad essere assalita. Solo
la fame o un tradimento può farla prendere o cederla,
ma avendo viveri si sta tranquilli. Ma
se il nemico è provveduto di cannoni
rigati, siamo perduti perchè nemmeno uno ne abbiamo
nella Cittadella.
21 GENNAIO
Alle ore 7 a.m. è giunto uno dei
vapori francesi noleggiati per conto del Re;
la maggio parte dei soldati, come al solito, è
montata sui baluardi per osservarlo
sperando nell'arrivo di soccorsi
di viveri, vino e denaro, ma qual è stata la loro
sorpresa nel vedere sbarcare circa 600 donne e ragazzi,
rispettivamente mogli, sorelle, madri
e figli di ufficiali e soldati di questo presidio,
che S.M. (D.G.) ha spedito da Gaeta a
quì onde non esporli a pericolo del
fuoco nemico. Domandato al Comandante del vapore
se portava anche viveri e denaro, ha
risposto negativamente, aggiungendo
che a bordo vi era solo equipaggiamento dei passeggeri
ed, inoltre, recava due lettere per
il Sig. Maresciallo. Con lo stesso
vapore è venuto il Sig. Colonnello D.Raffaele Ferrara
per assumere il comando del 3° di
Linea.
Le notizie da Gaeta sono: che colà
era cessato il fuoco; che la
flotta francese, nell'allontanarsi,
aveva issata la nostra bandiera
facendo la consueta salva di rito e che si attendeva
l'arrivo della squadra russa.
Che trambusto e che confusione per
alloggiare tante femmine e
famiglie! Verso le ore 11 ½ il Direttore di Artiglieria
Colonnello D.Ferdinando Guillamat
ha disertato! Appena il Maresciallo Fergola
ha ricevuto tal notizia, con la sua
solita bontà, ha mandato il Sig. Colonnello di Artiglieria
Vallo(il quale può andare e venire
da Messina perchè addetto a riceversi
quanto si trasporta in Cittadella dai Forti Consagra
e Castellaccio) a richiamarlo,
promettendogli che non avrebbe affatto
tenuto conto di simile aberrazione. In effetti,
essendosi il detto Colonnello Vallo
portato a casa del suocero di Guillamat,
Sig.Marchese De Gregorio, ha colà trovato una quantità
di gente quasi a minacciarlo,
credendo che fusse andato per condurre
di bel nuovo il Guillamat in Cittadella. Infatti
il Marchese lo ha mal ricevuto dicendogli di andarsene
perchè altrimenti sarebbe stato esposto al rischio
di avere bruciato il palazzo da parte della popolazione.
Ma essendo sortito il suddetto Guillamat ed intesa
la imbasciata del Generale, dal Marchese gli è stato
imposto di ritirarsi nelle sue
stanze ed ha licenziato il Colonnello
Vallo. Costui, nell'abbandonare la casa, giù al
portone è stato preso a fischi;
se non vi fussero trovati presenti
alcuni gentiluomini della Guardia Nazionale che
lo hanno aiutato a mettersi in carrozza e far ritorno
alla Cittadella, certamente l'avrebbe passata male.
Essendo venuto quanto sopra a mia
conoscenza, ho detto al Sig.Maresciallo
di essersi molto mal regolato nell'usare tanta bontà
e compiacenza con un uomo senza onore, che diserta
dopo un giuramento dato e dopo tanti benefici ricevuti;
che in cinque mesi da Capitano è divenuto Colonnello
Direttore di Artiglieria; e
che perciò, se di nuovo venisse nella
Fortezza sarei di parere di
non ammetterlo, anzi lo sottoporrei
a giudizio per farlo fucilare.
Gli ho deto pure che il Guillamat
è un uomo di molto talento e che si è avuta una
perdita, ma che nessuno e necessario al mondo tanto
più quanto può supporsi un tradimento in un uomo
che calpesta il suo onore col disertare e, quindi,
può essere capace di tutto.
22 GENNAIO
Con la messaggeria francese è ritornato
da Gaeta il nostro Uffiziale di Stato Maggiore che
fu spedito il giorno 7 del corrente mese; egli ci
ha recato consolanti notizie sulla perfetta salute
del Re, dello entusiasmo di quella
guarnigione, delle reazioni che vi sono in tutte
le Provincie e delle buone speranze che si hanno
in favore del nostro Sovrano; nulla
ci ha portato di viveri o denaro perchè per imbarcarsi
sulla messaggeria ha dovuto prima portarsi a Civitavecchia
con passaporto francese. Il Re ha esternato la sua
piena soddisfazione dei Generali fino all'ultimo
soldato per la maniera come serviamo
ad onta delle privazioni che si passano con tutta
alacrità.
Questa notte a Messina si son fatti
numerosi arresti; nelle cosiddette
fornaci, dai piemontesi, si sono rinvenuti circa
300 fucili. In Calabria, massime
a Reggio, anche si sono fatti molti
arresti e, dicono, che colà vi siano
gran quantità di reazionari in favore del Re. Se
quanto ci dicono i Calabresi fusse vero gli
affari dovrebbero presto finire;
per altro, la maledetta Guardia Nazionale, che è
composta quasi tutta da gente compromessa,
agisce con vigore e fa arresti senza
pietà. Le Compagnie dei piemontesi partite l'altro
giorno per la Calabria sono rientrate a
Messina; dicono che siano state respinte
dai rivoltosi, ma io poco ci credo.
L'Uffiziale venuto da Gaeta apportava
la notizia che il Colonnello graduato Guillamat
aveva ricevuto la proprietà e che S.M. lo aveva
destinato al Comando del Reggimento di Artiglieria
in Gaeta. Qual dispiacere dovrà provare il Guillamat
per la sua diserzione di ieri!
Dicasi aberrazione o passione per la moglie, l'azione
da lui commessa è sempre infamante!
23 GENNAIO
Ieri al giorno verso le 22 ½ vi fu
in Messina una piccola reazione
con grida di "Viva Francesco II";
tutte le botteghe si chiusero, vi fu qualche fucilata,
accorse truppa piemontese, si fece qualche
arresto e tutto rimase nella solita
anarchia.
Il giorno 15 del corr.mese, verso
le ore 23, si presentò un
francese, giunto quasi per miracolo alla sperlungata
senza essere stato arrestato
dagli avamposti nemici. Questo veniva ad avvisarci
che il Colonnello francese, con altri
due, dovevano conferire col Generale Comandante
la Cittadella; essi venivano da Gaeta e
dovevano sbarcare nelle Calabrie.
Fatto sta che il detto francese era ubriaco e disse
tutto ciò in pubblico, alla presenza di
Uffiziali e soldati e dei due dottori
dei Reggimenti. Condotto alla presenza del Generale
Fergola, questi gli disse che poteva
guidare i tre francesi a Porta di
Grazia per via di mare alle ore 2 di notte. Il messo
francese, sempre ubriaco, per poca accortezza
avuta, fu arrestato dagli avamposti
nemici. Or siccome la mattina appresso disertò dalla
Cittadella il Chirurgo Garzia, costui, qual
vile disertore, andò a denunziare
al nemico ciò che aveva udito dal messo francese.
Io ed il Maresciallo Fergola attendemmo fino
alle 3 di notte il Colonnello e gli
altri due francesi, ma questi non vennero perchè
furono subito arrestati su delazione del
Garzia.-Il Console francese – per
quanto si è saputo – ha ottenuto che i tre restassero
arrestati nella locanda; non si sa altro.
Col vapore giunto ieri è anche venuto,
vestito da pagano, il Capitano
di Artiglieria Afan De Rivera, forse, di qualche
commissione per la Calabria. Infatti,
ieri, in un villaggio detto
Cannitello, al di qua del Faro rimpetto
alla Cittadella, un francese si rivolse ad una persona
credendolo il Dottore Colosimo
(forse ne aveva i connotati); la
detta persona gli rispose negativamente ma gli disse
che, se lo desiderava, lo avrebbe
chiamato perchè trovavasi pochi passi
vicino. Il francese gli disse di si e lo ringraziò;
intanto la persona, che era una delle guardie nazionali,
si unì ad altri ed arrestarono il Colosmo, che sull'istante
fu spedito in Messina e, quale reazionario, fu subito
condannato ad essere fucilato questa mattina. Il
Colosimo venne rinchiuso in un corpo di guardia
ed esposto a mille insolenze; dopo
che tutti lo ebbero insultato ben
bene, la maggior parte della guardi cominciò ad
addormentarsi, chiudendo bene la stanza ove era
rinserrato. Il Colosimo, accortosi
che tutti dormivano ed osservando che sotto la finestra
della stanza, abbenchè molto alta, vi erano dei
carrettini, si è buttato giù dalla finestra della
stanza e si è posto a correre verso i nostri avamposti
i Terranova e, per poco, le
sentinelle del posto Pagliara non l'hanno ucciso
perchè egli gridava "Viva Francesco II".
Giungendo al Corpo di
Guardia nostro, il povero Colosimo,
di professione medico
chirurgo, quasi moribondo e sfinito,
si bevve tutto d'un fiato,
quasi una gamella d'acqua; presentate le sue carte
e presi accordi con Afan De
Rivera per le operazioni da farsi in Calabria con
i francesi, l'abbimo salvato
in Cittadella.
Oggi i piemontesi, verso le ore 22,
hanno battuto la "generale" e
sono calati dai loro quartieri prendendo
posizione d'attacco; si è tirato da essi anche un
colpo di cannone, molte fucilate si sono
intese in Città, ma non ne sappiamo
il risultato. Certo è che la popolazione è contraria
senza sapere cosa vuole,nè qual governo
desidera: ama soltanto l'anarchia.
La truppa piemontese ha preso posizione avanti la
linea di demarcazione della Cittadella
credendosi sicura alle spalle per
poter far fronte alla popolazione, ai carabinieri
siciliani e garibaldini che pure sono
ad essi contrari. Io, intanto, ho
fatto raddoppiare tutte le sentinelle ed ho ordinato
all'artiglieria di Lunetta Carolina e
Rivellino S.Teresa che se truppa
qualunque si avanza sopra Terranova o si oltrepassasse
i limiti della convenzione si tirasse
a mitraglia senza misericordia.
Dal nostro interprete telegrafico
si avvisa essere passata segnalazione
a Messina che legni da guerra di molte Nazioni sono
giunte avanti Gaeta per proteggere
Francesco II, ma che non si fa
fuoco.
Oggi si è data gran tavola al 3°
Reggimento di Linea per la venuta
del nuovo Colonnello; siamo stati
invitati tutti i 5 Generali, Stato Maggiore ed altri.
22 coperti, serviti eccellenti vini e
pasticceria, non è mancato lo champagne.
24 GENNAIO
Questa mattina, avendo parlato col
Comandante della messaggeria
francese, ho saputo con molta segretezza
che il bombardamento a
Gaeta era cominciato per mare e per
terra, che nel partire da
Gaeta i vascelli francesi partirono anche i legni
spagnuoli e che nel porto
non è rimasto altro che una fregata a vela disarmata,
unico legno rimasto al nostro Re.
Ho parimenti parlato con il Comandante
di altro vapore francese il quale ha condotto un
Maggiore Prussiano al servizio del nostro Re che,
invece di sbarcare nella Cittadella, è sbarcato
a Messina ove è stato arrestato
rinvenendo nella sua valigia tutta la
corrispondenza ed il piano concretato
per una reazione in Calabria.
Questo Maggiore doveva agire in unione
al Colonnello ed agli altri due francesi che trovansi
arrestati. Il Comandante del detto vapore mi ha
detto pure che avendo atteso per ben 5 giorni il
Maresciallo Afan De Rivera, che deve venire dallo
Stato Romano per la stessa operazione, andava a
partirsene perchè, a quanto sembra, l'operazione
è del tutto fallita.
Intanto dalla Cittadella si è preparata
un mezza batteria a trascino,
completa di basti e tutti gli arnesi, ma senza animali;
in più si tengono pronti 2 battaglioni
di fanteria in attesa ,di
ordini. Siccome di questa operazione, disgraziatamente
mal combinata e sbagliata, ne è tutta a conoscenza
il nemico, numerosi arresti
si fanno in tutte le ore in Messina, per cui, essendosi
riempita la Vicaria, cominciano a trasportare gli
arrestati al Castello Consagra.
In Calabria avviene la stessa cosa.
La situazione presente è davvero
infelice è più infelice è il
vivere in tanta incertezza perchè,
rinchiusi, non siamo mai sicuri
del vero. Rileviamo tante differenti
notizie, si spendono denari
per spie, ma di niente siamo sicuri;
mentre ci si assicura che delle flotte estere sono
giunte a Gaeta per soccorrere il Re, il
Comandante della messaggeria francese
mi dice essere cominciato il bombardamento per via
di mare e di terra con il particolare che
l'Ammiraglio francese, nel partire,
gli disse: "Se trovate i legni piemontesi avanti
Gaeta per impedirvi l'entrata, vi allontanerete,
altrimenti le cannonate andranno
a vostro conto." Quindi la nostra posizione diventa
alquanto triste se il Re è circondato per mare e
per terra per cui alcun soccorso potrà più venirci
e nè corrispondenza.
Altro vapore giunto da Napoli ci
assicura di aver veduto ci
assicura aver veduto sortire da quel porto il nostro
vascello (ora in potere del
nemico), armato a guerra, diretto a Gaeta e da servire
pel bombardamento di quella Piazza.
Dai fogli di Francia rilevo che la
Russia aveva solennemente
protestato alla Francia che per nulla riconosceva
il blocco di Gaeta ma non già che vi aveva mandato
una flotta per proteggere
Francesco II, come si diceva o ci volevano far credere.
25 GENNAIO
Quest'oggi si è fatto battere la
"generale" nella Cittadella per
osservare se tutte le Armi e Uffiziali
si fussero portati subito
ai siti e posizioni assegnati. In effetti, con la
massima esattezza, in un momento,
tutti si sono recati dove dovevano. Non è strano
se il nemico in Città, vedendo 4.500 uomini in posizione
sui baluardi e sui numerosi pezzi,
non si è posto sotto le armi? Qui a Messina si stampa
un foglio, press'a poco come l'Arlecchino
del 1848, intitolato "DON MARZIO";
il numero di oggi portava che il bombardamento per
via di mare a Gaeta è cominciato il giorno 21 corrente
e cessò subito perchè gli Ambasciatori di Austria,
Russia, Prussia, Spagna e Baviera innalzarono le
loro bandiere dentro la Piazza.
Lo stesso giornale dice che Francesco
II, invece di mandare viveri
nella Cittadella, inviò un carico
di femmine, che nello sbarcare
il Maresciallo Fergola "si cacò ne
calzoni" . Siccome la stampa è
libera ognuno si permette dire quel
che vuole! Il reazionario calabrese Dottore Colosimo
, che il giorno 23 corr. fuggì in questa Fortezza
perchè condannato a morte, oggi è stato reclamato
dalle Autorità Militari nemiche di Messina; siccome
ciò sarebbe contro il diritto
delle genti e contro l'onor militare, si è risposto
negativamente.
26 GENNAIO
Noia di un lungo assedio!
27 GENNAIO
La corvetta inglese da 21 pezzi che
trovasi in stazione in questo
porto ed il di cui Comandante ci
usa mille gentilezze, contro il
solito ci ha mandato dei fogli; non
saprei a che attribuirlo!
Questa mattina si è mandato il Generale Cobianchi
ed altro Uffiziale a bordo per restituirgli i fogli
con i dovuti ringraziamenti.
Questi sono stati molto ben ricevuti ed hanno offerto
gateau, caffè e rosolio. Detto Comandante ha loro
detto che dopodomani ci farà
pervenire notizie positive e che questa mattina
a Messina si faceva le elezioni dei Deputati al
Parlamento, quasi mettendo in ridicolo
tale elezione.
Le notizie che riceviamo sono:
•
che dei legni russi abbiano preso,
a vista di Gaeta, due legni piemontesi lasciati
in abbandono perchè danneggiati molto dalle bombe
della Piazza e che a rimorchio li abbiano trasportati
nel porto di Gaeta;
•
che Brindisi e Barletta avevano operato
una reazione ed inalberata la bandiera di
Francesco II, analogamente a quanto avvenuto nella
Città di Teramo e in tutto l'Abruzzo. Per le Calabrie
abbiamo le stesse notizie. Se tutto ciò si verifica
il nostro assedio e le nostre privazioni non andrebbero
molto a lungo. Però non saprei da
ove abbiano potuto venire nel Mare Tirreno i legni
Russi; dal Baltico non è possibile perchè
gelato nella presente stagione; dal
Mar Nero neanche pel passaggio dei Dardanelli. Soltanto
bisogna lusingarci che legni russi
trovavansi nel Mediterraneo. Intanto
bisogna credere quanto dicesi a nostro vantaggio
affinchè si stia più allegri di spirito e
pensar meno in quale epoca terminerà
la catastrofe dell'infelice nostro Paese, da molti
mesi invaso dall'anarchia. Sappiamo dalla Città
che le due Compagnie dei Carabinieri che si spedirono
a Messina, città al confine di questa Provincia,
per sedare una reazione nel
senso repubblicano, sono state circondate dai reazionari
e per telegrafo domandano proprio soccorso. Il Generale
Chiabrera, che comanda le truppe piemontesi a Messina
, si è negato mandare in soccorso i suoi piemontesi
col dire che si mandassero
i carabinieri perchè essendo siciliani spetta ad
essi dare dare aiuto ai nazionali.
I carabinieri non vogliono partire
ed il Barone S.Antonio va a sottosopra
e non ancora si è deciso il da farsi.
Verso un'ora di notte è giunto nel
porto un vapore mercantile con
bandiera francese da ove è sbarcato,
venendo per via di mare, nella
Cittadella il Maresciallo di Campo D.Gaetano Afan
De Rivera. Lo stesso ci ha
detto venire da Parigi, Marsiglia, Civitavecchia
(è stato o non è stato a Gaeta?). Ha portato due
pieghi di corrispondenza consistenti
in semplici comunicazioni datate da Gaeta 21.
Infine non si è capito niente, forse
perchè avrà segrete istruzioni; è rimasto molto
dispiaciuto per l'arresto fatto dal nemico dei tre
francesi e del Maggiore sassone Klicki. Dopo circa
un'ora si è rimbarcato portando seco
suo figlio, Capitano di Artiglieria, vestito da
pagano , ed il Dottore calabrese Colosimo
che si era qui rifugiato. La barca
della Sanità non voleva farli imbarcare perchè il
legno non aveva ricevuto pratica, ma il
Comandante del vapore ha insistito
nel dire che erano suoi passaggeri e così si sono
potuti imbarcare. Il detto
Maresciallo ci ha inoltre che aveva a bordo due
barilotti di rhum per la truppa e dello zuccaro
e caffè per gli Uffiziali,
ma tutto ciò non ha potuto sbarcare perchè il legno
non aveva la pratica in regola; si attende il risultato
domani.
Ci ha anche
detto che a Parigi aveva un prestito per il Re;
che il partito legittimista in Francia è abbastanza
numeroso e che si teme un rovescio; che il vapore
era pieno di viveri presi a Marsiglia e che non
aveva potuto sbarcare a Gaeta e li ha lasciati a
Civitavecchia al nostro Console che
deve trovar mezzi per farli passare nella Piazza
di Gaeta; che due legni piemontesi erano
stati affondati avanti Gaeta; che
vi era il blocco ed, infine, tante cose forse non
vere per nascondere la sua missione.
Certò è che
gli uomini e le braccia del nostro infelice Sovrano
non sono atte a disimpegnare quegli che vengono
loro affidati. Il Maresciallo
Afan De Rivera doveva essere quì da circa 15 giorni;
ora che il nemico ha conosciuto il da farsi dello
stesso, se ne va per perder
tempo e compromettere uomini e cose, senza nulla
cavarne. Faccia Iddio e trovi dei mezzi come calmare
la presente burrasca.
28 GENNAIO
Questa mattina il Generale Conte
Anguissola, con preventivo ordine
di ieri, doveva passare in rivista
il 5° di Linea, uno dei due
Reggimenti destinati alla sua Brigata;
nella posta del Maresciallo
Fergola si è trovato uno scritto
dicendo che questo Generale Anguissola è un traditore
e che suo fratello, della Marina, fu il
primo a tradire dandosi al nemico,
e che passa continue riviste al 5° di Linea per
farlo stancare e far tradire anche la truppa e fa
delle angherie per farla disertare
dopo tante privazioni che soffre. L'anonimo scritto
dice anche molte cose a carico del
Maggiore di Artiglieria De Michele
che anche aveva ordinato una rivista ai suoi artiglieri.
Conosciuto ciò, il Maresciallo
Fergola, per la sua conosciuta bontà,
ha ordinato solo la sospensione della rivista. Ognuno
ben comprende che il Generale
Anguissola si sia rattristato per
simile contr'ordine! Egli ha dichiarato che non
si sentiva più in grado di comandare la Brigata
e, pertanto, domandava o le dimissioni
o un permesso per Gaeta.
Fortuna che tutti hanno opinione
in me! Il Maresciallo mi ha
incaricato di accomodare il tutto,
come mi è riuscito. Le ragioni da me addotte per
persuadere il Generale Anguissola sarebbero
molto lunghe e noiose a registrarle;
certo è che le persone vili e per nulla militari,
mal consigliano il Maresciallo che potrà
trovarsi male. La disciplina è la
prima base del mestiere dell'Armata! Molto dovrei
qui prolungarmi, ma io non vorrei
affatto offendere altri per fare
le mie lodi. La mia esperienza e prudenza fa in
modo di portare avanti questo noioso e complicato
ed ancora misterioso assedio nel
miglior modo che si può, mancando a molti l'uso
della guerra, l'esperienza del mestiere ed il senso
comune.
Col vapore che giunse ieri sera S.M.(D.G.)
ci manda rhum per la truppa, circa 400 pipe di Marsiglia,
caffè, zuccaro e sigari per
gli Uffiziali e tabacco per i soldati;
tutto ciò è sbarcato oggi,
dopo che il legno ha ricevuto la pratica.
È giunto nel porto un vapore che
ha sbarcato poche truppe piemontesi;
non si è potuto sapere da ove sono partiti. Alcuni
dicono da Genova, ma si imbarcheranno
di bel nuovo per Taranto. In Città, nella Chiesa
Cattedrale, alla sua diretta, vi esiste un colossale
campanile di cattivissima forma ed antichissimo
che guasta la magnifica facciata
della Chiesa. Da circa due anni si fece il progetto
di demolirlo per costruirvi due campanili ai due
lati della Chiesa, più svelti del gusto presente;
questa mattina i lavoratori sono andati per smontare
le campane, una gran folla si
è ammutinata e gente robusta e montata
sul campanile, cacciandone i lavoratori, si sono
posti a suonare per più di 3 ore. Il popolo
gridava che volevano rubare le campane
e che si fossero costruiti prima i due campanili
e poi togliere le campane. Si è dovuto
ubbidire al popolo sovrano.
