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de martino di  montegiordano  mollura  de schivanovits

Genealogia

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Historical diary of  Brigadier de Martino di Montegiordano who fighted vs Garibaldi in 1859

Un particolare ringraziamento a Gabriele de Martino di Montegiordano che ha avuto la pazienza di trascrivere su supporto informatico il manoscritto del diario consentendomi di poterlo agevolmente inserire nel web

 

DIARIO STORICO DEL CAV. DON NICOLA DE MARTINO DI MONTEGIORDANO

MAGGIORE GENERALE DEL DISCIOLTO ESERCITO DEL REGNO DELLE DUE

SICILIE

SULLA CAPITOLAZIONE E RESA DELLA CITTADELLA DI MESSINA

APRILE 1859 -AGOSTO 1861

 

Messina 1859

 

 

 

Trovandomi al Comando della Cittadella di Messina ed osservando degli affissi sediziosi e delle notizie che si propagano giornalmente in piazza pel malcontento della popolazione che si lamenta pel cattivo ordine governativo e per l'imbecillità dei luogotenenti che si succedono, nonché spinti dalla setta Mazziniana che ha invaso l'intera Isola, sembrandomi impossibile che una rivoluzione presto non avvenga, e perciò che mi piace notarne tutti i movimenti di quanto accade in Messina o altrove che può venire a mia conoscenza. Dal 1° novembre 1859 al 15 dicembre dello stesso anno si sono verificati i seguenti assassini di persone in carica.

 

IN PALERMO - Il Direttore di Polizia nel portarsi con sua moglie ed un ragazzo suo figlio nella cattedrale per ascoltare la S. Messa, nell'attingere l'acqua santa, ricevè un colpo di stile sulla spalla. Il Commissario di Polizia, per aver osata troppa attività per scoprire il reo, con un colpo di pistola fu steso morto a terra.

 

IN MESSINA -Il Controloro di Dogana FLORES verso le ore 24 nella pubblica strada ricevè un colpo di rasoio che miracolosamente vive, stante che il rasoio non pervenne a recidere la carotide.

Il Giudice ARRIGÒ del Tribunale Civile andando in unione di altra persona verso mezz'ora di notte in pubblica strada ricevè un colpo

di stile.

Il Giudice del Tribunale di Commercio D. ANTONIO PAINO BARTOLO stando in unione dei suoi amici verso le ore 24 in pubblica piazza ricevè un colpo di stile sulla spalla dritta.

Il Direttore di Dogana MERLO mentre passeggiava per strada ricevè un colpo di rasoio sul viso che lo ha rimasto molto sfreggiato.

Finalmente oggi 15 dicembre nella strada più frequentata, e propriamente alle Quattro Fontane, verso le ore 22 il Presidente della Gran Corte ha ricevuto un colpo di pugnale vicino al femore della coscia dritta, di tutti questi assassini finora 27 dicembre nessun reo si è rinvenuto o riconosciuto.

 

MESSINA 26 FEBBRAIO 1860

Da molti giorni giunse in questo porto una nostra fregata a vela (forse per istruzione) e si ancorò fuori del porto in direzione della grande strada D.Leo e, a seconda le nostre ordinanza di marina, tutte le sere a ore due di notte tira un colpo di cannone per chiamare tutte le genti a bordo, ed altro tiro di cannone alla punta di giorno, forse significante lo sveglio. La sera del 20 corr., alla solita ora di due ore, nel tirarsi la cannonata a salva, scoppiò una bomba carica a mitraglia a costo di un palazzo di ricco negoziante detto D. Giovanni CONTE, fracassando molti balconi della sua abitazione, e poco danno alle vicine abitazioni: dalla gente torbida si propagò la voce che la bomba carica si era tirata dalla fregata in parola, per cui dall'autorità competente si ordinò esatte informazioni e l'esportizzo dei frantumi e pezzi del proiettile; ma mentre ciò si praticava il Commissario di Polizia fu minacciato di morte e nel ritirarsi rinvenne nella scalinata della sua abitazione due vasi ripieni di escrementi. Questa sera poi alle ore 24 il Regio Procuratore in pubblica strada è stato assassinato con tre colpi di stile senza conoscersi l'aggressore, come è avvenuto in persona di tutti gli altri: lo scopo è quello di sovvertire l'ordine e che la giustizia non più abbia il suo corso regolare.

 

1° MARZO

Dalle indagini accurate relativamente al proiettile che scoppiò la sera del 26 febbraio p.p. Si è conosciuto che non fu tirato dalla fregata, ma bensì preparato di persone rivoluzionarie per far saltare in aria il Commissario di Polizia che abita vicino al palazzo Conte, ed in effetto dell'esplosione restò gravemente ferito il Guardia di Polizia che accompagnava il Commissario che fu parimenti ferito: ieri sera poi fu rivenuto nel portone del detto Commissario un gran Cartellone che a grosse lettere dice: O PARTI O MUORI.

 

6 MARZO

Si ricevono lettere ufficiali da Palermo che alle Quattro Cantoniere, Centro della Città, si sono rinvenute quattro grosse bandiere a tre colori, e che in una chiesa ove si praticavano gli Esercizi Spirituali sono svolazzate molte colombe con nastri pendenti di tre colori.

Qui in Messina vi è fermento per varii legni da guerra approdati nel porto, ma non ancora ardiscono muoversi perchè temono i cannoni della Cittadella.

Gli Esercizi Spirituali per la Truppa si praticano nei rispettivi quartieri. Ricevo prevenzione ufficiale di tener tutto pronto nella Cittadella per viveri e quanto bisogna pel giorno 15 del corrente marzo.

 

7 MARZO

Questa mattina nei consueti siti si sono rinvenuti gli affissi,con i quali si fa conoscere che S.M. Si è benignato ribassare il dazio del macino, e togliere la fondiaria a tutte le case a pian terreno: questi affissi dopo qualche ora con disprezzo da gente torbida col massimo disprezzo sono stati strappati, lacerati e buttati a terra. Sono già dieci mesi che i grani esteri in gran quantità qui sbarcano senza pagare dazio, i magazzini ne riboccano, intanto la popolazione per non esservi meta, e per insinuazione di una setta che esercita un incredibile monopolio in tutti i generi e commestibili di prima necessità per indurre il basso popolo a rivoltarsi. La setta o gente torbida rivoluzionaria per nulla si ricrede ad onta del discorso che Napoleone III ha tenuto al Corpo Legislativo in 1° corr. Che promette pane all'Europa intera, ed il pronto ristabilimento dell'Italia Centrale, perchè tutti generalmente nella Isola intera desiderano guerra e rivoluzione, sulla supposizione di trovarsi meglio sotto altro governo. La truppa è nella massima prevenzione, e quasi sempre pronta a prendere le armi.

La Cittadella è sempre con miccia accesa. Verso le ore 21 col telegrafo elettrico si segnala da Palermo, essere colà avvenuta una dimostrazione, e che si usasse qui in Messina la massima sorveglianza; all'oggetto tutti i posti in città sono stati raddoppiati: gli inglesi suscitano la rivolta.

 

16 MARZO 1860

Questa notte per telegramma è giunta notizia ufficiale al Console di Francia, che l'intiera Italia Centrale si è riunita al Piemonte: grande allegria e simpatia manifesta tutta la popolazione perchè vivono nella certezza che col Vapore diretto perverranno decreti di costituzione, e riforme.

 

17 MARZO

Per le notizie di ieri questa mattina si sono rinvenute molte bandiere tricolorate per varii Cantoni della Città: i liberali spacciano notizie allarmanti, ma temono molto la Cittadella.

 

19 Marzo

Essendo pervenuta la notizia che il Maresciallo VAILLANT ha ricevuto ordine da Napoleone di tenersi pronto per ritirarsi in Francia col suo Corpo di Armata di 50 mila uomini che trovansi in Lombardia per impedire che i Tedeschi calassero in Italia; ciò ha sgomentato i liberali, perchè,a quanto dicesi, pare che Napoleone sia di contrario avviso che il Re di Piemonte recuperi un terreno di circa 15 milioni di abitanti. In Lipari nella processione del Protettore S. Giuseppe gli hanno situato nelle mani la bandiera tricolorata: quest'Isola è patria della madre del Generale NUNZIANTE.

 

5 APRILE

Ieri il telegrafo da Palermo segnalò che gente rivoltosa molto armata aggredì la truppa che tuttavia si sta battendo: sull'istante in Messina si sono raddoppiati tutti i posti, e numerose pattuglie sortiscono per la Città comandate da Ufficiali.

Intanto il Maresciallo RUSSO Comandante la Provincia e Piazza di Messina ordina che tutta la truppa per Compagnie all'una p.m. Di oggi stesso si porti a visitare i SS. Sepolcri, e alle 4 p.m. Lui con l'Intendente e tutti gli Uffiziali si porterebbero a fare lo stesso atto di devozione; ma verso le ore 11 a.m. Essendo pervenuta la notizia che molta gente armata veniva dalla parte di Catania, e che ogni comunicazione telegrafica era rotta con Palermo e Catania, si è contramandato  l'ordine, ed invece la truppa è rimasta consegnata in quartiere pronta a prendere le armi raddoppiando i Veterani; facendo sortire intiere Compagnie con tenuta di marcia pattugliando la città. Messina sembra quasi deserta: la poca gente oneste teme eccessivamente e si ritira nei Casini. Le notizie che corrono in città sono che dopo domani Sabato Santo deve scoppiare la rivoluzione . Lo spirito della truppa è eccellente-cannoni ne abbiamo ed a sangue freddo attendiamo gli eventi. Molte famiglie di Uffiziali si sono ritirate nella Cittadella. Le famiglie che si sono ritirate nei Casini, dalle bande armate sono state sottoposte a contribuzione. La comunicazione con la Calabria è anche interrotta: in varii punti sono state abbattuti i telegrafi ed il filo elettrico: si riceve avviso di essersi ristabiliti prontamente, dopo qualche ora: ma di nuovo saranno abbattuti!

 

6 APRILE

Dal Segretario si S.M. (D.G.) si domanda conoscere lo spirito pubblico della provincia di Sicilia – pattuglie come ieri ed i posti da per tutto raddoppiati. Ieri, dopo un grande silenzio in Città che sembrava abbandonata, verso le 23 ore d'Italia si aprivano le botteghe mezzo socchiuse e si popolò la città rassicuratasi dalle forti pattuglie che giravano per la visita dei SS. Sepolcri che i pagani praticavano. Si sparge la voce dai demagoghi di essere in attenzione dello sbarco di Garibaldi con grande seguito di Emigrati.

Si supponeva quest'oggi una dimostrazione armata, allorchè due Compagnie si trovavano scortando la processione della Sacra Vergine. Il Generale Comandante le Armi nella Provincia ha creduto regolare non spedirvi la Compagnie e la Processione non ha avuto luogo.

Da Cefalù, a qualche distanza da Palermo, alle ore 21 è stato qui segnalato per telegrafo che da questa mattina si sentivano continuati colpi di cannone. Da Palermo a Cefalù i telegrafi sono stati abbattuti, ed i fili elettrici spezzati. Tutte le famiglie dei militari, numerosissime, ed i loro equipaggi quest'oggi si sono ammassati in questa Cittadella: il numero degli Uffiziali che alloggiano in Città è immenso, disgraziatamente tutti casati. Oggi Messina sembrava Napoli del giorno 4 di maggio, perchè oltre agli immensi equipaggi che da tutti i punti della città si trasportavano nella Cittadella, gran quantità di equipaggi dei pagani si trasportavano nei Casini in campagna: gran soddisfazione per un Uffiziale soltiere in queste circostanza, ove vedesi l'infelicità dell'Uffiziale casato e con prole.

 

7 APRILE

Ordine pressante questa notte che i Capi di Corpo e tutti gli Uffiziali non si ammovessero dai corpi e dalle rispettive Compagnie nei Quartieri. Ore 9 a.m. le truppe della Cittadella tutte pronte a prendere le armi. Si pubblica all'ordine della piazza che il caso di all'armi verrà indicato da una bandiera rossa inalberata sulla fortezza della Cittadella e da tre colpi di cannone e polvere. La Città è circondata da truppa in posizioni, e numerose pattuglie comandate da uffiziali traversano tutte le strade della Città. La popolazione sembra atterrita: cioè la gente onesta. Sono le 11 a.m. Attendiamo la dimostrazione armata si suppone doversi fare da gente torbida nel toccarsi la "Gloria", perchè Sabato Santo. Il Comandante della Cittadella si trova imbarazzatissimo per provvedere di alloggio alla meglio a numerosissime famiglie di Uffiziali Superiori ed Uffiziali di tutte le Armi; La Cittadella è zeppa di equipaggi; intanto tutti si ritirano in questo baluardo perchè credonsi al sicuro, e bisogna che siano al coperto dal colpo che si suppone. Al piacere dei rivoltosi, che godono vedere lo sfratto che si fa di tutte le case dei militari che si ritirano nella Cittadella, e dei pagani in campagna, si aggiunge la vana speranza del vapore che deve giungere da Palermo con la notizia del vantaggio che i rivoltosi hanno riportato sulla truppa; fatto sta che invece del vapore diretto, che pel cattivo tempo di mare non è giunto, ma bensì un vapore francese il quale dà notizia ai Consoli di essere cessato il fuoco nella Città di Palermo, e che i rivoltosi sono sortiti fuori la Città, dalla truppa inseguiti con vantaggio; più essere giunte alla vista di Palermo 3 fregate napoletane a vapore cariche di truppa; a tal notizia la buona gente si è tranquillizzata. E' sonata la "Gloria" e nessuna dimostrazione è avvenuta, ed i Consoli esteri si sono portati dal Sig. Generale Comandante la Piazza Maresciallo Russo pregandolo ritirare tanta truppa perchè la Città trovavasi del tutto atterrita e che non vi era ostilità da temere; in effetti è stato ordinato restare in quartiere i soli Uffiziali di settimana, e la truppa sempre pronta a sortire dalla Cittadella e dai quartieri in Città.

 

8 APRILE - PASQUA

Sono le 9 a.m. Nessuna novità in Città. L'Intendente scrive al Maresciallo di aver fatto disperdere dalla polizia qualche attruppamento di facinorosi e che lo raccomanda di non far dimostrare ostilità dalla truppa contro i pagani. - Pare che gli affari progrediscono come al 1848-certo è che l'Intendente, figlio del celebre Marchese Artala, non opera lealmente: per suo ordine la polizia non aggisce più. Alcuni furti sono avvenuti più verso sera in pubblica strada da gente armata di stile. Immensi equipaggi tuttavia entrano nella Cittadella e che resteranno allo scoverto. Il Sig. Maresciallo Russo anche ha mandato il suo equipaggio in Cittadella, ed al quale ho ceduto parte del mio alloggio per la sua famiglia: quando mai Signore nel mio alloggio!!  Quasi il 3° dei cittadini ha abbandonato la Città nella quale altro non si osservano che gente in giacca e folta barba; molti di essi esteri o dei paesi della provincia. Se il Generale Comandante delle Armi non pone in stato d'assedio la Città, preveggo che il popolo prenderà il di sopra. - La corrispondenza telegrafica con Palermo seguita ad essere interrotta, non però in Cefalù.- Quest'oggi si sono spedite molte munizioni in Catania col vapore per via di mare. - Il telegrafo elettrico da quì per Napoli non aggisce, ma bensì con una barca si mandano i dispacci a Reggio che per l'elettrico li partecipa a Napoli.

Ore 23-Si è attaccato il fuoco in Città; all'istante la Cittadella, alzando la bandiera rossa, ha tirato tre colpi di cannone per annunciare all'armi ed avvertire a tutti quei militari impiegati a dirigersi ai loro posti; la truppa in un'istante ha preso posizione; in vari punti si è attaccato il fuoco. Un Granatiere è stato pugnalato, un caporale dei Veterani ucciso a colpi di stile, altro soldato ferito da colpo da fuoco ed il Cappellano Parisi del 2° di linea ferito con pugnale; la truppa si è distinta e le nostre reclute si sono comportate da vecchi soldati. Molte persone arrestate mi giungono per restringerli nelle prigioni della Cittadella, arrestati con armi bianche o pistole. Sono le 2 della notte ed un "Criminale" ne contiene già 23, tutti forniti di barba. La truppa seguita a percorrere le strade della Città non risparmiando polvere ove sono attruppamento; molti pagani sono passati agli esterni riposi. Rivolta alla stessa ora a Barcellona ed altri paesi vicini.

 

9 APRILE

Tutta la truppa è rimasta in posizione durante la notte come tuttora si trova, ed al bivacco a terranova fronte alla città. Il Maresciallo, i Generali ed Uffiziali Superiori parimenti hanno passata la notte al Quartier Generale S. Girolamo. - Stamane due pagani sono stati ammazzati dalle nostre reclute che si battono con energia. Il telegrafo ad asta delle alture dirimpetto Messina è stato distrutto e siccome sui monti si scorgono facinorosi armati, è stato spedito il Sig. Ghio del 2° di linea con un battaglione e due pezzi di campagna per batterli, cosa difficile perchè non lo attenderanno. Sono le 10 a.m. Ricevo due liberali da restringerli nel Criminale, uno di essi è il dottissimo filosofo Sacerdote D. Carmelo ALLEGRO, su cui vi si sono rinvenuti circa 2000 ducati di piccole fedi e contante che si suppone dovesse distribuirli ai rivoltosi. Alle ore 10 a.m. Perviene il vapore da Palermo con liete notizie: la carnificina e incendio colà è stato sufficiente; si perseguitano i rivoltosi, la città è nell'ordine normale con l'arresto dei promotori tra i quali Monteleone, Barone Viso e altri. Lo stesso vapore ha portato i proclami di Palermo dati dal Generale in Capo i quali si sono affissi in Messina e mandati anche col vapore a Catania e Siracusa. Pare che la rivoluzione sia generale, ma tutto svanirà perchè la truppa si batte da non poter meglio desiderare. Dubitò però per la poca esperienza dei Generali. -Tutte le corvè e trabanti sortono armati e con scorta ed è cosa graziosa vedere i nostri giovani coscritti impugnare il fucile e sparare senza misericordia. La corvè del pane avendo inteso battere la "Generale" alla Cittadella, in unione dei trabanti, hanno fatto fuoco ingiustamente contro i pagani uccidendone molti. Ore 23-Batte la "Generale"-Artiglieri e linea ai loro posti. Si veggono masse armate sulle alture, ma sicuramente non scenderanno. Questa mattina appena hanno veduto truppa che sortiva dalla Cittadella si sono sbandati come capre.

 

10 APRILE

La truppa è tuttora sotto le armi in posizione. Terza notte che si veglia, i posti di guardia non sono cambiati e tutti sono di servizio. La Città è in stato d'assedio. Tutto dipende dall'Autorità Militare. L'intendente è stato richiamato in Napoli per dar conto del suo operato. Siamo in attenzione del rinforzo di truppa: 1000 da Napoli e 1000 da Palermo. I vapori sono in molta attività. Immense famiglie seguitano a ricoverarsi nella Cittadella, gli equipaggi sono allo scoverto, tutti gli alloggi e Caserme sono stivati di gente, anche un Vescovo in partibus. Nel mio alloggio ho dato luogo alla famiglia del Generale Comandante le Armi ed al Sig. Generale Afan de Rivera e Capo di Stato Maggiore.

Sono le Due p.m. e tutto è tranquillo in Città; il commercio è aperto, il disarmo si esegue, la spesa dell'ordinario si fa con la massima tranquillità ed i trabanti isolati si portano a fare le spese, essi però vi vanno armati. Sono le ore 20, si osservano bandiere tre colori sulle cime dei monti che circondano Messina. Si attende rinforzo da Napoli, ma sembra vana la speranza. Alle ore 23 siamo attaccati da tutti i punti. Batte la "Generale", la truppa occupa subito tutte le posizioni ad essa assegnate. Abbiamo la fortuna dell'eccellente spirito della truppa massime dei coscritti di recente giunti ai Corpi.

In un momento il fuoco è cominciato simultaneamente dai giardini dei Moselli, Porta Leone, Porta Giajero, in città, alla vicaria, infine da per tutto massime a Porta Bozzetta. La perdita nostra è stata di pochi soldati feriti ed un morto; un Uffiziale ferito e ciò perchè l'azione quasi tutta di notte, essendosi consumate molte munizioni, ma poco produttiva in tempo di notte. Il Castello – detto il Castellaccio – ha consumato bastanti munizioni e illuminaria per scorgere ove erano di stanza i rivoltosi. Dal Bastione Di Blasio si sono tirati vari colpi a mitraglia; la Cittadella si è taciuto. La perdita dei rivoltosi non la sappiamo, nè possiamo conoscerla. L'azione è stata calda e sembra che il nemico abbia buona direzione: il fuoco è durato 9 ore interpellantamente. Ho ricevuto nella Cittadella molti arrestati; la truppa defaticatissima ha dormito agli stessi siti, avendo avuto circa 3 ore di riposo al bivacco. Le truppe in città si sono ben battute e perchè da una finestra e da un balcone si è tirato qualche colpo ai nostri giovani soldati con l'anzietà di sparare hanno fracassato porzione delle finestre e balconi della migliore strada della bella Messina. Sono già tre notti che dormiamo vestiti.

Seguita in città il disarmo, ad onta che [...] all'entrare dei rivoltosi [...] Si attendono i vapori con truppa, senza di che non possonsi reprimere tutti i paesi circovicini, che, dalle notizie che ci pervengono, sono tutti in rivolta. Prevedo ruina immensa; il popolo ha conosciuto la sua forza. Ieri pria di battere la "Generale", nel mentre mi portava all'avanzata, ricevei le armi di questo Intendente Artala e del suo segretario generale.

 

11 APRILE

La truppa stando al bivacco, parte nei posti raddoppiati in Città e parte avanti la Cittadella, la corvè pel pane e per la compra dell'ordinario, nonchè tutti i trabanti si sono portati nei diversi punti della Città per tanto eseguire verso le ore 10 italiane; ma appena ciò eseguito, in vari punti i rivoltosi hanno attaccato il fuoco, ma debolmente perchè tutta la truppa, che per nulla si era ritirata nei quartieri, era al suo posto.  Arrestati politici alla Cittadella ne pervengono continuamente.

Una terribile pioggia ci ha felicitato fino alle 3 p.m. la truppa al bivacco ed in cordone avanti la Cittadella si è ritirata, ma verso le 7 per alcuni colpi di fucile che si sono tirati, si è battuta la "Generale" e chiamato all'armi, e di bel nuovo la truppa con somma pazienza è uscita bagnata come trovavasi; pare che il progetto dei rivoltosi sia di stancare la truppa. -Alle ore 9 ¼ siamo rientrati in quartiere lasciano due compagnie in cordone dalla batteria Di Blasio fino alla Maddalena, altra nella Caponiera che conduce a Di Blasio e finalmente altra avanti la spertungata; e ciò oltre la Gran Guardia in Città e a tutte le porte con numerose forze. Quest'oggi i consoli francese e inglese, il Segretario Generale dell'Intendenza ed il sindaco sono stati dal Generale Comandante le Armi a pietosire per tanta calamità che passa e di impedire il troppo furore dei soldati (i quali veramente sono stati un poco eccessivi con sparare ovunque) protestando essere pochi tristi che fanno tanto piatire ma che la gente onesta non ha nulla che fare con essi: intanto la gente onesta è quella che ti paga. Verso le ore 6 ½ di notte il cordone a Terranova e Porta Giajera sono stati attaccati, si è battuto la "Generale"; la truppa della Cittadella è sortita all'istante, ha rinforzato il cordone con una compagnia ed il restante del 2° di linea alla sua solita posizione. - Si è fatto fuoco, i rivoltosi dalla parte dei giardini detti Moselli ed il cordone da Terranova; la batteria Di Blasio essendosi avveduta che i rivoltosi tiravano da dietro un muro, vi ha tirato una granata che ha fatto tale effetto che il fuoco è subito cessato -. La truppa non ha lasciato le sue posizioni fino alle ore 6 a.m. Quando si è ritirata in Cittadella. Un'altra notte perduta; la truppa è veramente stanca.

 

12 APRILE

La truppa ha riposato fino alle 7 a.m. in cui si è battuta di nuovi la "Generale" perchè attaccati fortemente i posti Vicaria e Forte Castellaccio, da quest'ultima la banda dei rivoluzionari è stata ricevuta a colpi di cannone. La prima metà della truppa della Cittadella è sortita alle ore 9 ½ la 2ª all'una a.m. rientrando la prima per farla riposare. Si è spedito truppa a Porta Bozzetta spedendovi anche un pezzo di artiglieria a trascino che ha tirato bastanti colpi e così le masse si sono allontanate con qualche perdita. Da parte nostra abbiamo avuto un cacciatore del 2° di linea morto e vari feriti. La truppa si è ritirata alle ore 6 a.m. Del giorno 13 perdendo altra notte senza riposo.

 

13 APRILE

Verso le ore 8 a.m. Sono giunti da Napoli sui vapori due forti battaglioni formandone quattro, comandati dai Colonnelli Ferrara e Duspet, da alloggiarsi in Cittadella, sostituendo il 2° di linea che riposa con paglia a terra in Città nei vari Conventi; parimenti è sbarcata la batteria a trascino n°8 comandata dal Capitano Carascosa, ma senza muli e cavalli che si attendono per domani.  Il 2° Reggimento di linea è sortito dalla Cittadella ad ore 22. Tutte le di loro famiglie ed equipaggi sono rimasti nella Cittadella-. I Signori Uffiziali dormono nelle Compagnie. - Ordine espresso di non più far fuoco se non perfettamente assaliti, nè di battere più la "Generale"; i posti si sono aumentati e questi soli debbono battersi per essersi ben conosciuto essere pochi rivoltosi.

 

14 APRILE

La Città è tranquilla, il commercio aperto e le botteghe negoziano come di consueto. -Il Comitato Segreto esiste, il Comando Militare nulla può fare se la polizia è dalla parte di esso perchè persone molto ricche; tra il Comitato vi era l'Intendente, intanto non si può provare perchè la polizia infedele, a segno che il Capitano d'Armi, che gode di 100 ducati al mese, da due mesi è assente da qui, non pertanto per testimoni oculari si conosce che in Barcellona, nelle vicinanze di Milazzo egli ha proclamato la libertà d'Italia con bandiera di tre colori che lui portava. Questa  mattina alle ore 10 a.m. Sono sbarcate le mule e i cavalli della 8ª batteria a trascino n°13.

Si attende da Napoli la Cavalleria, che tutti si riuniranno in Catania.

Un villaggio stamane ha rimesso circa 124 fucili in questa Cittadella, la maggior parte erano stati presi da Doganieri e Guardie urbane.

 

15 APRILE-DOMENICA

alle ore 7 ½ a.m. Sono partiti 600 uomini del 2° di linea la mezza batteria n° 13 per Catania.

Alle 2 p.m. dai vapori partiti da Napoli sono sbarcati uno squadrone di lancieri con cavalli e banda; subito dopo sono partiti i vapori per prendere altra cavalleria che deve completare il n° di 100.

È sbarcato parimenti il personale dell'ambulanza con 40 brande ed altrettante casse di medicinali, cassettoni di ferri chirurgici e quanto può bisognare per un Corpo d'Esercito.- La Città comincia a popolarsi, il commercio si attiva, fucilate non più se ne sentono per le strade, molti furti sono stati commessi nei casini dai rivoltosi.

 

16 APRILE

Alle ore 9 ½ a.m. sono sbarcati altri 2 squadroni di lancieri trasportati da tre vapori. Sono partite alla punta di giorno tre piccole colonne mobili per differenti punti della provincia. Si è manifestato all'ordine di questa Real Piazza la piena soddisfazione di S.M.(D.G.) pel modo come le truppe coraggiosamente ha sedato le rivolte, ed accorda la doppia diaria a tutte le truppe dal giorno 12 in poi, promettendo compensi a coloro che si sono più distinti.

 

17 APRILE

Da quest'oggi i Forti di Corsagra e Castellaccio hanno cessato di ricevere i viveri di riserva stante che essendo la Città rientrata nell'ordine normale, possono calare nelle piazze per eseguire la compra dei viveri per l'ordinario.- Stamane alla punta di giorno sono partite tre Compagnie dell'8° Cacciatori: una da restare nel villaggio di Milo, altra a Bozzetta, e l'ultima a Barcellona; tutti villaggi a poca distanza da Messina e Milazzo.

Dell'8° Cacciatori due sole Compagnie sono rimaste in Messina; una a S.Girolamo, altra al Noviziato.- Il 2° di linea in Città avendo spedito 600 uomini a Catania.-il 14° e 15° di linea la l'8ª Batteria a trascino in Cittadella di permanenza.

 

19 APRILE

Ieri alla punta di giorno in un avamposto furono tirate poche fucilate la truppa ha risposto subito all'invito ed al solito tutti sono fuggiti. Cadde morto un gentiluomo ed il cavallo anche morto.

Per Messina si spaccia che i soldati tiravano a volontà senza essere provocati, e ciò per persuadere che non esiste la congiura, nel mentre dei paesani delle borgate vicine, dai Doganieri disarmati e dagli impiegati del macino si rapportano masse di due a tre cento uomini ognuna e denunciando nominativamente i Capi.

La rivolta presente fortunatamente ha abbortito con anticipo ma tiene molte radici ancora; con la sollecitudine con la quale S.M.(D.G.) ha spedito con vapori truppa di tutte le armi ha dissestato i congiurati.

L'energia cui la truppa ha dimostrato li ha sorpresi, non però cercano di sottomettersi stante che il di loro carattere è del tutto ostile contro il Governo, anche gli impiegati, salvo i buoni che sono pochissimi.- Verso le ore 20 sono giunti nel porto 5 vapori ed hanno sbarcato due squadroni del 2° Lancieri e sono stati alloggiati in Città. - Messina è popolata come al solito, il commercio si è attivato come prima, tutte le botteghe sono aperte , la Dogana fa il suo ufficio, sembra essere ritornato tutto allo stato normale.-Vi è però poco da fidare.- Una Compagnia dell'8° Cacciatori è rimasta di guarnigione a Patti. Gli arrestati politici da me ricevuti in questa Cittadella del giorno 8 sono i seguenti:

 

D.Giovanni TRIMARCHI, D. Giacomo CALINDO, D.Matteo RUSSO;D.Rosario TRIMARCHI, Candeloro LAZZAROTTO, D.Luigi CARNERA,

D.Pasquale SANÀ, D.Giuseppe MORABITO, D.Marcello GRILLO,D.Giovanni LA ROSA, D.Giuseppe TRIPODI, D.Carmelo CUSCINÀ, D.Giovanni TRIFILETTI, D.Carmelo ALLEGRI(Sac.), Giuseppe CUSCINÒ,Andrea CAVATOJO, D.Andrea LOMBARDO, Salvatore RAGONA, Salvatore AMANTE, D.Giuseppe LOMBARDO, Salvatore CARDILLO, Gaetano SCORDINO,D.Nunzio CRISAFULLI, Mariano VITRON(alias cappuccio), D.Giuseppe DI SALVO, Giuseppe CUCCINOTTI, Diego FERRARA, Gaetano GATTO,D.Domenico RUSSO, D.Carlo AGRESTO, Pietro MONTERA, D.Pasquale SANTORO, D.Benedetto BENSAI, Luigi SCUDIERI, D.Carmelo LA BADESSA,D.Litterio FAZIO, Carmelo DANGO, D.Salvatore LA BADESSA, D.Luigi AINIS, D.Placido GIUNTA, D.Salvatore LO SCHIAVO, Andrea FABERTI, D.Santo VITALE, D.Felice SFERRAZZA, D.Antonio CURRÒ, Carmelo MARCHESE, Giuseppe DE COTA, Giovanni PIZZO, D. Giuseppe RISTUCCIO,D.Antonio CONDURSO, D.Gaetano SACCONE, D.Silvestro CICIONE,D.Giuseppe COSTA, Pietro NOISIO, D.Litterio TRIPODI.

 

20 APRILE

Due fregate a vapore ed un brigantino da guerra a vela in crociera pel litorale della Sicilia perchè si suppone che GARIBALDI con una masnada di Italiani tenta di sbarcare nell'Isola. Telegramma da Napoli. In Palermo sono stati fucilati 13 individui presi con le armi alla mano.

La Commessione Militare colà è in permanenza. Il fiore della nobiltà più ricca è assicurata alla Giustizia, cioè il Barone VISO, principe di MONTELEONE, Duca SCORDIA, Principe GIARDINELLI, ed il Principe MONTERASO. La truppa in Palermo è sempre in posizione; sanguinosi attacchi vi sono stati nei paesi vicini; la truppa ha riportato sempre vantaggio. Sono stati bruciati Misilmeri, Bacaria e Carini ed immensi casini. Catania in apparenza sembra tranquilla; la truppa colà da qui inviata ha argomentato i rivoltosi.

 

22 APRILE

La Città trovasi nello stato normale ed il commercio in pieno vigore; tutte le teste sono alterate, i militari in attenzione dello sbarco degli esteri segnalati da Napoli per poterli battere; le teste riscaldate, con la speranza di rivendicarsi, con molta prudenza fra loro si intendono; le donne dei militari che tremano; chi è uscito dalla Cittadella cerca di rientrarvi; in fine, chi guarda le cose con spirito tranquillo si ride di tante cose che si suppongono e a cui si dà tanto peso da persone che non vi dovrebbero tanto badare. Alle ore 2 p.m. mi pervengono i seguenti demagoghi per restringerli in queste prigioni: Giuseppe MARINO, Giovanni CONSOLO, Giovanni BOLOGNANO, Diego DI DONNA, Angelo LOMBARDI, Giuseppe BARILLE, Pietro CARATOZZOLO, Giovanni MOLINO, Giovanni LOMBARDI, Candeloro LOMBARDO, Giuseppe SOTTILE, Giuseppe CHIAVAY, Francesco COGLITORE, Frencesco PERDICHIZZI, Giovanni BARBAGALLO.- Quest'oggi tutta la truppa si è esercitata nella propria piazzetta e l'artiglieria e cavalleria a Terranova.

 

24 APRILE

Questa mattina alle ore 6 a.m. sono partiti 139 uomini del 2° di linea, due squadroni di Lancieri e mezza batteria a trascino n°8.

I 139 uomini del 2° di linea scortano la mezza batteria fino alli Giardini a due tappe da Messina, e quindi ritorna, trovandosi ai Giardini altro distaccamento della truppa di Catania che scorta l'artiglieria e i due squadroni di cavalleria a Catania.

La città è tranquilla; nessuna notizia finora vi è del supposto sbarco degli emigrati ed è perciò che sul dubbio le persone paurose con famiglia non ancora sgombrano la Cittadella.

Alle ore 11 a.m. il sig. Maresciallo di Campo RUSSO con la famiglia ha lasciato parte del mio alloggio che occupa fin dal giorno 8 corr. ritirandosi nelle sue abitazioni in Città. Verso le ore 20 si è ritirato il distaccamento di 30 uomini spinto fino a Taormina in dove ha ricevuto mille simpatie e la Comune, durante la loro stazione colà, ha dato pranzo ai soldati ed Uffiziali gratis; per tutti i villaggi per dove detto distaccamento è passato è stato cordialmente ricevuto.- É rientrata parimenti una Compagnia di Cacciatori che ha eseguito il disarmo al Gesso conducendo due cariche di fucili ed altre armi.- Da Palermo si ricevono notizie soddisfacenti per la truppa.

 

25 APRILE

Per quanto mi rapporta il [...] di Artiglieria MUSTO, questa notte una quantità di persone hanno cantato sotto la sua abitazione e per quanto abbia potuto udire vi era il ritornello di punire il tradimento; questa combricola che suppone vi erano anche dei marinai sbarcati di notte, si è dileguata all'avvicinarsi di una pattuglia.

Pare che l'accanimento sia permanente in essi, nè cessano i di loro pravi sentimenti, nel mentre in Città si mostrano così umiliati e sommessi che sembrano pecore e tutti assicurano che pochi ladri sono quelli che pervertono la Città e che tutti sono innocenti, come lo assicurano ancora i 76 prigionieri politici ristretti in queste carceri della Cittadella, abbenchè presi con le armi alla mano.- Verso le ore 22, S.M. (D.G.), per l'elettrico, segnala di raddoppiare di vigilanza perchè oste nemico si aggira per mare.

 

26 APRILE

Alle Due p.m. sono venuti arrestati 5 detenuti politici:

D.Pasquale LO SCARDO – Consigliere d'intendenza e Senatore;

D.Pietro GIUSTI;

D.Antonio CUNDARI;

D.Placido MARGARENI;

D.Lorenzo PISPISA;

 

Le città è nello stato normale.-I fogli esteri trascrivono le le lettere che S.A.R. Il Conte di Siracusa scrive a S.M.(D.G.) consigliando a stendere la mano all'Amico Vittorio Emanuele, re del Piemonte. Per quanto si suppone, tutti gli arrestati politici che cattura la polizia, sia ordine che perviene da Napoli perchè manifestati da questo Sig. Intendente che fu richiamato nella Capitale per rendere conto di quanto ha praticato in questa, prima della rivolta.

 

27 APRILE

Il Distaccamento che accompagnò la mezza batteria a trascino n°8 stamane alle 11 a.m. è ritornata dai Giardini.- 48 arrestati politici, alle ore 4 p.m., dalle prigioni della Cittadella sono passati alle Carceri Centrali, rimanendovi in questa solo 27.

 

28 APRILE – SABATO

Per la Madonna della Lettera si celebrano le Vesperi per nove sabati che precedono il 3 giugno, dei quali, come dicono i Messinesi, i primi quattro sono a Muccioni e gli altri 3, che si celebrano con più solennità ed illuminazione e si dicono solenni – la domenica poi dell'ultimo sabato sosta la gran processione in cui si mostra il Cappello della SS. Vergine che gira per la Città seguito dal Senato e altre autorità con l'intervento di forte distaccamento di truppa; in questi 5 sabati solenni tutte le numerose campane di Messina al tocco di quella della Cattedrale suonano per molto tempo a gloria alle ore 18 a due ore di notte e alla punta di giorno.-Il sabato di oggi è l'ultimo di quello che dicono a Muccioni e nel mentre la musica cantava i salmi e il quadro della Vergine era scoverto, un fanatico si è posto gridare "Vergine della Lettera – Viva la Costituzione", grido che non tutti che stavano stivati nel vasto tempio lo hanno inteso,ma quelli che gli erano vicini, spaventati, si sono affrettati a fuggire della Chiesa per non compromettersi, come hanno praticato i più lontani, che il frastuono della musica non gli aveva fatto sentire lo stentorio grido di "Viva la Costituzione".

La folla in Chiesa era tale che, quantunque vi siano 3 porte, pure a stento si è evacuata in un momento senza confusione.- Il fanatico è stato subito portato nella Sacrestia per non farlo gridare.

Per segno telegrafico è stato esonerato questo sindaco dal suo incarico.

 

3 MAGGIO

Quest'oggi si sono posti gli affissi di essersi tolto lo stato d'assedio a Messina, come lo è stato tolto parimenti a Palermo per essere tutto rientrato nello stato normale; si spera che non si rinnovi più, almeno per qualche anno.

 

7 MAGGIO

Vi è prevenzione di uno sbarco nemico; cinque fregate a vapore sono in crociera con una fregata a vela di 40 cannoni, altre due a vapore si attendono da Napoli.-L'8° Battaglione Cacciatori ha ricevuto l'ordine di tenersi pronto a partire; il Maresciallo di Campo Afan De Rivera ha ricevuto ordine di partire con esso; finora non si conosce quale sarà il suo destino. Dicesi che il Re di Piemonte avesse fatto conoscere al nostro sovrano (D.G.) che questa masnada imbarcata non sono Sardi (come con sicurezza si accerta) ma bensì fuoriusciti ed emigrati di varie nazioni che cercano sbarcare in Sicilia, ove molti parteggiani o quasi l'Isola intera con essi si associerebbero in caso che sbarcassero.

In Palermo venerdì passato vi fu una dimostrazione con gran numero di campane, ma i rivoltosi fecero fiasco e dopo tutto sedato, S.E. il Luogotenente con affissi fece conoscere che se si fusse di bel nuovo rinnovata tale dimostrazione avrebbe bruciata la Città e quindi fece togliere i battagli a tutte le campane di Palermo.- Qui a Messina si è pubblicato editto che chiunque viene sorpreso con armi qualunque sarà giudicato subitaneamente dal Consiglio di Guerra di guarnigione, elevato a Corte Speciali, e condannato a morte.

 

8 MAGGIO

Il Colonnello SEVERINO, Segretario di S.M., verso le ore 7 a.m. per telegrafo avvisa essere partiti da Genova 3 vapori con mille e cinquecento uomini armati sul loro bordo, e chiamansi il primo il Lomabardo, il 2° Sardo, ed il 3° Corfù; i primi due Piemontesi e il 3° Inglese; si avverte che questa masnada tenta di sbarcare in Sicilia o in Calabria.- La truppa è in attenzione di una reazione.-Lo spirito militare è eccellente ed ognuno desidera distinguersi.- Verso le ore quattro p.m. alle grida dei Caccitori di Viva il Re si sono imbarcate le 8 compagnie dell'8° Cacciatori. Una massa di 450 uomini diretta dal Barone SANTANNA scorre la campagna verso Girgenti e Caltanissetta assassinando villaggi, rubando e devastando, come nelle vicinanze di Caccamo, e altre villette vicine, cioè Petralia, Vicari, Porticella e Cimmino; pare che il Battaglione Cacciatori abbia l'incarico di distruggerli col movimento di altre truppe che partono da Palermo.

 

9 MAGGIO

Verso mezzogiorno è entrata nel porto una fregata a vapore inglese salutando la Cittadella con 21 tiri a salve; ho fatto subito restituire il saluto con altri 21 tiri.- Il vapore inglese era seguito da un nostro vapore che insieme sono entrati nel porto, perchè come si sospetta di tutti e di tutto i nostri vapori seguono le tracce di tutti i legni esteri nei nostri mari.- Nel giungere il vapore inglese dopo aver parlamentato col Comandante di altra fregata inglese, che da circa 2 mesi era stazionario in questo porto, questa è partita e la nuova venuta è rimasta ancorata.- Verso le ore 23 le nostre fregate a vapore, il Veloce e l'Aquila che trovavansi in crociera hanno traversato il Faro prendendo la rotta verso Milazzo.

 

10 MAGGIO

L'8° Battaglione Cacciatori è sbarcato a Marsala; in quei paraggi vi è Mazzara e Sciacca, tre grandi paesi marittimi , ove può supporsi lo sbarco nemico.

Due legni Russi sono in crociera dietro Spartivento.

Varii legni inglesi traversano il Faro.- La miseria cresce nella popolazione, varie fabbriche hanno chiuso i loro opifici; la Città sebbene tranquilla non cessa mostrarsi in apparenza ostile; il commercio è alquanto cessato, tutti temono abbenchè la notizia giunta col vapore francese assicura che Napoleone non garantisce al Piemonte che la sola Lombardia, giusta il trattato di Villafranca e la conferenza di Trevigo avesse sgomentato i liberali.- Da Catania sono partiti verso Girgenti 600 uomini del 2° di Linea, 4 squadroni di Lancieri ed una squadra di Cacciatori a cavallo.

 

11 MAGGIO

Alle 4 p.m. è entrata nel porto una grossa fregata a vapore di Guerra Piemontese ed ha salutato la piazza con 21 tiri di cannone , al che ho fatto subito restituire il saluto con altrettanti tiri a salve dalle batterie coverte Falsabraghe, S.Carlo e S.Francesco.

 

12 MAGGIO

Per telegrafo si fa sapere che ieri al giorno le due fregate a vapore che conducevano gli esteri sono sbarcate a Marsala facendo fuoco contro i nostri vapori; ma giunte a tiro le nostre due fregate a vapore, il Capri e lo Stromboli, a colpi di cannone hanno affondato il vapore nemico e l'altro malconcio lo hanno rimorchiato per Palermo.- I nostri vapori hanno parimenti tirato su'i filibustieri sbarcati a cui hanno prodotto molta perdita; questa massa ha parimenti cannoni, ma con pochi animali. Il Battaglione 8° Cacciatori li persegue e dicono si è molto ben battuto; molte notizie corrono ma di positivo non si conosce altro che circa 1300 liberali sono sbarcati, che si sono battuti e che hanno cannoni. Le nostre fregate a vapore non sono giunte che dopo lo sbarco: notizie incerte.- I Messinesi sono in grande aspettativa; siamo, si suppone, vicino ad una reazione; certo è che varie colonne sono dirette verso questa massa nemica.

 

13 MAGGIO

Verso le ore 12 meridiane la fregata a vapore piemontese che ieri entrò in questo porto, dopo aver galantemente pavesate tutte le antenne, ha tirato 13 colpi di cannone a salve a cui non ho fatto rispondere perchè suppongo che sia in occasione di great gala della famiglia Sarda.- La fregata inglese vi ha risposto.- Tutti i telegrafi sono rotti con Palermo, Siracusa e Catania; la gente teme e si salva in campagna, i cosiddetti liberali esultano e spacciano notizie a loro favore, nel mentre non essendovi telegrafi nulla di positivo può conoscersi da noi.

 

14 MAGGIO

La fregata a vapore Piemontese è partita, non si conosce per dove. Sono stato in Città per osservare ed ho conosciuto che Messina non

è popolata come ieri; si seguitano a spargere triste notizie per la truppa che bene si possono calcolare di nessun fondamento finora.

Tutto il distretto di Messina e quasi la provincia tutta è in insurrezione; ci si fa conoscere essere partite truppe da Napoli per la volta di Palermo non per questa. Il Comandante la fregata inglese col Console ed altri Uffiziali nonchè il Console francese si sono portati in Città dal Generale Comandante la Provincia ad avvertirlo che uno sbarco di esteri essere stato eseguito a Milazzo, al che il Maresciallo ha risposto che nulla di ciò ufficialmente conosceva, al che il Comandante inglese ha replicato come si regolerebbe nel saperlo e marciando sopra Messina, il Generale ha risposto: li riceverò come meritano, a colpi di cannone, e li ha licenziati. Verso le ore 4 p.m. tre Uffiziali inglesi si sono portati all'avanzata di questa Cittadella pregando il Capoposto di domandare il permesso del Comandante per curiosarla, al che ho fatto ad essi sentire che egli non lo permetteva e che si fussero subito allontanati dal raggio della fortezza, come hanno eseguito.- Verso le 3 p.m. la maggior parte dei cittadini sloggiano dalla Città per le false voci che i Consoli inglese, piemontese e francese fanno spargere che Garibaldi con 4000 uomini è sbarcato a Milazzo, si è impossessato del Castello ed ha fatto prigioniera la truppa che colà vi è di guarnigione.

Osservandosi dal Generale che la maggior parte delle persone oneste e comode abbandonano la Città per timore della Cittadella (che dicono vuole bombardarla) ha fatto affiggere avvisi per rassicurare a tutti che tutto è tranquillo ed essere falso lo sbarco di truppa nemica in Milazzo; lo stesso ha praticato il Segretario Generale che funziona da Intendente.

 

15 MAGGIO

Ci perviene notizia ufficiale che 5 vapori carichi di truppe nostre sono giunti in Palermo; 4 vapori hanno sbarcato la truppa ed il 5° è partito per sbarcare i suoi in altro punto. - La Città verso le ore 24 è tutta deserta; immense notizie si propagano; i telegrafi sono tutti abbattuti anche quelli a vista di Messina, tutti i villaggi all'intorno sono in insurrezione; si spacciano notizie di varii uffiziali dell'8° Cacciatori morti in azioni, ma queste notizie sicuramente si diffondono per avvilire la truppa.

I capi del Comitato di Messina, persone ricchissime, si sono tutte allontanate dicono per Malta, come Vitale, Ottaviano, il Sindaco destituito ed altri.

L'insurrezione in Sicilia è quasi generale.- Il 19 marzo cominciò nella piccola isola di Lipari, il 27 succ. in altra isola Ustica, il 4 aprile in Palermo, il 6 aprile in Trapani, l'8 aprile Messina, il giorno 11 maggio sbarco dei fuoriusciti in Marsala, i quali abbenchè sbarcati sotto la mitraglia della nostra fregata, pure ha fatto insorgere la maggior parte della intera Sicilia.

Per telegramma da Napoli S.M.(D.G.) raccomanda la massima vigilanza ed accuratezza per qualche colpo di mano; ci avvisa parimenti di 5 vapori carichi di cinquemila uomini da sbarcare, quattro in Palermo ed altro in un punto lontano.-  Se le colonne sono ben dirette e che si combinano in modo da circondare i masnadieri sbarcati, secondo me, finirebbe presto l'entusiasmo dei liberali; ma se hanno il tempo di riunirsi tutti i rivoltosi siciliani ad essi, l'affare andrà per le lunghe, stante che i siciliani pensano tutti allo stesso modo, nè mai quest'isola potrà goder pace senza che un imponente forza che apporterebbe più spesa di quella che rende. L'influenza inglese la domina; la maggior parte dei Consoli di tutte le Nazioni quasi tutti siciliani sono quelli che maggiormente spingono gli uomini alla rivolta.

Intanto qui come in tutta l'Isola la miseria aumenta alla giornata perchè nessuno più travaglia. Sarti, calzolai, operai, tutti senza fatica. Questa mattina al far del giorno in varii Cantoni della Città vi erano affissi che manifestano che tutti coloro che vanno a riunirsi agli insorti nel giungere, ricevono ducati 6 e carlini quattro al giorno.

 

16 MAGGIO

Una delle fregate che ha sbarcato la nostra truppa in Palermo stamane è entrata in questo porto come pure altra fregata che trovasi in crociera per far carbone e acqua.- Riceviamo liete notizie che la nostra truppa ha battuto i filibustieri e che l'8° Cacciatori va a rientrare; si spera che tutto si verifichi.

 

17 MAGGIO

La Città è deserta, tutti i pagani fuggono, le botteghe chiuse, la maggior parte dei negozianti hanno imbarcato le loro mercanzie per Malta con estremo di loro interesse,il Battaglione 8° Cacciatori non è ancora qui giunto, si preparano i locali per sei battaglioni che devono qui pervenire; chi sa se si verifica.

Siamo privi di notizie ufficiali per mancanza di telegrafi; da parte nostra si canta vittoria, ma niente di ufficiale, per parte dei pagani tutti fuggono perchè si ritiene da essi per sicuro che gli esteri sbarcati a Marsala marciano sopra Messina; in fine si sta in uno stato di titubanza, nè molto si sa di positivo.

I liberali attendono altro sbarco di Sardi verso Milazzo. Verso le ore 10 a.m. un grosso vascello inglese si è posto in banda in mezzo al Faro, ha conferito col suo Console per circa un'ora e quindi è partito di nuovo; la rivolta ha appoggio dagli Inglesi; corre voce in Messina che l'Imperatore de Francesi abbia avvertito il nostro Governo che tre battaglioni di zuavi si sono disertati dal servizio di Francia e marciano sulla Sicilia; ciò puol anche darsi essere una menzogna come tutto ciò che avviene in parole e non di fatto; certo è che niente di positivo si sa perchè come ho detto privi di telegrafi; i liberali cantano vittoria e straordinarie della loro insurrezione per gli aiuti da pervenirsi dall'estero; anche noi spacciamo vittoria e truppe da pervenirci da pervenirci da Napoli, ma finora nulla si è verificato. La Cittadella è pertanto ben preparata per ogni evento; il tristo è per le tante famiglie di Uffiziali di cui disgraziatamente la nostra armata si è fornita a ribocco; esse sono in Città e finora è ad esse proibito entrare in Cittadella con i loro equipaggi.

 

18 MAGGIO

La Città seguita ad essere monotona ed afflitta, la miseria cresce tra quelli che vi sono rimasti, tutti fuggono, poco o nessuno commercio, i caffè abbandonati, tutti temono, ne nulla si sa di positivo perchè senza corrispondenza telegrafica; quello che più ha aumentato la emigrazione si è che molti Consoli hanno imbarcate le di loro famiglie ed effetti per Malta, per cui anche i negozianti hanno imbarcato le di loro mercanzie; ora questa emigrazione pregiudica molto gli interessi del Governo pel controbando, perchè Messina, godendo del porto franco, per l'intiera Città, quanti generi sortono dalle porte viene assoggettato a dazio, per cui centinaia di carri e carrozze che sortono è ben da supporsi che molto controbando contengono perchè i soldati di Dogana, se pure ve ne sono rimasti, temono e non visitano chicchessia.

Sono le ore 23 p.m. si segnala da Napoli che una forte e sanguinosa azione hanno sostenuto i nostri soldati a Calatafimi contro le bande e che caricando alla bajonetta la nostra truppa ne ha fatto stragge ammazzando uno dei loro Capi e presa una bandiera, il resto dei filibustieri si sono sbandati e la truppa gli persegue; or siccome per l'ora tarda e per la nebbia non più si vede il telegrafo della Calabria ha cessato il discorso; domani si saprà il resto.

Calatafimi è a due tappe da Palermo e una tappa da Trapani.- I nostri vapori sono nella massima attività e seguono i legni inglesi di cui si teme della loro lealtà.- Nel porto vi sono due grosse fregate inglesi, un vascello a Milazzo e altro a Palermo, cosa non consueta in tempo di pace tra i due governi.- Lo sbarco dei filibustieri a Marsala fu eseguito con l'appoggio dei legni inglesi.- La emigrazione che si pratica in Messina avviene lo stesso in Catania ed altre città e paesi dell'intiera Sicilia, che trovasi tutta insorta; molti furti intanto si verificano fuori la Città.

La Cittadella è nel massimo ordine di attacco.- Tutto è disposto per qualunque avvenimento sia di giorno o di notte; le più energiche disposizioni si sono date per tutte le Armi: lo spirito della truppa è eccellente.- La truppa che trovasi in Sicilia di tutte le Armi ascende a circa 24mila uomini con 8 batterie a trascino.

 

19 MAGGIO

Questa mattina il Generale Comandante le Armi ha fatto affiggere gli avvisi della disfatta dei filibustieri e degli insorti a Calatafimi, che ieri sera gli fu comunicato da Napoli per telegrafo per via di Calabria. Intanto i liberali cantano vittoria asserendo il contrario, cioè che la nostra truppa è stata completamente sbaragliata con molta perdita. Io che ho molta esperienza di guerra, massime di questo genere che l'ho praticata per sei anni nella mia giovane età in Spagna non presto credito ne a noi nè ai rivoltosi, stante che il nostro Governo per ragion di Stato canta vittoria per incoraggiare la truppa, gli insorti spacciano il contrario per avvilirla e fare maggior partito per aumentare le loro bande. Bisogna quindi attendere il risultato perchè nulla di positivo si sa per mancanza dei telegrafi o di spie fidate.

Giunge un vapore inglese nel porto dando notizia dell'attacco avvenuto a Calatafimi sfigurando perfettamente l'azione per maggiormente entusiasmare gli insorti asserendo che la truppa è stata perfettamente disfatta è appena qualche soldato si è salvato in Palermo.

Calatafimi dista due tappe da Palermo e una da Trapani; l'azione è avvenuta tra Alcamo e Calatafimi: credo alla nostra disfatta conoscendo la entità dei nostri Generali che comandano la nostra truppa tanto devota al suo sovrano.- La quantità dei legni da guerra che si aggirano nei diversi porti della Sicilia altro scopo non hanno che suscitare ed incoraggiare l'insurrezione proteggendo i loro legni mercantili per sbarcare generi in controbando in tutti i punti dell'Isola, di somministrare armi e munizioni a prezzo esorbitante in fine, spogliare la Sicilia come praticarono nel 1848.

Oggi si supponeva una dimostrazione in Città, con grida di Viva il Re, Viva Vittorio Emanuele.- È un'ora di notte e nulla ancora è successo suppongo per mancanza di gente, perchè la Città è quasi deserta.

 

20 MAGGIO

Questa mattina alle ore 6 ½ a.m. sono partite due compagnie del 14° di Linea per Milazzo comandate dal Maggiore Guccione per rilevare la Compagnia del 2° di Linea che deve riunirsi in questa per riunirsi questo Reggimento in Catania ove anteriormente vi spedì 600 uomini.- Milazzo dista da Messina 25 miglia e Catania 60 miglia.

Giunge ordine di S.M.(D.G.) di portare la massima attenzione sulla Cittadella su cui si tenta fare una sorpresa; di portarsi sopra luogo il Generale Comandante le Armi col Comandante la Cittadella, i Direttori di Genio e Artiglieria, e i Capi di Stato Maggiore, ed osservar bene se qualche punto debole ha bisogno di essere meglio fortificato ed eseguirlo subito facendo un apposito processo verbale, indicando anche la forza di truppa aumentata e rimetterlo alla prefata M.S. onde sia a giorno della somma sorveglianza di essa in una fortezza di tanta importanza; tale operazione è durata per ben 5 ore.

Questa mattina la Polizia ha tolti 5 affissi da alcuni Cantoni, che dicevano morto il Tenente Generale Lanza e che la nostra truppa aveva sofferto una perdita di 6000 uomini. Ciarle dei liberali giacchè contemporaneamente conosciamo che S.E. viene di sbarcare a Palermo e che a Palermo si sta tranquillamente, sebbene la truppa è sempre sotto le armi perchè con la sola forza si può attenuare una insurrezione protetta dagli inglesi che forniscono tutto il materiale di guerra.

In molti paesi ove non vi è truppa si è inalberata la bandiera piemontese, come in molti altri.

I Siciliani non amano più la Costituzione ma desiderano essere governati da Vittorio Emanuele Re del Piemonte.

Verso l'una p.m. giunge un plico del Generale Clary che comanda in Catania e che fa conoscere la sua critica posizione in una Città di circa 80mila anime e che fa le più calde premure per aver rinforzi avendo la poca forza di un solo battaglione di Cacciatori, tre Squadroni di Cavalleria e una batteria a Trascino e che almeno vi si mandassero 4 compagnie del 2° Reggimento di Linea, per impedire la insurrezione che al presente sarà di già scoppiata. Il 2° di Linea è pronto a marciare allorchè giunge da Napoli il desiderato rinforzo.- Da molti giorni non si ha notizie di Palermo, siamo in attesa di due vapori che erano incaricati di viaggi e corrispondenza da Palermo e Messina e viceversa.

Mentre scrivo, la Cittadella si sta riempiendo di equipaggi e famiglie militari; è una pena il non averli come situare.

Grandi lavori si eseguiscono nella Cittadella, tutti di precauzione!

 

21 MAGGIO

Si sono date le disposizioni alla fornitura del pane per tener pronta quantità di pane per una forza che deve qui pervenire di rinforzo; non si sa se sia truppa proveniente da Napoli o dalle Calabrie, certo è che da bastante tempo si attende; questo rinforzo servirebbe per spedirlo a Catania o altrove, perchè per Messina la sola Cittadella vale un esercito. Si sta nella vera apatia, nulla si sa di positivo; cosa strana! Tutti i pagani e negozianti si salvano dalla Città con le loro masserizie e le famiglie dei militari si ricoverano nella Cittadella senza che nessuno li perseguita e senza che truppa o banda si senta a noi vicina, se non che pochi birbanti rimasti in Messina che spacciano notizie allarmanti e affiggono cartelli di notizie vuote di senso.

Da' militari si dice per notizia che la colonna del Generale Afan De Rivera da Girgenti si è piegata sopra Catania per proteggere il Generale Clary dalla insurrezione colà non ancora finora manifestata; certo è che tutti gli equipaggi dei Generali sono nella Cittadella per timore di perdersi. I colonnelli dormono tutti in questa fortezza ad eccezione [...] del 2° di Linea, Direttori del Genio e dell'Artiglieria, in fine uffiziali e famiglie e beato colui che può da me ottenere un piccolo buccicattolo o pianterreno per stare al coverto. Disgrazia per un Esercito l'aver tanti ammogliati come il nostro. Cosa sono le guerre civili !

Dirotte piogge cadono massime questa notte con spaventevoli tuoni. Non può essere altrimenti trovandosi tanta truppa in marcia; è una disgrazia che sempre l'accompagna.

La miseria giornalmente cresce perchè nessuno più travaglia, non però per la truppa che gode della doppia diaria.

 

22 MAGGIO

Riceviamo notizie che la Francia e la Russia hanno preso parte in favore del nostro Sovrano per l'assassinio commesso dai legni inglesi proteggendo lo sbarco dei filibustieri Sardi a Marsala e che queste due Potenze abbiano fatto sapere al Re di Sardegna che se fa sbarcare un soldato Sardo in Sicilia s'intenderebbe dichiarata la guerra; tale intimo è stato fatto anche dall'Austria. Bisogna vedere se farà effetto: se vero.- Corre voce che il Direttore di Polizia di Palermo Miniscalchi sia stato richiamato a Napoli e sostituito a lui il Colonnello Barbalonga dei Tiragliatori della Guardia e che S.E. Il Ten.te Generale Maggiore Generale Principe Ischitella si trova a Parigi per affari diplomatici: tutto ciò a verificarsi.- Quest'oggi è rientrata da Milazzo la Compagnia del 2° di Linea rilevata dalle 4 Compagnie del 14° di Linea comandate dal Maggiore Guccione; nessun incontro di rivoltosi hanno avuto i due distaccamenti. In Milazzo si sta nella stessa incertezza come lo stiamo in Messina che tutti fuggono in campagna; i liberali attendono risultati da Palermo, noi rinforzi.- Cosa strana! Niente si verifica da ambo le parti, niente si sa, apatia perfetta, timor panico per la gente onesta, la miseria nel basso popolo aumenta perchè nessuno travaglia; per gli arrestati politici non se ne parla ne si conosce qual sarà il loro avvenire, il controbando è immenso, forse presto cesserà perchè non vi è più che cacciare da questo porto franco fuori la Città.

Il tempo seguita con interpellanti pioggie e fa freddo!

 

23 MAGGIO

Apatia perfetta! Nulla di ufficio si conosce, chiacchiere molte! Corre voce che a Palermo si sono riuniti molti plenipotenziari di varie Potenze e che perciò presto si finirà tutto; questa voce circola anche fra i demagoghi, ma essendo cosa per me climaterica non vi presto fede perchè non saprei costoro con chi debbono contrattare: il tempo lo dirà!

Sono le 2 ½ p.m., nel mentre mi alzo da tavola sento dei colpi di cannone fuori il porto, calcolo fino alla terza cannonata non essere saluto alla Piazza seguitando i colpi verso il Forte Lanterna.

Fo subito battere la chiamata, guarnisco subito di artiglieri tutti i pezzi a fronte di mare e mi porto fuori Sarranieri, ove giunto al posto Lanterna osservo 5 lancioni inglesi che per istruzione manovrando tirano colpi a salva; cosa insolita istruirsi vicino alla fortificazione, ma il loro oggetto è quello di tenere la popolazione sempre aggitata; intanto gli Inglesi avendo veduto in un istante guarnite di artiglieria tutti i baluardi hanno cessato di manovrare e si sono ritirati nelle loro fregate che sono nel porto, dal segnale da queste fatte.

Ore 23 ½ per telegramma proveniente da Napoli si fa noto a questo Sig. Generale Comandante le Armi che le Reali truppe si sono di bel nuovo battute con le bande di Garibaldi e che hanno riportato il di sopra respingendole; il sito non si fa conoscere, forse nelle vicinanze di Palermo. Verso l'ora della ritirata è entrata nel porto la fregata di guerra francese Descartes quella stessa che stiede qui stazionata nel 1848; forse in differente senso.- Il Comandante della fregata inglese stanziata nel porto si è portato dal Sig. Generale Comandante le Armi dicendogli che correndo domani l'inaugurazione al trono della Regina d'Inghilterra (Vittoria)andava a fare una salva e che per ciò pretendeva che anche dalla Cittadella si fusse praticato lo stesso, ma il Generale saviamente ha risposto che ciò si pratica soltanto per i propri Sovrani e per rendere saluto a quei legni che salutano la Piazza e che giusta i trattati internazionali alzerebbesi dalla Cittadella la sola bandiera durante la salva.

 

24 MAGGIO

La fregata francese la Descartes questa mattina ha salutato la Piazza con 21 tiri di cannone e di altrettanti ha corrisposto la Cittadella.

La fregata inglese a mezzogiorno ha tirato 21 colpi a salva per la gala della Regina Vittoria, la Cittadella ha innalzato la Bandiera Napoletana; bisogna usare convenienza col nemico occulto, per la ragione di Obes1. Siamo tuttora senza corrispondenza con Palermo. Siamo nello stato d'incertezza; apatia perfetta. Da ambo i partiti si canta vittoria, molte bugie si spacciano, i Messinesi attendono altro sbarco di esteri a Milazzo, noi attendiamo rinforzo di truppa ma nulla si verifica, tutti i pagani fuggono per timore che la Cittadella non incendia la Città e le famiglie dei militari si salvano nella Cittadella per timore di una invasione, in fine, ognuno discorre come crede o come la desidera, certo è che il timore è una malattia contaggiosa facile ad essere a tutti attaccata; chi poco militare o di poco sangue freddo o poco avvezzo alla guerra teme perdere il suo equipaggio, i pagani per timore della vita e dei loro effetti. Il Luogotenente in Sicilia è stato cambiato: ciò è ufficiale. S.E. Il Tenente Generale Lanza ha rimpiazzato S.E. Il principe di Castelcicala, partito per Napoli.

Osserveremo cosa sa fare, ma temo.

 

25 MAGGIO

Verso le ore 7 ½ a.m. è giunto nel Porto il vapore il Capri con 4 compagnie complete: cioè due del 14° di Linea ed altre due del 13°. Il Maggiore Marquez del 13° si è imbarcato sul detto vapore per comandare le 4 compagnie che dopo un'ora circa che sono state nel porto senza sbarcare sono partite per Catania; questo vapore ha a ordine di sbarcare le truppe a Catania, quindi di portarsi a Siracusa per commessione e dopo ritornare in questa per imbarcare tutte le famiglie dei militari che desiderano portarsi in Napoli: sembra che l'affare vada per le lunghe.

 

26 MAGGIO

Nulla sappiamo di Palermo da circa 10 giorni, vapori da colà non NdR.

Forse l'autore si riferisce ad John Hobbes ne pervengono, diconsi tante cose ma nulla di ufficiale. I sei battaglioni che dovevano qui pervenire da Napoli non sono venuti, nè verranno; il pane ordinato alla fornisura è rimasto di prevenzione, la sfiducia è una tra le disgrazie della guerra, massime che i nostri Generali sono di nome e senza esperienza.- Le alterate notizie dei demagoghi sono che Palermo è stata occupata da Garibaldi. Vi è poco da prestar fede, ma dalle spie che abbiamo ci assicurano che Garibaldi con numerosa banda trovasi in posizione sul Monte Pellegrino a vista di Palermo.

Certo è che, come ho detto, da molto tempo non abbiamo notizie dalla Capitale della Sicilia in dove dovrebbero trovarsi tutte le fregate e legni a vela in servizio delle operazioni militari.

Si spedì da questa il vapore Archimede che fu destinato a disposizione di questo Sig. Generale Comandante le Armi per sapere notizie di Palermo, ma giunto colà fu ritenuto, nè abbiamo più notizie dello stesso.

Cosa sono le guerre civili! La gente impazzisce per un partito preso ed abbenchè conosca la propria ruina e quella della sua patria pur non di meno non ritrocede.

La Sicilia vede benissimo il disastro e la devastazione che gli arreca la banda dei filibustieri sbarcata a Marsala e comandata da Garibaldi, ma per questo non tralasciano unirsi a lui non solo quelli che non hanno che perdere, ma anche nobili e gente dotta e ricca.- Messina non insorge ed i paesi vicini insorti non calano in Messina perchè attendono il risultato di Palermo.

Intanto verso le ore 21 giunge nel porto un vapore inglese da Palermo e gran folla di gente si porta alla marina e dopo una mezz'ora centinaia di notizie si spacciano. Non v'è dubbio che gli inglesi suscitano la insurrezione per cui alcuni asseriscono che le Reali truppe sono state disfatte, altri che dopo il combattimento hanno capitolato, che il Maresciallo Salsano sia prigioniero, altri poi asseriscono che dopo un forte attacco avvenuto a Villabate la truppa abbia conservato le sue posizioni; in fine, tanto noi che gli insorti siamo nella stessa incertezza.

Villabate dista da Palermo 3 miglia.- Le notizie più sicure sono che Garibaldi con forza sufficiente sia in posizione al Parco che dista da Palermo circa 4 miglia. È strano che non sia attaccato dalle nostre truppe, per cui è a supporsi che si attende il risultato dell'indulto dato dal re o altre disposizioni da prendersi. Tutto è congettura.

 

27 MAGGIO

Il vapore il Capri è giunto in questo porto verso le ore 8 a.m. reduce da Siracusa in dove ha imbarcato molte famiglie di uffiziali, come pure a Catania, ed assicura che Siracusa è tranquilla come pure Catania, ma sempre in aspettativa degli affari militari di Palermo; a Catania però la truppa seguita sempre a restare in posizione e parte di essa al bivacco. La sola forza reprime in queste due Città la rivoluzione, come lo sono in tutti i paesi ove non vi è truppa.

Il Vapore il Capri ha imbarcato molte famiglie di uffiziali di questa guarnigione di Messina come ha praticato a Catania e Siracusa per sbarcarle ai Granili in Napoli.-S.M.(D.G.) ha concesso l'imbarco franco a tutti; sono da qui partiti alle 3 p.m.- Per telegramma venuto da Napoli si avvisa che le bande di Garibaldi sono state battute ed inseguite dalla nostra truppa che hanno riportato completa vittoria avendole sbaragliate e che uno dei Capi è caduto prigioniero.

Ciò si è pubblicato all'ordine di questo Militar Governo e letto nelle compagnie; in effetto i demagoghi che conoscono ciò che passa prima di noi dimostrano qualche sgomento.

Palermo intanto nel suo interno è tranquilla perchè represso dalla forza; ma da un palazzo essendo partita una fucilata che ha ucciso un soldato di cavalleria di pattuglia; S.E. il Tenente Generale Lanza ha fatto incendiare l'intero palazzo, come pure altro palazzo ha fatto incendiare alla Bagaria per avervi rinvenuto un nostro soldato morto inchiodato al muro: ferocie che solo in Sicilia si praticano.

Mi dice il Cappellano di aver ricevuto lettere da suo paese La Rocca – Distretto di Messina – che il suo paese essendosi messo in rivolta hanno ucciso il Sindaco ed altra persona. Al Sindaco dopo di avergli tirato 3 fucilate lo hanno seviziato con tagliargli le mani ed i piedi e finalmente la testa che su di un palo l'hanno mostrata in tutte le strade gridando essere così la fine di tutti i realisti. L'infelice Sindaco chiamavasi Carmine Bottaro.

 

28 MAGGIO

Alla lieta notizia di ieri sera ricevuta per telegramma da Napoli per l'azione avvenuta nelle vicinanze di Palermo, cioè che le nostre truppe hanno battute e sbaragliate le bande di Garibaldi, si osserva con dispiacere che verso le 11 a.m. giunge nel porto un bastimento carico di botti di equipaggi e dei magazzinetti della truppa di guarnigione in Girgenti nonchè degli ammalati militari che trovavansi in quel Capoluogo di Provincia, che la truppa è stata obbligata di abbandonare per la forte insurrezione colà manifestatasi e che le forti bande che colà sopraggiungevano Girgenti è stata tranquilla fino a che vi ha dimorato la truppa, ma appena sortita si è posta in rivolta, in modo che se il bastimento non avesse subito salpato, i rivoltosi avevano tentato assalirlo per prendersi fucili e munizioni dei soldati infermi che vi erano imbarcati. Si suppone che le forti masse battute nelle vicinanze di Palermo avessero piegate sopra Girgenti e che la truppa non essendo in numero sufficiente avesse ripiegato sopra Catania la quale a stento si sostiene: questa è supposizione.- Gli insorti e le bande ovunque passano mettono a sacco e fuoco e distruggono tutto. Povera Sicilia! E infelici famiglie oneste se pure ve ne sono.- Tutti gli oggetti e botti portate dal bastimento si sono riposti nella Cittadella la quale è ripiena a ribocco di oggetti, equipaggi e persone ad onta di molti signori di militari partite per Napoli col vapore di ieri.- Il Generale Afan De Rivera con la sua colonna di circa 20 compagnie, uno squadrone di cavalleria e mezza batteria a trascino da Girgenti ha ripiegato sopra Catania.- Fino al giorno di ieri abbiamo avuto corrispondenza telegrafica con Catania, ma da oggi è cessata essendosi abbattuti dagli insorti tutti i telegrafi.- Acireale che si supponeva la più attaccata all'ordine trovasi anche insorta; questa Città dista una tappa da Catania. Corre voce che un quartiere di Palermo, detto Brigaria, sia stato bombardato per ordine.

 

29 MAGGIO

Questa mattina verso le ore 9 a.m. ho osservato insolito fermento in città; la gente a centinaia riunita alla marina e alla grande strada Ferdinandea. Per quanto ho potuto conoscere alla Gran Guardia, la calca di persone attende un legno inglese che viene da Palermo per assicurarsi della disfatta delle nostre truppe e del bombardamento colà eseguito. Nel rientrare nella Cittadella ho rinvenuto ordine di spedir subito rinforzo alla Gran Guardia ov'è il branco e ad altri posti, e prevenzione che la forza Doganale riponesse le loro armi nei magazzini di artiglieria di questa fortezza.- Dicesi che l'Inghilterra avesse dichiarato guerra alla Francia e che questa sia unita con la Russia e l'Austria. Queste voci sono propagate dai rivoltosi che forse ne sanno più di noi che nulla conosciamo essendosi abbattuti tutti i telegrafi; vi era rimasta a stento la comunicazione telegrafica con Milazzo e questa anche è cessata.- Dopo l'una p.m. gli impiegati di Dogana hanno consegnato in questi magazzini di artiglieria 80 fucili e sciabole: ecco cessato ogni dazio doganale, fondiario, ecc.- Alle ore 2 di notte si sono spediti 160 uomini al quartiere il più tristo di Messina detto San Leone, si sono rinforzati tutti i posti ed ordinato alla compagnia accasermata alla Maddalena di stare vestiti e con i fasci d'armi pronti a sortire.- Alla Cittadella si è ordinato il sevizio per tutte le batterie pronto al primo tocco della "Generale". Tutti i pagani fuggono dalla Città.- Guardando le cose a sangue freddo pare che tutti impazziscono, sia per le notizie alterate che si spacciano di vittorie e disfatte, sia perchè incerti di quanto avviene perchè senza notizie, per mancanza di telegrafi e spie. Telegrammi da Napoli cantano nostre vittorie in Palermo, il partito opposto assicura che Garibaldi con 27mila uomini tiene assediata Palermo, che tiene anche 800 uomini di cavalleria e che avesse battuta la nostra truppa la quale nel ritirarsi avesse bombardata la Città. Intanto il vero non lo sappiamo perchè da circa 12 giorni nessuna notizia abbiamo da Palermo nè per via di mare o di terra o per telegrafo che più non ve ne esistono. Infine siamo nello stato di incertezza il più penoso in tempo di guerra.

 

30 MAGGIO

Questa mattina si è stabilito un posto ai Gazzi, circa un miglio da Messina e propriamente ai Campanari lunghi, borgo di Messina ove sbarcarono le nostre truppe nel 1848 comandate da S.E. Filangieri e che furono incendiate quasi tutte le abitazioni per la forte resistenza che fecero i rivoltosi. La ricchezza dei siciliani le ha dopo quattro anni tutte riedificate perchè tutti casini di diporto. Questa mattina all'aurora si sono rinvenuti affissi cinque cartelli per i principali cantoni della città che dicono: "Messinesi, tenetevi pronti, che i nostri fratelli in gran numero sono pronti ad arrivare".

Il piccolo vapore "La Rondina" destinato per tenere la corrispondenza tra noi e Reggio il quale ci trasmette gli ordini e le notizie da Napoli, per i giorni passati ogni quattro ore è andato e venuto; [...] giunto quest'oggi dopo 16 ore ci ha fatto stare in palpiti, essendo questo piccolo vapore l'unico che con sollecitudine ci trasmette per la via di Reggio ordini e notizie da Napoli.- Si spaccia dal Comando delle Armi l'aver letto un supplemento stampato al nostro giornale senza indicar la data, che dice che Garibaldi ritiratosi disfatto dalle vicinanze di Palermo e trinceratosi verso Corleone sia stato di nuovo aggredito dalla nostra truppa e di nuovo sia stato battuto; gli si è preso un cannone rigato, fatto prigionieri 8 Capi e prese 6 bandiere: tutti dicono di aver inteso, ma nessuno asserisce di aver letto. Mi cade dubbio che non sia vero, altrimenti si sarebbe pubblicato con avviso stampato.- I liberali poi e la gente torbida qui in Messina spacciano che Garibaldi abbia sconfitto le nostre truppe e che nell'abbandonare Palermo lo hanno incendiato per via di mare e di terra.

A chi credere! Certo è che sono più di tre giorni che posta da Palermo qui non perviene, nè nulla conosciamo di quanto colà passa; il miglior consiglio che a tutti incuto si è di non credere nulla e di attendere fatti e risultati.- Si attendeva una dimostrazione armata, ma è svanita per la notizia spacciata con affissi dei 6 mila uomini di massa che erano per giungere a Messina, che non si è verificato, e che altra novità non ha prodotto che quasi lo sgombramento di più di due terzi dei cittadini perchè tutti fuggono per le notizie allarmanti che essi stessi spacciano: dicono che Messina all'avvicinarsi delle masse sarà incendiata dalla Cittadella come a Palermo essendo questi gli ordini del Re(D.G.).- Per altro essi ben conoscono che io ho tutto pronto per non smentirli in caso però di estrema necessità, che a parer mio non avverrà.- Verso le ore 23 il piccolo vapore "La Rondine", dopo aver imbarcato il necessario carbone, è ripartito per Catania per aversi notizia del Generale Clary e della sua Guarnigione, nonchè del Generale Afan De Rivera e la sua colonna, stante che dalla notizia ufficiale ricevuta di aver abbandonato i Capoluoghi Girgenti e Caltanissetta, nulla più si è saputo di lui e della sua colonna.- Da qualche negoziante che per ora non ha ancora abbandonato la Città, si è saputo che l'Imperatore d'Austria sia morto, ucciso da veleno: bisogna attendere la notizia ufficiale per prestarvi fede.

 

31 MAGGIO

La folla immensa che ingombra il Banco è incredibile; tutti ritirano il proprio denaro restituendo le fedi di credito; la truppa è stata pagata dal Banco perchè i Recivitori nulla esiggono, nè fondiaria, nè dazio si esiggono.-Sono le 9 a.m., tutte le botteghe sono chiuse ad eccezione di poche; cominciano a mancare i viveri.- Una città di circa 90mila anime appena aveva stamane tre beccherie aperte, le quali dopo aver smaltito la poca carne che avevano si sono chiuse; maccaroni o pasta qualunque non se n'è potuta avere, poca verdura, alla pescaria poco tonno o pesce spada. Infine la bella Messina sembra un deserto; sembrano pazzi; tutti fuggono in campagna, anche della gente che non ha che perdere. I siciliani sono astuti e riservati e difficilmente può comprendersi quello che pensano o dalla maniera che aggiscono.- Sono le ore 10 a.m. e "La Rondine" che avrebbe dovuto arrivare quest'oggi reduce da Catania non ancora si vede. Afan De Rivera che si ritira da Girgenti sopra Catania non ancora vi sia giunta.- Vengo di conoscere ora stesso il bullettino che gira per i demagoghi, che suppongo stampato in questa città, che dice: "Garibaldi comanda a Palermo ed è alloggiato a Palazzo Reale! I reali occupano Castellamare e la truppa Regia circonda Palermo". Solite dicerie che spacciano. Triste è il caso che noi non abbiamo nessuna notizia ufficiale da Palermo o da qualunque parte della Sicilia.

 

1° GIUGNO

Ieri verso le ore 24 mentre stavo per andare a letto fui avvertito che dalla parte dei Gozzi si sentivano delle fucilate; feci subito battere la chiamata ed in un momento furono sotto le armi il 14° e il 13° di Linea, artiglieria e sellate le mule della batteria a trascino e di persona mi portai a a far calare il ponte di soccorso a S.Stefano ed il ponte Lunetta Carolina facendo aprire i cancelli fino all'avanzata per far entrare nella Cittadella tutti gli Uffiziali che abitano in Città, tra questi anche il Generale Lo Cascio, col quale mi trattenni fuori terranova fino alle ore 2 a.m. e siccome altra novità non si è ricevuta dalle pattuglie spedite ci siamo ritirati dopo aver fatto alzare i ponti e chiudere i trastelli.-Questa mattina poi il Colonnello Ghio del 2° di Linea mi fa conoscere che la compagnia distaccata ai Gozzi del suo Corpo per un malinteso di una sentinella avanzata fu ucciso un uomo per non aver risposto al "chi va là" e che quella compagnia comandata dal capitano Cassano tirò più di sento fucilate e quindi sia che il Capitano era ebbro di vino, o per viltà, prese la svista di ritirarsi abbandonando il posto; ma accorso subito il Colonnello stesso riportò il distaccamento al luogo abbandonato. Questa mattina, nello smontare il distaccamento, il detto Capitano è passato agli arresti di rigore in Castello presentandomi la sciabola.- Verso le ore 9 a.m., molti dei principali negozianti si sono presentati al Maresciallo Comandante le Armi pregandolo di prometterli di non bombardare Messina, onde far cessare tanta calamità e tanta miseria, compromettendosi con la gente onesta rimasta in Città di far restare tranquilla la popolazione con le preghiere e anche col danaro e le persuasioni; il Maresciallo lo ha promesso purchè non gli avessero dato motivo.- Ciò fa conoscere che li affari di Palermo per essi, per Garibaldi e per la demagogia non vanno troppo bene come essi spacciano. Ma come fidare della parola dei siciliani i quali essi stessi dicono che la insurrezione non può facilmente cessare perchè si trovano troppo compromessi con l'Italia Centrale e col Piemonte; intanto spargono voce che la Francia, l'Inghilterra ed il Piemonte sostengono l'insurrezione.

La fregata a vapore inglese stanziata in questo porto ha caricato circa 4 milioni di piastre, ossia il denaro di tutti i grandi negozianti di Messina che opinano essere il luogo più sicuro tanto per un saccheggio del popolo che da un bombardamento della Cittadella. Gli inglesi per altro per essi tutto è commercio e monopolio esiggono l'uno per cento per un tal deposito, oltre che delle forti somme che ricevono da molte famiglie che ricoverano a bordo e che temono il bombardamento. Alle ore 23 è entrata nel porto la nostra fregata a vapore "Il Guiscardo" proveniente da Catania con a bordo le quattro compagnie del 2° di Linea, parrtite da qui il giorno 9 maggio e sbarcate a Girgenti il 10, che facevano parte della colonna del Generale Afan De Rivera, qui anche giunto con i Comandanti di Provincia di Girgenti e Caltanissetta con i rispettivi uffici di Stato Maggiore territoriale e con qualche uffiziale ferito e 130 feriti di truppa che lo sono stati nella insurrezione avvenuta ieri in Catania in cui si sono battuti per 8 ore continue.

La truppa del Generale Clary ha riportata completa vittoria; tutte le armi si sono distrutte e con accanimento si sono battuti contro la popolazione di circa 80mila abitanti non compreso tutti gli abitanti della vicina provincia di Catania.- Tutti i balconi erano gremiti di materazzi dietro i quali gli insorti tiravano, per cui, ad esempio del 1848, si pose fuoco dai palazzi ove si tirava.- Il bel palazzo di Biscari abbattuto dal cannone del vapore "Il Guiscardo", incendiato il bel palazzo di S.Giuliano; dato alle fiamme il bel convento dei Cappuccini ed altre magnifiche case da ove gli insorti tiravano.- La cavalleria (Lancieri) si è distinta conquistando tre pezzi di artiglieria; la fanteria ha preso 6 bandiere e l'artiglieria ha fatto strage.- La colonna del Generale Afan De Rivera ebbe ordine di abbandonare Girgenti e Caltanissetta e che a marce forzate si fusse portata a dar soccorso a Catania, per cui i rivoltosi si premurarono insorgere prima che questa colonna fusse giunta in Catania, con il progetto che dopo disfatta la truppa di Catania sarebbero andati ad attaccare la colonna di Afan De Rivera che stanca giungeva; ma la truppa di Catania si è così bene battuta che ha fatto fallire il loro disegno.

In effetti la colonna di Afan De Rivera ad onta delle lunghe e penose marce eseguite giunse in Catania dopo la sanguinosa azione, cioè a mezzanotte, in cui non si tiravano che qualche fucilata da qualche pezzo.-Questa mattina poi a Catania, al far del giorno, si sono imbarcate sul "Guiscardo" le sole 4 compagnie del 2° di Linea, i feriti e gli uffiziali di piazza di Girgenti e Caltanissetta col Generale Afa De Rivera giungendo in questa alle ore 23, come sopra ho detto, e restando in Catania il resto della colonna di tutte le Armi sotto gli ordini del Generale Clary.

I feriti sono passati in questo Ospedale Militare.

 

2 GIUGNO

Verso le ore 2 p.m. il Generale Comandante le Armi mi manda pregando cedrgli due stanze del mio appartamento per venirle ad occupare subito con la sua famiglia e manda ordine al Comandante di Artiglieria di spedirgli ora stesso due perlunghe per trasportare in Cittadella i letti ed il poco equipaggio presso di lui, stante che la mobilia ed il suo forte equipaggio qui è riposto dal 9 aprile ultimo.- Causa n'è che si scrive riservatamente da Reggio che le Calabrie danno segno d'insorgere; se ciò si verifica l'affare andrà purtroppo per le lunghe.- In Città si spaccia una dimostrazione armata per domani Madonna della Lettera.- Alle ore 23 giunge sul vapore Capri il Generale di Artiglieria Aiutante in Campo di S.M.(D.G.) Afan De Rivera, [...] 2 Capitani di Artiglieria, altro del Genio, per conoscere la nostra posizione e quella di Catania e Siracusa.- Alle ore 10 p.m. il detto Generale dopo qualche conferenza qui avuta si è imbarcato di nuovo ed è partito per Catania.- A seconda sicure notizie, Catania si batte ancora, la maggior parte è incendiata. Garibaldi occupa qualche parte di Palermo che è quasi in fiamme, cioè il mezzo cerchio dalla parte dei quattro venti al monte S.Rosalia, avendo le truppe Reali comunicazione da Palazzo Reale per Porta di Castro fino alla Marina; ma per giungere a Castellamare bisogna imbarcarsi essendo occupata quella parte della Città dagli insorti. Garibaldi domandò tre giorni di armistizio che gli furono concessi per interrare i morti e soccorrere i feriti; domani termina l'armistizio.- Qua, dopo tre giorni di aspettazione per conoscere notizie da Palermo, col vapore giunto da Napoli ci pervengono così tristi! Il Comitato di Palermo è nelle carceri di Castellamare.

 

3 GIUGNO

Siamo ridotti alle nostre proprie forze; la insurrezione generale si è manifestata accanita in tutta la Sicilia ed ogni capoluogo ha il suo Comitato.- Sono stati richiamati in Napoli, forse per essersi mal condotti, due Brigadieri, cioè Primerano e Fiorenza, nelle disposizioni date o ritirate, eseguite o mal dirette nei varii incontri con le masse di Garibaldi; altri dicono perchè voluti infermi.- Non poteva essere altrimenti!...Ricevo ordine di alloggiare nella Cittadella 2640 uomini di truppa che vengono da Catania e 232 cavalli e muli di una mezza batteria a trascino ed una batteria a schiena, truppa che abbandona Catania dopo averla bruciata; entrano ancora in Messina un battaglione del 3° Cacciatori, truppe che molto si sono distinte a Catania. La cavalleria prese ai rivoltosi 3 cannoni.- Alle ore 20 si è ordinato evacuarsi l'Ospedale Militare e trasferirsi al Lazzaretto, grande stabilimento situato nel raggio della Cittadella tra il Forte SS.Salvatore e Forte Lanterna, e ciò nel caso che dovessimo essere assediati, ed i nostri bravi soldati feriti ed infermi sarebbero esposti alle vandale squadre che li muliterebbero prima di ucciderli; i grevemente feriti si imbarcano per Napoli sul "Guiscardo" nel rientrare da Siracusa.-

 

4 GIUGNO

Messina seguita ad essere deserta; pochi venditori, botteghe di negozianti tutte chiuse ad eccezione di qualche piccola bottega di poco conto e qualche tabaccaro di bassa sfera, qualche persona si vede alla Marina perchè in attenzione di qualche legno che viene da Palermo.- Ieri la truppa non sortì dai quartieri che sono in Città e neppure quella di questa Cittadella perchè stavamo in attenzione di una dimostrazione armata che minacciavano di fare in occasione della processione della Madonna della Lettera, ma il timore dei cannoni della Cittadella li sgomentò per cui non ebbe luogo la processione, nè la dimostrazione.- Si ha notizia che gli inglesi hanno sbarcato armi e 5 cannoni nelle vicinanze di Taormina, sito che deve transitare la colonna del Generale Clary che si ritira da Catania dopo di averla incendiata; pare che il Governo abbia voluto abbandonare, come nel 1848, tutta la Sicilia in sua balia, ritenendosi solo la Cittadella. Ma ora, per effetto forse di esperienza, occupa tutte le piazze ove vi sono le solide fortificazioni, come la Cittadella, Corsaga e Castellaccio in Messina, il Forte di Milazzo, Siracusa e Termini; per Palermo, essendosi ancora in dubbio se si abbandoni a se stessa o pure si guarda, attendiamo il risultato di ciò che si propose ieri dal Colonnello Buonopane, spedito da Napoli.- Che cosa terribile è la guerra di insurrezione! Due grandi città Palermo e Catania distrutte, campi devastati, la maggior parte degli animali distrutti, molte uccisioni, inimicizie particolari vendicate, giustizia penale sospesa, tribunali chiusi, sangue che si versa dalla truppa e dai fanatici che si battono, estorsioni immense! Povera Sicilia condannata spesso a distruggersi da per stessa per influenza estera e da quantità di gente che non ha che perdere. Alle ore 23 è partita "La Rondine"(piccolo vapore) per prendere notizie della truppa che abbandona Catania; "La Rondine" ha imbarcato un distaccamento più due Capitani del Genio: si crede che le masse cercano di impedire la marcia delle truppe, che si ritirano, al passaggio delle forti posizioni di Taormina.

 

5 GIUGNO

Alla punta del giorno è giunto in questo porto il "Guiscardo" (fregata a vapore) col Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M.(D.G.) portando a rimorchio tre brigantini cariche di munizioni, equipaggi e donne della truppa di Catania, nonchè le munizioni, 3 cannoni presi agli insorti, i feriti, spediti ecc.- La truppa di Catania ieri è partita abbandonandola a se stessa, forse domani giungerà in questa. Si sono preparati tutti i Conventi per quartieri, altra truppa entra in Cittadella; paglia a terra se pure ve ne sarà per tutti.- Un battaglione del 2° di Linea è pronto a partire di qui in caso che la truppa che si ritira da Catania fusse attaccato dagli insorti.- Alla Marina di questo vasto porto si osserva la massima confusione: munizione che imbarca, feriti sulle brande, equipaggi, cannoni, equipaggi che si imbarcano per Napoli, signore, ragazzi che piangono, mobili che si fracassano, grandi corvè che si incrociano per l'Ospedale che si evacua e va al Lazzaretto, Uffiziali di piazza che vanno e vengono, pagani che sfrattano, infine la Torre di Babele in confusione.- Gli affari di sicilia mi sembrano molto complicati, perchè non usi a fare con Nazione che avesse dichiarato guerra al Re di Napoli, ma con invasori senza nome di Nazione, chiamati nell'Isola dai malcontenti Siciliani e comandati da un Generale di ventura molto strategico e manieroso (Garibaldi).- Questo Generale imbarcatosi a Genova con due vapori con 800 uomini si dirige sulla Sicilia ed intanto il Re del Piemonte avvisa il Re di Napoli che non aveva potuto impedire la partenza dai suoi stati di questa masnada. Una buona fede di usa fra i sovrani!- Napoli intanto con

la massima sollecitudine spedisce quantità di vapori nelle acque della Sicilia per impedire lo sbarco; questa crociera, o per mala direzione, per fellonia, o per cause ignote, fecero entrare nel piccolo porto di Marsala i detti due vapori con Garibaldi e seguito i quali sicuramente concertatisi anticipatamente con un legno da guerra inglese che li precedè con anticipo in detto porto, sbarcarono, sotto la di costui protezione, buona parte di essi. In questo frattempo giunse finalmente uno dei nostri vapori da guerra è imposto al legno inglese di allontanarsi perchè andava a tirare a mitraglia su quei che armata mano sbarcavano sul suolo siciliano, questi risposero di avere il Comandante del legno e parte della ciurma a terra e che domandavano un quarto d'ora di tempo per allontanarsi, ma questo quarto d'ora durò tanto finchè il materiale egli uomini sbarcarono tutti. Questa è la fede nel l'amicizia inglese che ha un rappresentante ministro a Napoli! Allontanatosi il vapore inglese, il nostro vapore affondò un legno nemico e l'altro lo catturò conducendolo a Napoli molto mal concio. Or chi lo crederebbe! Che Garibaldi con 800 uomini e gli insorti siciliani conquistano buona parte della Sicilia e l'istessa capitale (Palermo) in dove vi erano 26mila uomini di tutte le armi e 5 batterie a trascino, a schiena e di campagna e due Forti, Catello a mare e Castelluccio del molo e le forti posizioni di Palazzo Reale e Quattro Venti, nel mentre i nostri soldati avevano molti giorni prima dispersi gli insorti facendone strage a S.Carini e S.Sebastiano attaccandoli alla baionetta e dando fuoco i due paesi.- Le bande di Garibaldi battute al Parco e a Corleone, che lo stesso Garibaldi loda il coraggio dei nostri soldati, eppure una truppa così coraggiosa al n° di 26mila uomini

e mezzi infiniti di artiglieria e cavalleria hanno sofferta l'umiliazione di sortire da Palermo come se fussero stati battuti per generosità da Garibaldi che asserisce a gran fortuna allorchè il Generale in Capo S.E.Lanza gli domandò qualche giorno di tregua, nel mentre esso Garibaldi si credeva perduto.- Tal tregua a richiesta del nostro Generale in Capo fu prolungata in modo che si convenne che la truppa sarebbe sortita da Palermo abbandonando tutte le sue posizioni e anche i Castelli con armi e bagagli, imbarcando quanto trovavasi a Castellamare di artiglieria, affusti, cannoni diversi e quanto in essi contenevasi; infine Garibaldi accordò quanto si chiedeva, stupefatto che tante migliaia di uomini così ben provveduti di tutto cedevano la Città, porti e le loro vantaggiose posizioni; intanto tale convenzione fu firmata da S.E. Lanza, Generale in Capo delle nostre infelici truppe e Garibaldi non si degnò firmarla praticandolo il suo Ministro Crispo.-Dicono tradimento; nulla di ciò suppongo, ma vera crassa ignoranza di tutti i nostri Generali, senza esperienza, senza aver fatto mai campagne, avvezzi sempre in guarnigione, senza uso di guerra, poco studio o applicazione, ma avendo per egida la sola antichità. I Generali si formano con studio, campagne ed esperienza; ma il Generale in Capo è un Genio che viene da Dio: il nostro Generale in Capo Lanza a Palermo non aveva nè l'uno nè l'altro.

Se S.E. Lanza, che aveva adeguato al suolo con migliaia di granate e proietti una florida e popolosa Città come Palermo, doveva fare tutto il suo possibile per mantenervisi, ma avendola abbandonata, giustamente viene giudicato da "venduto".- Se il nostro Governo non si decide mandar fuori dei giovani Uffiziali sortiti da Collegio e poi istruiti ove si fa la guerra per acquistare conoscenze pratiche, dell'uso della guerra, la nostra povera Patria soffrirà sempre umiliazioni e triste figure, massime nei tristi tempi che corono; che i popoli la sanno lunga, i governi senza fede, trattati che si adempiono dai piccoli Regni, non dalle Grandi Potenze, tutto ciò conferisce a tener sempre pronta una forza e Generali istruiti che sappiano condurla.- Immenso è stato il dolore dei vecchi Uffiziali che hanno militato nelle grandi armate (e che ora per la loro avanzata età non più atti alla guerra) nel considerare sfacelo simile come quello avvenuto in Palermo, e l'umiliazione dei nostri bravi soldati per la crassa ignoranza di un Generale senza talento e di nessuna conoscenza dell'arte della guerra: Ten.Generale Lanza.- Vedi differenza di comando, nell'anno 1848 S.E. Filangieri con soli 18mila uomini conquistò Messina, in allora gremita di 100 e più cannoni con battaglioni organizzati, numerose squadre e 12 legioni armate, quindi Catania con numerose forti barricate a secco (sotto una delle quali io restai ferito) con truppe estere comandate dal Generale Polacco Marijolaski, ed immensa quantità di insorti che da tutti i palazzi e case tiravano con boccacci e fucili, tanto che si fu obbligato a darli a fuoco per passare avanti; non v'è dubbio che restammo feriti 44 uffiziali e 4 morti, ma Catania con la presenza di Filagieri fu presa, quindi le alture di Palermo e tutta la Sicilia, nel mentre il Corpo di Esercito non era composto che di 18mila uomini; ed ora con 800 esteri e gli insorti, 24mila uomini diretti da ignoranti Generali, senza essere stati battuti, hanno sofferto l'umiliazione: abbandonare Palermo e parte della Sicilia dopo aver battuto il nemico su tutti i punti. Miseria umana! Cosa può un uomo di genio e di coraggio in guerra! S.E. Filangieri, con pochi squadroni di cavalleria, sul ponte Panaro, ove fu mortalmente ferito, guadagnò la testa di ponte che trovavasi guarnito di cannoni tedeschi, e facilitò il passaggio della Divisione Carascosa (di cui io facevo parte) in modo che battendo i tedeschi entrammo in Modena col calate bajonetta a 3 ore di notte: ciò avvenne nella campagna del 1815.- Nel leggere i nostri posteri la nostra storia del 1860 difficilmente presteranno fede a quello avvenuto alla nostra Armata in Sicilia: a Catania il Generale Clary con un battaglione di Cacciatori, 600 uomini del 2° di Linea, una batteria e qualche squadrone di cavalleria, abbattè la popolosa Città di circa 90mila abitanti con immense masse che guarnivano tettoie e balconi e le strade tutte barricate e pure non nove ore di vivo fuoco, con molta mortalità dei nostri e con bruciamenti di edifici e palazzi, la Città di Catania viene talmente sottomessa che vi si esegue il disarmo, e nel mentre si erano già ricevuti 250 fucili che mi furono rimessi nella Cittadella, e nel giungere dopo l'azione un rinforzo di 3000 uomini comandati dal Generale Afan De Rivera, da chi ne aveva diritto, si ordina la ritirata, si abbandona Catania e si ripiega sopra Messina. Infamia! Corre voce costante che colui il quale aveva il diritto di ordinare la ritirata aveva un figlio uffiziale nella truppa di Catania, che credendolo compromesso fece ritirare tutta la colonna di Messina. Povero Paese che affida la sua sorte ed il suo onore a Generali di simile natura! - Verso le 8 a.m. giunge in porto un nostro gran vapore a due tubi e sbarca un battaglione del 13° di Linea che era di guarnigione a Trapani; questa Piazza Capoluogo di Provincia anche è stata abbandonata a se stessa per cui tutti gli arrestati e la galera di Favignana sono in libertà per l'aumento delle masse.- Gli uffiziali superiori, Comandanti di Provincie e Uffiziali di piazza di molte provincie sono in questa; una parte di essi va a partire per Napoli col primo vapore in unione di gravi feriti e le donne.- Nella Cittadella, poi, si osserva un perfetto caso del diavolo: tanta truppa nuova che entra, l'antica che sorte per servizio in Città, guardie che smontano e non rinvengono le loro caserme per dar luogo paglia a terra a quelli che giungono , munizioni sbarcate che si immettono nella Cittadella, corvée che si intersecano, della mobilia dell'Ospedale che deve traversare per la Cittadella per portarsi al Lazzaretto, fracasso sui ponti nell'incontrarsi carri di chi esce e coloro che sortono per imbarcare mobilia o altri oggetti per Napoli. Uomini di corvée che mi si domandano ad ogni momento, quantità di uffiziali superiori che per amicizia mi domandano anche un buco per non stare in Città ove hanno ricevuto alloggio, altri per riporre equipaggi dei Corpi giunti, nel mentre tutti i locali sono zeppi non essendovi rimasti che i soli antroni di passaggio; anche la mia abitazione è occupata da due Generali con famiglie e Capi di Stato Maggiore, avendo riservato per me una piccola stanza ed un camerino; la cucina è comune a molti. Tutta la munizione di Trapani è qui giunta come pure i viveri di riserva. La truppa accasermata nella Cittadella è stata da me piazzata come segue:

15° Reggimento di Linea: SS.Salvatore e Forte Lanterna; 14° Reggimento di Linea: Bastione S.Diego e Santo Stefano;

4° Reggimento di Linea: S.Teresa e Martello; 13° Reggimento di Linea: Falzabraga S.Carlo;

Artiglieria 3ª Brigata: Porta di Grazia e Caserma di rimpetto la Convalescenza; 8ª Batteria a schiena con 232 animali: nella grande

Caserma vicino la Chiesa del Forte la 13ª Batteria a trascino: nella caserma ove trovasi.

Le truppe che alloggiano in Città sono: l'intiero Reggimento 2° di Linea, Carabinieri a piedi, 5° Battaglione Cacciatori, 4 Squadroni

di Lancieri ed uno squadrone di Cacciatori a cavallo.- La truppa che lasciò Trapani, con lo stesso vapore si portò a Palermo domandando a S.E. Il Ten. Generale Lanza, che comanda colà con alter ego, se desiderava fusse sbarcata per aumento di truppa, al che fu risposto di non averne bisogno e che si fusse ritirata in questa (Messina). Alle ore 20 sono partite due compagnie del 14° di Linea per rinforzare la guarnigione di Milazzo, ed una compagnia di Veterani per Lipari, tutte imbarcate sul vapore "Il Veloce".- Verso le ore 24 sono partit per Napoli il Maresciallo di Campo Afan De Rivera ed il Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M.-Il Maresciallo ritornerà subito, come lui mi dice.- Di Palermo nulla sappiamo.- Sono 3 ore di notte è non ancora è finito di mettersi nelle riserve il biscotto e viveri venuti da Trapani.- I soldati sono defaticati per le continue corvée.- Molte opere di fortificazioni si accrescono nella Cittadella.

 

6 GIUGNO

Al far del giorno giunge nel porto la fregata a vapore "Guiscardo" portando le ultime frazioni di Catania, infermi e feriti. Poco dopo è giunto lo "Archimede" (fregata a vapore) che porta la guarnigione del Castello di Termini che anche si è abbandonata. Nei giorni di rivolta questa piccola guarnigione, composta di due compagnie del 4° di Linea ed una trentina di artiglieri, tirò circa 500 cannonate in Città e migliaia di fucilate, sostenendosi valorosamente. Ora nello imbarcarsi non hanno incontrato nessun ostacolo avendo portato seco loro cannoni, polvere e munizioni con tutte le famiglie; Termini dista da Palermo 24 miglia.- Da Trapani molti viveri si sono imbarcati e quei rimasti con analogo processo verbale sono stati consegnati al Capo dei rivoltosi che assediavano la Città; Marchese Alragna comanda le masse a Trapani, Barone S.Anna quelle di Termini e quelle di Catania sono comandate dall'ex Capitano Puletti, impiego comprato nei Reggimenti Siciliani, che nel 1848 disertò dall'Armata e prese servizio con i rivoltosi per indi fu destituito. Quest'oggi un nostro vapore, rimorchiando un brigantino mercantile, ha imbarcato le signore degli Uffiziali e le donne dei sottouffiziali e lavandaie per sbarcarle con i propri equipaggi ai Granili di Napoli ove hanno alloggio. Si credeva che due legni erano sufficienti, ma non hanno imbarcato che la metà, restando le altre in attenzione di altro vapore. Disgrazia del nostro esercito l'aver tanti ammogliati!- Si hanno buone notizie della colonna del Generale Clary che si ritira per terra da Catania perchè i rivoltosi spacciavano che al terribile e rischioso passaggio di Taormina e S.Alessio le strade erano minate e circondate da insorti.

 

7 GIUGNO

Oggi "Corpus Domini". La truppa, secondo le nostre ordinanze, avrebbe dovuto essere in gran tenuta e far parata; ma oggi nulla di tutto ciò. Al contrario la truppa è in quartiere e pronta a imbrandire le armi.- La colonna del Generale Clary è giunta in Messina verso le ore 23. Essa è composta di circa 4000 uomini di fanteria e cavalleria, non compresa una batteria a schiera e mezza batteria a trascino. Questa truppa dopo aver distrutta parte della bella Città di Catania, nel ritirarsi molti gentiluomini sono rimasti dispiaciutissimi perchè andavano a cadere in potere dell'anarchia.- Ci sono pervenuti i fogli di Palermo che Garibaldi fa stampare qual Dittatore. Egli che occupa parte della Città alloggia al Palazzo Senatorio da ove detta decreti che cominciano: "in Nome dell'Italia Centrale e del Re Vittorio Emanuele"[...] firmato: "il Dittatore Giuseppe Garibaldi". Le quattro tappe da Catania a Messina sono state felicemente eseguite dalla colonna di Clary e da ovunque è passata ha ricevuto mille cortesie, nel mentre i rivoltosi di Messina giornalmente spacciavano che per istrada questa colonna sarebbe stata attaccata dagli insorti al passaggio delle forti posizioni di Taormina e S.Alessio e che le strade in molte parti erano minate; ma niente di tutto ciò: i paesi per dove la truppa è passata è stata ricevuta come al consueto.- Verso un'ora di notte tutti i detenuti politici ch'erano nelle prigioni di questa Cittadella sono passati nelle Carceri Centrali e rimesse le loro imputazioni al Procuratore Generale per essere giudicati dalla Corte pagana e ciò per ordina S.M.; ciò vuol dire che tra pochi giorni usciranno tutti in libertà.-Da Palermo nulla di positivo sappiamo; pare che le cose non vadano troppo bene per noi. Mille piani si fanno per campi trincerati. Certo è, a parer mio, che tanta truppa massime la cavalleria, difficilmente può stare in Messina. Povera truppa così mal comandata da Generali inesperti!

 

8 GIUGNO

I Corpi in giornata imbarcano i loro magazzini per Napoli, come pure le numerose famiglie; questa operazione andrà per le lunghe pel grande numero che ve ne sono. Le notizie che corrono in giornata sono che S.E. Filangieri sia avanti Palermo ma che non sia sbarcato, ma semplicemente per conoscere la posizione cui trovasi le truppe in Sicilia; più che siano sbarcati 12mila austriaci a Manfredonia. Ciò ha bisogno di rettifica ; ma se sia vero lo sbarco degli austriaci, sicuramente della guerra vi sarebbe nel nostro infelice Paese. Vi è poco da crederci.- Verso le due p.m. con vapori sono giunti nel porto le 8 compagnie dell'8° Battaglione Cacciatori le quali trovansi a Palermo e propriamente nel Forte chiamato Castellamare. Atterrita è rimasta l'immensa truppa e artiglieria qui ammassata nel sentire da questo battaglione che la nostra perdita a Palermo sia stato effetto di tradimento, stante che tutta la truppa di colà va ad imbarcarsi per Napoli abbandonando tutto. Credo piuttosto viltà dei Generali e poca esperienza.- Qui sembra una vera disfatta nel mentre la truppa si è battuta fino all'ultimo sangue.- Gli imputati politici messi in libertà.- Alcuni dicono che i due Generali Afan De Rivera siano stati a Palermo e da qui sia avvenuto il loro imbarco; altri per i varii comandi ricevuti separatamente; altri per poca esperienza di comando e, finalmente, al solito dei soldati per tradimento. Certo è che i due Afan De Rivera partirono da qui (Messina) per Napoli e non per Palermo. Soltanto il Brigadiere Afan De Rivera venuto da Napoli col Cotto Sponzillo e altri Uffiziali di Corpo facoltativi, dopo aver osservato la Cittadella e disposti i vari lavori, si portarono in Catania ove, dopo tenuta una sessione con il Generale Clary, si convenne che la truppa di Catania si fusse ritirata in Messina. Cosa incomprensibile! La truppa di Catania, dopo otto ore di combattimento e di essersi valorosamente comportata con perdita di uffiziali e soldati morti, bruciati vari palazzi e fatta strage di rivoltosi sottomise la Città in modo che ordinò il disarmo e in poche ore furono consegnati 270 fucili che sono riposti in Cittadella e, nel mentre tal disarmo si operava, tutta la truppa ebbe ordine di ritirarsi in Messina. Replico: cosa incomprensibile!-Certo è che la truppa, da per ogni dove, si è fatta sacrificare, massime a Palermo, ove, tra Uffiziali e soldati sono periti circa 2000 uomini. Eppure, una truppa di circa 24mila uomini in Palermo si fa osservare uno sfacelo tutto nuovo, che si ritira con benplacito di Garibaldi, nel mentre nel 1848, con S.E.Filangieri alla testa di non più di 18mila uomini, di cui io faceva parte, si conquistò tutta la Sicilia quasi organizzata con reggimenti e truppe estere comandate dal Generale Polacco Marij Olaski ! Per me conchiudo essere gran disgrazia per un Regno l'aver Generali ed Uffiziali Superiori di poca esperienza e quasi un terzo di Uffiziali e sottouffiziali tutti ammogliati, i quali, nelle attuali circostanze, non poco impaccio apportano al servizio.- L'istoria farò in proseguio tutto conoscere!

Alcuni posti dell'8° Cacciatori, qui giunti da Palermo, mi rapportano che le compagnie di Garibaldi hanno fatto molti elogi del coraggio dimostrato dai nostri soldati, augurandosi che lo stesso coraggio mostrino nel combattere insieme nei Campi di Lombardia! - Notizie sicure accertano che Garibaldi avesse proposto al Re che lui avrebbe permesso di dare una costituzione al patto però che dasse un corpo di esercito per soccorrere l'Italia Centrale contro i Tedeschi.- Per ora si suppone tradimento, come i fatti fanno supporre; cero è che vediamo con occhio non asciutto che immenso materiale di artiglieria con 2000 barili di polvere, con due vapori qui giunti da Palermo s'immettono in questa Cittadella, la quali già è zeppa di proietti e polvere che manca anche il locale ove riporla. Questo materiale appartengono alle batterie che erano situate avanti Palazzo Reale, dopo di essere state vincitrici le nostre truppe al Parco e a Corleone, con permesso di Garibaldi, si cedono, come pure il Palazzo Reale, eccellente posizione che domina Palermo! Non saprei come sciogliere questo enigma! Ma prometto a me stesso (non avendo nè moglie nè figli) che se questi baluardi della Cittadella cader debbono per intrighi o tradimento, darò fuoco ad una delle polveriste, che la menoma contiene mille cantaia di polvere, per così non aversi nè da Dio, nè dal diavolo! Peccato veder sbarcar milioni tra polveri, affusti e viveri in confusione tale che sembra aver ricevuto una dirotta tutta l'armata.- Notizie molte si sentono: dicono che Garibaldi e la sua banda va a ritirarsi per ordine del Re del Piemonte, perchè la Russia e l'Austria gli hanno manifestato che se Garibaldi non si ritira con la sua banda in Sicilia il Nostro Re avrebbe le Marche di Ancona .

Ecco i tempi di guerra; bugie eterne; ognuno le discorre come desidera! Catania desidera ed ha domandato truppa ad onta della lezione ricevuta; le masse fanno eccidi e contribuzioni senza misericordia in quella disgraziata Città.- Verso le ore 24 si è imbarcato il 1° battaglione del 2° di Linea che va a sbarcare a Pizzo (Calabria); domani lo stesso vapore, il "Guiscardo" ritorna per imbarcare il 2° battaglione che anche a Pizzo si dirige forse per formare il Quartiere Generale a Monteleone, per quanto si dice.- Quest'oggi si sono immessi nella Cittadella altri 2000 barili di polvere, come pure quantità di cannoni con affusti e casse di fucili provenienti da Palermo. Generosa carità di Garibaldi verso vili Generali! Nel sortire la truppa da Catania, i rivoltosi, impossessatisi a viva forza del potere, hanno fucilato cinque individui sotto il pretesto di realisti, ciò ha prodotto una controrivoluzione e si pretende che siasi inalberata la bandiera reale domandando che la truppa rientri a Catania; notizia da verificarsi.- Come pure che a Palermo sia avvenuto lo stesso perchè Garibaldi pretende 30.000 soldati dalla Sicilia.- Il Generale Clary, dopo aver sottomesso Catania con le proprie forze, ordinò subito il disarmo, che stavasi eseguendo col massimo ordine come nei tempi normali, e nel mentre vi sopraggiungeva maggior forza della sua, cioè la colonna del Maresciallo Afan De Rivera, ebbe ordine dal Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M. Che si portò da Catania con alter ego, di ritirarsi sopra Messina. Tale ordine indignò talmente il Generale Clary che dopo aver riportato segnalato vantaggio e di aver sacrificato degli individui, gli imponeva una ritirata. Egli con telegramma o corriere spedito, domandò il suo ritiro esponendo le sue ragioni al Re. Chi sa se S.M. Sia a giorno di quanto passa o è passato. Infamia patente! Ecco la sorte dei Sovrani! Essi sono infelici perchè non possono veder tutto con i propri occhi. Il Genrale Clary è in questa (Messina) con la truppa di Catania; appena giunto ha domandato portarsi in Napoli ma finora non ha potuto ottenere il permesso.- Un Uffiziale del 14° di Linea riceve oggi una lettera di sua moglie da Palermo: "qui vi è una grande sciarra e Dio sa come finirà". Garibaldi ha imposto una taglia di 5 milioni di contribuzione forzosa e la doppia fondiaria, più una coscrizione di 30.000 mila uomini. Queste imposte, la coscrizione e il fucilare i ladri è cosa che non troppo va a genio ai Siciliani, ma ciò non impedisce la devastazione dei campi dalle masse disperse nell'isola, la uccisione di ogni sorta di animali, i balzelli che queste masse esigono nei piccoli paesi, infine, è la perfetta distruzione della Sicilia.- Ci si avvisa che un continuato fuoco di fucileria si sente nell'interno della Città di Palermo, si suppone qualche reazione o controrivoluzione; gli inglesi però non cessano di sbarcare armi e anche uomini per Garibaldi.- Quest'oggi un vascello inglese, venendo forse da Napoli, ed una fregata proveniente da Palermo si sono incontrate nel faro e, postesi in banda a vista del porto, dopo aver ricevuto vari segnali dalla fregata inglese che staziona nel porto, hanno seguito il loro cammino.- Nel porto vi è ancora una fregata a vapore francese.- Oggi stesso è giunta una fregata bavarese ordinando a tutti i legni e brigantini austriaci di ritirarsi dal porto.

Si suppone che l'Austria abbia bisogno di legni per imbarcare truppe.- Si teme di qualche movimento insurrezionale nelle Calabrie ed è perciò che ieri sera sono partiti circa mille uomini del 2° di Linea che sono sbarcati a Pizzo e domani parte il resto del reggimento con lo stesso destino.

 

11 GIUGNO

Verso le ore 6 a.m. è giunto da Napoli sul vapore "Archimede" il Maresciallo di Campo Afan De Rivera.-Questo vapore deve imbarcare altre famiglie di militari ed equipaggi per sbarcarli a Napoli.- Corre voce che uno sbarco di Piemontesi sia avvenuto in Calabria ed altro negli Abruzzi.-Per ora, per quanto si assicura, la Città di Napoli è tranquilla.- Nella Cittadella si aumentano le fortificazioni.- La miseria aumenta.- Di tante Campagnie – dette compagnie d'Armi – appena il solo Capitan d'Armi di Corleone con 60 uomini sono con noi, tutti gli altri (il resto di 600) sono con D.Giuseppe Garibaldi.

L'8° e 9° Reggimenti di Linea, imbarcatisi a Palermo, sono sbarcati a Napoli e partiti per Caserta per restarvi di guarnigione.- Riceviamo notizia che a Palermo sono sbarcati 12mila Piemontesi sotto il comando di Garibaldi. Deve essere falso; simile forza di di emigranti non potea riunirsi così presto, nè possono essere truppe Piemontesi stante che quel Sovrano non ci ha dichiarato la guerra apertamente, ed ha, in Napoli, il suo Ambasciatore Villamorina presso Francesco II. Verso le ore 8 a.m. è partito il 2° battaglione del 2° di Linea per sbarcare in Calabria, a Pizzo. Un nostro vapore è partito per Siracusa. Grandi progetti si stanno scrutinando per rendere questo punto di Messina invulnerabile da qualunque forza possa investirla.- Molta truppa e artiglieria va qui a riunirsi; la Cittadella ne ha a ribocco. Le munizioni sono eccessive ed intanto anche da Napoli si manda polvere, nel mentre mi veggo imbarazzatissimo piazzare quella venuta da Trapani, Girgenti, Caltanissetta, e Termini in questo Forte.- Si suppone doversi formare un forte trinceramento fortificato per 24mila uomini, il sito non ancora si è deciso quale debba essere. Povera Gerusalemme...-

Ho scritto per ottenere due grosse bandiere, nera la prima per izzarla in caso di circostanza sul Lazzaretto, ove si è trasferito l'Ospedale Militare (che contiene 300 feriti ed infermi), l'altra rossa da situarsi sulla Cittadella a seconda la circostanza richiede. Sono le 4 p.m., ricevo una ministeriale con la quale si avvisa doversi immettere nella Cittadella altre 140mila razioni a secco di viveri, cioè biscotto, formaggio, pasta prosciutto ed una caraffa di vino; più 120mila razioni di avena e paglia. Quella, però, che trovo strano a sorprende si è che nella ministeriale dice di contribuire viveri e foraggio anche alla colonna riunitasi in Catania, fin dal giorno 7 corrente trovasi in Messina ed i 600 uomini del 2° di Linea che ne facevano parte sono già partiti per Calabria. Fra le cose più dispiacevoli che osservo e che molto nocumento arreca all'Armata si è che la non mediocre diserzione non solo dei volontari ingaggiati siciliani, ma anche napoletani, i quali, per disposizione di Garibaldi, ricevono 30 ducati, per disertare, e 6 carlini al giorno.- Nel mentre scrivo mi si presenta il Capitano Serafino Salomone del 13° di Linea da parte del Generale Comandante le Armi che mi invia l'Alfiere Conte, del 13° di Linea, per restringerlo agli arresti di rigore in Cittadella con la massima sorveglianza. Dopo letto l'Ufficio, dico al Capitano di far entrare l'Uffiziale per conoscerlo; in effetti il Capitano si porta fuori la sala ove l'aveva lasciato e non lo rinviene. Datami di ciò parte, gli ordino di prendere una vettura e fare il possibile per rinvenirlo, cosa che gli è riuscito inutile perchè, portatosi alla locanda dove alloggia il Conte, il locandiere gli ha detto che pochi minuti prima il detto Uffiziale si aveva preso la balice ed era partito. Questo Ufficiale era imputato come reclutatore di soldati per farli disertare, commissionato da Garibaldi, come in effetti si è disertato.- Manca parimenti il 2° Tenente Ferrantina del 2° di Linea, il quale non essendosi imbarcato col reggimento e non trovandosi in Messina, parimenti sarà passato al nemico.-

 

12 GIUGNO

Questa notte sono giunti, provenienti da Palermo, altri due brigantini carichi di polvere che si immette nella Cittadella. Sembra cosa veramente deplorabile che la nostra truppa in tutti i rincontri in questa occasione dello sbarco in Sicilia di non più di 800 uomini comandati da Garibaldi, si è sempre ben battuta, facendosi sacrificare tanto contro Garibaldi che con le masse, ed intanto si vede uno sfacelo così vergognoso che si abbandona da Palermo fornita di circa 22mila soldati, si vede qui in Messina sbarcare immensa munizione, cannoni, affusti, mortai e immenso materiale. Si vede abbandonata Catania dopo segnalata vittoria, si veggono tutti i Capiluoghi di Provincia abbandonati senza battersi, infine, tutte queste cose giornalmente apportano uno scoramento ad Uffiziali, sottouffiziali e soldati, in vece dell'eccellente spirito che animava la truppa. Anzi, la continua diserzione anche di Uffiziali tiene tutti in orgasmo per la diffidenza in cui vive perchè tutti suppongono o poca esperienza in chi comanda o tradimento. Faccia Iddio e non si verifichi. Le truppe della Cittadella sono le seguenti compagnie complete:

SS SALVATORE:......8 compagnie

MASCHIO CITTADELLA:2 compagnie del 14° di Linea

SANTO STEFANO:.....2 compagnie del 14° di Linea

S.CARLO:...........4 compagnie del 14° di Linea

SANTA TERESA:......2 compagnie del 14° di linea

NEL MASCHIO:.......4 compagnie di Artiglieria

Una batteria a schiena con circa 200 uomini

Una batteria a trascino

Circa 400 cannoni e più per baluardi.

Le truppe in Città sono:

5 squadroni di cavalleria: 4 Lancieri e uno di Cacciatori a cavallo;

Un battaglione di carabinieri;

Due battaglioni di Cacciatori (5° e 8°);

Una batteria a trascino;

Una batteria a schiena;

Due battaglioni del 13° di Linea. In Tutto: circa 8500 uomini.

Sono state destinate due compagnie di corvée fissa per trasportare in Cittadella il gran materiale di artiglieria provenienti da Palermo. Dicesi che i cannoni di ferro di posizione colà li  abbiano inchiodati; tesori immensi che si perdono per tanto materiale di artiglieria e Genio che si abbandona. Intanto non ancora abbiamo potuto conoscere in che modo sia stata ceduta Palermo con tanti mezzi e tanta truppa che si è così battuta coraggiosamente.- È giunto il legno che porta l'aumento di 140mila razioni.

 

13 GIUGNO

Verso le ore 7 ½ a.m. ricevo rapporto dal posto Sarranieri che un piccolo vapore con bandiera napoletana voleva sbarcare uomini in quella spiaggia e che essendogli stato impedito, colui che comanda il legno, parlando ligua affettata napoletana, ha detto che voleva sbarcare carbone per conto del nostro Governo; ma il Caporale gli ha detto che ciò poteva eseguirlo nel porto e se non si allontanava l'avrebbe fatto fuoco, per cui, borbottando, e togliendo la bandiera, si è allontanato.- Ad un tal rapporto mi sono portato sopra luogo ed, in effetti, ho osservato il piccolo vapore senza bandiera nel Faro che si dirige verso Spartivento, ove vi sono in banda due grossi legni mercantili. Il Capoposto mi ha soggiunto che molte persone, decentemente vestite, con cannocchiali osservavano la Cittadella.- Questi certamente hanno creduto che nella Cittadella si dorme, oppure che non si usa bastantemente sorveglianza e che sia facile una sorpresa; ma si ingannano a partito. Non v'è dubbio: la Cittadella di Messina è conosciuta da tutti; in tutti i collegi si studia. Ma ora cercano di appurare le opere le fortificazioni che vi si sono aggiunte. Si sta facendo ora, con una forte corvée di soldati, una lunga caponiera tra il Forte Lanterna e Forte Salvatore per avere una sicura comunicazione al coverto tra i due Forti.- Verso le ore 8 a.m. è giunto nel porto il vapore l' "Archimede", reduce da Siracusa, che porta tutte le famiglie gli equipaggi di quella guarnigione. Il detto vapore imbarca altre famiglie ed equipaggi di questa guarnigione e di quelle di Girgenti, Caltanissetta e Catania, che qui si trovano, portando a rimorchio due brigantini carichi di femmine e magazzini di truppa; con tutto ciò ancora vi restano famiglie da imbarcarsi, che tutte si riuniscono ai Granili (Napoli), a meno che non abbiano amici o parenti in Napoli o nei paesi vicini. Corre voce che sbarcheranno in Ancona e negli Abbruzzi 30mila

tedeschi, come dice il "Debats"; solite notizie che hanno bisogno di conferma.- Questa notte il battaglione dei Pionieri sta al bivacco sulla spiaggia di Sarranieri.-Un Ufficiale del Genio – De Benedittis – è passato all'inimico.- All'ordine del Comandante delle Armi si prescrive che ogni militare che manca per 24 ore dalla guarnigione è considerato come disertore al nemico.- Non vi è giorno che disertino soldati.- Sono venuti arrestati in  Cittadella uno speziale ed altro pagano reclutanti per far disertare i soldati.- Vittorio Emanuele Re di Piemonte, intitolato Dittatore d'Italia, fa giungere un suo decreto a Palermo al suo Luogotenente Garibaldi per farlo eseguire; esso ordina che fusse venduta la terza parte dei beni dei Conventi con rendite per compensare i danni ricevuti da tutti quelli che hanno sofferto pel bombardamento nella Città, che trovasi quasi più della metà adeguata al suolo o bruciata. Ci perviene notizia che un nostro Uffiziale di Artiglieria che nel 1848 si diede ai rivoltosi, e quindi passò al servizio del Piemonte, di nome Cisini, abbia tentato uno sbarco di gente armata in Calabria con due legni, ma giunta a tempo la nostra truppa, che credesi del 2° di Linea, ed altri 600 Calabresi (di quelli congedati che ricevono 25 grani al giorno), facendoli fuoco addosso, quelli che non ebbero il tempo di imbarcarsi furono tutti sacrificati.- Oggi è partito il Colonnello Dusmet del 14° di Linea chiamato da S.M. a Napoli, forse per conoscere qualche cosa di cui è in dubbio; si spera che da un sincero esposto possa cambiare di aspetto la presente situazione.- A Bercellona vi è riunione di masse e, per quanto si assicura dalle nostre spie, sono istruite

dal 2° Tenente Ferrantina che, dimenticando il giuramento dato, si è dato al nemico; era del 2° di Linea.- Sono ristretti, per ben intese vedute, agli arresti di rigore di questo Forte il Capitano Lamberti ed il 1° Tenente Tosti dell'8° Battaglione Cacciatori.-

 

14 GIUGNO

Sono giunti da Palermo altri due brigantini carichi con altri 700 barili di polvere, bombe ad altri attrezzi di guerra caricati a Castellamare in Palermo.- Si sono date disposizioni per fare imbarcare i nostri soldati feriti ed infermi, che sono al numero di più di 300, per Napoli e Reggio. Il detenuto politico Matteo Cappadonica, per ordine superiore, è stato messo in libertà.- Faccia Iddio... Mentre scrivo, giunge nel porto, proveniente da Palermo, altro vapore che rimorchia un brigantino carico di equipaggi e materiali di artiglieria, che sbarca il tutto in questa, ed il vapore carico di truppa che va a sbarcare a Reggio.- Per quanto dicesi, si teme, o siasi avverato, qualche sbarco di esteri in Calabria.- Stamane ho letto il foglio ufficiale da Palermo da cui si apprende che Vittorio Emanuele s'intitola Re d'Italia e nomina Garibaldi come suo Luogotenente in Sicilia e Dittatore; in detto foglio si leggono tutti i decreti di Garibaldi per la coscrizione di 30.000 uomini, da 17 a 30 anni, divisi in tre classi: una per guardare il proprio paese; altra per sortire e difendere la Provincia, ma la massima parte per formarsi in reggimenti regolari. Entusiasti proclami per la liberazione della Sicilia per liberarsi dal Governo tirannico sotto cui giacevano, infine, proclami incendiarii dicendo che chi non si arma è codardo e nemico della patria. Racconta tutti gli attacchi avuti per conquistare Palermo e loda il coraggio dei nostri soldati, non, però, la condotta e direzione dei nostri Generali a cui ha accordato per tre volte la sospensione d'armi da questi domandata avendo riguardo ai cadaveri da interrarsi e a curare i feriti (come lui dice) nostri fratelli e, finalmente, una tregua da lui concessa indeterminata, firmata dal nostro Generale in Capo, senza benignarsi (il Garibaldi) di segnarla, ma firmata dal suo Ministro Crispo.-Decreta pure non pagarsi i dazi imposti alla Sicilia dal 1848 in poi, come il macino, ecc. Cosa strana, nel mentre Vittorio Emanuele tiene il suo Luogotenente in Sicilia (il Dittatore Garibaldi) abbiamo in Messina il suo Console e molti legni piemontesi con bandiera izzata e che spacciano protezione! Verso le ore 3 di notte giunge da Reggio l'Aiutante di Campo del Maresciallo Afan De Rivera sopra il piccolo vapore "La Rondine", che porta ducati 30mila presi dalle casse di detta Città; non poca noia mi ha arrecato per far calare 3 grandi ponti, porte e due rastrelli, operazione per rinchiudersi è durata fino ad un'ora dopo la mezzanotte.-

 

15 GIUGNO

Riceviamo consolanti notizie che un nostro vapore ha catturato un vapore che rimorchiava un brigantino genovese avendo a bordo mille esteri armati, i quali sono stati condotti a Gaeta prigionieri. Per quanto si assicura, Vittorio Emanuele, lui stesso, avesse pervenuto il nostro Sovrano dalla partenza da Genova di questa gente armata e che non aveva potuto impedire.- Si dice che il Parlamento Inglese abbia fatto sbarcare l'Ammiraglio che comandava i legni inglesi che protessero lo sbarco di Garibaldi a Marsala domandandone conto.- Il Parlamento di Torino domanda conto a Garibaldi con quale autorizzazione si serve del nome del Re Vittorio Emanuele e che gli ha conferito la carica di Generale in Capo e Dittatore. Folle! La Francia ha imposto a noi e Garibaldi la decorosa ritirata delle nostre truppe da Palermo, di evacuare con la massima tranquillità tutti il macchinario, polvere ed attrezzi di artiglieria, magazzini vestiario ed altro, non già per effetto che le nostre truppe fussero state battute, ma, credesi, o poca esperienza o tradimento.- Il Comandante la flotta inglese, dal Parlamento inglese, è stato richiamato per dar conto perchè non abbia impedito l'uccisione di tanta gente e l'esterminio di così bella e popolosa Città.- Ci perviene notizia che il celebre brigante Tallarico, che giammai potrà cadere in mano della Giustizia ora è capo di circa 13mila calabresi, la maggior parte congedati, e volontari che ricevono da Governo 25 grani al giorno, i quali hanno giurato vendicare i loro fratelli morti in Sicilia. Chiacchiere!

 

16 GIUGNO

ci giunge notizia di Catania che nell'affiggersi i decreti di Garibaldi per la coscrizione, quei manifesti sono stati subito lacerati e che già uno scisma sia nato fra i differenti partiti. Secondo me la coscrizione che pretende Garibaldi è molto difficile che può eseguirla ad onta del forte partito che ha; i Siciliani amerebbero essere formati (cioè la gente torbida) in squadre per avere l'aggio di andare saccheggiando, ma giammai soggetti a disciplina. Per la gente onesta non ama affatto la coscrizione, perchè il loro motto favorito è:"Meglio PORCO che Soldato"; tanto vero che molti Siciliani fattisi volontari col premio di 30 docati nel presentarsi, appena inteso lo sbarco di Garibaldi si sono disertati per unirsi alle masse per andare rubando.- Delle 130mila razioni che S.M. Ha aumentato di viveri in questa fortezza da pervenire da Napoli, essendone giunta notizia parte di essa stamane, nell'asporizzarla col Commissario di Guerra e periti, avendo rinvenuto 100 presciutti fracidi e puzzolenti, che senza ascoltare ulteriori ragioni li ho fatti di nuovo imbarcare per rimetterli al provveditore che li ha inviati, formandone analogo processo verbale. Povera Gerusalemme, in man di cani...tutti ladri !

La diserzione non cessa; ieri si sono disertati 2 Primi Sergenti e due Secondi Sergenti dell'8° Battaglione Cacciatori, come dicesi, perchè dissestati in finanze e zeppi di debiti.- Una lettera in stampa del Tenente del Genio disertato da Messina (De Benedittis),esprime i grandi ringraziamenti che fa al Comitato di Messina riunito ad un paese vicino Catania e propriamente vicino al Gesso, ed il gran ricevimento ricevuto a Barcellona e l'entusiasmo che infonde a tutti nel licenziarsi nel partito per Palermo.- Il cameriere pagano del Maresciallo Afan De Rivera di Messina si è disertato, asportando un fucile del Maresciallo.-

 

17 GIUGNO

Il 2° Battaglione di Cacciatori che era in Palermo è sbarcato a Reggio. Per telegramma da Napoli si ordina che il Maresciallo di Campo D.Pasquale Russo, Comandante le Armi in questa Provincia e Piazza, si porti in Napoli col suo equipaggio e famiglia, conducendo seco i due Capi di Stato Maggiore, Capitani Marchese Isastia e Occhionero, e che provvisoriamente assuma il comando il Maresciallo Afan De Rivera, ritenendo anche il comando della 3ª Divisione. Che il Marchese Isastia parte col suo Generale, cui era Capo di Stato Maggiore, sembra regolare, ma l'aver chiamato in Napoli il Capo di Stato Maggiore della Divisione nel mentre il suo Generale assume funzioni maggiori in questa, sembra strano.- Da Napoli sono giunti in un vapore 3 compagnie di artiglieria per portarsi a Siracusa.- Il Generale Clary comanda la 3ª Divisione in questa e Siracusa.- Quattro compagnie di Carabinieri, da questa, sono partite da Reggio e due da Siracusa, richiamato in Napoli e sostituito da Brigadiere Fergola, partito da qui.- Tutti Generali di Palermo, e lo Sato Maggiore compreso, per le coglionerie commesse, a quanto dicesi, debbono passare tutti all'Isola d'Ischia.- Siamo in aspettativa di molte novità.- Ci è giunta la notizia sicura del legno di armati catturati e condotti a Gaeta.- Ricevo lettera riservatissima del Segretario di S.M. (D.G.) che desidera conoscere se vi sono arrestati politici in questa Cittadella e dai Forti che da me dipendono; io gli ho rimesso uno stato nominativo di tutti quelli che vi sono stati dal giorno di Pasqua (8 aprile) finora, specificando quelli che furono arrestati nei quattro giorni che si è fatto fuoco contro gli insorti, e per ordine di chi sono sortiti e che in atto nessuno arrestato politico vi esiste.- È sortito un quadro che rappresenta l'esercito di Palermo in dove si osservano soldati ed uffiziali con testa di leoni irritati che si battono, uffiziali di stato maggiore con sciabole sfoderate senza testa, e Generali con orecchie d'asino.- Molti Uffiziali di Corpi Facoltativi sono qui giunti col vapore di oggi.

 

18 GIUGNO

Più vapori sono giunti da Napoli con tre compagnie di Artiglieria, delle quali, una per Augusta e due per Siracusa. Più quattro compagnie del 14° ed altre quattro del 15°, in modo che questi due ultimi reggimenti sono per intieri nella Cittadella.- Reduce da Napoli è giunto il Colonnello Dusmet del 14° di Linea, il Colonnello Liguori e Maggiore Nunziante.- Si assicura che l'Aiutante di Campo di Garibaldi sia da qualche giorno in questa Città vestito da Uffiziale Piemontese, e siccome Vittorio Emanuele non ha dichiarato guerra al nostro Sovrano non lo si può arrestare, tanto è vero che qui nel porto vi è un legno di guerra piemontese ed il Console di detta Nazione.- Questa sera, verso mezz'ora di notte, si sono imbarcate sul vapore "Lo Stromboli" quattro compagnie del 15° di Linea per sbarcare in Augusta.- Corre voce che qui in Messina si riunirà un Corpo di Esercito di 20mila uomini che dovrà marciare sopra Palermo. Si spera buon capo per comandarli.- Garibaldi ha fatto fiasco per la coscrizione dei 30mila uomini da 17 a 30 anni, stante che ovunque si sono affissi avvisi e decreti sono stati lacerati.- A parer mio, se vi fusse un Uomo di Genio, la controrivoluzione sarebbe subito fatta, ma disgraziatamente questo manca !

 

19 GIUGNO

Questa notte è stata derubata la casa del Cavaliere Stagno, che con la famiglia trovasi in campagna, come la massima parte dei proprietari e negozianti per timore di non essere bombardati dalla Cittadella. I ladri sono entrati per i balconi che hanno scalati; furti e riscatti in campagna ne succedono alla giornata, la miseria è somma perchè nessuno travaglia, chi ha mezzi si ricovera sui legni esteri o fugge in campagna, nel mentre nessuno li perseguita. Le botteghe chiuse la più parte e quelle aperte sgombre affatto di generi ed appena hanno qualche piccolo oggetto da vendere di cattivissima qualità. I caffè languiscono. Notizie sempre allarmanti; pretendono che sempre che la Cittadella si prenda senza sparare ed intanto tutti fuggono per timore che non faccia fuoco. Cosa terribile la guerra civile!  Come si accendono le fantasie, le bugie che si propagano sgomentano i buoni ed incoraggiano i tristi, la paura invade il sesso femminile che consilia sempre la fuga, la ruina dei negozianti tutti è inevitabile, le scadenze maturano e la privazione del commercio produce un sicuro fallimento.- Col vapore che porta in Napoli quantità di famiglie ed equipaggi si è imbarcato anche il già Comandante le Armi Maresciallo di Campo D.Pasquale Russo.

Questo Uffiziale Generale, per quanto buono e bravo in apparenza, è il più famigerato ladro e profittatore sporco e indecente: basti dire che in queste emergenze colui che disponeva di tutti era un certo appaltatore Villano cognominato Conte perchè forniva al prelato Superiore quanto gli faceva di bisogno di pranzo, cena, provviste di tutto, cavalli, carrozze fino a cinque asine per latte, perchè asmatico; intanto il suddetto appaltatore non mancava in pubblico contare tutti i monopoli financo con bettolieri e fornisori. Non pertanto qualunque cosa si desiderava dal Generale bisognava dirigersi a Conte per ottenerlo, anche per i detenuti politici. Miseria umana! - Quest'oggi, provenienti da Palermo, sono giunti nel porto due grandi vapori francesi rimorchiando due brigantini napoletani, che hanno sbarcato due compagnie di artiglieri con corrispondenti pezzi, affusti e animali formando le due batterie ch'erano piazzate avanti il Palazzo Reale di Palermo; hanno condotto parimenti la gendarmeria a piedi, e cavalli ed il magazzino del 9° Cacciatori con immensi equipaggi, polvere, e proietti.- Si crede che domani, giusta il convenuto, finirà l'evacuazione da Palermo di truppa e materiali e, a quanto dicesi, il solo Tenente Generale Lanza stia a Palermo con i due Generali Fratelli Marra, essendo tutti gli altri Generali e Stato maggiore passati a Ischia con metà di soldo.