Alle 8 p.m. si è chiamato "all'armi"
dai nostri avamposti; in un momento tutto il presidio
è stato sotto le armi e sulle batterie.
La nostra pattuglia a Terranova si
è molto inoltrata, per cui le
sentinelle piemontesi han fatto fuoco.
Dopo scambio di alquante fucilate, la truppa si
è ritirata. In giornata abbiamo acquistato due barili
di olio e cinquanta salme
di grano. Si dato caparra per 100 grosse fascine.
Il grano, abbenchè carico di olio(
che apporta dolor di testa) è stato immesso per
la bontà del Generale Fergola.
29 GENNAIO
Questa notte è partito il vapore
francese che aveva a bordo il
Maresciallo Afan De Rivera, suo figlio,
Capitano di Artiglieria travestito
ed il dott.Colosimo. É venuta
la solita messaggeria francese ma senza notizia
per noi, stante che, essendo partita la squadra
francese dal porto di Gaeta,
non più passa per quelle acque. Il giorno 19 corr.,
la detta squadra, comandata dal Vice Ammiraglio
de Filan, partì per Tolone.
Un vapore carico di piemontesi, qui
imbarcati, si è diretto a
Reggio. Il processo contro i quattro francesi arrestati
come emissari borbonici è
in corso di istruzione presso il Consiglio di Guerra
di Messina. Dalle eseguite investigazioni sul prussiano
Enrico Klicki si è venuto a conoscere che il supposto
nome di Klicki si identifica
nientemeno che col Conte Kalkreut, Capitano di Stato
Maggiore delle nostre truppe. Egli si è imbarcato
a Civitavecchia diretto per
le Calabrie onde riunirsi ivi al Generale Afan De
Rivera e promuovere un movimento in quelle parti
avente sempre come base delle operazioni
la Cittadella di Messina. Gli si sono rinvenute
addosso delle interessanti lettere di Gaeta,
oltre 400 napoleoni in oro, due revolver,
due sciabole ed un piano orografico delle Provincie
d'Abruzzo ove, sembra, dovesse prima scoppiare la
rivoluzione. Il detto Conte Kalkreut trovavasi rinchiuso
nel Forte Castellaccio e guardato a vista; mostra
molto sangue freddo ed ha
dichiarato essere pronto a subire le conseguenze
della sua condotta.
30 GENNAIO
Noia di lungo assedio. Giornata molto
fredda in Sicilia e per la
Sicilia.
31 GENNAIO
Stamane un piccolo vapore francese
armato è entrato nel porto; non si conosce il suo
destino.
Quest'oggi, verso le ore 20, è giunto
nel porto un vapore francese
proveniente da Civitavecchia spedito
da S.A.R. Don Francesco di
Paola che in nome di S.M.(D.G.) invia
a questo presidio i seguenti
viveri acquistati a Marsiglia:
FARINA kg. 120.000 FORMAGGIO kg.
13.100
FAGIOLI kg. 30.000 BACCALÀ kg. 7.000
RISO kg. 12.000 PESCE IN SALAMOIA
kg. 1.700
BISCOTTO kg. 3.000 SARDELLE kg. 2.000
OLIO kg. 2.400 SARDINE kg. 2.000
CARNE SALATA kg. 8.200 SALE kg. 7.000
LARDO kg. 1.700 ARINGHE kg. 51.000
Più 8 casse di medicinali.
Ognuno ben comprende con quale allegrezza
si è ricevuto un tal soccorso
perchè da domani 1° febbraio la truppa non riceve
più prest col quale fa il
suo ordinario(perchè si manca del tutto di
danaro) ma bensì riceve giornalmente
la razione dei viveri della riserva. Siamo però
allegri perchè con i viveri che avevamo e
questi venuti possiamo attendere
il risultato della guerra per ben 5 mesi, augurandoci
che per tale epoca saranno finite le nostre privazioni.
Il nemico non lo temiamo perchè non
è in forma per attaccarci e
fino a che non giungono in Messina
almeno 20mila uomini, l'Armata Piemontese nessuna
operazione potrà intraprendere contro la
Cittadella forte al pari di Gaeta.
I soli viveri ci tenevano in
pensiero, venuti questi non più pensiamo
che a soffrire un misterioso
assedio con una convenzione. Per altro ad onta di
qualunque sofferenza o privazione, questo presidio
può chiamarsi fortunato, visto
le disgrazie e le calamità sofferte dal nostro esercito.
Solo mi sgomentano i cannoni rigati di cui ne siamo
privi. I messinesi non possono persuadersi
come Gaeta e la Cittadella non possono cadere in
potere di Vittorio Emanuele e dei
piemontesi, nel mentre da questi
giornalmente si canta vittoria e battaglie guadagnate
e si fanno suonare campane a gloria per la
presa di Gaeta e per aver occupato
tutte le posizioni. Il parlare delle coglionerie
che giornalmente si stampano sarebbe soverchio perchè
essendo la stampa libera ed il popolo sovrano ciascuno
può far stampare quanto gli piace.
Il Comandante del vapore ci ha detto
che il bombardamento del giorno
23 corrente furono molto danneggiati sei legni piemontesi
dal terribile fuoco della Piazza
di Gaeta, restandone qualcheduno
affondato, come pure la gran perdita
dei soldati morti, tra questi 3 Generali dalla parte
di terra ove dai cannoni della Piazza si
smontarono molti pezzi delle batterie
nemiche. I fogli legittimisti fanno ascendere a
7.000 la perdita nemica. Tutti
gli uomini di guerra giornalmente ricevono, al far
del giorno, una razione di acquavite; oggi, oltre
a questa, l'intera guarnigione
ha ricevuto una razione di rhum di quello che portò
il Maresciallo Afan De Rivera il giorno 27 spirante
mese.
La lettera che segue fu scritta giorni
dietro dal nostro Re Francesco
II all'Imperatore Napoleone III: "Je défendrai mes
droits jusque au dernier moment; si je suis tué,
ma mort sera mon plus beau
titre de gloire au souvenir de la posterité. Si
je fait prisonnier, l'exemple de François I m'appris
que mon honneur serait sauf,
et je n'aurait rien cédé des droits de mes successeur."
1° FEBBRAIO
Questa mattina le truppe invece di
prest(per non esserci denaro) ha ricevuto i viveri
della riserva, e cioè: fave, formaggio, lardo per
condimento ed il pane.
Alle ore 8 a.m. è cominciato lo sbarco
dei viveri qui giunti ieri
che sono tutti di eccellente qualità; c'è uno squisito
formaggio svizzero, uguale
a quello che compriamo in Piazza a 6 carlini al
rotolo dal "Bolognese". Lo sbarco durerà per più
di 5 giorni. Gli Uffiziali non ricevendo soldo,
hanno parimenti la razione dei
viveri come i soldati.
2 FEBBRAIO
I viveri di oggi: fagioli, riso e
baccalà.
Un vapore piemontese ha imbarcato
truppa, ma non sappiamo ove si
dirige; alcuni dicono per Genova
ma non è da credersi stante che la truppa in Messina
è molto poca; forse sbarcherà in Calabria.
Questa mattina vi è stata la riunione
di tutto il presidio nel Gran Maschio della Cittadella
con bande e bandiere spiegate per
disposizione del Generale in Capo
Fergola per distribuire una quantità di medaglie
di Francesco I rilasciate dietro proposta del detto
Maresciallo, e a chi? A 25 sbandati nelle Calabrie
o altrove che dopo essere
stati per molti masi in casa loro o al servizio
di Garibaldi, e quindi congedati col premio di 30
ducati, visto il pericolo di essere richiamati da
Vittorio Emanuele, sono venuti a presentarsi nella
Cittadella. Ognuno può comprendere qual
cattivo umore si è manifestato dalla
intiera guarnigione, la quale fin dal mese di luglio
interpellatamente si è battuta, ha prestato
e presta penoso servizio, da circa
8 mesi dorme sulla nuda terra ed ha financo improntato,
fino all'ultimo soldo, alla Cassa di
Campagna il denaro che aveva di risparmio
e che non ancora gli è stato restituito, che fin
dal mese di aprile soffre privazioni e
fatiche! Come non lamentarsi nel
veder decorati soldati sbandati come sopra ho detto!
Il più cattivo umore si è manifestato
nella Brigata di Artiglieria
per le promozioni fatte dal Maresciallo
di molti sottouffiziali, di
recente venuti, che appartenevano alla Fanteria
di Linea e dal Maresciallo stesso assegnati nell'Arma
di Artiglieria con il grado che essi hanno dichiarato
(tra cui il fratello dell'Uffiziale di
Stato Maggiore Gaeta). Quello che
è però sorprendente è che essendo il Maresciallo
Fergola dei Corpi Facoltativi, supponendo
che deve sapere quanto deve conoscere
e sapere un sottouffiziale di artiglieria, abbia
situato in artiglieria un 1° sergente di
Fanteria. Miseria umana!
Il Maresciallo, che ha il Comando
Supremo della Cittadella con
ampie facoltà, è una persona buonissima,
devota, troppo compiacente
e credula; ascolta due Messe la mattina, per lo
più inginocchiato, e prende la Benedizione la sera,
niente riflessivo, nulla prende di tristo. É affiancato
da uno Stato Maggiore composto
da un Capitano, nuovo in questo incarico e che non
vale molto, e da tre giovani Alfieri che pochi mesi
prima erano sottouffiziali e quindi nudi di tutto,
d'istoria, geografia, letteratura, lingue estere
e quanto può supporsi di ignoranza in
un sottouffiziale dei nostri tempi.
Questa nobile unione non fa che adularlo e dargli
quei consigli che lo inducono a commettere
tante sviste che chi sà qual termine
avranno per la tanta fidanza che ripone nei sopradetti
individui. In effetti, molti malumori in
giornata si sono manifestati e molte
lagnanze ho ricevuto non per canali regolari perchè
non v'è molta disciplina essendo tutto
perdonabile secondo il costume del
Maresciallo.
Il nostro Generale in Capo molto
s'illude di certe notizie
sciocche che riceve dal suo Stato Maggiore che,
per altro, non si credono
affatto da chi ha buon senso comune. Il suo Stato
Maggiore per ottenere quanto
desidera gli apporta sempre vantaggiose notizie
per noi e ciò senza riflessione perchè, non conoscitori
di geografia nè dello stato
d'Europa perchè non leggono fogli esteri per non
conoscere alcuna lingua, spesso portano il Mincio
nello Stato Romano ed il Tevere
in Lombardia! Notizie caotiche, come ad esempio:
Cialdini morto, il fuoco avanti Gaeta cessato, una
flotta Russa avanti la Piazza, tutte le Potenze
estere in nostro favore, gli Austriaci entrati a
Milano, l'entrata del nostro Sovrano in
Napoli tra pochi giorni ecc. La bontà
del Maresciallo le crede, esclama "La Santa Causa
è vinta!", senza per nulla pensare a qualche triste
avvenimento o prevedere qualche futuro non sapendo
che gli affari della guerra sono sempre dubbi, massime
ora con la diplomazia non
sincera. Egli crede di divenire popolare, mentre
è preso a scherno perchè i soldati lo chiamano "Santa
Causa"...quì tutto va bene...perchè
va bene...In Messina il nemico è in poco numero
e da qualche mese viviamo tranquilli nel nostro
assedio e con la massima sorveglianza
dei nostri bivacchi e posti da me stabiliti, fin
dal principio, alle opere esterne e sulle batterie.
Il Maresciallo, fin dal principio
dell'assedio, volle stabilire
nel Maschio della Cittadella una
Casina Militare (alias ciscolo);
gli feci osservare tutti gli inconvenienti
che avrebbe prodotto e fu
concorde con me; ma consigliatosi meglio col suo
Stato Maggiore, con forte spesa, in un momento fu
creata la Casina che ha portato
molto dissesto agli Uffiziali.
In uno dei gran magazzini vuoti di
viveri, senza mia saputa, si
formò un teatro e si cominciò a concertare;
con molto risentimento parlai
al così detto Capo dello Stato Maggiore e quindi
feci le mie osservazioni al
Maresciallo e così non ebbe luogo il teatro.
Venuto il Carnevale il Maresciallo
mi disse che essendo questi tempi eccezionali amava
che la truppa si divertisse ed ha
permesso, nientemeno, che le maschere
e le bande si divertissero
di giorno e notte! Così in una Fortezza assediata
abbiamo suoni e canti fino
al far del giorno.
Cosa direbbe un militare estero?
Qual contegno potrebbe supporre
che abbiamo come truppa ben organizzata?
Spesso da qualche Alfiere dello Stato
Maggiore si danno delle "soirèe"
con complimenti ove interviene il Sig.Maresciallo
Comandante, ma giammai dal Generale Comandante la
Cittadella. Mi auguro che
gli affari della guerra non si complichino, perchè
allora termineranno quegli atti di educazione e
bontà fin qui usati perchè
non essendo cose positive non ho voluto mettermi
in urto perchè la dissidenza fra Superiori è sempre
cattiva e conduce a male esito.
Allorché tratterebbesi delle compromissione della
Cittadella sarà mia cura regolarmi come vecchio
ed onorato soldato!
3 FEBBRAIO
Questa sera, col permesso del Sig.Maresciallo,
il Sig.Commessario di Guerra
D'Ambrosio dà una festa da ballo con inviti anche
agli Uffiziali di guarnigione al Forte SS.Salvatore
e Lazzaretto che hanno famiglia.
Il detto Commessario, essendo venuto
da me, di persona, ad invitarmi,
gli ho detto che mi meravigliava come come
potevansi trovare di spirito tanto
allegro lui e che gli aveva dato il permesso di
tenere una festa da ballo nel mentre il nostro
Sovrano, nelle sue deplorabili circostanze,
sta esposto da un bombardamento per mare e per terra
e chi sà se a quest'ora qualche
disgrazia non l'ha colto, sia ad
Esso che ai nostri bravi camerati che Lo difendono.
"Ciò mi sembra" – gli ho detto – "una vera
svergognatezza ed è perciò che non
accetto il vostro invito!".
4 FEBBRAIO
La festa da ballo è durata fino a
giorno; più di 200 persone, tra
uomini e signore, vi hanno figurato.
Vi è stato gran chiasso e galante buffet. Vi è stato,
per altro, qualche inconveniente:
cioè, dal Maestro di Sala, Alfiere
Gaeta, è stata chiusa la porta
del salone per impedire la curiosità
della folla dei soldati di
veder ballare o assalire il ridotto. Questi si sono
messi a gridare "Fora, fora, Abbasso" in modo che
si è stato obbligato ad aprirla
e farli entrare fino a 10 passi avanti l'orchestra.
Bella disciplina militare in una
piazza assediata! Dietro quanto
sopra ho creduto scrivere amicalmente questa mattina
al Maresciallo quanto segue:
" Sig.Maresciallo Comandante,
Qual Uomo di onore, mi credo di doverla
avvertirla che, ad onta di
tante cure e fatiche si dà pel benessere di questa
guarnigione, pur nondimeno la Sua opinione è compromessa.
Coloro che L'hanno consigliata
permettere la chiassosa festa da ballo di questa
notte l'hanno tradita. Quale opinione può aversi
di questa guarnigione che,
stando il nostro infelice Sovrano rinchiuso nella
Rocca di Gaeta, bombardata per mare e per terra,
senza alcuna comunicazione,
esposto a pericolo della propria vita, noi siamo
qui in festa, balli e buffet? Maresciallo,
l'Europa intiera ci osserva
e ci giudica e sicuramente ci giudicherà da veri
mercenari e non già sudditi devoti ed affezionati
al proprio Re. Il contegno
della truppa è quello che più la distingue ed è
perciò che tanti legni esteri che sono nel porto
quale opinione di una Piazza
assediata che fino a giorno canta,
balla e gozzoviglia, col veder spesso alzare e calare
i ponti per fare entrare e sortire gli
invitati, nel mentre tutti gli Esteri
conoscono la infelice posizione del nostro disgraziato
Sovrano, della nostra Armata
disciolta, dei nostri camerati incarcerati,
esiliati, malmenati e pieni di miseria? Ieri
mattina nel venire di persona ad invitarmi il Commessario
di Guerra gli feci sentire
i miei sentimenti e che giudicando tale festa di
ballo una svergognatezza non accettavo il suo invito.
Sig.Maresciallo, io qual Comandante
titolare di questa Fortezza
sono nell'obbligo redigere il giornale
di quanto passa in questo
assedio da servire per l'istoria del Regno e posso
assicurarla che mi trema la mano nel registrare
alcune cose, perchè anche io disgraziatamente fò
parte dell'assedio.
Sig.Maresciallo, mi credo anche nell'obbligo
di prevenirla che nei sottouffiziali
di artiglieria vi esiste mormorio e cattivo umore
per aver Lei piazzato in quella classe
due sottouffiziali provenienti
dai Reggimenti di Linea, uno dei quali di è battuto
sotto Capua nelle righe dei Garibaldini contro la
nostra truppa.
Lei Sig.Maresciallo che sorte dai
Corpi facoltativi ben conosce
quanta maggiore esperienza deve avere
un sottouffiziale di artiglieria
da quello di Linea. Nelle Sue altre attribuzioni
può tutto fare e promuovere, ma credo
mio dovere avvertirLa avendo molto bisogno di quest'Arma
in questa circostanza di assedio. Son sicuro che
non terrà a male quanto per Suo bene Le pervengo
e sia sicuro che, ad eccezione di alcuni camorristi
che durante la notte vestiti
in maschera si sono divertiti, la maggior parte
della truppa, che non ha un grano per comprarsi
un sigaro, mal giudicano la
festa e gozzoviglie che si facevano nella sala da
ballo di Signori Generali ed Uffiziali. Ritengo
ciò come un attestato del mio attaccamento e divozione
che con tutta sincerità Le
professa un vecchio ed onorato soldato che con tutto
rispetto si rafferma dev.mo
Generale Nicola de Martino"
Da Messina ci pervengono notizie
che i piemontesi hanno sofferto
molta perdita sotto Gaeta e che Cialdini
per ben due volte ha domandato
una tregua per interrare i morti. Come pure dicesi
che i rivoltosi di Mistretta abbiano completamente
battuto i Carabinieri che da Messina partirono di
rinforzo. Speriamo che ciò si
verifica.
5 FEBBRAIO
Dal Faro ci si fa conoscere essere
colà giunto ordine di congedare
tutti gli artiglieri addetti a quelle
batterie in quindici giorni
e che si è emanato ordine per tutti
coloro che vogliono ingaggiarsi
per Genova riceveranno ducati 60 di anticipo e 4
carlini al giorno fino al termine della guerra.
Sono giunte le solite messaggerie
francesi.
Quelle che vengono da
Marsiglia e passano per Civitavecchia
ci assicurano che a Gaeta
poco fuoco si fa dal nemico; che
il Colonnello La Grange si avanza
negli Abruzzi aumentando sempre le
sue masse ove trovansi molti esteri di tutte le
Nazioni. Ma quello che non sembra troppo
probabile, per ora, si è che tutti
i piemontesi hanno ricevuto
ordine da Torino di evacuare tutto
il Regno delle Due Sicilie;
solite chiacchiere!
Verso la mezzanotte una pattuglia
piemontese, essendosi molto
inoltrata verso il nostro avamposto
alla Pagliara e non avendo
voluto retrocedere alla voce delle sentinelle, ha
ricevuto una scarica di una
diecina di fucilate e così si è allontanata senza
rispostare; non sappiamo se vi sia stato qualche
ferito. Si è chiamato "all'armi"
e tutto il presidio in un momento ha preso le armi;
assicurato essere incidente di niun rilievo, la
truppa è rientrata alle proprie
caserme.
Vi sono molti affissi in Messina
che avvisano tutti gli Ufffiziali
che hanno abbandonato il nostro Esercito
o vi hanno disertato e preso servizio nel nuovo
regime di Vittorio Emanuele o Garibaldi, per il
giorno 16 del corrente mese debbono trovarsi a Genova;
quelli che non raggiungono detta destinazione s'intendono
licenziati. Un quale imbarazzo debbono
trovarsi tanti Uffiziali casati! Per altro è il
giusto compenso per chi ha tradito l'onore,
ed il giuramento dato.
6 FEBBRAIO
Ieri partì il vapore che ci portò
i viveri e con esso è partito un nostro Uffiziale
di Stato Maggiore stante che il giorno prima il
Console Ellenico fece conoscere al
Sig.Maresciallo Fergola che
S.A.R. il Conte di Trapani gli ordinava
di far partire col detto legno un Uffiziale di questo
presidio.
Questa mattina si sono mandati all'ospedale
20 rotoli di zuccaro di quello
inviato da S.M. e si è distribuito una carafa di
rhum ad ogni Uffiziale.
Il Generale piemontese Chiabrera,
militare di merito, giorni fa
scrisse al nostro Maresciallo Fergola
dicendogli che gli veniva
richiesto un calabrese e che sarebbe stato nella
sua bontà di mandarlo oppur
no. Il detto Maresciallo incaricò il suo Capo di
Stato Maggiore di fare una risposta negativa; questi
scrisse in modo molto villano
persuadendo, poi, il Maresciallo che usando tali
termini sarebbe stato temuto e si sarebbe imposto
al nemico.
Tale lettera di risposta fu portata
dal Colonnello di artiglieria
Vallo al Generale Chiabrera il quale,
con sangue freddo, restituì
la lettera al Colonnello dicendogli
che comprendeva bene che il
Capo dello Stato Maggiore Del Matto,
di poca esperienza, aveva scritto quell'ufficio,
ma che il Sig.Maresciallo si fusse
compiaciuto leggere gli uffici prima
di firmarli e che perciò restituiva la lettera per
rifarla, stante che avendo egli fatta la
guerra in Crimea anche i Russi scrivevano
con quei principi i di educazione e decenza che
erano del tutto ignorati del detto Capo
di Stato Maggiore; anche tra nemici
si usano maniere e gentilezze, meno che in combattimento.
Nel ricevere il Maresciallo tale
imbasciata e la lettera, dopo averla
letta e riletta, impallidì e quindi si accinse a
correggerla, ma trovando ciò difficoltoso
disse: "Ce la spedirò domani corretta!"
- Povera Gerusalemme!!!