Abbiamo sicuro notizie che nei paesi ove si sono affissi gli ordini di Garibaldi per la leva dei 30mila uomini, le popolazioni sono insorte contro i rispettivi Comitati che vogliono obbligare di eseguire la leva.- Dicono uccisi tutti quelli che non hanno avuto la fortuna di fuggire, massime a Francavilla, provincia di Catania, ove vi è stata un'uccisione di tutti i galantuomini; sotto l'aspetto ch'essi hanno chiamato Garibaldi in Sicilia.- É partito anche il Colonnello Ferrara del 15° di Linea per Napoli, richiamato per causa di salute e rimpiazzato dal Colonnello Ruiz del 5° Cacciatori; Paura. Oggi la Città di Messina era molto popolata dopo il mezzogiorno per causa che le famiglie dei Consoli inglese e francese si sono ritirate in Città, assicurando i negozianti che gli affari della Sicilia andavano ad accomodarsi diplomaticamente a che perciò avessero intrapreso i loro affari per incoraggiare il commercio.-

 

20 GIUGNO

Sono cose veramente dispaicevoli sentire giornalmente diserzioni non solo di sottoufficiali e soldati ma anche di Uffiziali; il contagio si propaga. Il Tenente Colonnello Peternò anche disertato.- Molti vapori sono giunti da Palermo portando il residuo di truppe artiglierie e proietti che trovavansi in quel disgraziato e numeroso Corpo di Armata per mancanza di Generali: tutti gli impiegati ospedalieri, telegrafici, commessi ed altri sono qui in Messina. Le truppe che vengono da Palermo gridano tutte al tradimento e pare siano diffidenti e, credo, ci vuole molta maniera per farli acquistare confidenza nei loro Superiori.- Il Sig. Genrale Clary è giunto a questa al comando della 3ª Divisione: se tutti i Generali in Palermo si fossero comportati come questo bravo Generale in Catania non si avrebbe dall'Armata il dolore di vedere lo sfacelo che si osserva e per rimettere l'opinione dell'Armata acquistato col sangue nel 1848 e 49, molto tempo dovrà passare, se pure vi si presenta l'occasione.- Ricevo lettera dal Commendatore Severino, Segretario Particolare di S.M.(D.G.) che mi avverte per parte della lodata S.M., con lusinghieri espressioni, cose da me prevedute di cui l'esperienza non poteva tralasciare di prevedere, così ho riscontrato.- La Vicenitendenza da Palermo è stat qui stabilita. (Carrelli è giunto oggi in Messina con tutti gli impiegati della Viceintendenza); La Cassa di Campagna è stata depositata in questa Cittadella ove ho dato alloggio a tre impiegati.- Il Brigadiere Clary è stato promosso Maresciallo, reduce da Napoli ha ricevuto dal Tesoro 30mila docati per spese straordinarie a farsi per spie o altro; egual somma ha ricevuto il Maresciallo Afana De Rivera per lo stesso oggetto.- Quest'oggi sono partiti dal Lazzaretto per Reggio tutti i malati e i feriti, restandone solo 45 gravemente infermi. Al locale dove stavano i detti infermi si costruiscono le scuderie per l'immenso numero di mule venute da Palermo conle tre batterie di Campagna.- Seguitano a partire vapori e brigantini a vele di equipaggi e donne di uffiziali e truppa per sbarcarli in Napoli. Altri legni carichi della stessa mercanzia partiranno domani.

 

21 GIUGNO

Essendo qui giunte da Palermo tutte le truppe destinatevi, questa mattina si sono date da questo Sig. Generale Comandante le Armi tutte le analoghe disposizioni in caso di all'armi, o che si batta la "Generale", assegnando ad ogni Corpo o Brigata le disposizioni da prendere per tutte le truppe accasermate in Città. Eguali istruzioni dal Comandante della Cittadella si sono date alle differenti Armi e Corpi di guarnigione nel Forte.- Oggi tutte le truppe della Città e della Cittadella hanno passato la rivista nel piano di Terranova dal Maresciallo Clary; tutte le truppe in tenuta di marcia. Le truppe intervenute alla parata sono le seguenti:

Un battaglione a trascino (Carascosa); altra a schiena (De Blasi); un battaglione di Artiglieria,quattro squadroni di Lancieri, uno squadrone di Cacciatori a cavallo, un battaglione del 4° di Linea, due battaglioni del 13° di Linea, otto compagnie del 14°, otto compagnie del 15°; 5°, 8° e 9° battaglioni Cacciatori, una compagnia di gendarmeria a piedi e mezzo squadrone di gendarmeria a cavallo e tre batterie di campagna, a schiena: cioè 6ª(Cap. Morabito), 7ª(Riario Sforza) e 14ª(Minutolo).

La grande disgrazia presente si è la diffidenza; il veder disertare uffiziali è troppo doloroso. Sembra pure che tra i due Marescialli Afan De Rivera non vi sia troppa armonia per qualche ordine contraddittorio avvenuto, come questa notte che per bene due volte ho ricevuto ordine di far sortire la batteria a trascino e quindi contrordine, dopo di aver fatto bassare i ponti e chiamato una compagnia di granatieri per scortarla.- È stato chiamato in Napoli il Maresciallo Afan De Rivera; questa chiamata qui giunta col vapore arrivato verso mezz'ora di notte, mi sembra climaterico: in proseguio si saprà.- Si sono dati ordini per formarsi scuderie al Lazzaretto ov'erano malati e feriti, come pure scuderie nei magazzini della Dogana e altrove.

 

23 GIUGNO

È giunto da Napoli altro vapore da guerra, carico di sacchi a terra, tavoloni utenzili pel Genio, il quale passando per Milazzo vi lasciò i viveri e parte dei tavoloni e utenzili per il Genio perchè, per quanto si suppone, in Milazzo va a formarsi un campo trincerato per 18mila uomini.- Giungono da Palermo altri brigantini carichi di proietti, tavoloni ed altri attrezzi di guerra, con 105 grossi sacchi di grano che caricarono a Palermo il giorno 20 corrente, giorno ultimo per la tregua.- Ecco la intiera Sicilia (per l'inesperienza di Generali) in potere di Garibaldi, ad eccezione di Messina, Agrigento, Siracusa e Milazzo.- Questa mattina su di un vapore è partito il 1° battaglione del 13° di Linea per Milazzo comandato dal proprio Comandante Colonnello Torrebruno, che va a prendere il comando di quel Forte.- Ho ricevuto avviso d'immettersi nella Cittadella:

prosciutti -centinaia 36;

formaggio -centinaia 30;

biscotti -centinaia 280;

vino -litri 40mila;

grano -sacchi 105.

Nel ritirarsi la colonna del Generale Clary da Catania lo seguirono 5 presidiarii: Francesco Vicari, Concetto S.Giorgio, Innocenzo Lo Re, Giuseppe Giambrone e Stefano Colliega, che prestavano servizio in quei quartieri, che venendo in questa, furono mandati in questa Cittadella. Oggi, però, ne debbono disertare due (Giuseppe Giambrone e Stefano Colliega), restando gli altri tre in ostaggio e ciò con la massima riservatezza, perchè, essendo stato assicurando che Garibaldi trovasi in Messina, ai due Presidiarii capi camorristi gli si sono promessi 1300 docati perchè lo pugnalano: faccia Iddio che si verifichi pel trionfo della nostra causa tradita da pochi ignoranti Generali.- Abbiamo sicure notizie degli immensi furti si commettono nelle campagne, ove moltissimi si sono ricoverati per timore dei cannoni della Cittadella, ed in tutti i villaggi si commettono assassinii e uccisioni di nuovo genere ed in quasi tutti i paesi si ammazzano i proprietari e gli si bruciano le case e le loro masserizie. Quando finirà questo flagello! Per me sembra che vada alla lunga! Una fregata da guerra a vapore austriaca questa mattina ha traversato il Faro proveniente da Palermo.- Ieri il Tenente Lamberti dell'8° Cacciatori è passato al nemico.

 

24 GIUGNO

Per telegramma questa notte è stato segnalato che due compagnie di artiglieria, qui venute da Palermo, s'imbarcassero subito per Napoli. È giunto un brigantino da Napoli carico di tanti oggetti per l'artiglieria, legname, nonchè immensità di viveri di ogni specie.-Ci perviene copia di una protesta fatta dal Comitato della Provincia di Caltanissetta a Garibaldi che dice essere pronti a fare qualunque sacrificio per la libertà e buon governo della Sicilia, ma per la coscrizione sono piuttosto decisi scannare i propri figli che farli divenir soldati. Da due giorni che furono assegnate ad ogni Capo le posizioni da occuparsi dai Corpi o distaccamenti, la metà della forza vi è situata al bivacco ed è cambiata ogni 6 ore ad onta del forte sole che brucia.- Si sta in dubbio se Garibaldi, travestito, sta ancora in Messina o se sia partito; per me stento a credere che vi sia stato.- Il primo Tenente di artiglieria Gizzi (o Zizzi) è passato al nemico.- Verso le ore 22 su di un vapore sono giunte le 4 compagnie del 14° di Linea ch'erano distaccate a Milazzo, rilevate da un battaglione del 13° di Linea.- Alle ore 24 è giunto altro vapore che ha sbarcato il 3° di Linea.- Ad un'ora di notte è giunto altro vapore ed alle ore 3 di notte ha sbarcato il primo Reggimento di Linea; questi due ultimi Reggimenti vengono da Gaeta. Durante la notte sono sbarcate altre otto compagnie del 3° di Linea. Una truppa è a vista, che sono altre otto compagnie del 3° di Linea.- Verso le ore 2 ½ vi è stato un falso allarme: due batterie a trascino e a schiera sono sortite dalla Cittadella; le truppe della Città sono in posizione, la Cittadella ha chiuso le porte e alzati i ponti dopo sortite le due batterie.- Dicesi che altre truppe debbono qui riconcentrarsi e che S.E. Filangieri verrà a comandarle: unico mezzo per salvare la Sicilia. Si spera, ma difficile sembrami che si verifica!

 

25 GIUGNO

Stamane si è piazzata una compagnia al bivacco al camino coverto a Sarranieri che verrà cambiata ogni 24 ore, essa darà 15 sentinelle.- Seguitano a sbarcar truppe, vapori francesi noleggiati che trasportano truppe ed ogni sorta di materiali ed uomini rimorchiando brigantini. Legni inglesi che traversano il Faro, altri nel porto.- A quanto si crede qui debbono riunirsi 27mila uomini di tutte le armi.- Quest'oggi verso le ore 21 sul vapore da guerra è partito il Sig. Maresciallo di Campo Afan De Rivera per Napoli; il comando delle Armi provvisoriamente è stato preso dal Maresciallo di Campo Clary che comanda la Divisione. La Città è popolata, molte famiglie si sono ritirate dalla campagna per i molti furti che si verificano, i magazzini dei negozianti però sono tutti vuoti avendo le di loro mercanzie a bordo o inviato a Malta.- Sono venuti arrestati sotto chiave nella Cittadella due Capitani del 14° di Linea, D.Ferdinando Ciccarelli e D.Tommaso Ubintè (?) per aver denunciato falsamente (infamia) il loro Maggiore Guccione stando distaccati in Milazzo.- Si è fatto un cambiamento di artiglieri tra quelli venuti da Palermo e quelli di questa 3ª brigata creduti cattivi soggetti, questi si sono spediti in Napoli.-Verso le ore 6 ½ a.m. nel mentre il forte negoziante Paino di Bartolo, Giudice del Tribunale di Commercio, montava in carrozza, è stato ucciso con tre colpi di fucile e, dopo caduto a terra, ha ricevuto una pugnalata a cuore: egli dal suo casino, a circa un miglio dalla Città - tutto abitato come da Napoli a Portici – montava in carrozza per portarsi in Città.-

 

27 GIUGNO

Ieri sera, verso un'ora di notte, fu ammazzato un impiegato del macino con colpo di fucile.- Il Corpo di Esercito in Messina, all'epoca di oggi, è così  composto:

- Generale in Capo Clary

-Capo dello Stato Maggioredell'Esercito: Capitano Pinedo e 9 Uff. di S.M.

-Capo dello Stato Maggiore di Artiglieria: Colonnello Brigante ed altri Uff.

-Capo dello Stato Maggiore del Genio: Colonnello Pelosi ed altri Uffiziali

-Assistenze ed Ambulanze: Vice Intend. Carrelli ed altri Commiss.Di Guerra;

Prima Brigata: Sig. Colonnello Melendez: 1° e 3° Regg. di Linea,

Battaglione Pionieri, Brigata di Artiglieria, Gendarmeria Reale e Cacciatori a cavallo;

Seconda Brigata: Sig. Colonnello Cobianchi: 4°, 5° e 7° Reggimento di Linea;

Terza Brigata: Sig. Colonnello Ghio: 13°, 14° e 15° di Linea;

Quarta Brigata: Sig. Colonnello Beneventano del Bosco: 5°, 8° e 9° battaglione Cacciatori;

Tutte le batterie sono agli ordini del Sig. Colonnello Briganti; I Battaglioni Lancieri dipenderanno direttamente dal comando del Generale in Capo; il comando della Cittadella al Generale di Brigata de Martino.

Questa mattina è stato ucciso il Capo Urbano ai Gambari, poco distante dalla Città; da per tutto questi vandali siciliani si ammazzano come porci! Garibaldi ha ordinato una forte requisizione di tela ed ogni mille anime deve contribuire un cavallo ed un mulo.-Dicesi che le squadre si riconcentrano tutte a Palermo e tutti i paesi e Città hanno il loro Comitato e la bandiera piemontese sventola su tutte le casi comunali, ad eccezione di Messina, Milazzo, Augusta e Siracusa, occupate dalle truppe del Nostro Sovrano.-I catanesi hanno acquistato 5 cannoni rigati dall'estero per la difesa della loro Città.-

 

28 GIUGNO

La diserzione seguita abbenchè in poco numero. I reclutanti di Garibaldi sono molti e pagano bene, massime gli artiglieri che giornalmente ne disertano.- Stamane è stato inviato nelle prigioni di questa Cittadella un reclutante di Garibaldi sorpreso sul fatto di vestire 3 fidi artiglieri da pagani per inviarli a Barcellona; questi stessi artiglieri e dei sottoufficiali, espressamente appostati, hanno arrestato il reclutante Giustino Barone, nostra Guardia Doganale; da per tutto nemici del Governo, anche i salariati! Ieri al giorno fu spedito un battaglione, comandato dal Colonnello De Torrebruna, al di sopra dell'Ospizio per guardare quello sbocco da cui si accede a Messina.- Quest'oggi la 2ª Brigata, 4°, 5° e 7° Reggimento di Linea, è sortita da Messina, avendo quattro giorni di viveri, per prendere varie posizioni su vari punti da ove può tentarsi qualche invasione della Città, non lungi, però, più di quattro o cinque miglia.-Al sito – detto Paradiso – altre uccisioni sono avvenute di pagani ad un miglio da qui.- Oggi abbiamo letto sul foglio del 25 di Napoli la data Costituzione, di cui la Sicilia neppure, pare, ne sia contenta.-

 

29 GIUGNO

Corre notizia che alcuni Uffiziali francesi di qui giunti abbiano detto a questo Generale in Capo che venivano per aprirgli le porte di Palermo; intanto, dopo la data Costituzione, si cominciano a prendere energiche disposizioni per guardar bene tutte le posizioni che circondano Messina perchè si assicura che Garibaldi con 12mila uomini di massa stia a Catania e marcia sopra Messina.- Corre voce ancora che le due Corone di Piemonte e Napoli si dividono l'Italia; che il Papa ha cessato il temporale sugli Stati della Chiesa e che Napoli occuperebbe le Marche ed il resto al Piemonte. Tutto ciò a verificarsi; certo è che si sta in uno stato di confusione tale, che nulla si comprende. Intanto le vendette particolari si succedono e l'ammazzare un uomo vale lo stesso che uccidere una gallina. Iddio sa come finirà questa Terza Costituzione! Infelice Sicilia, però, che resterà molto in ruina! Sono qui giunti 13 fornai dalla Calabria per farinizzare e per far pane per la truppa da farsi in questa Fortezza, stante che l'appaltatore del pane si protesta di non aver braccia per tanta truppa e che la maggior parte dei fornai si sono allontanati per le minacce dei demagoghi che li minacciano di ucciderli se seguitano a fare pane per la truppa.- Ecco le conseguenze delle guerre civili, le più disastrose nel loro principio perchè assi a fare con nemici occulti e nelle circostanze in cui la forza morale e la giustizia non può agire! Sul giornale uffiziale del Regno del giorno 25 giugno 1860 è stato

comunicato l'atto sovrano seguente:

"Desiderando di dare ai nostri amatissimi sudditi un attestato della nostra Sovrana benevolenza, ci siamo determinati di concedere gli ordini costituzionali e rappresentativi in armonia coi principi italiani e nazionali in modo da garantire la sicurezza e proprietà in avvenire ed a stringere sempre più i legami che ci uniscono a Popoli che la Provvidenza ci ha chiamati a governare. A questo oggetto siamo venuti nelle seguenti determinazioni:

1. Accordiamo una generale amnestia per tutti i reati politici fino a questo giorno.

2. Abbiamo incaricato il Commendatore D. Antonio Spinelli della formazione di un nuovo Ministero il quale compilerà nel più

breve termine gli articoli dello Statuto sulla base delle istituzioni rappresentative italiane e nazionali.

3. Sarà stabilito con S.M. Il Re di Sardegna un accordo per gli interessi comuni delle due Corone in Italia.

4. La nostra bandiera sarà da ora innanzi fregiata dei colori nazionali Italiani ed in tre fasce verticali conservando nel

mezzo le armi della nostra Dinastia.

5. Per quanto alla Sicilia accorderemo analoghe istituzioni rappresentative che possono soddisfare i bisogni dell'Isola ed

uno dei Principi della nostra Real Casa sarà in Nostro Vice Re.

Portici, 25 giugno 1860 – Firmato: Francesco."

 

30 GIUGNO

Ieri sera tutti i Capi di corpi e Comandante della Cittadella chiamati dal Generale in Capo si stiede a discutere se questa mattina doveva oppur no innalzarsi la Bandiera tre colori. La fregata "Il Veloce" venuta da Napoli con due bandiere, una Reale e l'altra Costituzionale, con ordine di izzare la Costituzionale purchè la Cittadella l'avesse di già innalzata. Dopo tante osservazioni ed inutili discussioni, alla mezzanotte venne deciso che si sarebbe innalzata la Bandiera Costituzionale alle ore 8 a.m. dalla fregata "Il Veloce" e contemporaneamente dalla Cittadella e SS.Salvatore, tirandosi 21 colpi di cannone dalla fregata e dalla Cittadella per salutarla.- Durante la notte si sono costruite alla meglio le Bandiere della Cittadella; intanto i legni piemontesi e inglesi che sono nel porto ad izzare la nostra bandiera e salutarla con 21 tiri. In questo intervallo vari ordini contraddittori si sono succeduti; finalmente alle ore 7 ½ a.m. giunge nel porto un nostro vapore con bandiera Reale.

Il Generale in Capo, giustamente in dubbio, ha sospeso tutto avendo segnalato al Segretario Particolare Severino per conoscersi definitivamente cose deve farsi. Intanto di tanti legni nel porto ognuno ha la sua bandiera, ad eccezione dei nostri legni napoletani. Confusione!-Il Segretario Particolare del RE, giustamente, ha risposto che le istruzioni dovevano riceverle dal Ministero della Guerra e ciò a ragion veduta perchè in un Governo Costituzionale i Ministri sono responsabili di quanto accade e non il Sovrano, per cui si è segnalato al Ministro della Guerra Vituni, il quale trovasi in Calabria. Già sono le 2 p.m. e tuttora si attende riscontro. Ora stesso che sono le 2 ½ p.m., per ordine superiore, ho fatto izzare sui baluardi della Cittadella la Bandiera Costituzionale salutandola con 21 tiri a salva. Ecco la Terza Costituzione nel Nostro Regno delle Due Sicilie: la prima nel '20, la seconda nel '48 e la terza nel 1860.- Il Ministero a Napoli è già sciolto, il Commendatore Spinelli deve organizzare il nuovo, ma nessuno vuole accettare, in modo che pel Ministero di Guerra il solo Generale Vituni, si crede, avere accettato. Egli è un buono Uffiziale Generale, ma giammai è stato diplomatico o che potesse intendersi di politica. Faccia Iddio e la Sua Divina Misericordi ci sia di aiuto e sostegno!! Questa mattina il popolo fremeva, la gente ammonticchiata alla marina attendeva il segno della Costituzione data dai baluardi della Cittadella il cui ritardo ha molto pregiudicato perchè il popolo siciliano è molto diffidente del Governo.- Si attende cosa decide Palermo, il suo Comitato e Garibaldi.

 

1°LUGLIO

Ieri sera verso un'ora di notte vi fu un falso allarme, si credettero attaccati i nostri avamposti perchè si intesero dalla Città molti colpi di fucile: sull'istante sortirono dai quartieri tutte le truppe senza battere nè chiamata nè la generale, e si piazzarono nel gran largo di Terranova. Dalla Cittadella sortirono due compagnie e due batterie a schiena e una a trascino. Spediti subito uffiziali di Stato Maggiore e ordinanze a tutti gli avamposti che circondavano tutte le alture a qualche miglio da Messina, si venne a conoscenza che una sentinella avanzata aveva veduto molti pagani aggruppati che non avendo risposto al "chi va là", li tirò un colpo di fucile. Or siccome i nostri soldati sono in Sicilia con molta prevenzione, tutte le sentinelle avanzate tirarono colpi senza misericordia. Tutta la truppa che alloggia in Città fu sotto le armi, la maggior parte fino dopo la mezzanotte, cavalleria, fanteria e artiglieria; ma io che conosco cosa è guerra civile, lasciai dormire tranquillamente tutto il presidio della Cittadella che ammonta a circa 4.800 uomini, perchè, abbenchè fussero stati effettivamente attaccati gli avamposti, non per poche fucilate circa 15mila uomini dovevano stare sotto le armi; e siccome per far rientrare l'artiglieria in Cittadella, questa è rimasta con ponti abbassati e porte aperte, mi sono trattenuto fino alle ore 5 di notte fuori la barriera.- Ho ricevuto il supplemento del giornale ufficiale di Napoli del giorno 28 giugno da ove si rileva le ferite riportate la sera prima dal Ministro di Francia e i disordini avvenuti nella Capitale.- Corre voce che una massa di mille uomini comandati da un capo di squadra denominato Masso, sia calato da Barcellona spacciando di investire Messina; solite fanfaronate degli insorti!- Si assicura che dopo pubblicata la Costituzione Garibaldi si sia portato in Napoli; niente incredibile nei tempi che corrono.- Le truppe seguitano a dormire vestite nella paglia, e la maggior parte di essa dorme al bivacco.- Un distaccamento di Pionieri si è imbarcato per Milazzo.

 

2 LUGLIO

Perviene notizia che il Vice Intendente ch'era a Palermo Ordinatore Carrelli ed altri uffiziali dell'Intendenza e Commissariato sieno stati destituiti per danaro involato al Banco di Palermo, stante che Garibaldi ha inviato a Napoli il denaro estratto con ordinativi della Viceintendenza e quello gli è stato consegnato con verbale. Ciò a verificarsi, ma si assicura con certezza; non è strano: il furto ed il ladroneggio è all'ordine del giorno. Siamo nella massima incertezza dell'avvenire: la truppa sta sempre ben disposta a qualunque evento, anche i pagani torbidi, pacifici e liberali sono in attenzione di ciò che Palermo decide; intanto, 15mila uomini di tutte le armi ammassati con paglia a terra in Messina bastantemente soffrono perchè la maggior parte di queste truppe sono al bivacco giorno e notte. Fortuna che non si manca di viveri in piazza perchè tutti i soldati fanno la loro spesa di carne e pasta giornalmente, stante che la Città tutto offre. Questo fortunato suolo abitato da diavoli e con la influenza estera che per invidia cerca sempre di adescarli per la loro ruina non ha simile in tutta Europa così abbondante ed ubertosa di tutto.-

 

3 LUGLIO

Questa notte si è permesso che le barche transitassero al Lazzaretto per imbarcare di fretta il carbone fossile sui vapori che partir debbono per Giulianova per imbarcar truppa per condurle non si sa dove.-La maggior parte della truppa tutta la notte sta al bivacco nelle varie posizioni: quartier generale a Terranova, avanti la Cittadella. La truppa è defaticata.- Si minaccia dai demagoghi ai bettolieri che portano viveri alla Cittadella ove vi sono circa 7 bettolieri che pagano all'Orfanotrofio Militare 1600 ducati annui, vorrebbero che tutti i mezzi si tagliassero alla truppa, tanto più che due battaglioni per turno non ricevono pane dalla fornitura, ma ricevono 6 grani per un pane, stante che non si giunge a panizzare per tutta la truppa per essersi allontanati tutti gli individui che alla fornitura panizzavano.

 

4 LUGLIO

Ricevo ordine per telegramma ricevuto da Napoli di non restituire la salva alla fregata francese che rende gli onori funebri alle ceneri del Principe Girolamo Napoleone con tirare un colpo di cannone ogni quarto d'ora.- Ho letto i fogli ufficiali di Palermo intestati "Italia e Vittorio Emanuele, Generale in Capo e Dittatore Giuseppe Garibaldi", in essi si osservano i decreti di nomina di tutti i Ministeri ed altri impieghi, le offerte volontarie, e l'annessione della Sicilia alla Confederazione Italiana, espulsione dei Gesuiti, progetti di strade ferrate, miglioramenti, borza aperta, iscrizione Banco ecc. E non è strano se non parlano bene del Governo, a loro dire, decaduto, e dei Napoletani. Ma della Costituzione data dal Re Francesco Secondo per nulla ne parlano. Leggiamo sugli ordini che ci pervengono che il Maresciallo Nunziante comanda la 6ª Brigata fornita di immensa artiglieria e che marcia sulle Calabrie, non si sa a qual fine perchè sembrano tranquille e senza alcun moto rivoluzionario, avendo ieri ricevuto lettera da Monteleone dal Sig. Colonnello Ghio, che comanda due Reggimenti, cioè il 2° e l'11° di Linea, che mi avvisa le Calabrie tranquille; si suppone forse che con detta Colonna Nunziante verrà anche in Sicilia.- Alle ore 2 di notte è partito da qui per Napoli il vapore "l'Etna" ed ha imbarcato le due compagnie di artiglieria (7ª e 14ª) con tutta la roba superante delle 6 compagnie di artiglieria qui di presidio del Reggimento Regina.-

 

5 LUGLIO

Questa notte alle ore 3 ½ si è chiamato all'arme dalle sentinelle del Forte D.Relasco; essendomi portato sulla cinta principale ed osservato che non era cosa positiva ma poche fucilate dalla parte dei Mosetti, ho lasciato dormire tranquillamente la truppa del presidio di questa Fortezza.- Verso le ore 7 ed un quarto le sentinelle della Cittadella, avendo chiamato di bel nuovo all'armi, mi sono portato dalla Gran Guardia ed ho verificato che i colpi di fucile che tirano i bastimenti nel porto per innalzare le loro bandiere, lo hanno praticato molto prima dell'aurora, per cui le sentinelle credendo di essere stato attaccato fuoco in Città hanno chiamato all'arme.- Verso le ore 24 da un vapore sono sbarcati 30mila ducati per la truppa che sono stati riposti nella Cittadella.- Le truppe situate sulle alture che coronano la Città ricevano la razione viveri a secco.- Gran confusione. Giunge il vapore "Duca di Calabria" proveniente da Napoli e assicura che in Napoli tutto è tranquillo e che S.M.(D.G.) sia sortito in carrozza accompagnato dal Ministro Inglese e Francese e che le nostre truppe presto andranno pacificamente in Palermo e Catania. Intanto riceviamo notizie che Garibaldi stia a Malta per incettare vapori per fare uno sbarco verso la Cittadella e masse che si organizzano a 30miglia da qui (Barcellona), che si organizzano dal tenente De Benedictis, nostro Ufficiale di Artiglieria disertore, e comandate da un uffiziale di gran fiducia di Garibaldi, Medici; tutto è incerto.- Il lazzaretto è stato evacuato dagli infermi che si sono inviati a Reggio.- Si costruiscono 600 mangiatoie nella Cittadella e al Lazzaretto per gli animali delle 5 batterie che trovansi in questa, oltre la cavalleria alloggiata in Città.-

 

6 LUGLIO

Corrono varie notizie, ognuno la discorre come la pensa. La Sicilia è in balia di se stessa; i più forti o cattivi soggetti, massime nei paesi piccoli, rubano e uccidono impunemente. Giustizia, tribunali, giudicati, polizia niente di tutto ciò esiste; Ogni Comune o villaggio ha il suo Comitato e si governano come credono, a discapito sempre delle persone oneste e pacifiche.- Metà della truppa è sempre in posizione al bivacco e occupa tutte le posizioni in Città come al di fuori; il resto sempre consegnata in quartiere per evitare la diserzione.

Incerti siamo di quanto passa, nulla di positivo sappiamo; le nostre truppe in Sicilia non occupano che Siracusa, Augusta, Milazzo e Messina con la formidabile Cittadella.- Della Costituzione, abbenchè pubblicata, nulla si conosce come la pensano o dicono i Comitati di Palermo e Catania; quanto si assicura, la generalità l'accetta purchè, però, sia garantita da qualche potenza estera, dicendo sempre che più di una volta è stata da essi accordata e con la massima indifferenza tolta. Secondo me l'aver detto "si accorda la Costituzione del 1848", che fu sospesa e non tolta, non è stato regolare; sarebbe stato meglio il dire "... considerando che il voto dei miei amatissimi sudditi desiderano una Costituzione, se ad essi accordo quella del 1848, che la circostanza del tempi obbligarono il mio augusto Genitore di sospendere..." - oppure di non citarla affatto.

 

7 LUGLIO

Sono giunti da Napoli due vapori; è venuto con questi il colonnello Anzoni all'immediazione di S.M.(D.G.); quale sia la sua missione non si conosce. Varie conferenze ha tenuto col Generale Clary.-Il Genio continua a fare grandi lavori per maggiormente fortificare la Cittadella, migliaia di sacchi a terra si costruiscono. Contraddittorie notizie si spacciano, come ad esempio: un ambasciatore Russo a Palermo incaricato per gli affari di Napoli; Garibaldi che ha fatto fondere tutte le campane per costruire mortai e cannoni; altri assicurano che tutto si accomoderà diplomaticamente, ma però che la truppa deve marciare avanti e mostrarsi; che il Castello di Palermo sia stato smantellato e ridotto in modo da non poter più offendere la Città; infine, un mondo di coglionerie a cui non bisogna prestar fede.- Si sono aperti tre pozzi nella Cittadella di acqua possibilmente buona. Abbiamo 40 pinne di acqua per le fontane le quali spesso si arrestano si è obbligato ricorrere alle riserve, con tutto ciò nei giorni che perennemente le fontane scaturiscono acqua pure non è affatto sufficiente per abbeverare tre volte al giorno 650 muli e cavalli delle 5 batterie e circa 4600 uomini. Al Lazzaretto vi sono 22 grosse tine le quali si riempiono d'acqua due volte al giorno da una cisterna detta di mare la quale attinge acqua con le pompe a Pozzo Leone e la trasporta per mare fino al Lazzaretto ove vi è la 14ª batteria a schiena per abbeverare 140 muli e cavalli.

 

8 LUGLIO

Vari vapori inglesi entrano e sortono nel porto; il vapore austriaco ch'era nel porto è partito. Un nostro vapore è partito per Siracusa, altro per Reggio, dicesi, per prendere 3 battaglioni di Cacciatori per sbarcarli a Messina.- Dodici impiegati di polizia di Palermo sono nella Cittadella perchè temono di essere uccisi in Città.- Verso le ore 20 un grosso vascello inglese ha traversato il Faro verso Napoli.- È giunto un vapore da Napoli portando 120 emigranti siciliani che rientrano nelle loro patrie: effetto della Costituzione!

 

9 LUGLIO

Alcuni artiglieri si permisero giorni fa di scassinare una casa di negoziante; essendo stati conosciuti ed arrestati hanno subito un consiglio di guerra in modo subitaneo e condannati, quattro di essi, a cinque giri di bacchetta per 100 uomini e a tre anni di prigionia; altri quattro ai servizi ignobili e altri quattro in libertà. Stamane si è eseguita la sentenza nella Cittadella, intervenendovi un distaccamento di ogni Corpo.- La truppa è sommamente defaticata.- Si è imbarcata per Milazzo una compagnia di artiglieria , un Uffiziale e 60 Pionieri. Il 1° Reggimento di Linea si è imbarcato, non si conosce ove deve sbarcare.- Il Capitano Lamberti e il Primo Tenente Tosti, dell'8° battaglione Cacciatori sono passati alla 4ª classe dopo di essere stati sotto chiave nella Cittadella per dimostrare viltà.- Essendovi una brigata in posizione sulle alture che circondano Messina, si è potuto stabilire un telegrafo ad asta a Torretta che corrisponde tra Milazzo e Messina, però non sempre in tutte le ore è visibile: questo è il solo telegrafo che abbiamo.- Siamo in attenzione dei battaglioni Cacciatori che devono venire con i vapori da qui spediti per Giulianova; si crede che finalmente si andrà ad attaccare le masse che trovansi riunite a Barcellona (che dista 27 miglia da Messina) operazione che avrebbe dovuto farsi molto prima per non farle aumentare al numero di 4mila che sono. Sono esse dirette da un cognominato Medici, Generale, antico dipendente di Garibaldi che lo tiene molto in conto per gli affari di guerra.- Dal Generale Comandante la Piazza di Siracusa è stato spedito in questa il pagano Giuseppe Fasano; questo individuo, figlio di un negoziante di seta ed abbenchè napoletano, si domiciliò a Catania sposando una catanese. Egli mi assicura essere innocente di quanto gli viene imputato, cioè di essere una spia del Comitato di Catania e di essersi portato in Siracusa per fare disertare i soldati. Certo è che partendo da Catania, paese in insurrezione, con un Comitato senza autorizzazione del legittimo governo, portarsi in Siracusa ove sono le truppe Regie, l'essersi posto a leggere in una decente bettola una carta stampata (che dice "Avvertimento di Popoli Liberi") nella quale fa vedere che tutto il continente di Napoli è in rivolta, che S.M. è fortemente ammalato in Portici e che tutte le Provincie vogliono l'annessione al Piemonte ecc., tutte queste cose dette, lette e proclamate in un circolo di soldati e sottouffiziali non fanno per nulla credere alla innocenza che spaccia.- Prevenuto di ciò il Generale di Siracusa, dopo che lo fece arrestare, lo ha spedito in questa con l'avvertimento stampato ed un sunto del suo operato in Siracusa: egli trovasi in un criminale di questa Cittadella in attenzione del suo destino.

 

10 LUGLIO

Alle ore 6 a.m. sono entrati nel Faro due vascelli misti francesi e si sono ancorati nelle vicinanze del Salvatore de'Greci fuori del porto. Verso le 9 il Console inglese si è portato sui detti legni che gli hanno reso gli onori di uso. Hanno salutato la Piazza con 21 tiri di cannone e dalla Cittadella si è corrisposto con altrettanti tiri.- Alle ore 20 d'Italia sono di bel nuovo partiti per essere passata la corrente che li aveva obbligati qui ancorare.

Verso un'ora e mezza di notte si è chiamata all'arme in Città ma è stato un falso all'arme perchè verificatosi per un bifolco che ha tirato veri colpi di stile ad una meretrice, che la gendarmeria lo ha arrestato subito, e siccome tutti sono con animo sospeso, nel fuggire molta gente una sentinella ha chiamato all'armi che subito si è propagata la voce per le immense sentinelle che circondano la Città. Oggi alle ore 22 vi è stata una gran manovra al Piano di Terranova di tutte le Armi, circa 10mila uomini vi sono intervenuti, quattro batterie, due di campagna, una a schiena e la quarta a trascino.

 

11 LUGLIO

Oggi è rientrato da Milazzo il vapore che portò colà le 6  compagnie del 1° di Linea, ed un distaccamento di artiglieria; l'artiglieria è stata cambiata ed è tornata in questa. La 6ª compagnia del 13° di Linea, comandata dal Colonnello di Torrebruno, sono sbarcate a Reggio per un intrigo che si saprà. Le 6 compagnie comandate dal Colonnello Pironti sono rimaste di guarnigione a Milazzo. Tutta la guarnigione è stata cambiata, anche lo Uffiziale del Genio.- Alle ore 23 è giunto un vapore proveniente da Giulianova ed ha sbarcato il Settimo Battaglione Cacciatori, comandato da Tenente Colonnello Tedeschi: altri battaglioni di Cacciatori si attendono. Il numero di soldati per il bivacco a Terranova è alquanto diminuito per la notte.-

 

12 LUGLIO

Questa sera sono giunti altri tre battaglioni sui vapori anche da Giulianova e sono il 1° e il 4°(Marra – La Rocca) e 6°(La Rosa).- Il 13° di Linea ha ricevuto ordine di portarsi a Castellammare di Napoli. Si vuole che fra il Piemonte e Napoli vi sia di già qualche cosa convenuta tra i due governi, verte soltanto la difficoltà che Napoli vuole mantenere la semplice difensiva di ciò che contiene attualmente l'Italia, ma non l'offensiva, p.es.: difendere tutto lo Stato Italiano, ma non prendere l'offensiva se si dovesse attaccare Venezia o intraprendere altra conquista. I demagoghi spargono la notizia di essere stati avvistati tutti in Consoli in questa(Messina) di stare in attenzione della misteriosa entrata delle truppe di Garibaldi. Ciò è una bubbola, ma se per poco vi fosse qualche sentore di convegno o fellonia, il Comandante della Cittadella è deciso dar fuoco alle polveriste per così non più appartenere nè a Dio nè al Diavolo. Nella Cittadella vi esistono 7mila e più cantaia di polvere, oltre i tiri confezionati per 320 pezzi, ognuno dei quali ne ha 20 di dote, più due milioni e mezzo di cartucce fucilieri. La cosa più triste per l'Armata si è la diffidenza che esiste tra noi: uffiziali che disertano giornalmente e i soldati che li seguono. Non si può comandare allorchè si diffida, e si teme di essere traditi. Del distaccamento del 13° di Linea in meno di 15 giorni sono disertati due uffiziali e 13 soldati; nel giungere ieri qui gli artiglieri del distaccamento di Milazzo, un artigliere stamane è disertato. I reclutanti pagano bene, Garibaldi non spende del suo, ma difficilmente entrerà misteriosamente nella Cittadella essendone il Comandante.

 

13 LUGLIO

Il giorno 9 del corrente mese sul vapore francese noleggiato a conto del nostro Governo imbarcò l'intiera guarnigione per Milazzo essendo stata tutta cambiata per qualche sospetto o infamia ordita dal Colonnello di Terrabruna del 13° di Linea che colà comandava 6 compagnia del suo Reggimento.-Il detto vapore francese ebbe per scorta la nostra fregata "Il Veloce" comandata dal Capitano di Vascello Anguissola. Giunti a metà cammino "Il Veloce" consegnò al vapore francese alcuni pieghi dicendogli che aveva altre commissioni da disimpegnare e si allontanò.- Nel sortire dal porto i detti due legni, partì parimenti il nostro piccolo vapore "L'Elba" per Reggio per indi, per altre commissioni, trovarsi a Pizzo alla punta di giorno; ma appena sortito da Torre di Faro, dalla fregata "Il Veloce" fu chiamato all'ubbidienza e lo catturò.- Parimenti veniva da Napoli "Il Duca di Calabria, anche vapore piccolo, che chiamato parimenti dalla fregata "Il Veloce", fu anche catturato, sicchè "Il Veloce" portando a rimorchio i detti due vapori è passato al nemico.- Rientrando da Milazzo il vapore francese senza la fregata "Il Veloce", diede conoscenza a questo Generale Comandante le Armi che "Il Veloce" non l'aveva seguito per disimpegnare altre commissioni cui era stato incaricato. Segnalato a Napoli se ciò era vero, fu risposto negativamente. Intanto, dopo due giorni, ci fu segnalato da Milazzo che "Il Veloce" si scopriva in quelle acque rimorchiando due piccoli legni che non si conoscevano effettivamente a chi appartenessero perchè senza bandiere. Infamie simili soltanto ai tempi del progresso si verificano! Il Veloce si diede al nemico in uno con la preda ! - Si vocifera che S.M. Abbia convenuto col Re di Piemonte una lega offensiva e difensiva di cui si era in questione; mi sembra difficilissimo. La cattiva fede è all'ordine del giorno! - Verso le ore 22 è partita una colonna comandata dal Colonnello Del Bosco, composta dal 1°, 8° e 9 battaglione Cacciatori, uno squadrone di Cacciatori a cavallo, di 40 Pionieri con i corrispondenti ferramenti, una sezione si ambulanza, equipaggi tratti dalla batteria n°14 e la batteria a trascino n°13.- Il Battaglione del 4° di Linea che si era imbarcato per portarsi a Reggio di nuovo è sbarcato; è comandato dal Maggiore Anguissola, fratello del Comandante la fregata a vapore "Il Veloce" che si era

dato al nemico.- Ricevo nelle prigioni della Cittadella due disertori al nemico, arrestati dai compagni d'arme, ed un reclutante a cui era stata venduta una pistola dal disertore del treno arrestato.- Gli infermi rimasti a Girgenti all'Ospedale del 4° di Linea oggi sono rientrati; essi erano al numero di 13, ma passando per Terranova, quel Comitato se ne ha ritenuti 4 dei più robusti e, taglia vantaggiosa, gli altri 9, senza molestia alcuna, sono qui sbarcati.-

 

15 LUGLIO

Avvicinandosi la colonna comandata dal Comandante Del Bosco, nei pressi di Spadafora, gli insorti hanno bruciato quel telegrafo che corrispondeva con la linea di Palermo; ora va rimettersi per mettersi in comunicazione con Messina.- Sono giunti alle acque di Milazzo tre nostri vapori da guerra per restarvi in crociera.- La diserzione disgraziatamente seguita.- Corre la triste notizia che altro vapore proveniente da Napoli, e che portava 35mila ducati per la truppa, sia stato catturato o si è dato al nemico.- La nostra posizione è tristissima; il nemico conosce anticipatamente tutti i nostri movimenti e le operazioni che si vanno a fare. Garibaldi esilia da Messina tutti quelle che crede attaccati a Governo, questi obbediscono subito per timore di essere ammazzati.- Da Palermo da Garibaldi si fanno imposizioni e si pagano puntualmente; giorni dietro la Badessa di S.Caterina pagò 900 ducati: queste cose si conoscono e nessun rimedio vi si appresta. Polizia non ne abbiamo, tutti fuggono e si salvano, i numerosi Conventi di clausura di Messina sono stati autorizzati da questo Cardinale Arcivescovo di far sortire le monache professe e le componenti le Comunità per salvarsi ed andarsene a casa loro, infine, un disordine incomprensibile e sembra che da per tutto vi sia tradimento. Se da questo non resteremo vittime, sicuramente passeremo alla casa dei matti in Aversa. È impossibile idearsi quello che qui passa con circa 20mila uomini di truppa, immensa artiglieria e la formidabile Cittadella, la quale, però, se perde l'appoggio del mare, finiti i viveri, non vale più nulla... Faccia Iddio!

 

16 LUGLIO

Questa mattina si sono spedite a Milazzo per la Colonna Del Bosco le seguenti razioni per via di mare: biscotti, cantaia 391; prosciutti, cantaia 53; formaggio, cantaia 38; avena, cantaia 214; più i bariloni dei 3 battaglioni di Cacciatori.- Dal giorno che partì la Colonna Del Bosco cominciò di bel nuovo l'emigrazione dei cittadini da Messina, che prima avevano cominciato a rientrare; le botteghe di nuovo sono chiuse. E quello che trovo più triste si è che cominciano a mancare i viveri, stante che non tutta la truppa ha potuto fare la regolare spesa dell'ordinario e molti Uffiziali non hanno rinvenuto pane in Messina.- Intanto, finora, nessun provvedimento si prende, nel mentre, se si volesse agire con energia, sarebbe regolare chiamare il Sindaco e, con la forza o violenza, obbligare i panettieri a panizzare e i maccaronai a fare la pasta, giusta il consueto, oppure scrivere in Calabria di venire qui a vendere senza dazio, vigilando coloro che sbarcano se siano molestati o minacciati dai sicilaini, stante che l'abbondanze di frutti che giornalmente sbarcavano da Calabria stamane non ne sono comparsi affatto, e credo per minaccia dei Messinesi che cercano tutti i mezzi di provarci di tutto. Intanto con quanta forza agiscono i Comitati segreti a noi ciecamente si ubbidisce, altrettanta indifferenza si usa dal Generale in Capo che per nulla finora ha disposto, nè

con ordini precisi, nè con la violenza di cui si avrebbe di bisogno.- Tutti fuggono dalla Città: le monache hanno abbandonato i loro conventi, gli artigiani i loro opifici, i bottegai e negozianti sono, la maggior parte, chiusi; intanto nessuna misura energica si adopera e si teme – come si sparge la voce dai così detti liberali – che andiamo ad essere attaccati, e ciò superiormente si crede, nel mentre abbiamo quantità di avamposti e circa 15mila uomini armati. Notizie sicure non ne abbiamo, ma neppure sappiamo che forti colonne nemiche si avanzano. Sono voci che si fanno spargere ad arte; per me desidero che queste voci si verificassero per conoscere effettivamente la forza del nemico che, qualunque fosse, sarebbe sempre battuta attesi i mezzi che abbiamo e che, forse, superiormente sono poco calcolati, a meno che le superiori istruzioni, fussero stati di non impegnarsi.- Tra le masse che si sono formate degli insorti comandate da un certo Medici vi è un nostro Uffiziale del 2° di Linea di nome D.Gerardo Ferrantina, pugliese, tanto vantato dai fogli di Barcellona per aver egli prontamente istruita la sua compagnia e che merita gli elogi ed il grado di cui è stato insignito.- Tra le notizie che si spacciano dai fogli dei Comitati vi è anche quello che gli inglesi hanno regalato due vapori da guerra a Garibaldi, che, uniti a quelli comprati in Inghilterra e quei catturati mercè la benevolenza del Comandante della nostra fregata a vapore "Il Veloce" Anguissola, va ad effettuare uno sbarco nelle vicinanze di Salerno; siamo in aspettativa se ciò si verifica oppure no . Mi sembrano mille anni sortire dallo stato di apatia in cui siamo.

Certo è che si parla sempre di entrata misteriosa nella Cittadella, ma nessun preparativo finora si scorge che volessero tanto praticare. Mi auguro che lo tentino per così conoscere cosa vuol dire la Cittadella, a meno che non abbiano un forte partito nel presidio che finora la polizia particolare del Comandante per nulla può sospettare, o che si impedisse il commercio di mare, perchè allora cadrebbe come tutte le piazzeforti, a meno che il Comandante della Cittadella non dia fuoco alle polveriste, come ha in mente.- Ruggiero Settimo, l'organizzatore della rivoluzione del 1848, è rientrato a Palermo proveniente da Malta dietro lusinghiero invito fattogli da Garibaldi in nome di tutta la Sicilia quale liberatore della sua patria.- Garibaldi prende piede in Sicilia quale Dittatore ed esercita con maniere e prudenza nonchè con giustizia la sua commessione... Come finirà questa commedia ?

 

17 LUGLIO

Sono stati ristretti nelle prigioni di questa fortezza vari disertori ed un pagano arrestato agli avamposti che si suppone faccia parte delle masse; come pure un artigliere di questa 3ª Brigata, il quale, per recidiva di diserzione, fu condannato a 7 anni ai ferri da espiarli nelle prigioni di Trapani. Or, siccome nell'abbandonare Trapani la nostra truppa, le galere furono aperte, anche questo artigliere fu messo in libertà e certamente prese servizio fra le masse perchè giovane robusto e ben formato. Ora, dopo circa un mese e mezzo, viene a presentarsi da questo Sig. Generale Comandante per essere arruolato come soldato. Certamente sarà una spia spedita da Palermo, perchè sembra impossibile che da Trapani fino a qui, quasi 200 e più miglia di cammino, traversando città e paesi senza che gli sia stato intercetto il suo viaggio trovandosi l'intiera Isola in rivoluzione. Tanto egli mi ha asserito.- Si ricevano rapporti da Milazzo; a qualche miglio da Milazzo vi sono molti mulini i quali erano occupati da molte truppe insorte e, come assicurano, anche Piemontesi i quali non facevano macinare per affamare la truppa e la popolazione e ciò col consenso del Comitato di Milazzo. Ma il Colonnello Del Bosco, conducendo due compagnie di Cacciatori, si è portato sui detti mulini per scacciarli; il nemico, appena veduti i Cacciatori, dandosi alla fuga, ha lasciato fucili, munizioni e quanto aveva nei mulini, i quali si sono attivati e moliscono come prima.- Nella scorta fatta in vari villaggi del detto distaccamento le case tutte hanno cacciato fuori bandiera bianca.- Pare, per altro, che la nostra truppa abbia ordine di non attaccare se non sono attaccati; si suppone che si stia in qualche trattativa col Ministro Piemontese Cavour con la mediazione della Francia e dell'Inghilterra. Intanto da Messina tutti fuggono e stamane correva voce nella Città che una colonna nemica era da qui lontana vicino a Scaletta, circa 4 miglia, cosa che non si è verificata.- Tutte le persone imbarcate sul vapore "Il Veloce", che si diede al nemico, ed i due piccoli vapori "L'Elba" ed "Il Duca di Calabria", catturati, giungono a Palermo, Garibaldi li ha imbarcati su di un legno inglese e li ha mandati in Napoli, ove sono giunte, facendo imbarcare anche la ciurma del "Veloce" e dei due legni catturati, che si sono rinunciati di restare al suo servizio.-

 

18 LUGLIO

Per telegrafo ad asta il Colonnello Del Bosco segnala da Milazzo che 4 compagnie di Cacciatori, spintesi nelle vicinanze di un paese chiamato Meri, a circa 4 miglia da Milazzo, si attaccarono i nostri con le truppe di Garibaldi; i Cacciatori, comandati dal Maggiori Maringh, si comportarono da vecchi soldati agguerriti. Fecero prigionieri un capitano e 14 Piemontesi e cinque feriti.- Dopo l'azione il Maggiore Maringh abbandonò la posizione e si ritirò. Nel giungere a Milazzo il Colonnello Del Bosco lo ha ristretto agli arresti in Castello, spendendo subito altre 3 compagnie, comandate dal Maggiore Maria, per riprendere la posizione. Domani da per altro rinforzo da Messina, stante che a Barcellona vi è una massa di circa 7mila uomini con molti Corpi Piemontesi.- Riceviamo notizie tristi da Napoli per un conflitto vi sia stato tra Guardie Reali e paesani; francesi feriti, inglesi, infine tante notizie contraddittori che, secondo me, sarà stato tutt'altro di quello che si dice.- Sarebbe meglio battersi che restare nello stato di aspettativa e apatia in cui stiamo, bastantemente penosa, perchè nello stato di aspettativa vi entra anche l'ozio e quest'ozio vi fa occupare tante notizie.

Chi apporta notizie delle masse si formano in Barcellona, altri che contano la grande emigrazione dei cittadini di Messina, altri che prevedono che saremo affamati perchè i venditori, minacciati dal Comitato, chiudono le botteghe, altri che la Cittadella sarà presa per incanto e misteriosamente e, finalmente, si assicura che 6 vapori Napoletani col Generale di Marina Roberti si sia portato a Palermo e si abbia preso il nostro vapore "Il Veloce" che si diede al nemico col Comandante Anguissola ed altri dicono che dal Console francese sia stato fatto rilasciare per portarsi in Napoli, in fine un mondo di coglionerie, di spiritose invenzioni.- Questa e la guerra civile e di partiti che ognuno discorre come la pensa e secondo il partito che ha sposato. Certo si è che la paura è un male contagioso facile ad invadere gli spiriti de boli ed i militari di poca esperienza o chi giammai ha fatto la guerra.

Sino venuti arrestati due caporali del 15° di Linea sorpresi sul momento di disertare e che stavano mutando d'abiti; questi hanno fatto resistenza alla forza pubblica. Li ho inviati al carcere del Forte SS.Salvatore.- Due battaglioni di Linea erano giunti alla marina per imbarcarsi per Milazzo, me nell'imbarcarsi, venuto un segnale telegrafico da Napoli, si è sospeso l'imbarco e sono di bel nuovo rientrati in quartiere.- Si sono di già situate nella Cittadella 4 pompe con lunghi stantuffi per attingere acqua. Che immense spese si fanno! Che tesori si spendono! e... quanto si ruba!

 

19 LUGLIO

Si assicura che i due battaglioni che non partirono ieri al giorno per Milazzo per effetto dell'ordine telegrafico venuto da Napoli sia di sospendersi tutte le ostilità fino a che non vengano le decisioni dettate dalla Francia.- Siamo senza corrispondenza, siamo privi di vapori da Napoli, ma corre voce che nella Capitale vi sia stato un gran trambusto anche di fucilate e che S.M. si sia ritirato a Gaeta.

In Reggio vi è stata una forte dimostrazione; in detta Città vi è stabilito un Comitato, al pari di Messina, con 15mila uomini di truppa di tutte le armi, per cui non è strano se il Comitato di Reggio dispone egualmente come qui, non essendovi in Reggio che un battaglione del 13° di Linea che giornalmente disertano per squadre. Miseria umana! Verso le ore 2 di notte ricevo avviso di essere giunti nel porto col vapore francese noleggiato dal nostro Governo (il Brasile) proveniente da Milazzo che porta i 14 prigionieri Piemontesi ed cinque feriti da tenerli ben custoditi nella Cittadella, trattando i soldati con paterna cura e religiosità e dargli 12 grane al giorno per ciascuno; ed il capitano trattarlo con la massima decenza ed urbanità. Essendo chiuse le porte ed alzati i ponti della Cittadella, si rimette a domani lo sbarco dei medesimi.

Essi sono:

Prigionieri

D.Alessandro Catania – Capitano

Gaetano Rezzonica - soldato

Giovanni Grappone - soldato

Carlo Bussola - soldato

Salvatore Funaro - soldato

Felice Finetti - soldato

Giovanni Ugolino - soldato

Carlo Summaino - soldato

Valentino Pilotti - soldato

Luigi Colombi - soldato

Ernesto Rongani - soldato

Eduardo Pescopoldi - soldato

Giuseppe Brusà - soldato

Ernesto Casarico - soldato

Vittorio Mulinate

Gaetano Citicetti

Egidio Gabulio

Alessandro Daina

Gaspare Missuri

Feriti

- Foriere Maggiore

-2° Segretario

-soldato

-soldato

-soldato

 

20 LUGLIO

Questa mattina alle ore 6 ½ a.m.m sono sbarcati i prigionieri Piemontesi che ho invitati nel Forte SS. Salvatore; comuni che ricevano 12 grani al giorno, e la razione, li ho fatti porre all'ordine dell'artiglieria del Forte; il Capitano sarà differentemente trattato. Il capitano mi ha detto che 50 siciliani erano stati aggregati alla sua compagnia, il quale appena intesero il primo colpo di fucile se ne fuggirono tutti.- Ho ricevuto parimenti 30 fucili, la maggior parte rigati e a percussione, una bandiera tre colori non del Piemonte, perchè ove vi deve essere la croce in mezzo al bianco, vi sono 4 schiacchetti rossi, parimenti un cattivo bonetto ed una miserabile blusa. Tanto il capitano che i soldati sono quasi vestiti da pagani, con poche mostre da masse, ma si battono male. Il detto Capitano mi ha assicurato che i nostri Cacciatori si battono bene e che furono caricati alla baionetta in modo che anche lui ne ricevè che gli ha lacerato la blusa e prodottagli leggiera ferita. I 5 feriti, come avevo ricevuto avviso, non poterono imbarcarsi a Milazzo perchè gravemente infermi. La nostra perdita non ancora si è manifestata, ma non sarà stata indifferente, perchè molti Piemontesi rimasero estinti.- Riceviamo cattivissime notizie da Milazzo: Garibaldi con 5 vapori è sbarcato tra il Capo di Milazzo e Patti e con le altre truppe per via di terra si calcola la sua forza a circa 17mila uomini, per cui la colonna del Colonnello Del Bosco, sopraffatta dal numero, è stata obbligata ritirarsi sotto la protezione del Castello; si suppone che vi sia stato un forte attacco nel ritirarsi, che molto sangue siasi versato dall'una e dall'altra parte. Il peggio è che Milazzo non ha viveri che per 3 mesi, ma per la sola sua guarnigione di 300 uomini; ma ora sono circa 4mila uomini e più, non sarebbero più sufficienti che per pochi giorni. È vero che si spedirono oltre 50mila razioni a secco, ma la truppa in posizione ne avrà ben consumate molte migliaia; non saprei cosa si deciderà superiormente: domani si saprà l'occorrente.-

 

21 LUGLIO

Le notizie seguitano ad essere molto deplorabili; cioè che la colonna Del Bosco siasi ritirata nel Castello di Milazzo sopraffatta e battuta da forza molto superiore; si domanda rinforzo, si spedì il 7° di Linea per via di terra, e si fece di nuovo ritornare perchè molto debole a fronte del nemico. Per via di mare non può soccorrersi per mancanza di legni a vapore da guerra, per uomini, viveri o munizioni, per cui si teme che se non giunge da Napoli una forte spedizione Milazzo deve cedere.- Si assicura che i patti proposti al Re siano che la Sicilia si scelga da per se un Sovrano e resta nella sua indipendenza; in compenso il Re di Napoli avrebbe Benevento e Pontecorvo, ed una parte delle Marche; che S.M.Francesco II faccia un viaggio all'estero rimanendo la reggenza a suo zio D.Leopoldo e se in caso il Re di Piemonte. Ecco le voci della giornata che circolano e da cui si presta fede: bubbole! Si è segnalato in Napoli la popolazione di Milazzo, si è in attenzione di provvidenze.- Vengo assicurato con tutta certezza che il nostro Generale in Capo Clary ha ritirato da negoziante inglese Grillo una cambiale di docati 18mila... Faccia Iddio e la Divina Misericordia ci assista... però lo credo impossibile: emuli e nemici ne ha molti perchè a lui inferiori in talento.- Quattro compagnie dell'8° Cacciatori, appartenenti alla colonna del Colonnello Del Bosco che trovavansi in posizione a Spadafora , non avendosi potuto ritirare a Milazzo, hanno ripiegato sui nostri avamposti di Messina, al Gesso, e questa mattina si sono spediti i viveri a secco.

Nel consiglio di difesa tenuto stamane si è deciso rimanersi nello stato attuale fino ad attendere le decisioni da Napoli se manda una forza per mare per soccorrere Milazzo di viveri, munizioni e uomini, stante che qui abbiamo molta gente inutile che in caso di assedio sarebbe di un grande imbarazzo per la Cittadella, soprattutto per 600 animali, batteria a trascino ed altri Corpi, nel mentre per la Cittadella, per mantenere lungo assedio, circa 3mila uomini sono superanti. Cosa possono servire 4 squadroni di Ussari ed uno squadrone di Cacciatori in un assedio che sortendo dalla Fortezza si entra in popolosa Città e montagne vicine se da Napoli non si manda forza, munizioni e viveri, Milazzo si renderà, e la gente superante cavalleria e treno dovrà mandarsi da qui a Reggio se pure vi è tempo e mezzi.- Verso tardi vi è stato un Consiglio di Difesa ove vari pareri si sono discussi , per esempio soccorrere Milazzo per via di terra, abbandonare la Città restando semplicemente la guarnigione dei Castelli e della Cittadella, ed altri pareri, ma l'ostacolo maggiore si è il trasporto dei viveri, il paese tutto nemico, mancanza dei trasporti ecc., ma si è deciso fare imbarcare come meglio si può la cavalleria pel Continente; In effetti verso le ore 22 si è imbarcato uno squadrone di Lancieri per disbarcare a Reggio.- La maggior parte o quasi tutti gli impiegati di ogni ramo si sono allontanati dalla Città; siamo senza donne nella Cittadella, le monache degli innumerevoli Conventi sono tutte partite, chi in famiglia, altre in campagna; la Badessa S.Caterina per Reggio. La mia biancheria che mandavo in un Conservatorio di donne, stamane ho dovuto mandarla a prendere di fretta perchè anche queste in giornata abbandonano il chiostro. Spero che si recuperi.- Molta perdita di uomini è costata l'azione data da Del Bosco nelle vicinanze di Milazzo; un preciso dettaglio non ancora si è potuto avere perchè senza corrispondenza a telegrafo, perchè il solo che avevamo abbenchè servibile per poche ore del giorno è di bel nuovo tagliato: certo è da quest'oggi il Comitato ha fatto partire da Messina due carri zeppi di spille e una carrozza piena di chirurgi per le truppe di Garibaldi; molta ho dovuto essere la perdita da ambo le parti.- Alle ore 23 tutte le truppe hanno prestato il giuramento al Re e alla Costituzione.

 

22 E 23 LUGLIO

Ieri al giorno partì su di un legno francese il Capitano di Artiglieria Guillamat vestito da pagano per esplorare cosa si facesse in Milazzo barricata da per tutto; assicura anche che i battaglioni dei Cacciatori comandati dal Colonnello Del Bosco si trovarono nel Castello a mezza razione, che l'azione è stata micidiale da ambo le parti, dei nostri da 4 a 5 cento, ma da parte di Garibaldi al di più di 1000 e immensi feriti, causati da un imboscata fatta da Del Bosco con 4 pezzi di artiglieria che tirando a mitraglia li ha distrutti; che il vapore "Il Veloce", che si diede al nemico, è stato quello che ha fatto più strage dei nostri soldati, ma che con vele marciava verso Palermo a rimorchio per cui si suppone avesse ricevuto qualche palla lanciata dal Forte di Milazzo; che i due grandi palazzi dei due Ministri Cassisi e Lumbo andavano in fiamme e che la popolazione di Milazzo non si era mostrata molto ostile alla truppa Regia.- Per le notizie ci pervengono a per quanto si è osservato dalle alture, l'immensità dei morti essendo di molto numero per disposizione di Garibaldi sono stati trasportati su di un monte ove si sono bruciati. Per la gran quantità di feriti, oltre due carri che partirono ieri di spilli, compreso i medici e chirurgi della Città, per disposizione del Comitato in tutte le case si fanno spilli: i pastai hanno ricevuto ordine dallo stesso Comitato di tener pronto ognuno di loro 50 cantaia di pasta per le truppe di Garibaldi che qui devono giungere domani o dopodomani. Può darsi, ma io per ora non lo credo! Per altro, i pagani sono divenuti molto altieri a segno d'insultare anche qualche coscritto. Sembra però strano che stando noi in Messina con circa 15mila uomini il Comitato comanda e dispone degli uomini e delle proprietà a suo piacere!; ciò non è strano nelle guerre civili e di opinioni. Gli impiegati secretamente sono stati minacciati o di allontanarsi o di essere ucciso, i giudici dello stesso modo, la polizia minacciata e non esiste, si va per le case e si impone contribuzioni e di allontanarvisi, generi di consumo non se ne fanno venire, siamo senza sugna e lardo da moltissimi giorni. Si assicura che in Città vi sono 1900 uomini armati in un punto ed altri 4000 sperperati per la Città per insorgere appena Garibaldi comparirà sulle alture. Noi quindi siamo con piacere in attenzione di un venuto, massime la Cittadella ch'è tutta pronta per sperimentare il coraggio estero avanti questi baluardi! Con sorpresa verso mezz'ora di notte ricevo ordine dal Generale in Capo, per bocca di un sottouffiziale, di fare uscire tutta la truppa dalla Cittadella e dal Forte SS.Salvatore; ho supposto, quindi, un tradimento e, nella rabbia, ho detto al sottouffiziale: "Dite a chi vi manda che mettesse in scritto l'ordine che mi portate perchè sono in grado di ubbidire!".- Dopo un quarto d'ora sono venuti da me il Tenente Di Re ed il Capo dello Stato Maggiore, molto confusi, cercando scusa di essersi preso un equivoco, a cui ho risposto che lo stesso ordine era stato dato a voce a tutti i forieri d'ordine alla piazza, è però che sia sicuro chicchessia che simili ordini non saranno mai da me ubbiditi, essendo io che comando la Cittadella e che sono responsabile.

Gli affari intanto sono nella massima confusione ed il peggio si è la massima diffidenza che esiste fra noi nel mentre siamo al punto di essere attaccati, stante che una colonna di 4mila uomini comandata dal figlio di Garibaldi da Catania marcia sopra Messina per unirsi alle truppe di Garibaldi che vengono dal lato opposto, ossia da Milazzo, oltre 5mila armati che simulati sono in Messina pronti ad insorgere, per cui forse dopodomani saremo investiti; intanto per segno telegrafico da Napoli si segnala avvertire Milazzo di restar fermi e di non accettare niuna capitolazione perchè numerosa flotta sarebbe partita da Napoli con viveri e truppa di rinforzo.- Vengo di leggere un bollettino stampato dal Comitato in dove si legge l'azione avuta da Del Bosco con Garibaldi il quale racconta l'avvenuto, e tra le altre cose racconta non aver sofferto altra perdita il Garibaldi che 7 o 8 feriti, nel mentre gli annessionisti stessi assicurano di aver bruciato 700 cadaveri. La nostra perdita è stata di due uffiziali morti e 8 feriti, 36 soldati morti, circa 80 feriti e 35 dispersi; ma il nemico ha avuto molta perdita effetto dell'imboscata di quattro pezzi di artiglieria che con la mitraglia li ha sterminati. La ritirata dei Cacciatori è stata in regola e sempre battendosi coraggiosamente come lo stesso bollettino lo attesta.

Doveva per forza ritirarsi a fronte di forza ben 5 volte superiore alla sua, oltre i legni da guerra che molto male han prodotto alla nostra truppa e segnatamente "Il Veloce".

Verso la mezzanotte si è chiamato all'arme; tutta la truppa della Cittadella ha preso subito le sue posizioni sulle batterie e altrove; vi è stato un fuoco vivo verso la "Lanterna" che ha durato bastante tempo avendosi spedito dalla Cittadella anche rinforzo di una compagnia di Granatieri. Osservando un fuoco vivo che si faceva in quel punto contro due legni che sicuramente supponevasi volevano tentare uno sbarco; disgraziatamente la cosa non è stata così.

Un legno austriaco ed un paranzotto napoletano carico di polvere che deve portare a Reggio, spinti dalla corrente, sono stati buttati fin sotto la "Lanterna"; all'avvicinarsi, quindi, è cominciato il fuoco. La notte oscura alle tante prevenzioni che ha tutta la truppa non sentendosi le voci dei legni e persuasi i soldati dalle voci che corrono che Garibaldi ha detto che per incanto vuol prendere la Cittadella, hanno supposto che si voleva tentare uno sbarco.- Finalmente la forte corrente ha fatto arenare i due legni sotto la "Lanterna" stessa; la maggior disgrazia è stata quella che 10 marinai per timore di essere uccisi si sono buttati nella barchetta per allontanarsi, ma la forza della corrente li avrà sommersi non avendone affatto notizia dei medesimi.

Eppure siamo stati fortunati nella disgrazia stante che il paranzello è carico al sommo di polvere che se avesse preso fuoco moltissimi individui sarebbero periti.

Il legno austriaco pretende per danni sofferti mille ducati. Fatto giorno il Generale Palmieri, spedito dal Maresciallo Clary, dal bivacco di Terranova, si è portato sui legni per verificare i legni che si devono pagare; disgrazie che in tempo di guerra sogliono succedere e che sono inevitabili.- Una fregata mista da Sud entra nel "Faro"; è senza bandiere. Chi sa se avremo qualche ora per riposare.- Gli uffiziali ch'erano al bivacco questa notte dalla parte del posto "Lanterna", perchè inavvedutamente i loro soldati hanno tirato sul legno austriaco ed al nostro paranzello carico di polvere, sono stati ristretti agli arresti di rigore in Cittadella. Essi sono: Capitano D.Vincenzo Ciotta, Primo Tenente D.Stefano Di Paola e Alfiere D.Gennaro Orsini, tutti del 15° di Linea.

Ieri l'Intendente della Provincia mi domandò alloggio nella Cittadella ed appena potè ricevere una stanza per lui, la sorella ed un fratello. Stamane è stato segnalato essere giunto da Napoli soccorso a Milazzo di due fregate napoletane e altre due francesi; non si sa cosa faranno, ma si suppone per liberare Del Bosco e la sua colonna che trovasi assediata nel Castello, oppure per un onorevole capitolazione.