Il giorno appresso gli si è spedito
l'ufficio non scevro di umiliazione.
Ecco lo Stato Maggiore della Cittadella assediata!
Signore...non peggio!!!
Verso le ore 24 il Sig.Maresciallo
si è divertito fare col suo Stato Maggiore la pesca
nei fossi bagnati della Fortezza, cioè di
quelli di S.Teresa, S.Stefano e Lunetta
Carolina; mi sono rinunciato
intervenire. La pesca era col lume e lanciatoio;
disgraziatamente non si è preso nemmeno un cefalo.-
In Messina vi esiste un certo Puddo
Picciulitto, uomo feroce che il solo braccio dritto
ed è il primo famigerato camorrista della
Città; or questo serve di spia al
Maresciallo la di cui bontà è tale che crede tante
coglionerie che gli rapporta, accordandogli
tutta la sua confidenza con permettergli
che entri e sorta dalla Fortezza. Ora a questi,
ieri sera, gli permise di pescare anche
lui nei fossi bagnati di Porta di
Grazia e siccome di nulla me ne pervenne avviso,
qual Comandante della Cittadella avrei potuto
fargli fuoco addosso dalle sentinelle,
cosa che non ha praticato per evitare un allarme
ed un contenzioso con la Città.
Il buon Maresciallo, nei giorni che
si sono sbarcati i viveri da
bordo, ha veramente travagliato come
un facchino restando sempre
allo sbarcatoio di S.Teresa per indicare
su qual carretto doveva trasportarsi tale o tal'altro
oggetto.
Eppure nella Cittadella vi sono due
Commessari di Guerra responsabili della consegna
di tale generi, 100 uomini di corvé
con 4 Uffiziali di Corpo, un Capitano
ed un Uffiziale di Piazza
per la vigilanza e trasporto dei detti viveri nei
magazzini di riserva; ad onta di ciò il buon Maresciallo,
facendo andare a spasso i
signori Commessari, lui stesso, figurando da capo
corvé, si è incaricato di tutto senza avere riguardo
dell'eminente posto di Generale
Supremo che occupa.
7 FEBBRAIO
Riceviamo tali notizie contraddittorie:
da Messina ci si assicura
che i Reggimenti piemontesi vanno a partire per
l'Italia Centrale e che qui
vi resterebbe la debole forza dei carabinieri, quasi
tutti siciliani, e la Guardia Nazionale;
il foglio francese "L'Opinion National" dice che
il Generale Statella e La Grange siano stati fucilati
negli Abruzzi; altro foglio "la forbice" dice che
il Bosco trovasi alla testa delle masse negli Abruzzi
e che il Generale Cialdini vi abbia spedito truppa
distogliendola dall'assedio di Gaeta per reprimere
quelle bande. Infine, non è
possibile conoscere la verità di
quel che passa e restiamo sempre all'oscuro di tutto(notizie
date dal camorrista Puddo).
Si crede per certo che gli eccellenti
viveri che abbiamo ricevuto
sia stato un regalo fatto dai legittimisti
francesi e dal Duca Del Gallo
che trovasi a Marsiglia.
8 FEBBRAIO
Questa notte nelle montagne di Aspromonte,
in Calabria rimpetto a noi,
vi sobno stati dei falò con dei fuochi alla bengala
e corrisposti nello stesso modo dalle montagne di
Dennamare di Messina con fuochi
parimenti alla bengala, ma senza falò. Alla punta
di giorno si è battuto la "generale"; tutta la truppa
in un momento si è portata ai posti
prescritti dalle istruzioni ate e dopo di essere
stato tutto verificato dal Sig.Maresciallo e da
me, si è battuta la chiamata e tutti sono rientrati
nelle rispettive caserme. Dopo di che si è data
una razione di rhum a tutto il presidio. Alle 2
p.m. si è di nuovo battuta la "generale" e dopo
un'ora la truppa si è ritirata
ricevendo mezza razione di pane e di formaggio per
gratificazione.
La truppa seguita giornalmente a
ricevere i viveri della riserva
fino a che non abbiamo soccorso di
denaro che si spera riceverlo
alla venuta dell'Uffiziale di Stato
Maggiore da qui partito. Oggi
si è distribuito pesce salato e riso.
Trovandosi in questa sala d'armi 600 carabine rigate,
queste sono state distribuite ai tre reggimenti
di linea, cioè il 3° e 5° e 7° (200 per ognuno),
per così formare un battaglione di cacciatori di
cui ne siamo privi. Tutti i giorni
si esercitano.
9 FEBBRAIO
Ieri sera col vapore venuto da Napoli
sono venute quantità di famiglie
a raggiungere i loro mariti, Uffiziali, sottouffiziali
e soldati. Queste donne ci
apportano tante notizie tristi dalla
Capitale, che da molti si credono
poter apportare vantaggio alla causa del Re.
francesi arrestati che dovevano sbarcare
in Calabria per effettuare
un'azione in favore di Francesco II e sottoposti
a giudizio dal nuovo regime, si sono imbarcati per
essere condotti in Francia.
10 FEBBRAIO (ultima domenica di carnevale)
Mi si rapporta che alle ore 10 a.m.
è giunto nel porto un vapore
carico di feriti e che da ora stesso
che sono le 11, da Messina è
giunto ordine ai venditori che sono
al Lazzaretto di ritirarsi
subito con le loro merci sotto pena di severa punizione.
Avendo mandato a verificare questa seconda pena
da un mio sottouffiziale di
ordinanza, questi mi assicura che tutti i venditori
sono di già partiti. Non saprei da ove deriva tal
novità e quale sia lo scopo
dell'autorità nemica in Messina,
sia civile che militare.- Si è spedito il Colonnello
Vallo al Generale piemontese Chiabrera per
domandare se per suo ordine i venditori
si fussero ritirati dal Lazzaretto, ma detto Generale
ha risposto di nulla saperne ed
essere molto dispiaciuto che sia
successo un tale inconveniente stante che che desidera
che sia scrupolosamente rispettata la
convenzione da ambo le parti.
In effetto, ho scritto subito al
Governatore molto risentito
pregandolo nel contempo che avesse
subito ordinato che i venditori
fussero ritornati al Lazzaretto.
Questa lettera è stata portata al
Governatore dallo stesso Colonnello
Vallo il quale gli ha domandato la causa di avere
richiamato i venditori dal
Lazzaretto. Il Governatore, vedendosi confuso, ha
addotto la ragione che essendo tutti i venditori
siciliani in questi ultimi
giorni dediti al vino più del solito, per evitare
qualche sinistro tra i soldati aveva creduto regolare
dare tale disposizione, ma
che dietro l'ordine del Sig.Generale avrebbe subito
dato disposizione che i venditori ritornassero al
Lazzaretto. In effetto, la
vera ragione è che in Messina vi è la vera anarchia
per cui tutti comandano.
Molti vapori piemontesi vanno e vengono,
ma nulla conosciamo circa
le lodo destinazioni. Oggi
alle ore 20 fino alla ritirata vi sono state nella
Fortezza molte maschere di
soldati e sottouffiziali. Alle ore 24 è battuta
la ritirata; la truppa, giusta il consueto, si è
portata alla S.Benedizione.
Le feste da ballo che dovevano darsi giovedì e questa
sera dai Sigg.Generali ed Uffiziali non hanno avuto
più luogo. Pare che la mia
lettera scritta al Sig.Maresciallo il giorno 4 abbia
fatto il suo effetto.
11 FEBBRAIO
Questa notte sono stati sorpresi
due soldati del 5° di Linea,
Floriano De Gregorio e Nicola Notarelli,
ad impastare circa tre rotoli
di farina involata dai magazzini della riserva;
si è rimesso tutto nelle mani del Commissario del
Re la guarnigione, Maggiore Morabito, per l'azione
penale.- Oggi si è distribuito
pesce salato e riso.
Alla punta di giorno, giusta il consueto,
sono venuti tutti i venditori
al Lazzaretto apportando ancora quantità di dolci
e rosolii per gli ultimi due
giorni di Carnevale. Il Generale
piemontese Chiabrera disse ieri al Colonnello Vallo
di aver ricevuto avviso che un altro battaglione,
partito da Genova, verrebbe ad aumentare la sua
forza in Messina. Ciò sembra contraddittorio se
vogliamo prestar fede e credito a tante notizie
che corrono a noi vantaggiose.
Si crede che i feriti sbarcati ieri
siano stati inviati per per
maggiormente irritare i siciliani
contro i realisti, per ciò
richiamarono i venditori dal Lazzaretto. Intanto
per Messina dicesi che un
proclama di Vittorio Emanuele chiama "traditori"
i Napoletani perche, dopo averlo chiamato, giornalmente
fanno delle reazioni e dimostrazioni
che tanto disgustano il suo Real Animo.
Con la messaggeria venuta da Malta
sono sbarcati un sergente e due compagni d'armi,
che seguirono il Maresciallo Clary in Napoli, i
quali si rifugiarono a Malta ove
sono stati per molti mesi e ci
hanno assicurato della grande simpatia
che Francesco II gode presso tutte le Nazioni, massime
dai Maltesi. Ci hanno portato
molti fogli da Malta, tutti legittimisti,
da ove si osservano i veri fatti di Gaeta e la perdita
sofferta dai piemontesi di legni
e uomini. Per le voci che corrono
a Malta, il nostro Sovrano avrebbe a se assoldati,
tra le guarnigioni di Gaeta, Cittadella di
Messina, Civitella del Tronto, le
masse di Calabria e quelle Abbruzzesi, circa 90mila
uomini. Il tempo di dirà la verità. Certo
è che le cose sembrano andare alla
peggio! Ci si fa sapere che S.Em.il Cardinale Antonelli
sia entrato nelle nostre frontiere
per prendere alle spalle la truppa piemontese che
assedia Gaeta e che il Generale Cialdini siasi ritirato
con la più parte delle sue
truppe a 20 miglia da Gaeta, ossia verso Sessa e
Cascanò. Speria che sia vero...ciò giova crederlo!
Quest'oggi è entrata nel porto una
fregata francese che ha salutato con tiri di cannone
la fregata americana e non la fregata
inglese. È entrato nel porto anche
un vapore mercantile francese.
Annoiati dall'ozio di un lungo assedio
ci occupiamo a guardare dai
nostri baluardi il Faro, la sua corrente
che ogni 6 ore entra e sorte
ed i legni che entrano nel porto.-
Alla parata della guardia (ore 22)
i due soldati del 5° di Linea che questa notte hanno
involato circa 3 rotoli di farina dal
magazzino viveri della riserva, hanno
sofferto la punizione di 30 legnate per ciascuno.
12 FEBBRAIO (ultimo giorno di Carnevale)
La truppa ha ricevuto per l'ordinario
pasta lunga, ventresca di
porco salata, pesce salato e vino.
È voce generale in Messina che un
Principe Reale va a venire nella
Cittadella; alcuni dicono sia S.A.R.D.Francesco
di Paola, altri, invece, S.A.R.D.Luigi,
fratello di S.M.- Sembrami impossibile.
Siamo in attenzione, dato che è martedì,
della messaggeria francese che deve giungere; disgraziatamente
sono le ore 10 a.m. e non
ancora si vede nel Faro.
Un soldato del 5° di Linea ha sofferto
30 legnate per aver involato
un tocco di lardo. La fregata a vapore francese
verso le 22 è partita.
In Città vi sono state molte mascherate
di paesani e piemontesi; i
nostri soldati e marinari nella Cittadella hanno
fatto lo stesso portando anche
Carnevale moribondo su di un carretto ed
i"pulcinelli" che lo piangono.
Questa mattina si è presentato al
Generale Fergola il 1° sergente
Gizzi del Battaglione delle Alpi
al servizio di Vittorio Emanuele; per quanto lui
dice, veniva da Genova con un permesso per Messina.
Egli è figlio del Capitano Gizzi che trovasi in
Napoli come prigioniero di Capua. Lo stesso dice
che apparteneva al 14° Cacciatori
ed essendo stato fatto prigioniero prese servizio
in qual battaglione e fu fatto 1° sergente. Egli
è stato riconosciuto da un
Capitano del 7° di Linea che asserisce che lo Gizzi
era 2° sergente. Come tale è stato piazzato al 7°
di Linea.
13 FEBBRAIO
Di buon mattino è giunta la messageria,
che doveva venire ieri, in ritardo per i cattivi
tempi di mare. Si è mandato subito a bordo
per conoscere se fusse giunto il
nostro Uffiziale di Stato
Maggiore da qui spedito perchè richiesto da S.A.R.D.Francesco
di Paola a Civitavecchia per dargli denaro per questo
presidio.
Giunto il nostro Uffiziale alla messaggeria,
dalla Sanità si voleva impedire che vi fusse montato,
ma avendo insistito con minacce
vi è salito. Vestito da pagano gli si è avvicinato
il Tenente Colonnello D.Patrizio
Guillamat, Direttore di Artiglieria, che si porta
in questa per occupare il suo posto. Siccome non
si voleva permettere che nessun
passeggiero fusse calato nella Cittadella, si sono
spediti 24 soldati armati con ordine di far
fuoco in caso di resistenza o che
non volessero far sbarcare il detto Tenente Colonnello.
Nel mentre il nostro Uffiziale è
calato nella Cittadella per
prendersi la forza dei 24 soldati,
sulla messaggeria sono montati
12 carabinieri(forse spediti dalla
Sanità), i quali, appena visto
le due nostre barche con i soldati
che uscivano dalla Cittadella, si sono subito imbarcati
e ritornati in Città. Dopo di che il
ripetuto Ten.Colonnello è sbarcato
ed è venuto in Cittadella.- Egli ha portato varii
pieghi di corrispondenza e molti fogli di
Gaeta, come pure un quadro della
Madonna dell'Addolorata che Pio IX manda a questa
guarnigione con ampie facoltà che conferisce a
questi Regii Cappellani.
Son sicuro ch il Generale Chiabrera,
che comanda le truppe piemontesi
in Messina, sia rimasto molto male e dispiaciuto
di ciò che è successo sulla messaggeria, stante
che essendo militare di onore
ed essendo suo volere che la convenzione sia esattamente
osservata da ambo le parti e che il commercio sia
libero, la Sanità si sia permesso
mandare i suoi soldati colà di guardia per impedire
lo sbarco e quindi l'entrata nella Cittadella ad
un Uffiziale al servizio del
Re di Napoli. Quante anomalie e cose strane avvengono
in questa guerra così strana
che simile no si legge nella storia: nella messaggeria
viaggiano due nemici o due opposti partiti, un generale
piemontese del quale non si
conosce la sua missione e che sbarca in Messina
ove i piemontesi sono di guarnigione, ed un Direttore
di Artiglieria che sbarca
in questa Cittadella che è sempre pronta a far fuoco
se il nemico fa qualche atto ostile da Messina!!!
Cosa che il tempo ne svilupperà
il risultato!
Il detto Guillamat ci assicura della
perfetta salute del Re e della
Regina e ciò forma il massimo del nostro piacere.
Molte consolanti notizie ci
arreca, tra cui quella che tra giorni
ritornerà il nostro Uffiziale di
Stato Maggiore con denaro e viveri.
14 FEBBRAIO
Questa notte una piccola barca proveniente
dalla Calabria si è avvicinata ai nostri avamposti
dalla parte del Lanternino;
all'intimazione del "Chi va là" e
di allontanansi è stato risposto:
"Viva Francesco II". Il Capo posto, dopo aver messo
la guardia sotto le armi, ha inviato la barca ad
avvicinarsi e dalla quale
è sbarcato un gentiluomo di nome D.Paolo Genovese.
Questi è venuto a ricoverarsi qui perchè perseguitato
come reazionario; ci ha dato
notizie vantaggiose per le rivolte e reazioni in
Calabria in favore del Re, asserendo che per muoversi
tutti in massa basterebbe
un sol battaglione per veder tutto terminato.
Alla punta di giorno si è presentato
ai nostri avamposti un parlamentario(L'Aiutante
di Campo del Generale Chiabrera in gran
tenuta) apportatore di una lettera
al Maresciallo per la resa
della Cittadella ed annunciando la resa di Gaeta
verificatasi dopo un'esplosione avvenuta in quella
Piazza; che la guarnigione si era
resa prigioniera di guerra fino a
che non avessero cedute la Cittadella e Civitella
del Tronto e che perciò se la Cittadella
avesse bonariamente ceduto molti
vantaggi avrebbero goduto tutti gli Uffiziali e
Truppa altrimenti sarebbero tutti trattati in modo
dispiacevole. Dopo aver fatto attendere
per più di un'ora il detto parlamentario, il nuovo
Capo di Stato Maggiore Ten.Colonnello D.Patrizio
Guillamat è andato a dargli la risposta a voce dicendogli
che la Cittadella di Messina nulla aveva a che fare
con Gaeta. Il parlamentario insisteva di parlare
col Maresciallo, ma gli è stato risposto che era
sufficiente la presenza del suo Capo
di Stato Maggiore.
Nel mentre il parlamentario attendeva
, immensa quantità di popolo
era ammassata da lontano allo sbocco
di Terranova; la lunga attesa
aveva fatto lusingare la popolazione
che si stavano redigendo gli
articoli della capitolazione stante
che è certa della resa di
Gaeta.
Questa mattina i soliti 4 marinari
sono sbarcati in Messina per
prendere l'acqua alla fontana del
Leone per l'ospedale; tra di
essi sono stati arrestati(uno ferito
e due molto malmenati) ed il quarto è riuscito a
scappare. Si è subito scritto la Generale Chiabrera
che in giornata avesse restituito i marinari e puniti
i manchevoli non supponendosi
affatto essere ciò accaduto su sua disposizione
perchè sarebbe lo stesso che rompere la convenzione;
in caso contrario questo Maresciallo
si crederebbe in diritto si agire militarmente.
Sono le 2 p.m. e non ancora si è
ricevuta risposta, anzi sono
le 2 ½ p.m. è mentre scrivo termina una salva reale
di tutti i legni piemontesi che sono nel porto con
bandiere issate per la presa
di Gaeta e le campane della Città che suonano a
gloria da stordire la gente. Attendiamo quindi con
pazienza il risultato; la
Cittadella per altro è ben preparata e tutti attendiamo
l'ora di essere attaccati per non annoiarci più
nella monotonia in cui viviamo
da circa 7 mesi con tante notizie vaghe ed incerte,
raramente conoscendo la verità! Ma io credo vera
la resa di Gaeta! Verso le ore 22 si riceve decentissimo
riscontro dal Generale Chiabrera dicendo che verso
sera ci saranno restituiti i marinari
trovandosi la popolazione molto irritata
per non volersi cedere la Cittadella; nelle lettere
vi sono, infine, tante espressioni dalle
quali rilevasi che, pur mostrandosi
militarmente, sembra che non molto può imporre alla
sfrenata popolazione.
Oggi è giunto nel porto un vapore
carico di truppe piemontesi che
sono sbarcate in Messina; questa
sera osserviamo tutta la Città illuminata, bande
che girano per le strade, feste, allegria per la
presa di Gaeta. Preciso che il Tenente
Colonnello Guillamat è venuto
nella Cittadella come Capo di Stato Maggiore e come
Direttore di Artiglieria.
Il Colonnello di Artiglieria Vallo
è stato esonerato dal Maresciallo
dall'incarico di portarsi in Città con suo permesso
per le varie commissioni o per riceversi
il materiale che esce dai
Castelli Consagra e Castellaccio perchè un calabrese
compromesso ha detto al Maresciallo che il detto
Colonnello faceva noto al
Generale piemontese Chiabrera quanto succedeva nella
Cittadella professandogli molta amicizia. É stato
sostituito dal Capitano di
Artiglieria De Gennaro il quale non è stato accettato
dal Chiabrera che ha detto che avrebbe atteso il
ristabilimento in salute del
Colonnello Vallo per riprendere i contatti. Non
vi è un palmo di netto, nè fidarsi di chicchessia!
È stata venduta altra vaccina per
far fronte alle spese e carne del nostro ospedale
giacché ci troviamo perfettamente privi di
denaro. Delle 18 vaccine rimaste,
sei di esse hanno partorito.
Verso la mezzanotte si è chiamato
"all'armi"; tutta la truppa in
un momento si è portata ai posti
assegnati; ciò è dipeso da due
colpi di fucile tirati da due nostre
sentinelle del Forte D.Blasco. Data la irrilevanza
dell'incidente,la truppa è stata fatta ritirare.
15 FEBBRAIO
Dal nostro interprete ci si fa conoscere
i continuati segnali che fa
il telegrafo ad osta del nemico, ma si rimarca una
differenza di tempo dalla Capitolazione di Gaeta
e dell'imbarco del nostro Re
sul legno francese "La Muette". A
tutti noi ci sorprende tale resa e non la crediamo
affatto; intanto, feste e allegrezze di tutti
gli abitanti, tiri di salve a Reggio,
al Faro e da per tutto.
Questa mattina dal Generale Chiabrera
ci sono stati rimandati i
marinari che la popolazione arrestò e maltrattò.
Verso mezzogiorno, per un parlamentario,
il Generale Chiabrera ha rimesso
al nostro Maresciallo Fergola una lettera piemontese
con la quale, con lusinghiere espressioni, la pregava
di cedere la Cittadella stante
che aveva arringata la popolazione di non
mostrarsi ostile verso di noi e che
avendola persuasa saressimo
stati trattati come fratelli; citava,
inoltre, la resa di Gaeta e lo stato di prigionia
sofferto da quella guarnigione fino alla
resa della Cittadella e la sorte
degli Uffiziali che avrebbero migliorato il loro
avvenire. Gli si è risposto ringraziandolo e dicendogli
che tutta la guarnigione è devota al giuramento
dato e si atterrà sempre a quanto i regolamenti
prescrivono. Per altro, suppongo che il Generale
Chiabrera si troverà non molto bene tra una popolazione
in anarchia ed il dovere di comandare truppe non
sufficiente di poterla reprimere
per cui è obbligato fare alcuni passi non troppo
militari.
Egli conosce benissimo l'entusiasmo
di questa guarnigione, l'attaccamento
ai propri doveri tanto del Maresciallo Fergola che
degli altri Generali ed Uffiziali di questo presidio,
per cui sembra puerile intimarci
una resa nel modo cui si è servito.
Suppongo che sia stato obbligato
a così praticare.
Siccome da due giorni non viene trasportato
il materiale dai due Forti
Consagra e Castellaccio, si è scritto dal Maresciallo
al Chiabrera che ciò era contrario
alla convenzione, stante che
quanto esiste in detti Forti a spese
del Comune doveva trasportarsi nella Cittadella.