 

24 LUGLIO

Questa notte alle 2 a.m. la nostra fregata a vapore "Il Guiscardo" proveniente da Milazzo per portare plichi al Generale in Capo, spinta dalla corrente, si è arenata vicino al Forte Lanterna; i nostri bivacchi che fortunatamente con l'oscurità l'hanno riconosciuta non gli hanno fatto fuoco, anzi si sono premurati accorrere per darle soccorso. Ma che giovano i soccorsi contro la corrente del Faro? Ha subito la sorte di tutti gli altri legni che male accorti non sanno evitarla. I plichi, per una barchetta, sono stati portati al Generale.- Stamane alle ore 4 a.m. sono partite 3mila razioni di gallette e formaggio per gli avamposti e su di un legno francese da noi noleggiato si è imbarcato un Commissario di Guerra per portare alle guarnigioni di Augusta e Siracusa 22mila ducati per la 2ª quindicina del corrente mese ed il soldo degli Uffiziali; cioè 6mila ad Augusta e 16mila a Siracusa. Povero RE; è una brutta faccenda la guerra dei principi, come si suoli far credere!- Dalle notizie che si possono attingere generalmente, si conviene che la Sicilia deve abbandonarsi e che le quattro Fortezze rimaste in nostro potere: Milazzo, Augusta, Siracusa e la Cittadella con i Forti adiacenti, devono evacuarsi; non essendovi intervento di alcuna grande Potenza direttamente ed essendo affare dei principi, facilmente può verificarsi. Ecco la sorte dei militari, sempre varia ed incostante; nel 1848 sortiti da questa Cittadella con molto onore e per le varie sortite da me fatte meritai l'elogi e decorazioni, essendo stato il primo Capitano che fui decorato dello insigne Ordine di Cavaliere di S.Ferdinando, ed ora Comandante della stessa Cittadella, dopo tante fatiche e stenti, chi sa come ne sortirò! Per altro l'uomo d'onore ubbidir deve a chi lo comanda ed adattarsi a quelle circostanze che il bisogno richiede, tenendo sempre presente il giuramento dato. L'Intendente Cortada a cui ho dato ricovero in questa Cittadella, nel licenziarsi da me perchè va ad imbarcarsi per Napoli, mi assicura che la Sicilia tutta sarà da noi evacuata rimanendo il solo presidio della Cittadella.- Messina, intanto, è deserta, senza autorità alcuna; tutti sono fuggiti, in campagna o sui legni; si crede di essere attaccati. Cose contraddittorie! Il legno che aveva imbarcato i 22mila ducati per Augusta e Siracusa è rientrato nel porto per non più partire.- Vengo di ricevere ordine di consegnare sul vapore "Il Sorrento" il Capitano ed i prigionieri Piemontesi; "Il Sorrento" si porta in Milazzo: si crede che a questo momento quella guarnigione si stia imbarcando col materiale del Forte.- Stamane hanno ucciso una vecchia donna per aver parlato bene della truppa; ora tutto può farsi impunemente non esistendovi in Città alcuna autorità. La gente pacifica che non ha avuto mezzi di fuggire e andare altrove è rannicchiata in casa tremando; poche facce torbide si vedono in Città, le botteghe sono chiuse, tutti gli impiegati sono spariti, le officine deserte, gli appaltatori delle bettole nei nei quartini si sono allontanati, e fino gli impiegati dei viveri di questa riserva, in modo che ho affidato le chiavi all'Uffiziale di Piazza Arena per sortire il necessario; stamane senza carne, frutta e pochissimo pane.

Il vapore "Il Guiscardo" è stato tirato fuori da due vapori e dalla corrente favorevole. Tutti i legni da guerra delle differenti Potenze ancorati in questo porto ed i legni mercantili si sono tirati fuori ancorandosi fuori il raggio della Cittadella e propriamente nelle vicinanze di Salvatore dei Greci onde lasciar libera la Cittadella di poter fare fuoco perchè si crede di essere attaccati al momento; tutto è contraddittorio!- Alle ore 23 si è chiamato all'armi; in un momento si sono guarnite di artiglieri tutte le batterie della Cittadella ed il presidio di 2 Reggimenti, le compagnie dei Pionieri ai loro posti da me assegnati, ed il Capitano di Chiavi vicino ai ponti per alzarli ed abbassarli a seconda le circostanze. Causa di tale allarme è stato che ai nostri avamposti, ad onta che vi sia prevenzione di non attaccare, pure quattro individui delle masse alzando una bandiera a fronte dell'avamposto hanno tirato quattro fucilate alla sentinella avanzata che fortunatamente non hanno colpito; invece la detta sentinella ha tirato un colpo solo a colui che portava la bandiera e lo ha steso morto a terra.

All'allarme tutte le truppe della Città si sono portate al piano di Terranova giusta il consueto ove sono rimaste, insieme a quelle della Cittadella, in posizione fino alle ore 7 a.m., ritirandosi dopo per riposare.- Alle ore 9 a.m. si è chiamato di bel nuovo all'arme per alcune fucilate tirate in Città stante che essendo comparsa una bandiera che i rivoltosi giravano per la Città con le grida "Viva Garibaldi e Vittorio Emanuele". Il fuggire di un vitello che faceva tutti scappare, anche gli individui di truppa e trabanti che facevano la spesa, ha obbligato la guardia al Banco di far fuoco; la perdita di qualcuno dei rivoltosi non ha mancato di far sortire la truppa ed occupare le loro posizioni, per cui non può negarsi di essere sommamente defaticati, massime col sol leone.- Siamo tutti nella massima diffidenza perchè temesi da per ogni dove tradimento. La diserzione di Ufficiali e truppa seguita, financo tra i Cappellani, e Chirurghi; sembra che la maggior parte abbia perduto la testa.- Il Generale in Capo questa notte ha tenuto lunga conferenza con il Luogotenente di Garibaldi (Medici) che comanda alcuni Piemontesi e masse provenienti da Catania e da questa Provincia. Tutti temono tradimento nel Capo. Faccia Iddio!

Milazzo ha capitolato mercè la protezione delle quattro fregate a vapore colà arrivate; la guarnigione è sortita con tutti gli onori militari e con la batteria a trascino, lasciando al nemico la metà delle mule di detta batteria e dei cavalli dei Cacciatori , nonchè la piazza guarnita come trovasi. Questa notte al bivacco il Generale Palmieri mi assicurava essere pervenuto ordine di S.M. Che tutta la truppa di Messina si fusse imbarcata lasciando il solo il presidio della Cittadella fino a che non si conosceva quello che le altre Potenze avrebbero deciso; intanto il Generale in Capo ha nessuno ha manifestato un tale Sovrano Rescritto, ad onta che siano giunti in questo porto 11 vapori per imbarcare la truppa e circa 600 muli delle tre batterie che, in caso di assedio, sarebbero perduti.- Si sta in attenzione del Colonnello Ansani all'immediazione di S.MM. Per meglio regolarizzare lo sbarco della truppa. Egli è reduce da Milazzo per quella capitolazione, essendo il Re disposto a tutto credere purché non si sparga sangue.- Dicesi da chi stamane viene da Napoli sui vapori che S.M. la Regina vedova sia partita per Trieste e che degli individui della cameriglia abbiano avuto passaporti per l'estero, come il Maresciallo Nunziante, il Brigadiere Afan De Rivera, il Segretario Particolare del Re Colonnello Severino, ecc. Vi è poco da crederci. Gran confusione nel bivacco, cattivissime disposizioni, molte ciarle, bandiere che girano nella Città, i nostri posti avanzati retrocedono. Si crede già tutta abbandonata la Sicilia come deve essere, tanto per ignoranza che per tradimento, defezione e per essere affare dei principii.- Ho ricevuto ordine far sortire dalla Cittadella il 14° di Linea per imbarcarsi venendo rimpiazzato dal 7° di Linea.

 

26 LUGLIO

Le masse sono prossime alla Città; ho segnalato ai due Fori Consagra e Castellaccio di non far fuoco su di esse se non sono seriamente attaccati. I nostri avamposti non ancora si sono  ritirati. Vi è ordine del Re di non fare fuoco. La truppa comincia ad imbarcarsi alle ore 7 a.m., si sta imbarcando il 14° di Linea: di circa 20mila uomini resterò col 3°, 5° e 7° di Linea per presidio nella Cittadella.

Nel porto vi sono 13 vapori per imbarcar truppe; chi sa cosa avverrà di tanti tesori che contiene questa Fortezza, di tutti i suoi materiali, cannoni, ecc.- Alle ore 22 si è imbarcato il 15° di Linea e molti equipaggi dei battaglioni Cacciatori che hanno capitolato in Milazzo.- Questa sera si sono ritirati tutti gli avamposti rientrando molti battaglioni nella Cittadella ed altri in posizione a Terranova a tiro di fucile dalla Cittadella con una sezione di montagna (artiglieria).- In Città non più entriamo; questa mattina è cominciata la razione ed abbiamo avuto una galletta, formaggio e mezza caraffa di vino. L'olio dei Corpi di Guardia e per le Caserme anche viene fornito dalla riserva.- Questa mattina più non scaturivano acqua le nostre fontane, ma essendosi scritto dal Generale in Capo al Comitato, dopo 4 ore l'abbiamo avuta. L'altro giorno i nostri avamposti si batterono, in questo mentre il Comitato e la Città spedirono due personaggi con un lascia passare del Generale in Capo onde non fussero molestati dai nostri avamposti, i quali presentatisi al Generale Fabrizio, che comanda alcuni italiani e immense masse, lo pregarono desistere dal fuoco onde evitare che la Cittadella non avesse incendiata la Città, ed in effetti cessò il fuoco e siamo in tregua anche con la Città, nè ostilità alcuna si dimostra.-L'imbarco per ora va a rilento, domani imbarcherà la batteria di campagna e forse qualche battaglione di Cacciatori.

 

27 LUGLIO

Stamane il Generale in Capo ha riunito tutti i Capi dei Corpi ed il Comandante della Cittadella ha cui ha letto le ministeriali istruzioni: cioè di cedersi bonariamente i Forti Consagra e Castellaccio col disarmarli, se si può, di cedere parimenti Augusta e la piazza di Siracusa imbarcando tutte le truppe per sbarcarle nel continente, che tutte le truppe di Messina si imbarcano lasciando soltanto nella Cittadella 24 compagnie, cioè 8 del 3° di Linea, 8 del 5° e 8 del 7° di Linea, il resto che deve imbarcarsi, cioè tre batterie che hanno 600 muli, con espresso ordine che la Cittadella deve tenersi a qualunque costo con le 24 compagnie suddette, la 3ª Brigata di Artiglieria e 2 compagnie di Pionieri fino a che l'Inghilterra, la Francia ed il Piemonte non decidono sul proposito.- Si stanno imbarcando i 4 battaglioni di Cacciatori; per l'imbarco dell'Artiglieria di Campagna, a trascino ed a schiena, con i 600 animali, si attende la venuta dei vapori francesi.- Il mio parere è stato di non trattarsi della guarnigione dei Castelli Consagra e Castellaccio se prima non si imbarca tutte la truppa che non deve far parte del presidio della Cittadella, perchè questa truppa mi darebbe troppo impaccio nella Fortezza; se negandoci il nemico di far sortire la truppa dai detti Forti con tutti gli onori militari, io sarei obbligato imporre la Città con granate e bombe e si verrebbe a guerra aperta, contro gli ordini di S.M.- Mentre scrivo mi si rapporta che il nemico ha occupato la Città ed ha stabilito i suoi posti avanzati. La nostra truppa occupa ancora Terranova con i battaglioni Cacciatori, una batteria a trascino e 6 compagnie del 4° di Linea, e, ma suppongo che questa sarà per evitare collisione tutti entreranno nella Cittadella avendomi il Generale in Capo domandato una piazza nel mio alloggio.

Nell'entrare i "fratelli" in Messina tutti i balconi carichi di signore che sventolano fazzoletti bianchi gridavano "Viva Vittorio Emanuele, Garibaldi e la Costituzione". La Città è popolatissima ; per incanto sono tutti rientrati perchè giustamente si crede che comincerà ad esserci ordine in tutto restando i "fratelli" in Città ed i Regii in Cittadella.

 

28 LUGLIO

Stamane dovrebbero calare in Cittadella le guarnigioni di Castellaccio e Consagra; detti due forti saranno disarmati e il materiale (se vogliono) in Cittadella, unico punto da tenersi.- Tutti sono nella Cittadella: Generali, Stato Maggiore ed il presidio destinatovi. Il Generale in Capo occupa due stanze del mio appartamento.- In giornata comincia ad imbarcarsi pel continente la batteria a trascino Carascosa; nel giungere i vapori francesi s'imbarcherà l'artiglieria pesante e quella di schiena.- Non abbiamo fuori la Cittadella, nel piano di Terranova, che una sola compagnia; il convenuto si è la linea di demarcazione tra S.Giuseppe e Palazzo Siracusano a 70 metri di distanza dal posto nemico.- Essi ci usano cortesie e questa mattina e questa mattina ci hanno mandato dei venditori ambulanti di frutta e pane per provvedersene i nostri soldati abbenchè la razione cha abbiamo è più che sufficiente...Timete Danaos etiam dona ferentes... ed è perciò che il fronte di terra l'ho fatto guarnire come devesi di artiglieria e fanteria. Il Generale in Capo e lo Stato Maggiore stamane sono entrati in Città per trattare: il peggio si è la diffidenza. Faccia Iddio! Ieri sera vi fu grande illuminazione in Città per la venuta, a quanto sappiamo, di Garibaldi.- Imposta sul sale a 4 grani il rotolo; ad onta di tante feste in Città, le botteghe ieri erano chiuse.- I conventi di monache, abbenchè furono da esse abbandonati, ieri sera li vedemmo dalla Cittadella tutti illuminati. Aumento di 4 grani e mezzo sul dazio del ferro.

Sono le 11 a.m., il telegrafo mi avvisa che circa 130 barche siciliane si avanzano verso il Faro forse provenienti da Milazzo o Palermo. Esse sono destinate per uno sbarco in Calabria per quanto lo stesso Console Piemontese assicura e dice che pure che si userà

il minimo spargimento di sangue che si può ma che tutta l'Italia dev'essere unisona e riunita sotto gli stessi principii.

Le trattative stamane tra il nostro Generale in Capo e l'avversario Generale Medici si sono tenute in una casa terza e molto si è ottenuto: cioè la tregua, il canale del Faro libero e libero ogni commercio, che se poi si volesse investire deve tra una parte e l'altra avvisarsi due giorni prima. Grande colpo ha fatto il nostro Generale l'ottenere il canale libero, stante che se manca il mare la Cittadella, per forte che sia, se perde il mare, subisce la sorte di tutte le piazze con il semplice blocco; mancando i viveri, manca tutto. Per il Generale Clary si conserva la Cittadella, perchè le prime istruzioni ricevute furono di cederla, ma il suo agire è stato tale che ancora onoratamente si conserva; ma vedi infamia: da qualche Uffiziale superiore "cacasotto" si spacciava che il Generale se la intendeva col nemico. Tale infamia ha portato nei giorni passati qualche sussurro negli artiglieri e pionieri massime per alquanti cammorristi venuti con l'artiglieria da Palermo che spacciano Realismo col secondo fine. Giunta tale notizia al Prefetto Generale si consigliò meco se doveva o no ritirarsi sicuro in Cittadella, ma si rasserenò avendolo io assicurato che l'imprudenza di pochi non conferiva nulla sulla generalità e che nulla di dispiacevole sarebbe avvenuto. In effetti, manifestatosi con l'ordine di oggi la tregua e i patti stabiliti, tutti hanno gridato "Viva il Generale!".

Questa mattina sono state abbattute tutte le statue della nostra Real Dinastia, non da molti anni rimpiazzate in marmo, che nel 1848 erano in bronzo. Quella poi di Ferdinando 2° è stata abbattuta questa mattina con molta fatica essendo colossale e di bronzo.

È inutile l'esprimere l'esultanza del popolo e gli sfregi fatti ai pezzi di marmo ridotti in frantumi!

 

29 LUGLIO

Stamene si sono presentati avanti l'avanzata della Cittadella due nostri soldati – Cristofaro Sinisi, del 2° Cacciatori, e Gaetano Previsieri, del 3° di Linea – fatti prigionieri a Milazzo e obbligati a prendere servizio nelle truppe del Generale Garibaldi. Essi sono vestiti con camicia rossa, pantaloni e stivaletti bigi, un peripelli, una correggia che sostiene una gammella e fiasca di latta; essi asseriscono essere pagati con la promessa di 3 carlini al giorno allorchè l'Italia sarà tutta organizzata, ma che al presente ricevono due grani al giorno perchè manca il numerario. Ricevono il pane e da Milazzo fino a Messina han vissuto di frutta e ciò che per strada hanno rinvenuto. L'ho mandati in sussistenza al 7° di Linea per armarli e vestirli.- Mentre scrivo si presenta un fanfarrista del 6° battaglione Cacciatori – Ivo Scarpone – che fu preso dai Messinesi mentre si allontanava dagli avamposti, i quali toltigli gli abiti da militare lo vestirono da pagano, ove rimase guardato fino a che ha avuto l'agio di fuggire.- Stamane ho destinato per Aiutanti di questa Piazza della Cittadella il Capitano da Artiglieria Sedentaria D.Antonio De Gennaro, il 1° Tenente del 3° di Linea D.Pasquale Messina e D.Domenico Amodeo del 5° di Linea.- Alle ore 8 a.m. una barca di siciliani si è avvicinato al Forte SS.Salvatore; la sentinella colà piazzata l'ha imposto di allontanarsi ed in risposta ha ricevuto invettive e cattive parole, al che la sentinella ha tirato un colpo di fucile. Ricevuto tal rapporto dal Comandante del Forte, ho fatto noto che il commercio è libero e sino a che non si cercasse di sbarcare gente a terra non devesi affatto far fuoco, giusta il trattato stabilito col Comandante dei' Garibaldesi.

Il giorno dopo che Garibaldi giunse in Messina con esultanza del popolo, il giorno appresso partì per la punta del Faro per fortificare quel punto all'entrata del Canale che ha dirimpetto a tiro di cannone i due Forti di Calabria, cioè Torre Cavallo e Punta del Pezzo. Per quanto abbia potuto sapere, si attende in Sicilia il pro-Dittatore, con maggiori facoltà, denominato De Petris, il quale ha maggiori facoltà di Garibaldi dovendosi questo soltanto incaricarsi dell'Armata e il De Petris per l'amministrazione in generale, come un Ministro di Finanze, il quale sicuramente dovrà dare maggiori imposizioni per far sussistere l'Armata perchè sicuramente le prime offerte non possono essere sufficienti pel mantenimento di tanti uomini che si battono, nè, a parer mio, lo stato finanziero del Piemonte può far fronte a tante spese. Per altro, suppongo, che ai popoli si fa credere essere questa guerra di principii, mentre questa sarà altra cosa, e chi sà in potere di quale Potenza andrà a cadere l'infelice Sicilia e questa infelice Cittadella per trattati, come si dice, tra Francia, Inghilterra e Piemonte. Aspettiamo gli eventi che a sangue freddo attendo! Quest'oggi è entrata in Città altra Colonna di Garibaldi comandata dal Generale Cosenz, ex nostro Tenente di Artiglieria; i nostri Uffiziali che sono andati in città hanno veduta defilarla. Essa era composta di circa 2mila uomini ben formati, ma malvestiti, e ben armati. In giornata sono nella Città circa 15mila uomini con 250 barche rimorchiate dietro al Faro. Essi spacciano per eseguire uno sbarco in Calabria, altri credono per sorprendere la Cittadella. Credo piuttosto al primo che al secondo dato, stante che del modo come ho ripartito il presidio e le batterie, sembrami difficile la sorpresa o la conquista, a meno che non vengono per aria...

Oggi si è imbarcata la batteria da campo, ma il pesante macchinario non ha permesso imbarcar tutto e i circa 200 muli; forse domani si effettuerà l'intiero imbarco per sbarcare a Reggio, ove esiste anche un Comitato. I prigionieri fatti a Milazzo in giornata sono rientrati essendo stati cambiati mercè l'invio di un Capitano di Stato Maggiore, il quale mi ha rapportato che nel solcare il vapore francese che li riceveva, i Siciliani gli hanno tirato circa 200 fucilate fortunatamente senza offendere alcuno. Ho mandato a ricoverarsi nel Lazzaretto per ordine del Generale in Capo, 18 meretrici, le quali, con pianti e preghiere intercedevano di entrare in Cittadella per campar la vita, stante che sono trucidate dal partito avverso, avendone ieri uccise tre perchè avevano commercio con i Reali. Il modo barbaro come queste tre le trucidarono sente di vero barbarismo perchè prima le tagliarono le zinne e poi mutilandole fino a vederle spirare.

 

30 LUGLIO

Molti dei nostri soldati prigionieri a Palermo e a Milazzo, preso servizio per forza (per quanto dicono) nelle truppe di Garibaldi, si presentano ai nostri avamposti e sono da noi ricevuti.- Una forte batteria è stata formata da Garibaldi alla punta di Torre di Faro; parimenti, dai nostri, si sono armate, dalla parte di Calabria, dirimpetto le due batterie Torre Cavallo e Punta del Pezzo. È rientrato in Cittadella la guarnigione di Castellaccio e Consagra; questi due Forti sono stati evacuati per ordine del Re. Le guarnigioni sono state condotte, a tambur battente ed armate, fin qui. Si è fatto la consegna ai Piemontesi con inventario di ciò che esiste nei Forti, che essi stessi si sono obbligati a portare in Cittadella. Vana promessa!

 

31 LUGLIO

Oggi è stato "gran gala" per la nascita di S.M. la Regina Vedova; nella Parrocchia della Cittadella si è cantato il Te Deum con l'intervento del Generale e di tutti gli Uffiziali.- Seguitano ad imbarcarsi Artiglieria pesante e animali.- Sono partiti il Generale Melendez e vari Uffiziali di Stato Maggiore con vapore da guerra.- La diserzione dei nostri Pionieri ed Artiglieri giornalmente seguita, e quello che più è strano è che altrettanti ne sono disertati da Garibaldi e sono venuti nelle nostre file vestiti con veste rossa.-

 

1°AGOSTO (mercoledì)

Stamane verso le ore 8 a.m. il Maresciallo Clary ha avuto abboccamento in Città con Garibaldi e, per quanto si è potuto conoscere si è che Garibaldi gli abbia detto non essere affatto nemico di Francesco 2°, ma che bisognava restare uniti perchè tutti Italiani e che bisognava cacciare il nemico dall'Italia ed altre cose. Certo si è che il Generale pare non si sia ritirato troppo contento e soddisfatto e, appena firmate alcune carte, facendo imbarcare tutto il suo equipaggio e cavalli, è partito per Napoli per conferire con S.M. Deplorandolo. Mi ha promesso sul suo onore che sarebbe ritornato, a meno che S.M. Non lo avesse destinato altrove, per Sabato.

Le voci che corrono sono che Garibaldi attende preciso riscontro da qui a 5 giorni.- Questa mattina si sono a me presentati altri 3 disertori di Garibaldi, che sono di quelli che rimasero all'Ospedale di Palermo e che presero servizio con le truppe del medesimo; forse domani partiranno per Napoli con altri 62 uomini di diversi Corpi che trovansi nel Continente, sortiti dall'Ospedale di Reggio.

I disertori di Garibaldi presentatisi a me sono in tutto al n° di 42.-

 

2 AGOSTO

Questa mattina alle 3 a.m. è partito il Colonnello di Artiglieria Brigante con un vapore francese al nostro servizio per portarsi ad Augusta e Siracusa per disarmarle e cederle al nemico.- Alle ore 11 a.m. è partito un piroscafo a vapore per Napoli ed ha imbarcato 64 infermi sortiti dall'Ospedale di Reggio, che appartengono ai diversi Corpi che trovansi nel Continente. Parimenti sullo stesso legno si sono imbarcati i 42 disertori di Garibaldi che appartenevano ai nostri Corpi. Le notizie che riceviamo e che corrono in Città sono che i Messinesi trovansi alquanto disgustati dei loro liberatori perchè, ad eccezione dei Piemontesi, le masse fanno dei soprusi in Città, massime nelle bettole e cantine, che mangiano e non pagano che con le parole : "Siamo fratelli, vi abbiamo liberato dai Tiranni" ecc.- Dicesi pure che in Palermo vi sia stato una reazione.- Da qualche uffiziale nostro disertore si è saputo che sabato si cerca di prendere d'assalto la Cittadella. Non saprei se li basto il cuore di tentarlo!-Come pure, si dice, che un Reggimento Greco sia sbarcato al Faro e, finalmente, che in Messina trovansi già riuniti 25mila uomini sotto gli ordini di Garibaldi.- Si riceve per telegramma dalla nostra Crociera che se pervengono prigionieri presi per mare si facessero sbarcare alle spalle della Cittadella per non farli osservare dalla Città; si sono date delle disposizioni all'uopo.- Tutto è politica! Ci si avvisa parimenti che se qualche nostro legno fusse inseguito da forza maggiore si sarebbe riparato sotto la protezione del cannone della Cittadella. Oggi verso le ore 22 per telegramma si ordina che Augusta e Siracusa facessero la più valida resistenza e di non cedere affatto. Or siccome alle ore 3 a.m. è partito il Colonnello Brigante ed il Capitano di Artiglieria per disarmarle e cederle, si è subito fatto approntare un vapore; alle ore 9 p.m. è partito il Capitano Guillamat per Siracusa ed Augusta per il contrordine.- Da ciò, pare, che la nostra posizione, in qualche modo, migliora, tanto più, se si volesse prestar fede a tante cose che si dicono, pare che qualche Potenza grande avesse sposato qualche simpatia per la nostra causa. Certo si è che tutti i nostri legni da trasporto assoldati dal Governo per trasportare viveri, paglia ecc., e che trovavansi nel nostro porto, si sono fatti subito partire perchè, a quanto dicesi, debbonsi imbarcare 60mila uomini per lo sbarco in diversi punti della Calabria. Bisogna vedere se la Marina è fedele, come non lo sembra, da persona dio esperienza!

È giunto dalla Calabria un bastimento carico di gabbioni e salsiccioni da servire nelle circostanze ove il bisogno richiede. Alla mezzanotte mi sono portato alla sperlungata per ricevere un telegramma portato dal vapore "La Rondine" da Reggio, che si ordina dal Ministero di Guerra che il Generale Lo Cascio resti al comando di Siracusa; questo dispaccio sarà comunicato col vapore che andrà a partire al detto Generale.

 

3 AGOSTO

Ieri la truppa ebbe razione di pane perchè si panizzò dai forni della Cittadella. Siamo privi di tutto; dal nemico, abbenchè in tregua, non si permette entrare in Città. Abbiamo, per altro, il vapore "La Rondine" che va e viene da Reggio per provvederci di qualche cosa. Intanto il mio cameriere Gaetano furtivamente è entrato in Città ed ha portato carne, pane e frutti. "Il Bove" è un legno che fu preso dalle barche di Garibaldi carico dei suoi disertori; da rapporto ricevuto, questi sbarcarono dietro la marina di Calabria ed i paesani, nel vedere tanta gente estera, si armarono e li cacciarono via, accorrendo anche le donne con zappe e mazzuole.-Questa mattina si è a me presentato un bel giovane della truppa di Garibaldi che ha disertato; egli è austriaco, di professione musicante, è mi ha detto che trovandosi a Peschiera fu preso di viva forza e fatto arruolare in uno dei reggimenti della spedizione con la promessa di 10 carlini al giorno. Fatto sta che non riceve che 4 grani al giorno, poco pane e impercettibile pezzo di carne, ma non sempre. L'ho ricevuto e mandato detenuto al Forte SS.Salvatore per farlo partire per Napoli col primo vapore.- Sono giunte da Napoli altre 100mila razioni di viveri su di un legno a vela rimorchiato da un vapore francese noleggiato dal nostro Governo. Verso le 3 di notte ricevo avviso per le porte di corrispondenza che il Maresciallo Clary era giunto da Napoli col vapore "L'Archimede" e che trovavasi all'avanzata. Mi son portato ad aprirgli le porte col mio Stato Maggiore: è rientrato è si è posto subito a letto. Molti nostri artiglieri, o prigionieri o disertori, giornalmente si presentano e – vedi stranezza – altri ne disertano.-

 

4 AGOSTO

Questa mattina il Maresciallo Clary ha avuto conferenza col Console francese sullo spalto della Pagliara e, quindi, con i Comandanti delle due nostre fregate a vapore, comandate dai Capitani di vascello Rodriguez e Lettieri, Comandanti sospetti alla truppa! Dal nostro telegrafo della Cittadella si avvisa che altri nostri legni da guerra sono venuti in crociera, come pure due legni piemontesi che hanno disbarcato truppe al Faro. Si calcola la forza del nemico a circa 22mila uomini, tra Piemontesi sbarcati, venuti da Palermo e masse; che tutte trovansi da Messina fino a Punta di Faro. Con millanteria si spaccia dal nemico di assaltare la Cittadella; ai nostri Uffiziali che vanno in Città di dice: "sabato saremo insieme nella Cittadella"; Altri dicono che ai 15 si darà l'assalto. Intanto, passano le giornate prefisse e non ancora ho avuto il piacere di vederli. La Cittadella li attende ben preparata! Stamane abbiamo pane fresco dai nostri forni nella Cittadella! Questa notte vi sono stati varii segnali a bengala tra i legni a mare e le Calabrie. Finora non si è conosciuto se dai nostri legni in crociera o da altri, segni che crediamo sospetti, come tutta la nostra Real Marina. Dai nostri avamposti si è disertato un soldato del 3° di Linea con armi e bagaglio.- È partito per Napoli il Colonnello Brigante ed il Capitano di Artiglieria Aran per altro destino, come pure il Colonnello Micherù dei Pionieri che va al comando del 1° di Linea.

 

5 AGOSTO

Dei 600 Compagni d'armi che esistevano in Sicilia circa una cinquantina di essi hanno seguito le nostre truppe fino a Messina per cui trovansi molti compromessi in modo che se sortissero dalla Cittadella sarebbero uccisi; tutti gli altri, alcuni furono sacrificati dal furore del popolo in varii paesi, gli altri da principio si unirono alle masse. Si pensò mandarli in Calabria i detti 50 con i loro cavalli, ma furono respinti perchè dal Comandante della Provincia si opinò che sarebbero stati uccisi dai demogoghi. Se ne scrisse parimenti a Napoli e fu risposto che in nessun modo si fussero spediti in Napoli perchè sicuramente avrebbero prodotto un trambusto, di maniera che questi infelici, in qualunque evento, sarebbero stati vittime del loro ben servire.- Andato a Napoli il 1° del corrente mese il Maresciallo Clary umiliò a S.M. (D.G.) la di costoro situazione e la pregata M.S. Saviamente dispose che i cavalli fussero acquistati per conto del Governo e spediti in Napoli ed i Compagni d'armi piazzati come Guardiaboschi o Gendarmi, facendoli qui abbigliare e, poi, separatamente spediti in Napoli. Questa operazione è stata eseguita stamane ed alcuni dei loro cavalli sono stati acquistati da qualche Uffiziale di Stato Maggiore che ne aveva bisogno. L'ammontare dei cavalli è stato subito pagato agli individui della Cassa di Campagna.- L'oste nemico ammassatasi a più non posso in Messina produce tra essi molta confusione essendovi delle masse composte da servi di pena di tutti i bagni (penali) della Sicilia, i quali molti soprusi commettono con non pagare. Gli Uffiziali Piemontesi ricevono 2 franchi al giorno ed i Capitani anche ne hanno 2 per cui poco hanno da spendere. Manca, per altro, il nemico di mezzi e di danaro per fare una forte spedizione in Calabria o porre un formale assedio alla Cittadella. Debbono limitarsi al semplice blocco per terra stante che, avendo il mare libero e componendosi gli affari diplomaticamente, la Cittadella può contenersi per anni.- Se le Calabrie in generale non sono pel partito della insurrezione come in Sicilia, sicuramente il nemico che vi sbarca sarà sempre in pericolo, ma temo che l'insurrezione sia anche generale in queste provincie.- È giunta una grossa fregata piemontese ed ha sbarcato, a quanto dicesi, una quantità di denaro.-

 

6 AGOSTO

Questa mattina molta truppa piemontese è sbarcata al Faro. Molti nostri legni sono in crociera, secondo me per guardarli da lontano ma non per impedire le loro operazioni.- Disertori nostri che vanno e vengono; ieri si disertarono 12 dei nostri da Garibaldi, questa sera 3 dei nostri sono passati a Garibaldi, tra questi anche il cuoco del Generale Clary. Anche ieri è partito per Napoli il Capitano del Porto Colonnello Del Coral; le barcacce da trasporto della Real Marina si sono trasferite nella Cittadella con un Uffiziale, un pilota e 38 marinai che ho fatto alloggiare al quartiere S.Teresa.-Nella Cittadella il presidio, oggi, è di circa 4500 uomini.- Abbiamo nel Faro 8 nostre fregate a vapore: quattro all'entrata e altre quattro all'uscita, che vanno e vengono nel Faro per sorvegliare sullo sbarco di Garibaldi in Calabria. Intanto Reggio, Villa S.Giovanni e Scilla sono piene di truppa.- In Calabria, non v'è dubbio, vi è il partito demagogo e d'insurrezione, ma vi è anche il partito del Re. Il partito di Garibaldi ed il suo prestigio è molto accetto in Calabria, però non a tutti perchè le vecchie monarchie hanno sempre profonde radici difficili a svellerle.- D'altronde moltissime truppe vi sono in Calabria ed altre che marciano per la stessa volta; tesori immensi si spendono dal Re e dal Governo. Con tutto ciò, essendo cosa dei principii (come si vuol far credere), e traditori e disertori immensi di persone molto benificate fanno alquanto dubitare del risultato.

Certo è che se Garibaldi si ingolfa nelle montagne di Calabria non avrà quella fortuna avuta in Sicilia per la sciocchezza ed ignoranza di Generali che non hanno l'uso della guerra; ma se vi è tradimento...! Quest'oggi è avvenuto un vandalismo non insolito nei siciliani: una povera donna, moglie di un nostro soldato, nel portarsi a comperare qualche cosa in Messina è stata arrestata dai siciliani che, denudandola, con mille sevizie e scherno l'hanno fatta traversare le principali strade della Città maltrattandola e sputandola sul viso; quindi verso le ore 24 vestitola di nuovo l'hanno rimandata ai nostri avamposti. Sono sicuro che simili soprusi non sono a conoscenza di Garibaldi o che questi non è in Città perchè non lo permetterebbe affatto. Ma che fare contro un popolo sfrenato e circa 12mila uomini sortiti dalle galere ed armati? I Piemontesi, per altro, sono gentili e manierosi! Ieri si spacciava dall'oste nemica che questa notte avrebbero assalito Forte Lanterna: li abbiamo attesi, come da tutti i lati della Cittadella, ma da nessuna parte siamo stati onorati dai..."fratelli"!

Grandi preparativi di batterie si fanno da Garibaldi alla punta del Faro per una discesa in Calabria, oppure così praticano per forse tutto ad un tratto rivolgersi verso la Cittadella, ma questa non giudica dalle apparenze, né si lascia ingannare dai stratagemmi dello "strategico" ed intraprendente Garibaldi! - Ieri dal nemico si spacciava che andavano ad arrivare 25mila inglesi sui legni da guerra: siamo alle ore 8 a.m. e non ancora sono giunti.

 

7 AGOSTO

Ieri, perchè gli Artiglieri si lamentavano che il vino non era buono, che è quello venuto da Napoli, perchè desideravano quello di Siracusa, della antica riserva della Cittadella, si è ordinato che l'intiero presidio non avesse più vino. Poca esperienza del Generale Clary! Stamane, pel piccolo vapore "La Rondine", partono per Reggio molti impiegati delle ambulanze che vanno a fare parte dell'Esercito che trovasi in Calabria, come pure i corrispondenti materiali, medicinali, materassi, brande, letti, sedie da campo ecc., che qui trovansi in quantità. È veramente straordinario lo stato di guerra in cui siamo; nessuna nazione di primo o second'ordine ci ha dichiarato guerra. Gli Ambasciatori e Consoli di tutte le Potenze sono a Napoli o nei porti si mare ove riceviamo giornalmente legni mercantili e da guerra, ed intanto abbiamo un Generale intraprendente come Garibaldi, padrone della Sicilia (ad eccezione di Siracusa, Augusta e la Cittadella di Messina) con pochi esteri e l'insurrezione siciliana! Un generale senza carattere di una Nazione che dicesi Dittatore, servendosi di questo titolo con aggiunzione di Vittorio Emanuele, nel mentre come amici del Piemonte abbiamo nel porto e sotto il cannone della Cittadella due legni Piemontesi da guerra e nulla possiamo dire ad essi perchè il Piemonte non ci ha dichiarato la guerra.- Le grandi Potenze per nulla si incaricano di ciò che succede nel nostro Regno, non ci dichiarano la guerra ed intanto l'Inghilterra, la Francia e le altre Potenze amministrano armi, danaro e quanto bisogna a Garibaldi ed alla insurrezione. Non saprei cosa dirà l'istoria, nei tempi avvenire, delle grandi Potenze che vantansi mantenere l'equilibrio d'Europa, che lasciano una Potenza di second'ordine in balia di un generale di ventura e al capriccio di popolo!

Ieri vi fu molto malumore in Messina nel pubblicarsi la leva forzosa e nel manifestarsi da Garibaldi che ogni uomo armato è soggetto alla legge militare. La Sicilia è assolutamente negata alla disciplina militare, massime ad essere reggimentati; desiderano solo volontariamente arruolarsi e servire pel tempo che ad essi piace: alcuni per entusiasmo d'indipendenza, altri per i 3 carlini al giorno e fare il servizio a loro piacere, devastando, facendo soprusi ecc.- In Palermo le Chiese sono state spogliate delle loro argenterie e masserizie. I Gesuiti però non sono stati colti in quella spoliazione perchè, degli 80 che ve n'erano, fin dal mese di marzo, giornalmente, ne partivano 4 o 5 per Malta portando seco loro fino alle statue d'argento, di maniera che, all'entrata di Garibaldi in Palermo, non se ne rinvennero che 9 di essi, i quali vennero espulsi e di quel convento se n'è formato un ospedale militare. In Messina si sta facendo un notamento di tutte le argenterie e oro delle chiese, le quali ascendono a immense somme per i numerosi Conventi che ci sono di monache e frati. Immense dono le ricchezze della Cattedrale in dove vi è la Ninfa che Ferdinando 2° regalò alla Cattedrale nel 1847 del costo di 17mila ducati. La Città non è troppo contenta, ma Garibaldi ha bisogno naturalmente di mezzi per mantenere circa 22mila uomini in Messina e nelle vicinanze.- Dicesi che il Palazzo Reale a Palermo si stia rimodernando per la venuta forse di un Sovrano indipendente che non ancora hanno scelto, come fecero del 1848. Intanto dagli Italiani si vuole l'annessione al Piemonte ed i Siciliani si battono ed insorgono per l'indipendenza.

Il tempo ci farà conoscere quello che otterranno!

In Messina questa mattina vi è stata una gran confusione e si è gridato "Viva la Repubblica": non può essere altrimenti! I caffé sono da mattina a sera ripieni di Uffiziali i quali portano avvolti al collo un Fazzoletto spiegato che indica "di servizio"; alcuni con piccole bluse o camicie rosse, altri di colore; altro distintivo non hanno che il bonetto che distingue i gradi.

Tanta gente ammassate produr deve certamente confusione; molte chiese sono state adibite per caserme, tra le altre, la famosa Chiesa dei Benedettini "La Maddalena". Hanno qualche cappellano, ma messa non ne ascoltano...è un caso....La diserzione dei Siciliani è immensa!

Monsignor Capaldo è assediato nella sua abitazione, forse per disposizione del Comitato perchè non ha voluto andare a far visita a Garibaldi e, di conseguenza, creduto un Realista: la popolazione è malcontenta!

Per quanto dicesi, Garibaldi non è troppo contento dei Comitati Calabresi, avendo questi fatto conoscere che si erano compromessi per avere una Costituzione, avutala da Francesco 2°, non tutti erano per l'annessione. Questa mattina vi è stata conferenza tra il Maresciallo Clary e qualche Console, i quali non parlano più così altieri come prima, vista la fermezza del prefato Generale, il quale gli ha fatto capire che se succede lo sbarco in Calabria non sa come si regolerebbe con la Città di Messina!  Abbiamo notizie di Palermo: a Monreale – 4 miglia da Palermo – vi è stata una reazione; cinque individui sono stati fucilati perchè hanno gridato "Viva Francesco 2°". Altro movimento reazionario vi è stato in Milazzo con gridi di "Viva l'Indipendenza".

Verso un'ora di notte, mentre assistevo alla chiusura delle porte della Cittadella, verso i Moselli si sono tirati due colpi di fucile alle nostre sentinelle avanzate; queste, parimenti, hanno risposto. Questi colpi hanno fatto chiamare all'armi per tutte le sentinelle che circondano la Cittadella. Ma quale è stata la mia sorpresa nel sentire, da dietro, gridi per alzare i ponti che mi erano dietro e che in un momento hanno alzato; complotto combinato tra artiglieri e pionieri, corpi indisciplinati, a cui si sono aggiunti anche i soldati della linea. Non può essere altrimenti perchè Capi di Corpi che nulla valgono, non usi alla guerra, non capaci di dire una parola! La maggior parte degli Uffiziali sono la vera feccia della milizia, tutti casati, ergo pieni di apprensione e paura, che poco o nulla badano a ciò che fanno i soldati perchè dai Capi di Corpi non s'ispira ad essi energia e contegno, ma piuttosto dubbi, sofferenze, diffidenze e quanto di male può produrre un Capo di Corpo debole come disgraziatamente l'Armata non ne manca. Per me se la Cittadella fusse presidiata da truppe come quelle del 1848 siderei dieci Garibaldi, ma con la presente guarnigione e con i presenti Capi di Corpo Iddio me la mandi buona! Si è disposto intanto che gli Uffiziali dormissero nelle Compagnie.- Col Generale Clary ed il Generale Fergola e Stato Maggiore siamo stati fino alle ore 11 p.m. per le Caserme onde far rientrare ciascuno al suo posto.

Chi li crederebbe! Correva voce tra i soldati che 15 dei nostri erano morti agli avamposti di Terranova, nel mentre non abbiamo nessuna corrispondenza con essi di notte. Ma questo ammutinamento ha dipeso da varie cause: primo, per la poca fiducia che dai soldati nel Generale Clary si ripone e ingiustamente stante che in Catania con poca truppa sotto mise una popolazione insorta di 90mila anime facendovi anche il disarmo; per ordine Sovrano con la sua truppa venne in Messina ed in tutto il tempo ha dormito al bivacco agli avamposti, ha sostenuto con fermezza quanto potea con Garibaldi, il Comitato ed i Consoli l'onore della guarnigione, e quanto potea pretendersi da un Generale dietro istruzioni ricevute. Secondo: dai cattivi Capi di Corpo e Frazioni, uomini deboli, di poca energia, asini, lamentandosi avanti ai soldati di qualunque disagio, senza ispirare energia, zelo e punto d'onore ai propri Uffiziali, e questi quasi tutti di fresca data che a nulla valgano parlando di tutto e di tutti avanti i soldati, sicuramente hanno dovuto un tale risultato. Terzo: dal mormoramento dei Sigg. Uffiziali massime di Artiglieria (perchè troppo giovani) pel vino di razione se troppo buono o cattivo e che perciò dal Generale ne fu sospesa la distribuzione, e le lagnanze degli Uffiziali avanti i soldati che il Generale non ha il diritto di farlo. Tutte queste cose hanno prodotto l'ammutinamento di questa sera. Grande disgrazia per un Corpo d'Esercito il non avere Capi di Corpi dotati di energia e zelo da poter inspirare col di loro contegno fiducia e disciplina, non aver cura dei propri soldati e nello stesso tempo mantenere quella forza morale necessarissima per gente armata.-

 

8 AGOSTO

Partono per Siracusa 2 compagnie di Pionieri su di un vapore francese noleggiato dal nostro Governo, ed un Uffiziale che porta ventimila ducati a quel presidio. Stamane il Maresciallo Clary ha riunito tutti i Capi di Corpo di Fanteria, Artiglieria, Pionieri a cui ha parlato come doveasi, facendo ad essi conoscere che la loro debolezza e poca cura che prendevano dei soldati produssero l'ammutinamento di ieri sera. Ho dato ad essi buone prescrizioni sotto la loro più stretta responsabilità; ma ne sono essi capaci?- Stamane si è dato il vino di razione alla truppa di Uffiziali.- Questa notte col Generale Fergola ci siamo portati ad aprire Porta di Grazia per pieghi pressanti portati da un vapore di guerra non entrato nel porto ma per una lancia spedita dietro la Cittadella. I pieghi contengono che il Maresciallo Clary si ritiri subito in Napoli, suppongo per effetto dell'ammutinamento avvenuto ieri che egli segnalò per telegrafo.

 

9 AGOSTO

Questa mattina verso le ore 11 a.m. il Maresciallo Clary col suo Stato Maggiore si è imbarcato per Napoli col suo equipaggio, lasciando in sua vece il Generale Fergola.- Alle ore 8 a.m. sono venuti accompagnati dai Garibaldesi i nostri viveri di riserva che trovavansi sopra i Castelli Consagra e Castellaccio, giusta i patti fatti per cedersi.- Si sono parimenti imbarcati parte dei cavalli e uomini dei Compagni D'Arme che sbarcarono in Reggio per l'acquisto fattone della cavalleria.- Il Console Sardo assicura che 8mila Garibaldesi sono sbarcati in Calabria e che i nostri 9 vapori e barche cannoniere nell'osservare il loro sbarco si sono allontanati.- Un Uffiziale di Marina nel venire a prendere il Generale Clary per condurlo sul vapore dice non essere vero lo sbarco dell'oste nemico che si fece a Torre di Faro, mentre ieri al giorno pubblicamente si diceva che i Garibaldesi al n° di 4 battaglioni andavano ad imbarcarsi a Torre di Faro. Il tradimento della Marina è chiaro! Povero Re! Ieri si seppe che i telegrafi ad asta ed elettrico a Bagarosa erano stati rotti per cui senza corrispondenza con Napoli.-Verso le ore 9 a.m. per telegramma sappiamo che il telegrafo ad asta è stato rimesso, ma provvisoriamente con una sola asta.- Molte notizie contraddittorie si dicono per lo sbarco dell'oste nemico in Calabria, la maggio parte assicurano che parte di essi siano stati battuti, ma nulla di ufficiale si sa.

 

10 AGOSTO

Sono assicurato che ieri giunsero in Messina dei feriti provenienti dalla spedizione di Garibaldi nello sbarco in Calabria e tra questi un Uffiziale. Questo sbarco è stato eseguito tra Torre Cavallo e Scilla da circa 150 uomini arditi italiani vestiti da marinai inglesi, ma i paesani accortisi che erano armati e dell'Armata di Garibaldi li hanno scacciati uccidendone molti.- Lo sbarco intanto è stato eseguito, per quanto si rappresenta da un Uffiziale di Marina, al Pizzo e a Paola.- Siamo in attenzione di notizie circa il movimento che faranno le nostre truppe. Grazie alla nostra Marina!  I nostri legni da guerra, ancorché veggono questa gente armata, non possono fargli fuoco addosso perchè il mare ed il Faro, giusta le convenzioni, è libero per tutti; d'altronde il Piemonte non ci ha dichiarato guerra, nè alcuna altra nazione. In fine nella storia non si è letto un caso simile di guerra come quella che oggi da noi si fa. Noi siamo assediati nella Cittadella ed intanto i nostri Uffiziali, soldati e trabanti vanno in Città con ordine espresso di Garibaldi di usarci il massimo rispetto ed, in effetti, gli Uffiziali Piemontesi ci salutano col massimo piacere.- Se qualche nostro soldato riceve o ha ricevuto qualche insulto e dalla parte dei Siciliani, massime dal battaglione dei galeotti venuti da Palermo che usano maniere del loro genere. Abbiamo stabilito un Ospedale nella Cittadella, e propriamente al Lazzaretto, e da lì, col permesso del Comandante di Piazza di Garibaldi, ogni giorno parte una barca per Messina e fa tutte le spese per gli infermi dell'Ospedale di carne, polli e quanto può occorrere.- Ci si fa venire l'acqua dalla Città nelle nostre fontane, che nel 1848 ci tolsero. In fine, se un estero che non conoscesse la nostra posizione venisse in Messina e vedrebbe i nostri Uffiziali e soldati nei caffé e nelle botteghe dei negozianti conversare insieme con quei di Garibaldi, certamente si crederebbe che siamo tutti allo stesso servizio, nel mentre siamo nemici così decisi che sosteniamo questo punto (Cittadella), che se fusse da essi occupata deciderebbe definitivamente della sorte del Regno.- Son dispiaciuto non poter godere di simile spettacolo perchè Comandante della Cittadella mi crederei troppo esposto essendo troppo conosciuto dai demagoghi Messinesi fin dal 1848. Sono le 3 ½ p.m., si spediscono a Reggio trecentomila cartoni per i Cacciatori che vengon trasportati sul vapore "La Sirena". Sono le ore 5 ½ di notte, si sono tirati 4 colpi di cannone verso Torre di Faro; monto sulle batterie, ma nulla si conosce in tempo di notte. Suppongo i colpi partiti o da Torre Cavallo o da qualche nostro vapore.- Per telegramma si ordina da Napoli di subito far partire tutti i vapori di guerra e i vapori francesi noleggiati dal nostro Governo per Napoli, perchè, a quanto dicesi, per imbarcare 12mila uomini comandati dal Ministro di guerra per sbarcare in Calabria.-

 

11 AGOSTO

Da rapporto ricevuto da un Uffiziale di Marina si rileva che questa notte si è tentato dal nemico uno sbarco a Villa S.Giovanni (Calabria) e che giunto il vapore "Il Bove", a forza di colpi di cannone, lo ha impedito. Ci pervengono notizie da Reggio che molti Garibaldesi inseguiti dalla parte di S.Agata da un posto di 15 dei nostri Cacciatori del 1° battaglione ne hanno molti feriti e fatti prigionieri; altri pochi si sono dispersi nelle montagne. Se Garibaldi si trova ingannato nel credere che il partito insurrezionale di Calabria sia lo stesso che quello in Sicilia perderà tutto il suo prestigio, stante che le Calabrie, conoscendo la ruina prodotta in Sicilia, difficilmente tutti annuiranno l'annessione che lui crede potersi effettuare; per altro ha un gran partito a suo favore. I pochi dell'oste nemica dispersi nelle montagne difficilmente camperanno la vita.- Ho fatto stabilire una bettola nel Maschio della Cittadella da un congedato del 3° di Linea, il quale giornalmente si porta in Reggio col piccolo vapore "La Rondine".- che mantiene la nostra corrispondenza con terraferma – che nulla fa mancare di frutta, pane, vino, neve sapone, di quanto può occorrere o di quanto gli si può commissionare.- La truppa della guarnigione riceve la diaria e la forte razione di biscotto, prosciutto, formaggio, pasta, legumi, riso, legna, olio, sale – alternando giornalmente – e una mezza carafa di vino; ogni 3 giorni riceve pane fresco che si panizza nella Cittadella.- Secondo me nella nostra Real Marina vi è poco da fidare stante che, come può supporsi non in connivenza con Garibaldi se 5 o vapori in crociera sul litorale a mezzogiorno della Sicilia,armati a guerra, permettono sbarcare nell'Isola alla loro vista 800 uomini con Garibaldi, imbarcati su due legni mercantili?

Come non giudicare generale tradimento nell'intiero Corpo della Marina se il Comandante Anguissola della fregata a vapore "Il Veloce" si dà a Garibaldi e 5 vapori da guerra in crociera nel Faro, a vista loro, permettono eseguirsi lo sbarco dell'intiera forza di Garibaldi in Calabria? E, finalmente, come si allontana da noi la fregata "Il Borbone" per non più ritornare? -Povero Sovrano, da tutti vien tradito!

 

12 AGOSTO (dalla Cittadella)

Questa mattina fino alla punta di giorno vi è stato gran cannoneggiamento verso Torre del Faro e la spiaggia di Calabria. All'alba un vapore dell'orda nemica era avanti Torre di Faro, all'approssimarsi di nostri vapori si è accostato a terra (cosa curiosa, i nostri vapori non possono tirare se non al momento che sbarcano nella spiaggia di Calabria) .

Al dire degli Uffiziali di Marina, mola gente si osserva a Torre di Faro.- Questa mattina non vi è stata imbarcazione di viveri, come al solito, da Messina per Torre di Faro per i Garibaldiani.

Durante la notte, e mentre vi era fuoco di cannoni, gran traffico di carrozze, fra le quali una di posta proveniente dal Faro.- Verso le ore 6 a.m. una imbarcazione dell'orda nemica era per partire dal Faro, il nostro vapore "Il Fulminante" con due colpi di cannone l'ha impedito al che si sono ritirati. Sembra che gran sbarco non vi è potuto essere.- Sulla "Sirienne", vapore francese al nostro servizio, si sono imbarcati 400mila cartocci per Cacciatori e linea, oltre molti attrezzi e munizioni da guerra per l'artiglieria, Torre Cavallo e Alta Fiumara.- Sono pervenuti da Napoli sul vapore "L'Ercole" molti medicinali, sfile compresse per l'Ospedale formato nella Cittadella, e propriamente al Lazzaretto, nonchè 4mila mignatte e le tende per i nostri avamposti al bivacco. Si riceve rapporto dal Comandante l'Ospedale di Reggio circa la cura che si ha dei feriti dell'orda nemica, come pure la bella operazione fatta dal chirurgo operatore Capasso per la dislogazione di un braccio ad un piemontese ferito dai nostri Cacciatori.- Il telegrafo ad asta ed elettrico tra Palmi e Reggio fu tagliato il giorno 9, ma dopo poche ore fu di nuovo attivato.

Alcuni della truppa di Garibaldi trovansi nelle montagne dell'Aspromonte, ma in poco numero. Si lusingano di ingrossarsi con le masse Calabresi; lo sbarco in molto numero è stato impedito dai nostri legni ed in molti punti i paesani si sono a loro mostrati ostili abbenchè un partito per essi esiste.

Quest'oggi verso le ore 21 mi è stato rapportato dal Capitano di Gran Guardia che vicino al camposanto inglese fuori Terranieri vi esisteva un soldato dei Pionieri morto; ho subito spedito il Commessario del Re dei Pionieri ed il Capitano Aiutante Maggiore di Piazza ed il Commessario del Re di Guarnigione sopra luogo è si è verificato essere un cammorrista di detto Corpo ucciso da un altro dell'istessa infame setta, artigliere Vincenzo Sica, della 1ª Compagnia, il quale è stato subito posto in prigione perchè riconosciuto dalla sentinella al n°3 del bivacco e da tre testimoni.-

 

13 AGOSTO

Questa notte non vi è stato movimento alcuno al campo nemico (Torre di Faro). Verso le 6 a.m. dai porti di Calabria sono partiti pochi colpi di cannone.-Da Messina sono partiti i soliti viveri per per Torre di Faro al nemico.-Il Brigantino armato a guerra che ieri giunse al nemico rimorchiato dal vapore inglese si stente prossimo alla nostra banchina, tiene armato al suo pennone un paranco, quindi sembra che ha dovuto sbarcare grossi pezzi al campo nemico.-Il nemico ha ricevuto molti rinforzi di vapori, tra gli altri "Il Veloce", nostra fregata che il Comandante Anguissola, con infame tradimento, si diede al nemico, in conseguenza i nostri lancioni che si trovano sotto il posto Alta Fiumara (Calabria) per impedire lo sbarco si sono ritirati sotto la protezione del cannone della Cittadella, tra Porta di Grazia ed il Forte Lanterna: la ciurma di questi lancioni, dicono gli uffiziali di marina traditori.- Due dei nostri battaglioni sono piazzati militarmente per proteggere il Forte di Alta Fiumara; altre truppe e artiglieria si invia verso la parte ove sicuramente dovranno sbarcare; purché le popolazioni non sono ostili, il nemico non avrà vantaggio.- Partono per Napoli due nostri vapori "L'Ercole" e "L'Archimede", con essi si imbarcano gli Uffiziali sedentari della piazza di Messina che non ritengo utili per lo Stato Maggiore di questa Fortezza perchè troppo vecchi e acciaccati e che nelle presenti circostanze a nulla valgono. Essi sono i Maggiori Sebastiani, Valente e Casalin e l'Aiutante Maggiore Morfino.-

 

14 AGOSTO

Ieri sera da mezz'ora di notte fino alla mezzanotte vi fu un fuoco tra il Pizzo e Torre Cavallo ed al fuoco di grosse artiglierie, ogni dato tempo, si sentiva un colpo di piccolo calibro.-Dopo il fuco i nostri vapori passarono a covrire Reggio ove trovansi tuttora. I nostri vapori per equivoco si tirarono varii colpi tra loro, fortunatamente non si colpirono.- I vapori delle masse sono tuttora al medesimo sito e due, dei tre, sono con le macchine accese.-Il moto al Faro è lo stesso.-In questo momento che sono le 5 ½ a.m. è giunto un piccolo vapore selle suddette masse qui a Torre di Faro rimorchiando un brigantino.-I viveri di Messina pel campo nemico si sono imbarcati nella medesima quantità dei giorni scorsi ma ad ora più presto.-Verso la mezzanotte un nostro vapore ha condotto alle spalle della Cittadella 6 prigionieri, e cioè 5 piemontesi (Enrico Bonè, Carlo Freschini, Pasquale Calcano, Ulizze Mizerocchi, Biagio Bresciano) ed un calabrese (Vincenzo Squillace).- Le masse calabresi a noi contrarie sono comandate dal Cavalier Mellissoni, di Reggio, ricevitore. I suddetti prigionieri sono stati spediti dal Generale Melendez con ufficio di ieri stesso da Bagnara. Molto moto in Città la scorsa notte; questa mattina molto meno di ieri mattina.

Alle ore 8 a.m. di ieri giunse a Bagnara una nostra fregata a vapore na Napoli che sbarcò una grossa quantità di truppa; alle ore 4 p.m. ne giunse un'altra.-I prigionieri piemontese giunti ieri sera assicurano che 250 di loro sbarcarono nelle vicinanze di Bagnara ove rinvennero il Cavalier Mellissoni con circa 800 uomini di massa, i quali vedendosi battere vigorosamente dalla nostra truppa che ne faceva un macello, fu ordinata la ritirata, e che trovandosi essi di avamposto e lungi dagli altri, essendo stati circondati buttarono i fucili e si diedero prigionieri. Assicurano parimenti che il cosiddetto Colonnello Mellissoni è un uomo debole e niente atto per la guerra; ma quello che è più deplorabile – a loro dire – si è che il partito per essi è molto debole in Calabria, niente affatto come quello in Sicilia, e che le truppe Reali si battono con coraggio, cosa che in scritto hanno fatto conoscere a Garibaldi.- Si riceve per telegramma che questa notte una barca carica di armi diretta al nemico nelle vicinanze di Cannitello, contiguo a Villa S. Giovanni, della nostra artiglieria è stata mandata a picco; la barca veniva da Malta. Uomini ed armi sono colati tutti a fondo; altri legni sono stati predati dai nostri.- Verso le ore 2 ½ p.m. il Comandante della fregata francese "Descartes" che trovasi nel nostro porto è venuto a pervenirmi che domani alle ore 8 a.m., al levar del sole, avrebbero fatto la salva per un "gala" dell'Imperatore, pavesando la fregata: la nascita di Napoleone I.-Entrando in discorso col medesimo mi ha assicurato che Garibaldi, sull'ultimo legno a vapore sardo, si è imbarcato per Genova.

Questa mattina in Città un Capitano Piemontese-Sardo è stato ucciso dai Siciliani.

 

15 AGOSTO

Dal rapporto ricevuto dal Forte SS.Salvatore si rileva che una buona parte delle masse verso le ore 5 ½ a.m. si sono ritirate dal Faro abbenchè i consueti viveri sulle barche fussero partiti da Messina; nel ritirarsi le masse sono state seguite anche dalle loro ambulanze.-Il vapore grande e tre piroscafi ch'erano la Faro più non compariscono.-Le notizie che corrono per Messina sono che Garibaldi sia in Napoli per parlare con S.M. (D.G.) e che la truppa imbracatasi al Faro vada per tentare uno sbarco a Sorrento. Tutto ciò a verificarsi; certo è che molta truppa di Garibaldi dal Faro è rientrata in Città in dove sufficiente malcontento vi esiste.-Le masse sicule, massime quelle composte da migliaia di servi di pena, girano per tutti i paesi dell'Isola, imponendo tasse e balzelli forzosi, senza misericordia e chi non paga viene ucciso come Realista. Non può essere altrimenti non essendovi più giudici, gendarmeria, polizia e tribunali; Povero paese! Abbenchè gli autori di questa insurrezione troppo tardi si trovano pentiti del loro operato.

Oggi si è passata in ozio la giornata, mirandosi agli avamposti garibaldini e reali osservando curiose anomalie. Un trombettiere, un sergente ed un soldato del 3° di Linea si sono dati al nemico dagli avamposti; dei nostri soldati disertori, al servizio di Garibaldi col grado di caporale, hanno disertato e ritornati a noi, uno dei quali per mare nuotando per sfuggire la vigilanza dell'avamposto nemico, altro che, a suo dire, stamane, mentre faceva la spesa, è stato preso per forza e vestito con tunica bigia aol grado di caporale perchè pioniere, verso le ore 23, fuggendo gli vamposti, è ritornato con tunica, fiasca e... Sembra veramente la vera epoca dei pazzi! Alle ore 8 a.m., a mezzogiorno e all'occaso la fregata francese pavesando il legno ha fatto tre salve per la nascita di Napoleone I; gli altri legni da guerra piemontesi e inglesi che sono nel porto hanno fatto lo stesso.

La Cittadella ha inalberato la sola bandiera.-

 

16 AGOSTO

Questa mattina dietro avviso mi sono portato agli avamposti ed ho ricevuto il Comandante della fregata francese "Descartes" che veniva per ringraziare il Generale della compiacenza usata per permettere la salva nel porto per il "gala" dell'Imperatore Napoleone e di aver izzato la bandiera sulla Cittadella durante il giorno di ieri.

Lo stesso mi ha detto che Garibaldi aveva quasi rinunciato alla Calabria e la poca sua gente colà sbarcata era tutta perduta; che Garibaldi si era imbarcato per Genova, che aveva ritirato molte masse dal Faro perchè molto soffrivano al sole della presente ragione.-La fergata piemontese ch'era ancorato in centro all'antico Forte Real Basso, all'alba di questa mattina, ha fatto vela pel faro.-"Il Duca di Calabria", vapore delle masse, ieri sera ha dato fondo incontro al bastione Campana del Forte SS.Salvatore.

Molte truppe si sono ritirate dal Faro in Città; corrono voci che Garibaldi voglia diminuire le sue masse essendo esorbitante la forza che ha di 42mila uomini. Cosa da non credersi pel numero e per la diminuzione, ma queste sono le notizie che si propagano.

Verso le ore 2 di notte il vapore "La Sirena" è entrato nel porto ed ha sbarcato nella Cittadella con 9 prigionieri, dei quali 3 italiani, 4 calabresi ed un pioniere nostro disertore che facevano parte delle masse sbarcate in Calabria. Essi sono così denominati:

Piemontesi:Giovanni Scioscilli, Giovanni Milano, Felice Gennaro; Calabresi:Bruno Gramaglia, Giuseppe Lobrano, Francesco Balerò,D.Giuseppe Adiroldi; Pioniere: Antonio Sposato.

L'Uffiziale di Marina che li ha condotti ci da notizia che il vapore "Il Veloce" da noi disertato, con gente armata a bordo, si era portato a Castellammare per mettere fuoco al nostro vascello perchè conoscevasi da Garibaldi che non aveva munizioni a bordo, ma accostatosene il vascello "Il Castello" lo ha respinto a colpi di cannone e così si è allontanato. Mille voci di giubilo corrono per Messina che 6mila uomini con Garibaldi siano sbarcati a Sapri; cosa da non credersi perchè non ha legni da poter tanto eseguire, tanto più che le 130 piccole barche e 3 fellucini trovansi ancorate dietro il Faro, nè sono legni atti a simile viaggio.- Verso la mezzanotte si è chiamato all'arme; in un momento tutto il presidio era al suo posto e l'artiglieria ha caricato i pezzi a Lunetta Carolina, S.Teresa, Lunetta S.Francesco, e batteria S.Carlo. Mi sono portato subito ad aprire la porta falsabraga S.Carlo e porta Principale, alzare i ponti Martello, S.Teresa e Lunetta Carolina per situare il 3° di Linea nei differenti larghi e saettiere dei differenti siti. Il Generale Fergola si è situato sulla batteria S.Carlo; il fatto è stato il seguente: dalle ore 21 si è osservato dai nostri avamposti verso dei giardini detti le Muselle un battaglione formato in massa ove prima appena vi era qualche sentinella; più, nel battere le masse la ritirata con musica avanti il nostro bivacco, hanno gridato "Oggi è l'ultimo per voi" con mile improperi. Tutto ciò ha maggiormente allarmato i nostri coscritti, i quali hanno maggiormente aumentato la loro attenzione nel sentire da essi "Oggi è l'ultimo per voi". In effetti, dal trivio verso la Fiumara, alla sopraddetta mezzanotte, è partito un colpo di fucile contro una sentinella del bivacco, al che non è stato risposto, a ad altre 3 fucilate il nostro bivacco ha risposto. Ma essendosi tirato dai giardini circa 30 fucilate, i nostri benedetti coscritti hanno fatto fuco vivo ritirandosi. Male a proposito, la compagnia di diritta del bivacco dietro la palizzata, entrando per il cancello Pagliara, e quella di sinistra dietro la Caponiera che attacca a D.Blasco, facendo un fuoco che, ad onta delle trombe e la voce degli Uffiziali, non si vedeva cessare. Dalle masse si è tirato anche qualche colpo di boccaccio. Cessato il fuoco, le due compagnie del bivacco hanno ripreso la loro posizione; fortunatamente che l'artiglieria non ha fatto fuoco perchè se un cannone tirava tutti avrebbero tirato a chi sa che danno avrebbe sofferto la Città.- Ripresa la posizione i Garibaldini avevano anche essi abbandonato i loro posti di avanzata, e siccome era a supporsi che non per ordine era avvenuto quel fuoco, ma prodotto dalle insubordinate masse siciliane, si è spedito un coraggioso sergente del 3° di Linea e 3 soldati verso di loro per domandare spiegazione al posto S.Girolamo ove il Colonnello Italiano si lamentava del fuoco avvenuto e che tre dei loro erano stati gravemente feriti, uno dei quali era vicino a morire. Il sergente asserisce che molta confusione regnava fra quelle masse ma che tutti si ritiravano verso le 4 Fontane; da parte nostra nessuna ferita. È a idearsi la gran paura della Città temendo le bombe e granate della Cittadella. Domani si sortiranno le lagnanze dei Consoli e Garibaldini che sicuramente diranno che il fuoco è stato da noi provocato.

 

17 AGOSTO

Alle ore 9 a.m. sono stato avvertito che l'Aiutante di Campo del Generale Medici desiderava avere un abboccamento da parte del suo Generale; mi sono portato subito avanti il cordone delle sentinelle avanzate in dove ho rinvenuto il detto Capitano Aiutante di Campo D.Nicostrato Castellini il quale, con molte gentili espressioni, ha domandato per parte del suo Generale che comanda tutte le truppe in vece di Garibaldi di far retrocedere alquanto le nostre sentinelle avanzate onde non siano così vicino alle loro, per impedire che i pagani messinesi insultassero le nostre sentinelle, compromettendosi di far restare al sito convenuto le loro sentinelle avanzate. Credendo giuste quanto si chiedeva gli ho promesso che vi avrei fatto annuire sl Sig.Generale Comandante le truppe però a non retrocedere più che a 20 passi le nostre sentinelle purché però le di loro non avessero inoltrato di un passo dal sito convenuto.- Parlandogli del fuoco avvenuto questa notte col dirgli che le nostre sentinelle hanno tirato dopo che varii colpi gli sono stati tirati e che solo la loro massa è stata la prima di aggredire, con molte buone parole e decenza mi ha risposto:"Non parliamo di questo perchè il Generale Medici ne è convinto! Ma che volete, questi indisciplinati siciliani non si possono reprimere nè regolare per quanti ordini severi si possono dare".-Il detto Aiutante di Campo, per sommo favore, mi ha chiesto parlare ai prigionieri italiani; gli ho risposto che trovandosi la Fortezza in istato di assedio non potessi permettere, ancorchè bendato come lui stesso domandava, stante che dai nostri avamposti sino al Forte SS.Salvatore, ove i prigionieri sono custoditi, vi era più di un miglio; che, per altro, poteva essere sicuro che da essi nulla mancava avendo letti, forte razione di viveri e 12 grane al giorno e quanto può desiderarsi in una piazza assediata.- Dicesi che tra questi prigionieri guide dello Stato Maggiore di Garibaldi ci sia il nipote di Torlonia.