Egli volutamente ha riscontrato che
erano stati da lui dati gli ordini
sul proposito e che non si era potuto effettuare
per mancanza di facchini e che avrebbe replicato
l'ordine per l'esecuzione.
Ora, se la resa di Gaeta fusse vera,
mi sembra che non avrebbe cos' decentemente risposto;
d'altra parte, non combina
il voler la cessione della Cittadella e poi farvi
trasportare il materiale dai Castelli ceduti...
Oggi dalle Autorità civili e militari
di Messina si è fatto partire
un vapore; alcuni dicono per conoscere se Gaeta
effettivamente ha capitolato (perchè
molti non vi prestano fede),
altri per portare la notizia a Napoli
che la Cittadella ha capitolato. Ecco come si passa
la vita in un lungo assedio, vivendo sempre nelle
incertezze. Reggio ha replicato le salve, altra
ne ha replicato una fregata
piemontese nell'entrare quest'oggi
nel porto tutta paventata; Villa S.Giovanni replica
le illuminazioni; questa sera fuochi alla bengala
su di un legno piemontese facendo molti segnali;
immensa popolazione alla marina per osservarli;
gridi immensi di "Viva Vittorio
Emanuele , Viva l'Italia Riunita". Grandi e diversi
modi come raccontano la presa di Gaeta e così si
divertono e passano il tempo
fra loro; intanto molti non ci credono.
Un marinaro di un vapore partito
ieri da Napoli e qui giunto ci dice che colà nulla
si conosce della presa di Gaeta.
Bisogna attendere ulteriori notizie; sono sicuro
che tanto la presa della Cittadella che la
capitolazione di Gaeta sia già pervenuta
a Torino affinchè Cavour con
tutta facilità possa manifestare nel Parlamento
l'annessione dell'Italia unica
il giorno 18 corrente nell'aprirsi le Camere.
16 FEBBRAIO
Questa notte dal Forte D.Blasco sono
disertati tre artiglieri di
guardia(Michele Ventriglia, Raffaele
Quarto e Santo Petrillo).
Le notizie che riceviamo da Messina
sono che il popolo minaccia il
Governo dicendo che se non si verifica
la presa di Gaeta dopo fatte
tante feste e olio consumato per le illuminazioni
faranno scorrere molto sangue,
tanto più che hanno osservato questa mattina che
i materiali dei Castelli ceduti vengono ancora
trasportati nella Cittadella come
prescritto dalla convenzione di luglio.
Il presidio sta in molta allegria
per molte lettere ricevute che
ci pervengono da Napoli con la data
del 14 corrente e nulla parlano della resa di Gaeta;
molti la credevano vera per le tante
feste e dimostrazioni fatte in Messina,
a Reggio e per la intimazione fatta alla Cittadella
di rendersi. Le lettere ci sono
pervenute col vapore "Roma". Vane
speranze!
17 FEBBRAIO
Verso le 8 a.m. è giunto nel porto
il vapore "Maria Antonietta"
proveniente da Napoli; un marinaro
dice che era falsa la notizia
della presa di Gaeta; altro marinaro
dice che a Napoli vi erano
stati tre giorni di illuminazione ma che nessuno
credeva alla presa di Gaeta; altri parlavano pure
della resa della Cittadella.
Verso le ore 4 a.m. è entrato nel
porto un legno piemontese proveniente da Napoli;
gran quantità di barche si sono avvicinate
per domandare notizie, forse, della
presa di Gaeta, ma dai nostri baluardi abbiamo osservato
abbiamo osseravto che la gente se ne è
tornata non molto allegra. Alcuni
vogliono che questo vapore sia venuto per accertarsi
se effettivamente la Cittadella aveva
capitolato come si credeva in Napoli.
Intanto noi dobbiamo tutto ascoltare e nel buon
senso credere solo quello che vediamo
effettuato. Molte madri di soldati
calabresi sono sbarcate al Lazzaretto per conoscere
se i loro figli rientravano in famiglia oppure partivano
per Genova o Torino perchè si era pubblicato ieri
per la Calabrie che la Cittadella aveva capitolato
e perchè tutte le guardie nazionali hanno fatto
feste ed il Castello di Reggio ha fatto la salva
tanto per la presa di Gaeta che per la
capitolazione della Cittadella.
18 FEBBRAIO
Ieri, verso le 23, si ricevè un piego
dal Generale Chiabrera intimando
la resa della Cittadella ordinata dal Generale Cialdini
da Mola di Gaeta; rimetteva copia
di detto ufficio e copia della
capitolazione di Gaeta, composta
di 23 articoli; in uno di essi si dice che la guarnigione
di Gaeta resterà prigioniera di guerra
fino alla resa della Cittadella di
Messina e Civitella del Tronto.
In essa capitolazione non si nomina
affatto il Re e la Famiglia
Reale ed è firmata dal Tenente Generale
Milon come Comandante la
Piazza, in vece del Tenente Generale
Ritucci che lo è effettivamente;
come pure, invece di Bertolini, Capo di Stato
Maggiore, è firmato Antonelli. Or
queste cose ci hanno fatto
supporre un inganno dal nemico per cui questa mattina
si è risposto al Generale Chiabrera che domani sarà
riscontrato; ciò nella previsione
che domani arriverà la messaggeria francese che
passa per Civitavecchia da ove dovrebbesi imbarcare
il nostro Uffiziale di Stato
Maggiore Gaeta che, giusta la promessa, ci dovrebbe
portare denaro, di cui difettiamo immensamente,
e dallo stesso conoscere la
verità delle cose che succedono.
Il detto Generale Chiabrera fa conoscere
parimenti che S.E.Cialdini
aveva inviato col vapore stesso un Maggiore, suo
Aiutante di Campo, per conferire
col Maresciallo Fergola o con chi
meglio credesse per stabilire gli
articoli di una capitolazione o la sua risposta,
stante che nella lettera di Cialdini si dice se
la Cittadella si ostina nella sua
resistenza, manderà truppa e cannoni e questa guarnigione
sarebbe trattata non come quella di
Gaeta, ma con una resa a discrezione!
La lettera al Generale Chiabrera
gliel'ha portata un nostro
Uffiziale, al quale ha detto: "Comprendo benissimo
che il Maresciallo Fergola vuol attendere domani
per sapere dalla messaggeria
se sia verità la presa di Gaeta, ma può dirgli che,
per abbreviar tempo, ho un vapore a mia disposizione
e glielo offro potendovi fare
imbarcare quanti Uffiziali desidera che saranno
trasportati a Gaeta per assicurarsi della capitolazione
colà fatta e ciò sotto qualunque
garanzia desidera."- Questa imbasciata ci fa persuadere
che Gaeta è perduta, tanto più che a
voce il Generale piemontese ha detto
all'Uffiziale che tale capitolazione è avvenuta
così subitanea per effetto di aver preso
fuoco due polveriste ed essere saltati
in aria molte centinaia di soldati ed un Generale.
Tale dispiacevole notizia ci ha fatto
stare in moto per prepararci
sempre più a valida difesa perchè
essendo molto vantaggioso per il
Re questo punto in Sicilia, sicuramente
non ordinerà di cederlo e siccome giusta i regolamenti
non può cedersi una piazza se non dietro ordine
scritto dalla propria mano del Sovrano e quindi
ben contestata e riconosciuta
la firma, siamo sicuri che presto verrà truppa,
cannoni e vapori piemontesi per ben bloccarci ed
assediarci finalmente con fuochi
per mare e per terra. Mi ricorderò dell'altro assedio
qui sofferto nel 1848 e 49.
19 FEBBRAIO
Questa notte dal cancello del Forte
D.Blasco è disertato l'artigliere
Oliviero.
Verso le ore 9 a.m. è giunta nel
porto la solita messaggeria francese ed è sbarcato
il nostro Uffiziale di Stato Maggiore Gaeta proveniente
da Roma e Civitavecchia ove si è imbarcato. Egli
ci ha portato 30mila ducati
in oro ricevuti dal Re in Roma per questo
presidio. Ci ha confermato la dolorosa
notizia della resa e capitolazione
di Gaeta. Per l'effetto di 5 riserve di polvere
saltate in aria con la morte di centinaia di uomini
e deterioramento delle batterie.
Ma S.M.(D.G.) era ilare assicurando
che il mese venturo tutto terminerà in suo favore
e perciò la guarnigione della
Cittadella stesse ferma e resistesse fino agli estremi.
Ha anche detto che i 30mila ducati
sono un acconto ed in seguito
vi sarà rimesso viveri e danaro; i 30mila ducati,pertanto,
fussero così distribuiti:
1.pagare ad Uffiziali e truppa quanto
avevano improntato alla Cassa
di Campagna;
2.acconto al Maresciallo pel suo
soldo mese di gennaio ducati 60
acconto ai Brigadieri pel soldo del
mese di gennaio ducati 40
acconto ai Colonnelli pel soldo del
mese di gennaio ducati 30
acconto ai Ten.Colonnelli pel soldo
mese di gennaio ducati 25
acconto ai Maggiori pel soldo del
mese di gennaio ducati 20
acconto Capitani e Chirurghi soldo
del mese di gennaio ducati 18
acconto 2° Chirurghi e Guardie del
Genio telegrafisti
Uff.subalterni pel soldo del mese
di gennaio ducati 15
acconto Guardiani ed Artiglieria
e Cappellani
della Cittadella pel soldo del mese
di gennaio ducati 9
I Sigg.Uffiziali, seguitando a ricevere
la razione, riceveranno quanto
sopra è detto in acconto del mese di gennaio; la
truppa giornalmente ricevrà la razione di 5 grane.
Molte buone notizie l'Uffiziale Gaeta
ci ha arrecato; speriamo siano
vere.
Quest'oggi si è risposto al Generale
Chiabrera di aver appreso la resa di Messina e che
non avendo ricevuto ordine dal
nostro Sovrano Francesco II per la
Cittadella questa si difenderebbe fino agli estremi.
Credo che tra pochi giorni saremo
assediati e verrà rotto ogni commercio con Messina.
Meglio così, finirà la monotonia in cui
viviamo da circa 7 mesi.- La notte
passata 6 omicidi si sono commessi in Messina.
Questa sera grande illuminazione
in Città per essersi sparsa la
voce che tutte le truppe che assediavano
Gaeta si stavano imbarcando per venire a battere
la Cittadella per terra e per
mare.
Il vapore postale proveniente dalla
Siria aveva a bordo il Maresciallo
Afan De Rivera e suo figlio; egli non è sbarcato.
Oggi stesso il vapore è partito
ed il Maresciallo Fergola ha fatto portare a bordo
vari uffici per Roma o Civitavecchia.
20 FEBBRAIO
Nessuna novità; fino alle ore 4 p.m.
le solite barche con i venditori
sono venute al Lazzaretto. Nella Cittadella si prepara
tutto per un pronto attacco; il nostro
ospedale passa nel Maschio
abbandonando il Lazzaretto perchè non è casamattato
e perchè è privo di acqua ed i feriti che potremmo
avere dovrebbero fare molto
cammino per giungervi. Si è mandato al Forte SS.Salvatore
una pompa e si è disposto per quanti medicinali
si possono occorrere. Tutto
l'archivio del Comando della Piazza e Provincia
di Messina, che si ripose in una stanza del mio
appartamento, si è fatto situare
nelle casematte non essendo la mia abitazione casamattata
per cui prese fuoco nel 1848. Tutto è disposto!
Si sono a me presentati verso le
ore 2 a.m. il Colonnello D.Emanuele
Moleti del 3° di Linea ed il Colonnello del 5° di
Linea D.Raffaele Ferrara,
molto sbigottiti, dicendo di aver appreso che
si era deciso da noi di non voler
cedere la Cittadella, ma che per fare ciò era necessario
riunire un Consiglio di difesa per sentire
il parere di tutti i Capi di Corpo.
Con sangue freddo ho ad essi risposto che mi sorprendeva
che essendo Capi di Corpo non
conoscevano le nostre ordinanze le
quali prescrivono che era nella volontà del Generale
Supremo soltanto convocare il Consiglio di
Difesa se voleva, ma ciò negli ultimi
estremi se si doveva cedere la Fortezza oppure seguitare
la resistenza, ma che sempre si
sarebbe dovuto attenere al parere
il più energico della resistenza, se il Generale
Supremo così opinava. Essi mi hanno
replicato che vi era uno sgomento
tra gli Uffiziali e che tutti giudicavano inutile
la difesa ed io ho loro risposto che questo
scoramento l'avrei fatto subito cessare
perchè al cominciare le ostilità le prime parole
equivoche e sovversive che avrei inteso da un Uffiziale
di qualunque grado l'avrei fatto fucilare col consenso
del Generale Supremo. Ho proseguito dicendo: "Per
altro, Voi Signori Colonnelli che dovreste promuovere
il morale del soldato ed incoraggiarlo alla difesa
di questi baluardi, che dopo
Gaeta sono l'ammirazione d'Europa,
mi venite a fare delle proposizioni così vili e
degradanti! Ho perduto per voi tutta
l'opinione che ne avrei potuto concepire!
Chiamate a voi i Signori Uffiziali e sappiateli
parlare e che sappiano che darò dei tristi esempi!"
Ma qual fu la mia sorpresa allorchè
a notte avanzata mi si fece conoscere che questi
due vili Colonnelli erano stati nel Forte
SS.Salvatore per persuadere il Generale
Anguissola, il Colonnello
Sforza ed il Tenente Colonnello Recca ad insistere
a non fare resistenza e cedersi la Cittadella non
essendovi alcuno scopo o vantaggio
da parte nostra ed assicurando loro che io ero dello
stesso parere.
Al che il Generale Anguissola ha
detto loro: "Se il Generale
de Martino è di questo parere che me lo scriva ed
io che ho tanta fidanza in lui come tutti nella
Cittadella, annuiremo ai suoi
voleri."-Quanto può la malattia del cuore (la paura)
sul fisico ed il morale degli uomini! Nessuna disposizione
ho voluto dare oggi stesso per meglio informarmi
e calcolar le cose, perchè il letto dà consigli.
Ho scritto al Generale Anguissola come
doveasi e che fidavo sul suo onore
e su quello dei Comandanti del Forte SS.Salvatore
di cui ne vivevo sicuro.
21 FEBBRAIO
Questa mattina alla punta di giorno
mi è stato riferito che ieri
sera nella Casina Militare una quindicina
di Uffiziali discorrevano
di voler fare una dimostrazione, di non volersi
battere per una causa perduta; ma
poi decisero che questa mattina, verso mezzogiorno
l'avrebbero eseguita. Il più scandaloso si fu
che questo discorso accadde in presenza
di un certo Generale (Cobianchi). Ognuno può supporre
qual sentimento di onore e
coraggio questi vili possono ispirare ai loro dipendenti
ed ai soldati. Mi sono portato dal Maresciallo pieno
di buon cuore, ha deciso che i due Colonnelli Moleti
e Ferrara, il Capitano Torricelli, Capitano Zannetti
ed il 2° Tenente Forte fussero
cacciati dalla Cittadella come vili
e traditori, essendosi così manifestato all'ordine
di oggi.
Alle ore 23 di oggi si è loro mandato
in Messina i rispettivi equipaggi
ed averi per via di mare.
Or, mentre si stava eseguendo una
tale operazione, il Colonnello
Vallo di Artiglieria si è disertato(paura
che fa perdere l'onore).
Verso le ore 23, l'Uffiziale di guardia
dell'avamposto Pagliara, Alfredo
Candia, del 3° di Linea, abbandonando il posto,
si è anche disertato.
Lo spirito della truppa è buono;
sarebbe eccellente se avesse Capi di Corpo e buoni
Uffiziali. Ecco disgraziatamente di ciò che manca
la nostra Armata. Nelle presenti infelici circostanze
si sono trovati Capi di Corpo
e Generali che presso altre Nazioni non varrebbero
per caporali.
22 FEBBRAIO
Ieri il Consulente 1° Chirurgo operatore
venne ad espormi la sua triste
posizione per la sua famiglia che non aveva mezzi
e come fare ad essa pervenire mezzi si sussistenza;
io cercai di confortarlo dicendogli
che non era il solo che trovavasi in simile posizione
e che potrebbe darsi che le cose di guerra non tarderebbero
di molto a decidersi. Ma quando il dottore cominciò
a dirmi che la nostra resistenza era inutile, che
il nemico aveva cannoni di maggior portata e che
andressimo tutti a sicura morte, pacatamente gli
risposi che l'onor militare non doveva investigare
tante cose che potevano essere assurde e lo prevenni
che se un simile discorso l'avesse profferito avanti
più di un individuo del presidio,
ovunque trovavasi, l'avrei fatto fucilare e perciò
lo consigliavo astenersi oppure si fusse portato
dal Maresciallo per ottenere di andarsene conoscendo
la sua viltà. Brutta cosa è la paura!-Questa mattina
il detto Dottore Conte si è portato dal
Maresciallo chiedendo la sua dimissione
o un permesso; siccome in nessun modo lo si è potuto
persuadere, forse per qualche parola mal considerata,
il Capo dello Stato Maggiore lo ha preso a calci
ed urtoni e da un Uffiziale di Stato Maggiore e
4 uomini di guardia lo ha
fatto scortare fino al Lazzaretto per mandarlo via
in Messina ove meglio accrescere il numero dei vili
che sicuramente spaccieranno
notizie contro gli Uomini d'Onore che difendono
questi baluardi.
Sono certo che il nemico, avendo
più buon senso, calcolerà più noi che i vili che
disertano.
Questa mattina si è inaugurato il
quadro della SS.Vergine Addolorata
che il Santo Padre ha fatto dono a questo presidio
con Messa cantata, sermone e Benedizione e con le
bande dei Reggimenti.
Questa mattina con tutta la truppa
del presidio si sono riconosciuti quale comandante
del 3° di Linea il Maggiore Milano e
del 5° di Linea il Tenente Colonnello
Diversi, in sostituzione dei
due Colonnelli Moleti e Ferarra,
espulsi come vili.
Il più triste per me si è che dopo
l'intimazione della resa della
Cittadella non ricevo più fogli esteri
e sono privo di quanto succede
nel mondo politico essendo quasi interrotta la
comunicazione con Messina se non
quella attraverso i parlametarii; intanto le barche
dei venditori seguitano a venire, massime ora
che si sono distribuiti ai soldati
circa 9mila ducati.
23 FEBBRAIO
Questa mattina sono stati espulsi
dalla Cittadella due Cappellani
Militari (D.Enrico Vigliena e D.Giuseppe
De Simone) i quali esponendo
le loro malattie per l'aria della Cittadella e par
la forte paura che avevano,
per non far scoraggiare gli altri si sono cacciati
via. Il 1° Medico dei Pionieri esponendo lo stesso,
si è posto agli arresti di rigore nella sua abitazione
con l'ordine che se sorte dagli arresti impostigli
sarà giudicato e fucilato. È
tempo di fermezza perchè l'Europa
tutta ci guarda!
Stamane il nemico ci fa pervenire
una carta stampata per scoraggiare
la guarnigione in dove osservasi una lettera che
comincia così: "Il piemontese Generale
Cialdini per ordine del Ministro
di Guerra di Napoli al Generale Chiabrera in Messina"
in cui gli impone che se la guarnigione della Cittadella
non si arrende al primo invito
saranno tutti trattati come arresi a discrezione
e gli Uffiziali Generali tutti fucilati! Bella cosa
se potessero conseguirlo;
qui siamo preparati quali uomini di onore ed attendiamo
di essere attaccati, ma ciò, per ora, non di è
verificato. Puol darsi però che le
circostanze cambiano... stiamo agli eventi. Tutto
è dubbio ed il militare di onore sta fermo al suo
posto ed al suo giuramento fino a che il Sovrano,
esse stesso, non ordina di cedere. Per altro, il
nemico deve ben pensare di
attaccare uomini decisi e pieni di sentimenti di
onore!
Si sono aumentati quantità di cannoni
da per tutto e da ogni dove
ove può supporsi una scalata si sono
situati molti marrazzi; intanto, ad onta di tante
minacce, i venditori seguitano a venire
al Lazzaretto e provvederci di quanto
ci bisogna ed acquistare in Città quanto da noi
si desidera; essi dicono che venendo Cialdini saremo
tutti passati per le armi. Sono stati congedati
vari soldati inutili ai quali si è dato due
razioni di viveri ed 8 giorni di
prest.
Sentiamo triste notizie da Napoli,
ma che fare? La rivoluzione è
in trono: si vuole la repubblica;
meglio così! Repubblica e
Sovranità sono due estremità che si toccano e questo
scisma può giovare al nostro ottimo Sovrano. Il
detto di Napoleone I era: "on ne fait pas Republique
avec des vieilles Manorchie."
Mi perviene notizia da Messina che
la Comune della Città abbia
esposto al Generale Chiabrera che
la Città stessa era valutata a 170 milioni di fabbricati
e che perciò fino a che Vittorio
Emanuele non avesse garentita tal
somma con firme di negozianti accreditati la Città
non avrebbe mai permesso che si attaccasse la
Cittadella la quale potrebbe fulminare
tutta la Città. A mio credere tale protesta è stata
intempestiva stante che fino al
momento che non si riuniscono qui
15mila uomini, grosse artiglierie ed una sufficiente
armata navale, la Cittadella non
può essere seriamente investita;
ma ciò dipende dalla paura che, come ha invaso alcuni
nostri commilitoni espulsi o disertati, così
ha prodotto nei pagani e proprietari
di Messina. Da un foglio di Messina del 20 corr.
si apprende che, all'apertura del Parlamento
di Torino il giorno 18, Vittorio
Emanuele ha dichiarato l'Italia "unica e sola",
manifestando che se l'Imperatore dei Francesi ha
stimato richiamare il suo inviato,
con suo rammarico, esso non alterò i sentimenti
della sua gratitudine nè la fiducia del suo
affetto alla causa italiana.
Verso le ore 23 il Maggiore Comandante
l'Artiglieria D.Achille De Michele, nel montare
di ispezione gli avamposti; si è presentato
al Capitano di guardia della Sperlungata
avendo in mano un plico e
dicendo – per essere aperto il cancello – di doversi
portare come parlamntario all'avamposto nemico e
ricevere riscontro al plico.
Ho chiesto un caporale e due uomini
per inoltrarsi, giusta il
consueto, all'avamposto nemico ed ordinando all'Alfiere
di guardi Cosentino, del 3°
di Linea, di seguirlo. Giunto a poca distanza
dal nemico ha licenziato la scorta
e vilmente ha disertato. Che tristi tempi sono questi
ed in quale infelice posizione ci
troviamo dopo 7 mesi di assedio!
Il veder disertare Colonnelli, Uffiziali Superiori,
Capitani, Subalterni, Dottori, Cappellani, Impiegati
del Telegrafo, è cosa che fa raccapricciare! Tanto
più ciò ha fatto nascere la giusta diffidenza nella
truppa verso i loro Superiori
che difficilmente potranno ridursi nello stato normale
perchè i soldati credono di essere traditi o venduti.
Faccia Iddio!
24 FEBBRAIO
Questa mattina la popolazione di
Messina ha impedito ai venditori
di venire con le barche al Lazzaretto,
per cui siamo stati privi
di carne fresca e altro; ma saputosi ciò dal Generale
Chiabrera, che sta perfettamente alla convenzione,
o perchè gli stessi venditori
hanno portato i loro reclami al Municipio perchè
non hanno altri mezzi di sussistenza, dopo mezzogiorno
è venuta la gran quantità di viveri giusta il consueto.
25 FEBBRAIO
Il nostro interprete telegrafico
ha rilevato dal telegrafo nemico
che Cialdini ordina da Napoli al
Generale Chiabrera di sospendere
il lavoro perchè sarebbe venuto di
persona.
Vi sono affissi in Città con cui
si avvisa che ogni carretto deve
pagarsi per affitto 3 carlini senza
poter sortire dalle catene che
sono a qualche miglio dalla Città;
intanto si impedisce alle porte della Città di poterne
uscire e ciò per non far spopolare e per non far
mancare i viveri. Il Generale Chiabrera ha dato
ordine di poter far venire
in Cittadella 200 fascine che il Municipio non voleva
supponendo che potevano servire di spalleggiamento
alle fortificazioni.
Sappiamo dai venditori essere partiti
per Napoli i nostri Uffiziali
disertati o espulsi, ad eccezione del Colonnello
Vallo ed il Chirurgo operatore Conte. Si suppone
che questa notte saremo attaccati alla parte di
mare, ciò non sarebbe per noi una sorpresa perchè
l'altra notte, senza che il nemico avesse potuto
osservare, si sono fatti caricare
tutti i pezzi del fronte di mare.
Questa mattina ha ancorato fuori
del porto una fregata Sarda; alcuni dicono che vi
è imbarcato il Tenente Generale Cialdini, ma non
ne siamo sicuri.
Corre voce parimenti che un gran
numero di soldati piemontesi è sbarcato a Milazzo,
a circa 25 miglia da Messina; non saprei
perchè dovrebbero defaticare la truppa
mentre possono sbarcare nelle vicinanze di Messina
fuori il tiro di cannone della Cittadella, senza
imbarazzarsi del trasporto di equipaggi o altro
che porta seco una truppa, mentre
Milazzo manca molto di mezzi di trasporto e di animali.
Sono 7 ore di notte, tira vento orribile
e, quindi, impossibile che
i legni nemici potrebbero restare nel Faro agitato
per bombardare la Cittadella
per cui possiamo riposare tranquillamente fin che
dura il vento.
26 FEBBRAIO
Tutta la notte la maggior parte del
presidio ha travagliato ai
lavori di terra e si seguita con energia; il tutto
diretto dall'infaticabile ed esperto Direttore di
Artiglieria D.Patrizio Guillamat
il quale aumenta cannoni, mortai, spalleggiamenti
con la massima intelligenza.
Alla punta di giorno è giunta una
corvetta armata con bandiera
piemontese e si è situata al fianco
della fregata giunta ieri.
Il nostro interprete rileva dal telegrafo
nemico che da Napoli si segnala
alle Autorità della Sicilia di sorvegliare attentamente
su tutti i punti del litorale dell'Isola.
Le notizie che ci pervengono da Messina
sono:
•
che sia giunto ordine al Console
di Francia di bassare le armi;
•
che Cialdini sia stato richiamato
con premura a Torino;
•
che i piemontesi vanno a partire.
Queste notizie le apprendiamo dai
venditori che vengono al Lazzaretto e delle quali
teniamo il conto che si conviene,
abbenchè molti di essi siano legittimisti.
Sarebbe ottimo, per altro, se ciò si verifica.
Dicesi pure che il nostro Colonnello
Vallo, disertato da noi, il giorno 20 abbia fatto
un progetto al Generale Chiabrera di formare un
Reggimento di volontari o fare una coscrizione per
marciare contro Venezia; Al che il Municipio gli
ha fatto sapere che d'intrigasse dei fatti suoi
e che a nulla badasse della Città di Messina
e di non far progetti di fortificazioni perchè la
Città non desidera affatto che si faccia fuoco contro
la Cittadella per non correre il rischio di essere
bruciata. È giunta la messaggeria francese; si è
mandato a bordo il nostro
Uffiziale dal Comandante gli è stato detto che S.M.
Francesco II era ancora a Roma ma che sin porterà
forse altrove; che in Civitavecchia
vi era un vapore che sta per venire qui alla Cittadella
con dispacci e ordini del Re, portando soccorsi
di più viveri e denaro. Gli
ha detto ancora che tra pochi giorni tutto sarà
a nostro favore. Viviamo nei dubbi e nella speranza...
Per quanto ci si assicura, il Tenente
Generale Cialdini, che ci
dissero essere arrivato ieri in Messina, è ripartito
e sia rimasto qui in Città
l'Ammiraglio Persano. Ciò è tutto in dubbio ed a
verificarsi. Certo è che la popolazione
non si mostra molto ostile verso di noi come nei
giorni passati. La corvetta giunta stamane, verso
mezzogiorno è partita e portatasi fuori tiro si
è piazzata di fronte il Forte Lanterna ove è rimasta
per circa 2 ore esaminando
tutte le fortificazioni della Cittadella, quindi
è partita verso Napoli.
Verso le ore 23 riceviamo notizie
contraddittorie, cioè non essere
Cialdini quello venuto a Messina,
bensì il Generale Della Rocca
e che sulla fregata qui rimasta vi
è l'Ammiraglio Persano; che i
Generali piemontesi nel visitare
i siti per piazzare le loro artiglierie per battere
la Cittadella ed i Forti dipendenti
abbiano avuto delle osservazioni
dalla Cittadinanza che non vuole sia bombardata
e che perciò abbiano deciso formare numerose
batterie di mortai e cannoni cavalli
dalla parte di S.Nicolicchio sulle alture ed alla
parte dei Moselli. La guarnigione a sangue
freddo tutto ascolta ed attende gli
eventi.
In giornata si è aumentata una batteria
di 5 columbrine dalla parte
di mare grosso, alla diritta del Forte Lanterna;
tra queste vi è quella denominata
"del Diavolo", dalla quale un proiettile
può arrivare fino a Reggio. Si è
parimenti situato un filo elettrico tra la Cittadella
e Forte SS.Salvatore.
27 FEBBRAIO
Tra la notte e la punta di giorno
di oggi; dai nostri avamposti si
sono disertati insieme: il Maggiore
D.Salvatore Papa, l'Alfiere D.Salvatore Randazzo(il
primo d'ispezione il secondo di guardia)
nonchè il 2° sergente Pitocchi, il
musicante Giuseppe Di Giovanni ed il 2° sergente
Andrea Serra. Su di essi la guardia ha fatto
fuoco e, per quanto sappiamo, il
Maggiore Papa è stato ferito.
Riceviamo lettera da una nostra spia
in Messina che ieri i Generali
piemontesi, avendo fatta una ricognizione sulle
alture di Messina, hanno deciso di piazzare le loro
batterie sugli stessi siti ove erano nel 1848, cioè:
Noviziato – Torre Vittoria – Moselli ed altri e
che hanno interessato il Colonnello Vallo di far
subito l'esatta pianta della
Cittadella per così scegliere i migliori punti per
dirigere i colpi tutti ad una polverista qualunque.
Suppongo che il detto disertore Vallo
avrà ben informato il nemico che ognuna delle nostre
3 polveriste contiene 1.000 cantaia di
polvere.
Nel nostro arsenale si sono confezionate
gran numero di palle di piombo
che sono più efficaci per l'attacco di mare.
Nell'aprirsi le casse dei medicinali
venuti dalla Francia con la
gran quantità di viveri vi sono trovate
molte cassettine di tavolette
di consumè per far brodo ai malati e molti involti
di sfile e compresse di finissima tela; ogni involto
ha sopra scritto il nome di chi per simpatia li
ha rimessi, Duchessa del Gallo,
Conte Molino, ed altre Dame francesi.
Ogni momento riceviamo notizie contraddittorie
che disgraziatamente non siamo
in condizione di verificare.
La corvetta sarda si è rientrata
questa mattina e si è situata
vicino alla fregata ove trovavasi
prima di partire. Siamo stati
assicurati che sulla fregata vi è
l'Ammiraglio piemontese Persano
e che l'altra sera, in incognito,
si portò al teatro e che, essendo stato riconosciuto
e si preparavano a fargli ovazioni, di
ciò accortosi, sortì subito dal teatro.
Ci pervengono tante notizie dalla Città forse per
intimorire la guarnigione
per le tante batterie che il nemico stabilisce con
cannoni, cavalli, mortai ed altre macchine come
quelle che hanno conquassato
Gaeta; ciò è a credersi perchè il nemico sicuramente
sarà irritato che in tutto il Regno delle Due Sicilie
nella sola Cittadella sventola
ancora la bandiera del Re Francesco II e che, ad
onta che questo sia sortito dal Regno, la sua guarnigione
si ostina alla resistenza
e non intende affatto cedere, abbenchè molti vili
uffiziali superiori siensi disertati, massime i
Capi dell'Artiglieria. Intanto
con i nostri cannocchiali nulla si scorge, a meno
che non costruiscono batterie mascherate. Noi pure
ci prepariamo a più non posso aumentando
pezzi, spalleggiamenti, lavori di terra e quanto
può idearsi per una valida ed ostinata
resistenza e difesa, tanto più che
abbiamo viveri per più di altri
due mesi. Ma la differenza delle
armi...
28 FEBBRAIO
Questa notte sono giunti molti legni
sardi con truppa e immenso
materiale e polvere che hanno sbarcato verso Real
Alto e Salvatore dei Greci; altri legni sono poi
entrati nel porto e siccome il
Maresciallo è stato avvertito che
varie batterie di notte si stanno costruendo con
immenso materiale che vi si trasporta, ha
scritto subito al Tenente Generale
Cialdini che essendosi contravvenuto alla convenzione
stipulata del mese di luglio tra il
Maresciallo Clary ed il Generale
Medici si vedeva suo malgrado prendere le difese
della Cittadella e cominciare le ostilità. Si è
parimenti scritto a tutti i 16 Consoli
delle varie Nazioni di far sgombrare il porto dai
legni che appartengono alle rispettive
nazioni e di salvare i propri connazionali
ed i loro interessi perchè la Fortezza andava ad
agire ostilmente contro il nemico.
Questi uffici si sono mandati sui
legni da guerra francese per
farli pervenire alle destinazioni.
Or siccome si sono provocate da noi
le ostilità, che possono cominciarsi
anche subito, bello è vedere, da buon militare,
quale attività si è sviluppata
in un momento in questo presidio ove
4.300 uomini sono in movimento per
operare lavori di terra per spalleggiamenti, blinde,
ripari maggiori per polveriste, cose la
più temibile avendo il nemico cannoni
cavalli che noi non abbiamo e che tirano a circa
tre miglia di distanza con proietti di
immensa mole, ma noi, decisi, con
le granate e la fermezza di vecchi soldati ci batteremo
ed il nostro onore sarà salvo; se
soccombiamo sarà con onore! Mentre
scrivo, l'infaticabile Capo di Stato Maggiore raddoppia
i pezzi e dà energiche disposizioni. Sono le 3 ¼
p.m., il nostro Uffiziale che ha portato gli uffici
ai Comandanti dei legni da guerra inglese e francese,
per farli consapevoli delle
determinazioni ostili prese dalla Cittadella, ha
riferito che sono rimasti molto dispiaciuti perchè
tale decisione apportava loro
molto imbarazzo in quanto nessun preparativo era
stato fatto in quanto fidavano sulla parola del
Generale Cialdini che li aveva
assicurato che non avrebbe tirato nemmeno un colpo
contro la Cittadella perchè era in attenzione che
un ordine sarebbe giunto al
Comandante della Cittadella da Francesco II di cedere
la Fortezza. I due Comandanti, per altro, male giudicano
il modo di procedere del Generale
Cialdini!
A questo punto si riceve rapporto
che dalla parte dei Moselli una
barca cannoniera sarda sta sbarcando
proietti e pazzi per formare una batteria; si scrive
subito a Cialdini(non avendo ancora
ricevuto riscontro all'ufficio di
un ora fa) che se la barca cannoniera non si allontana
si farà fuoco. Cialdini ha risposto
insolentemente che se non si cede
la Cittadella saremo passati a pil di spada essendo
Vittorio Emanuele riconosciuto Re d'Italia;
aggiunge altre minacce da far paura
ai paesani. Finisce col dire che se volevamo tirare
sul legno che stava scaricando l'avessimo pure fatto;
intanto questo legno ha alzato bandiera inglese.
È giunto parimenti un vascello inglese
il quale per proteggere lo
sbarco di uomini e proietti e materiali da guerra
dei legni piemontesi si è
posto avanti agli stessi per impedire che
potessimo tirarli. Ecco la protezione
inglese per il Piemonte; intanto i legni da guerra
piemontesi si sono allontanati dal
porto.
Verso le ore 23 sono venuti con bandiera
parlamentaria al posto S.Teresa
tutti i Consoli ed i Comandanti dei legni da guerra
francese ed inglese intercedendo
per la infelice Città a scopo
umanitario ed anche per non attirare
su di noi l'odio di tutta l'Europa col devastare
una così bella Città e con l'effusione di
sangue. Io ha ad essi risposto che
ciò non dipendeva dai Generali della Cittadella
ma che, attaccandoci e minacciandoci il Generale
Cialdini, sicuramente non dobbiamo
cedere da vili e, quindi, è attribuibile a lui il
danno. Ma essi mi hanno prospettato – e
volevano la mia adesione – di voler
proporre al Generale Cialdini di rendere neutrale
la Città e che i tiri a noi diretti potrebbero essere
fatti dai lati della Città e per via di mare.
Ho loro risposto che questa soluzione
era impossibile stante che il nemico
riceve tutte le risorse dalla Città
e questa pertanto ne pagherà il fio, nè, d'altra
parte, il Maresciallo Fergola addiverrebbe ad
una simile soluzione. Alle loro insistenze,
ho detto: "Questa cosa potreste consigliarla a Cialdini,
che ci scriva e discuteremo." Ed essi: "Cialdini
è altero e noi non possiamo avanzargli la proposta
senza la vostra anticipata adesione perchè mal
soffrirebbe una negativa."
Infine, facendo appello alla filantropia,
alla generosità ed alla umanità,
mi hanno pregato di consultare il Maresciallo e
mi hanno chiesto il permesso
di ritornare domani alle ore 9 a.m. Il
comandante il legno inglese mi consiglia
di non farsi nemica l'Inghilterra stante che domani
vanno a venire 3 vascelli inglesi
i cui Comandanti non apprenderebbero
bene che la Cità di Messina va ad essere bombardata
essendovi migliaia di sudditi inglesi
proprietari e negozianti. Gli ho
risposto che avendo prevenuto 24 ore prima tutti
avevo adempiuto a quanto prescritto dal diritto
internazionale e che perciò domani alle ore 4 p.m.
doveva trovarsi col suo legno fuori dal porto; lo
stesso ho detto al Comandante del legno francese.
Infine, annoiato da tanti discorsi, ho detto a tutti:
"Signori, essendo l'ora di alzare i ponti e chiudere
la Fortezza, ho l'onore di
salutarvi!" Tutti mi hanno risposto: "Ci vedremo
domani alle 9 a.m."
Sono le 11 p.m. ed osserviamo i grandi
lavori che si stanno eseguendo dal nemico con immensa
calca di popolo che offre la mano
d'opera. Fatto sta che si sono formate
delle batterie molto lontane
perchè Cialdini è molto provveduto di cannoni cavalli
che tirano a circa 3 miglia e dei quali noi siamo
sprovvisti. Basta, cercheremo aiutarci con le granate!
L'altro nostro impaccio è la grande quantità di
polvere che abbiamo nella Cittadella, polvere pervenutaci
dai castelli ceduti Consagra e Castellaccio, da
Trapani, Milazzo da Palermo ed altri siti e tutta
venne qui immagazzinata in
siti non molto sicuri. Siamo in mezzo ad un vulcano,
facile a saltare tutti in aria. Faccia Iddio!
1° MARZO
Cosa curiosa! Questa mattina dalla
Città ci pervengono le solite
barche di viveri ed abbenchè la truppa
di nulla abbisogna perchè
abbiamo viveri a sufficienza, pure i nostri soldati
spendono lo stesso il prest.
Questa mattina i Signori Uffiziali ricevono il soldo
di febbraio, cioè una parte, stante che i Generali
non percepiscono che 40 ducati.
Alle ore 9 a.m. sono giunti agli
avamposti i Consoli e, dalla parte di mare, il Colonnello
della Stato Maggiore Aiutante di Campo Cialdini.
Ho chiesto ai Consoli di parlamentare prima col
detto Uffiziale il quale a voce mi
ha detto che se il Maresciallo Fergola desiderava
qualcosa da lui avesse messo per iscritto
direttamente perchè nulla avrebbe
ricevuto ed ascoltato per il tramite dei Consoli
esteri stante che tra italiani potevamo ben intenderci.
Ho risposto che ciò era ben inteso e non sapevo
cosa pretendevano i detti Consoli. Egli, inoltre,
mi ha portato un ufficio del
suo Generale col quale viene dichiarata rotta la
tregua domani a mezzogiorno e, pertanto, a tale
ore sarebbero cominciate le
ostilità. Al che si è risposto che da parte le ostilità
sarebbero cominciate questa sera alle ore 5 p.m.
avendo di tanto avvertito
tutti i Consoli onde facessero tutti i legni dal
porto.
Parlando in seguito ai Consoli, tutti
mi hanno dimostrato la loro
dispiacenza nel trovare il Generale
Cialdini così burbero e inconciliabile;
mi hanno ringraziato delle buone maniere usate e
che tutta la colpa ricadrà sul Generale
Cialdini per la ruina della Città di Messina e dei
suoi abitanti. Mi hanno pregato, parimenti, di non
tirare sui legni se per caso questi per le 5 p.m.
non fussero ancora usciti dal porto stante che i
rispettivi Comandanti erano
stati tardivamente avvertiti perchè si lusingavano
che il Cialdini avesse annuito alle loro preghiere.
Ho loro detto che tanto la
Città quanto i legni saranno risparmiati nei limiti
del possibile; la necessità di rispondere ad un
bombardamento non consente di poter
promettere sicuramente cosa alcuna. Infine, ho loro
ribadito che per le ore 5 p.m. il porto
deve essere sgombro di tutti i legni,
qualunque sia la nazionalità.
Il gran numero di donne e ragazzi
che sono in Cittadella si è
fatto ammassare in una casamatta;
si sono date tutte le disposizioni per un attacco
immediato.
Alle ore 3 ½ p.m. dalla batteria
del Forte D.Blasco si è fatta
tirare una cannonata verso le batterie
nemiche che si faranno ai Moselli; il nemico non
ha risposto.
Abbiamo ricevuto una lettera di una
spia di Messina(speriamo che
sia l'ultima perchè poca fede vi
presto) dalla quale si apprende le diverse batterie
che il nemico sta costruendo, come pure i
grandi approvvisionamenti che si
fanno a Torre di Faro da una
Armata Navale Australiana o Bavarese
che sta per venire in nostro
soccorso, nientemeno che di 60mila
uomini...Bùm!
I Generali e lo Stato Maggiore si
sono ritirati nelle casematte.
2 MARZO
Alle ore 10 ½ a.m. sono giunti in
direzione della Cittadella due vapori sardi rimorchiando
altre barche da trasporto con truppa e
munizioni per sbarcare a Contessa
o ai Moselli ove il nemico fa
grandi lavori; nell'attraversare
il Faro, i detti legni hanno avuto tirati vari colpi
di cannone dalla Lanterna e dal Forte
D.Blasco, senza però offenderli.
Il porto è sgombro dei numerosi legni
di commercio ad eccezione
delle due fregate francesi ed americane le quali
ci hanno fatto sapere che abbiamo fatto benissimo
tirare sui legni sardi e che
non ancora sono sortite dal porto
perchè sono sicure che in giornata il nemico non
farà fuoco.
I venditori non sono venuti ma abbiamo
ancora l'acqua dalla Città
che non è stata tolta; la provvista di acqua che
abbiamo è sufficiente per circa due mesi, se piove
ne avremo di più.
Per tutto il giorno il nemico ha
innalzato forti batterie anche
dalla parte dei capannoni lunghi
ai Gazzi; nulla dalla parte di
S.Nicolicchio.
3 MARZO
Il nemico tutta la notte ha travagliato
alle sue batterie ma ci ha lasciato tranquilli senza
attaccare; forse in giornata lo saremo e
ci troverà ben preparati per riceverlo.
Tutti ricevono la razione, anche
i ragazzi e le donne.
Alle ore 11 ½ a.m. è giunto il vascello
"Il Monarca" e 3 vascelli
inglesi; si sono ancorati al di là delle grotte.
Sta per giungere il vapore
postale francese da Costantinopoli. Il nemico segue
con attenzione i suoi lavori e non facciamo altrettanto;
i nostri lavori di terra e di blindaggio sono quasi
al termine. Si è tolta la
baracca situata sulla spiaggia tra le lunette S.Francesco
ed i pazze situati sul parapetto della falzebraga
S.Diego; si è raddoppiata
forza e cannoni sulle lunette S.Francesco.
Il Comandante la corvetta americana
che trovasi nel porto, questa
mattina ha inviato una lettera al
nostro Generale Supremo Fergola
offrendosi a far giungere un nostro
piego al Re Francesco II perchè
essendo noi uomini di onore ci preparavamo a valida
resistenza e non avendo mezzi come corrispondere
con S.M. si offriva per l'oggetto
in parola onde S.M. avesse conosciuto la nostra
posizione e quella dell'infelice Città di Messina
ove si contengono gli interessi
di tante Nazioni, oltre il sangue che andrebbe a
spargersi .