Ho spedito il Tenente Colonnello Valle, di Artiglieria, per far retrocedere di 20 passi le sentinelle e avvertire il Generale Medici del convenuto. Questa mattina il primo trabante che sortiva dagli avamposti gli è stato detto dall'Uffiziale di guardia piemontese:"Volete passare? Servitevi, ma vi consiglio di non entrare in Città perchè vi sono molte famiglie che piangono per i molti feriti di questa notte", per cui nemmeno il dispensiere del provvisorio ospedale ha fatto la spesa. Per altro i Calabresi cominciano a portarci viveri sbarcando dietro la Cittadella.- Corre voce sicura in Palermo, Monreale, Bagaria e altri paesi della Sicilia vi sia stata una reazione inalberando la bandiera borbonica; ciò è a verificarsi! Potrebbe, per altro, ciò avvenire perchè in tutta la Sicilia si vive nella perfetta anarchia, con bande armate che scorrono e devastano le campagne, imponendo balzelli e contribuzioni e senza commercio.- Sono giunti dalla Calabria 220 sacchi di farina per panizzarli nei forni di questa Cittadella; l'Uffiziale che li ha condotti da Reggio ci assicura che le masse unitesi con quelle di Garibaldi si sono tutte disciolte rimanendo i Garibaldini isolati sull'Aspromonte, circondati dai nostri battaglioni di Cacciatori e che andranno presto ad arrendersi per la fame essendo state prese le vaccine che dal partito gli si spedivano ed il pane che era nascosto sotto le salme dei carboni. Si ha prevenzione di molti prigionieri che devono riceversi nella Cittadella.

È giunto il vapore "La Sirena" e verso due ore di notte ha caricato dalla Cittadella 5 grandi casse di mitraglia e bombe per portarle al Forte di Alta Fiumara per rimpiazzare quelle tirate nell'ultimo attacco sostenuto contro le masse.- Questa mattina si sono esposti nelle pubbliche piazze di Messina 3 cadaveri uccisi la notte scorsa nell'attacco avuto, nonchè 5 feriti messinesi ed in ogni capo strada un sacerdote che li mostrava e con calorosa arringa incitava il popolo a prendere vendetta contro gli infami Regii che trovavansi nella Cittadella, essendo cosa santa vendicare quei martiri ch'erano morti per la libertà della patria.

Oltre a questi morti, altri pagani feriti portati all'ospedale civico, colà sono morti.

 

18 AGOSTO

Questa notte verso le ore 4 varii colpi di cannone si sono intesi nel Faro. Stamane il Generale Medici con la massima indifferenza diceva che "Il Veloce" andato a Castellammare per predare il nostro vascello era stato un affare sbagliato.

Il Comandante del vapore "La Sirena", avendo parlato col vapore francese "La Massajerie", proveniente da Marsiglia, lo ha assicurato che, per preciso ordine di Napoleone, Garibaldi deve ritirarsi dalla Sicilia. Certo è che questo intraprendente Generale non si sa precisamente ove trovarsi, stante che qui trovasi la maggior parte delle sue forze, comandate dal Generale Medici che fa dire che Garibaldi trovasi a Napoli, o Genova, o Salerno, Sapri; ogni giorno si fa dire un luogo differente da ieri. Stamane dal Governo del Dittatore si sono fatti fucilare 3 individui come ladri.

Vi sono affissi in Città che manifestano il licenziamento che fa il Generale Medici dai Messinesi, come pure altro manifesto che dice che resta a loro libertà ritirarsi alle loro famiglie tutti quelli che si sono assoldati nelle bande del Dittatore Garibaldi.

Verso 3 ore di notte di è chiamato all'arme dai nostri avamposti e quindi dalle sentinelle della Cittadella il cui presidio in un momento i è portato al suo posto. Essendo montato col Generale sulla batteria S.Carlo, abbiamo osservato che le fucilate erano in Città, certamente tra Siciliani e Italiani.-Le nostre sentinelle avanzate del bivacco, restano ai loro posti, hanno risposto alle fucilate tirate dai Messinesi dalla parte dei "Giardini".- Dopo replicati tiri in Città abbiamo inteso a voce chiara quantità di gente che gridavano "Viva il Re"; non sappiamo di preciso cosa sia avvenuto. Certo è che se partono gli Italiani da Messina, le bande sicule certamente metteranno a sacco la Città e col pretesto di vendicare i loro morti o feriti adoperano tutti i mezzi per incitare la truppa onde la Cittadella tiri sulla Città per così saccheggiarla, perchè le masse difficilmente si ritirano senza far bottino. Gli italiani, che usano molte buone maniere, sono molto malcontenti di loro.

Nessun Uffiziale o soldato si azzarda più andare in Città perchè sarebbe esposto ad essere assassinato dai siciliani a tradimento; la Città è nella anarchia, ognuno fa quel che vuole, la gente onesta trema, i demagoghi si pentono, le Chiese profanate, il commercio chiuso, soprusi senza misericordia, venditori che non smaltiscono, la miseria è estrema. Intanto i Calabresi ne profittano perchè quantità di barche vengon dalla Calabria la mattina, cariche di quanto può occorrere di frutta, pane, carne, vino, e quanto bisogna di tutto ci provvedono; non v'è dubbio un poco più caro, ma il soldato e l'Uffiziale che ha, oltre la doppia diaria, anche la razione viveri, poco gli importa di spendere.-

 

19 AGOSTO

Garibaldi ieri giunse al Faro, questa mattina si è portato in Messina ove ha tenuto conferenza col Comitato. Si spacciava che fusse andato a Genova, ma ora si suppone con certezze che era imbarcato sul "Veloce" per catturare a Castellammare il vascello "Il Monarca" col consenso di S.A.R. Don Luigi Conte di Aquila, zio di S.M., ed è perciò che la prefata A.R. Si è fatta subito partire per Londra.- Verso le ore 23 è venuto ai nostri avamposti il Console Piemontese; appena ne ho ricevuto l'avviso mi sono portato da lui per conoscere cosa chiedeva. Mi ha detto che il suo Generale era dispiaciutissimo dell'attacco della notte passata, ma che lui non poteva in nessun modo reprimere la canaglia siciliana, quasi tutti servi di pena, e che aveva ordinato stabilirsi un secondo cordone più in dentro della Città onde i siciliani non lo avessero oltrepassato, situandovi tutti gli italiani, ma mi pregava indurre il Generale di ritirare le due compagnie di avamposto verso gli spalti e la Caponeria della Fortezza; al che gli ho risposto che giammai avrei consigliato o annuito ciò che dal Generale Medici si proponeva, stante che essendo lui un vecchio militare ben comprendeva quale svantaggio sarebbe per noi perdere tutto il raggio di Terranova compreso nella convenzione. Per latro, poi, restringendo più indietro i posti avanzati non si potrebbe più guardare il sito più esposto da ove siamo sempre aggrediti dalla canaglia siciliana. Ma egli insisteva che saremmo stati autorizzati a tirare anche cannonate a chiunque avesse ardito oltrepassare i nostri avamposti; al che gli ho detto, che essendo noi truppa sommamente bene organizzata ci piace stare alla convenzione stabilita, ed allora la Cittadella tirerà il cannone quando ci si avvisa due giorni prima che la convenzione non ha più luogo.-Dopo di averlo persuaso gli ho domandato di Garibaldi ed avendomi detto che trovavasi al Faro e ch'era incomprensibile come

quest'uomo non trova mai riposo, che molto male agiato stava fra i soldati al Faro, al sole ardente di Leone, mi ha soggiunto che giornalmente 30 o 40 malati venivano dal Faro agli ospedali di Messina, specialmente quando si tirano fucilate perchè sempre

temono di essere bruciati da cannoni della Cittadella.- Quest'oggi sono giunte 400 cantaia di paglia per la truppa che dorme sulla nuda terra; più, dei 2500 materassini di lana spediti da Napoli, ne sono giunti 250 ed allorchè tutti prevengono si distribuiranno alla truppa per piazzarli sulla paglia: i rimanenti si sono sbarcati a Reggio.- È giunto altro convoglio di viveri che, giusta la convenzione che tutto ciò che trovasi nei due Forti Conzagra e Castellaccio, viene trasportato dai garibaldini avanti i nostri avamposti; di questi viveri non ne facciamo affatto uso, ma si ripongono nei grandi locali del Lazzaretto.

 

20 AGOSTO

Questa notte non vi è stata novità alcuna; i nostri avamposti non sono stati per nulla provocati. Le lezioni ricevute pare che abbiano persuaso i siciliani che i nostri soldati non tirano male.- Alla punta di giorno sono partite dalla punta di Faro 60 barche piccole cariche dell'orda nemica per tentare lo sbarco in qualche spiaggia di Calabria. I nostri lancioni li tengono a vista, come pure è partito un vapore; ma giusta la maledetta convenzione non possono aggredirle se non al momento che tentano sbarcare. Si spera che la nostra marineria (cioè Uffiziali) agiranno meglio dopo la scoperta del tradimento di S.A.R. Il Conre di Aquila, zio del Re.

Si è sparsa voce in Messina che 4mila esteri da Genova su vapori vadano a tentare uno sbarco dietro marina nella Calabria a noi rimpetto; forse perchè Garibaldi (per quanto dicesi) con essi imbarcato, si lusinga ancora di trovare riuniti i 30mila calabresi che i Comitati delle 3 Provincie gli avevano promesso. Potrà sbarcare, ma difficilmente rinvenire i 30mila! Questa mattina si sono disertati dalle bande di Garibaldi 3 dei nostri soldati che rimasero feriti nell'ospedale di Palermo ed obbligati a servire nel battaglione dell'Adige. Essi sono: Domenico Caione, del 2° Btg.Cacciatori; Giuseppe Campo, del 9° di Linea; Pasquale Caputo, del 13° di Linea. Questi mi assicurano della massima confusione che esiste tra le masse di Garibaldi, ricevono 4 grane e mezzo al giorno ma non sempre puntualmente pagati, un cattivissimo ordinario e chi non si trova presente ne perde il diritto, mal calzari, senza cappotti, i pantaloni a volontà, indossando una camicia rossa o una bigia di cattivissima roba o di lana, un piccolo kepì, fiasca di latta, sacco a pane, cinturone per la bajonetta. Vi è rispetto per i superiori ma non subordinazione.- Garibaldi con le sue masse imbarcate a Taormina su legni venuti da Genova con masse nuove ha effettuato lo sbarco dietro la marina non lungi da Reggio. Ha scritto all'Intendente che lui non voleva che si spargesse sangue essendo tutti fratelli italiani, ma che avesse fatto ritirare le truppe Regie prevenendolo che ad un'ora di notte sarebbe entrato in Reggio. Si è fatto notte ed il telegrafo non ha più parlato; infatti da Napoli si segnala che le truppe si battono a Reggio e se si può (e qui cessa il discorso del telegrafo ad asta perchè oscurata l'aria). Stante che da Napoli alle Calabrie ci esiste il telegrafo elettrico, ma dalla Calabria alla Cittadella solo quello ad asta.

Sospeso il discorso si è opinato che da Napoli si domandasse che si mandi soccorso a Reggio perchè puol darsi che quella poca guarnigione si fusse ritirata nel Forte. All'oggetto, riunito il Consiglio di Difesa ad ore 2 ½ di notte, composto dal Generale Fergola, io ed il Colonnello Cobianchi, abbiamo deciso che da questo presidio domani partissero 1.000 uomini composti di 300 per ogni Reggimento del 3°, 5° e 7° di Linea e 100 Pionieri comandati dal Colonnello Cobianchi che s'imbarcassero su due nostri vapori per soccorrere Reggio da eseguirsi domattina dopo dato ad ogni individuo due giorni di viveri a secco, cioè gallette, formaggio e vino.- Giunta tardi la nostra fregata a vapore "Il Fulminante", cioè dopo eseguito lo sbarco di Garibaldi, nel mentre l'ultimo vapore stava sbarcando, "Il Fulminante", a forza di granate, lo ha incendiato, e quindi avendo osservato in una casina a tiro molte persone, forse ove era il Comitato, gli ha tirato varie granate che sicuramente molte vittime avranno fatto. Verso un'ora di notte i nostri posti avanzati sono stati attaccati con poche fucilate; si è chiamato all'arme e subito il nostro presidio si è portato sulle batterie e ai posti assegnati. Il fuoco è durato circa mezz'ora, ma con nostra sorpresa abbiamo osservato che il fuoco è in Città: certamente hanno tirato fra loro.

Molte voci parimenti abbiamo intese in Messina e due fuochi di plotone. La vera anarchia è all'ordine: povera umanità! Le truppe si sono ritirate alle ore 4 di notte circa; un'ora dopo si è chiamato all'armi, di nuovo le truppe si sono portate ai loro posti rinforzando i posti avanzati. Ciò ha prodotto qualche disordine perchè giungendo queste al camino coperto hanno fatto fuoco da tutti i lati in modo che molte palle sono giunte fino alla fregata inglese che è nel porto. Il fuoco è stato vivo da parte di terra e da qualche piccolo legno da mare e con boccacci anche da qualche abitazione. Al far del giorno la truppa si è ritirata: abbiamo avuto qualche ferita.

 

21 AGOSTO

Questa mattina sono stato chiamato agli avamposti per essere stato avvertito che il Comandante della fregata inglese, accompagnato dal Console, desideravano parlare al Generale (essendo io il secondo sulla piazza sorto sempre a parlamentare). Uscito fuori la piazza il suddetto Comandante domandava soddisfazioni di essere stato offeso il padiglione delle "Regina d'Inghilterra" per aver il suo legno ricevuto l'insulto di 5 o 6 palle pervenute sullo stesso mentre era tranquillo nel porto e non situato verso la direzione da ove il fuoco nemico tirava verso noi.

L'ho in qualche maniera persuaso che i nostri soldati non hanno sicuramente ideato di offendere il padiglione inglese, ma per quelle circostanze facili ad accaderevi in tempo di attacco ha potuto avvenire un incidente; ma la prepotenza inglese, poco persuasa delle ragioni addotte, mi ha significato che avrebbe scritto all'Ambasciatore. Gli ho risposto:"Fate quel che credete!".

Circa un'ora dopo il Generale mi fa leggere un segno telegrafico spedito dal Generale Comandante in Reggio col quale lo premura di spedir subito forza per riprendere Reggio già invasa dal nemico; ho osservato al Generale essere cambiata la posizione e che i mille uomini pronti ad imbarcarsi per dare un soccorso non potevano essere sufficienti per riprendere una città occupata dal nemico e con molta simpatia degli abitanti e che perciò si fusse riunito il Consiglio di Difesa per sentire il loro parere. In effetti tutti sono stati del mio parere e non ha avuto più luogo l'imbarco dei 1.000 uomini.

Da questa mattina continuati colpi di cannone si sentono verso Reggio; lo sbarco eseguito ieri dietro marina con marcia forzata si è portato a Reggio ove le nostre truppe ritiratesi nel Castello non hanno fatto valida resistenza, come pure il nostro legno da guerra "Il Fulminante" ha tirato immense granate in Città. Molte barche siciliane hanno parimenti sbarcato truppa di Garibaldi in altri siti della Calabria vicini a Reggio; "il Fulminante" ne ha catturate una diecina ed in una di esse vi erano due Uffiziali di marina.- Verso le 5 p.m., nel mentre alcuni legni siciliani imbarcavano parte delle truppe di Garibaldi, dall'avamposto a Terranova si è chiamato all'arme; la fanteria regolarmente si è formata per portarsi ai loro posti, ma gli artiglieri e pionieri, nel portarsi in massa sulle lunette Carolina e S.Teresa, senza nessun ordine e in confusione, si sono posti a tirar cannonate senza misericordia, come parimenti ha praticato il Forte D.Blasco.

Questi diavoli di artiglieri hanno preso di mira la casa ove ieri si tiravano colpi di boccaccio, per cui una granata colà caduta l'ha incendiata.

Il nemico ha sofferto qualche perdita, massime alla parte dei "Giardini", perchè l'orda siciliana era ben sicuro che la Cittadella non poteva tirare se non dichiarata rotta la convenzione. L'affare è stato caldo e dispiacevole per noi che dobbiamo stare alla convenzione, ma i soldati che comprendono di ciò? Tanto più che i Capi di Corpo e Uffiziali deboli, che nessuna confidenza inspirano ai loro soldati, la disciplina rilasciata non può produrre che simili effetti.- Appena cessato il fuoco, comparisce una bandiera bianca agli avamposti con un trombettiere ed il Capitano Aiutante di Campo del Maggiore Generale Medici, secondo di Garibaldi.

Parimenti con altra bandiera bianca ed un trombettiere mi sono portato ad incontrarlo e mi ha detto che il suo Generale desiderava parlamentare, al che mi sono inoltrato verso il suo avamposto ed il Generale venendomi incontro mi ha detto: "Son sicuro che non superiormente è stato ordinato far fuoco di cannoni dalla Cittadella" – al che gli ho risposto che i superiori della Cittadella, fedeli osservatori della convenzione, non avrebbero mai ordinato tirar colpi di cannone se prima non avessero dichiarata rotta la tregua, ma chi i soldati, irritati dalle continue provocazioni dei suoi militi e dai tiri di boccaccio partiti dalle barche del porto ed altri insulti di parole che si fanno alle sentinelle avanzate, senza ordine alcuno, senza poterli frenare, si sono portati sulle batterie ed hanno tirato colpi di cannone; che se non si fusse giunto a tempo dai superiori avrebbero minata la Città. Al che mi ha risposto non essere gli italiani che commettono simili provocazioni, ma bensì gli infami e indisciplinati siciliani, quasi tutti sortiti dalle galere che in nessun modo possonsi reprimere o ridurre a disciplina e che egli

era persuaso che cotesta genìa giornalmente insultava, ma che lui era pienamente contento e soddisfatto nell'essere assicurato non essere stato dai superiori comandato che avesse agito il cannone. Replicai che se lui soffriva l'indisciplinatezza dei siciliani, noi avevamo l'inconveniente che i nostri giovani soldati, pieni di devozione ed attaccamento al Re, desiderano, per distinguersi, sparar sempre senza sapere quello che fanno; dopo vari discorsi mi disse: "Voi siete il Sig. De Martino, ho tanto piacere di conoscervi perchè siamo stati commilitoni al servizio dell'Impero Francese in Spagna, di cui pochi siamo rimasti".

Dopo qualche altro discorso, ci siamo congedati. Durante il nostro colloquio le sue truppe si imbarcano e nello stesso tempo si sentono molte fucilate in Città, forse tra le masse di Garibaldi e i siciliani.

Altra nota è stata spedita dal Comandante la fregata francese perchè alcune palle dei nostri soldati hanno offeso il suo legno, tenendoli perciò per un insulto alla bandiera francese; si risponderà categoricamente! La città di Reggio è in potere di Garibaldi, non però il Castello che trovasi in potere dei Regii; nulla sappiamo finora. Si sentono spesso colpi di cannone e fuochi di fucileria; si spera che le nostre colonne divise in varii punti verso Aspromonte, Bagnara, Alta Fiumara, si riuniscono per cacciare il nemico da Reggio, il quale ha già ricevuto immensi soccorsi dal Faro e da Messina.- Come ho convenuto col Generale Medici, i nostri avamposti che montano verso le ore 23 ½ si sono situati nel cammino coperto detto "Pagliara", Caponiera e fucilaria attaccata al Forte D.Blasco da restarvi durante la notte ed lla punta di giorno prenderanno il solito posto prescritto dalla convenzione, e ciò per evitare collisione ed evitare qualche colpo di boccaccio che perviene da finestre della Città; ad onta di ciò per ben due volte si è chiamato all'arme, di maniera che fino alle ore 6 ½ di notte si è stato sotto le armi. Alla seconda chiamata di all'arme si sono tirati due palle luminose per conoscere se il nemico trovavasi in agguato nel piano di Terranova.-

 

22 AGOSTO

Telegramma del Generale Briganti da Villa S.Giovanni alle ore 10 a.m. di oggi.- Dopo 12 ore di fuco, ieri, per non aver acqua nel porto di Reggio, con 800 individui assaliti da tutte le parti, sena aver aiuto anche dalla Squadra Napoletana in crociera, e per i molti feriti e morti, il Comandante le Armi di Reggio convenne fare la capitolazione col Generale Garibaldi. I soldati irruppero il fuoco senza sentire comando per attaccare le barricate. Non conosco le condizioni della capitolazione. Il Colonnello Duspet è stato ferito e sostenne l'attacco insieme al Generale Melendez nella Fortezza.- Per quanto si assicura, un nostro vapore ha sbarcato truppe tra Pellero e Reggio, truppe che se non hanno accordo con le altre di terra saranno schiacciate, stante che da ieri a oggi da Messina e dal Faro si sono imbarcati circa 8mila della bande di Garibaldi per sbarcare in Calabria.-Questa mattina di bel nuovo ho avuto abboccamento con il Console ed il Comandante delle fregata inglese per le forti pretenzioni che affaccia per alcune palle tirate dai nostri soldati e che giungendo al suo bordo hanno offeso il padiglione della "Regina Vittoria". Brutta cosa il pinolo avanti il Forte! Tutte le Potenze sono nostre amiche ed intanto tutti sono congiurati contro il nostro Sovrano e tutti, sotto varii pretesti, cercano sopraffarci sotto tutti i rapporti. Faccia Iddio e protegga la giusta causa! Un nostro vapore ha sbarcato nella Cittadella 24 prigionieri presi nelle vicinanze di Begnara. Sono:

 

D.Ascenzio L'Afazio, di Palermo – 2° Tenente;

D.Fortunato Buonocore, di Palermo, Tenente;

D.Luigi Barone, Sardo, Tenente;

Vincenzo Sansa, di Palermo;

D.Pietro Bugamino, di Palermo, commerciante;

Domenico Lodicaro, di Genova;

Cristofaro Geballo, di Genova;

Luigi Granato, di Genova;

Giuseppe Bellino, di Genova;

Alessandro Vevilacqua, di Ancona;

Demetrio Conte, di Ancona;

Felice Novello, di Ancona;

Biagio De Minoiaviche, di Ragusa

Mariano Papa, di Cefalù; rimasto a bordo perchè ferito.

Lorenzo Marchese, di Palermo;

D.Antonio Viola, di Palermo, Guardiamarina;

D.Achille Piraina, di Palermo, Guardiamarina;

D.Giorgio Moscardò, di Rovigno, Tenente;

Giuseppe Albano, di Palermo, Tenente;

D.Pietro Ravello, di Genova, Tenente;

Filippo Duliò, di Palermo, Guardiamarina;

D.Nicola Zilinch, di Corfù, Capitano;

Nicola Gioacchino, di Genova.

 

In tutto: 12 Ufficiali e 12 marinai; i primi ricevono 4 carlini al giorno e la razione ed i secondi 12 grana al giorno e la razione come la truppa. Oggi ha traversato il Faro la nostra nuova fregata a vapore "Borbone"; nel passare per Torre di Faro ha ricevuto varii colpi da cannone senza essere offesa, al che ha risposto con più fiaconate. Grande quantità di legni vi è nel Faro, tra i nostri vapori e quelli delle bande. Molti colpi di cannone si sentono,ma nulla di positivo sappiamo. Certo si è che Reggio col Castello è in mano del nemico. Le nostra perdita è significante di artiglieria, munizioni, batterie di montagna e quanto può contenere una piazza approvisionata.

Intanto Garibaldi prende piede in Calabria con la simpatia del popolo.

 

23 AGOSTO

Per telegramma sappiamo che al Campo del Piale trovansi riunite tre Brigate: cioè quella del Generale Melendez e Briganti e del Colonnello Ruiz. Telegramma del Generale Melendez dal Piale diretto al Ministro della Guerra, al Generale Vial, in Scilla, e, per intelligenza, alla Cittadella: "il nemico essendo stato respinto ha domandato una tregua; ho creduto regolare con un uffiziale mandarlo dal Generale in Capo Vial per sentire ciò che decide non essendo stata da me accordata." La bella fregata "Borbone" nel venire nel Faro, alla punta del Faro ove li nemico ci tiene forte batteria, ha ricevuto dei colpi di cannone. La fregata in un istante ha tirato varie fianconate che con piacere, abbiamo osservato dai nostri baluardi della Cittadella, la detta batteria ha molto sofferto.

Un vapore carico di truppe di Garibaldi è rientrato nel porto perchè i nostri vapori lo inseguivano per fargli fuoco; altro vapore anche carico di Garibaldini sta nel porto senza permettersi di uscirne per timore della nostra fregata che non lo mandi a picco.

Per effetto della convenzione il porto è libero per tutti, e libero il commercio del Faro e del mare, di rispettarsi le due bandiere. Ciò fa si che essendo il porto attaccato alla Città e questa essendo in potere del nemico, questi ha il diritto di restarvi, imbarcare, e sbarcare le sue truppe, abbenchè il porto intero è sotto il dominio del cannone della Cittadella. In modo che questi due legni potrebbero essere mandati a picco dai nostri cannoni; ma ciò osta ai patti, in modo che anche il vapore "Il Veloce", da noi disertato, trovasi nel porto. Or siccome il nemico ha fatto fuoco sui nostri vapori dalla punta di Faro, i nostri vapori credono giusto che sortiti i legni nemici dal porto possono contro di essi agire, meno che questi di notte non ingannino la nostra crociera, difficilmente potranno dar soccorso alle di loro masse sbarcate in Calabria.- Corre voce molto assicurata che nel Trattato di Villafranca fu stabilito che se Garibaldi avesse posto piede nel continente s'intendeva dichiarata la guerra al Piemonte dall'Austria e che questa nota, dopo essere stata notificata al Piemonte, i Tedeschi marciavano verso il Piemonte. Speriamo si verifichi. Le notizie in tempo di guerra sono sempre dubbie; per me non ci credo: l'Austria non è in felice posizione! Questa mattina nel portarsi alcuni nostri Ufficiali Superiori in Messina per ottenere un permesso di poter fare acquisti di oggetti e viveri per i prigionieri che abbiamo nella Cittadella e nel Forte SS.Salvatore, il Generale Medici (garibaldino) lodava moltissimo la poca guarnigione di Reggio che si era battuta con 6mila di loro, nel mentre i nostri non erano che circa 700 del 14° di Linea, ma sopraffatti dal numero, dalle masse e dalla Città, hanno dovuto capitolare. Corre voce affermativa che il buon Colonnello Duspet del detto Reggimento sia morto pugnalato dai propri parenti, stante che essendo egli proprietario in Reggio, forte lite aveva con essi, dediti al partito di Garibaldi a cui avevano fatto trovare pronte masse a proprie spese.- È quasi mezzanotte, monto sulla cinta principale della parte del Faro ed osservo con sorpresa che i nostri vapori abbandonano il Canale e si dirigono verso Taormina lasciando libero la spiaggia di Garibaldini che liberamente sortendo dal porto possono sbarcare in Calabria. Dal movimento che si osserva nel porto pare che bastimenti nemici ne sortono; mi auguro mi sia ingannato! A giorno chiaro tutto si saprà.

 

24 AGOSTO

Disgraziatamente si è verificato quanto questa notte ho sospettato, stante che il nostro telegrafo della Cittadella fa conoscere che da Torre Cavallo, Punta del Pizzo e Petrella non corrispondono affatto ai nostri segnali sicuro segno che questi punti sono stati occupati dal nemico.- Dal bollettino stampato in Messina il Dittatore Garibaldi scrive al Generale Ristori, suo Luogotenente, che le due Brigate Melendez e Briganti, che erano in posizione al piano Piale, si sono rese a discrezione con l'artiglieria e tutte le armi.-Iddio sa come sarà avvenuto! Nessun dettaglio, però abbiamo, nessuna corrispondenza oltre al telegrafo, giacché, essendo rotti tutti i telegrafi che comunicavano con la Cittadella, ed essendo lo Stretto dell'entrata del Faro occupato dal nemico, sia dalla parte dalla Sicilia che dalla Calabria, nessun vapore potrà venire da Napoli, a noi. Siamo rimasti isolati!  Illuminazione a giorno per tutta la Città per la vittoria riportata da Garibaldi in Calabria e per l'occupazione dei Forti di Alta Fiumara, Torre Cavallo e Scilla. Cosa vuol dire un popolo disgustato il di cui Sovrano non ha saputo acquistarsi il suo amore e la sua simpatia! Napoli ricevè dalla Provvidenza un Re religioso e di buon cuore, come tutti i Borboni, ma guasto il suo cuore dalla adulazione e dalla finta venerazione di uomini che lo circondavano, di poca esperienza, di niuna educazione militare, bisognosi, senza idee di grandezza o di nobiltà, circoscritti nelle loro idee. Ecco tutto lo Stato Maggiore che da mattina a sera circondavano il volontario prigioniero di Gaeta, che poco o nulla lo avvertivano delle ingiustizie che si commettevano dai Magistrati e Intendenti delle

povere provincie dilaniate da tutti gli amministratori. Aggiungi a questo l'avarizia, l'ammassar tesori senza misericordia.

Tre leve in un anno; un milione e mezzo insaccato per cambi, altra leva per rimpiazzare questi, la poca cura presa di ascoltar reclami per la stazione di Gaeta ecc. ecc.  Tutte queste cose avendo prodotto un generale disgusto al popolo che la sa molto lunga, perchè lo sviluppo troppo precoce gli ha fatto conoscere la sua forza, ha fatto in modo che Garibaldi ha trovato il gran partito nel Regno dando promesse e speranza di miglior governo. Ecco perchè lo giudico non effetto di tradimento i due Generali Melendez e Briganti per essersi resi a discrezione (come si dice) ma piuttosto che trovandosi in posizione con le di loro brigate ancorchè vantaggiose, se altre due Provincie che avevano alle spalle fussero insorte e attaccati alle spalle e con Garibaldi di fronte, sicuramente non potevano tentare un attacco deciso stante che con le popolazioni contrarie nessun mezzo di sussistenza o di risorsa avrebbero avuto e che perciò sarà loro convenuto di arrendersi.-Chi non ha esperienza di simili guerre, mal può giudicare.- In Ispagna, il Generale Dupont, nelle pianure di Bayleon, dovette arrendersi, con un Corpo di Esercito Francese di 18mila uomini, alle masse che da per tutto lo circondavano facendogli mancare ogni mezzo di sussistenza.

Questa mattina, abbenchè il Generale Medici avesse assicurato al Tenente Colonnello Vallo che aravamo liberi tutti gli individui del presidio della Cittadella di andare in Messina per provvederci di quanto ci bisogna, pure degli incaricati della spesa dell'Ospedale, ancorchè accompagnati da un Ufficiale Piemontese, hanno ricevuto mille insulti dai Messinesi.-

 

25 AGOSTO

Questa mattina siamo stati tranquilli, nè gli avamposti sono stati attaccati. L'esultanza del popolo è immensa per le conquiste di Garibaldi in Calabria; gran passeggiata in Città per godersi dell'illuminazione spontanea fatta in onore del Dittatore.- Siamo in attenzione di qualche vapore francese noleggiato dal nostro Governo perchè i nostri legni non più possono entrare nel Faro per essere occupati dal nemico i Forti delle due spiaggie con i corrispondenti Forti, cioè: Alta Fiumara, Torre Cavallo e Scilla.- Siamo avvertiti che a Reggio vi sono circa 80 tra sottoufficiali e soldati forse della guarnigione che capitolò con Garibaldi, i quali o non hanno mezzi o perchè non hanno voluto prendere servizio con lo stesso, desiderano portarsi in Napoli. Si è spedito il vapore francese noleggiato dal nostro Governo per imbarcarli e condurli a Napoli "por lo mismo mileche de jerro a ido a Napoles".- Molti vapori francesi sono noleggiati dal nostro Governo, come il "Pitias", molto grande, il "Sirienne", il "Carlo Martello" ed altri, perchè sotto la bandiera francese possono tenersi attivata da per tutto la nostra corrispondenza e quanto ci bisogna.- Mentre scrivo, due scosse di terremoto ondulatori si succedono di pochissima durata; sono le ore 11 ed un quarto d'Italia. Mi auguro che non vi sia replica, abbenchè i terremoti politici poco ci fanno calcolare i terremoti naturali!

Il Generale Medici domandava un abboccamento col nostro Generale Fergola; riunito il Consiglio di Difesa, si è deciso non convenire e, pertanto, si è risposto negativamente.- Verso le ore 22 il nostro avamposto è stato attaccato con colpi di fucile e boccacci Messinesi; i nostri hanno risposto. I Piemontesi si scusano sempre dicendo che le squadre siciliane non possono reprimersi.- Messina e Reggio sono festosamente illuminate per le vittorie di Garibaldi riportate in Calabria.

È entrato nel porto un vascello ed una fregata francesi.

 

26 AGOSTO

Riceviamo notizia che Garibaldi con le sue masse sia entrato in Monteleone con generale acclamazione e che le Calabrie siano nel perfetto senso della Sicilia.-Viene di entrare nel porto (ore 9 a.m.) un vascello ed una fregata inglesi.-Dal nostro telegrafo della Cittadella si scovre che il telegrafo di Collina Petrella, che pria segnalava a noi, or si corrisponde a Bagnara ove trovansi le truppe di Garibaldi che s'inoltra più avanti. Il Capitano Palladino aggiunto al mio Stato Maggiore si è portato sulla fregata Sarda per riceversi una lettera di riscontro ad altra del Generale, e siccome era stata inviata al Console per farla giungere nella Cittadella, si è mandata a prenderla. In attesa, dal Comandante la fregata è stato invitato a pranzo ove molto gentilmente è stato trattato, non tralasciando fargli comprendere i torti del nostro Governo nel non aver voluto accettare un ultimatum che propose il Piemonte e non aversi voluto dividere da Casa d'Austria che forma la sua rovina con essersi sempre negato di accordare qualche cosa ai propri sudditi. Il Capitano saviamente che essendo militare non conosceva nè entrava in simili materie.-

 

27 AGOSTO

Questa notte verso le ore 7 italiane dai "Giardini" è stato tirato dalle messe siciliane un colpo di boccaccio, e siccome i nostri giovani soldati dei posti avanzati hanno cominciato a persuadersi che non bisogna tirare se non quando si vede a tiro il nemico, per nulla hanno risposto, stante che i siciliani in altro modo non appaiano se non da dietro i muri o da dietro a qualche grosso albero, oppure a tradimento.- Dal giorno 24 che la Provincia di Reggio è stata occupata da Garibaldi e dalle masse calabresi. Cominciamo a soffrire le pene dell'assedio stante che da Calabria non più vengono barche che nulla ci facevano desiderare. Ora siamo alla generosità degli italiani (che non credo andrà a lungo), i quali con tutta gentilezza ci invitano andare in Città a comprare quel che ci bisogna; ciò però non basta per evitare le insolenze dei siciliani a cui si viene esposti, per cui pochi imprudenti si azzardano entrare in Città, contentandoci della razione che abbiamo interpellatamente di presciutto, formaggio, pesta, legumi, riso, vino e due volte la settimana pane fresco e carne fino a che finiscono 30 vaccine che abbiamo.-Quanto è duro il presente stato per la maggior parte dei nostri Uffiziali, non avvezzi alle sofferenze e privazioni che offre la guerra.- I due Generali dell'orda nemica sono partiti per la Calabria, cioè Medici e Ristori; è rimasto in Messina il solo Generale Fabrizio, barone siciliano. Ieri il Dittatore Garibaldi scrisse al suo Generale in Messina: "La nostra marcia nella Calabria è un trionfo. Le truppe Regie si sbandano e le popolazioni sono frenetiche ed entusiaste". Ciò fu subito messo in stampa che ne ricevemmo copia.- Uno dei nostri brigantini carichi di paglia con antecedente avviso attendevamo da Napoli per la giacitura dei soldati, alla punta del Faro è stato catturato dai Garibaldini. Essendo stato da noi veduto scaricarsi alla Marina di Messina, si è scritto al Governatore che ciò ostava allo art.6 della convenzione. Ci è stato risposto dover ciò dipendere da qualche equivoco e che andava a dilucidarsi.- Alle ore 11 a.m. ci è stata tolta l'acqua da tutte le fontane della Cittadella: ho fatto subito aprire le riserve d'acqua, supponendo, come è avvenuto qualche volta anche nello stato normale, che l'acqua per intrigo dei giardinieri per qualche ora non veniva dalla Fortezza.

Abbiamo atteso fino alle ore 23 in cui si è fatto tanto conoscere al Comandante di Piazza il quale ha risposto che subito avrebbe dato ordine che ci fusse restituita l'acqua.

È cosa per me troppo dolorosa l'aprire le riserve d'acqua, unico mezzo per far arrendere una Fortezza prima del tempo. Siamo 5mila circa cui bisogna acqua e se il tempo non è piovoso l'acqua presto potrebbe terminare. Abbiamo tre pozzi artesiani, ma questi poca acqua scaturiscono e per nulla sufficienti per 5mila persone! Attendiamo domani se il nemico attende a quanto ha promesso che  sarebbe nei patti della convenzione, a meno che non intenda violarla .

Posta da Napoli non più ne riceviamo, i nostri vapori nel porto più non ne vengono, abbenchè i vapori francesi dal Governo noleggiati potrebbero entrare nel porto e conferire con noi, pure da Napoli non se ne invia alcuno. Siamo isolati e privi di tutte le notizie a meno di quelle che il nemico ci vuole far conoscere; in questo stato deplorabile di conoscenza di ciò che si fa nella Capitale e dal Governo attendiamo fino a che non abbiamo viveri o istruzioni che ci sarebbero purtroppo necessari.- Tra i prigionieri inviatici dal Generale Melendez da Bagnara il giorno 16 corr. vi era un calabrese, Giuseppe Adiroldi, che dal detto Generale si scrisse di tenerlo sotto stretta sorveglianza, per cui si strinse in una prigione seprata al Forte SS.Salvatore; essendoglisi rinvenuti 47 napoleoni in oro e 6 piastre glieli feci togliere consegnandoli alla Cassa di Campagna da poterne fare uso a seconda i suoi bisogni permessi ai prigionieri. Or siccome il detto calabrese ha saputo che i garibaldini prigionieri, perchè Guide dello Stato Maggiore di Garibaldi, sono trattati con qualche distinzione, domandò unirsi a questi perchè avevano dei materazzini e stavano con più libertà nel Forte; ebbe una negativa. A ciò ieri inoltrò domanda di parlare col Generale Comandante, al che fu risposto che avesse conferito col Maggiore Vacca, Comandante il Forte che avrebbe rappresentato. In effetti ha confessato aver mentito il suo nome e condizione e di essere egli un Cappucino Sacerdote di Messa, di chiamarsi Padre Samuele di Cardinale ed al presente Cappellano Maggiore del Battaglione "Stocchi" delle masse di Garibaldi. Egli era al convento di Nicastro. Gli è stato dato un materazzino d'ospedale, ma restando in quella prigione.

Lo stesso ha detto che mentì il suo nome perchè aveva seco una balice piena di cartocci e di revolveri che suppone essersi perduta. Ha detto pure ch'egli partì da Nicastro per avvertire il Comitato di Palermo che il Comitato di Nicastro teneva pronti 20mila uomini armati che sarebbero insorti appena Garibaldi sarebbe sbarcato in Calabria.-

 

28 AGOSTO

Stamane alle ore 11 a.m. è venuta l'acqua nelle nostre fontane della Cittadella che non ci fu tolta dal nemico bensì dal monopolio dei fontanieri che la vendono ai giardinieri degli agrumi.-La giornata si è passata tranquillamente sempre però con infauste notizie che ci pervengono (sebbene da Messina) pel trionfo di Garibaldi in Calabria e per la simpatia che inspira alle popolazioni.- Nessuna notizia riceviamo da Napoli; siamo del tutto isolati. Molti dei nostri vanno in Città sotto aspetto di comprar viveri agli infermi del nostro Ospedale o per i prigionieri e piuttosto gentilezze ricevono dagli Italiani, non però dai siciliani a cui si è sempre esposti a qualche insulto.- Ieri sera nel voler riunire i primi prigionieri Guide dello Stato Maggiore con i secondi quasi tutti di marina, i primi mi pregarono di non farl eseguire ancorchè sarebbero stati meglio. Domandatane la causa mi risposero ch'essi erano Lombardi e quelli Piemontesi; lo accordai. Ma intanto osservo la perfetta antipatia che esiste tra Lombardi e Piemontesi, che se tutti gli Stati Italiani hanno simile simpatia fra loro non saprei se l'unità d'italia o la fratellanza che dobbiamo avere possa essere favorevole a tale unità o annessione generale di tutti gli Stati, stante che nei

miei viaggi in Italia in diverse epoche ho osservato sempre una naturale antipatia tra Romani e Toscani, tra questi e i Lombardi e tra questi e i Piemontesi ed, infine, quella naturale antipatia che suole esistere tra Stati limitrofi come la Francia ed Inghilterra, che la politica di Stato e gli interessi di commercio li mantengono uniti ma sempre minacciosi fra loro.-

 

29 AGOSTO

Questa sera è entrato nel porto un grosso vapore carico di feriti delle masse di Garibaldi; detto vapore dopo aver sbarcato i feriti ha requisito tutte le barche piccole e peschereccie che hanno imbarcato truppe per sbarcarle a Reggio. Supponiamo che forte azione vi sia stata con le nostre truppe verso Monteleone e che le truppe di Garibaldi che trovavansi a Reggio siano con sollecitudine marciate a quella volta e rimpiazzate da quelle partite da Messina.- Al ritorno di dette barche ci hanno provveduto di quanto può desiderarsi di vitella, pesce, grande abbondanza di frutti, neve ecc.; abbenchè il Generale Fabrizio avesse ordinato che le barche di Messina andassero al Lazzaretto ove è il nostro ospedale ed anche i prigionieri a vendere quanto bisogna, come pure al Forte SS.Salvatore, dando ordine severo ai Messinesi di rispettare e non insultare qualunque individuo che dalla Cittadella si porta in Messina per comprare quanto ci bisogna.

Il Generale Fabrizio fa grande premura per il cambio dei prigionieri, ma gli si è risposto che avendone chiesta l'autorizzazione del Ministro di Guerra, non si può per ora eseguire, stante che siamo senza comunicazione con la Capitale e no si conosce se il detto Ministro lo approvi. Tra i prigionieri vi sono 7 Uffiziali di Marina e molti marinai che suppongo fanno ad essi molto bisogno.- Sono le ore 12 ½: il Console Sardo è annunziato agli avamposti; egli desidera parlare al Generale. Dopo le cerimonie di uso gli dico: "cosa avete a dire al Sig. Generale, il quale manda me come secondo nel Comando di questi Baluardi" – "Ma io ho preciso bisogno di parlare col Generale" – Io rispondo: "Non può essere; quello che dovete a lui dire nel dirlo a me sarà fedelmente rapportato"-Finalmente persuaso, mi ha detto: "Leggete questo bullettino di Napoli ove vi è anche una lettera di D.Leopoldo a suo nipote Francesco II ove si osservano le vittorie di Garibaldi ed il consiglio dello zio D.Leopoldo al nipote Francesco II che lo consiglia di sciogliere il popolo dal giuramento e partire da Napoli" – "Mio caro Console, questo bullettino l'ho letto prima di Voi e ne resto inteso se non avete altro da dirmi!" -"Ho alcune lettere venute da Napoli con la messaggeria del Tenente Colonnello De Nunzio del Genio e altri" – "Ebbene datele pure a me che saranno fedelmente consegnate". Dopo di ciò, mi ha replicato: "Avrei sommo interesse di parlare al Generale anche per il bene di tutto il presidio della Cittadella per intavolare un trattato senza avere effetto per ora perchè la guarnigione potrebbe godere di quei vantaggi che più tardi non gli sarebbero concessi" – "Signor Console" – gli ho risposto – "Questo è un caso impossibile perchè ad onta che il Generale annuisce a stabilire un trattato (lo che non credo) bisogna vedere se il Consiglio di Difesa vi annuirebbe perchè essendo io il secondo nel Comando sarei sempre di contrario avviso, tanto più che Lei non ha un mandato ufficiale, nè nella Cittadella vi sono uomini di tanta poca esperienza che non conoscono che gli affari di guerra sono sempre dubbi. D'altronde questa Fortezza ci è stata consegnata da un legittimo Sovrano e si difenderà fino all'ultimo sangue e fino a che Lui stesso o altro legittimo Governo qualunque gli succeda non dia ordine di fare quello che sarà per comandare, staremo sempre fermi nella nostra difesa!" Un parlare così sostenuto ha un poco paralizzato il Console il quale ha replicato che lui agiva per il bene della guarnigione, perchè inoltrandosi più le vittorie di Garibaldi la guarnigione della Cittadella avrebbe avuto delle dure condizioni, come il licenziamento di tutti gli Uffiziali; al che ho risposto che questi andrebbero sempre superbi di essersi comportati da uomini d'onore. Mi ha detto anche che la Città di Messina non temeva affatto la Cittadella; gli ho risposto che in ciò vi era un errore perchè in caso di estremo bisogno la Cittadella si avrebbe fatto provvedere dalla Città a forza di bombe. Egli ha replicato: "Venendo una grande forza dal mare e attaccati da terra come farete?" -Gli ho risposto che essendo io l'effettivo Comandante della Cittadella negli ultimi estremi, avendo le chiavi di tremila cantaia di polvere li darei a fuoco per così non esistere più nè Cittadella, Messina, Borbone o Garibaldi, restando nel fermo proposito che senza ordine di un legittimo Governo, qualunque esso sia, nessun trattato potrà farsi, che lo ringraziavo, per altro, della sua filantropia usata verso la guarnigione e che non avevamo tanto piacere di parlamentare potendo scrivere tanto lui che il Generale Comandante le truppe in Messina che si sarebbe puntualmente risposto.- Puntualmente mi ha risposto che lui sempre conferiva col Maresciallo Clary; gli ho risposto che forse le circostanze erano diverse e che se aveva comandi a darmi gli auguravo buon appetito.

In tal modo è terminato l'abboccamento. Questo Console vorrebbe acquistare un merito con Garibaldi con convenire un trattato di resa con la Cittadella, senza avvedersi che ha da fare con gente d'onore e vecchi soldati!

Verso le ore 22 un telegramma di Garibaldi a Messina ordina che tutti i legni da trasporto e i tre vapori si portassero subito a Pizzo. Non sappiamo che operazione debbono fare, se avanzando o per retrocedere. Certo è che moltissimi feriti sono venuti in Messina e a Reggio. In Messina vi sono rimaste poche truppe di Garibaldi. Il Sig. Prat, Uffiziale di piazza al nostro servizio, essendosi incontrato col Console Sardo gli ha detto essere io "uomo poco concilievole e pare stia sempre con la miccia accesa in mano" e che non così era il Maresciallo Clary. Ciò è dipeso per avergli parlato con quella fermezza e contegno di un vecchio ed onorato soldato che non si fa imporre da chicchessia per critiche che siano le circostanze. Non avvezzo a sentir parlare in simil modo, ha cambiato linguaggio ed ha detto al cennato Uffiziale di aver io minacciato financo di far fuoco in caso estremo alla cantaia di polveri che sono nelle riserve. L'Uffiziale gli ha risposto: "Se ve lo ha promesso, siate sicuro che attenderà alle sue parole".-

 

30 AGOSTO

Questa notte alle ore 6 sono stato personalmente a far aprire e calare i ponti di Porta di Grazia dalla parte di Mare grosso da ove è passato un vapore francese e per un marinaio ci ha fatto passare alcuni plichi e poche lettere particolari. Le lettere ministeriali di 10 giorni fa non contengono che rimpiazzo di Uffiziali di artiglieria, di proporre che tabacco si potrebbe somministrare alla truppa e cose che a nulla riguardano la nostra presente posizione, molto differente di 10 giorni dietro.- Il detto vapore si suppone essersi diretto per Siracusa.- Da sicura notizia scritta da Reggio ci si assicura che il Generale D.Filomeno Briganti, nello sbandamento dei soldati a Scilla, fusse stato trucidato dagli stessi soldati ed il figlio, Capitano di Artiglieria, si fusse ucciso con un colpo di pistola.- Si suppone che a Scilla il Generale avesse dato tavola agli Uffiziali di Garibaldi e che i soldati credendosi traditi come a Palermo, dopo averlo trucidato, si sbandarono. Che cosa triste per un Generale l'aver poca esperienza e poca conoscenza degli uomini che comanda.- Quest'oggi verso le ore 23 sono stati tirati da mare due colpi di fucile verso i nostri avamposti a Terranova. Dai nostri molini si macina il grano dai nostri soldati e si panizza tutte le volte che la truppa riceve il pane in vece di gallette; circa 4.800 razioni al giorno. Siamo all'oscuro di tutto; nulla sappiamo. Da Napoli nessun vapore. Abbiamo per ora abbondanza di tutto che ci s'invia dalla Città facendosi dal nemico pervenire al Lazzaretto e SS.Salvatore quantità di barche cariche di quanto può desiderarsi, come pure gran quantità di soldati si portano a spendere in Città tranquillamente. Ciò è per ora; non sappiamo se andrà a lungo. Suppongo, per altro, che ciò sia per far vivere anche la popolazione onde smaltisca i suoi generi stante che i nostri soldati spendono generosamente perchè oltre una forte razione ed il vino ricevono 16 grane al giorno e doppia diaria. Cosa graziosa l'osservare in una vasta ed estesa fortificazione come questa composta di tanti baluardi, lunette, forti staccati a considerevole distanza come il Forte Lanterna, SS.Salvatore, il Forte D.Blasco intersecati da estesa pianura con comunicazioni di Caponiere, un vasto Lazzaretto, da per tutto cannoni e materiale da guerra e circa 4.800 uomini che ad ogni momento sono pronti a battersi ed esporre la loro vita, che cantano, gozzovigliano e fanno il loro servizio dormendo a terra e sempre vestiti da più di cinque mesi. Nella lunga estensione della Fortezza si osservano quantità di speculatori soldati (per lo più pionieri ed artiglieri) che dalle barche o dai giardini comprano all'ingrosso frutti, pomidoro, melloni, vaccina, pani, sigari e vino, che formano continuamente botteghe ambulanti e nulla fanno mancare ai soldati. Chi sa come finirà quanto durerà questa faccenda e come finirà. Faccia Iddio!

 

31 AGOSTO

Sono approdati varii vapori nel porto che sbarcano molta gente di Garibaldi. Da noi si crede e si conferma da tutti che sono feriti, come pure si accerta che i legni approdati questa notte a Reggio, osservati dal nostro telegrafo della Cittadella, siano anche feriti Messinesi e siciliani e ciò per non far avvilire il partito siculo li conducono a Reggio. Intanto dentro Messina si cantano e si stampano vittorie di Garibaldi in Calabria e si dicono tante cglionerie in suo vantaggio. Certo è che se fussero vere si sarebbero replicate le illuminazioni, lo che non è avvenuto. D'altra parte poi da noi si dicono, si credono o s'inventano altrettante coglionerie sia pel desiderio del nostro bene o perchè qualche Uffiziale di non nota entità (che non ne mancano) dice qualche cosa in nostro vantaggio in presenza del trabante o di qualche soldato, questi propaga la notizia aumentandola; l'ozio che vi è la fa replicare tanto che ritiene come cosa certa, nel mentre, riflettendo sul proposito, si osserva che essendo ni senza nessuna corrispondenza, nè per mare nè per terra, tali notizie non potevano pervenirci. Per esempio, le notizie di oggi sono: che circa 500 feriti di Garibaldi sono sbarcati negli ospedali di Messina, all'Ospizio di Colloreale e a Reggio; che le colonne di Garibaldi siano state battute e che hanno retrocedute in modo che verso le ore 20 molti assicurano di avere inteso fuochi di artiglieria in Calabria, a noi rimpetto, molto indietro di quanto le masse si erano avanzate. Chi dice in Città poche masse, altri assicurano al contrario, infine l'ozio, che fa sempre chiacchierare, fa dire e credere cose che non esistono. La mia esperienza nulla mi fa credere se non quello che i fatti dimostrano o che qualche vapore ci apportano notizie ed ufficiali. Attendiamo con ansia qualche vapore per sapere qualche notizia sicura della Capitale e delle nostre famiglie, come pure per il necessario soccorso di danaro, stante che la truppa non ha danaro che fino al 14 di settembre, per viveri ne abbiamo in abbondanza, forse per altri due mesi.- Alle ore 20 di bel nuovo si è fatto annunciare il Console Sardo agli avamposti. Si è spedito il Tenente Colonnello De Nunzio del Genio al quale ha detto che aveva somma necessità ed urgenza di parlare al Generale Comandante le truppe, al che gli si è risposto che giusta l'articolo dell'ordinanza di piazza il Generale non può sortire dalla piazza per aver abboccamenti con chicchessia, che scriva e si risponderà. Non saprei, per altro, quale sia la tanta premura del detto Console di voler conferire col Generale mentre avendo conferito con me come Comandante la Cittadella ha ben dovuto comprendere come si pensa dall'intiero presidio! Questa mattina il mio cameriere Gaetano è stato arrestato e condotto alla Piazza perchè, come goloso, si è portato a prendere un gelato a Messina e siccome non si è portato il "passo" da me firmato è stato condotto avanti il Comandante di Piazza il quale, essendosi assicurato non essere una spia lo ha rimandato.

In tutta la giornata nessun colpo di fucile agli avamposti. Nel porto vi è un vascello inglese, altro farnese e una fregata piemontese; molti legni mercantili.-

 

1° SETTEMBRE 1860

Altro vapore questa notte è venuto a Messina; per quanto si dice,ha sbarcato molti feriti della truppa di Garibaldi. Certo si è che Messina è in lutto, nè si stampano, da qualche giorno, bollettini di vittorie.

Questa notte abbiamo inteso dai nostri baluardi un forte cannoneggiamento cupo nelle montagne di calabria, molto indietro della marcia trionfale fatta da Garibaldi nello sbarcare a Reggio insorta e con migliaia di calabresi armati preparatigli dal ricevitore Melissani; da ciò da noi si suppone che Garibaldi sia stato battuto al di là di Bagnara. Grande illuminazione in Messina e a Reggio; il nostro interprete del telegrafo, da segnali fatti dal nemico a Messina, rileva che Garibaldi segnala da Paola, vale a dire 24 miglia da Cosenza; questa sarà stata una delle solite ottime mosse di questo strategico Generale che ha chiamato forse l'attenzione dei Regii ove ha avuto tanti feriti prima di Monteleone per eseguire poi lo sbarco a Paola per attaccare i Regii da dietro e fare insorgere la provincia di Cosenza non tanto devota ai Borboni, e quindi le provincie di Basilicata e Salerno che sono nello stesso senso.- Un triste caso si è avuto, che fortunatamente si è scoverto, ma dà molto a temere perchè non siamo sicuri della guarnigione. Sulla cinta principale si è trovato un "pezzo" inchiodato che tira su di un punto interessante da ove può temersi facilmente una sorpresa.

Si è fatto subito cambiare il pezzo, ma dà molto a riflettere potendovi essere molti Giuda fra noi!- In tre giorni si sono disertati 2 primi tenenti del Genio; Saint Paul e Morante. A questo punto de Martino interrompe la sua trattazione cronologica per riportare il testo di due documenti:

 

A) le clausole della Capitolazione di Milazzo;

B) il testo integrale della convenzione fatta a Messina tra il

Maresciallo di Campo Clary ed il Maggiore Generale Medici.

A) CAPITOLAZIONE DI MILAZZO

1.

Le Reali truppe sarebbero uscite dalla Fortezza di Milazzo cogli onori militari, eccettuato il Colonnello Bosco, il quale doveva uscire a piedi e senza spada; però Garibaldi volle essere generoso con lui accordandogli la sola spada.

2.

La fortezza sarebbe rimasta con tutta l'artiglieria e munizioni da guerra in potere di Garibaldi.

3.

I cavalli tutti a metà delle mule che rimanevano ai Napoletani da consegnare a Garibaldi. Tutto fu eseguito in un paio di giorni. I Regii furono imbarcati sui bastmenti o vapori da trasporto mandati espressamente dal Governo di Napoli.

 

B) CONVENZIONE DI MESSINA

L'anno 1860, il giorno 28 di luglio in Messina, Tommaso CLARY, Maresciallo di Campo, Comandante Supremo le Truppe riunite in

Messina, ed il Cavaliere Maggiore Generale Giacomo MEDICI, animati da sensi di umanità e nello intendimento di evitare lo spargimento

di sangue che avrebbe causato l'occupazione di Messina da una parte e la difesa della Città e Forti dall'altra; In virtù dei

poteri loro conferiti dai rispettivi mandanti, sono addivenuti alla seguente:

 

C O N V E N Z I O N E

1.

Le Reali Truppe abbandoneranno la città di Messina senza essere molestate e la Città occupata dalle Truppe Siciliane, senza

venir pure queste molestate dalle prime.

2.

Le Truppe Regie evacueranno i Forti Gonzaga e Castellaccio nello spazio di due giorni a partire dalla data della soscrizione della presente convenzione. Ognuna delle due parti contraenti destinerà due Uffiziali ed un Commissario di Guerra per inventariare le diverse bocche a fuoco, i materiali tutti da guerra e gli approvvigionamenti di viveri e di quanto altro esisterà nei Forti su indicati. Resta poi a cura del Governo Siciliano lo incominciare il trasporto di tutti gli oggetti inventariati appena effettuato lo sgombro dei soldati, di compierlo nel minor tempo possibile e consegnare i materiali trasportati nella zona neutrale di cui si tratterà appresso;

3.

Lo imbarco delle Reali Truppe varrà eseguito senza che venga molestata per parte dei Siciliani.

4.

Le Truppe Regie riterranno la Cittadella coi suoi forti  D.Blasco, Lanterna e SS.Salvatore con la condizione però di non dovere in qualsiasi avvenimento futuro recar danno alla Città, salvo il caso che tali fortificazioni venissero aggredite o che lavori d'attacco si costruissero nella Città medesima. Stabilite e mantenute queste condizioni, la inoffensività della Cittadella verso la Città durerà sino al termine delle ostilità.

5.

Vi sarà una fascia di terreno neutrale parallela e contigua alla zona militare, la quale si intende debba allargarsi per 20  

metri oltre i limiti della attuale zona che va inerente alla Cittadella.

6.

Il commercio marittimo rimane completamente libero d'ambe le parti. Saranno, quindi, rispettate le bandiere reciproche. In ultimo resta alle autorità dei Comandanti rispettivi che stipulano la presente Convenzione la libertà di intendersi per quei bisogni inerenti al vivere civile che per parte delle Regie Truppe debbono venire soddisfatti e provveduti nella Città di Messina.- Fatto, letto e chiuso il giorno, mese ed anno come sopra nella casa del Sig.Fiorentino Francesco, banchiere alle Quattro Fontane.

 

Firmati: Tommaso De Clary - Maresciallo di Campo

Cav. Giacomo Medici – Maggiore Generale

Per copia conforme:

Firmato: G.Guastalla – Capo dello Stato Maggiore.

 

2 SETTEMBRE 1860

Questa mattina la truppa ha ricevuto per la prima volta una distribuzione di carne essendosi uccise quattro vaccine della riserva. La notte agli avamposti si è passata tranquillamente senza novità.- Caldo eccessivo.- Un bollettino stampato in Città annuncia con data di ieri un telegramma di Garibaldi da Cosenza che la Colonna del Generale Ghio essendo stata attaccata alle spalle si è sbandata ed i Calabresi pieni di entusiasmo proclamano con gli "evviva" Garibaldi.- Sono le ore 9 a.m.; giunge per la parte di mare grosso un lundro di Dogana spedito da Siracusa al Generale Lo Cascio che comanda quella Fortezza e quella di Augusta, con ufficio che fa conoscere che il Capitano di barca detto Romano, giunto colà proveniente da Messina, aveva sparsa la voce che la Cittadella si era resa al nemico e che i Garibaldini e le Regie Truppe erano unite insieme alla Fortezza e che perciò domandava istruzioni come regolarsi. Gli si è risposto essere tutta menzogna quanto si spacciava e che si tenesse fermo nell'obbligo suo e che in nulla si amovesse senza l'ordine di questo Sig. Generale Comandante le Truppe riunite nella Cittadella, ha permesso innalzarsi bandiera Piemontese sulla Cattedrale di Siracusa, i detti marinai hanno subito spacciato che Siracusa si era resa.

Un ordine del giorno al presidio ha fatto conoscere la falsità della notizia, soggiungendo che le due suddette piazze erano fornite di viveri per quattro mesi che non ancora avevano toccati perchè giornalmente quella truppa fa la spesa del rancio nella piazza della Città.- Questa notte è partito da Messina altro vapore con truppe nemiche; non si conosce ove andavano a sbarcarle. In Messina vi è pochissimo numero di uomini delle masse.- Il Consiglio di Difesa ha deciso mentre in Napoli un Uffiziale Superiore (Maggiore Diversi) sotto pretesto di andare a prendere danaro, ma effettivamente per sapere o conoscere lo stato delle cose che passano e la posizione degli affari.

Io sono stato di contrario avviso dicendo che una piazza chiusa da assedio, avendo viveri e munizioni, il Governo, il Re o chicchessia, non deve pensare a maggiori soccorsi avendo una sufficiente guarnigione per difendersi. Ho detto parimenti: "Che notizie volete che il Ministro di Guerra vi dia? Forse la posizione dell'Armata? E questo non ha nulla a che fare con la Fortezza!" ed altre ragioni che il buon senso di ogni militare può suggerire, ma, siccome non tutti siamo militari nel 1860, il mio voto non ha avuto luogo ed il Maggiore Diversi domani partirà con la "Messagerie" francese. Faccia Iddio che abbia buona accoglienza ove si presenta, perchè sicuramente questa disposizione sarà presa per debolezza e titubanza del Generale che comanda le Truppe.

Oggi altre masse si sono imbarcate in Messina per raggiungere Garibaldi, ma non sappiamo dove. L'imbarco si è effettuato sulla fregata piemontese che sta sempre nel nostro porto sotto il cannone della Cittadella che dobbiamo considerare come di Nazione amica perchè il Piemonte non ci ha dichiarato la guerra e perchè per trattati non vi è intervento fra una Nazione con altra. Intanto lo strategico Garibaldi impronta il nome di Vittorio Emanuele, s'intitola Dittatore e tutte le Potenze, Inglese, Francese e come l'intiera Italia, gli somministrano tutti i mezzi per promuovere una grande insurrezione nel nostro infelice Regno. Che dirà la storia a venire? Se non vi è intervento perchè la Francia spedisce truppe nella Siria contro i Musulmani che hanno fatto man bassa dei Cristiani ed altre Potenze che v'intervengono? E soffrire poichè un Generale senza nome di Nazione con delle masse invada un Regno di un legittimo Sovrano, fa dei proseliti dai malcontenti dello stesso Regno che ruina da capo a fondo col lasciare libertà molti migliaia di servi di pena e cattivi soggetti che da per tutto apportano anarchia e disordine, eppure nessuna Nazione prende interesse a cosa che in tutti i Regni può avvenire. Non v'è dubbio che molto malcontento esiste nel Regno per causa della prepotenza e dispotismo dei Ministri, intendenti e Amministratori, come pure che l'Italia si crede libera dal giogo tedesco e che si vorrebbe Napoli nello stesso senso, ma questo avrebbe potuto ottenersi con trattati senza però pretendere che il Sovrano sorta e rinunci al Regno come lo consigliò il proprio zio S.A.D. Leopoldo.

Avendo il Re data una Costituzione, dalla Francia stessa o da qualche altra Potenza si avrebbe potuto obbligare a concederla su più larghe basi oppure formare una confederazione come meglio avessero giudicato le grandi Potenze, ma non avrebbero mai dovuto permettere che il Regno fusse invaso da un particolare individuo e dal capriccio dei popoli. Certo è che la guerra che attualmente facciamo è caso non ancora da secoli avvenuto e Dio sa quando l'infelice Regno delle Due Sicilie rientrerà nello stato normale. Noi siamo assediati, la truppa riceve doppia diaria e razione di viveri dalle riserve; dal menico si permette che i nostri soldati si portano in città per comprare ciò che si desidera, protetti dagli Italiani che gentilmente li proteggono, ma sovente insultati e malmenati di siciliani, i quali alle volte li lusingano e l'inducono a disertare. Molti de disertori, dopo aver indossato la camicia rossa, ritornano di bel nuovo; non così gli Uffiziali, particolarmente quelli dei Corpi Facoltativi che molti ne sono disertati da questa Fortezza perchè ricevono gradi maggiori di quelli che hanno nel nostro esercito, ed a misura che Garibaldi avanza essere sempre più la diserzione. Spesso siamo minacciati che oggi o domani la Cittadella sarà assalita a tale o tal'altra ora, ma questo mai si è verificato; ciò accade mentre i nostri sono in Città, sebbene queste fanfaronate si fanno dai Siciliani o da qualche nostro Uffiziale disertore. Cose simili in nessuna guerra si è osservato. La truppa è sospetta e teme sempre di essere venduta da qualche tradimento. Disgraziatamente nella Cittadella sono due Capi di Corpo del 5° di Linea e del 3° di Linea D.Emanuele Molesti e D.Bartolomeo Aldanese, ai quali li ha presi talmente la malattia del cuore (cioè la paura) che per nulla compariscono o si danno premura di osservare ciò che passa nei rispettivi Corpi. È una vera disgrazia il non avere Capi di Corpo in simili circostanze. Il 7° di Linea ha casermato al Forte SS.Salvatore va bene ed è disciplinato perchè comandato dal Colonnello D.Cesare Anguissola che ha numeri per comandare un Reggimento. Per l'opinione che hanno i soldati di pochi vecchi Uffiziali Superiori esiste la Cittadella ancora in nostro potere senza una manifesta rivoluzione che apporterebbe la sua ruina stante che su il Comandante dei Pionieri Palmieri, Uffiziale Superiore molto debole e con pochissimi buoni Uffiziali, sul Comandante di Artiglieria Ten. Colonnello Valle vi è poco da contare, stante che gli artiglieri lo hanno sospetto, come pure il Direttore di Artiglieria Quillamatte di recente promosso Maggiore, la di cui moglie è Messinese, nonchè del Direttore del Genio De Nunzio, il quale è effettivamente un eccellente e buono Uffiziale Superiore, ma siccome i primi sono molti anni che trovansi in Messina ed hanno dei rapporti ed amici in Città, sia per qualche biglietto o imbasciata che ricevono, la truppa che non conserva quella perfettissima disciplina come nei tempi normali e istigata pure dai discorsi di Uffiziali materiali, li hanno tutti in sospetto, massime ora che si è rinvenuto un cannone inchiodato.

 

3 SETTEMBRE

Questa mattina si è presentato agli avamposti il Console inglese ed il Comandante la fregata di detta Nazione; gli si è spedito il Gran Prevosto Sig. Maggiore Coda al quale dal Comandante la fregata gli si è detto che pregava il Generale di rilasciargli il prigioniero D.Eduardo Filenghi essendo un Capitano di Bastimento di nazione inglese, tanto più che fu preso non con le armi alla mano, nè vestito da militare Garibaldino.

Il Generale inteso il Consiglio di Difesa e verificato il suo nome e cognome e condizione, lo ha fatto condurre sulla fregata inglese ricevendone i dovuti ringraziamenti dal Comandante. Alle ore 1 p.m. è partito il vapore francese la "Messagerie"; con esso sono partiti il Capitano D.Giuseppe Festa del 3° di Linea, passato alla Guardia Reale, il Capitano di Artiglieria Armenio, perchè il Generale poco contento di lui, ed il Maggiore del 7° di Linea Diversi, incaricato di portare tutti gli Ufficii e rapporti a S.E. Il Ministro di Guerra e parlare a S.M.(D.G.); lo stesso è incaricato di portar denaro per la truppa. Sullo stesso vapore si sono imbarcati i cavalli del Colonnello Aldanese ed il Maggiore Milano, del 3° di Linea, per sbarcarli in Napoli.- In Città poca truppa; si evita, per quanto si può, che Uffiziali e soldati vadano in Messina. Grande apatia e somma noia, effetto di un noioso assedio in cui siamo. Certo è che ad onta che abbiamo viveri di riserva ci provvediamo in Città di quanto ci bisogna.- Questa notte si è passata tranquillamente nè fucilata alcuna vi è stata agli avamposti, come da parecchi giorni non ve ne sono state.

 

4 SETTEMBRE

Questa mattina vi è stato un allarme nella Cittadella per un tristo caso che si prevedeva: la nostra panatica, fornita di quattro grandi forni, tiene attaccato alle sue pareti un grandissimo locale zeppo di fascine innumerevoli per cuocere il pane. Stamane, nell'aprirsi il detto locale una grande colonna di fumo ha offuscato i soldati che sono andati ad aprirlo, e siccome vi è contiguo una riserva di munizioni per la batteria che sovrasta i forni ed il magazzino della legna, un forte spavento ha prodotto. Avvertito di ciò mi sono portato subito sopra luogo chiamando i 100 uomini dei Veterani che subito sono accorsi ed altra corvèe fatta subito nominare di tutte le armi, nonchè due pompe per smorsare il fuoco che si supponeva. Sono accorsi subito i Direttori di Artiglieria e del Genio e con la massima sollecitudine, a forza di centinaia di braccia, si è vuotata parte delle migliaia di fascine accatastate alle pareti di forni e si è osservato che dalle fessure dei forni passava il fumo ove sono le fascine; cosa che si è subito dato riparo, con ordine però di non più cuocere il pane in quei forni, ma da quelli del lato opposto.