Dopo un Consiglio di Difesa, si è
deciso di scrivere a S.M. facendogli conoscere le
molteplici batterie che l'inimico sta costruendo
senza poterlo impedire perchè la nostra artiglieria
non vi giunge e che ne siamo attaccati, avendo il
nemico cannoni rigati, obici e cannoni
cavalli che hanno quasi doppia gittata, certamente
ci bombardano facendo tacere i nostri
quattrocento e più cannoni che non
hanno la loro gittata; più che S.M. desidera si
tener fermo ancora che trovassi i mezzi come far
partire da qui 600 donne e ragazzi
che sono un positivo ostacolo per la difesa; si
è detto parimenti che siamo molto ingombri di
polvere che sono riposte in locali
poco sicuri e che le donne sono ammassate in locali
perfettamente stivate.
Questa lettera parte
domani; credo, per altro, che il
Generale Cialdini sappia quanto
ha praticato il Comandante americano
forse per i reclami dei messinesi
che non desiderano soffrire un bombardamento.
Un vascello inglese quest'oggi è
entrato nel porto, centinaia di legni mercantili
sono tutti usciti restandovi solo la corvetta americana,
altra inglese ed il detto vascello. A parer mio,
restando tutti questi legni nel porto,
certamente non saremo attaccati in giornata.
4 MARZO
Questa notte dagli avamposti si è
disertato un 2° Sergente ed un
soldato del 3° di Linea.
Questa mane si è mandato un nostro
Uffiziale per mandare il piego al
Comandante Commodoro americano
che ieri si era offerto di farlo
pervenire a S.M. in Roma; in riscontro, ha restituito
il piego dicendo che ciò poteva
disgustare l'Ammiraglio Piemontese
Persano potendolo supporre una infrazione ai diritti
di guerra. Nello stesso tempo due Uffiziali
americani si sono approdati al posto
Pagliara ove sono andato a parlamentare. Questi,
adducendo la stessa scusa per parte del Commodoro,
mi hanno detto che si fusse fatta altra busta diretta
al Console Americano promettendo sulla sua parola
che il plico sarebbe giunto nelle mani di S.M.
Così si è fatto. Intanto io opino
che questo plico, invece di andare nelle mani del
Re, andrà in quelle dell'Ammiraglio Persano o Cialdini.
La corvetta americana è sortita dal
porto ed ha preso la rotta
verso il Nord; il vascello francese, un'ora dopo,
anche è sortito dal porto
e si è ancorato verso il Salvatore dei Greci.
Si è supposto qualche complotto di
pochi uffiziali forse per
quella tale malattia del cuore(paura), ma sembra
sventato. Si sono chiamati anche i Capi di Corpo
a cui si è parlato militarmente, quindi tutti i
primi sergenti.
Le circostanze sono veramente critiche:
capi di corpo deboli, uffiziali tutti casati, circa
600 tra donne e ragazzi, grosse
batterie che l'inimico innalza, cannoni
rigati che tirano a quasi
tre miglia, cannoni cavalli con straordinari proietti
ecc. Tutto ciò ha in qualche modo sgomentato specie
gli uffiziali casati, ma io
quest'oggi ho ad essi parlato come vecchio soldato
e mi auguro che ne profittano se il punto di onore
è loro caro, qualunque siano
le circostanze.
Un'ora prima della mezzanotte è entrato
nel porto un vapore che non
si riesce a conoscere a qual nazione appartiene
perchè notte oscura; il solo
che ci è ancorato in questo vasto porto.
Sono le ore 5 ½ di notte ed entra
nel porto un altro vapore e non si scorge se sia
da guerra e a qual nazione sia perchè la notte è
molto fonda.
5 MARZO
I vapori entrati nel porto questa
notte ne sono sortiti dopo
qualche ora.
Sono le ore 6 ½ a.m. ricevo rapporto
che 5 sentinelle questa notte
si sono disertate dagli avamposti;
sono del 3° di Linea.
Il Direttore di Artiglieria Guillamat,
Capo dello Stato Maggiore,
ha costruito due batterie nella falzabraga S.Stefano;
i cannoni sono situati con
la culatta a terra e senza affusti con
l'elevazione di 40 gradi per così
prolungare la parabola per tentare tutti i mezzi
onde poter giungere più a portata delle
batterie nemiche. La prima di queste
batterie ha 8 pezzi da 80 e chiamasi "Batteria Fergola",
la seconda ne ha 12 da 36 e chiamasi
"Batteria de Martino".
Fa gran tempesta di mare; infiniti
legni piemontesi da guerra
vanno e vengono dal Faro, da Reggio e le Grotte;
altri si allontanano dalla spiaggia dei Moselli
ove costruiscono batterie.
Noi siamo parati a ricevere un forte bombardamento
e adoperare tutti i mezzi per una valida resistenza
da Uomini di Onore. Salvato
questo, la vita è nulla!
Stamane è stato distribuito alla
truppa rhum e tabacco; agli
uffiziali zuccaro e caffè. Siamo
privi però di carne fresca e
verdura, non per questo i Generali
e Stato Maggiore siamo privi di
pasticceria per il latte che producono
le 6 vacche sgravate, le quali, aon le altre 20
vaccine, si conservano per l'ospedale.
Sono le 4 p.m., ricevo rapporto dalla
Caponiera che un soldato del
3° ed altro del 5° di Linea, profittando
della forte pioggia, hanno abbandonato gli avamposti
e si sono disertati al nemico il
quale con arte ha fatto circolare
nelle guarnigione la lettera scritta al Maresciallo
Fergola ove c'è scritto che saremo trattati
da briganti se non ci fossimo arresi
prima che di cominciare il fuoco. Ciò aumenta le
nostre angustie perchè essendo i tutti
soldati di fresca data temono in
maniera straordinaria quanto si spaccia dal nemico,
massime da parte degli uffiziali che vedono
compromettere i loro gradi. Ed è
perciò che desidero che si cominci l'attacco !
Verso le ore 23 ½ un vapore francese
ha attraversato il Faro accostandosi
sotto la protezione della Cittadella, ma essendosi
spinto altro vapore, ad una certa
distanza, dalla Cittadella si è tirato un colpo
di cannone per obbligarlo ad issare bandiera; questi
ha issato bandiera piemontese e dalla cinta principale
gli sono stati tirati altri
3 colpi di cannone, ma senza effetto. Il vapore
francese, poi, radendo il circuito del Forte Lanterna
e Forte SS.Salvatore, si è
ancorato fuori del porto ove sono tutti gli altri
legni.
Si sono rinchiusi agli arresti di
rigore il Comandante del 3°
Reggimento di Linea, Maggiore Conte
Milano ed il Capitano Messina
, dello stesso Corpo, per aver manifestato al Corpo
ed alle Compagnia proposizioni
sovversive, vili e degradanti per militari d'onore.
Essi sono sotto chiave e senza corrispondenza.
Avevano, nientemeno, proposto di
uccidere i Generali ed il Capo di
Stato Maggiore per cedere la Cittadella.
Speriamo che con tale fermezza
si possa giungere allo scopo di terminare questo
assedio con onore...ma temo
difficile. Mancanza di Uffiziali, niente avvezzi
alla guerra, tutti ammogliati e pieni di miseria
temono la perdita dei loro
gradi. Questi sono gli effetti dell'organizzazione
della nostra Armata.
6 MARZO
Questa notte dagli avamposti e Forte
D.Blasco si sono disertati un
sergente, 3 soldati di fanteria e
5 artiglieri.
Sono le 6 ½ a.m. fò segnalare per
l'elettrico al Forte SS.Salvatore
che dalla Cittadella si veggono soldati che calano
con la fune della bandiera sulla banchina del Forte
e che se ne veggono di già
3 colà nascosti. Mentre scrivo ricevo rapporto che
manca altro artigliere al Forte SS.Salvatore.
Verso le ore 23 è comparso all'entrata
del Faro un vapore da guerra prussiano il quale
ci ha riempiti di speranza; verso le ore
24 ha ancorato fuori il porto, ha
calato una lancia con il Comandante dirigendosi
dirimpetto al Banco forse per andare dal
Console Prussiano. Si è fatto notte
e nulla più abbiamo saputo. Tutta la popolazione
ha seguito il Comandante del vapore; forse
domani sapremo qualcosa. Sul fronte
di mare le 3 batterie di S.Stefano proseguono a
tirare contro la squadra e contro Contessa
sulle batterie nemiche di cannoni
rigati.
7 MARZO
Sono le ore 11 ½ a.m., nessuna notizia
o ufficio ci è pervenuta dal
legno prussiano.
Essendosi osservato che dalla parte
della Città si costruiscono
batterie contro la Cittadella, il
Maresciallo, con ufficio, ha avvertito tutti i Comandanti
le stazioni marittime che se non
desistevano di lavorare su tali batterie
avrebbe fatto fuoco per impedirlo e, suo malgrado,
la Città ne avrebbe sofferto.
Mentre scrivo vi è grande riunione
di Comandanti le stazioni marittime di varie Potenze
sul vascello inglese ancorato nella
vicinanza del Salvatore dei Greci.
La forza navale che esiste nel Faro
è composta dal "Monarca", vascello, la fregata "Borbone",
il "Ruggero" ed altri vapori che appartenevano a
Francesco II; il resto degli 11 legni da guerra
sono piemontesi. Oltre a questi,
pronti al bombardamento della Cittadella allorchè
le batterie nemiche di terra e dei Moselli
saranno terminate, vi sono molti
legni da guerra esteri: 3 vascelli inglesi, la fregata
americana "Brick", una francese ed
altri. Questi legni sono qui per
spiare o conoscere quanto avviene o per godere del
micidiale spettacolo di una fortezza attaccata
per mare e per terra. Noi attendiamo
a sangue freddo augurandosi che le due nuove batterie
costruite dal nostro Direttore di
Artiglieria riescano a centrare come
calcolo matematico fatto, cioè che possono giungere
alla distanza ove sono piazzati i
cannoni cavalli del nemico, ovverosia
a due miglia e mezzo. Mi sembra impossibile!
8 MARZO
Verso la mezzanotte è entrato nel
Faro altro vascello inglese e
un "avvisos", ossia piccolo legno
da guerra francese; sono rimasti
nel Faro.
Alle ore 9 ½ a.m. il Comandante il
posto D.Blasco, Capitano di
Artiglieria Valestra, è sortito verso
i Giardini con altro soldato di artiglieria, per
fare osservazioni col cannocchiale dalla parte
ove il nemico sta formando batterie;
dopo di essersi colà aggirato
per qualche tempo, giunto ad un muro,
è sparito dandosi, con l'artigliere,
al nemico. Divulgatosi tal notizia nella Cittadella
la moglie, che qui si trova, ha fatto tenere al
Maresciallo una lettera del
detto Capitano in dove gli dice che si è allontanato
non per tradire ma disgustato dalle cattive maniere
che il Maresciallo aveva usato
verso di lui e di avergli fatto togliere le pistole
che portava per sua difesa. Altra lettera ha diretta
al Cappellano per farsi raggiungere
a Messina dalla moglie, famigli ed equipaggio.
Sono le ore 20; ricevo rapporto che
dal Forte D.Blasco, l'artigliere
che era di sentinella con un "pezzo", scalando le
mura si è disertato.
Queste diserzioni, massime nell'artiglieria,
aumentano le nostre angustie
ed è perciò che desideriamo di essere attaccati
per dimostrare ai Piemontesi
qual truppa hanno a combattere. Le altre
angustie sono, per altro, di essere
privi di ogni notizie, senza fogli e senza per nulla
sapere di quanto passa; in tutti i casi
questa guarnigione resisterà fino
agli estremi limiti. Noi giornalmente aumentiamo
i "pezzi" e "affusti" di rimpiazzo alle
nostre batterie, come pratica il
nemico da parte sua. Oggi si compiono 11 mesi che
si incominciò a far fuoco da questa
guarnigione contro la presente rivoluzione
e che la truppa dorme sulla nuda terra.
9 MARZO
La batteria formata da nemico sul
"Noviziato" ha 10 "pezzi"
rivolti sul Forte D.Blasco e 5 verso Pagliara. Per
quanto osserviamo col cannocchiale ed anche ad occhio
nudo, si scorgono le cannoniere
già costruite con i rispettivi gabbioni, ma non
ancora (finoalle ore 10) vi
sono piazzati i "pezzi", operazione che sarà
eseguita nella notte. Ora stesso
si scritto al Generale Cialdini che se non desiste
dai lavori intrapresi, alle ore 14 la
Cittadella comincerà il fuoco, e
siccome dal suo ufficio si prometteva di risparmiare
la bella Città di Messina, dovendo la
Cittadella tirare sul Noviziato,
la Città stessa molto ne soffrirebbe e tutto andrebbe
ad imputarsi a sua colpa.
Le operazioni del nemico alla loro
prima parallela progrediscono a
Contessa e ai Moselli.
Alle ore 11 ½ a.m. è entrata nel
porto una barca con bandiera
parlamentaria; sono uscito con altra
barca parlamentaria per conoscere
il motivo.
É un Capitano di Marina dello Stato
Maggiore dell'Ammiraglio piemontese
Persano, latore della ricevuta del Comandante il
legno francese a cui si diede avviso che la
Cittadella farebbe fuoco se non cessassero
le opere di fortificazione che il nemico stava costruendo
sul Noviziato. Suppongo che ciò sia stato un pretesto,
ma la vera ragione è per far sentire a voce al Generale
Supremo ed a tutti che l'Ammiraglio
Persano si offriva per tutto quanto
poteva occorrerci, interessandoci di cedere questa
Fortezza, che per quanto sia
lodata la nostra fermezza, altrettanto
siamo biasimati da tutta Europa, battendoci per
una causa ingiusta essendo stato
riconosciuto Vittorio Emanuele Re
d'Italia unica e sola e che sembra crudele far spargere
tanto sangue con la ruina di tante
famiglie di Uffiziali.
Dopo questo lungo discorso, gli ho
risposto che di quanto aveva detto, tutto è a noi
ignoto stante che dopo la resa di Gaeta non
avevamo avuto commercio o corrispondenza
con chicchessìa, per cui non
potevamo nulla risolvere se non batterci fino agli
estremi, e che, se ridotti senza risorsa, avrei
dato fuoco alle polveriste
per saltare Cittadella e Città. Egli mi ha detto
che non era necessario ridursi a tanto, ma io gli
ho risposto che come Militari
di Onore dobbiamo resistere fino a quando il Re
Francesco II non ci ordinava il contrario essendo
queste le nostre ordinanze
.
Mille graziose espressioni mi ha
rivolto lodando il nostro coraggio e la nostra fermezza
aggiungendo che essendo il Re
sortito dal Regno, da parte nostra
ci si batteva per una causa ingiusta. "Tutto ciò
sarà – ho replicato – ma come Uomini di
Onore non conviene fare altrimenti".
Mi ha detto pure che i prigionieri di Gaeta fanno
pietà sull'Isola d'Ischia perchè,
giusta la capitolazione, non possono
essere messi in libertà se non si arrende la Cittadella.
"Sarà per essi una disgrazia – ho
detto – ma nulla a che fare che avendo
viveri, denaro e 500 cannoni non abbiamo altro da
fare che batterci".
L'ho prevenuto; ancora, che mentre
egli veniva da noi, si era
spedito un plico al Generale Cialdini col quale
si avvertiva che se non desisteva
dalle fortificazioni cominciate al Noviziato,
alle ore 2 p.m. la Cittadella avrebbe
cominciato a fare fuoco. Dietro quanto sopra, disgraziatamente
il Generale Supremo Maresciallo
Fergola trovasi da tre giorni a letto infermo.
Si scovre dai nostri baluardi altra
batteria formata dal nemico
sull'altura di Monte Santo al numero
di 20 "pezzi"; la disuguaglianza dei "pezzi" permetterà
facilmente al nemico di bombardarci
e noi...staremo a guardarlo! Alla nostra lettera,
Cialdini ha risposto che potevamo cominciare
il fuoco e tirare a nostro piacere;
in effetti, alle ore 2 p.m. è cominciato il fuoco
dal Cavaliere della Bandiera, dal SS.Salvatore
e dalle due nuove batterie a S.Stefano,
cioè quelle montate con cannoni a terra con 40 gradi
di elevazione, che hanno sicuramente
fatto sorpresa al nemico perchè i
tiri hanno oltrepassato la loro portata di due miglia
e mezzo abbenchè non siano rigati o cavalli,
tanto che i legni a vapore che erano
vicini alle loro batterie ai Moselli si sono subito
allontanati.
Il fuoco è durato circa 4 ore,
molto ben nutrito e ben diretto;
il nemico per nulla ha tirato
perchè forse non ha situato ancora
tutti i "pezzi" in batteria. I nostri cannoni che
hanno tirato granate hanno dato fuoco al
quartiere "Noviziato" ed a qualche
abitazione. Abbiamo osservato
che portavano a rimorchio anche qualche
legno che sicuramente è stato danneggiato da qualche
nostro proiettile. Nel farsi fuoco
dalle nostre nuove batterie è avvenuta
una disgrazia per poca accortezza di un artigliere
per cui è rimasto ucciso un 2°
sergente del 5° di Linea ed un artigliere
e 5 soldati gravemente feriti.
Sono le 6 ½ p.m., si è ordinato che
le batterie che hanno tirato
contro i lavori del nemico, di tanto
in tanto, durante la notte,tirassero qualche colpo
ed anche qualche palla illuminaria per
osservare le operazioni del nemico
stesso, massime dalla parte del Forte D.Blasco.
Quest'oggi si sono tirate circa 500
cannonate di ogni calibro.
Son sicuro che il nemico appena avrà
posto tutti i "pezzi" in batteria
ci regalerà 5 o 6mila bombe.
10 MARZO
In tutta la notte, ogni quarto d'ora,
si è tirato sulle opere che
il nemico sta costruendo; il nemico
per nulla ha tirato.
Ieri il Generale Cialdini scrisse
al Maresciallo Fergola che
poteva ben tirare sulle sue artiglierie ma che restava
fermo di quanto gli pervenne
con la prima intimazione che aveva a lui
fatta, cioè che in caso di resistenza
saressimo stati trattati come ribelli e reazionari
e condannati da un giudizio, massime i
Generali. Questa mattina gli si è
risposto che trovandoci in questa Fortezza affidataci
da Francesco II, legittimo Sovrano del
Regno delle Due Sicilie, male si
addiceva ad una coraggiosa guarnigione gli appellativi
di "reazionari" o "ribelli", stante
che dell'annessione d'Italia, unica
e sola, riconosciuta da tutte le Potenze, non è
affatto a nostra conoscenza e che stando ancora
gli Ambasciatori esteri accreditati
ancora presso Francesco II, riconoscevamo sempre
questo per nostro Sovrano per cui da parte nostra
si adempiva ai nostri doveri. Gli si è scritto parimenti
che avremmo tirato anche sui suoi legni da guerra
se avessimo avuto cannoni
adeguati. Suppongo che restò sorpreso ieri al giorno
nel veder danneggiata una fregata della sua squadra
dai nostri proietti che trovavasi
a più di due miglia e mezzo lontana dalla Cittadella.
Sono le 10 a.m., ricevo rapporto
dall'avamposto Sperlungata di essere stati feriti
due soldati dai "zucchetti" delle palle tirate
dalle lunette S.Francesco perchè
la guardia trovavasi sotto le
armi per la sortita fatta dai soldati
di guardia a Forte D.Blasco contro un attruppamento
di pagani che minacciavano e che sono
stati vigorosamente respinti. Ho
mandato i due individui all'ospedale ed il rimpiazzo.
È l'Una p.m., dai nostri baluardi
e dal Forte D.Blasco si fa
continuato fuoco senza che il nemico risponde perchè
le sue batterie non sono ancora
tutte in ordine e bastantemente
danneggiate dalla nostra artiglieria,
ma ad onta di ciò piemontesi sono indefessi al lavoro.
Essi sono molto esposti ai
tiri della nostra artiglieria che valentemente conoscono
le distanze e sono diretti tutti dall'infaticabile
Capo di Stato Maggiore Guillamat.
Però il fuoco così vivo e continuato ha fatto deteriorare
vari affusti che, malgrado la sollecitudine, si
rimpiazzano a stento.
Il Generale in Capo Cialdini ha risposto
obbligantemente alla lettera
che gli si è mandata questa mattina dicendo che
la sua prima lettera era dipesa da un malinteso,
ma che lui agirebbe militarmente e si sarebbe intesi
come vecchi ed onorati soldati.
La lettera è piena di cerimonie e
cose obbliganti, dando anche
l'Eccellenza al Generale Fergola,
nel mentre la prima lettera che diresse fu così
insultante che trattava tutta la guarnigione da
"briganti" e "reazionari" dicendo
anche che come tali saressimo stati giudicati e
confiscati i nostri beni. Ora questa lettera
sgomentò molti, specie quelli poco
pratici degli affari di guerra e che io ho persuaso
dicendo che queste proposizioni somigliavano
a quelle che S.A.R. D.Leopoldo nel
1825 scriveva al Generale Begoni (o Begani) e al
Colonnello Lubrano mentre difendevano la
Piazza di Gaeta, i quali dopo 5 mesi
si arresero con onorevole capitolazione; ed il Colonnello
Lubrano, il giorno appresso fu
incaricato della formazione di un
Reggimento al servizio di Ferdinando IV perchè gli
Uomini di Onore da per tutto sono
stimati.
Intanto una lettera così obbligante
e decente del Generale Cialdini
dè molto a riflettere, sia che il nemico abbia ricevuto
qualche notizia che i Tedeschi abbiano
passato il Mincio, o il discorso
di Napoleone del giorno 4 corrente all'apertura
delle Camere non favorevole all'annessione, oppure
nel vedere gli effetti delle
nostra artiglieria che tra ieri e oggi, smantellando
le batterie che sta costruendo nel Noviziato, non
ha loro permesso situare alcun
pezzo tirando noi, fino alle ore 24 di oggi, giusta
il rapporto ricevuto, circa 3.000(la batteria situata
dal nemico al Noviziato è
la sola ove giungono le palle dei nostri cannoni),
o finalmente dal mio parlar fermo e deciso con l'Uffiziale
di Stato Maggiore venuto ieri,
inviato dall'Ammiraglio Persano con aspetto filantropico,
dicendomi mille cose da persuadere una "recluta"
e non un vecchio ed onorato Soldato.- Intanto sono
stato di parere di non fidare sulla gentile lettera
del Generale Cialdini e che
i cannoni seguitassero a tuonare notte e giorno,
come stanno praticando mentre scrivo(sono le ore
7 di notte), tanto più che
si stanno costruendo altre batterie contro la Cittadella.
11 MARZO
Il vivo fuoco praticato durante la
notte ha smantellato la costruzione
delle batterie che il nemico costruiva sul Noviziato
e sembra, a quanto vediamo,
che vuole desistere di più travagliarvi; questa
posizione del Noviziato domina molto la Cittadella.