Si è ringraziato l'intero presidio per la sollecitudine cui tutti sono accorsi, dando due piastre ai due pionieri che si sono più esposti, ed agli altri sei, una razione doppia di vino. Le circa 6mila fascine sortite, dopo che si sono raffreddate l'infuocate mura dei forni, dovranno di bel nuovo mettersi al loro posto.

Questa mattina ci siamo veduti assorti da circa 50 barche che portavano al Lazzaretto e dietro Porta di Grazia, carichi di frutta, uova, pollastri, galline, carne e financo venditori di fazzoletti, forchette, cucchiai, specchi e tante altre coglionerie; Alcune di queste barche provenienti anche dalla costa di Calabria. Alcuni affermano che i venditori avessero reclamato di non avere a chi vendere i loro generi, nè potevano guadagnarsi il vivere senza lo smaltimento dei medesimi e che per ciò gli si fusse permesso di venire a venderli nella Cittadella i di cui soldati pagavano bene e che il Governatore di Messina avesse tanto permesso. Altri assicurano con certezza essere ordine di Garibaldi di non far mancare nulla alla guarnigione della Cittadella. Che assedio e che guerra curiosa è questa! Chi sa quali discussioni si agitano nei differenti Gabinetti delle grandi Potenze per questo interessante punto della Cittadella, eppure nulla possiamo prevedere della nostra sorte avvenire!- Essendo giunto il vapore francese la "Messagerie" si è mandato un

nostro Uffiziale a bordo per sapere qualche notizia di Napoli ed il Comandante lo ha assicurato che Napoli è tranquilla che i Ministeri tutti agiscono, che la Guardia Nazionale mantiene l'ordine in unione della truppa, che due battaglioni di Guardia Nazionale avevano manovrato avanti Palazzo Reale con banda e tutti avevano gridato "Viva Francesco II", "fuori il Comandante della Guardia Nazionale" e "Abbasso il Generale Cutrogliano"; più ha soggiunto che da Livorno dovevano partire 2mila Italiani per sbarcare sulle coste di Roma, ma che ne sono stati impediti dai legni francesi di uscire dal porto. Tutto ciò se sia vero o falso non ci prestiamo fede perchè rinchiusi e senza corrispondenza da circa 25 giorni dal Governo e dalle famiglie; non ci conviene farealtrimenti!

Il Generale Fabrizio, Comandante la Truppa Garibaldina, ha scritto una pulita lettera al Generale Fergola dicendogli che con il vapore francese la "Messagerie" erano giunte molte lettere di ufficio alla posta, come pure molte lettere particolari dirette alle Autorità e Uffiziali della Cittadella e che per ciò avesse mandato a prenderle per un Uffiziale. Il Generale Fergola nel ringraziare il Comandante Fabrizio con altra lettera, ha spedito due Uffiziali per riceversi le lettere, ma le sole dei soldati, nemmeno una degli Uffiziali e di ufficio. Corre voce per Messina che gli affari di Garibaldi in Calabria non vanno bene; le teste rinchiuse in un assedio ci fanno credere quanto si dice in nostro vantaggio si spera che si verifica. Poca fede vi presto visto il gran partito. Ieri dal Lazzaretto si è disertato il 2° Commesso Sardi, fratello germano del Maggiore Sardi, giorni fa partito da questa per Napoli perchè passato alla Guardia Reale. Il Console Piemontese ha invitato lettera al Tenente Colonnello del Genio De Nunzio che apertasi avanti del Generale, di me ed altri Uffiziali Superiori, si sono lette le ampollose vittorie di Garibaldi e, tra le altre, che Siracusa era stata ceduta, Garibaldi a Napoli pel giorno 8 corrente, la Famiglia Reale in

Gaeta e tante altre menzogne, credendo così di reclutare: per altro, chi sa se si verifica.-

 

5 SETTEMBRE

Verso le ore 8 a.m. è giunto il vapore francese al nostro servizio "La Sirienne" con due impiegati del Tesoro che hanno portato del denaro a siracusa, Augusta e al presidio della Cittadella 49mila ducati, 8 botti di abbigliamento per il 7° di Linea. Questi impiegati sono apportatori di tristissime notizie, cioè che siracusa abbia ceduto la piazza ed il Castello alle voci corse che la Cittadella si era resa, che la truppa trovavasi fuori la Città, che il Generale Lo Cascio si ha ricevuto dai nostri impiegati 17mila ducati per pagare la truppa, che la maggior parte si sarà disciolta almeno per coloro che hanno avuto i mezzi per andarsene; il detto vapore ha imbarcato tutti gli infermi al n° di 130 non avendo potuto imbarcare tutta la truppa.- Or chi avrebbe potuto supporre tanta debolezza nel Generale Lo Cascio tenuto per un Uffiziale Superiore di Artiglieria di talento e coraggio colà lo dimostrò essendo insieme qui nella Cittadella nel 1848 nell'assedio sofferto per circa 8 mesi? Bisogna convenire essere una vera epidemia che in questa presente guerra, nuova nell'istoria, abbia invaso la malattia del cuore (paura) alla maggior parte di tutti i nostri Generali. Il figlio di detto Generale Lo Cascio, Uffiziale di Stato Maggiore presso di lui, fu

spedito a Napoli con due plichi a S.M. Ed al Ministro di Guerra, il quale nel ritornare a Siracusa con "La Sirienne", avendo veduto la bassezza o la viltà del padre, non ha voluto sbarcare, come neppure in questa, perchè divenuto quasi frenetico o pazzo.-"La Sirienne" parte da qui all'1 p.m. per Napoli con gli infermi presi all'ospedale di Siracusa e con circa 40 individui, cattivi soggetti, che si espellono da questa piazza, quasi tutti artiglieri e pionieri, truppa indisciplinata perchè deboli i Capi che la comandano.- Un grazioso aneddoto si è offerto stamane: allo sbarcare del vapore "La Sirienne" i due impiegati del Tesoro per consegnare i 49mila ducati in Cittadella, la truppa nel vedere nuovi ricami tanto ai loro soprabiti che ai loro bonetti, in folla li sono corsi sopra dicendo: "Ecco gli inglesi" – "Che cosa vogliono da noi?". Ecco l'ozio e la fantasia accesa, nel mentre i detti due impiegati hanno la vera faccia di lazzari napoletani. È stato gioco forza farli parlare per persuaderli. Intanto, nominata una corvèe per andare a prendere il numerario a bordo, nell'entrare in Cittadella i 49mila ducati, ad una voce, tutti gridavano: "Viva il Re, Viva il Re, ci manda il danaro!".

Molti Uffiziali di Corpi Facoltativi venuti col ripetuto vapore da Siracusa non hanno avuto il coraggio di sbarcare e venire a vedere i loro compagni d'arme in Cittadella per non soffrire la vergogna di essere rimproverati di aver ceduto quella Fortezza senza ragione!- La notte si è passata tranquillamente, senza novità al bivacco degli avamposti.-Sappiamo da Messina essersi preso ad impronta dal Banco, o come dicono dal Debito Pubblico, 13mila ducati per pagare le truppe Garibaldine e che sei Uffiziali pagatori della stessa armata siensi disertati asportandosi 36mila ducati e che la truppa in Messina da tre giorni non riceve il prest. Questa mattina la solita fiera davanti il Forte SS.Salvatore ove tutti si provvedono di quanto bisogna; tra le altre cose, stamane, vi era abbondanza di sapone di Genova e quantità di carni a due carlini il rotolo.- Cosa curiosa! Dalle masse di Garibaldi disertano tre pagatori con 36mila ducati e da noi diserta il Capitano Comandante l'Ospedale del Lazzaretto D.Giuseppe Chiariti, il quale ha delle somme per la spesa di detto Stabilimento che ha lasciate.-È disertato anche un primo Sergente de'Pionieri in unione del detto Capitano Chiariti, asportandosi la cinquina della compagnia.-Giunge un ufficio pressante dalla piazza di Augusta dal Colonnello Tomson La Tour che la comanda, che rapporta l'esultanza di quella popolazione perchè giunta colà la notizia che Siracusa aveva fraternizzato con i Regii, i quali avevano ceduto il Forte e le fortificazioni alla Guardia Nazionale, sortendo essi fuori la piazza e che per ciò domandava le istruzioni da qui come regolarsi, stante che la popolazione di Augusta domandava lo stesso.-Riunitosi il Consiglio di Difesa si è risposto che si attenesse perfettamente agli articoli della ordinanza di piazza, anzi che si preparasse a valida difesa se bisogna; che se il Generale Lo Cascio ha tradito o per sua debolezza ha ceduto la piazza di Siracusa tutta la responsabilità cadrà su di lui, più che avendo denaro per la truppa fino al 15 corrente alla prima occasione gli sarà spedito altro danaro e che nulla operasse senza ordine che da qui non pervenisse.

 

6 SETTEMBRE

Un vascello inglese ad elica ed altro piccolo vapore è entrato questa notte nel porto ed oggi si è sortito. Questi legni da due giorni vanno e vengono nel porto; il vascello francese da qualche giorno è fisso.- Abbiamo per notizia che sia stato imposto da una Grande Potenza a Garibaldi di sortire dal Continente di Napoli e di riconcentrarsi in Sicilia; alcuni dicono fra 8 giorni, altri fra 20. Il tempo dirà se sia vero; per ora suppongo che no!  Dal segnale telegrafico a vista di Reggio, che segnala nei paesi interni delle Calabrie occupati dalle truppe di Garibaldi, si ordina di non più arruolare volontari nei battaglioni siciliani; ciò lo rapporta l'Uffiziale telegrafico interprete che abbiamo

nella Cittadella che osserva tutto ciò che segnala Reggio ed i telegrafi di tutta la spiaggia di Calabria a noi rimpetto.

I Messinesi, dichiarati nostri aperti nemici non ci fanno nulla mancare nel nostro assedio, stante che forse per la penuria del danaro in Città portano tutto a vendere nella nostra Fortezza, approdando per via di mare avanti il Forte SS.Salvatore; quest'oggi, oltre la grande abbondanza di frutta di ogni specie ed oggetti anche di telerie ed altre bagattelle, abbiamo avuto dei gelati, carne di vitella, pane, neve ecc. È un curioso e galante assedio che soffriamo! Non pertanto, siccome la Città trovasi nella perfetta anarchia, dalla Sanità, sita in Città dirimpetto il Forte SS.Salvatore, sono state tirate tre colpi di fucile alle nostre sentinelle, le quali per nulla vi hanno risposto.- Si dice che i nostri vapori hanno catturato due piccoli legni garibaldini; attendiamo la conferma. In tempo di guerra non bisogna essere troppo credulo.- La notte si è passata tranquillamente.

 

7 SETTEMBRE

In città girano carte stampate, anche con la firma dei redattori, di un quasi testamento di Francesco II che cede nel partire dal Regno tutti i suoi diritti a Garibaldi indicandogli anche il modo di governare, con altre cose così buffe che quelli del loro partito neppure vi prestano fede. Si dice ancora che Milazzo abbia formato un battaglione di mille nobili volontari così entusiasmati, pronti a qualunque chiamata; tale numero di nobili, a quanto sembrami, compreso le donne, Milazzo non li comprende. Ore 9 a.m.: un grosso vapore inglese è entrato nel porto.- La cosa più penosa in istato di assedio si è il non saper nulla di quanto passa all'Armata e nelle Provincie del Regno. In giornata abbiamo una quantità di notizie che ci rallegrano e ci illudono; ma sono vere? Sono esse certe? Per esempio: una giardiniera vicina ai nostri avamposti ci dice che i Garibaldini hanno ricevuto una forte rotta e che Garibaldi è prigioniere vestito da monaco. Un marinaro che dice essere stato in Città e ci assicura che un legno a vapore carico di garibaldini feriti è stato affondato dai nostri vapori e, finalmente, che "Il Veloce" sia stato ripreso dai nostri vapori e condotto in Napoli. Tutto ciò sarebbe buono se fusse vero! Intanto, stamane, nel mandare a prevenire i legni da guerra esteri che la Cittadella domani avrebbe eseguite tre salve per la ricorrenza del nome di S.M. La Regina, il Maggiore garibaldino Pesce (mio antico scribante) ha detto al nostro Uffiziale degli avamposti che gli ha consegnato le lettere: "perchè non cedete la Cittadella? Domani Garibaldi è in Napoli e se lui viene qui non sarete più a tempo ed avrete delle cattive condizioni".

L'Uffiziale gli ha risposto come conviensi ad uomo d'onore. Certo è che se fussero vere tutte le vittorie di Garibaldi vedressimo molte illuminazioni in Città.- Verso le ore 23 ¼ sono sbarcati con bandiera francese avanti il nostro bivacco il Comandante del vascello francese ed il Comandante la fregata inglese; trovandomi io agli avamposti gli sono andato all'incontro e domandato ad essi cosa desideravano mi hanno risposto che desideravano parlare al Generale. Gli ho risposto che le nostre ordinanze non permettono che il Generale Supremo sorta dalla piazza in tempo di assedio, per cui potevano conferire con me come secondo nel comando; ma il Comandante inglese, col quale ebbi la prima conferenza, e conosce come la penso, mi ha detto che avevano preciso bisogno di parlare col Generale essendo cose di sommo rilievo.

Ho replicato: "Compiacetevi di scriverlo che sarete riscontrato". Mi ha risposto il Comandante francese: "il metterci in corrispondenza per iscritto sarebbe lungo, abbiamo bisogno ora stesso parlare col Generale", per cui mi hanno interessato di fargli tanto conoscere; vi ho annuito prevenedoli che vi voleva del tempo perchè il Generale trovavasi al Forte SS.Salvatore. Ci siamo licenziati dicendoli che gli avrei reso la risposta. Fatto sta che per persuadere il Generale di annuire alla domanda vi è passato del tempo per cui i detti Comandanti, vedendo che l'ora si avanzava, si erano ritirati. Non avendoli rinvenuti il Generale, per quelle convenienze d'uso, ho spedito un Uffiziale su di una lancia a prevenire i detti Comandanti che il Generale dispiaciuto di non averli rinvenuti li avessero dato l'ora per domani che si avrebbe fatto trovare agli avamposti.

Il Governatore garibaldino nel ricevere l'avviso che la Cittadella faceva le tre salve pel nome della Regina ha creduto rispondere che non lo credeva regolare. Ma noi che siamo in casa nostra ed abbiamo la forza senza farci imporre la eseguiremo! Il Capitano Chiariti, nostro disertore dell'altro giorno, scrive ad un dottore dell'Ospedale del Lazzaretto, di cui n'era il Comandante, che dopodomani si sarebbe presentato in Napoli e che lui si era allontanato per i torti ricevuti di sortire dall'attività e per non aver potuto ottenere un permesso per Napoli. Gli dava parimenti notizia che la Brigata Ghio si era sbandata, ma che giunti i battaglioni svizzeri hanno massacrato 300 garibaldini fatti prigionieri e finalmente che Garibaldi domani sarebbe in Napoli.

Come credere tante cose contraddittorie? Alle ore 4 ½ di notte avendo inteso un forte cannoneggiamento alla parte di Reggio, mi sono portato subito sulle batterie della cinta principale che guarda verso Reggio ed ho osservato il fuoco di due vapori senza distinguere se erano nostri o del nemico, e dei continuati fuochi di moschetteria al di fuori dei due lati di Reggio. I due vapori dopo circa un'ora di fuoco si sono allontanati portandosi verso Torre di Faro, per cui è a supporsi che sono del nemico. La nostra illusione ci fa credere che qualche truppa regia sia sbarcata dietro marina per riprendere Reggio.

Di notte veramente è difficile calcolare le cose. Domani può darsi si conoscerà la verità del fatto.-

 

8 SETTEMBRE

Alle ore 6 a.m. si è presentato agli avamposti un Maggiore Garibaldino detto Bisogni, uno dei nostri Uffiziali disertori; Si è spedito il Gran Prevosto Maggiore Coda per sapere cosa chiede. Egli è apportatore di due telegrammi segnalati da Reggio per farli leggere al Generale: uno di essi annuncia che ieri alle ore 12 meridiane Garibaldi ha fatto la sua entrata in Napoli, l'altro avvisa il Generale Fabrizio Governatore in Messina, l'entrata di Garibaldi in Napoli. Il Generale Fabrizio nel rimettere originalmente questi due documenti ne domanda le restituzione ed a voce consiglia di fraternizzare con essi e di cedere la Cittadella perchè ora avressimo dei vantaggi, stante che se giunge Garibaldi avressimo dure condizioni e faressimo la ruina degli Uffiziali che sarebbero tutti licenziati.

Si è risposto ringraziandolo della sua filantropia e che il presidio della Cittadella si comporterebbe sempre da uomini d'onore. Non si comprende perchè tanta premura di avere la Cittadella stante che se disgraziatamente il Real Governo avesse cessato di esistere e Francesco II avesse perduto il Regno avrebbe ordinato di cedere la Cittadella e sciogliere la truppa dal giuramento; ecco ciò che ci fa supporre essere falso quanto dal nemico si asserisce. Del resto tutto puol darsi essendo guerra d'insurrezione e di malcontento dei popoli (al dir dei demagoghi). Alle ore 7 a.m. sono sbarcati ai nostri avamposti con bandiera spiegata i due Comandanti dei legni da guerra Francese ed Inglese giusta il convenuto. Il Generale ed io, in gran tenuta perchè giorno di gala di Corte, ci siamo inoltrate verso di esse e, dopo il saluto, il Comandante del vascello francese ha incominciato ha parlare in francese; il Generale pretendeva che avesse parlato in italiano, al che gli ho detto: "Se non lo conosce, come si può pretendere? Sono io qui e vi spiegherò il tutto!". In complesso si sono lamentati che ieri furono mal ricevuti da me e la tardanza del Generale; al che ho loro risposto che i nostri regolamenti impediscono al Generale assediato di uscire a parlamentare con chicchessia e che malgrado ciò mandai a chiamare il Generale avvertendoli anche che avrebbe tardato a venire perchè trovavasi al Forte SS.Sepolcro.

Essi saranno anche dispiaciuti che il giorno onomastico di Napoleone e della Regina Vittoria, nel mentre i loro legni da guerra fecero la salva, non furono corrisposti dalla Cittadella e ciò sembrava loro poca amicizia per le due Grandi Potenze. Al che ho risposto loro che tra i diritti internazionali tra le Potenze è prescritto che, trovandosi un legno da guerra in un porto, se fa la salva per qualche gala della sua nazione, il Forte più vicino deve solamente, in segno di amicizia, izzare la bandiera e non altro. Mi hanno risposto: "In simili occasioni, Napoli è stata più cortese verso di Noi!.

Ho risposto: "In Napoli vi è il Ministro della Guerra e vi è il Re che può tutto in un momento cambiare le cose a loro piacimento, ma noi, lontani, non possiamo allontanarci dai regolamenti". Il Comandante del vascello francese ha replicato: "Se questo è il vostro regolamento vi diamo avviso che noi non corrisponderemo alla vostra salva"; ho risposto: "È giusto" e ci siamo licenziati .

Suppongo che la grande premura dei due Comandanti, ieri sera, era quella di annunciarci l'entrata di Garibaldi in Napoli e servir da intermediari per una capitolazione, ma avendo saputo la risposta data al Generale Fabrizio prima della loro venuta, di nulla hanno parlato della Cittadella.- Le grandi cannonate e spari di questa notte a Reggio, per quanto ci si assicura, essere una festa annuale che si celebra in tal modo, aumentata per l'entrata di Garibaldi nella Capitale. Intanto, essendo venuto da Catania un calabrese a vendere lardo e sugna nella Cittadella, ha confidato ad un parente, soldato di questo presidio, che Garibaldi trovavasi ferito nel Castello di Scilla. A chi prestar fede? Il Generale Fabrizio, Comandante in Messina, nel mandarci replicati telegrammi per l'entrata di Garibaldi in Napoli, domanda i prigionieri italiani che sono presso di noi dicendo che essendo cambiato il regime sembra inumano ritenersi ancora i prigionieri.

Gli si è risposto che avendo rappresentato al Ministro di Guerra sull'oggetto e non essendosi ancora ricevuto riscontro, se, come lui dice, è stato cambiato regime, può superiormente premurare gli ordini; in caso contrario, i prigionieri non si possono amuovere.

Triste cosa è l'incertezza! In Reggio ed in Messina grande illuminazione! A Reggio, a mezzogiorno ed alle ore 24, grande salva di cannoni per la festa che si celebra tutti gli anni; ora, però, essendo il Castello in potere del nemico e per dar contento alla popolazione, tirano cannonate a salva senza misericordia, non dovendo dar conto a nessuna autorità delle grandi riserve di polvere che esistono nel Castello.

Dalle ore 23 fino ad un'ora di notte nel grande Maschio della Cittadella due Bande del 3° e 5° di Linea hanno suonato per divertire la truppa la quale, entusiasmata, ad ogni pezzo, ha gridato: "Viva il Re, Viva il Generale, Viva il Comandante della Cittadella". Tali gridi sentiti in Città facilmente persuadono a tutti che la Cittadella è decisa a battersi ad onta, come essi dicono, che Garibaldi sia in Napoli, a meno che un legittimo e regolare governo non ordina le resa.

Dopo suonato l'inno, la banda e la truppa si sono ritirati nelle proprie caserme.-

 

9 SETTEMBRE

Questa mane è comparso in Messina uno stampato che dice: "GIACCHÉ GLI INFAMI REALISTI RINCHIUSI NELLA CITTADELLA NON VOGLIONO CEDERLA BISOGNA, O MESSINESI, PRENDERLA COL SANGUE!" Ciò, per altro, non ha impedito a molte barche, cariche di quanto può desiderarsi, venire da Messina al Forte SS.Salvatore per smaltire i loro generi.

Ieri sera al Gran Teatro si è pubblicato la presa di Napoli da Garibaldi. Intanto dal telegramma rimessoci ieri sera dal Generale garibaldino Fabrizio vien detto che Garibaldi è entrato in Napoli alle ore 12 meridiane! Questa mattina il nostro Gran Prevosto, parlando con il prigioniero cappuccino Padre Samuele da Cardinale, cappellano (dicono) dei battaglioni nemici, francamente gli diceva che può darsi che Garibaldi sia in Napoli forse chiamato per concertare qualche cosa con gli Ambasciatori esteri su qualche vascello francese o inglese; ma che sia entrato con l'Armata in Napoli neppure io vi presto fede! Verso le ore 8 a.m. il Generale Fabrizio ha scritto una lettera al nostro Generale lamentandosi che i loro prigionieri, contro ogni umanità, erano mal trattati e poco sicuri della loro vita e che per ciò andava a darne conoscenza alle Potenze Estere per far tanto conoscere al Dittatore Garibaldi.

Sono stato di parere di non fargli rispondere perchè l'asserito è tutto falso essendo i prigionieri Uffiziali trattati con caffé e sigari, quattro carlini al giorno e la razione ed i soldati con 12 grane al giorno e la razione.

Alle ore 11 a.m. si sono presentati agli avamposti il Comandante il vascello francese ed il Comandante la fregata inglese con i rispettivi Consoli domandando al Generale; il Generale ed io siamo stati a riceverli ed il Comandante il vascello ci ha detto che i prigionieri di Garibaldi erano trattati male e compromessa la loro sicurezza e che venivano in nome dell'umanità ad interessare il Generale a far cessare tanto rigore.

Gli si è risposto tutto ciò essere falso come possono accertarsi dal Capitano Chiariti, che ha disertato da noi e trovasi in Messina, il quale comandava il Lazzaretto ove sono in custodia i prigionieri in parola, pel modo come sempre sono stati trattati; anzi si è ad essi mostrata una dichiarazione degli stessi prigionieri che feci redigere giorni dietro che erano molto soddisfatti del modo come erano trattati. Allora il Comandante francese si è compiaciuto dirmi: "Esternate al Sig. Generale che noi siamo venuti pel solo oggetto di umanità e non per altro volendo conservare la perfetta neutralità di quanto passa, non volendoci affatto immischiare nè della Cittadella o di Garibaldi."

Ho consigliato il Generale che se per domani o dopo non si riceve notizia da Napoli o dal Ministero di Guerra per i prigionieri che ne avesse fatto il cambio, tanto più che costoro ci apportano una spesa di circa 8 ducati al giorno, oltre le razioni ed altre spese che occorrono.- Verso le ore 20, agli avamposti, è stato consegnato da un Maggiore garibaldino foglio aperto a me diretto in dove si leggeva un telegramma spedito da Napoli una decisione ministeriale di cedersi tutte le piazzeforti di Siracusa, Augusta e la Cittadella di Messina al nuovo Regime e che nel periodo di 20 giorni i Comandanti di dette Fortezze si presentassero ai corrispondenti Comandanti di Piazza, che gli Uffiziali sarebbero conservati nei loro gradi e soldi ed altri vantaggi; ma quelli che non avrebbero subito ubbidito sarebbero stati puniti e licenziati ed, infine, un ammasso di cose che la mano rifugge a scriverle. Dopo la mia lettera, altre ne sono state portate agli avamposti, aperte tutte, tendenti a sovvertire Uffiziali e truppa con delle menzogne e ciarle che fanno vergogna ad una truppa organizzata; dette carte sono state tutte portate agli avamposti dai Maggiori Bisogni e Pesce, nostri disertori. L'ultima ricevuta dice: "...Garibaldi, non da Napoli, ma dal Porto di Gaeta...". Ho dato ordine all'Uffiziale di avamposto, nel riceversi tali lettere aperte, di ringraziare il latore ed assicurarlo che con simili mezzi non può prendersi la Cittadella, ma cannoni, a meno che ordini precisi e a seconda l'ordinanza di piazza prescrivono.- Un Uffiziale appartenente al mio Stato Maggiore (Prat, svizzero), casato con una messinese che abita in Città, questa mattina ha ricevuto una lettera dalla moglie che, tra l'altro, gli scrive: "Non credete a quanto si dice, sono tutte ciarle, benchè la Città abbia sofferto una contribuzione di 12mila ducati per celebrare la festa della presa di Napoli da Garibaldi, sono tutte voci per far cedere la Cittadella". Questa sera grande illuminazione in Città e segnatamente nei Monasteri che sono nelle alture, come S.Gregorio ed altri; il mezzo busto di Vittorio Emanuele e Garibaldi, con lumi accesi, sono esposti alla Comune. Questa mattina il mio domestico, nel portarsi al Forte SS.Sepolcro per comprar carne e quanto bisogna, uno dei macellai che conosce, nel dargli la carne, gli ha detto: "Non credete a niente, è che vogliono assaltare la Cittadella, perchè se voi mettete in fazione le sole gallette al posto dei soldati, neppure ci vengono ad assaltarvi. In Città si muore dalla fame e solo quì dai soldati vediamo le piastre. In Città vi è miseria assai grandi illuminazioni"

I cosiddetti liberali mal soffrono che nel nostro assedio di nulla manchiamo, perchè dai clamori di tutti i venditori sono stati obbligati a permettere che venissero a vendere nel largo avanti il Forte SS.Salvatore che fa parte della Cittadella, abbenchè anche dalla spiaggia di Calabria vengono barche dalla parte del Forte Lanterna; i gelati vengono dal "Caffè d'Italia", quantunque quello sia il convegno di tutti i demagoghi.

Nulla sappiamo di positivo, viviamo nell'incertezza, notizie ufficiali non ne riceviamo, aspettiamo con premura "La Messagerie" francese che dovrebbe essere dopodomani e condurre il Maggiore Diversi, se pure ritornerà.

Verso le ore 7 p.m. è entrato nel porto un vapore francese, forse proveniente da Malta; non sappiamo cosa sia: i ponti già erano alzati e le porte chiuse.

 

10 SETTEMBRE

Il vapore giunto ieri sera è un legno francese "L'Avenir" al nostro servizio, il quale il giorno 2 corrente fu spedito da Napoli per portarsi a Bari e colà riceversi dal Ricevitore Generale 300mila ducati, ma giunto colà ha rinvenuto la Città in rivolta con le masse di Garibaldi che fraternizzavano un gran tripudio delle popolazioni armate tutte in favore dell'insurrezione, che non vi è casa in Città che non abbia la bandiera piemontese con grandi grida di "Evviva Garibaldi e Vittorio Emanuele".

Il Capitano di detto legno ci assicura che per tutte le coste che ha passato l'entusiasmo è generale pel cambiamento di governo. Detto Capitano, nel partire da Napoli, ricevè ordine dal Ministro di Guerra che dopo aver preso i 300 mila ducati (che non ha ricevuto) nel passare per Messina avesse caricato 30 casse di fucili che trovansi superati in questa Cittadella, fucili che egli non vuole prendere dicendo che essendo stato noleggiato da Francesco II e non essendo Egli più sul trono di Napoli non saprebbe a chi consegnarli, per cui non intende prendere ciò sulla sua responsabilità.

Gli si è detto di attendere fino a domani stante che dovendo arrivare da Napoli il vapore francese "La Messagerie" e forse anche il Maggiore Diversi, si sapranno notizie sicure dal governo e della Capitale.

Alle ore 11 a.m. si è tenuto Consiglio di Difesa e si è deciso restare in attenzione del vapore francese che deve giungere domani da Napoli per una decisione, sempre però ai sensi della Real Ordinanza di Piazza, come conviensi a Militari d'onore! Che cosa triste è per un Sovrano non avere l'amore dei suoi popoli!  Cosa potrà fare la truppa, per quanto dicesi, riunita a Salerno e sue vicinanze se le provincie tutte sono insorte con la speranza di miglior governo? In che triste posizione devono trovarsi i Generali e gli Uffiziali in campagna? Perchè sicuramente, con l'istoria del passato, i soldati si sbanderanno! Cosa farà la Capitale? Certamente la Guardia Nazionale per evitare un saccheggio facilmente annuirà al primo venuto. Povero Regno delle due Sicilie, chissà quale triste avvenire ti è serbato! Anche triste è la nostra posizione, isolati in questi baluardi, con una truppa poco subordinata perchè così educata da Ferdinando II per aver Egli sempre nominato i Capi di Corpo per antichità per far giungere fino a coloro che meno ligii sono stati alla sua causa e che per i loro vantaggi gli hanno fatto prendere sviste madornali da non potervi porre più rimedio! Povero Principe, abbandonato dalle Potenze tutte, dai suoi popoli e da coloro che si lusingava essere i suoi più fidi amici! Questa è la sorte dei Sovrani: crear degli ingrati!- In questa Fortezza, con truppa entusiasmata e che crede tutto essere tradimento, in caso di effettivo rovescio, come annunciare ad essa la reddizione della Cittadella senza esporsi ad una rivolta come lo fu nel mese allorchè gridarono "Abbasso il Generale Clary"? Capi di Corpo poco energici, Uffiziali materiali e senza talento o esperienza, facili a buttarsi nel partito dei soldati ignoranti! Se da qui si sorte senza una catastrofe, sarà un miracolo di Dio! Si è ricevuto dal Generale Fabrizio, Governatore di Messina, altro telegramma di Garibaldi che ordina comunicarlo ai Comandanti di Forti occupati dai Regii che tutti gli Uffiziali che nel termine di 10 giorni faranno la loro sottomissione ai rispettivi Comandanti saranno confermati nei loro gradi, quelli poi che si negano riconoscere l'attuale regime s'intendono licenziati. A tutto ciò non si è risposto!

 

11 SETTEMBRE 1860

Il vapore che avrebbe dovuto portare il Maggiore Diversi partiti da qui con impieghi al Ministro di Guerra e per parlare al Re otto giorni dietro non è arrivato. Nel mentre tutto il presidio, nello scorgere il vapore francese, attendeva che fusse sbarcato il detto Maggiore, vedendo deluse le nostre speranze, si è mandato a bordo un Uffiziale per domandare se portava lettere per qualcheduno del presidio o di ufficio. Gli è stato risposto negativamente; nel mentre quantità di liberali e garibaldini si premuravano prendere notizie di Garibaldi se era a Napoli, un viaggiatore che andava Malta, avvedutosi della dispiacenza del nostro Uffiziale, o perchè forse lo conosceva, chiamatolo in disparte, sotto voce gli ha detto: "Tenetevi forti nella Cittadella; il Re per poco è sortito dalla Capitale, ma trovasi nella testa dell'Esercito tra Capua e Gaeta". Gli ha dato un foglio ("Il Paese") ed un supplemento dicendogli: "Fate leggere questo ai vostri camerati e tenetevi  fermi nella Cittadella".- Letto i detti fogli; conosciuto che Garibaldi era entrato in  Napoli con la massima tranquillità; letto il discorso del Re alla Capitale; conosciuta la posizione dell'Esercito da Caserta fino a Gaeta, si è convocato il Consiglio di Difesa (a cui si è fatto noto quanto sopra) per deliberare cosa a farsi. Dopo varie discettazioni, si è deciso mandare una commessione al Re a Gaeta e rassegnarli che, essendo privi di notizie e provvedimenti dal Ministero di Guerra, s'inviava tale commessione per metterci in comunicazione con l'Esercito, a seconda il prescritto dell'Ordinanza di Piazza ecc. La detta Commessione è composta dal Colonnello Anguissola, dal Maggiore Coda, da un Uffiziale, un sottouffiziale ed un soldato di ogni Corpo, a scelta dei soldati, anche per lo scopo che i soldati, che si credono sempre traditi, sappiano della lealtà con la quale si agisce. Per poco si è detto che io sarei partito, Uffiziali e soldati hanno gridato: "il nostro padre non partirà".

Io li ho subito persuasi che essendo il Comandante della Cittadella, non potevo nè desideravo partire per detta commessione. Disgrazia per taluni Uffiziali Superiori caduti in sospetto dei soldati, mentre credo che non lo dovrebbe essere, ma la diserzione di varii Uffiziali di Corpi Facoltativi, Capitani e subalterni, fanno sospettare di tutti. Fortuna che fidano sul Generale per essere un buon uomo e la somma confidenza che hanno in me, tanto più che trovansi nella Cittadella la maggior parte dgli artiglieri anziani che furono con me nell'assedio del 1848 e dei miei sottouffiziali della Compagnia di allora, come aiutanti dei Veterani, custodi, aiutanti di quartiere e Capitani di Chiavi.

Oltre il verbale e lettere rimesse a S.M.(D.G.) con la Commessione, ho scritto a S.M. una lettera col dirgli che ascrivevo a fortuna trovarmi per la seconda volta alla difesa di questa Cittadella e che lo assicuravo del buon spirito della truppa e dell'attaccamento e fedeltà che dimostrava per la giusta causa e pel Real Trono ecc. Si è rimesso poi a S.A.R. D.Luigi, Secondogenito, uno stato dei nostri bisogni, che non avevamo viveri per un altro mese, pregandolo badare a tale interessante articolo perchè mancando questi certamente cesserebbe di esistere la Cittadella.

Quest'oggi ho dato ordine che tutti gli individui di truppa che hanno gallette superanti, se bramavano venderle, l'avessero portate al magazzino dei forni che da quell'Uffiziale ne avrebbero ricevuto una publica ognuna per così non venderle cambiate per 4 o 5 fichi oppure venderle per un tornese; chi lo crederebbe? Appena manifestatosi l'ordine, si sono comperate 4mila e più gallette,perchè venendo molti venditori al SS.Salvatore, i soldati comprano pane e frutti in abbondanza e poco mangiano le gallette.

Speriamo che il nemico mandi sempre i venditori i quali assorbiscono quasi per intero le 16 grane al giorno che ogni soldato riceve oltre la razione.- La Commessione è partita alle 4 p.m. col vapore francese "L'Avenir", noleggiato dal nostro governo; è a supporre con quale ansietà attendiamo il suo ritorno che forse sarà da qui a 4 giorni (sabato).

Il Generale Governatore di Messina Fabrizio non cessa di mandarci telegramma di Garibaldi e altri scritti restando in attenzione della nostra sottomissione e reddizione della Cittadella, cosa che difficilmente potrebbe ottenere stando S.M. nel Regno, o che non ci mancano viveri, o finalmente se avessimo una guarnigione più disciplinata che disgraziatamente non lo è.

 

12 SETTEMBRE

Disgraziatamente è cominciato un mormorio nel presidio; i soldati temono sempre un tradimento perchè poco disciplinati non già per attaccamento e fedeltà verso il Re (che non ne sono capaci), ma perchè amerebbero una rivolta, forse per fini indiretti o per sbandarsi. Il peggio si è per gli Uffiziali che non si presentano al termine dei 10 giorni ai rispettivi Comandanti di Provincia s'intendono dimessi, la maggior parte spacciano che essendo il loro pane e la loro sussistenza il grado che rivestono non lo vogliono perdere pel capriccio dei Superiori. Iddio sa come finirà questo infelice dramma!-Guai se la Commissione inviata a Gaeta non torna per sabato, sono sicuro della defezione della maggior parte degli Uffiziali. Il Generale ed io siamo nella massima costernazione: parte dei viveri comincia a mancare. L'olio, la legna, il biscotto ne abbiamo per pochi altri giorni, in quanto ne bisognano 29 cantaia al giorno; abbiamo loto grano, ma tra giorni mancheremo di fascine. Intanto S.M. trovasi in Gaeta ed ordina di resistere alla difesa non mandando subito quantità di viveri, non si potrà ciò fare che fino al termine dei viveri che abbiamo, i quali basteranno molto dopo i 23 giorni di tempo assegnato, per cui avverrà la defezione degli Uffiziali. Se poi il Re non trovansi a Gaeta, la Commessione sicuramente non ritornerà, sia che il nuovo Governo non lo permetterà, sia che il vapore francese noleggiato dal nostro Governo non li porterà perchè non si troverebbe chi lo paga. Faccia Iddio!

Oggi si sono disertati 4 artiglieri ed un soldato del 5° di Linea essendo di servizio agli avamposti.- Verso le ore 23 ½ è entrata nel porto una flotta composta di una fregata e due vapori da guerra che appartenevano a Francesco II, accompagnati da una fregata piemontese. Nell'entrare nel porto, l'altra fregata piemontese che vi si trovava li ha fatto il saluto con la salva; lo stesso ha praticato il vascello francese che trovasi nel porto. Messina intera era sulla marina e gran calca di gente che li aspettava dava dei gridi "Evviva Garibaldi e Vittorio Emanuele" che giungevano fino all'interno della Cittadella. In Città grande illuminazione!

 

13 SETTEMBRE

Nel mentre si facevano mille congetture sul ritrovo del Re a Gaeta dalla nostra Commissione spedita ieri l'altro e sull'andare e venire di tanti legni francesi, inglesi e piemontesi nel porto e lungo il Faro, ci si annunzia dal nostro telegrafo un vapore da guerra prussiano il quale, a macchina forzata, entra nel porto e, dopo un quarto d'ora, l'Uffiziale di guardia annuncia un parlamentario prussiano. Siamo sortiti il Generale ed io a riceverlo. Egli era allegro e contento e gia trovavansi in mezzo a molti dei nostri Uffiziali e diceva che il Re stava bene in salute e moltissima truppa era scaglionata da Capua fino a Gaeta. Lo stesso (si chiama Dorely ed è Comandante del vapore denominato "Kung") ha consegnato al Generale un ordine del giorno del Re se l'8 corrente, che trascrivo ed un ufficio del Ministro di Guerra Caselli che annuncia che Ministeri, Comando Generale ed Ispettori trovasi tutti a Gaeta. Domandato se vi era truppa numerosa, mi ha replicato che da Capua a Gaeta vi sono più di 30mila uomini e che fino a che alla Prussia resterà un solo soldato, Francesco II non perderà il Regno.

Iddio lo voglia !

Il prussiano era contentissimo e rideva molto e diceva agli Uffiziali: "Siete contenti che io sia venuto? Dirò tutto a S.M. Ed io vado a partir subito per dirgli che la Gran Cittadella di Messina è in suo potere ed è difesa da buoni soldati ed Uffiziali a Lui affezionati".-Volesse Iddio si potesse dire ciò per tutti; in effetti il nostro Commessario di Guerra di 1ª classe Guccioni, un'ora prima di giungere il legno prussiano, nello sbarcare, si è portato a far visita al Generale nemico in Messina e gli ha detto che veniva da parte di Francesco II a parlare col Comandante della Cittadella; al che il Generale gli ha risposto di non poterlo permettere stando noi assediati. Al che il prussiano gli ha risposto: "Io sono venuto a farle visita per convenienza e non a chiederle il permesso di entrata nella Cittadella perchè non ho bisogno di permesso e ci entrerò!". Ed in effetti è venuto! L'esulatanza dei soldati è stata eccessiva tanto più che il Generale permesso che due bande suonassero nella Cittadella ed altra al SS.Salvatore da dopo la ritirata ad un'ora di notte, la truppa si è talmente inebriata che i gridi di "Viva il Re, Viva Francesco II" per lo spazio di circa un'ora e mezza ha assordito l'intiera Città di Messina. I legni da guerra di diverse Potenze che sono nel porto vicinissimi alle fortificazioni sono rimasti sorpresi a gridi così stentorei che non finivano mai, che per farli cassare si è avvertito a tutti di portarsi in Chiesa per ringraziare la Vergine SS. e prendersi la Benedizione, come hanno eseguito! E'uso nei porti che trovandosi un vascello di qualunque Nazione ed entrandovi altro legno di minor portata purchè si di Nazione amica a quella del vascello, deve rendergli il saluto di 11 colpi di cannone, a cui il vascello deve corrispondere. Or io ho osservato che il prussiano è entrato nel porto con agile manovra, a macchina forzata, è passata tra la fregata inglese ed il vascello francese senza render loro un saluto alcuno, quindi è a supporsi che non vi sarà molta amicizia fra loro! Non saprei come i soldati abbiano trovato tutti i mezzi per fare una illuminazione nell'interno della Fortezza e finanche dei piccoli toselli sebbene di carta; è vero che abbiamo gli artefici dell'arsenale e tutte le arti... ma l'olio e tutte le occorrenze? Sono le ore 5 di notte e la Cittadella è ancora illuminata.

 

ORDINE DEL GIORNO DI S.M. FRANCESCO II RECATO DAL COMANDANTE PRUSSIANO

SOLDATI!

È tempo oramai che la voce del Vostro Sovrano echeggi nelle vostre file; di quel sovrano che crebbe in mezzo a voi e che spendendo ogni sua cura pel vostro miglioramento è finito per dividere i pericoli, ed oggi le sventure.

Gli illusi, i sedotti che hanno immerso il Regno intero nelle sciagure o il lutto, non sono più fra noi, è però che io fo appello al vostro onore, alla vostra fedeltà, alla ragione stessa onde l'orda infame di codardia e tradimento sia cancellata con un sequela di gloriose azioni e di nobili slanci.- Noi siamo ancora in numero sufficiente per affrontare un nemico che non combatte con altre armi se non con quelle della seduzione e dell'inganno. Ho fin'oggi voluto risparmiare molte Città, ed in particolare, la Capitale, del sangue e della strage, ma ridotto ora sulla linea del Volturno e del Garigliano, vorremo ancora aggiungere note umilianti alla nostra condizione di Soldati? Permetterete voi che per la sola opera vostra il Sovrano lascia il proprio Trono e vi abbandona ad una eterna infamia? No, non mai! In questo supremo momento ci raccogliamo tutti intorno alla nostra bandiera per difendere i nostri diritti ed il nostro onore ed il nome napoletano di già molto avvilito, e se in tal momento vi saranno ancora dei seduttori che vi mostrano ad esempio quei sciagurati che per pura viltà si sono dati al nemico, voi invece mostrerete quei bravi e valorosi soldati che seguendo la sorte del proprio Sovrano Ferdinando IV di gloriosa memoria si ebbero lodi non comuni dall'universale beneficenze e gratificazioni dallo stesso Monarca!  Questo bello esempio di fedeltà sia per voi di gara generosa; e se il Dio degli Eserciti proteggerà la nostra causa, avrete a sperare ciò che altrimenti non potete mai conseguire.

Gaeta, 8 settembre 1860 Firmato: Francesco

 

14 SETTEMBRE

Gli evviva di ieri sera troppo eccessivi hanno talmente irritato i siciliani ed il nemico che il nemico stamane hanno espressamente proibito che alcun venditore fusse più venuto a vendere commestibili o altro nella Cittadella; o, permettendo che neppure si fusse fatta la spesa per gli infermi del nostro provvisorio ospedale, stante che la solita barca che si portava in Messina per la giornaliera spesa degli infermi, essendo stata minacciata dai pugnali, se n'è ritornata. Non pertanto, vedi l'isea del guadagno: due barche calabresi si sono azzardate, traversando il Faro, venire ad approdare dietro la Cittadella, cariche di frutti e pomodori, col rischio di essere predate dai siciliani e ci hanno permesso che domani ritorneranno con le commessioni ricevute. Questi marinai ci hanno assicurato che a Reggio, Scilla e ai Forti di Torre Cavallo e Alta Fiumara non vi sono affatto garibaldini, ma tutto è affidato ai calabresi del loro partito. Nel porto non vi sono affatto legni del nemico e piemontesi essendo tutti partiti per la dietro marina di Calabria, non si sa se verso le Puglie o verso Trieste ove, pare che siano andati chiusi tutti i nostri legni. La venuta del legno prussiano fa fare mille castelli in aria a teste rinchiuse come siamo noi in questo assedio: chi crede che la nostra flotta sia in Trieste ad imbarcare prussiani, altri, dicono, bavaresi e finalmente anche austriaci; altri si figurano che gli austriaci, già sortiti per la sinistra del quadrilatero, hanno di già occupato le Marche e marciano verso le nostre frontiere; infine, un mondo di coglionerie che a forza di dirle e propagarle essi stessi lo credono.

 

15 SETTEMBRE

Ricorrendo oggi la nascita del Conte di Bari, dai nostri baluardi si è innalzata la bandiera di mezza gala. Cosa curiosa: in Città la bandiera piemontese e nella Fortezza quella Borbonica Costituzionale! Il Generale Governatore Fabrizio invia un ufficio al Generale rammentandogli i telegrammi comunicatagli il giorno 9 dal Dittatore Garibaldi, che accordava 10 giorni di tempo a tutti gli Uffiziali e Generali per l'adesione al nuovo regime e che questi andavano a terminare, che perciò le avesse reso di pubblica ragione a tutti per non formare la loro ruina, perchè dopo il 10° giorno s'intenderebbero tutti licenziati se non si presentano a lui, e ciò sotto la sua più stretta responsabilità. Sono stato di parere di non fargli rispondere.- Sono stato avvertito stamane dal Comandante il Forte SS.Sepolcro, Maggiore Pieccò, che ieri al giorno, verso le ore 22 ½, con i suoi cannocchiali osservò che sul Lido della Batteria Torrecavallo (Calabria) vi era situata una capria a vento e diverse barche ivi ancorate forse o per disarmare quella batteria ed imbarcare i pezzi, oppure per imbarcare quelli delle batterie vicine. Questa notizia mi conferma sempre di più che il nemico si dispone piuttosto alla difesa, sembrando così vero quello che le nostre spie ci rapportano; cioè che il nemico costruisce fortificazioni dietro marina, ossia dietro Spartivento, e colà trasporta i pezzi che togli a Torrecavallo, segno evidente che teme che qualche forza navale che trasporta truppa (come dicesi, estere) possa venire da Trieste o da altra parte in soccorso del Re.- Attendiamo con impazienza la Commessione spedita in Gaeta che avrebbe potuto essere di ritorno quest'oggi. Ecco altra angustia per i calcolatori che basano sempre le cose sopra ipotesi: riflettendo con indifferenza tanti differenti caratteri, quasi tutti ignari della guerra e delle eventualità che in esse si  verificano, e gioco forza ridere!

Per la diserzione del del Commessario di Guerra Luccione, si è affidato tale incarico al Tenente Colonnello Bagani dopo aver fatto inventariare l'equipaggio e tutte le carte del detto Commissario disertore, il quale, per mezzo del Generale Fabrizio, ha fatto pervenire al nostro Generale una sua lettera chiedendo il suo equipaggio. Si è risposto che essendo un disertore, a miglior tempo se ne parlerà! Reclami al Generale Fabrizio da parte dei venditori per essere stato loro vietato di venire a vendere nella Cittadella; in effetti nessuna barca è venuta al solito sito del Lazzaretto o al SS.Salvatore, per cui per l'Ospedale si è fatto ammazzare una vaccina della riserva. Ma verso le 11 a.m. un Uffiziale garibaldino si è presentato agli avamposti ed ha detto al nostro colà di servizio che potevamo mandare il solito nostro bettoliere in Città a comprare quanto si desiderava. In effetti si è mandato il bettoliere il quale, tra le altre cose, ha portato una grossa quantità di salsicce. Ecco i differenti usi dei paesi: nel continente non si fa uso della carne porcina che nel mese di novembre, mentre qui in Sicilia, molto più calorosa del continente, si incomincia da agosto a farne uso. Verso le ore 22 una barca da Messina ci ha portato 3 barili di vino. Siamo stati assicurati che i 14 Consoli esteri in Messina hanno bassato le armi essendovi rimaste alzate solo quelle di Francia, Inghilterra

e Piemonte.- Vedendo lo sciupìo che fanno i soldati delle gallette, quest'oggi si è diminuita la razione a 12 oncie. Si daranno un giorno

gallette e due giorni di pane essendosi attivati i nostri mulini, in modo che si moliscono 26 sacchi di farina ogni 24 ore.-

 

16 SETTEMBRE

Questa mattina il Battaglione di Pionieri ha celebrato la festa della Madonna Addolorata, Protettrice del battaglione; vi è intervenuto il Generale e molti Uffiziali di altri Corpi. Ha suonato la banda del 3° di Linea. L'essere stati privi per due giorni di viveri provenienti da Messina ha prodotto forti reclami dei venditori al nuovo governo, per cui stamane ci siamo veduti assaliti da barche cariche di ogni ben di Dio: due vaccine, pane, frutta, pesce, fazzoletti di telerie e quanto può rinvenirsi in Città. I venditori ci assicurano che in Città vi è il vero squallore della miseria; pochissimi abitanti e miserabili, garibaldini pochi e bastanti servi di pena armati che vogliono i generi per poco o nulla. Quest'oggi abbiamo avuto quantità di gelati, due grossi tonni a 12 grane il rotolo, cambio di monete e quanto più desiderarsi.

In Città il nuovo regime ha affisso un proclama col quale si annuncia che restano in ostaggio tanto in Sicilia che a Napoli tutte le famiglie degli Uffiziali che trovansi al servizio di Francesco II. Delli Franci, uno dei due Uffiziali rinchiusi nella Torre di Gaeta per 11 anni e da ivi sortito all'atto della concessione della Costituzione da parte del Re, è ora Colonnello a Palermo al servizio del Dittatore; per quanto ci avvisa il telegrafo della Cittadella, che traduce tutti i messaggi del nemico, detto Uffiziale ha chiesto al Dittatore le dimissioni. Chi sa per qual ragione. Il Delli Franci ha suo padre Generale al servizio del Re. Sei legni mercantili, carichi di soldati che supponiamo essere della guarnigione che si è resa a Siracusa, trovansi vicino alla spiaggia di Calabria. Coi nostri cannocchiali non si distingue se son armati nè conosciamo il loro destino. Verso un'ora di notte è partita una piccola barca Calabrese da dietro la Cittadella con tre calabresi con le carte in regola di Messina, per portare una lettera al Comandante di Piazza di Angusta per conoscere la sua posizione e quella di Siracusa e quant'altre notizie possono aversi.

I detti 3 uomini sono stati provveduti di viveri per 6 giorni, pane, formaggio, e prosciutto, non però gallette nel caso fussero fermati e sospettati di aver ricevuto viveri dalla Cittadella. I detti individui saranno largamente compensati al loro ritorno, altrimenti non si perdono che i viveri ed i pighi si tradiscono. Corrono mille voci in Messina che il Generale Piemontese La Marmora sia partito da Torino con una forte Divisione verso l'Italia Centrale; che i Tedeschi abbiano passato il Mincio e che sono stati battuti dagli Italiani; più che il Generale francese Lamuricier, al servizio del Papa, marci sopra agli Abbruzzi ecc. cose tutte che potendo o non essere, non bisogna prestar fede. Mille congetture si fanno per non essere ancora rientrata la Commessione spedita al Re a Gaeta da questo presidio; tutti dicono un mondo di coglionerie di poter essere questo o quell'altro. Certo è che se non ancora sono rientrati vi ha dovuto essere qualche ragione che non possiamo ancora conoscere se non alla loro venuta,se si verifica. Per l'abbondanza dei generi commestibili che viene dalla Città si è diminuita la razione dei viveri nel seguente modo:

biscotto: 12 oncie – fave: 6 oncie -formaggio: 5 oncie

pane: 18 oncie -presciutto: 5 oncie – riso: 6 oncie

pasta lunga: 8 oncie-pasta corta: 6 oncie-carne: 5 oncie

Dandosi il pane non si riceve biscotto, come pure dandosi

presciutto non si da formaggio. Si alterna per tutto.

 

17 SETTEMBRE

Questa mattina ci siamo assicurati che i legni che sono nella spiaggia di Calabria trasportano la guarnigione di Siracusa, cioè quelli che non hanno voluto prendere servizio nelle masse di Garibaldi; ci si assicura parimenti che ieri, dall'Autorità di Reggio, si pretendeva che fussero sbarcati senza le armi, ed avendo avuto risposta negativa si è loro ordinato di allontanarsi e che non si fusse loro dato viveri fino alla resa. A queste notizie,vere o false, a forza di danaro si è spedito una barca calabrese con un ufficio col quale vi è convogliato l'ordine del Re inviatoci da Gaeta col vapore prussiano e consigliando a tutti di dirigersi sopra Gaeta, oppure, ad un legno per volta, venire nella Cittadella. Ci si dice che essendo stato ciò segnalato a Garibaldi, questi ha ordinato che si apprestassero i viveri della detta truppa imbarcata. Speriamo che tal tentativo riesca e che la truppa suddetta riceva il nostro piego perchè se i Comandanti dei legni non vogliono trasportarla a Gaeta possono benissimo trasportarla nella Cittadella. Corre sicura notizia per Messina essere avvenuta una forte battaglia fuori Capua con immensa perdita dei garibaldini per varie mine scoppiate in mezzo al campo militare; speriamo che sia così!

Forte tafferuglio, dicesi, essere avvenuto in Palermo in dove si è proclamata la repubblica pura e semplice; tal notizia potrebbe verificarsi stante che sono ormai 5 mesi circa che il nostro Governo ha cessato di governare e non ancora la Sicilia si ha scelto un Capo o stabilito un Governo. Oggi è l'ultimo giorno in cui il Dittatore prescrive che dopo tal giorno tutti gli Uffiziali che non hanno presentato la loro adesione al nuovo regime s'intendono dimessi. Per tale avviso manifestato in stampa, se non fusse venuto il vapore prussiano, molti Uffiziali certamente sarebbero disertati per timore di perdere i di loro gradi, per la marcie rapide di Garibaldi e per avere S.M.(D.G.) abbandonata la Capitale, tanto più che correva voce che il Re si fusse imbarcato su di un legno spagnuolo e partito per la Spagna: il prussiano rassicurò a molti. Ad onta di ciò, il nostro Direttore di Artiglieria Maggiore Guillamat, che ha sua moglie in Messina, per aver ricevuto una lettera che sua moglie era fortemente inferma, dopo aver pianto per qualche tempo perchè molto ama la detta moglie, finalmente si è deciso di domandare un permesso al Generale per portarsi in Messina. Sono sicuro che sua moglie lo avrebbe fatto presentare al Generale nemico tanto più che hanno bisogno di Uffiziali facoltativi; all'oggetto, il Generale ha ordinato di imporre subito gli arresti di rigore al detto Maggiore, per il suo bene perchè, oltre ad essere un distinto Uffiziale Superiore di Artiglieria di ottimi ed onorati costumi e che da la sua parola d'onore di rientrare, pure l'affezione e l'amore che porta alla moglie l'avrebbe fatto cedere ai suoi voleri e tradire il giuramento dato. Così si è praticato per il suo bene essendo un Uffiziale Superiore che lo merita. D'altronte sono sicuro che il Generale Fabrizio non l'avrebbe fatto rientrare più nella Cittadella.- Apprendiamo da una lettera venuta da Messina trovarsi la Città quasi deserta perchè corre voce che siano di già sbarcati i prussiani e si pensa finanche che siano in Cittadella. Cosa fa la paura e la fantasia accesa!  Volesse Iddio che i prussiani si preparassero a soccorrerci, almeno diplomaticamente, ma essi sono molto distanti; per altro dai Siciliani si crede che qualche Potenza sia in nostro favore: il tempo lo dirà! In Città non vi sono che pochi garibaldini, forse quelli usciti dall'Ospedale, il resto sono masse siciliane comandate dal Generale Fabrizio, Governatore della Provincia di Messina.-

 

18 SETTEMBRE

Dal nostro telegrafo ci si avvisa che il Generale Fabrizio ha ricevuto ordine di portarsi subito in Palermo che trovasi in disordine per la proclamata Repubblica e che questi avrebbe risposto di non potere in nessun modo lasciare Messina in dove non vi sono che solo due battaglioni siciliani che difficilmente si possono reprimere.

Verso le ore 9 a.m. è giunto il vapore postale francese "La Messagarie"; con esso è ritornato il Maggiore Diversi che il giorno 3 corrente partì da questa per portare pieghi al Ministro di Guerra per rapportargli la nostra posizione ed i nostri bisogni e parimenti parlare al Re, cosa che non potè effettuare, quindi successivamente non ebbe più l'opportunità di ritornarsene , se non dopo tanti impegni e andirivieni. Egli ci assicura che Napoli è tranquilla mercè l'opera della Guardia Nazionale in di cui potere sono tutti i Castelli e l'ordine pubblico; che le famiglie dei militari non sono per nulla molestate come qui si supponeva il contrario; che il nuovo regime (almeno in apparenza) usa delle belle maniere sotto tutti i rapporti; che in Napoli vi sono circa 20mila garibaldini che nessun servizio prestano, che il porto è pieno di legni da guerra esteri di tutte le Nazioni ecc.- Per altro, per me, per quanto ho potuto interrogare il detto Maggiore, le sue notizie non sono affatto soddisfacenti perchè assicura che la Colonna delle Puglie siasi sbandata; L'attacco di Capua che credevamo essere disfatta tutta la forza di Garibaldi, non è stato che un semplice attacco di avamposti; che le Colonne di Garibaldi, passando il Volturno al di là di Caiazzo, lasciavano le truppe di fronte e si dirigevano per le Puglie passando per sopra lo Stato Romano; che nessuna Potenza, in fine, si era dichiarata in nostro favore fino al momento che è partito da Napoli e che nulla conosceva della spedizione della nostra Commessione a Gaeta. In sostanza, della grande speranza che avevamo della sua venuta per confermarci nella nostra illusione, tutto è svanito.

Ecco l'altalena di chi è assediato.- Fra le cose raccontateci dal detto Maggiore Diversi si è la partenza del Re di Napoli che fu di sera, sopra un legno da guerra spagnuolo e nell'andarsi ad imbarcare trovò tutti gli Uffiziali di Marina schierati che formavano ala al suo passaggio, oltre molti individui pagani che domandavano grazie, ad alcuni dei quali diede danaro, ad altri prometteva far grazia se Iddio benedicesse il suo ritorno; ma per nulla ha guardato gli Uffiziali di Marina. Ad uno di essi che si era avvicinato per baciargli la mano, il Re, nel ritirarlo pieno di sdegno, ha ad essi detto: "E come avete ancora il coraggio di presentarvi con me, voi che siete la causa di tutte le mie disgrazie e della ruina del Regno? Andate a farvi fottere!"- proposizione mai intesa uscire dalla bocca del Re! Molta pena è costata al Maggiore Diversi per partire da Napoli e rientrare in Cittadella; fu obbligato parlare al Ministro di Guerra Cosenz, al Direttore di Polizia, delle Poste ed altri. Vedendo infruttuosi tutti i suoi tentativi, finalmente si diresse a Garibaldi che, con molte gentili maniere, lo accolse, tanto più che militarmente gli parlò dicendogli che essendo stato spedito dalla Cittadella per commessione, il suo onore gli imponeva di ritornare a qualunque rischio o commessione; il che piacque al Dittatore che gli permise imbarcarsi sulla "Messagerie" dicendogli: "Conosco che siete un uomo d'onore e perciò devo domandarvi qualche cosa purché da uomo di onore mi dite la verita".

Al che il Maggiore rispose: "Quanto vi dirò è la verità, su quello che non posso palesare mi taccio!" Tal risposta fu molto gradita e, quindi, domandò chi erano i Comandanti in Prima ed in Seconda della Cittadella. Il Maggiore rispose: "Il Generale Supremo chiamasi Fergola, Generale di Artiglieria di ottimi costumi, ma fermo nel suo carattere, che dicendo si o no nessuno lo rimuove dal suo proposito",-"il Secondo come chiamasi?" -"de Martino: antichissimo Uffiziale Superiore di molta opinione perchè ha molte ferite e molte campagne. Sul suo conto può informarla il suo Generale Medici per aver servito nelle campagne di Spagna". Al che Garibaldi ha detto:

"Ah, de Martino...uomini di ferro!"

Ci si assicura parimenti che Garibaldi siasi portato in Palermo per gli sconcerti ed i fatti d'arme avvenuti per aversi proclamata la Repubbilca e che da Messina sia partita una Commessione per lo stesso oggetto. Buon principio per l'Unità d'Italia! Seguitano a venire da Messina quantità di commestibili di ogni sorta; la truppa spende molto, i gelati aumentano giornalmente e tutto quanto ci si porta dai venditori si smaltisce subito e con bastante guadagno, perfino i cambiavalute che per ogni sperlina si prendono 62 carlini. Ci auguriamo che questo stato di assedio sia sempre così; se ci mancassero i viveri, certamente non ci si manderebbe dal nemico tanta abbondanza che può dirsi di lusso ed è perciò che preghiamo Iddio che il Re abbia i mezzi per farceli pervenire! Dai detti venditori abbiamo appreso che questa mattina sono stati fucilati 11 individui, 3 garibaldini, 7 palermitani ed un messinese, imputati di varii reati e per aver ucciso un antico Impiegato di Polizia facendolo a pezzi con mille strazi ed oscenità. Altri 30 individui sono stati condotti alla Vicaria; il disordine e l'anarchia è al corrente, i due battaglioni siculi che sono in Messina naturalmente dovranno essere tutti servi di pena posti in libertà dai differenti reparti penali della Sicilia. Quest'oggi una fregata russa ha traversato il Faro. Dal Maggiore Diversi ci si dice che il Generale Ghio fu nominato Comandante di Piazza di Napoli da Garibaldi, ma che, nel partire da Napoli, aveva poi saputo che detto Generale, per ordine dello stesso Garibaldi, trovavasi in Castello!  Tutta la nostra Marina è riunita nei porti di Napoli e Castellammare; si pretendeva dal Dittatore di farla partire per Genova o altro porto del Regno Piemontese, ma ciò gli è stato impedito, che dice dagli inglesi, altri dai francesi, adducendo a motivo "Con quale bandiera viaggerebbe questa flotta? - Bubbole!!!  Nessuna novità vi è stata questa notte ai nostri avamposti. Ricorrendo oggi, domani e dopodomani le vigilie delle 4 tempora, si è disposto che la truppa non riceva prosciutto, ma bensì pasta,formaggio, oppure legumi.

 

19 SETTEMBRE 1860 – CITTADELLA

N o t i z i e

. Il Generale Garibaldi ha scritto a coloro da cui ha ricevuto mandato per le sue operazioni di inviargli oro a sufficienza essendo inestinguibile la sete dei Generali Napoletani;

. che il Maresciallo di Campo Pinedo avesse ricevuto 35mila ducati per cedere la piazza di Capua; essendosi trapelato da militari onesti ed attaccati ai loro doveri, che egli, fu obbligato a fuggire dalla piazza col pericolo di essere ucciso;

. che il Ministro di Guerra Pianell, creato Maresciallo di Campo a preferenza, siasi disertato e fuggito a Marsiglia asportandosi 135mila ducati appartenenti ai fondi della guerra. Mi sembra impossibile!

. Che i Capitani di Vascello Lettieri, Rodriguez, Flores, il Generale Salazar, anche di Marina, ed altri ad onta di aver tradito Francesco II, pur nondimeno Garibaldi non ha voluto accettarli a suo servizio; si crede per far piacere al Comitato di Palermo perchè i legni da loro comandati conferirono molto al bombardamento della Città;

. che i Gesuiti sono sortiti da Napoli e che nel monastero neppure i chiodi si sono rinvenuti, ad eccezione di alcune casse di

libri;

. che due compagnie dell'11° di Linea della guarnigione di Siracusa siano sbarcate in Napoli con armi e bagagli con banda in testa e siano state alloggiate al Quartiere di S.Potito. Si suppone essere quelli che hanno preso servizio con Garibaldi. La defezione di Siracusa, oltre al Generale Lo Cascio che ha tradito, se ne attribuisce anche la colpa al Colonnello Galluppi per connivenza o viltà. Intanto ci si assicura che porzione della guarnigione trovasi rinchiusa nel Castello che contiene molti viveri, stante che n'era provveduto per 4 mesi per 1.400 uomini; ora se nel Castello, a quanto dicesi, siano rimasti circa 300 uomini, avrà viveri per un anno! Quante anomalie e cose straordinarie avvengono in questa guerra, per sua natura, tutta nuova!

. Si ricevono due lettere agli avamposti, una diretta al Direttore del Genio De Nunzio, inviatagli da due Uffiziali del Genio disertori Tenenti Saint Paul e Del Bono, che reclamano il loro equipaggio lasciato nella Cittadella ed il loro soldo del passato mese di agosto. L'altra lettere diretta al Tenente Avena, anche del Genio, gli si manda dal Console Piemontese il quale gli dice che deve parlargli e dargli notizie ed imbasciate rimastegli da suo suocero Generale Lo Cascio (che ha tradito a Siracusa) e che qui fu di passaggio giorni dietro per trasferirsi in Napoli. Queste due lettere, essendo state aperte avanti al Generale ed a me dagli interessati, si è disposto di non rispondere!

. Per mezzo di lettere pervenute dalla Calabria ci si fa conoscere che Provincie di Catanzaro e Cosenza sono in rivolta inalberando

bandiera bianca!

. Il Generale Fabrizio è partito da Messina per Palermo avendo rimasto al comando delle truppe un Colonnello inglese al servizio delle masse garibaldine.

 

20 SETTEMBRE

Si è passata la notte tranquillamente senza alcuna novità. Si sono disertati due soldati della 2ª Compagnia del 3° di Linea.

Al Forte SS.Salvatore sono approdate le solite barche apportando viveri, frutta, suola di scarpe, cambio monete, negozianti di telerie, orologiai, insomma tutto quanto vi è in Città perchè il soldato spende quello che ha ed essendo il presidio di 4.500 uomini circa, oltre gli Uffiziali, molto introitano gli speculatori, nel mentre in Città, essendovi molta miseria, disordine e anarchia, nulla colà smaltiscono. Con le barche approdate questa mane al SS.Salvatore è venuta la domestica del Tenente Svizzero Prat, addetto al mio Stato Maggiore, la quale ha fatto raccapricciare tutti nel raccontarci lo stato i anarchia e disordine in cui trovasi l'infelice Città di Messina: un povero giovane, ieri, fu fatto a pezzi dai malviventi rimasti in Città in unione dei Palermitani usciti dalle galere. Tutte le Autorità sono fuggite; il Generale Fabrizio, che manteneva qualche ordine, è partito ed il Colonnello inglese rimasto con i due battaglioni siculi, per nulla si vede e di niente si incarica. La moglie di detto Tenente ha deciso di ritirarsi nella Cittadella pel timore di essere uccisa ad onta che sia messinese; e per tanto eseguire attende la venuta di qualche vapore postale per avere la scusa, imbarcandosi su qualche barchetto, che va al vapore, perchè se dalle persone torbide si viene a sapere che viene in Cittadella, certamente rischia la vita. Infelice Città! Della sua bellezza e amenità, rappresenta ora lo squallore della miseria e della morte! Quante anomalie e disgrazie rappresenta la infelice epoca che percorriamo, piena di avvenimenti per una guerra tutta nuova! Sembra un'epidemia che abbia invaso tutte le teste, anche quelle di buon senso! Noi assediati viviamo e siamo sicuri che lo stato presente non può durare per le lunghe e ci illudiamo di tante notizie svariate che ci pervengono. Intanto apprendiamo che tanti Generali e persone sennate anche in Napoli si danno al partito dell'annessione, nel mentre sembra impossibile a chi ha sangue freddo e senza spirito di partito e calcola le cose ed i particolari avvenimenti che succedono che questa annessione possa effettuarsi. Infelice Italia! Per servir sempre, o vincitrice o vinta! I pochi birbanti rimasti in Messina spacciano che si stanno costruendo nascostamente migliaia di scale per assaltare la Cittadella. Ecco come illudono la plebe a cui promettono il saccheggio della Fortezza, come se si potesse scalare senza calcolare i cannoni e le migliaia di soldati! Bentivegna, uscito dalle carceri si Siracusa, ora Colonnello di un reggimento siciliano a Milazzo, segnala al Ministro della Guerra in Napoli che i suoi Uffiziali sono malcontenti per non aver ricevuto i loro brevetti e premura che siano loro spediti. Parimenti si premura da Messina che i brevetti degli Uffiziali di artiglieria e genio e del Commessario di Guerra, disertori dall'Armata Napoletana (graziosa caratteristica).

Ciò ci si rapporta dal nostro interprete del telegrafo che osserva tutti i telegrammi da Palermo, Napoli, Messina ecc. Ci avvisa pure che il "Tangredi", nostra fregata a vapore con bandiera piemontese, ha imbarcato truppe di Garibaldi alle coste di Calabria, verso Nicastro, per sbarcarle altrove. Ci si conferma sempre più il rovescio o movimento rivoluzionario avvenuto in Palermo ed i partiti contrari tra Monreale, Misilmeri ed altri paesi vicini a Palermo. Povera Sicilia! Ed in qual triste posizione si troverà nell'inverno quasi vicino per qualunque governo la regge! I legni mercantili che avevano a bordo le truppe che hanno ceduto Siracusa e che trovavansi avanti Reggio, sono partiti per Napoli. Il Generale Lo Cascio che le comandava trovasi da qualche giorno in Napoli, ma non sappiamo quale vergognosa capitolazione o mercenaria convenzione avesse fatto per cedere la piazza di Siracusa senza essere investito.

Che infamia!  La fanfaronate che si contano in Messina, per quanto ci dicono gli speculatori che vengono a vendere da noi i loro generi sono che sabato, ossia dopodomani, verrà una squadra per impossessarsi della Cittadella alla scalata, senza conoscere che sotto i baluardi vi sono i fossi bagnati battuti dal mare di molta profondità, oltre a 250 pezzi di artiglieria, quasi tutti alla pexan da ottanta. La giornata si è passata tranquillamente chiacchierando, ciascun dicendo cosa aveva comprato al mercato volante che il nemico permette farci venti re dalla Città. Chi ha comprato vitella, altri insalata mischia, pesce o frutta, alcuni di aver cambiato monete d'argento con oro e lamentandosi del forte aggio del 3% e finalmente si è parlato della Nostra Commessione spedita a Gaeta che non torna essendo passato già molto tempo. Su di ciò molte coglionerie si sono dette, alcuni suppongono prevedere cose buone, altri tristi, infine ognuno ha profetizzato sull'avvenire. Gli individui addetti l nostro ospedale provvisorio a cui è permesso di portarsi in Città per comprare il bisognevole agli infermi, ci hanno raccontato di aver veduto il nostro Commessario di Guerra Guccione, da noi disertato, come pure il Capitano Palladino, ambedue con camicia rossa e sciabola per aver preso servizio nelle truppe di Garibaldi. Ma il Commessario di guerra, essendo molto basso di statura e bastante grasso, faceva una figura molto originale!

 

21 SETTEMBRE

Ieri sera fu di ritorno la barca che, con pericolo dei marinai e a forza di denaro, giorni dietro si spedì al Comandante di Piazza e Forte di Augusta rimettendogli l'ordine di S.M.(D.G.), ricevuto tramite il vapore prussiano, ingiungendogli di tenersi fermo a difendere la piazza fino agli ultimi estremi e di nulla oprare in contrario senza espresso ordine in scritto di questo Generale Comandante. In riscontro il Colonnello Tomson La Tour, Comandante della detta Piazza, rimette una balorda capitolazione fatta col Municipio della Città, senza la firma di persona alcuna. In essa si dice che la guardia di artiglieria resta per dare la consegna di quanto esiste nel forte; che 6 legni mercantili, scoratti a rimorchio da un vapore, ricondurrebbe tutta la guarnigione in Napoli, da ove le 4 compagnie del 15° di Linea, le due compagnie di Pionieri e la compagnia completa di artiglieria andrebbero a raggiungere i rispettivi Corpi; che la guarnigione non sortirebbe dal Castello che al momento dell'imbarco con armi e bagaglio, come pure gli Uffiziali con il loro equipaggio.- Una tal capitolazione, fatta con un municipio di una piccola Città composta quasi tutta da marinari, sembra così strana come tutti gli avvenimenti della presente guerra insurrezionale. La fortezza aveva viveri per 3 mesi per 300 uomini, ma ora si era aumentata a circa 1.000 uomini, però il detto presidio ha fatto la spesa in piazza fino al 13 corrente per cui per un mese avrebbe potuto restar fermo al suo posto fino al 12 dell'entrante. Il Comandante si scusa dicendo che erano finiti i fondi regii per fare il prest, che la diserzione aumentava, l'indisciplina ed, infine, tante altre ragioni che possono o non possono essere ammesse. Per altro se alla testa dei 600 uomini del 15° di Linea vi fusse un uomo fermo e di coraggio e non già il Maggiore Aldanese, uomo vile e di nessuna esperienza, certamente non avrebbe fatto accettare una capitolazione a tutte le altre ermi di simil natura, stante che la cessione di una Piazzaforte non dipende soltanto da chi la comanda, ma da un Consiglio di Difesa e massime da un Capo di Corpo.

Ecco la conseguenza di creare Uffiziali Superiori per antichità, qualunque sia la loro entità, morale, coraggio, talento ed esperienza, per cui non è strano se nel nostro esercito avvengono simili svergognatezze.-La capitolazione è avvenuta il giorno 17 del corrente mese. Cosa strana, però; la guarnigione deve ancora essere nel Forte perchè non vi sarebbe ove alloggiarla in Augusta e, quindi, certamente dovrà prestare servizio fino a rinvenire 6 legni ed un vapore per imbarcarli. Ma dove prendere o rinvenire questi mezzi? Per ora non ancora sono per qui passati, giacchè, non essendovi altra via di mare che per il Faro, solo da qui debbono passare. Che strane anomalie si succedono! Sappiamo da un marinaro, venuto da Napoli sopra legno mercantile, che le Potenze estere abbiano impedito che la nostra flotta sortisse dal porto di Napoli e che la Prussia l'avesse presa in consegna. Piacesse a Dio e fusse vero! Le nostre speranze si ravvivano, ma poco credito vi presto! I Calabresi che vengono da noi a smaltire derrate ci assicurano che a Reggio non vi sono che 30 garibaldini e che il Castello sia in potere della Guardia Nazionale; che molti garibaldini sono stati ammazzati, specie quelli che, forse, hanno attentato alle donne, ben sapendo quanto i calabresi ne siano gelosi.-I due fratelli Plutino, D.Antonio e D.Agostino, esiliati nel 1848 perchè capi di quella rivoluzione di Reggio, ora, uno è capo della Provincia e l'altro è Direttore e Amministratore in Reggio.

Il primo di essi, cioè D.Antonio, lunedì scorso si ha amputato una gamba per ferita ricevuta in combattimento.-Il Vescovo di Reggio è stato deposto, non dal Pontefice, ma dalle presenti Autorità temporali ed è stato sostituito dal Sacerdote Abbate Pelligani, molto compromesso nel 1848. Finalmente abbiamo appreso la morte del Colonnello Marchese Dusmet del 13° di Linea, avvenuta nel modo seguente: sbarcato Garibaldi dietro la Marina di Reggio (certamente col consenso dei Comandanti dei vapori della nostra Real Marina, tutti traditori), mandò lettera al Generale Gallotti, Comandante la Provincia, dicendogli che raccomandasse alla truppa di non battersi perchè lui in tutti i modo sarebbe entrato in Reggio e nel Castello. Il detto Comandante chiamò Dusmet che aveva il suo Reggimento a Reggio, sua patria, ed abitava in casa del suo Mellisano, capo dei Demagoghi; Il Dusmet assicurò al Generale Gallotti che si sarebbe battuto (così come assicurano tutti i Capi di distaccamento delle diverse Armi), mentre, precedentemente, aveva assicurato ai suoi parenti e paesani che non si sarebbe battuto contro Garibaldi. Nel suonarsi l'allarme e sortendo egli, a cavallo, dalla casa di Mellisano, nel voltare in un vicolo, un plotone di pagani gli fece addosso fuoco rimanendo ucciso lui ed un bel figlio, 2° sergente, che lo seguiva a piedi. Si vuole che gli stessi parenti gli avessero preparata tale infelice morte. Per quanto ci riferiscono i venditori che vengono a smerciare in

Cittadella, voci d'irritamento corrono in Messina contro gli Italiani, si minacciano nientemeno che un "Vespero Siciliano" contro di essi, così, come dicono, sia avvenuto in Monreale, vicono Palermo.

La bassa gente è disgustata per la gran miseria che vi esiste, perchè la mono d'opera non travaglia ed il commercio per nulla esiste.-Cosa avverrà in questo inverno con le campagne devastate, i proprietari e negozianti oppresso da tanti balzelli e tanti servi di pena usciti dalle carceri che rapinano e commettono prepotenze e ricatti?-La subitanea partenza da Messina per palermo del Generale Fabrizio ci fa credere che qualcosa di sinistro sia colà avvenuto, essendo questo Generale uno dei Luogotenenti di Garibaldi!-Non cessiamo di essere in pensiero per la Commessione spedita al Re in Gaeta e che non ritorna. Che sa qual che ne sarà la causa!

 

22 SETTEMBRE

Dal nostro telegrafo si intercetta che il Comandante del Forte di Scilla segnala al Comandante delle truppe garibaldine che ieri disertarono 40 Pionieri, di quelli che passarono al loro servizio e che gli altri sono riuniti in complotto per disertare; eguale segnale si è fatto per tutta la linea fino a Palmi avvisando tutte la Autorità di arrestarli. Corre voce che Garibaldi sia in Messina reduce dal porto di Palermo in dove non gli hanno permesso di sbarcare temendo che abolisse la proclamata Repubblica e che il Generale Fabrizio, partito da qui, neppure sia stato ricevuto in Palermo. Queste notizie le credo del tutto false perchè sembra impossibile che Garibaldi avesse abbandonato l'Armata e le sue operazioni, stante che il solo suo prestigio fa operare le sue masse; intanto bisogna confermarle come vere onde maggiormente migliorare lo spirito della guarnigione ed inspirare in essa fiducia e speranza per la buona riuscita della causa del nostro Sovrano! Alle ore 11 a.m. è entrato nel porto un piccolo legno a vapore con bandiera piemontese;immensa folla di popolo si è accalcata alla marina, ma con silenzio si è ritirata, come abbiamo osservato dai nostri baluardi.-Verso le ore 22 ½, altro vapore piccolo con la stessa bandiera è entrato nel porto ed ha sbarcato molti feriti che si credono tutti messinesi; non sappiamo da ove pervengono. La fregata inglese è stata rilevata da altra fregata della stessa Nazione; il solito vascello francese seguita a restare nel porto. Verso le ore 23 vi è stata gran rivista alla marina di circa 4mila garibaldini; non abbiamo potuto distinguere il Generale che li passava in rassegna. Egli aveva presso di se 5 Ufficiali di Stato Maggiore.

Dopo la rassegna, tutta la truppa si è ammassata al Largo Real Alto, e da lì si è, poi, forse, portata ai rispettivi quartieri non essendo più ritornata per la marina. Le vaghe notizie che riceviamo in giornata, alle quali non si deve prestar molto credito, sono che Garibaldi a Capua abbia perduto circa 10mila uomini; che tutti gli ospedali di Napoli siano pieni dei suoi feriti e che Capua sia in suo potere. Ciò si stenta a credere perchè se fosse vero si avrebbe veduto Messina illuminata, come anche Reggio, così essendo la consuetudine quando avviene qualche azione vantaggiosa per i garibaldini (Reggio, Scilla, Monteleone e l'entrata a Napoli). Andiamo a dormire con molta speranza perchè il nostro telegrafo ci avvisa che un vapore proveniente da Napoli è a 25 miglia dal Faro con prua alla nostra volta, il quale entrerà nel porto verso le ore 3 di notte. Tutti sperano sia nostra Commessione spedita a Gaeta che ritorna con buone notizie e viveri.- Chi sa se le nostre speranze non restino deluse!!!

 

23 SETTEMBRE

Alla punta di giorno tutti montano sulle batterie per osservare se il vapore giunto ieri sera a notte avanzata fusse il legno che conduceva a noi la Commessione spedita al Re in Gaeta, e mentre credevamo deluse le nostre speranze perchè quel vapore era garibaldino, dal nostro vapore ci si avvisa che altro vapore proveniente da Napoli era vicino ad entrare nel Faro. Ed in effetti, dopo qualche ora, è giunto il vapore francese "Il Pitias" che conduceva la nostra Commessione reduce da Gaeta, la quale annunciava a questa guarnigione il gran contento di S.M.(D.G.) pel modo lodevole come si comportava, ed il piacere col quale ha ricevuto la Commessione da qui spedita, col presente ordine del giorno dettato dalla prefata M.S.

 

ORDINE DEL GIORNO PER LE TRUPPE ESISTENTI NELLA CITTADELLA DI MESSINA

 

SOLDATI!

Lungi da voi e dai bravi Uffiziali che vi comandano, sento vivamente il desiderio di esternarvi la mia soddisfazione pel contegno militare e pel buon volere di tutta la guarnigione mostrata nell'attuale circostanza. Gli stenti e le fatiche durate e quelle che probabilmente proverete nel tratto a venire accresceranno gloria a voi, reputazione alle Armi Napoletane. State anzitutto ubbidienti ai vostri Superiori: è questo il primo elemento della Vittoria! Rammentate che son Re soldato e che, educato in mezzo a voi, palpito di gioia allo annunzio della dei vostri successi e rammentate pure che siete chiamati a difendere una Fortezza istorica. I miei pensieri saranno per voi! Coraggio adunque, il Cielo benedica le nostre armi ed un giorno potrete con orgoglio dire: "Io fui nel 1860 tra i difensori della Cittadella di Messina"

Gaeta 14 settembre 1860 F.to Francesco

 

Con l'istessa Commessione la pregiata M.S. Mi ha fatto pervenire il brevetto di Generale del Real Esercito rimanendo al comando della

Cittadella di Messina ed il Ministro di Guerra con data del 19 corrente lettera n°127 mi scrive quanto appresso:

 

AL SIGNOR COMANDANTE

LA CITTADELLA DI MESSINA

D.NICOLA DE MARTINO

 

Ella qual vecchio Soldato maturato dalla esperienza e versatissimo delle conoscenze militari non ignora certamente di quanta grave importanza sia la conservazione di cotesta Piazza il di cui Comando è stato meritevolmente a Lei affidato. Sebbene io sia più che convinto, in vista della chiara opinione ch'Ella gode nell'Armata, che nulla sarebbe necessario inculcarle per la conservazione di codesta Cittadella, pure nello interesse di compiere esattamente i voleri del nostro clementissimo Sovrano, le ingiungo quanto segue. A qualunque costo, sia anche col glorioso olocausto della propria vita, dovrà tener ferma la conservazione della Fortezza, la quale dovrà cedersi nel solo, unico e lontanissimo caso che, dopo aver sostenuto con tutte le forze un assalto in seguito di essersi aperta la breccia si resti sfornito di trinceramento interno.-In una parola, la Piazza potrà cedersi nei soli casi previsti dalla Reale Ordinanza di Piazza.- Compio pure la Sovrana volontà di esternarle con piacere la completa soddisfazione Sovrana pel modo lodevolissimo ed esemplare cui adempie ai propri doveri, ed io sono lieto di annunciarle il compiacimento del Re.- Piacciate a cotesto distinto Sig.Fergola che la predetta M.S. Ammira con rimarchevole piacere lo zelo e la sua solerzia, e se l'operosità da lui dimostrata nella circostanza, sono conseguenze del costante attaccamento che in tutti i tempi ha fatto mostra, oggi più che mai si è reso degno della Sovrana particolare considerazione.- Si cerchi infine di provvedere la Piazza di viveri ed altro necessario alla difesa, ritenendosi che uno dei mezzi più efficaci per ottenere lo scopo si è quello di minacciare Messina.

Infine La prego di esternare ai Sigg. Ufficiali, Sottoufficiali e Soldati componenti la guarnigione di cotesta Piazza il Sovrano compiacimento per la esemplare condotta e perfetta disciplina serbata dai medesimi e vado sicurissimo che tutti vorranno apprestare le loro forze per secondare le di Lei premure che altro non sono che i comandi di S.M. Il RE (D.G.).

 

IL TENENTE GENERALE

MINISTRO SEGRETARIO DI STATO-PRESIDENTE DEI MINISTRI

F.TO CASELLA

 

La Commessione ci ha narrato il sommo piacere provato da S.M. Nel presentarsi a lui e la grande soddisfazione dimostrata  nell'apprendere come si era comportata e si comporta la guarnigione della Cittadella, nel mentre vedesi tradito da tutti coloro a cui era affidata una fortezza, come Siracusa, Augusta, Pescara è da per tutto è stato tradito, nonchè dall'intiera Marina. La clemenza di S.M., infine, con l'ordine del giorno del giorno 14, lo ha ben dimostrato, come anche verbalmente. I nostri Uffiziali della Commessione ci hanno raccontato l'azione avanti Capua, la dirotta dei garibaldini avanti la Piazza e il gran numero dei prigionieri fatti al di là di Caiazzo e mille altre cose per noi vantaggiose e per la buona causa troppo giusta che difendiamo. Avendomi il Capitano dello Stato Maggiore Guillamat (che ha accompagnato la Commessione) detto che S.M. soffriva molto a Gaeta pel cattivo vino che beve, mi son fatto dovere di inviargli due barili di vino della riserva, e propriamente quello di dieci anni che ho fatto distribuire alla Piana Maggiore.- Le truppe nemiche in Messina, malcontente delle notizie pervenuteci per la Commessione reduce da Gaeta, ha creduto imporci con attaccarci quest'oggi verso le 2 ½ p.m. nel piano di Terranova. Al semplice grido di "Allarme" tutti eravamo al nostro posto: vi è stato un fuoco bastantemente forte di fucilerie e boccacci da parte del nemico e da qualche casa, per cui sembrandomi troppo noioso ho ordinato al Forte D.Blasco di tirare qualche granata e qualche colpo di mitraglia, come pure ha praticato il Sig. Generale Fergola che trovavasi sopra la lunetta Carolina. Qualche granata ha incendiato qualche abitazione; dopo una dozzina di cannonate il fuoco è cessato e gli avamposti del bivacco hanno ripreso le loro posizioni. La truppa di avamposto del 3° e 5° di Linea si è molto ben battuta con molto entusiasmo, perchè poco ubbidienti al tocco della ritirata dal piano per far agire l'artiglieria, perchè erano decisi di voler entrare in Messina. Sono stato obbligato a mandare degli Uffiziali per farli rientrare.

I nostri soldati sono veramente accaniti contro il nemico. Due soli dei nostri soldati sono stati feriti; del nemico non sappiamo perchè la nostra mitraglia ha traversata la grande strada d'Austria. Il detto vapore "il Pitias" è partito verso le ore 24 ed ha imbarcato circa 40 Compagni d'Arme che conduce a Gaeta.

 

24 SETTEMBRE

Verso le ore 2 ½ dopo la mezzanotte si è chiamato all'arme; la truppa di tutte le armi si è portata ai siti indicati ma non c'è stato altro che uno scambio di fucilate agli avamposti, per cui, dopo circa un'ora, ci siamo ritirati.- Per le cannonate di ieri nessun venditore è venuto in Cittadella, nemmeno quello della neve; mi auguro che non durerà molto perchè gli stessi venditori reclameranno presso le Autorità garibaldine per venire a smerciare le loro derrate.- Alle ore 8 a.m. circa si è chiamato di bel nuovo all'arme; la stessa cosa: poche fucilate e, quindi è cessato il fuoco. Ciò nonpertanto la truppa si è defaticata perchè non trova riposo. Per altro mi ha fatto piacere perchè sembra che le cannonate di ieri e le fucilate di oggi abbiano voluto solennizzare la mia promozione a Generale!  Alle ore 11 a.m. si sono presentati agli avamposti con bandiere spiegate il Comandante del vascello francese e quello della fregata inglese con i rispettivi Consoli. Sono sortito in unione al Generale Fergola a riceverli. Gli stessi si sono lamentati dei colpi di cannone che si sono tirati in Città. Essi, inoltre, adducono che alle fucilate si può rispondere con le stesse armi, mentre ai colpi delle granate si può ruinare la Città. Ho detto loro che i nostri soldati mal soffrono che siano loro tirate le fucilate per cui subito rispondono e che i colpi di cannone si sono tirati perchè dal nemico non si fa solo uso si fucili ma anche di boccacci che hanno una portata più lunga del fucile . Al che il Comandante francese ha risposto che essi erano nel porto per difendere i loro interessi ed i loro connazionali e che se la Cittadella vuol tirare ne fussero preavvertiti per far allontanare dal porto i loro legni mercantili. Le discussione si è molto portata per le lunghe e, finalmente, ho loro detto essere conveniente che si dirigessero dal Comandante della truppa in Messina onde proibire che i Siciliani o i pagani venissero ad insultare i nostri posti avanzati e che poi dicono che sono sempre i nostri che hanno provocato. Finalmente il Comandante francese mi ha anche detto che l'esultanza dei nostri soldati di ieri proveniva dalla venuta della Commessione da Gaeta per le buone notizie che ci avevano recate e che si augurava che fussero vere, stante che lui temeva che in giornata Capua fusse occupata da Garibaldi. Gli ho risposto che i dati della guerra sono sempre dubbi, per altro noi della Cittadella non ci occupavamo di altro che di difenderla. Mi ha detto pure che i nostri soldati non sono troppo subordinati essendo stato di ciò assicurato dai nostri Uffiziali. Ho risposto ciò essere falso e nè lui come francese poteva tener conto di quanto asserivano nostri Uffiziali disertori, credendosi nella loro viltà e farsi merito col nemico nell'asserire menzogne. Ci siamo licenziati promettendo che non si sarebbe più tirato col cannone se non aggrediti con la stessa arma e che in caso dovessimo agire con tale arma ne sarebbero pervenuti. Ieri e stamane, nel tuonare i cannoni della Cittadella, più di cento barchette cariche di donne e pagani si sono poste intorno al vascello francese e che sa quante preghiere hanno fatto al Comandante per farlo venire a trattare, come ha praticato.-

 

25 SETTEMBRE

La notte si è passata senza novità.-È giunto da Napoli il vapore postale "La Messagerie"; abbiamo mandato su detto legno un nostro Uffiziale al quale il Comandante, ingenuamente, ha detto che Garibaldi è stato battuto, ma ciò non avrebbe impedito che potesse prendere la Piazza di Capua. Avendo il detto Uffiziale girato sul legno per attingere ulteriori notizie, un passeggero, chiamato in disparte, gli ha detto: "Io sono il Capitano di Marina Greco G.A. Vappindaka, molto affezionato al vostro Re. Tenetevi forte nella Cittadella; Garibaldi per ben due volte è stato battuto sotto Capua; la quantità di feriti che ha è immensa. S.Maria C.V., Caserta, Aversa sono piene di suoi feriti, i corridoi del Palazzo Reale di Caserta lo sono a ribocco. Le immense requisizioni che si fanno di materazzi e lenzuola ed altro hanno disgustato tutti quei paesi circonvicini. I Siciliani si ritirano, i Calabresi sono quasi disciolti protestandosi di essersi ingaggiati per la guerra delle montagne e non già avanti la Piazza. Garibaldi ha dimesso il Ministero in Napoli volendone formare altro repubblicano, con a capo un certo Agresta. A Napoli i Luciani non lasciano passare alcun garibaldino per S.Lucia perchè li ammazzano". Infine un mondo di buone notizie che mi auguro tutte si verifichino. Il detto greco ha dato all'Uffiziale un biglietto da visita per sapersi il suo nome e dirmi che scrivendo al Re avessi parlato di lui. Licenziandosi ha detto al Tenente: "Tenetevi fermi nella Cittadella perchè tutto andrà bene in favore del Re".

Questa mattina, verso le 8 a.m., alcuni pagani, nel venire dai Giardini per portare a vendere pomidori e verdure ai nostri avamposti del Forte D.Blasco, sono stati fatti segno di 4 colpi di fucili senza offenderli; i nostri non hanno risposto. I pagani sono venuti lo stesso da noi a smaltire i loro generi. Nel portarmi sopra luogo, ho fatto caricare a mitraglia i pezzi di Lunetta Carolina e quelli di D.Blasco.  Dal Governatore di Messina si sono fatte evacuare dai Giardinieri tutte le piccole casette sparse lungo i Moselli ed i giardini contigui al Forte D.Blasco; non sappiamo se vogliono colà costruire qualche batteria come fecero nel 1848 (lo che non credo). Suppongo, piuttosto, per non farci pervenire pomidoro, verdura e frutta che quei coloni ci vendono. Parimenti si è proibito alla grande quantità di venditori di più approdare al Forte SS.Salvatore, credono con ciò di affamarci. Ciò per un paio di mesi ci da poca pena avendo viveri e grano a sufficienza. Per altro può dirsi che i reclami dei venditori otterranno di ritornare a fovorirci, stante che giornalmente si portano a casa dai due a trecento ducati; e non sono solo i venditori di commestibili quelli che vengono, ma anche orologiai, argentieri, cambia monete, venditori di telerie, sale, corde, scarpe, calze ecc. Tutti comprano perchè i 4.500 soldati e gli Uffiziali hanno danaro a sufficienza per la doppia diaria che godono, oltre la razione di viveri. Quest'oggi nessuna barca è venuta da Messina. La Città di Reggio, per telegrafo, ha chiesto permesso al Governatore di Messina di fare una salva in occasione della solita festa annuale che fa. Si è risposto che non conviene. Da noi si crede che tal divieto dipenda dal fatto che gli affari di Garibaldi non vadano bene.-

 

26 SETTEMBRE

Verso un ora e mezza dopo la mezzanotte si è chiamato all'arme dalla fazione del Forte D.Blasco; la truppa si è portata ai posti assegnati. Dai Giardini ove ieri il nemico fece sgombrare tutte quele casette si sono tirati alcuni colpi di boccacci e bastanti colpi di fucile, ma essendosi tirate da detto forte alcuni colpi a mitraglia ove si vedeva, per la luna, più gente riunita, si è cessato immediatamente.-

Poco dopo, la truppa, che dorme sempre vestita, si è ritirata nelle rispettive caserme.- I due colpi di mitraglia, credo che non abbiano fatto molto bene al nemico.

Questa mattina è cominciata la istruzione delle granate a mano per tutta la truppa. Verso le ore 11 a.m. si sono presentati di bel nuovo i Comandanti del vascello francese e della fregata inglese con i rispettivi Consoli lamentandosi che dopo di aver noi promesso di non tirar più cannonate, questa notte abbiamo [...] alla nostra parola. Al che ho risposto: "I colpi di cannone non sono stati tirati in Città, ma bensì dalla parte dei giardini contigui alla fortificazione, perchè avendo le nostre sentinelle avanzate veduto inoltrarsi molte persone che hanno tirato delle fucilate, è stato gioco forza adoperato il cannone, per convincervi, favorite ad osservare la posizione". Dopo aver osservato, han detto: "Avete ragione! Tirate da qui quanto volete, nè noi v'impediremo di bombardare la Città, purché ci preveniate con anticipo per salvare i nostri connazionali e i loro interessi". Ho detto parimenti al Console francese che, giusta la convenzione, noi avremo il diritto di mandare in Città per fare la spesa dell'ordinario per la truppa e che ciò non facciamo per evitare

collisione ed inconvenienti, non con gli italiani, ma con i siciliani e i nostri Uffiziali disertori, capaci di qualunque cosa pur di non aver testimoni della loro viltà. D'altronde noi di nulla manchiamo, avendo viveri per lungo tempo ed anche vaccine che non mancano di erbaggio nella vasta pianura di Terraniera ed anche fieno riposto.

D'altra parte è stata una viltà non mandare più i venditori a smaltire viveri ed altri oggetti che facevano vivere la bassa gente di Messina che giornalmente si portava a casa sempre 2 o 300 ducati. Per ora, meglio per noi che guardiamo al denaro!

Per segno telegrafico da Caserta, Garibaldi ordina a Palermo di spedirgli con la massima sollecitudine un battaglione di fanteria. Si è passata la notte senza novità.

 

27 SETTEMBRE

Dal nostro interprete telegrafico si fa conoscere essere stato segnalato a tutta la linea garibaldina – da Napoli a Palermo – di essersi disertati 800 ergastolani dell'isola di Santo Stefano e che si prendessero tutte le precauzioni per non farli sbarcare pel continente.

Non essendo venute ieri le barche da Messina, si ammazzò una vaccina da servire per ieri e per oggi per gli infermi del nostro ospedale e per i Generali. Si dice che vi è ordine di demolire il Castello di Reggio e che il Cavaliere Morsellino – famiglia ricca del paese – abbia offerto 8.000 per costruirvi un palazzo; forse l'otterrà perchè hanno bisogno di denaro.

Alle ore 22 è giunto un vapore a servizio del nemico, sembra "il Pompei"; dalle notizie attinte da un marinaro si è appreso che S.Marina C.V. sia stata incendiata per metà e che siano morti 11mila garibaldini. Sebbene la cifra sembra alterata, pure è sicuro che bastante perdita ha dovuto avere Garibaldi; altri dicono che tal perdita sia tra i nostri e quelli del nemico.

La forza che domanda Garibaldi per telegramma, cioè 600 volontari da Reggio, un battaglione da Trapani ed altro da Palermo, non si sa dove sbarcherà.-Vi è grande allegria fra i nostri soldati perchè corre voce che S.M. ieri abbia fatto la sua entrata in Napoli, ma non essendosi potuto verificare da chi sia venuta tal notizia, non vi è a prestarvi fede. Quello che però incomincia a darci da pensare si è che il tempo passa ed i viveri si consumano e, ad onta che S.M. conosce che ne abbiamo fino al 15 dell'entrante mese, pure è da temersi se abbia mezzi come potercene inviare. Trattasi di 4.500 uomini.

Faccia Iddio!

Dal telegrafo nemico apprendiamo che il Generale Fabrizio da Napoli ritorna a Palermo.

Si sospetta che in Città, da qualche punto dominante, si costruiscono batterie per abbattere la Cittadella; nulla però da noi si osserva di positivo; nessuno dei nostri entra più in Città, nè alcuna barca di venditori è più venuta da noi.

 

28 SETTEMBRE

Ieri alle ore 3 di notte dal Palazzo Siracusano si è tirato un colpo di fucile all'avamposto Pagliara e, alle ore 4 ½, dai Moselli si è tirato dal nemico un colpo di boccaccio alle sentinelle del Forte D.Blasco. I nostri per nulla hanno risposto per maggiormente dimostrare quanto sono buffoni se pretendono prendere la Cittadella con i fucili! Avendo fatto notare al Direttore del Genio, con eccellente cannocchiale, tutti i ponti e sbocchi della Città, mi ha assicurato che in alcuna parte vi è traccia di voler piazzare cannoni o formare batterie. Nessuna barca di venditori è venuta in Cittadella!

 

ORDINE DEL MINISTRO DI GUERRA DATATA 14 SETTEMBRE DA GAETA

"Il Brigadiere D.Luigi De Benedictis per la sua riprovevole e disleale condotta militare, per volere Sovrano, resta destituito dal suo grado come ribelle e reo di alto tradimento viene sottoposto sotto processo in contumacia diudicandosi dal competente Consiglio di Guerra.

I Marescialli di Campo D.Giovanni Battista Vial e D.Filippo Flores ed i Brigadieri D.Nicola Melendez, D.Giuseppe Caldarelli, D.Francesco Buonanno e D.Giuseppe Ghio vengono sottoposti al competente Consiglio di Guerra per essere giudicata la di loro condotta."

 

29 SETTEMBRE

Questa notte in Città vi sono stati canti e suoni per la notizia che si fece correre che Garibaldi era entrato in ancona e che Capua aveva capitolato. Vi è stata illuminazione alla sola municipalità, per cui ci è sembrata una cosa forzata; noi nulla sappiamo di positivo per cui siamo agli eventi essendo perfettamente senza comunicazioni.

Verso la mezzanotte è entrato nel porto un vapore di guerra piemontese. Alcune barche, con commestibili e verdure, venivano verso di noi per smaltire la merce, ma giunta alla metà del porto una barca spedita da Messina le ha fatte ritornare. Credono così di affamarci, ma noi siamo provveduti di viveri fino ai primi di novembre.

Tre grossi colpi di boccaccio sono stati tirati questa notte in vari punti della Città, non diretti ai nostri avamposti, ma per far festa alle favorevoli notizie che corrono per la loro causa. Segnalazione da Napoli a tutti i Governatori in Calabria e in Sicilia: "I PIEMONTESI HANNO CONQUISTATO ANCONA E S'INOLTRANO NEGLI ABBRUZZI."- Alle ore 8 ½ a.m. è giunto nel porto il vapore "L'Archimede" proveniente da Napoli; ha trasportato pochi passeggeri pagani e 4 Uffiziali garibaldini. Messina è deserta.

Molti legni esteri sono entrati nel porto, e tra questi un legno da guerra americano. Tutti vanno e vengono nel Faro, intanto noi nulla sappiamo. O per qualche notizia non sicura o per quanto il nostro interprete del telegrafo può intercettare dai telegrammi del nemico, pare che tutto vada a vantaggio di Garibaldi per i continui soccorsi che riceve dalla Sicilia in uomini e danaro. Intanto la notizia ricavata dal telegrafo nemico che Ancona sia stata occupata dalle truppe piemontesi e che s'inoltra verso gli Abbruzzi troppo ci affligge. Consideriamo che il Re potrebbe essere attaccato alle spalle, stante che se l'infame Generale De Benedictis che comanda negli Abbruzzi si è dato al nemico e la Piazza di Pescara ha ceduto, è segno che Garibaldi già tiene a se quelle tre Provincie che sicuramente saranno insorte e regolate dai Comitati. Povero Sovrano, da tutti tradito, fino da quelli della stessa Famiglia e dai proprii zii! Guerra straordinaria è questa, unica nell'istoria! Tradimenti così generali che fanno raccapricciare. Se la deficienza dei Generali vuolsi attribuire ad ignoranza o poca esperienza perchè creati Generali per antichità e non per talento militare, come scusare l'intiero Corpo di numerosi Uffiziali di Marina, tanto beneficati dal presente e passato Sovrano, in modo che altro legno non ha seguito il Re a Gaeta che la sola fregata a vela "La Partenope" col solo Comandante e 3 guardiamarina! Ecco tutta la flotta che ha il Re e circa 3 o 6 Uffiziali, se pure vi sono! Chi sa come finirà questo dramma così complicato.  

In Città vi è illuminazione alla municipalità; buone notizie il nemico avrà ricevuto!

Questa mattina si è fatta uccidere altra vaccina per i nostri infermi, per i Generali e gli Uffiziali.-

 

30 SETTEMBRE

Da Napoli il Dittatore ordina imbarcarsi tutta la truppa che trovasi in Sicilia per Napoli: lo squadrone di cavalleria da Palermo e i due battaglioni di fanteria; da qui, questa notte, su  di un vapore è partito il battaglione venuto da Trapani.

Fino alle ore 7 di notte vi è stata gran festa da ballo alla Borza con grande illuminazione per festeggiare l'entrata dei Piemontesi in Ancona.

Durante la notte i nostri avamposti non sono stati per nulla molestati. Corre voce che il Generale francese La Moresiere, al servizio del Papa, con la sua truppa ha preso posizione tra Pontecorvo e Benevento.

Chi sa se si verifica; noi tutto dobbiamo credere perchè senza comunicazione ufficiale e senza rapporti con chicchessia. Dobbiamo stare alle chiacchiere che si raccontano per far passare la noia dell'assedio!  È giunta "La Messagerie": le notizie che abbiamo potuto ricevere sono contraddittorie, e cioè: che avendo S.M. fatta fare una sortita dalla Piazza di Capua a 16mila uomini, questi, dopo aver inseguiti i garibaldini, per manovra fatta da Garibaldi, avendo fatta sortire dai due fianchi la sua truppa, i 16mila uomini sono tutti rimasti prigionieri di guerra con molti morti e feriti.

Altra notizia, poi, che Garibaldi abbia avuto molta perdita e che perciò richiama in Napoli quanti uomini si trovano in Sicilia. Noi rinchiusi in questi baluardi con pazienza riceviamo tutte le notizie, o buone o cattive, senza essere sicuri quali siano le vere.

È giunto ancora nel porto il vapore postale "Luca di Calabria"; il Tenente dei nostri lancioni, per mezzo di un marinaro colà imbarcato, ha ricevuto una lettera da Napoli con data del 25 che gli da notizie che Garibaldi è stato battuto replicate volte sotto Capua e che egli dai cannonieri di marina vuol formare un battaglione di artiglieri per condurla alla presa di Capua e che questa novità ha prodotto molta diserzione e tutti si presentano a Gaeta. Mille altre notizie si sono sparse, tutte a seconda come ognuno desidera. Certo è che di positivo nulla sappiamo!

 

1°OTTOBRE – Cittadella di Messina

Durante la notte i nostri avamposti per nulla sono stati attaccati. Un soldato del 5° di Linea, di servizio al bivacco, è stato dato per disertore, ma si suppone che essendosi portato imprudentemente nei giardini per prendere qualche frutta o verdura sia stato preso dai posti avanzati del nemico. Seguitano ad imbarcarsi garibaldini su di un vapore per rinforzare l'Arma sotto Capua.- In giornata vi è stata una forte diserzione; si sono prese maggiori precauzioni per evitarla.- Dicesi che in Messina, dal Governatore Militare, si sia dato ordine ai posti avanzati garibaldini – pena la morte – di non tirare fucilate sui nostri soldati di fazione agli avamposti.- Sono le ore 3 di notte e dalla Cittadella si sente un continuato fuoco dalla parte di Villa S.Giovanni, lungo la spiaggia di Calbria, fino alle vicinanze di Pizzo e di Reggio; intanto non può supporsi qualche festa popolare a Reggio o altrove, altrimenti si scorgerebbe illuminazione, giusta il consueto in simili circostanze. Sono le ore 4 di notte e finora non abbiamo osservato che un fuoco di fucilerie verso la spiaggia di Calabria, per l'estensione di qualche miglio, e diversi colpi di cannone e boccaccio molto all'interno dalle montagne. Non sappiamo a che attribuire untal fuoco perchè privi di notizie; per altro, questi avvenimenti di distraggono alquanto dalla penosa noia in cui viviamo, senza nulla sapere del mondo politico per essere privi di fogli. Nel curioso assedio in cui viviamo, il non tirar cannonate e ricevere seri attacchi ci fa vivere in una monotonia peggiore di qualunque disagio.- Alle ore 5 ½ è giunta una barca da Reggio che approdando alla Sanità, a voce alta, tanto che si sentiva al Forte SS.Salvatore, ha proclamato che Capua era stata presa e arresa. All'istante tutte le campane di Messina, per più di due ore, hanno suonato a festa e, da Reggio fino a Gallo, Villa S.Giovanni, Pizzo, per l'estensione che si scovre e si sente dalla Cittadella, hanno seguitato il fuoco fino all'interno delle montagne.

Tanto è stata la esultanza generale di quella Provincia! Ecco svanite tutte le nostre speranze e le nostre illusioni! A meno che ad arte non si abbia fatto spargere tale notizia...e ciò potrebbe anche essere un'illusione!

 

2 OTTOBRE

Alle ore 9 ½ è giunta nel porto "La Messagerie"; si è mandato a bordo un nostro Uffiziale il quale ha domandato ala Comandante notizie di Napoli ricevendone risposta che la Capitale era tranquilla ma che nel partire, per lungo tratto di tempo, aveva inteso che per le strade di Napoli si batteva la generale. Detto Uffiziale nostro, poi, è stato chiamato da un gentiluomo che, in pubblico, gli ha detto: "Che cosa fate più nella Cittadella? Perchè non la cedete, il Re non è più a Capua, tutto è finito, Francesco II non regna più", quindi sotto voce gli ha detto: "Portatevi nel mio camerino n°2 che da qui ad un quarto d'ora verrò a parlarvi". Passato tale tempo, al posto indicato, il detto gentiluomo ha detto al nostro Uffiziale: "Io sono il Capo dei Gesuiti di Napoli e col Padre Provinciale, travestiti ci portiamo a Malta. Tenetevi saldi nella Cittadella che sarete soccorsi. Gli affari vanno bene! Garibaldi è stato replicate volte battuto sotto Capua". Gli ha detto, parimenti, che a Capua un Capitano di Artiglieria aveva inchiodato 12 pezzi di cannone per dove doveva passare la Colonna di Garibaldi, ma che il Re, avvertito a tempo, li fece rimpiazzare da altri 12 pezzi da 80, di maniera che, avanzatesi le colonne garibaldine sicure di entrare libere da quella parte, nel giungere a tiro di pistola, i 12 pezzi  vomitarono la morte a colpi di mitraglia.

Tirarono per tre volte consecutive producendo al nemico significatissima perdita . Dopo l'azione, un Consiglio di Guerra condannò a morte il Capitano e l'esecuzione ebbe subito luogo. Disse, altresì, che Napoli era tranquilla e che si speravano buoni risultati. Verso le ore 10 a.m. si è avanzato un parlamentare portando una lettera al Generale Fergola direttagli dal Governatore di Messina nella quale gli si diceva che le vittorie di Garibaldi progredivano immensamente e che avesse riflettuto alla sua posizione ed a quella della guarnigione e che oramai era tempo di cedere la Cittadella. Si è risposto a voce, per mezzo di un sottouffiziale, che alla lettera non si deve risposta. Quest'oggi, verso tardi, si sono imbarcati altri soldati garibaldini.

 

3 OTTOBRE

Questa mattina si è pervenuto il Comandante di Piazza a Messina, Sig.D'Antoni, che dopodomani la Cittadella avrebbe eseguito tre salve in occasione del nome di Francesco II; eguale prevenzione si è fatta ai Comandanti di vascello francese e della fregata inglese.

Ho ricevuto i fogli di Francia "Le Costitutionnel" e "Le Gazzette du Midì" inviatimi dal Comandante la fregata inglese. Dai detti fogli ho appreso l'antagonismo del Ministro piemontese Cavour e Garibaldi ed altre notizie che hanno alleggerito in parte la noia in cui si vive in un assedio. Ho appreso parimenti dell'invasione dell'Umbria e delle Marche dalle truppe piemontesi e la disfatta di Le Moricier in Ancona e delle truppe Pontificie in diverse città delle Marche e del "Te Deum" cantato dall'apostata Gavazzi nella Cattedrale di Napoli. Sono tre giorni che le barche non vengono ad apportarci viveri ed altro, ciononostante dalla parte dei Giardini i pagani, nascostamente dalla gente cattiva, ci portano verdura, pomodoro, melingiane e poca carne. Ma avendone scritto al Comandante di Piazza e mandatosi il dispensiere in Città, questi, oltre di ciò che bisogna all'ospedale, ha disimpegnato altre commissioni per molti Uffiziali, come zucchero, caffè, sapone, sigari ed altro; tra le altre cose, ha comprato cento canne di tessuto colorato per guarnire la baracca nella quale, in occasione del nome di S.M. (D.G.) avrà luogo una festa da ballo (senza dame). Nell'imbarcarsi, detto dispensiere, è stato raggiunto da una barca della Dogana che gli ha tolto le cento canne di tessuto. Scritto al Comandante di Piazza, questi ha risposto che il tessuto non era perduto, ma solo sequestrato, stante che, essendo la Cittadella fuori dal porto franco, doveva pagarsi il dazio della Dogana, per cui si è spedito persona pel pagamento della somma di 12 ducati.-

 

4 OTTOBRE

Verso le ore 8 a.m. ci si annunzia dal nostro telegrafo che si scovre a 15 miglia il vapore francese al nostro servizio, e propriamente quello stesso che 15 giorni dietro venne quì col Capitano di Stato Maggiore Guillamat, latore del mio brevetto di Generale. Ognuno può figurarsi come si è messo in moto tutto il presidio trattandosi di sapere sicure notizie del nostro Re e del nostro Esercito e delle azioni guerresche avvenute sotto Capua di cui Messina e le vicine Calabrie facevano festa ed illuminazioni per le volute vittorie di Garibaldi.- Alle ore 10 a.m. una Divisione di Artiglieria in Gran Tenuta, la Banda del 3° di Linea, i Generali e tutti gli Uffiziali, si sono portati in questa Chiesa Parrocchiale e si è cantato il "Te Deum" in occasione del nome di S.M.(D.G.); dal Tenente Falduti, con voce di basso, si è cantato il "Tantus Erge".

Verso le ore 11 è entrato nel porto il vapore francese; bastante tempo è passato per ricevere pratica dalla Sanità, Dogana e Comandante le truppe in Messina che quasi si pretendeva di non far sbarcare il Capitano e gli oggetti che conduceva. Finalmente è sbarcato e ci ha dato buone notizie della salute del Sovrano e dell'Esercito e delle gloriose azioni operate contro Garibaldi per la grande perdita sofferta in morti, feriti e prigionieri. Ci ha raccontato quanto passa in Gaeta, dei nostri compagni d'arme, di quelli buoni e dei traditori! Credevamo che avesse portato viveri e denaro, ma nulla di ciò, anzi, precisi ordini di S.M. di pretendere i viveri dalla Città a colpi di cannone e di usare la massima energia col nemico, eliminando le buone maniere e che le salve non più si eseguissero al fronte di mare ma a quello della Città non solo della Cittadella ma anche del Forte SS.Salvatore e che le cariche fussero piene come le cariche con i proietti e non più deboli come il consueto. In effetti ciò si è praticato alla salva di mezzogiorno e a quella del cader del sole. Ma verso l'una p.m. si sono presentati agli avamposti i soliti due Comandanti francese e inglese con i rispettivi Consoli, come parlamentari, con bandiere spiegate. Sono sortito a riceverli con il Capitano Guillamat; essi mi hanno assicurato che tutta la Città si è preoccupata di quel fuoco inusitato supponendosi una provocazione per bombardare la Città; che se tanto si voleva eseguire dalla Cittadella si fosse avvertito per allontanarsi dal porto e salvaguardare i loro connazionali. Ho loro risposto che essendo noi i padroni della Cittadella potevamo eseguire le salve come e dove meglio credevamo e che le salve erano state a polvere e non a palle o a mitraglia e che perciò la Città poteva tranquillizzarsi. Ho aggiunto che domani, forse, si farà domanda al Comandante delle truppe garibaldine in Messina di quanto bisogna al presidio, e ciò in linea di giustizia e secondo la convenzione, che se ciò venisse negato, la Cittadella si servirebbe dei suoi cannoni, assicurando loro che sarebbero preavvertiti 24 ore prima. Il parlamento è stato a sufficiente riscaldato perchè il Console francese che molto teme per sua moglie che soffre di convulsioni, mi ha detto: "Cosa fareste voi Generale su tutti abbandonano la Città?" - Gli ho risposto: "con 2.000 uomini invaderei la Città e con tal sortita, accompagnata anche da cannoni, prenderei in Città quanto bisogna ad un presidio deciso di difendere la Cittadella fino agli estremi". Il Capitano Guillamat ha anche fatto loro sentire il sovrano intendimento e, finalmente, siamo convenuti che si

avvertiranno tanto i Consoli che i legni esteri con anticipo in caso che la Città dovesse avere la disgrazia di essere bombardata.

Il timore panico, però, in Città è grande e spero che non giungiamo a simile eccesso. Vedi come cambiano le cose in tempo di guerra: l'altra sera in Città e in Calabria grandi illuminazioni, suoni, feste, campane a gloria tutta la notte per il bollettino inviato da Garibaldi per vittoria riportata su tutti i fronti; oggi, per l'arrivo del Capitano Guillamat, tutto il contrario: la Città, spaventata e piena di timore, ricorre ai Consoli e ai Comandanti i legni esteri per essere sicuri che la Cittadella non fulmini la Città. Nella Cittadella grande esultanza per le veritiere e non falsi avvisi relativi al vantaggio riportato dal Re su Garibaldi. Le bande dei Reggimenti battono l'inno Borbonico ed i gridi di "Viva il Re" si fanno sentire in Città dai nostri baluardi. Si inaugura la baracca, costruita nel Maschio della Cittadella, tutta addobbata e illuminata, ove danzano gli Uffiziali; di tanto in tanto dalle bande si suona la tarantella per far ballare i soldati in mezzo al Maschio. Gaffè gelato, acqua gelata con rhum, vino moscato, gridi di "Viva il Re" echeggiano fino alla Città misti al suono delle bande. Curioso spettacolo per chi considera 4.500 uomini assediati in una Fortezza, isolata, priva di ogni soccorso, distante circa 600 miglia da Gaeta, che si ridono di una Città di circa 90.000 abitanti in rivolta con truppe dell'invasore e con la protezione di Nazioni Estere! Cosa fa il cannone e la resolutezza di una truppa che adempie ai propri doveri e non soffre le umiliazioni e la taccia di traditori toccata al Generale Comandante la Piazza di Siracusa ed a quello di Augusta! Le festa da ballo nella baracca e nel Maschio è durata fino alle 22; sarebbe durata di più se non si avesse avuto in mira di far riposare i soldati e gli Uffiziali che domani devono montare al bivacco.

Che cosa curiosa è la guerra! Un giorno si canta vittoria da una parte e tristezza dall'altra; altro giorno, il contrario...ed intanto il sangue scorre per i due partiti! Fatalità dell'uomo nato per distruggere se stesso! Però, a mio parere, non bisogna credere che il gaudio sia duraturo; in tutte le vicende sogliono esservi alti e bassi, nè bisogna illudersi delle speranze perchè i dati ed i risultati della guerra sono sempre dubbi...ma la nostra disgrazia sembra alquanto sicura!

 

5 OTTOBRE

Questa mattina, contro le nostre aspettative, sono approdate di bel nuovo al Forte SS.Salvatore gran quantità di barche cariche di frutta, carne, pane, pesce, cambia monete, orologiai, dolcieri, venditori di suole, filo e quanto può desiderarsi; dopo qualche ora tutto è sparito, massime una mezza barca di sapone è stata venduta in un momento perchè 4.500 uomini, senza donne, lavar pure devono la propria biancheria. Alle ore 10 a.m. si è spedito un ufficio al Comandante le truppe in Messina col quale si chiedevano viveri per il presidio e che fussero evacuati i Forti Castellaccio e Consagra di tutti i viveri di riserva ivi contenuti e trasportati nelle zone militari avanti la Cittadella, nonchè tutta la polvere, i proietti e i cannoni, giusta la convenzione fatta tra il Maresciallo Clary ed il Maggiore Generale Medici. Si aggiungeva di rispondere, onde avere il tempo di poter avvisare preventivamente i Consoli ed i Comandanti dei legni esteri se, in caso negativo, si fusse stati obbligati a far fuoco contro la Città. La risposta, pervenuta alle ore 23 con ufficio postale agli avamposti, è stata gentilmente affermativa e con essa si domandava di parlamentare sopra un legno estero per combinare ciò che si faceva di bisogno, il modo, la quantità, ed il luogo ove il vario materiale, specialmente i viveri, potevano sbarcare.  Pare che il mio discorso di ieri con i Comandanti dei legni e Consoli esteri con la minaccia di bombardare la Città e di fare una sortita abbia fatto effetto. Evidentemente tutto è stato rapportato al Comandante Militare ed ai Messinesi, per cui si è a tutto annuito. Può anche darsi che ciò sia dipeso dalla poca truppa garibaldina in Sicilia, in quanto la gran parte di essa è stata imbarcata per Napoli, giusta gli ordini di Garibaldi. Si è pure appreso che per incoraggiare a partire detta truppa si fecero illuminazioni e feste con avvisi che Garibaldi era vincitore su tutti i punti. Ora però gli annessionisti sono alquanto avviliti perchè sembra che per essi gli affari non vanno troppo bene e che il loro telegrafo, da 3 giorni, non riporta più notizie e vittorie.

Verso le ore 18 il Capitano Guillamat, col lo stesso vapore col quale era venuto da Gaeta, è partito per Augusta per accertare cosa sia avvenuto di quella guarnigione che svergognatamente capitolò nella Fortezza e per acquistare, se gli riesce, olio e grano; egli, infatti, viaggiando su un vapore straniero, può effettuare acquisti, se ne rinviene. L'invasione delle truppe regolari piemontesi è cosa per noi veramente affligente; l'invadere l'Umbria e le Marche senza dichiarare guerra è cosa veramente strana ed inaudita nella storia, massime trattandosi degli Stati Pontifici, garantiti dall'Imperatore dei Francesi, il quale, poichè ciò gli dispiaceva, ha ritirato il suo Ministro da Torino ed il piemonte ha fatto lo stesso ritirando il suo da Parigi. Intanto il Piemonte, e il Ministro Cavour poco conto ne tiene, come se poco o nulla facesse conto della Francia e delle sue armate. Cosa può idearsi di ciò? Sembra cosa incomprensibile! Nell'istesso modo avviene in Napoli: Il Re di Piemonte non dichiara guerra a Francesco II, anzi gli dimostra amicizia, intanto manda a Napoli due Reggimenti Piemontesi ed un Ammiraglio per impossessarsi e comandare la nostra flotta. Garibaldi Dittatore fa decreti in nome di Vittorio Emanuele; Francesco II fa proteste a tutte le Nazioni ed intanto tutte restano impassibili a tanta pirateria. Le marce vittoriose e trionfanti di Garibaldi, mercè le insurrezioni di intere popolazioni ed il tradimento di Generali inesperti, pare che abbiano fatto, in qualche modo sosta avanti Capua e potrebbe anche darsi che la truppa rimasta fedele al Re possa riacquistare parte del perduto. Ma se 30.000 piemontesi invadono gli Abbruzzi ed attaccano il Re alle spalle, come andrà la faccenda?

 

6 OTTOBRE

All'apertura delle porte, le solite barche, cariche di tutto, sono approdate al SS.Salvatore ed in meno di 4 ore hanno introitato più di 600 ducati; è incredibile vedere come generosamente spendono i nostri soldati, provvedendosi di quanto bisogna, al di là del bisogno stesso. Si è scritto al Comandante le truppe garibaldine in Messina che domani si portasse al nostro avamposto alla Pagliara per conferire col Generale Cav.D.Nicola de Martino per stabilire un appendice alla nota convenzione e fissare il metodo sicuro, l'ora ed il luogo onde portarsi i generi bisognevoli al presidio ed il trasporto degli oggetti relativi all'evacuazione dei Forti Consagra e Castellaccio.

Alle ore 10 a.m. si è presentato agli avamposti, con bandiera parlamentaria, il Console Americano accompagnato da altro diplomatico, il quale, gentilmente, si è scusato di avermi scomodato ma che credeva suo dovere presentarmi il Console che lo rimpiazzava. Al che ho cortesemente ringraziato; mi ha detto che il suo Ministro lo premurava caldamente voler conoscere lo stato di Messina e quello della Cittadella, per cui mi pregava di dirglielo ,stante che doveva a lui presentarsi e con sincerità , notiziarlo sulla verità dei fatti. Io gli ho risposto poter assicurare al suo Ministro che la Cittadella non sortirà mai dalla linea del giusto e da quanto si contiene nella convenzione; tale linea, a cause di varie cannonate tirate in varie volte, era stata sospesa, ma che ora, essendosi di nuovo attivata, ed essendoci stato accordato quanto da noi si è preteso, si sta nella perfetta tregua. Ho parimenti detto che domani avrei avuto un abboccamento col Comandante nemico agli avamposti per confermare quanto lui ha permesso di eseguire. Siccome il detto Console mi dice che la Città è in gran timore, gli ho detto di poter assicurare i Messinesi di nulla temere dalla Cittadella purchè non sia provocata e che non si stia al convenuto; che in me troveranno l'Uomo giusto ed imparziale. Dopo le cerimonie di uso, ci siamo licenziati. La nostra baracca(o casina) si è provveduta di tutto, come un "Caffè" ben guarnito di tutto; si sono trovati subito speculatori che hanno acquistato rosolii, caffé, zucchero, vini forestieri, carte da gioco e quanto occorre, nonchè gelati e limonate in tutte le ore. Ad una cosa soltanto non può darsi rimedio ed è la fastidiosa noia per chi non ha il vizio del gioco, tanto più che trovandosi senza il nostro intiero equipaggio non abbiamo libri da leggere.

 

7 OTTOBRE

Questa mattina si è ritirata nella Cittadella la moglie del Sig.Prat, Uffiziale di questo Stato Maggiore. Essa è di Messina ed ha due fratelli Guardie Nazionali; essa mi ha assicurato che in Città non vi esiste più nessun soldato e volontario di Garibaldi, ha la semplice Guardia Nazionale, pronta a buttare i fucili in caso che dalla Cittadella si facesse qualche sortita con le truppe del Re. Vi è in Città qualche superiore, e tra questi il Comandante di Piazza D'Antoni, il quale ha cessato il comando il giorno che dalla Cittadella si tirarono alcune granate e non si sa se per questo o perchè cadde da cavallo, si è rotto una gamba e gli hanno amputato l'altra. Mi dice ancora che più di 300 persone sono arrestate alla Vicaria perchè, come Palermo, chiedevano la repubblica; racconta dello spavento propagatosi tra i messinesi per aver io detto al Console francese che avrei fatto una sortita in Messina con 2.000 uomini(ma io gli dissi: "purché non si accorda al presidio quanto di domanda"); cessato il commercio, i viveri incariti, senza lavoro, tutto il basso popolo desidera Francesco II. Seralmente succedono furti, massime nelle case abbandonate, perchè gli abitanti se ne fuggono in campagna.

Alle ore 14 ½ giunge dietro la Cittadella, e propriamente al Lanternino, il vapore francese al nostro servizio con il Capitano di Stato Maggiore Guillamat il quale, dovendo partire subito, ha lasciato una lettera per il Generale Fergola con la quale lo avvisa che non può trattenersi o entrare in porto perchè potrebbe incontrare difficoltà con la Sanità, avendo a bordo, nascoste sotto coperta, 4 Compagnie, cioè 2 di Pionieri e 2 del 15° di Linea, imbarcate ad Augusta; che non ha potuto imbarcare la Compagnia di Artiglieria e le altre due del 15° di Linea perchè il vapore non poteva contenerle; che il Maggiore Aldanese si era dato al nemico, forse per l'infamia commessa per aver capitolato col Municipio; che aveva acquistato del grano a caro prezo per Gaeta.- Alle ore 22, giusta il convenuto, al nostro avamposto alla Pagliara è venuto il Comandante la Provincia di Messina, accompagnato da un Uffiziale di Stato Maggiore e da un Capitano del Genio alla sua immediazione. È stato colà fatto trovare l'occorrente per scrivere e, dopo varie difficoltà, abbiamo stabilito un'appendice alla convenzione del 28 luglio ultimo, fatta tra il Maresciallo Clary ed il Generale Maggiore Medici, della truppe garibaldine. Si è convenuto su quanto dal presidio della Cittadella si desiderava, e cioè:

 

. si doveva somministrare al presidio quanto bisognava al vivere civile, carne, pane, biada per gli animali, legna, tabacco ecc;

. non interrompere il cammino delle acque nella Cittadella;

. riprendere il trasporto di quanto rimane nei Forti Consagra e Castellaccio. I viveri da portarsi con barche fino a Terranieri;

i proietti, polvere e cannoni, da portarsi avanti la zona

militare fino a Terranova. Tali operazioni dovranno avere inizio da domani 8;

. che non si fusse impedito alle nostre barche di sbarcare in Città chiunque della guarnigione per comprare qualunque genere

occorresse:

. commercio libero del mare.

 

È stato accordato tutto quanto da me domandato.  Il Comandante della Provincia di Messina è D.Salvatore D'Antoni che comprò l'impiego nei Reggimenti Siciliani il 1827, e si allontanò dalle bandiere nel 1848 da Capitano e fu destituito; ora è Colonnello nell'armata di Garibaldi.  Il Capitano alla sua immediazione è il Capitano del Genio Ischia che disertò da noi nel mese di agosto ultimo. L'Uffiziale di Stato Maggiore è un Uffiziale Italiano.

Tutti e tre, di molte gentili maniere, non erano molto allegri; ma hanno assicurato che presto andrebbe tutto a comporsi con pace, essendo intervenuta qualche Potenza estera. Mi hanno assicurato  ancora che il Generale Ghio trovavasi in Castel S.Elmo in Napoli sotto giudizio per aver cospirato contro la vita di Garibaldi e  chi sa a quest'ora cosa sarà di lui! Dopo aver firmato l'appendice in parola, dopo le cerimonie d'uso, si siamo licenziati.  Dal nostro telegrafo ci si rapporta che il telegrafo da Napoli non più segnala per i garibaldini. Ciò ci fa supporre che forti bande a nostro favore hanno rotto i telegrafi nell'interno delle Calabrie, oppure nulla hanno da segnalare per non aver qui forza disponibile.

 

8 OTTOBRE

Un vascello inglese è entrato nel porto e la fregata della stessa Nazione che sta qui da qualche mese è partita.

Il nostro interprete del telegrafo che osserva tutti i telegrammi  del nemico rapporta un dispaccio partito da Napoli dal Ministro Piemontese che ordina mandarsi in Napoli i cavalli di un Maggiore Italiano. Questa sera grande illuminazione alla Comune; cartelli in Città che annunciano la venuta di Vittorio Emanuele – Re di Piemonte – in Napoli con 40mila uomini e pare che voglia cacciar fuori Garibaldi per aver conosciuto che voleva elevarsi a presidente della repubblica napoletana e siciliana che intendeva ristabilire. Tutte queste cose, se vere o false, non vi si può contar sopra perchè non tutte le illuminazioni e le dimostrazioni fatte in Messina sono state effettivamente per cose o vittorie che hanno spacciato.

Forse dal "Messagerie" che giunge domani possiamo sapere qualche cosa.

Con l'abboccamento avuto ieri col Comandante le truppe in Messina, mi si disse che presto le cose andranno a finire pacificamente per essersi frapposta qualche Potenza nei nostri affari e che Vittorio Emanuele era atteso ad Ancona e non a Napoli, come si spaccia in Messina. Siamo assaliti da tutti i venditori di Messina, non solo al SS.Salvatore, che vengono per via di mare, ma anche, dalla parte di terra, ai nostri avamposti e propriamente alla Sperlungata, in dove, essendomi portato stamane, ho osservato che friggeveno anche pesci, piparoli e pasta e mi pregavano di non proibirlo, stante che in Messina si moriva dalla fame e tutto il basso popolo è alla disperazione e che essi si esponevano, anche a rischio della vita, di passare fra gli avamposti garibaldini. Ho ad essi detto che non temessero perchè dietro l'abboccamento avuto col Comandante la Piazza di Messina essi potevano venire da noi ed io anche permettevo che potessero vendere in quel sito.

 

9 OTTOBRE

Questa mattina si è ricominciato il trasporto di quanto trovasi nel Forte Consagra; si è iniziato coi barili di polvere; ho disposto che domani dovranno calarsi i viveri.- Ho ricevuto vari fogli di Francia; non è piccolo sollievo nel noioso assedio in cui siamo. Nel foglio "Costitutionel" ho letto che l'Armata Piemontese ha marciato dai suoi Stati perchè chiamata da Viterbo e da altre città dell'Umbria e delle Marche per voto delle popolazioni.

Mazzini trovasi in Napoli ed il Dittatore, fattolo chiamare, gli disse che non si opponeva al suo soggiorno in Napoli ma che non avrebbe sofferto se la sua presenza produrrebbe e minaccerebbe intrighi nella Capitale.

Cosenz, Scialata e Pisanelli sono Ministri in Napoli, molto devoti al principio monarchico e al partito di Cavour.

Le Morecier è assediato dietro Ancona e circondato da 50mila uomini delle due divisioni piemontesi comandate dai Generali Fanti e Cialdini, i quali hanno accordato tre giorni per cedere il Forte; il grande bombardamento per mare durato 24 ore è cessato per ordine perchè doveva darsi l'assedio.- Il nostro Ambasciatore a Messina, Principe di Carini, ha ricevuto ordine dal Re di non ammuoversi dal suo posto.- Nella "Gazzette du Midì" si legge: "Il Generale Bosco, il difensore di Milazzo contro Garibaldi, ieri passò la giornata 24 settembre in Marsiglia. Egli veniva da Napoli; Garibaldi gli mandò un passaporto con ordine di partir subito da Napoli; egli ha cambiato questo passaporto con altro del Re e questa sera è partito per Parigi. Non si sa spiegare perchè Bosco non sia a Capua o a Gaeta! In questo momento tutto è oscuro e confusione, si spera che si premurerà di giustificare la sua condotta su quello che i giornali piemontesi gli imputano di infedeltà al proprio Sovrano per così restar degno della stima delle oneste ed onorate persone.-È giunto parimenti a Marsiglia il Generale Pianelli che fu Ministro di Guerra nel Gabinetto diretto dal traditore Liborio Romano e si assicura che il Cardinale Antonelli lo avesse fatto sfrattare da Roma."

La fregata inglese che sortì ieri dal porto, questa mattina è ritornata, ed il vascello che giunse nella stessa giornata è partito.

È giunto "La Messagerie" da Napoli, ma nulla abbiamo potuto penetrare perchè il Comandante del legno ha detto che non essendo stato in Napoli che per due ore nulla sapeva. È una grande disgrazia per circa 100 Uffiziali che stiamo in questo assedio non poter avere notizie delle nostre famiglie e della Capitale nè di quanto accade. In noi tutti è induzione; per gli Uffiziali casati è una vera disgrazia perchè le loro famiglie furono mandate a Napoli ai Granili ove ebbero alloggio, a Capua e poche a Gaeta; ora come far pervenire la sussistenza alle stesse, ad eccezione di quelle a Gaeta? Miseria Umana! Intanto dalla lettura dei fogli esteri rilevo che le cose vanno per le lunghe e chi sa come finiranno! Ho poca speranza che finiscano bene!

 

10 OTTOBRE

Dal Forte Castellaccio, i Garibaldini, giusta la convenzione, hanno portato ai nostri avamposti circa 70 sacchi di biscotto; la distanza è molta, i giorni sono corti, per cui l'evacuazione di quanto esiste nei due Forti durerà molto e chi sa se può effettuarsi prima che termina la scena presente, bastantemente deplorabile per l'Italia tutta! Dai venditori che vengono da noi apprendiamo le voci che corrono per Messina; quelle di oggi sono che Lamericier sia andato prigioniero a Torino e che Vittorio Emanuele, con quarantamila uomini, marcia per Napoli per togliere il comando a Garibaldi ed abbattere il suo partito; che Capua ha ceduto e che la Cittadella andrà ad essere bloccata tra giorni e tante altre cose che arrecano noia allo scrivente.

 

11 OTTOBRE

Dal nostro interprete telegrafico, che intercetta tutti telegrammi del nemico, ci si rapporta che da Palermo si segnala in Napoli che, essendosi riattivati i telegrafi elettrici ed a vista da Torino a Napoli, si desidera conoscere i decreti che si emanano, come pure di tutto ciò che accade in Napoli, Capua ed altrove, non potendosi restare all'oscuro di tutto. Secondo me, le notizie che si spacciano in Messina e che si propagano in tutta l'Isola ad altro non tendono che per far soldati ed arruolare i volontari di cui bisognano per sostenere la causa intrapresa; per altro, io sono nel fermo proposito che tutto dipenda dalla riunione dei tre Sovrani del Nord a Varsavia il giorno 13 corr., come rilevo dai fogli francesi. Ed allora la politica dei Gabinetti dovrà subito cambiare, tanto più se la Russia garantisce di tenere a freno l'Ungheria. L'Austria è un governo latino, come diceva Luigi XVIII, bisogna temere il suo silenzio! È una Nazione che difficilmente perdona le offese! Quest'oggi alle ore 20, per rompere la monotonia della noia dell'assedio, si è battuta la "generale", per conoscere se i 4.500 uomini si fussero portati subito ai loro posti; tutto è riuscito a soddisfazione. Facciamo dei falsi allarmi stante che è passato bastante tempo che non si fanno dei veri; viviamo nella perfetta tregua col nemico che abbiamo di fronte, non numeroso, ed entrambi attendiamo gli eventi. Chi sa per chi dei due saranno favorevoli; gli eventi della guerra sono sempre dubbi!

Dai Forti Consagra e Castellaccio, i garibaldini, incaricati dell'evacuazione di quanto in essi vi esiste, hanno trasportato ai nostri avamposti 79 sacchi di biscotto che si sono riposti nei magazzini della Cittadella.

 

12 OTTOBRE

Nel porto è approdato un vapore piemontese avendo a bordo 400 marinari; detto legno viene dal Mediterraneo, forse dalla parte di Ancona, e fa carboni. È mezzogiorno e non ancora sono sbarcati perchè, a quanto dicono, sono diretti a Napoli.

Il telegrafo avvisa da Caserta a Messina di inviare a Napoli tutte le barche e paranzelle disponibili.