Questa notte si è disertato un soldato
dal posto Pagliara che, a
quanto mi si rapporta, pare sia stato ucciso dagli
stessi piemontesi credendolo
una spia o per profittare di 50 ducati che aveva
rubati al sergente della Compagnia.
Il nemico travaglia con molta premura
alle batterie a Monte Santo, posizione dominante
il Forte D.Blasco do ove ora si tira senza
posa; per quanto pare, l'opera che
il nemico sta costruendo ha
bisogno di qualche giorno di travaglio.
Verso le ore 11, mentre mi trovavo
sulla lunetta Carolina, le due batterie infossate
a S.Stefano (Fergola e de Martino) che facevano
fuoco, ho osservato che una palla ha colpito una
cannoniera nemica producendole qualche danno; intanto
i vapori nemici fanno fuoco
contro il Forte D.Blasco e contro
le lunette S.Francesco a più di
due miglia e mezzo di distanza. Dui
dei loro proietti cavalli sono stati presi da noi,
uno nel piano di Terranova e l'altro alla
lunetta S.Francesco. Essi sono conici
e d'immensa mole e chiamansi "scialaplen"; quello
che ha preso il muro S.Francesco lo ha perforato
violentemente da una parte all'altra. L'apertura
che ha prodotto è molto grande; i nostri proietti
giungono alla distanza dei
vapori, ma i nostri "pezzi", essendo infossati per
avere 40 gradi di elevazione, non possono essere
agevolmente diretti per correggere
i tiri. Si sta costruendo da noi altra batteria,
della stessa maniera, con altra direzione per i
vapori. Sono le ore 23, quasi
tutto il presidio travaglia per spalleggiamenti,
sacchi a terra, trasporto di proietti e pel ricambio
degli affusti che si sono
rotti; ciononpertanto noi si cessa di fare fuoco
contro i legni nemici e le loro batterie che si
premurano costruire. I vari
proietti finora da essi tirati, di
grossa mole, non hanno arrecato nessuna perdita
di uomini.
Alle ore 24 si è ordinato vuotarsi
tutti i padiglioni o alloggi
degli Uffiziali di tutta la mobilia
o materiale accensibile, come
sedie, tavoli o altro, che possono
situarsi in mezzo al Maschio o
ove meglio si può, stante che supponendosi
questa notte un forte bombardamento, se si incendia
qualche padiglione , aumenterebbero
le fiamme con tutto ciò che può esservi
dentro.
I Generali, Uffiziali e famiglie
sono nelle casemette ristretti
alla meglio fin dal momento che ha
cominciato il blocco e lo stretto assedio.
Si suppone un bombardamento questa
notte per via di mare, perchè
avendo noi smantellato le due batterie
che il nemico costituiva dalla
parte di terra ed essendosi riunita tutta la squadra
nel canale, per la superiorità
dei loro tiri è facilissimo che più tardi cominci
il bombardamento; bastanti "scialaplen" sono venuti
a visitarci dalla via di mare, molti
vi sono giunti, altri sono crepati in aria.
Non sappiamo se il nemico ha costruito
batterie nascoste sulle alture
che dominano questa Fortezza, ed allora il bombardamento
sarà completo per mare e per terra;
bombardamento che noi a sangue
freddo attendiamo ad onta che ci
battiamo con armi disuguali. Ma i
vecchi ed onorati soldati nulla temono,
basta che si salvi l'onore!
12 MARZO
La squadra nessun movimento ostile
ha fatto questa notte, come minacciò ieri verso
sera; si suppone che il nemico vuole chiamare
la nostra attenzione verso il mare
affinchè si desista dal tirare
sulle opere che stanno costruendo
a terra; ma ciò non si verifica avendo noi in batteria
circa 500 cannoni e situati a resistere da
tutti i lati. In effetti tutta questa
notte si è tirato sulle di loro opere di terra ed
ora che sono le 6 ½ a.m. un vivo fuoco si
sta eseguendo con mortai columbrine
e cannoni.
Sono le ore 8 a.m., la squadra si
è alquanto allontanata perchè il
vento non le permette restare in
canale.
Un artigliere ed un pioniere, ora
stesso, sono stati feriti nei
giardini delle Moselle dai colpi
di fucile; le ferite sono
pericolose; questi si sono molto allontanati dai
loro posto asserendo di inseguire
paesani armati, ma la verità e che si sono portati
in quei giardini per cogliere verdura ed altro,
ed i pagani hanno tirato loro
addosso.
Sono le 11 a.m., la flotta si è avvicinata
e la fregata, tirando un colpo,
ha annunciato di attaccare. Il colpo ha dovuto colpire
molti pesci perchè caduto in mare
a molta distanza dal Forte
D.Blasco ove era diretto; ma il vivo fuco delle
due batterie "Fergola" e "de Martino", avendo tirato
consecutivamente e senza interruzione,
ha costretto la flotta ad allontanarsi. Ad onta
del fuoco vivo di questa notte, la batteria nemica
del Noviziato da noi smantellato
si è in qualche modo riparata, ma finora vi sono
stati ancora situati "pezzi".
Sono le ore 12 ½ p.m., il nemico
ha scoverto varie batterie
nascoste; siamo bombardati da molti punti; cominciano
le fabbriche a diroccarsi;
due riservette sono andate in aria; i colossali
proietti che cadono sono più che
sufficienti per far arrendere una guarnigione di
una Fortezza, ma noi restiamo ancora fermi al
nostro posto.
Sono le ore 3 p.m., il bombardamento
seguita; vari nostri affusti sono stati smontati;
parte degli artiglieri sono sgomentati; il
Forte D.Blasco, nostra opera avanzata,
è stato abbandonato per la pioggia dei proietti
dei cannoni rigati da 40 che l'hanno oppresso. Secondo
il calcolo, in due ore e mezzo, il nemico ci ha
regalato 1.200 tiri; il cordone a
Terranieri che era nella Caponeria si è ritirato
nel Forte Lanterna per l'immensità dei
tiri a cui era esposto. Per quanto
può, questo presidio seguita la sua resistenza.
Sono le 4 p.m., il bombardamento
seguita con alacrità – molti edifici
della Cittadella bruciano. Molti proietti nemici
sono tutti diretti e feriscono le nostre
polveriste ognuna delle quali contiene
mille cantaja di polvere.- I nostri posti avanzati
sono obbligati a ritirarsi per l'immensità
dei "scialaplen" e bombe che piovono
da tutte le batterie nemiche dalla parte di terra
e dalle barche cannoniere ferrate dalla via
di mare, tutte provvedute di "pezzi"
cavalli e rigati che hanno smontato vari nostri
"pezzi".- Sono le 5 p.m.,
tutti gli edifici della Cittadella sono in fiamme,
da per tutto feriti immensi, le polveriste vicine
a prender fuoco per il 4° padiglione che si sta
incendiando – Circa 80 proietti
per minuto, la più parte che incendiano,
ci piombano nel Maschio della Cittadella e sulle
batterie.
Le opere esterne abbandonate.- Non
avendo più risorse e per evitare una generale ruina,
il Consiglio di Difesa ha
disposto di alzare bandiera bianca per
domandare una tregua.-Sortito agli
avamposti di Terranova un nostro Capitano di Stato
Maggiore ed incontratosi con l'Aiutante
di Campo del Generale Cialdini, lo
stesso gli ha detto che il prelato Generale desiderava
parlare con il Generale della
Cittadella. Ricevuto tal risposta,
sono sortito con bandiera
parlamentaria ed essendomi avvicinato al Generale
Cialdini mi ha detto: "Voi
siete il Generale de Martino? Io non posso accordarvi
tregua perchè conosco la vostra posizione
e veggo che la Cittadella
fumica da per tutto e nelle prossimità delle polveriste,
per cui non posso accordarvi che arrendervi a
discrezione.
La risposta me la farete sapere alle
ore 9 ½ di questa sera e se per le ore 10 non ricevo
l'affermativa, incominciarò
il fuoco di bel nuovo per via di mare e per terra".-
Per quanto gli abbia potuto dire non è stato possibile
rimuoverlo, ed allora gli ho detto: "Alle 9 ½ riceverà
risposta".- Ritornato in Cittadella, in dove porti
sfondati, sfabricini sparsi
da non poter camminare, incendii
da per tutto, a stento ho potuto accedere nella
casamatta del Generale Supremo in dove, riunitosi
il Consiglio di Difesa, considerata
impossibile ogni ulteriore difesa, si è convenuto
di arrendersi a discrezione.
Si è mandato per la risposta il Sig.Colonnello
del Genio De Nunzio, il quale
– sono le ore 22 p.m. - non è ancora rientrato.
Il detto Colonnello è rientrato all'Una
ed ha portato una lettera
di Cialdini in cui promette garantita la vita, i
beni e gli equipaggi e che
tutto il presidio alle ore 7 a.m. di domani deve
trovarsi formato fuori Terranieri,
in colonna, con sacchi e senz'armi; i Sigg.Uffiziali
con spada ed equipaggio.
Gli edifici seguitano a bruciare
ed a stento si arriva con le
pompe ad estinguere l'incendio. La
mia abitazione è tutto in fumo!
13 MARZO
Alle ore 7 a.m. tutto il presidio
è fuori Terranieri.
Fà pietà vedere disarmati circa 4.000
persone; il quadro affliggente di circa 600 fra
ragazzi e donne rimaste nella Cittadella senza sapere
la sorte dei loro mariti. Uno squallore in
tutto!
Venuto il Generale Cialdini con immenso
Stato Maggiore, carabinieri
e truppa, e occupata la Cittadella, ha passato in
rivista tutta la truppa, quindi ha
destinato 300 soldati, promiscuamente,
passassero subito al Castello Consagra e 200 al
Castellaccio; 1.000 a Milazzo, 500 a Scilla e 1.000
a Reggio; 500 al Lazzaretto
e 500 al SS.Salvatore. Ha disposto inoltre che gli
Uffiziali tutti alloggiassero in Cittadella, come
pure l'immenso numero di donne
e ragazzi. Quindi ha riunito tutti e 4 i Generali
e con molta decenza ci ha detto: "Se volete alloggiare
in Città, è a vostra disposizione,
ma io temo della popolazione che è molto irritata
contro di voi ed io vorrei evitare sconcerti, del
resto è a vostra scelta. Tutto
ciò che potete desiderare, se volete accomodarvi
nella Cittadella, potete scriverne al Generale
Chiabrera che vi fornirà di quanto
bisognate: stoviglie, piatti, farvi venire commestibili
ecc."-Lo abbiamo ringraziato, tanto più
che ci offriva di non andare in Città.
Ci ha detto che questo nostro stato precario durerebbe
pochi giorni avendoci raccomandato
al Re Vittorio Emanuele la di cui
risposta verrebbe subito.
Intanto ha fatto arrestare il Capo
dello Stato Maggiore Guillamat,
il Capitano dello Stato Maggiore
Cavaliere, il Tenente Gaeta, il
Tenente di Piazza Brath, il Capitano
di Aiutante Maggiore Grilli,
il Tenente Falduti, il Caporale Siga
ed altri 3 individui di truppa, il 1° sergente Morra
e due pagani calabresi che si trovano
nelle nostre file. Intanto tutti
gli Uffiziali, dopo di avere distribuita la truppa,
ci siamo ritirati in Cittadella inondata da
piemontesi e ci siamo ammassati nelle
casematte non incendiate in attesa di nuove disposizioni.
Sono due ore di notte, il Generale
De Stefanis ed io non abbiamo
finora mangiato che pane e formaggio
con una bottiglia di champagne
che si era salvata e con molta pena si è potuto
avere un bicchiere per berla.
Domani staremo meglio, cesserà la confusione di
oggi.
Io ho dovuto seguire il Generale
Cialdini perchè il nostro buon
Maresciallo, nel camminare per Terranieri,
l'orribile vento l'ha buttato
a mare e Dio sà come si è salvato; la sua gracile
salute lo tiene molto avvilito.
Fortuna che ho potuto avere l'occorrente
per scrivere per marcare la
dolorosa fine che tutta la Piazza ha subito, massime
poi quando ha dovuto combattere con armi disuguali,
essere distrutti con 80 tiri
al minuto con proietti d'immensa mole, senza poterli
ribattere è cosa veramente dolorosa. Stiamo agli
eventi! Si è issata la bandiera
piemontese sui baluardi di questa Cittadella con
infinito sparo di cannoni e con gran suono di campane
nella Città.
14 MARZO
In una stanza al 1° padiglione meno
danneggiato siamo alloggiati
il Generale De Stefanis, io, il mio
cameriere e 6 trabanti; alla
stanza appresso, vi sono Uffiziali
di artiglieria piemontesi i
quali con molta cortesia ci hanno
inviato il loro cuciniere offrendoci di quanto desideriamo
comprare in Città; abbiamo accettato l'offerta e
mercé due piastre abbiamo avuto carne di vitella,
uova, pane, arance, carbone, fichi secchi, doppia
razione di biscotti, lardo, vino e riso.
In Cittadella vi sono rimasti circa
1.000 uomini della nostra
truppa, tra Generali, Uffiziali, ordinanze e ammogliati,
oltre l'immenso numero di famiglie, donne e ragazzi.
Questa mattina il Generale Chiabrera
è venuto in Cittadella ed ha
parlato col nostro Capo di Stato
Maggiore e col Capitano Cavaliere
che trovansi in arresto con sentinelle
alla porta. Ad alcuno è convenuto
informarsi quali domande siano loro state fatte.
A mezzogiorno hanno tuonato quanti
cannoni sono rimasti in istato
di far fuoco tanto alla Cittadella
che al SS.Salvatore in occasione
della nascita del Re Vittorio Emanuele.
Il Comandante di Piazza della Cittadella
è il Maggiore Bisogni il quale
si è a me offerto di quanto poteva bisognarmi, come
pure se delle donne messinesi
che hanno per mariti uffiziali o soldati
desiderano andare in Città che le
avessi a lui dirette per aver rilasciato un "passo".
Come prigionieri di guerra finora
non possiamo di nulla lamentarci.
Speriamo che presto finisca questo stato precario!
R I F L E S S I O N I
Si potrà dire da qualcuno: "Perchè
tanta ostinazione a sostenere una Piazza che non
poteva reggere per l'incontrastabile ragione
della diversità delle armi, tanto
più dopo l'espugnazione della
rinomata Piazza di Gaeta?"
Si risponde:
•
in primo luogo: per la cieca obbedienza
al nostro Sovrano che dopo la espugnazione di Gaeta
ci ha fatto tenere a dovizia
viveri e denaro;
•
secondo: per essere conzentanei al
prescritto delle nostre ordinanze militari;
•
terzo: tutte le notizie trasmesseci
facevano supporre una politica in favore di Francesco
II e degli altri Principi Italiani facendoci tener
certo un'imminente e prossimo soccorso straniero
in modo che dal tempo poggiava l'ultima speranza
di un felice risultato.
Pieni, quindi, la mente di tali speranze,
fu stretto l'assedio e rimanemmo per più giorni
pienamente all'oscuro di quanto passava
in Europa in questo frattempo, giunto
fuori dal porto un legno prussiano, per mezzo del
quale si seppe che gli Abbruzzi erano tutti in sommossa
e che Francesco II andava a dirigerli alla testa
di molta truppa estera, incoraggiandoci quindi a
sostenerci, potendosi da un momento all'altro cambiare
la posizione delle cose, per
cui, giocando sempre sul fattore "tempo", ci siamo
sostenuti tanto da dimostrare col fatto che anche
l'ultima speranza poggiata
era benanche "sparita", stante che se altra ora
di fuoco la Cittadella avesse sofferto sarebbe totalmente
sparita insieme con la Città
di Messina perchè le polveriste e due casematte
cariche di 7mila cantaja di polvere erano troppo
minacciate dalla immensità dei fuochi
di ogni genere, sciaraplen, bombe incendiarie e
razzi.- Ciò posto, il prolungare
di più la cessione senza poterci
difendere per la disparità delle
armi sarebbe stata una stoltezza del tutto incompatibile
senza arrecare alcun vantaggio alla causa
di Francesco II.
D'altronde, da noi si era compiuto
ogni atto devoluto alle leggi
ed all'onore militare, al che non
potea dirsi del tutto adempiuto
se non fussimo giunti a tali estremi.
Ecco come si spiega l'ostinazione
sopra obiettata.
Nel farsi la salva a mezzogiorno,
tutti i legni esteri hanno
corrisposto innalzando la bandiera dei Savoia.
15 MARZO
Abbiamo appreso esservi qualche cattivo
umore tra la Città ed il Generale
Cialdini perchè si pretendeva che la guardia nazionale
avesse preso possesso della Cittadella, cosa che
somme disgrazie avrebbero prodotte stante che il
massimo irritamento esiste tra i Siciliani e questa
guarnigione; ma il Generale Cialdini, qual
vecchio soldato, non ha voluto affatto
accedere alla domanda della Città.
Questa mattina nel venire il fratello
del Parroco della Cittadella
ci ha detto che ieri furono uccisi
5 dei nostri soldati di quelli
che si mandarono sui Forti Castellaccio
e Consagra che impudentemente
isolati calarono in Città e dai messinesi uccisi.
Le batterie che hanno battuto la
Cittadella sono "Noviziato"(20
pezzi rigati), Carrobara sotto Monte
Santo, Fondo Gemelli, Santa Cecilia o Moselli, Gazzi.
In tutto 80 pezzi rigati da 40, 12
mortai e razzi alla congreve, più
un vascello, una fregata e 11 legni da guerra con
pezzi di grossa mole.
Alle ore 10 il Comandante di Piazza
Maggiore Bisogni ha passato in
rassegna tutti gli individui di tutte
le Armi rimasti nella Cittadella,
Lazzaretto, SS.Salvatore e Forte Lanterna per averne
un esatto notamento onde far prestare
servizio disarmato per pulire la Cittadella dai
rottami delle fabbriche e dei padiglioni
incendiati da circa 12mila e più
proietti.
Questa mattina la Cittadella è stata
inondata da quanti Uffiziali esteri di marina si
sono trovati spettatori del bombardamento
stranizzandosi della nostra ostinazione,
dicendo che avremmo dovuto
cedere tutt'al più dopo un'ora di bombardamento
e non già dopo 5 ore allorchè tutti gli edifizi
erano in fiamme e prossimo il fuoco alle grandi
polveriste, parte delle quali molto danneggiate
dalle bombe incendiarie e razzi nemici tirati da
siti ove la nostra artiglieria
non potea offendere. Abbenchè il Comandante le truppe
in Messina abbia disposto che i
trabanti degli Uffiziali prigionieri
fussero scortati dai soldati piemontesi per fare
la spesa in Messina e comprare di ciò che ci
bisogna, pure la insolenza e ferocia
dei siciliani è stata tale che si sono permessi
di insultarli in malo modo che sono stati obbligati
a ritirarsi, dopo di che si è disposto che di qualunque
cosa bisogniamo se ne darà commissione ad un certo
numero di soldati piemontesi
che sono alla Gran Guardia che si premureranno di
acquistarcelo. Se i siciliani fussero entrati nella
Cittadella in una alla truppa
piemontese sarebbe avvenuto un vero flagello.
Si dice, per altro, che un nostro
soldato, imprudentemente portatosi
solo e senza scorta in Messina essendo stato insultato
da un pagano lo ha ucciso; di ciò
non ne siamo ancora sicuri. Sono le ore 5 1/1 p.m.,
ricevo notizia da un Uffiziale di Piazza che il
Comandante la Piazza e la Cittadella abbia detto
di annunziare a tutti gli
Uffiziali prigionieri che S.M. Vittorio Emanuele
ha ordinato che dovranno portarsi in Napoli che
avranno un mese di soldo,
subiranno uno scrutinio per i loro gradi nel caso
che vogliano prendere servizio.
Certo è che non è stata condannevole
la nostra resistenza e per
nulla siamo stati trattati come arresi a discrezione,
ma piuttosto come Uomini di
onore. Certo è, ancora, che con quanti Uffiziali
piemontesi abbiamo parlato, con vituperio
trattano i nostri Uffiziali disertori e con parole
di lode chi ha sostenuto la
Cittadella. Son sicuro che la notizia
propagata dal Comandante la Piazza sia veritiera.
Alle ore 9 ½ p.m. giunge un ufficio
del Generale Chiabrera col
quale ci si comunica che domani, alle ore 10 a.m.,
i Generali e 200 uomini che
hanno terminato 5 anni di servizio, debbono
imbarcarsi sul vapore "Lo Stromboli"
per portarsi a Napoli.
16 MARZO
Alle ore 11 a.m. i Generali Fergola,
de Martino, Cobianchi, De Stefanis, Anguissola ed
il graduato Begani ci siamo imbarcati sul
vapore da guerra "La Sirena", comandato
dal Capitano di Vascello Caso;
parimenti si sono imbarcati 154 dei nostri soldati
che hanno terminato il loro impegno. E mentre si
preparava il legno alla partenza,
è montato a bordo l'Ammiraglio piemontese Persano
il quale con molte gentili espressioni ci ha augurato
il buon viaggio felicitandoci
dell'onorevole condotta da noi tenuta per la difesa
della Cittadella con quel coraggio e fedeltà che
i regolamenti prescrivono
e che ci terranno in stima ed onore per tutta l'Europa.
Suppongo che abbia dato disposizione al Comandante
il vascello di ben trattarci
stante che nei due pranzi e dejuné siamo stati lautamente
trattati con bordeaux, champagne e marsala.
Nel partire il Commessario di Guerra
piemontese a tutti i Generali
ci ha dato 35 piastre per ciascuno;
la truppa ha ricevuto 2 giorni
di viveri e 6 giorni di prest. Nel
mentre di già si sono levate le ancore, viene a
bordo il Maresciallo Clary,
sbarcando da un legno francese "La Muette", apportatore
dell'ordine del Re Francesco II di cedere la
Cittadella bonariamente; gli si è
detto di darle uno sguardo per
vederla ancora in fumo e che è stata
ceduta per la forza della
disparità delle armi e con più onore che non cederla
bonariamente, ma dopo 5 giorni di combattimento
ed un bombardamento continuato
di circa 5 ore. Quindi ci siamo posti
in rotta per Napoli.
Eravamo sortiti da Torre di Faro,
ma sopraggiunta una forte burrasca siamo rientrati
nel canale ed abbiamo ancorato alle Grotte a circa
3 miglia da Messina. La notte si è passata tranquillamente.
17 MARZO
Siamo partiti dalle Grotte alle ore
5 ½ a.m. e siamo giunti con
buonissimo tempo nel porto di Napoli
il giorno 18 marzo alle ore 3 ½ a.m.
18 MARZO
Nel giungere nel porto di Napoli
è venuto a bordo il Capitano di
Stato Maggiore del Generale della
Piazza, Sig.Generale Ricotta, il quale ci ha detto
che potevamo sbarcare ed andare nelle nostre
abitazioni potendo condurre i nostri
trabanti e le ordinanze ed ordinando al posto di
Dogana di non visitare affatto i nostri
equipaggi. La truppa è stata inviata
ai Granili.
Lo stesso Capitano Cava ha preso
notamento dei nostri alloggi dicendoci che in caso
di novità ci avrebbe fatto avvertire e che se nella
giornata avessimo voluto vedere il Generale Comandante
la Piazza potevamo portarci alla Piazza alle ore
11 a.m., come abbiamo praticato.
Il detto Generale ci ha molto ben
ricevuti, ci ha offerto trabanti
e ordinanze e ci ha detto che provvisoriamente
avremmo ricevuto 6 franchi al giorno. Lo abbiamo
ringraziato avvertendolo che a
Messina avevamo già ricevuto 35 piastre;
ci ha detto di riposarci poichè era in attenzione
di superiori ordini che ci sarebbero
stati manifestati.
L'ordine di Francesco II per cedersi
bonariamente la Cittadella era così concepito:
"Roma, 10 Marzo 1861 – Al Generale
della Piazza di Messina.-
L'onore dell'Armata napoletana essendo stato salvato
per l'eroica difesa di Gaeta
e pel contegno della guarnigione di Messina, io
credo inutile prolungare la resistenza
di cotesta Cittadella, resistenza che potrebbe cagionare
grandi danni con tanta costanza
in cotesta parte del Faro la bandiera
Reale.
Animato dallo stesso sentimento che
mi fece sospendere il bombardamento
di Palermo e lasciar Napoli, io credo essere mio
dovere preservare a qualunque costo
il mercato della Sicilia.
In quanto a Voi Generale Fergola
che avete dato un sì nobile esempio di attaccamento,
di fermezza e di coraggio, io vi affido la cura
di discutere col nemico le condizioni della resa.
Fate in modo ch'esse riescano onorevoli e vantaggiose
per la guarnigione.
Io voglio risparmiare il sangue dei
miei soldati, ma voglio in
pari tempo tutelare il loro onore e assicurare il
loro avvenire.
f.to Francesco II"
CAPITOLAZIONE DELLA RESA DELLA CITTADELLA
DI MESSINA AVVENUTA IL 12
MARZO 1861 MENTRE DA TUTTE LE PARTI ERA INCENDIATA.
BATTERIE E OPERE ABBATTUTE ALLE ORE 9 ½ p.m.
1.Domani, giorno 13, alle ore 7 a.m.,
la guarnigione della Cittadella
e tutti compresi con essa usciranno dalla Piazza
senz'armi, meno i Sigg. Uffiziali
cui lascio la spada.
2.La guarnigione si formerà in colonna
sul piano Sarranieri. In quel
mentre dal piano Terranova il 35° Reggimento entrerà
nella Cittadella e prenderà
possesso della Piazza.
3.Perciò S.E. il Maresciallo Fergola
lascerà il cancello esterno
una Commissione per consegnare la
Piazza, indicare le differenti
batterie, magazzini a polvere, il
numero dei "pezzi", magazzini
di viveri ecc. e consegnare le armi.
4.S.E. il Maresciallo Fergola mi
sarà responsabile di tutti i
"pezzi" inchiodati che si trovassero
e di tutte le mine che non
fossero anticipatamente dichiarate.
5.Si provvederà alle famiglie come
e quando si potrà.
6.L guarnigione resa a discrezione
sarà dal Generale Cialdini
raccomandata alla Clemenza Sovrana.
7.Le vite, gli averi e le persone
saranno rispettate e restano
sotto la salvaguardia della Bandiera
del Re Vittorio Emanuele.
Firmato: Errico Cialdini
Dopo sbarcati, reduci dalla Cittadella
di Messina, diedi la mia adesione
pel nuovo Governo, ma senza giuramento e nello stesso
tempo domandando il mio ritiro a
cui avevo diritto ed in effetti il 29 aprile ricevei
a far tempo del 1° maggio 1861.
La notte, poi, dal 7 all'8 agosto,
e circa 3 mesi dopo la Capitolazione
fatta col Generale Cialdini, fui arrestato in unione
di altri Generali ed Uffiziali e
condotto al Forte del Carmine
senza poter parlare e conferire con
persone di famiglia e con i nostri domestici.
Gli arrestati fummo:
Tenenti Generali: Salzano e Sigrist
Marescialli di Campo:Rodriguez, Tabacchi,
Afan De Rivera e Fergola
Generali di Brigata: de Martino,
Marullo, Polizzi, Liguori,Antonelli, Colucci, Dorgemont,
Echariz, Palumbo, Luverà
Colonnelli: Afan de Rivera
Tenente Colonnell: Guillamat
Maggiore: Guantel
Capitano: Afan De Rivera (che trovavasi
al servizio di Vittorio Emanuele
e collocato all'opificio di Pietrarsa) Dupuy, Sigrist,
e
Tenente Sigrist (figlio del suddetto
Tenente Generale).
Verso le ore 23 del giorno 8 di agosto
fummo condotti in un altro
locale dello stesso Forte, composto di varie stanze,
fornite di letti di soldati
con paglioni nuovi.
Dopo mezz'ora giunse a noi un Capitano
della Stato Maggiore della Piazza annunciandoci
che il domani saressimo stati imbarcati su di un
vapore francese e trasferiti nella Piazza di Alessandria.
L'imbarco era previsto per le ore
8 a.m.- Nessuno di noi era
provvisto di equipaggio o valigia,
ma grazie a due Uffiziali dei
Veterani, con i soli che potevamo
aver parola, uno dei quali chiamato Mascia, furono
da noi spediti alle famiglie per avere
delle valigie col più necessario
e danaro che fortunatamente tutto ci pervenne a
notte avanzata dai soldati piemontesi di guardi
al Forte non potendo, come ho detto, aver parola
nè coi parenti o domestici.
La mattina dell'8, mentre eravamo
a mangiare un indecentissimo pranzo che la compiacenza
dell'Uffiziale di guardia permise ci
fusse portato dalla trattoria sita
di rimpetto alla strada ferrata,
il Generale Fergola fu chiamato e messo in libertà.
Incerti di nostra sorte, la notte
non dormì molto bene, passate le
ore 8 a.m. eravamo in palpiti perchè
non vi era disposizione alcuna
per imbarcarci, cosa che desideravamo conoscendo
le infami pretenzioni dei
Comitati a cui il Generale Cialdini annuiva spesso,
ma con tutto ciò pensammo di mangiare qualcosa e
mercé la bontà di un sergente dei Veterani, avemmo
pane, vino, prosciutto, frutta e neve.
I parenti, amici e domestici, buttati
fuori la porta del Forte fin
dalla notte, non vedendo nè sapendo
il momento della nostra partenza
o se fussimo restati nel Forte per lungo tempo oppure
sospesa la nostra partenza, si ritirarono.
Immenso popolo stava gremito avanti
il Forte, avanti la darsena e alla Marinella desiderosi
di vederci passare, ma verso le ore 4 p.m. del giorno
9 un sottouffiziale venne a dirci che 6 carrozze
ci attendevano alla porta del Forte;
in effetti dopo qualche munito vennero degli Uffiziali
di Piazza che, scortatici a 4 per
volta, ci fecero piazzare nelle vetture.
Intanto eravamo perplessi nel vedere tanta moltitudine
di popolo avanti la porta del Forte temendo gli
insulti che avessimo potuto ricevere, ma ci rallegrammo
nel vederci compianti.
Nel portarsi ad imbarcarci restarono
nel Forte i Generali Echaniz, Luverà, senza da noi
conoscerne la causa. Giunti alla darsena ci imbarcammo
sul vapore francese "La Ville de
Lion" ove fummo molto trattati per
il déjiuné, pranzo ed occupando
i migliori posti del legno; dopo
45 ore di felicissima traversata
giungemmo a Genova il giorno 11.
Intanto le Autorità di Genova nulla
conoscevano del nostro arrivo
colà per non aver ricevuto prevenzione
alcuna, nè dal Governo Centrale
di Torino nè da Napoli, Vedendo sbarcare alcuni
soldati e passeggeri domandammo al Comandante del
legno quali istruzioni aveva sul nostro destino
e se non ne aveva che che si fusse
presentato a qualche autorità onde
avessimo potuto sbarcare essendoci ciò impedito
da un picchetto di Cacciatori che trovavasi
a bordo per custodirci. Essendosi
portato il detto Comandante dall'Ammiraglio, questi
gli disse: "Dite ai Signori Generali
Borbonici che pazientassero per una
mezz'ora perchè si era in movimento per preparare
ad essi locali, ma non posso permettere
che calino a terra." Supponiamo subito
che saressimo stati rinchiusi in un Castello o inviati
ad Alessandria, come fu il
primo avviso annunciatoci in Napoli. Trascorse varie
ore e non vedendo risultato alcuno, sapemmo che
per via telegrafica si era
segnalato a Torino sul nostro conto ma il riscontro
non venne che il giorno dopo, per cui restammo nel
legno altre 23 ore. Verso
le ore 10 a.m. del giorno 12 di agosto venne sul
legno un Capitano di Stato Maggiore il quale, dopo
aver fatto tutti i nostri
nomi e cognomi e gradi, ci disse che eravamo in
piena libertà di sbarcare.
Il Generale Afan De Rivera si portò
dal Questore di Genova per conoscere con precisione
a che dovevamo attenerci e come dovevamo regolarci
in caso di bisogno. Il detto Generale fu ricevuto
dal Questore con la massima
affabilità assicurandolo che nulla di
criminoso vi era sul nostro conto
e che perciò eravamo nella
nostra piena libertà di alloggiare ove meglio fusse
a noi piacente e che se non eravamo contenti potevamo
andare ove meglio fusse a
noi conveniente domandandone il permesso. Si compiacque
ancora dargli un Impiegato
della Questura per dirigerci alle locande che
più ci convenivano ed un altro Impiegato
affinché nello sbarco ci aiutasse a portare le valigie
alla Dogana e quindi alle locande
non avessimo pagato più del giusto
ai facchini che sogliono abusare della bontà dei
forestieri.
La Dogana per nulla visitò le nostre
valigie, bastando semplicemente
di aver dichiarato che non contenevano oggetti di
contrabbando.
Nello sbarcare ci incontrammo col
Generale Echaniz che il giorno
dopo la nostra parenza da Napoli
fu imbarcato su di un altro
vapore per essere condotto a Genova
e seguire il nostro destino e che aveva rimasto
nel Forte del Carmine il Generale Luverà.
13 AGOSTO
Dietro loro domande, sono partiti
per la Svizzera il Generale Sigrist ed i suoi due
figli. Parimenti sono partiti per Torino il
Tenente Generale Salzano e suo genero
Generale De Liguori per poi trasferirsi a Parigi.
Nello sbarcare mi alloggiai alla
locanda inglese "Smith"; per la
stanza, 2 franchi e mezzo e 2 franchi
e 60 centesimi per la tavola
rotonda, mezzo franco per il cameriere
e 60 centesimi per il lume.
Si vive carissimo. Il déjiuné nei
caffè, la tavola rotonda alle 5
p.m.
18 AGOSTO
È giunto in Genova anche il Generale
Del Balzo con 11 persone di
famiglia la moglie gravida di 6 mesi,
insomma tra figli persone
di servizio: 11 persone.
19 AGOSTO
Il Generale De Liguori che partì
da Genova il giorno 13 per Torino
col suocero Ten.Generale Salzano
oggi è giunto a Genova per imbarcarsi per Napoli.
Quante incomprensibili anomalie! Il suocero
e il genero hanno sempre appartenuto
all'Arma di Gendarmeria!
21 AGOSTO
Dietro loro domande, sono partiti
per Marsiglia il Colonnello
dimissionario Afan De Rivera, il
Tenente Colonnello del Genio
Guillamat ed il Maggiore del Genio
Quantel; per Torino, il Generale
Polizzi Vincenzo. Tutti i
generali abbiamo inoltrato domanda al Ministro dell'Interno
Minghetti chiedendo conoscere la causa del nostro
esilio e l'indecente arresto sofferto
a Napoli. Detta domanda, per mezzo del Questore,
ha avuto corso. Essendosi domandato un'udienza
perchè un Generale parlasse a nome
di tutti, è stato subito riscontrato per telegrafo
che il Generale Marulli(da noi delegato)
si fusse presentato venerdì all'udienza
del Ministro dell'Interno a Torino alle ore 11 a.m.-Da
Genova a Torino, per la strada
ferrata, si impiegano ore 6 in modo
che si percorre tal cammino due volte al giorno
una per l'andata ed una per il ritorno.
24 AGOSTO
Essendo rientrato da Torino il Generale
Conte Marulli, questi ci ha
detto che all'udienza del Ministro degli Interni
Minghetti, al quale espose
quanto conteneva la domanda inoltrata pel Questore
di Genova, lo stesso gli rispose
come qui appresso:
"Dai rapporti venuti da Napoli dal
Generale Cialdini niente vi è
sul conto si voi tutti; se cosa vi
fosse stata, sareste stati
giudicati o sarebbe stato giudicato colui sul quale
cadeva qualche colpa con le
speditezza che la legge vuole. Questa misura di
allontanarvi da Napoli si è presa per due cause:
la prima, perchè, come persone
influenti, essendo stati Generali Borbonici, atteso
le opere della reazione, avreste potuto prendere
parte in essa o avversare
con la vostra influenza l'azione del Governo. La
seconda: standovi in Napoli varietà di partiti,
quella parte esaltata, in
qualche momento di grande commovimento, avrebbe
potuto sgfogare il suo impeto e cattivo umore su
di voi. Epperò, per evitare tutte le due cose, è
stato passo prudentissimo di Cialdini allontanarvi
da Napoli. Attendete altri 15 o 20 giorni
nelle quali l'energia di Cialdini
verrà a capo della reazione e allora vi metterete
alla vostra posizione regolare e potrete
ritornare in Patria. Io ho schiettamente
lodato l'operare di voi tutti con l'aver ben difesa
la causa del passato Governo e siate
sicuri che se non si fusse parlato
di reazione non sareste stati arrestati.
3 SETTEMBRE
Il Generale Echaniz, premurato dalla
moglie da Napoli che trovasi
inferma, ha creduto portarsi oggi
a Torino(dietro permesso) per
pietosire il suo ritorno a Napoli,
ma dopo due giorni è ritornato
senza nulla ottenere.
6 SETTEMBRE
Tutti i Generali domiciliati a Genova
abbiamo avuto ufficio dal
Questore di presentarci da lui per comunicarci cosa
che ci riguarda. Essendoci
presentati alla detta autorità, la stessa ci
ha letto una ministeriale firmata
dal Presidente dei Ministri Ricasoli che diceva
quanto appresso: "Ho ricevuto
il suo foglio con cui Ella mi trasmette un ricorso
dei Generali Napoletani presentemente a Genova.
Senza entrare nel merito delle osservazioni nel
ricorso contenute, debbo però dichiararLe che strettissime
esigenze di ordine pubblico vietano assolutamente
che quei Generali siano per ora
lasciati liberi di ritornare a Napoli,
ove il loro arrivo potrebbe essere causa di discordie
e di grave perturbamento nella pubblica opinione.
La autorizzo a partecipare questo
riscontro ai ricorrenti soggiungendo
loro che il Governo desidera più che ogni altro
che il perfetto ristabilimento
dell'ordine delle Provincie Napoletane
permette la cessazione di una misura
che per quanto increscevole ella sia, reputa assolutamente
necessaria."
12 SETTEMBRE
I due Capitani D.Andrea Dupuy e D.Achille
Afan De Rivera, che con i Generali furono arrestati
la notte dell'8 Agosto c.a., questa
mattina sono partiti per Torino ove
sono stati adibiti a servire
nell'Arma di Artiglieria, cui appartengono.
19 OTTOBRE
Questa mattina il Generle Colucci,
dietro sua domanda, è partito
per Alessandria per restare colà
con sua figlia casata col
Maggiore del Genio in servizio in detta Piazza.
Costui è fratello al Generale Echaniz.
28 OTTOBRE
Questa mattina è partito per Torino
il Generale Afan De Rivera per
vedere suo figlio Achille, Capitano
di Artiglieria colà in servizio
e per parlare con qualche Ministro, in nome di tutti
i Generali, per il nostro rimpatrio.
Egli è rientrato oggi
2 NOVEMBRE
e ci dice di essere stato assicurato
che tra breve saressimo stati
autorizzati a rientrare in Napoli, però a uno o
due alla volte. Il Generale
di Artiglieria D.Emanuele Palumbo è stato autorizzato
a rimpatriare.
Abbiamo saputo che il Generale Polizzi
Vincenzo, da Parigi ove domandò
di andare, sia passato a Roma.
18 NOVEMBRE 1861
I Generali Rodriguez, Afan De Rivera
e Antonelli sono stati autorizzati
a rimpatriare ed il giorno 10 sono partiti per Napoli.
20 NOVEMBRE
Il Generale Echaniz è partito per
Torino per premurare il suo ritorno a Napoli.
24 NOVEMBRE
È ritornato da Torino il Generale
Echaniz senza nulla ottenere.
19 GENNAIO 1862
Il giorno 15 corrente il Generale
Echaniz partì di bel nuovo per
Torino rientrando oggi a Genova senza
ottenere altro che promesse per il rimpatrio. Appena
cominciato l'inverno, l'aria di Genova mi
ha sottomesso in modo orribile. Medici,
medicine, chirurgi, due operazioni
sofferte mi hanno fatto soffrire immensamente per
lo spazio di circa 4 mesi
con ingenti spese, stando in locanda inglese in
cui mi trovo fin dal mio giungere a Genova.
26 FEBBRAIO
Ricevo un ufficio del Questore di
presentarmi a lui per essere
comunicato cosa che mi riguarda.
Nello stato deplorevole di salute
in cui mi trovo, prego il Generale
Conte Marulli di portarsi dal
Questore e fargli conoscere che mi
trovo fortemente infermo da non poter in nessun
caso sortire dal letto. In effetti il detto
Generale mi porta trascritta la ministeriale
così concepita:
"In considerazione del favorevole
avviso del Sig.Prefetto di
Napoli, questo Ministro permette ai Generali Napoletani
Sig. De Martino Nicola ed Echaniz Antonio che faccino
ritorno in Patria.
Piaccia alla SV. Di darne comunicazione
di detta determinazione ai
suddetti Generali per loro norma."
Troppo doloroso fu per me il veder
partire il mio collega Generale
Echaniz da solo e non poter partire
insieme perchè 3 giorni a numero avevo subito la
prima operazione ai genitali dopo
l'applicazione di 15 mignatte alla
borza. Intanto l'inappetenza, lo spossamento di
forze, lo stare sempre al letto mi avevano reso
un cadavere, senza potermi muovere
se non con l'aiuto di un eccellente e fidato cameriere
che pagavo con 80 franchi al mese e
che dormiva nella mia stanza, stante
che ogni due ore doveva accendere il fuoco per applicarmi
i cataplasmi, tanto di giorno
che di notte. Ad onta, però, di tante
cure e di un medico consulente che mi visitava una
o due volte al giorno, nel mese di
marzo mi si formò un deposito di
pus dal testicolo destro fino all'ano, per cui dovetti
subire altra dolorosa e larga operazione
restando a letto per quasi un mese
nella stessa posizione in cui mi aveva piazzato
il chirurgo. Seguitando l'inappetenza e di
conseguenza lo spossamento di forze,
avevo quasi perduto la ragione. Intanto, al principio
di aprile, fui assalito da una
profonda sonnolenza in modo che il
cameriere impressionato andò subito a chiamare il
medico prima che giungesse l'ora in cui era
solito venire; mi diede una pozione
che non conosco perchè quasi senza sensi. Fortunatamente
trovavasi da me il Generale Conte
Marulli(per quanto dopo seppi) al
quale il medico disse che ero minacciato da moto
apoplettico e che all'indomani mi avrebbe fatto
somministrare i sacramenti e, pertanto,
credeva regolare che avesse scritto ai miei parenti
onde qualcuno di essi venisse a
Genova per quello che avesse potuto
succedere.
Ciò fu puntualmente eseguito dal
Conte Marulli che scrisse subito
a mio nipote D.Francesco, Canonico
della Cattedrale di Napoli, il quale, nel ricevere
la lettera si imbarcò subito con il mio
cameriere Gaetano sul grande vapore
"Garibaldi" giungendo a Genova il giorno 23 aprile.
Or siccome lo stesso medico continuatamente
mi diceva che se rimanevo
altro tempo a Genova vi avrei lasciato la vita essendo
quell'aria perfettamente a me contraria,
così nello stato deplorabile
di salute in cui mi trovavo mi risolsi a partire
il giorno 25 aprile 1862, facendomi trasportare
da 4 persone a bordo dello
stesso vapore "Garibaldi" sul di cui cassero presi
una cabina per noi soli pel prezzo di 400 franchi
giungendo a Napoli dopo due
giorni, e cioè il 27.
Appena salito a bordo cominciai ad
appetire qualcosa da mangiare , cosa che per circa
4 mesi mi aveva sempre disgustato non essendomi
nutrito di altro che di liquidi, come caffè, aranciate,
acqua ed amarena e qualche
tazza di brodo di pollo che era sempre preparata,
ma che difficilmente ne facevo uso per la forte
inappetenza che avevo.
Il Conte Marulli si compiacque portarsi
alla Questura per ritirare
il mio "foglio di via" così scritto:
"Regio Governo della Provincia di
Genova – Questura di Pubblica
Sicurezza – Carta di Passo – Partendo
da questa Città per recarsi a Napoli dietro l'autorizzazione
del Ministro dell'Interno
contenuta in sua nota del 22 febbraio 1862 n° 942.
Gab. Direzione Generale di P.S.: Sig. de Martino
Nicola – condizione Generale.- Genova 24 aprile
1862 – il Questore: F.to: Gulloi.
Si pregano le Autorità civili e militari
a lasciarlo liberamente passare
ed accordargli protezione in caso di bisogno.- La
presente è valevole per la sola destinazione."
Nel partite da Genova, tutti i Generali
erano rientrati a Napoli, ad eccezione del Conte
Marulli e del Conte Del Balzo, che rimpatriarono
successivamente.