Da Napoli si è ricevuta lettera con la data del 3 corr. dalla quale si apprende che la strada Napoli-Caserta è interrotta; ciò posto, Garibaldi non può essere a Caserta. Tutto per noi è incerto!  I venditori venuti al SS.Salvatore dicono che domani non verranno perchè va ad intimarsi il blocco della Cittadella; non saprei come può verificarsi perchè in Messina non vi è altra forza che la Guardia Nazionale che monta anche sui Forti da noi ceduti (Consagra e Castellaccio). Qualche Superiore e pochi italiani sortiti dall'ospedale sono soltanto in Città. Le notizie accreditate che spacciano in Messina sono che il Re Vittorio Emanuele con 40mila uomini il giorno 15 corrente sbarcherà in Napoli in dove si fanno grandi preparativi per la sua entrata, specialmente a Palazzo Reale dove si fanno preparativi di lusso. Il tempo dirà la verità! Si è presentato, proveniente dalla Calabria, un artigliere che faceva parte delle batterie a trascino sotto gli ordini del Generale Briganti che tradì e che fu ucciso dai soldati; detto artigliere ci assicura che, dopo lo sbandamento a Scilla, tutti se ne andarono alle proprie case, ma ora, essendosi emanato un decreto da Garibaldi che tutti gli artiglieri e marinari sbandati se non si presentano subito saranno fucilati, ha creduto meglio presentarsi sotto la bandiera del proprio Re. Sono le ore 2 p.m., si sente una salva di artiglieria; dai nostri baluardi si osserva effettuarsi ciò dal Castello di Reggio. Forse quel Comitato avrà ricevuto notizie vantaggiose pel di loro partito, oppure per restituire il saluto a una fregata piemontese che ha salutato la Piazza. Il nostro telegrafo rapporta che a bordo di questa grossa fregata vi è imbarcato un Generale.- Dal Forte Castellaccio abbiamo ricevuto in giornata quantità di gallette, 64 presciutti, molti sportoni di pasta lunga e 4 di pasta minuta.

Il Commessario di Guerra, molto gentile, si scusa sempre con i nostri Uffiziali che ricevono tutto il materiale per la poca sollecitudine con la quale avviene l'evacuazione per mancanza di mezzi di trasporto. Quest'oggi la maggior parte dei Messinesi portava incollato al cappello un cartellino col seguente scritto a grosse lettere: "VOGLIAMO L'ANNESSIONE PER SUFFRAGIO UNIVERSALE".-Ciò fa ben conoscere l'anarchia in cui si vive e che alcun governo ancora vi è stabilito! Per quanto sappiamo, alla Vicaria vi sono più di 400 malviventi che si temono dalla gente onesta più che la Cittadella, per cui la maggior forza della Guardia Nazionale è alla loro custodia impiegata, tenendo sempre pronte delle granate a mano in caso si mettessero in rivolta; si assicura anche che se questi sortissero in libertà si vedrebbe il sangue a fiumi per la Città ed un generale saccheggio e devastazioni, essendo tutti cammorristi, galeoti e gente perduta.- La Guardia Nazionale si è protestata che per nulla intende far fuoco contro i Regii, che se vogliono la Cittadella mandassero truppa per prenderla. Abbiamo tante cose contraddittorie; ed intanto sono sempre in pensiero nel constatare che i viveri vanno a finire; il denaro basta per la truppa fino alla fine del corrente mese, non compresi gli Uffiziali che non avranno soldo, a meno che S.M. da Gaeta non mandi viveri e danaro. Brutta posizione per chi comanda! L'essere all'oscuro per quanto passa, della posizione del nostro Esercito e del Re, sono tristi pensieri che uccidono! Per altro, è cosa curiosa il vedere passeggiare insieme i nostri Uffiziali incaricati della ricezione di ciò che scende dai due Castelli e che devono traversare la Città con quella urbanità ed amicizia, figlie di educazione, con degli Uffiziali del partito avverso, che ci fanno provvedere di quanto abbiamo bisogno, oltre ad un mercato aperto che giornalmente vi è al SS.Salvatore che appena fa giorno approdano in quel Forte quantità di barche cariche di commestibili non solo, ma anche negozianti di tutte le sorti, financo cambia monete e ministrelli con arpe e violini. Questi tutti guadagnano perchè circa 4.500 uomini tutti spendono, perchè oltre alla razione e presto tutti ricevono doppia diaria. Chi sa se questa posizione sarà di lunga durata! Tutto è dubbio non essendo per nulla conosciuta la politica in generale delle Grandi Potenze! Quelli, poi, che hanno fede in Barbanera sperano molto, perchè, a quanto si assicura, domani giorno 13 avrà luogo in Varsavia la riunione dei due Imperatori di Russia ed Austria e del Principe Reggente di Prussia... e Barbanera il giorno 14 dice: "Notizie rilevanti dal Nord-Partitanti avviliti"... quindi ne deducono che queste tre Potenze libereranno il nostro infelice Regno dall'anarchia in cui al presente giace e che sembra molto difficile ritornare nello stato normale.

 

13 OTTOBRE

Messina segnala a Reggio chiedendo di conoscere cosa succede nel Continente non desiderando restare all'oscuro di quanto succede.

Il telegrafo di Reggio segnala che si è ordinato riunirsi i comizi il giorno 21 corr. per dare ciascuno il suo voto, ricevendo ognuno due biglietti stampati, un pel si e l'altro pel no per l'annessione. Ecco perchè ieri tutti avevano al cappello il cartello con la scritta "Vogliamo l'annessione per suffragio universale".

Sono le ore 10 ½ a.m. da Villa S.Giovanni, dal nipote  dell'impiegato del nostro telegrafo in Cittadella, viene inviata una persona con l'incarico di riferire allo zio che S.M. ieri ha fatto la sua entrata in Napoli e che tutto il popolo ha gridato "Viva Francesco II" e che perciò ne avesse data conoscenza a tutto il presidio. Volesse Iddio che si verifica se sembrandomi contraddittoria la riunione dei comizi ordinata da Garibaldi e l'entrata di S.M. in Napoli; del resto tutto puol essere, nè noi, rinchiusi, possiamo conoscere come sia avvenuto...però, credo, che ciò sia falso!

Dai due Forti seguitano a venire, giusta la convenzione, quanto in essi vi era di viveri di riserva; questa mattina abbiamo rinvenuto due grossi carri di presciutti, altri carri di legumi e pasta. Questi due Castelli avevano viveri di riserva per 4 mesi per 400 uomini; poco giovamento adesso fanno per 4.500 unità che siamo in Cittadella, quindi la risorsa potrà essere per pochi giorni, in ogni caso è sempre una risorsa! Ma se il Re ha fatto la sua entrata in Napoli è anche soverchio, stante che i viveri della riserva sono sufficienti anche per qualche giorno del mese di novembre. Chiamato l'Uffiziale interprete del nostro telegrafo, D.Giovanni Deligata, e domandato se il telegrafo nemico segnalava qualcosa da Messina circa l'entrata di S.M. in Napoli, mi ha detto che da Reggio di segnalava che due marinari che dovevano presentarsi, giusta ordini di Garibaldi, si erano imbarcati per Messina e che li avessero arrestati allorchè sbarcavano; il resto per la scorridoia, per cui crede che per la scorridoia sarà trasmessa la notizia riguardante il Re, se vera. Perchè è a sapersi che il telegrafo nemico conosce che il nostro interprete ha scoperto la di loro cifra cambiata, per cui non segnala che cose che poco ci riguardano oppure quelle cose che non sono di loro vantaggio, ma trattandosi di affari di certa conseguenza, invece di annunciarli per telegrafo da Reggio, si spedisce per la scorridoia. I due marinari latitanti, invece di sbarcare in Messina, sono venuti nella Cittadella ove sono stati ricevuti perchè vecchi marinari della Real Marina che non hanno voluto prendere servizio sotto la Dittatura di Garibaldi. Verso le ore 23 sono entrati nel porto un vascello francese ed una fregata piemontese; questa, dopo aver fatto carbone, parte per Napoli. Vengono da Ancona.

 

14 OTTOBRE

Questa mattina è partito dal porto il vascello francese che trovavasi qui distaccato da qualche mese ed è rimasto quello venuto ieri; parimenti è partita la fregata inglese, rimanendo qui una corvetta ed altro piccolo vapore.- Le nostre speranze vanno a dileguarsi, stante che, secondo le notizie sicure spediteci per espresso dalle Calabrie, ci assicurava chi ieri al giorno il Re Francesco II era entrato in Napoli; ora il nostro interprete telegrafico ci rapporta una segnalazione garibaldina partita da Napoli ad ora tarda, quindi S.M. non può essere a Napoli se da Napoli segnala il nuovo governo. La notizia del Re a Napoli l'ho sempre creduta dubbia e poco strategica nella presente posizione in cui trovasi il Re e l'Esercito. Bisognerebbe che si chiarissero meglio prima le cose diplomatiche e poi sperare l'entrata del Re nella Capitale.-

 

15 OTTOBRE

Questa mattina, alla punta di giorno, l'Uffiziale interprete del nostro telegrafo personalmente è venuto a svegliarci, annunziando, con molta gioia, a tutti i tre Generali che siamo nella Cittadella che stava per entrare nel Faro il vapore francese al nostro servizio, quello stesso che il giorno 4 corr. portò in questa il Capitano di Stato Maggiore Guillamat. Per quanto estremo è stato il nostro piacere a tale notizia, altrettanto è stato il nostro dispiacere nel conoscere, dopo circa un'ora, che era una fregata inglese. Quanto può sul cuore umano una notizia favorevole, ancorchè dubbia, per colui che spera! Da ieri sera fino a questa mattina quantità di vapori francesi e inglesi hanno traversato il Faro; alcuni sono entrati nel porto e, fatto carbone, sono ripartiti; tra questi, uno piemontese che porta soldati in Napoli, tutti provenienti dall'Adriatico.- Da qualche giorno abbiamo disertori del 3° di Linea ed artiglieri; tutti calabresi.-Questa mattina, alla punta di giorno, si sono issate le bandiere grandi sui baluardi della Cittadella ed al Forte SS.Salvatore e alle ore 8 a.m. si è eseguito da ambo le parti la salva a carica di guerra, e ciò per la ricorrenza del nome di S.M. la Regina vedova.

Le altre due salve a mezzogiorno ed al calar del sole.-Alle ore 10 a.m. si è cantato il "Te Deum" nella Parrocchia della Cittadella con l'intervento dei Generali ed Uffiziali in tenuta.- Per un parlamentario, il Console inglese ha domandato il permesso per un legno da guerra inglese di potersi avvicinare al Forte SS.Salvatore per essere accomodato; questo è infatti il sito che nei tempi normali tutti i bastimenti attraccano per i necessari accomodi. È stato permesso.- All'ora della ritirata le due bande del 3° e 5° di Linea si sono portate avanti la casina ove interpellantemente hanno suonato vari pezzi di musica e la tarantella per far ballare i soldati; ciò fino alle ore 2 ½ di notte, ora in cui la truppa si è ritirata e, nella casina, è incominciato il ballo per gli Uffiziali; poichè in Cittadella non vi sono donne, hanno messo un fazzoletto bianco legato al braccio sinistro.

La casina era ben provveduta di gelati, rhum, rosolii, caffè e sigari.

Al Forte SS.Salvatore, non essendovi casina, la banda del 7° di Linea ha suonato per far ballare i soldati del 5° di Linea, gli artiglieri e i pionieri colà di presidio.

Stamane è giunto nel porto il vapore "Il Pompeo"; mandato a bordo un nostro Uffiziale per sapere notizie del Re e della Capitale, il Comandante del detto vapore gli ha detto che da 8 giorni manca da Napoli, da ove partì, ma che una forte tempesta lo ha obbligato a buttare a mare quanto aveva di carico, che ha approdato in differenti siti della Calabria e da per tutto si diceva che S.M. era entrato in Napoli ma che non lo assicurava con certezza.- Per quanto è stato possibile apprendere dalla fregata inglese, dicesi che le nostre truppe sono entrate a viva forza nella Capitale battendosi valorosamente e con molto spargimento di sangue; che non tutta la Città era in nostro potere per le grandi barricate e profondi fossati fatti a Porta Capuana ed altrove. Povera Napoli...infelici nostre famiglie...e povera gente onesta in balìa di gente armata e di rapaci Lazzaroni...e chi sa qual saccheggio soffriranno, e avran sofferto. Faccia Iddio...solo si spera che tutto ciò sia falso...come ne sono sicuro.-

 

16 OTTOBRE

È giunta la "Messagerie"...ed ecco svanite tutte le mie speranze dei creduli e dei militari senza esperienza; smentito ancora quanto ci assicurò ieri il Comandante del vapore "Il Pompeo" circa l'entrata si S.M. in Napoli, le barricate, i fossati, ecc. Che fare? Ciò, per altro, postula il mio sistema di nulla credere, ma di stare ai fatti. Ciò che assicura il Comandante della "Messagerie" si è di esservi stata un'altra sanguinosa azione il giorno 7 nelle vicinanze di Capua, in dove molto sangue si è versato da ambo le parti;che forse non si tirerà più un colpo di fucile e che Francesco II resterà Re di Napoli con la Costituzione di Francia: per la Sicilia si è in dubbio! Certo si è che quanto leggi sul "Bebàts", "La Presse", "Le Costitutionel" e sull'"Indipendence" sembra tutto al contrario, non prestando fede affatto a quanto dice l'"Indipendence" , foglio di Napoleone.

Bisogna attendere i risultati; per altro, il Comandante de "La Messagerie" ci ha fatto sapere che gli affari si accomoderanno diplomaticamente in questo mese, dicendoci anche del gran vantaggio che riceverà Francesco II col mantenimento della difesa della Cittadella di Messina, cosa da me ben calcolata, per cui si sta facendo il possibile per avere grane e fascine per qualunque sacrificio dovrà farsi da questo presidio.

Questa mattina si è a me presentato un calabrese, nominato Domenico Gulli, del villaggio Villaniri vicino Reggio, il quale mi ha detto che nel suo paese ed in altri 5 vicino Reggio, volevano prendere le armi in favore del Re, ma che desideravano almeno 200 soldati per semplice apparenze onde dimostrare che si battevano effettivamente per il Re. Gli ho risposto che era lodevole il loro attaccamento, ma che non era il caso di spedir truppe a dalla Cittadella senza un ordine espresso del Sovrano; d'altronde, se ne venisse l'ordine, subito s'invierebbe pur essendo sicuro che S.M. non vuole che si versi sangue stante che il Gulli mi diceva ch'erano decisi ad ammazzare tutte le Guardie Nazionali ed i Capi di Governo.

 

17 OTTOBRE

Per quanti fogli esteri e nazionali legga, sembrami che la causa del Re sia perfettamente perduta! Infatti, il Governo si è stabilito in Napoli; Prodittatori e Ministri Piemontesi che giungono nella Capitale; Deputazioni delle Provincie e di Napoli che si presentano in Ancona a Vittorio Emanuele; 8.000 piemontesi presenti a Teramo; i proclami che Vittorio Emanuele fa alle popolazioni di Napoli e Sicilia; le unanimi acclamazioni ecc. Tutto dimostra che Francesco II sia definitivamente abbandonato da tutte le parti e da tutte le Potenze, senza speranza di potersi più sostenere nei punti che attualmente occupa, anche in considerazione della truppa perduta nelle vicinanze di Capua! Chi sa, mentre scrivo, qual sarà la sua posizione , stante che non ha mandato a riprendere le altre tre compagnie che capitolarono ad Augusta e che non ha mandato danari e viveri a questa Cittadella (posizione tanto importante per la sua causa)! È a supporsi che gli manchino i mezzi, oppure che non stia più a Gaeta (Iddio non voglia!). Intanto, come Uomo d'onore e come Comandante di questa Fortezza è necessario che io la difenda e la sostenga fino all'estremo.

In effetti, ho persuaso quest'oggi il Generale Supremo di diminuire la razione di viveri alla truppa per quanto si può; fino a quando dura la tregua mentre soffriamo questo misterioso assedio, per i tre giorni che si mangia carne, la truppa dovrà fare l'ordinario a proprie spese rimettendovi 6 grane della doppia diaria che riceve, avendo però pane, legna e vino: per gli altri tre giorni, la truppa riceverà i viveri della riserva. Ciò per risparmiare il più possibile i viveri della riserva. Si sono parimenti commessionati 160 cantaia di grano, augurandomi che dal Governo Militare di Messina non s'impedisca l'accesso in Cittadella. Dai Forti, stamane, sono calati gran quantità di barili di vino. Voglio augurarmi che seguiti a venire nella Cittadella quanto esiste nei detti Castelli perchè sembrami che gli affari stringono in quanto Garibaldi, fin dal giorno 5 corrente, ha ordinato di bloccare Gaeta e la Cittadella. Secondo me, se ciò finora non è stato eseguito, è per la poca forza che vi è in Messina, temendosi anche la minaccia da me fatta di una sortita con 2.000 uomini.

È giunto nel porto un nostro vapore mercantile, proveniente dalla Francia. Avendo mandato a bordo un Uffiziale per sapere qualche notizia, il Comandante ha detto che nulla conosceva perchè veniva da Marsiglia, meravigliandosi, anzi, come la Cittadella non ancora era in potere dei garibaldini, correndo voce in Marsiglia che, oramai, tutte le Piazze della Sicilia avevano ceduto.

 

18 OTTOBRE

Corre voce per Messina, e ci perviene alla Cittadella dai venditori che qui pervengono, che Garibaldi sia morto in seguito alla ferita incancrenita e che S.M. sia entrato in Napoli ieri. Sembrandomi troppo strana questa novella, temo che sia voce sparsa ad arte per farci addormentare; ma la Cittadella non dorme, anzi il suo presidio sta risparmiando i viveri in attenzione di blocco non ancora effettuato per scarsezza di truppa da parte del nemico. Si dice anche morto il figlio di Garibaldi; tutto a verificarsi.

Io sempre dubito.

Stamane, col permesso del Comandante di Piazza garibaldino, è venuto in Cittadella un sarto di Messina per costruirmi un pantalone rubio ed applicarmi gli alamari di Generale ad un soprabito; questi mi ha detto che, unitamente ad altre 12 persone del mestiere, hanno costruito l'uniforme pel Reggimento Carabinieri Garibaldini e che tanto i negozianti che i sarti in nessun modo riescono ad essere pagati. Mi ha raccontato parimenti la grande miseria che vi è in Messina tra il basso popolo e per la mano d'opera che per nulla travaglia; che l'isola di Lipari, essendosi posta in rivolta per non volere e potere pagare i pesi e le contribuzioni impostele, venne occupata da 80 carabinieri che vennero, ad eccezione di 5 o 6, tutti uccisi dalla popolazione; che questa mattina, su un piccolo vapore, si sono imbarcati altri 200 caribinieri che, si suppone, andranno a Lipari. Anarchia, confusione da per tutto! Molte famiglie di gentiluomini piangono perchè tra i carabinieri vi sono molti giovanotti di buona famiglia, di Messina e della Provincia, arruolati per fanatismo, per la libertà della patria e per levarsi da sotto il gioco dei Borboni!

Ieri, per un parlamentario, il Governatore di Messina ha scritto una lettera al Comandante in Capo Fergola con la quale si lamenta che i nostri soldati del Forte D.Blasco si calano nei sottoposti giardini, cioè ai Moselli, e tirano pietre ai loro carabinieri che sono colà agli avamposti. Questa mattina si è risposto che simili inconvenienti non si sarebbero più verificati! Quanta imbecillità...sembra aver a che fare con piccoli neonati! Verso le ore 22 è entrato nel porto il vapore "Duca di Calabria", proveniente da Napoli; tra i passeggieri sbarcati vi sono state varie donne e signore, appartenenti a militari di questa guarnigione, le quali, oppresse dalla miseria in cui erano in Napoli, sono venute a raggiungere i loro mariti, ancorchè in istato di assedio. Queste diavole di "janare" non solo hanno smentito quanto si diceva stamane circa la morte di Garibaldi e dell'entrata del Re in Napoli(e trovo giuste le loro asserzioni), ma hanno spacciato notizie allarmanti di eccidii avvenuti nella Capitale, di lazzaroni assoldati ad 8 carlini al giorno, di barricate per tutte le strade e vicoli, gridi e schiamazzi a tutte le ore, dello sbarco di 18.000 inglesi in Napoli, 60mila piemontesi, dell'entrata in Napoli di Vittorio Emanuele per domenica prossima, il pane ad un carlino il rotolo, la pasta a 15 grane, carestia, cibo introvabile, infine, che nell'ultima battaglia erano morti 20mila garibaldini e 30mila dei nostri, che si andava a fucilare il Colonnello Ghio, che migliaia dei nostri soldati prigionieri erano stati mandati a Genova e gli Uffiziali rinchiusi nel Castel S.Elmo e tante altre notizie sciocche e allarmanti. Essendo stato rapportato quanto sopra, ho fatto avvertire queste donne che se non tacciono avrei fatto loro somministrare 50 legnate per ciascuno col calzonetto bagnato, perchè quanto asserivano era falso e che il presidio della Cittadella non ha bisogno di simili notizie in quanto, qualunque fussero gli eventi, saprà stare al suo posto! Potrebbe anche trattarsi di persone sospette, inviate dal nemico, con l'incarico di sfiaccare la truppa con simili notizie!

Per la scarsezza di viveri di riserva, si è disposto che per tre giorni della settimana la truppa compri i viveri in Città prelevando la somma dalla doppia diaria che riceve. La somministrazione del prest è di già sospesa per mancanza di numerario.-

 

19 OTTOBRE

Quante anomalie si verificano nelle guerre civili ed in una insurrezione generale come la presente; chi, a sangue freddo, calcola i suoi andamenti non può far altro che ridere e compiangere! Noi siamo assediati, abbiamo una convenzione col nemico(quali sono i messinesi che ci odiano) e questo stesso nemico manda ai nostri avamposti a provvederci di quanto ci bisogna di commestibile ed altro pel vivere civile. Dalla Fortezza ceduta, giornalmente, dallo stesso nemico garibaldino, a mezzo di facchini, ci si fa trasportare, fino avanti la zona militare della Cittadella, quanto nella Fortezza stessa era contenuto; ed i pagani che effettuano il trasporto non possono persuadersi come, nel mentre si dice che si fanno progetti per assaltare ed espugnare la Cittadella, nello stesso tempo ci si fa portare tutto ciò che ci bisogna e che chiediamo!

Tutti i giorni riceviamo notizie contraddittorie di perdite e vittorie dei Regii; oggi, per esempio, si assicura che Re Francesco II è stato battuto, ha ceduto Capua e si è imbarcato per la Spagna; che i garibaldini hanno avuto una perdita di 20mila uomini; che la nostra cavalleria più non esiste; insomma un ammasso di menzogne e di saputelli, che, senza riflettere a quel che dicono, spacciano coglionerie grosse assai. Infatti, un individuo, che si crede molto istruito, mi assicurava che ieri Garibaldi, dal Monte S.Angelo che aveva a viva forza tolto ai Regii, aveva cominciato a bombardare Capua perchè molto irritato di aver perduta molta forza al passaggio del Volturno per conquistare quella posizione. Ebbene, nol credereste, non è stato possibile persuaderlo che da Monte S.Angelo le bombe non possono giungere fino a Capua che detto monte è al di quà e non al di là del Volturno, altrimenti Capua sarebbe circondata; nè Garibaldi, per quel che sappiamo, ha passato il Volturno al di là. Chi lo crederebbe? Ad onta di avergli fatto osservare che il Monte S.Angelo è al di quà – ossia tra S.Maria C.V. e S,Leucio – e non al di là, tuttavia non è ancora persuaso, perchè, ad onta della scienza che vanta, non conosce la Carta.

Per chi ha buon senso, nulla bisogna credere nelle presenti circostanze, massime noi ristretti nei nostri baluardi, stante che vere notizie ed ufficiali solo da Gaeta possiamo ricevere, cosa non tanto facile a verificarsi ad onta che il Re conosce la scarsezza dei nostri viveri e mancanza di danaro; intanto si farà tutto il possibile ed ogni sforzo poter vivere fino al giorno 13 del mese venturo, ancorchè dobbiamo vivere col solo pane, purchè non ci venga meno un contratto di grano fatto e che con anzietà attendiamo da Siracusa, come assicura il negoziante di Messina col quale si è contrattato.- All'ordine di oggi si è discusso che le donne sbarcate, col primo vapore, ritornino a Napoli essendo state considerate come inviate dal nemico per spargere notizie allarmanti in questo presidio; nello stesso tempo comunicare a tutto il presidio di far conoscere alle loro famiglie in Napoli o altrove che nel caso volessero venire in Messina, per nulla saranno ricevute nella Cittadella.- Questa mattina, dalla Calabria, è qui approdato il mastro falegname Domenico Alloisio, inviato da un Barone di Stilo (Distretto di Palmi in Provincia di Reggio) con l'incarico di riferire che sette paesi sono pronti ad insorgere in favore di Francesco II ma che desidererebbero una piccola aliquota di soldati e di armi, di cui sono privi; che nelle Calabrie non vi sono garibaldini se non quelli pochissimi in Reggio; che la bassa forza della Guardia Nazionale sono tutti del partito del Re; che non ci sarebbe che sottomettere ed ammazzare che pochi galantuomini della Guardia Nazionale, che sono del partito di Garibaldi, che opprimono prepotentemente le popolazioni ed, che nei sei paesi vi sono circa 600 sbandati che prenderebbero le armi in favore del Re qualora venissero loro somministrate. Ci ha pure  raccontato (cosa da non credersi) che in Calabria corre voce che Bosco, con astuzia, abbia preso tre Forti in Napoli ed altre simili notizie da non prendere in considerazione.

Ho persuaso lo Alloisio che senza il permesso del Re non possiamo far sortire truppe ed armi dalla Cittadella e l'ho consigliato di far incominciare l'insurrezione perchè S.M., a tal notizia, avrebbe certamente dato gli ordini opportuni; ho anche assicurato che non si mancherà di fare tutti i tentativi per far tanto conoscere alla Maestà Sua, per cui ritornasse da noi il giorno due dell'entrante mese per conoscere quanto S.M. potesse disporre in merito, ove mai il nostro inviato avesse via facile sia all'andata che al ritorno.

Parimenti sono venuti a presentarsi 3 impiegati di Dogana calabresi, esibendo i loro documenti ed anche le schede stampate col "Si" da dare ai comizi il giorno 21 per l'annessione; hanno riferito che se non danno il loro voto sono minacciati di vita e, pertanto, sono venuti a rifugiarsi in Cittadella per non essere obbligati a votare col "Si". Ieri il Consiglio di Guerra giudicò il presunto uccisore del Pioniere, chiamato Sica; per non essersi contestato legalmente, è stata decisa una più ampia istruzione condannando il Sica a rimanere in prigione per 6 mesi, come da disposizione di legge.- Verso le ore 8 ½ è giunto nel porto un vapore proveniente da Palermo recando 220 garibaldini – ossia volonatari siciliani – che per farli apparire più numerosi(come spacciano 4.000), li hanno fatti salire tutti sul bordo e sulle antenne, senza sapere che noi, dal Forte SS.Salvatore e dalle nostre barche che trasportano i viveri, ad occhio nudo, li abbiamo contati. Non c'è dubbio che gli uomini si dividono in tre classi: coglioni, coglionanti e coglionati! I quattro muletti che S.M. ci inviò con l'ultimo vapore, ieri sono stati posti a travagliare sotto i mulini di pietra che sono stati fatti accomodare, stante che i dieci mulini inglesi a mano che abbiamo si sono consumati nelle ruote pel continuo macinare e sono difficili a ripararsi essendo di ferro fuso.- Allorquando, con l'ultimo vapore, venne da noi il Capitano di Stato Maggiore Guillamat e si portò in Augusta per imbarcare le sette compagnie di quel presidio, che bestialmente capitolarono col Municipio, e le portò a Gaeta, ne rimase tre colà perchè il legno non potea contenerle. Saputosi ciò dal Ministero di Palermo (per quanto si è saputo) è stato colà mandato un vapore per imbarcarle ed, a quanto dicesi, le tre dette compagnie sono state trasportate a Genova. Ciò a confermarsi! Per la bontà del Generale Supremo, le donne sbarcate giorni fa sono rimaste in Cittadella.

 

20 OTTOBRE

Parte della truppa garibaldina giunta ieri da Palermo si è imbarcata e dal Forte SS.Salvatore si sentivano voci e bestemmie di chi non voleva imbarcarsi; l'oscurità della notte non ha permesso osservare qual rotta ha preso il legno.

Alle 9 a.m. ci è pervenuta notizia che le Calabrie sono insorte al grido di "Viva Francesco II". È l'Una p.m. giunge un espresso dalla Calabria e mi presenta una lettera con suggello nero diretta al Comandante della Cittadella, senza indicare nome e cognome. Ho creduto, per principio di educazione, mandarla, pel mio segretario, al Generale Fergola, Comandante Supremo della Truppa, facendogli dire che l'avesse aperta e che qualora non fusse a lui diretta l'avesse a me rimandata. Or siccome trovavasi pranzando, ha detto: "Dopo pranzo la leggerò" ed ha disposto che l'espresso avesse atteso.

Essendo io occupato ad altri affari, non vi ho più pensato; ma verso le ore 21, nel riunirsi la truppa in mezzo al Maschio della Cittadella, il Generale Fergola mi ha detto: "Generale, leggete la lettera che mi avete mandata". Letta la lettera, gli ho detto: "Cosa avete risposto? Cosa avete regalato all'espresso? Avete disposto di mandare le bandiere?"-mi ha risposto: "niente di tutto ciò, gli ho fatto la ricevuta!"-"Miseria Umana!", gli ho detto, "Non conoscete quale servizio intende rendere al Re e a Noi la persona che scrive? Come è possibile non riscontrare? E non mandare almeno un paio di bandiere?" -"Come mi dice, bandiere? Io non ho letto le bandiere!". Ho replicato, pieno di rabbia: "Miseria Umana! Povero Re!"- La lettere era inviata, con data di ieri, da un paese della Calabria detto Pentaoli(Prov. Di Reggio) dal Cav. D.Francesco Antonio Carbone, il quale avvisava il Comandante della Cittadella di essersi posto alla testa dell'insurrezione di 6 paesi e, pertanto, chiedeva se era possibile avere una Compagnia di Cacciatori e almeno una porzione di bandiere costituzionali, e che avrebbe fatto conoscere il luogo della riunione ed il giorno della insurrezione. Ora, quale risposta di ringraziamento da parte del Re e nostra non si sarebbe dovuto fare al Carbone? E con quali lusinghiere espressioni non si sarebbe dovuto parlare ad un Uomo che si espone volontariamente a prestare servizio di tanta conseguenza e mandargli le dovute bandiere e lusinghiere promesse?

Eppure il buon Generale Fergola si è tolto di mezzo con una ricevuta e senza dare nemmeno una piastra al messo! Povero Re con Generali di simil natura! Colpa, per altro, è da attribuirsi alla mia troppa delicatezza perchè essendo di me più anziano gli uso quei riguardi che nuocciono, perchè il Ministro della Guerra a me scrive ed il Re in me fida! Ma vedi disgrazia, le cose superiormente non sempre bene si calcolano: se si ha fiducia in me, perchè lasciare altro di me più anziano? -Intanto ho cercato di rimediare col mandare persona a Pentaoli al Cav. Carbone ed aggiustare alla meglio la faccenda! Il Console francese ha riferito che la Russia ha richiamato il suo Ministro da Torino e che l'Austria ha fatto marciare 150mila uomini nell'Italia Centrale sortendo dal suo quadrilatero. Credo sia falso!

 

21 OTTOBRE

Alla punta di giorno tutte le campane di Messina, per molto tempo, hanno suonato a festa: si è dato il plebiscito per l'annessione,tutti per il "Si". Intanto si sono trovati due colossali pupazzi sotto il palazzo del Senato con il viso tagliato da ambo le parti; dicono che rappresentino Garibaldi e Vittorio Emanuele. Tutti hanno dovuto cacciar fuori una bandiera dai balconi, negozi, botteghe, stabilimenti ecc., di modo che dalla Cittadella vediamo Messina tutta pavesata come un vascello.

Dal Governatore di Messina ci si rimettono 12 avvisi stampati del seguente tenore:

ITALIA E VITTORIO EMANUELE RE D'ITALIA - MANIFESTO . Il Governatore Generale della Provincia si dà il piacere di

comunicare ai suoi concittadini dispaccio pervenutogli or ora, alle ore 4 ¾ p.m.: "Il Ministero di Polizia a tutti i Governatori;

Dal Governatore di Chieti mi perviene il seguente telegramma –

S.M. il Re Vittorio Emanuele fra entusiastiche acclamazioni giunse ieri alle 5 p.m. e n'è ripartito questa mattina per Popoli alle

ore 8 p.m. -Chieti 19, ore 10 a.m. -n°2460 Napoli, lì 20 ottobre, ore 4 ¾, Reggio, lì 20 ottobre 1860!

Il Governatore: Tenente Colonnello Antonio Plutino."

Quante cose contraddittorie! Se l'avviso di Vittorio Emanuele a Chieti è vero, in brutta posizione si troverebbe il nostro povero Re! Nel mentre il Comandante della "Messagerie" ci assicura di aver letto sui fogli ministeriali a Malta che tutto si accomoderà diplomaticamente e che Francesco II resterà a Napoli! Molti contrasti anche in Sicilia si sentono per l'annessione pura e semplice e per le amministrazioni comunali. Faccia Iddio! Chi sa quanto finirà lo stato di anarchia nel nostro infelice Regno! Riceviamo continue notizie dalla Calabria per le insurrezioni che si aumentano e pel malcontento che vi esiste per il nuovo regime. Intanto il Padre Gavazzi, intimo confidente del Generale Garibaldi, scrive a tutti i redattori dei fogli esteri le sorprendenti vittorie di Garibaldi e che la Piazza di Capua vuol capitolare e siccome non ancora si è verificato, qualche foglio francese lo mette in caricatura. Verso le ore 22 ½ grande illuminazione per tutta la città, grandi bandiere che girano per le strade principali con grande calca di popolo che grida "Viva il nostro Re Vittorio Emanuele!"

La nostra posizione comincia a divenire alquanto triste; la mancanza del danaro per la truppa, che non abbiamo che fino al termine del corrente mese, ci da vera afflizione, in quanto dal 1° novembre i soldati non potendo spendere, non avendo nè prest nè diaria, sarà giuoco forza dar mano ai viveri di riserva che bastano appena per una quindicina di giorni; finiti questi, si potrebbe vivere per ancora pochi giorni col semplice pane, ma terminato anche questo il caso diverrà critico se non abbiamo soccorso dal Re in viveri e danaro. Non v'è dubbio che minacciando la Città di bombardamento ci si provvederebbe di tutto, ma come pagare? Nulla si può pretendere senza pagamento, e neppure con "buoni" perchè non accettabili non riconoscendosi più Francesco II, ma Vittorio Emanuele! Speriamo che le cose in qualche modo si accomodino e che il Re ci faccia giungere qualche soccorso. Si sta facendo di tutto per far venire a conoscenza del Sovrano la nostra posizione, che ben deve saperla, augurandoci(Iddio nol voglia) che non manchi di mezzi!

 

22 OTTOBRE

Questa mattina si sono presentati tre calabresi provenienti da Scilla, cioè un gendarme, altro del 4° di Linea, sbandati, ed un doganiere; si sono ricevuti e posti in sussistenza. Questi hanno disertato perchè, giusta ordini di Garibaldi, chiamati per formare il Reggimento  Carabinieri Calabri, e non volendo colà prendere servizio, sono venuti da noi.

Dal telegramma di ieri da Napoli a questo Governatore Garibaldino in Messina(per quanto riporta il nostro interprete telegrafico) si rileva che il Generale Fanti, garibaldino, ha avuto una forte azione a Venafro col Generale Scotti che è stato battuto e caduto prigioniero con 50 Uffiziali e 1.000 soldati e 400 dispersi. Si spera che tal notizia sia falsa: le cattive notizie, per altro, vanno sulle ali dei venti! L'espresso(leggi il messo) venuto dalla Calabria il giorno 20 è ritornato di bel nuovo; lo stesso ci da notizia che la maggior parte dei villaggi della Provincia di Reggio, fino a Bagnara, sono in insurrezione. Ho asserito che molti posti dell'interno sono molti irritati per le prepotenze che soffrono e sono tutti del partito del Re; che si sono dati alla macchia per non dare il "Si". Gli sono state date tre bandiere ed una lettera molto lusinghiera pel Cavaliere Carbone, capo dell'insurrezione! Si è presentato un giovane, impiegato nel telegrafo elettrico di Scilla, il quale, per non essere obbligato a dare il voto del "Si", è scappato. Lo stesso ci ha detto che dal telegrafo garibaldino di Napoli, il giorno 16, si segnalava: "La Patria in pericolo alle Calabrie ed in tutta la Sicilia" e che perciò avessero mandato tutte le forze disponibili in suo soccorso .

Ci ha, inoltre, detto(salvo verità) che la nostra nuova fregata "La Borbone" in potere del nemico, nel mentre trasportava 2.000 prigionieri a Genova, questi si sono rivoltati ed hanno obbligato il Comandante di trasportali in Gaeta, minacciandolo della vita; detta fregata con altro legno pare che stiano a Gaeta! Quante notizie opposte! Il tempo ci dirà...!!! Molto malcontento vi è in Messina, ad onta che ieri tutti, dietro minacce, diedero il voto favorevole per l'annessione ed hanno innalzato bandiere per l'annessione. La miseria affligge il popolo basso ed i proprietari e negozianti sono oppressi da contribuzioni; commercio non se ne conosce più in un porto franco come Messina, denaro poco ne gira, ad eccezione di quelli che vengono a smaltire merce nella nostra Fortezza in dove 4.500 uomini comprano e spendono al di là dei loro bisogni. Voglio sperare che seguiti purchè S.M. ci mandi danaro e viveri. Abbiamo spedito al Re il Dottor Guadar di questo ospedale; egli è figlio di francese e si è finto dargli il suo congedo per così portarsi in Francia, ma, invece, sbarcherà, come francese dimissionato dal nostro servizio, in Napoli per indi portarsi in Gaeta, oppure prima a Civitavecchia. Egli si è compromesso giungere a Gaeta ed a voce dire al Re la nostra posizione. Non si è tralasciato altro mezzo: al Comandante "La Messagerie", il quale sembra molto attaccato al nostro Re, si è dato un plico diretto a S.M. Detto plico sarà consegnato al Console Francese in Civitavecchia, che molti servizi sta rendendo al Re, che si premurerà di farglielo pervenire con sicurezza. Speriamo che detto plico giunga a S.M. onde conosca le nostre circostanze ed i nostri bisogni. Il Governatore di Messina, per mezzo di un parlamentario, ci invia altro avviso a stampa, in quattro copie, ossia un telegramma segnalato da Napoli dal Ministero di Guerra che avvisa tutti i Governatori di Napoli e Sicilia che il Generale Cialdini con il suo corpo d'armata piemontese, avendo avuto un forte attacco a Venafro con la colonna del Maresciallo di Campo Scotti, lo ha fatto prigioniero con 50 Uffiziali e 700 soldati ed altri 4.000 soldati si sono dispersi. Se devesi prestar fede a quanto dal nemico ci si fa conoscere senza domandarlo bisognerebbe convenire che la perdita di un Regno sia un fatto compiuto. In tempo di guerra bisogna attendere il risultato perchè le astuzie guerresche sono molte. Per tale notizia, affissa su tutti i cantoni della Città, si è ordinata altra alluminazione, per questa sera.

Quest'oggi un uffiziale francese del vascello ancorato nel porto, con piccola barca, si è avvicinato al Forte SS.Salvatore domandando il permesso a quel Comandante di poter raccogliere su quella spiaggia delle pietre pomici, al che si è annuito ed essendosi avvicinati a lui alcuni nostri uffiziali ha detto loro che dalle Autorità di Messina gli era stato detto che noi cedevamo la Cittadella subito che venisse in Messina Vittorio Emanuele; al che gli uffiziali gli hanno risposto che difenderebbero la Cittadella fino agli estremi essendo questa la volontà dei Superiori ed il nostro attaccamento al Re ed essere tutto falso quanto le Autorità di Messina gli avevano detto. Truppe garibaldine, ossia volontari siciliani, nel giungere per via di terra, si sono imbarcate ed a quanto si è saputo vanno a sbarcare al di là di Pizzo per l'insurrezione scoppiata in Calabria. Quante novità e momenti si succedono! L'essersi però incerti dell'avvenire, nè potendo in nessun modo calcolare con esattezza le cose di tanta importanza perchè in dubbio di tutto e di tutti, è una vera angustia.

 

23 OTTOBRE

Dall'interprete del nostro telegrafo sappiamo che truppa garibaldina ieri sbarcò a Paola ed altro legno, anche con truppa, trovavasi ieri nelle acque di S.Eufemia; sembra, quindi, vera la insurrezione in Calabria.

Si sno presentati due marinari della Real Marina che per esimersi dal servizio garibaldino in Napoli sono qui venuti e sono stati ricevuti; gli stessi mi hanno assicurato che Napoli è tranquilla, ma sempre in aspettativa di novità e che in Gaeta giornalmente sbarcano Bavaresi ed Austriaci; dicono pure che in Napoli il Re ha un gran partito.

Stamane abbiamo acquistato in piazza 14 cantaja di fiore che si mischierà con la farina dei nostri mulini pel pane della truppa.

Or che puolsi calcolare da tante notizie incerte? Cialdini ha battuto la Colonna di Scotti, facendolo prigioniero con molti uffiziali e truppa – molti feriti garibaldini in Napoli - alcuni dicono che Garibaldi sia stato battuto – forestieri, Bavaresi ed Austriaci che sbarcano giornalmente a Gaeta e che S.M. li avrebbe nelle sue truppe – plebisciti, tutti con "Si", e per buona volontà o per forza – marinari e soldati sbandati che si presentano da noi – lo stato di assedio che soffriamo – il nemico che nulla ci fa mancare – parte dei siciliani disgustati – circa 600 Realisti nelle prigioni di Messina – la pubblicazione dell'annessione con generale plebiscito – le Calabrie in rivolta – truppe garibaldine che vanno e vengono comandate da Uffiziali disertori quasi tutti siciliani ad eccezione di pochi italiani... Una contraddizione di cose e di notizie da far perdere la testa, specie a noi rinchiusi nel vasto locale della Fortezza che nulla possiamo sperare di positivo!

Verso le ore 9 è giunto il vapore francese "La Messagerie" da Napoli; si è spedito il solito Uffiziale dal Comandante per conoscere qualche cosa dalla Capitale e di ciò che passa nell'Esercito del Re. Ci fa conoscere essere vera la prigioniera del Generale Scotti ma non con tanta perdita di uomini come si spaccia nel telegramma inviatoci dal Governatore garibaldino di Messina. Ma ciò che maggiormente ci rattrista si è che S.M. vi aveva spedito da Gaeta danaro ed il vestiario d'inverno per la truppa col solito vapore francese è stato catturato dal nostro vascello "Il Monarca" in potere di Garibaldi e condotto a Napoli. Il Ministro francese, indignato di ciò, ad onta delle ragioni addotte, ha dovuto convenire coi rappresentanti del nuovo regime che il legno fusse rientrato in Gaeta, avesse scaricato quanto apparteneva al Re e fusse rientrato in Francia. Non saprei come ciò può avvenire, stante che, per diritto internazionale, la bandiera copre la mercanzia!

Si è mandato un Uffiziale Superiore sul vascello francese per ringraziare il Comandante di quanto ci aveva avvisato, facendogli conoscere che questo presidio durerà fino agli estremi essendo tutti i decisi a difendere questa fortezza tanto intensamente, da S.M. affidataci. Lo stesso ci fa conoscere che dalle Potenze è stato imposto al Re Vittorio Emanuele di ritirare subito tutte le sue truppe dal Regno di Napoli(speriamo che si verifichi!). Abbiamo, poi, altre notizie: che fra giorni vi sarà una grande battaglia nelle vicinanze di Capua. Tutto è contraddittorio; il tempo ci fa conoscere la verità. Il Capitano d'Artiglieria Fonseca, nostro disertore, ieri è venuto in Messina col grado di Maggiore, al servizio di Garibaldi!

 

24 OTTOBRE

Da Pentaoli in rivolta, il Cavalier Carbone, manda continuati messi; domanda 200 soldati per far comparire l'uniforme del Re. Si risponde giornalmente che si attendono gli ordini Sovrani. Questa mattina altri 4 calabresi, di vari paesi, vengono per lo stesso oggetto. Sarebbe un gran vantaggio un'insurrezione generale nelle Calabrie, ma come darne l'impulso dalla Cittadella senza ordine Sovrano e senza mezzi? Come far traversare il Faro con una forte crociera nemica che ci sorveglia? Il passaggio di 200 uomini in Calabria si rende molto difficile! Si è scritto al Sovrano la nostra posizione e lo stato delle Calabrie; a Lui dare disposizioni ed i mezzi per far progredire le cose! Avendo restituito al Comandante del vascello francese i fogli per ricevere i nuovi, questi mi fa dire dal Capitano di Artiglieria, apportatore dei fogli stessi, di non credere a nulla di quanto si dice su Napoli perchè tutto è menzogna. Mi auguro sia così. Noi intanto ci provvediamo per tirare a lungo la nostra difesa! Mi si rapporta dai calabresi che ieri, nell'approdare un legno con alcuni garibaldini che volevano sbarcare tra Scilla e Villa S.Giovanni per provvedersi di alcune cose, i calabresi hanno fatto loro fuoco addosso facendoli ritornare in Messina.

Altri dicono che in altro paese in sommossa che voleva alzare la bandiera del Re hanno ucciso un sottointendente che voleva impedirlo.

Abbiamo acquistato altre 3 cantaja di fiore; si fa quanto si può prevedendo il futuro, ma il numero di 4.500 uomini è esorbitante.

Non abbiamo gallette che per due altri giorni! Garibaldi ha ordinato censirsi tutti i beni ecclesiastici; i monaci restano nei loro conventi con una pensione mensile che sarà loro pagata dal Governo. Questo decreto non ha fatto troppo piacere!

Siccome l'olio comincia a mancare, si è disposto che essendovi la luna fino a mezzanotte, solo a tale ora potranno accendersi i lumi

esterni. La Cittadella consuma, per l'illuminazione e Corpi di Guardia, circa 309 rotoli di olio al giorno.

 

25 OTTOBRE

È giunto il vapore postale "Il Pompeo" apportatore della notizia che i garibaldini hanno preso il Forte S.Angelo; per quanto è a mia conoscenza, il forte S.Angelo non esiste, ma bensì il Monte S.Angelo, a tre miglia da Capua. Può darsi che i garibaldini hanno occupato quella posizione, ma i bullettini stampati in Messina dicono "Forte S.Angelo". Si pubblica, altresì, la resa di Capua ed è per ciò che Messina e tutti i legni siciliani che sono nel porto sono tutti pavesati. Si crede che tutte queste notizie siano procurate perchè molti minacciano di ritirarsi nelle proprie case.

Il tempo dirà la verità, ma io vi presto fede! Un marinaro di detto vapore, di nostra confidenza, ci assicura essere tutto falso quanto si dice a Messina e ci ha confidato con molta sicurezza che Garibaldi è morto a Napoli e che dopo averlo imbalsamato, il cadavere è stato riposto in tre casse ed inviato a Genova sul vapore "Lo Stromboli". Ci assicura parimenti che il figlio di Garibaldi trovasi ferito a Capua e che Francesco II lo visita tutti i giorni. Parimenti ci si assicura essere falsa la notizia della cattura del vapore francese "Proteus", al nostro servizio, effettuata dal vascello "Il Monarca", portato in Napoli e dal Ministro francese fatto restituire a Gaeta per colà sbarcare quanto aveva per conto del Re ed indi restituirsi in Francia.

Che cosa crudele è l'incertezza!

Quest'oggi un sensale interprete, in una carrozza tirata da due facchini, con una grossa bandiera sarda, girava per le strade principali di Messina gridando la presa di Capua ed inneggiando a Vittorio Emanuele ed al Dittatore Garibaldi.- Questa sera magnifica illuminazione forzata per tutta la Città.- Tutte queste dimostrazioni si fanno onde persuadere i difensori della Cittadella di cederla facendo spacciare che la perdita del Regno di Francesco II sia un fatto compiuto.-Non sanno che ove sono vecchi e onorati soldati le parole a nulla valgono, ma solo fatti e si attengono solo agli ordini che S.M. ci fa pervenire!!!

 

26 OTTOBRE

Questa mattina sono venuti altri calabresi spediti dal Cav.Carbone a domandare truppa e danaro per riunire in un sol punto 20mila uomini provenienti dalla provincia, oltre tuti gli sbandati, in numero esorbitante, essendo pronti a prendere le armi. Per quanto ci dicono, il Barone di Gioiosa, Aiossa, l'ex Intendente di Salerno, ha assoldato circa 400 sbandati e, pare, che questi hanno di già avuto un'azione contro le guardie nazionali del partito sovversivo infliggendo molti morti e feriti.

Non v'è dubbio, si potrebbe fare un gran colpo inviando poche centinaia di uomini dalla Cittadella, ma con quale mezzo trasferirli in Calabria essendo noi senza vapori e circondati da crociera nemica? E il denaro? Noi ne siamo senza! Ed il consenso dl Re a cui si è scritto in proposito e siamo ancora senza istruzioni e corrispondenza? La posizione dei calabresi è critica, senza direzione, senza danaro; si trovano compromessi ad onta che le urne con i voti del "Si" per Vittorio Emanuele sono partite per Napoli, abbenchè non hanno votato perchè i pochi galantuomini di ogni paese avversi al Re poco si sono curati che siano oppur no stati presenti i votanti; è stato ed essi sufficiente riempirle del "Si". La miseria in Calabria, come in Sicilia, è eccessiva; cosa sarà or che si avvicina l'inverno? In questo stato di cose l'insurrezione nelle Calabrie certamente si aumenterebbe giornalmente, ma manca il meglio: danaro ed un vapore da guerra! Questa mattina in Messina, dai partigiani del nuovo regime, si metteva in dubbio la presa di Capua, abbenchè ieri si fecero delle grandi illuminazioni e feste. Anche il nostro interprete telegrafico ci avvisa che nessun telegramma da Napoli è passato a Reggio per la presa di Capua, da ove avrebbe dovuto pervenire per darne notizia a Messina; ed è per ciò che stamane, col telgrafo a occhio, da Reggio si segnalava a Messina cercando di conoscere per quale causa ieri sera si fecero le grandi illuminazioni per tutta la Città e conventi. Messina per nulla ha risposto! Ho letto in un foglio di Messina che il blocco posto avanti Gaeta ha catturato 6 barche cariche di viveri ed un brigantino con 18mila ducati. Se questa notizia è vera, per noi è una vera disgrazia stante che non ad altri potevano essere diretti i viveri che a questa fortezza che, fra giorni, comincerà a sentirne impellente bisogno.

 

27 OTTOBRE

Si sono acquistati due cavalli per i molini anche per dare aiuto ai 4 muletti che abbiamo, stante che i nostri bisogni giornalmente crescono consumandosi in ogni distribuzione 45 cantaja di farina e non essendoci più gallette.

Questa mattina alle ore 10 è trapassato il Tenente dei Pionieri D.Michele Toro, dopo aver ricevuto, in un mese, ogni possibile assistenza in questo ospedale provvisorio.

Di buon ora questa mattina abbiamo saputo che ieri sera in Reggio vi furono molti trambusti e si tiravano varie fucilate in Città; più tardi si è sparsa la voce che un serio attacco vi sia stato in un villaggio vicino a Scilla tra insorti contro i garibaldini: cioè, siciliani e calabresi assoldati da Garibaldi e Guardie Nazionali con gran macello dei secondi; che nel forte della zuffa le Guardie Nazionali si sono unite agli insorti. Pare che l'insurrezione in Calabria abbia cominciato a prendere piede; alcuni vogliono che sia stato il Barone Aiossa ad incominciare, altri il Cavaliere Carbone di Pentaoli.

Pare che l'azione abbia avuto inizio nel paese chiamato Cinque Fronde; certo è che un marinaro venuto dalle coste della Calabria ci assicura che per tutti i paesi che ha costeggiato si sentivano gridi di gioia che inneggianti a Francesco II. Tutto ciò poco giova. Questa sera abbiamo veduto Catona ed altri villaggi della Calabria con grande illuminazione, forse in segno di gioia per la vittoria riportata. Reggio è perfettamente all'oscuro; nessuna notizia ufficiale su ciò abbiamo. Domani certamente, venendo qualche calabrese, sapremo la verità. Da Napoli si domanda se Garibaldi sia a Palermo e questi risponde negativamente, ma tutti assicurano che sia morto. Per Messina dicesi che egli sia a Caserta, alla testa dell'armata dei volontari.

 

28 OTTOBRE

In Messina vi sono affissi che fanno noto che Garibaldi si è ritirato rimanendo al Re Vittorio Emanuele la finalizzazione dell'unione del Regno delle Due Sicilie a tutta l'Italia; non sappiamo a che attribuire un simile avviso. Si vuole con certezza Garibaldi morto, altri alla testa dei volontari ed, infine, che si sia ritirato. Tutto è incerto!

Stamane il mio sarto, nel venirmi a portare i ricami per la mia uniforme di generale (previo permesso del Governatore di Messina)

mi ha detto che in Città sono tutti spaventati perchè corre voce che i Generali della Cittadella hanno domandato al Senato 10mila oncie per pagare le truppe del presidio altrimenti avrebbero bombardata la Città. Ho detto di rassicurare tutti essendo ciò del tutto falso e che la Cittadella non domanda cose ingiuste e si augura di non venire a questi estremi.

Ci si assicura che l'altra sera, al largo della Matrice di Reggio, si fece molto fuoco tra insorti favorevoli a Francesco II e garibaldini che ne ebbero la peggio; come pure un sanguinoso attacco a Polistina ed Oppido. Poveri paesi, come si ridurranno in questa guerra civile che, a quanto pare, va a propagarsi! Ad onta di tante notizie, tutte a nostro vantaggio, pure il mio pensiero è sempre in orgasmo poichè nessuna notizia ci perviene da Gaeta, nè possiamo per nulla calcolare cosa possa succedere colà.

Certo è che se S.M. avesse i mezzi ci avrebbe soccorso; gli affari, intanto, sono a riflettersi bene e bisogna con anticipo prevedere alla meglio all'avvenire. Le gallette sono finite, la razione di pane, invece di 24 oncie, si è ristretta a 18. Abbiamo legumi, pasta e formaggio fino al 15 dell'entrante novembre; la truppa è pagata fino al termine del corrente mese e fa l'ordinario a sue spese riscuotendo la sola diaria. Or siccome nella nostra Cassa di Campagna non vi esistono che 3.000 ducati, ho convenuto col Sig.Generale Fergola che dal 1° novembre non si darà ai soldati nè prest nè diaria, nè soldo di ottobre agli Uffiziali, ma la semplice razione potendo i 3.000 ducati servire per compera di grano per l'ospedale, e qualche altro bisogno, dovendosi provvedere al sostentamento di 4.500 uomini. Tutto ciò se da Gaeta non giungono soccorsi! Se questi manca? Non trovo altro espediente che una questua tra Generali, Uffiziali e soldati... Faccia Iddio!

È giunto il vapore "Duca di Calabria" e tra i passeggeri sono sbarcate le mogli del Tenente di Artiglieria Balestra e la moglie di una guardia di artiglieria; esse erano alloggiate a Napoli ai Granili, come tutte le famiglie che da qui partirono; per nulla sono state molestate nell'entrare Garibaldi a Napoli, quantunque tutta o parte della sua truppa fusse alloggiata in detto locale, rispettando sempre il sito ov'erano le famiglie dei militari. Ma queste signore, vedendosi prive di denaro, per mancanza di rimessa da parte dei mariti qui di stanza, si sono imbarcate con tutto il loro equipaggio ed alle ore 23 sono entrate nella Cittadella. È a supporsi che queste donne in un baleno sono state circondate da Uffiziali e soldati, ognuno per sapere notizie del Re, della Capitale e delle nostre truppe. Esse assicurano che Garibaldi è morto, ma che a Napoli non si puol dire, tanto più che essendovi altro individuo che gli somiglia, si fa dire che ora è in un sito, ora in un altro. Raccontano che vi sono molti feriti garibaldini; le mine preparate da Bosco che fecero saltare in aria migliaia di nemici; che Napoli è tranquilla, che il Re Francesco II tra pochi giorni entra in Napoli; che una cinquantina di signore italiane vestite a tre colori con pistole a fianco e carabina a tracolla passeggiano per Napoli portandosi dietro una schiera di "lazzari" che gridano "Vivò"; che più non si nomina Garibaldi, ma Vittorio Emanuele, in fine un mondo di coglionerie a cui l'Uomo di buon senso non deve prestarvi fede. Corre voce che all'attacco di Polistina ed Oppido tra insorti e garibaldini sia stato ucciso il figlio del Barone Aiossa. Da accertarsi!

Questa sera osserviamo dai nostri baluardi illuminazione a Catania e ai villaggi circonvicini a Palmi, Messina e Reggio all'oscuro; non sappiamo a che attribuirlo. Certo è che Plutino, Governatore Militare e Civile, è fuggito da Reggio. Quest'oggi si è ordinato la riunione di tutta la guardia nazionale di Messina; non se ne conosce la causa.-Questa mattina, però, si pretendeva dal Governatore di Messina che la guardia nazionale avesse montato gli avamposti avanti la Cittadella, abbiamo osservato una quantità di lancioni riuniti avanti Reggio e molti altri in Messina. Si suppone, forse si vorrà spedir truppa in Calabria, abbenchè poca Ia quella che esiste in Messina, quasi tutta formata da siciliani che difficilmente si imbarcheranno.

 

29 OTTOBRE

Questa mattina alla punta di giorno si è presentato ai nostri avamposti un soldato garibaldino con armi e munizioni. Egli è di Mantova, ha circa 28 anni ed ha disertato mentre era di sentinella.-Parimenti si sono presentati 5 calabresi, soldati sbandati, già appartenenti ai diversi Corpi della Brigata di Brigante e Melendez, dipendenti tutti dal Maresciallo Vial.

Questi raccontano cose dell'altro mondo circa il grande fatto d'arme avvenuto nei paesi insorti di Pentauli ed altri quattro contro circa 1.000 garibaldini e guardie nazionali di Reggio. Affermano che di questi ultimi ne sono stati uccisi 700 e che Plutino sia gravemente ferito. Tutto questo sarà, ma il numero dei morti mi sembra molto alterato! Il non avere in nessun modo notizia da Gaeta e non ricevere affatto soccorso di viveri e denaro, mi mantiene sempre in tristi pensieri per non esserci rimasti che viveri per una quindicina di giorni e qualche migliaio di ducati. All'oggetto, avendo persuaso il Generale Supremo Fergola su tale interessante argomento, abbiamo riunito tutti i Capi dei Corpi e fatto ad essi conoscere la non felice posizione in cui siamo. Si è detto che per questo mese di ottobre Generali ed Uffiziali non percepiscono soldo perchè nella Cassa di Campagna non vi esiste altro denaro che pel mantenimento dell'ospedale e qualche spesa straordinaria; che non abbiamo che pochi giorni di viveri e che perciò se consumiamo questi, venendo ad essere astretti da forte assedio, ci vedremmo perduti. Inoltre, seguitano ad esserci la tregua, non avendo danaro, come si potrebbe obbligare la Città a fornirci di viveri?

Minacciare con cannonate non si può stante che legni esteri, fregate inglesi e vascelli francesi, con l'ultimo abboccamento che ebbi, i rispettivi Comandanti, mi dissero che erano nel porto per proteggere gli interessi e le persone dei connazionali, a seconda il diritto delle genti e dei patti internazionali. Quindi, non avendo soccorsi da Gaeta, proponevasi una questua tra tutti gli Uffiziali e soldati per imprestare alla Cassa di Campagna il denaro che ognuno volontariamente vuol dare, danaro che sarebbe restituito alle prime somme che S.M. invierà da Gaeta. Per dare l'esempio, io ho dato 200 ducati; Fergola 300 ed il Generale Cobianchi 120. Si proponeva inoltre che la truppa non riceverebbe che la sola diaria di sei grane al giorno per fare la compera dell'ordinario, pane e vino e non riceverebbe prest finche non viene danaro da Gaeta. Chi lo crederebbe? I soldati appena inteso tale disposizione, ognuno si è portato ad offrire al proprio Capitano la somma che tiene, stimandosi contentissimi di dar tutto per l'onore della Piazza e per l'amore verso il Re. Domani saprò il risultato; per ora la Cassa di Campagna, dai tre Generali ed Uffiziali di Stato Maggiore, ha introitato 1025 ducati.

 

DETTAGLIO DELLE SOMME VERSATE NELLA CASSA DI CAMPAGNA SPONTANEAMENTE DAI GENERALI, UFFIZIALI E SOLDATI PER

SOCCORRERE AI BISOGNI DEL PRESIDIO DELLA CITTADELLA  IN ASSEDIO

 

DETTAGLIO UFFIZIALI SOLDATI TOTALE

- Stato Maggiori E Uffiziali isolati

- Forte SS.Salvatore

- Direzione di Artiglieria

- Direzione del Genio

- Veterani

- Artefici di Artiglieria

- 3^ Brigata di Artiglieria

- Battaglioni Pionieri

- 3° Reggimento di Linea

- 5° Reggimento di Linea

- 7° Reggimento di Linea

- Ospedale Militare (Dottori e Impiegati)

- Corpo Telegrafico

- Individui della riserva addetti all'Ospedale

Duc.ti Grani Duc.ti Grani Duc.ti Grani

1.025 0 1.025 0

129 0 129 0

216 0 216 0

210 0 210 0

336 0 336 0

55 20 55 20

177 0 730 40 907 40

585 20 1.059 60 1.644 80

766 20 2.657 70 3.433 90

671 0 2.072 41 2.743 41

1.032 80 2.573 70 3.706 50

85 0 85 0

35 0 33 0 68 0

68 40 68 40

T O T A L E 5.042 120 9.588 341 14.628 461

 

Sembrami che offrendosi di propria volontà dal presidio della Cittadella la somma di ducati quattordicimilaseicentoventotto e grani 461, dimostra il buon spirito e la buona volontà dello stesso per provvedere ai propri bisogni per tirare per quanto più si può a lungo la difesa di questa importante Fortezza.

 

30 OTTOBRE

Questa mattina è venuto il messo Domenico Penna da Catona, inviato da D.Vincenzo Cilea di Salici e D.Matteo Marra di Catona, con un

biglietto che portava cucito nelle scarpe, col quale si chiedeva armi, munizioni e danaro per pagare migliaia di uomini che avevano riuniti per una controrivoluzione. Si è risposto che siamo in attenzione di ordini di S.M., come si è detto altre volte, senza di che non possiamo in alcun modo dare la disposizioni che si convengono.

Altri 6 marinari calabresi si sono presentati e presi qui in sussistenza ma finalmente si è riuscito a persuadere il buon Generale Fergola che lo ammettere tante bocche inutili nella Cittadella era un danno positivo, essendo gente che nessun servizio può rendere ed avendo noi forza sufficiente per la difesa della fortezza. D'altronde, bisogna riflettere che questi calabresi che qui vengono sicuramente non è per amor di Sovrano, ma o per viltà o per la fame, stante che se fusse per amor di Sovrano si unirebbero alle masse che già si sono organizzate; se per viltà, nessun conto renderebbero a noi il sostentarli, mentre noi, se le cose andranno per le lunghe, potremmo mancare di tutto. Pare che il buon Generale in Capo si sia persuaso. È giunto il solito vapore francese "La Messagerie", quello stesso che portò una nostra lettera a S.M. facendola pervenire a mezzo del Console Francese a Civitavecchia. Andato subito a bordo il solito Uffiziale nostro, il Comandante

gli ha dato buone notizie della salute del Re e dell'ottimo spirito del nostro Esercito e delle buone speranze che i nostri affari si accomoderanno diplomaticamente ad onta che la molta truppa piemontese ora entrata nel Regno, quindi ha detto: "Io ho portato un grosso piego di S.M. che ho consegnato all'Ammiraglio Francese che sta sul vascello e che da lui sarà inviato al Generale della Cittadella".

In effetto, l'Ammiraglio, gentilmente, per Uffiziale, ci ha  rimesso il plico da ove abbiamo appreso quanto è passato nell'azione avvenuta a Cascano tra la nostra truppa ed i Corpi Piemontesi i quali sono stati battuti; e noi, che siamo da tanto tempo senza notizie, siamo rimasti sorpresi nell'apprendere come il Re Vittorio Emanuele, che ha sempre dimostrato amicizia al nostro Sovrano, avendo anche un suo Ministro in Napoli, avesse potuto commettere l'infamia di entrare con le sue truppe nel Regno ed inoltrarsi fino a poche miglia da Gaeta per attaccare le nostre truppe alle spalle. Ma ci siamo rallegrati nell'apprendere che il blocco posto da Garibaldi per via di mare a Gaeta non solamente non è stato riconosciuto dalle Potenze estere, ma che la flotta francese si è portata avanti Gaeta e l'Ammiraglio ha obbligato i legni piemontesi di allontanarsi. È da lusingarsi che la politica sia cambiata e che la Francia abbia per noi qualche simpatia sia per l'eccessiva malafede del Piemonte che pel Congresso di Varsavia in dove la riunione dei Sovrani del Nord pare che voglia prendere in considerazione lo stato deplorevole della infelice Italia, del Pontefice e di Francesco II. Con lo steso piego del Ministro della Guerra abbiamo ricevuto molti fogli da Gaeta in dove abbiamo letto le giuste proteste del nostro Re a tutte le Potenze. Si sono ricevuti molti brevetti e nomine di Generali ed Uffiziali, tra i quali il nostro Generale in Capo Fergola è stato promosso Maresciallo.

Si riceve ancora una ministeriale con la quale fa conoscere la somma riconoscenza del Sovrano per la fedeltà e attaccamento che dimostra questa guarnigione per la difesa di una piazza di tanta importanza. Parla pure di altre cose e segnatamente del modo come amministrare gli averi, stante che, per quanto vi avvisa, tra pochi giorni, pel vapore francese a nostro servizio, il "Proto", ci perverrà la somma di 12mila ducati per 4.500 uomini? Perchè volendosi pagare prest e diaria ai soldati e soldo agli Uffiziali non sono sufficienti che per 15 giorni. Ciò fa osservare che le finanze dell'ottimo Sovrano non sono troppo felici.

Questa mattina dalle Calabrie sono sbarcati alla marina molti gabbioni; suppongo che voglio prepararsi per stringerci di formale assedio, col rompere la convenzione. Per ora non è da preoccuparsi, stante che, con la truppa che attualmente trovasi in Messina, non possono effettuarlo. Intanto fo tutto il possibile per fare immettere quanto grano si può, avendo tre molini a pietra e 6 animali per molirlo nella Cittadella.- Dal mese di agosto fino ad oggi, sono morti nel nostro ospedale della Cittadella un Uffiziale e 7 individui di truppa, di diversi

Corpi.-

 

31 OTTOBRE

È entrata nel porto una fregata inglese.- Il Comandante di Piazza garibaldino ci avvisa amichevolmente di provvederci al più presto possibile di quanto ci bisogna perchè ha ricevuto una prevenzione che va a venire un vascello piemontese ed altri legni per mettere il blocco alla Cittadella e Messina. Non saprei se ciò può verificarsi, stante che se il blocco posto da Garibaldi a Gaeta non è stato riconosciuto da nessuna Potenza e la flotta francese lo ha fatto togliere, non saprei se il Vice Ammiraglio francese che trovasi sul vascello nel porto lo permetterebbe.- Verso l'una p.m. è passato nel Faro un vascello inglese e dopo aver parlamentato con la fregata giunta stamane è partito.- I calabresi mandano giornalmente; si è ad essi risposto quanto S.M. ha scritto, cioè che non convien mandare forza in Calabria per ora, ma che operassero da per loro, onde far conoscere all'Europa che il voto universale del "Si" votato per l'annessione, o è stato forzato o che le urne dei voti sono state riempite di "Si" senza che i votanti fussero stati presenti; che S.M. ringrazia i calabresi ed a suo tempo manderà forza e danaro. La fregata inglese giunta stamane, verso mezzanotte, è di nuovo partito facendo rotta verso l'Adriatico.- In giornata abbiamo acquistato 100 cantaja di farina, bastante per 4 giorni.

 

1°NOVEMBRE 1860 –  CITTADELLA

Questa mattina il Cav.Carbone di Pentauli ha scritto una lunga lettera al Generale Supremo facendogli conoscere che l'attacco di Cinque Fronde non riuscì a seconda dei suoi desideri per il gran numero dei garibaldini e guardie nazionali usciti da Reggio e diretti da Poerio, per cui ordinò, dopo il conflitto, alla sua massa di disperdersi. Al che Plotino, ritornato a Reggio, ordinò a Poerio di non eseguire il disarmo nei paesi insorti e nè eseguire gli arresti da lui ordinati. Dietro di che Poerio mandò un messo al Cavaliere Carbone facendogli dire che voleva avere un abboccamento con lui e che essendosi ritirato nel suo paese a Pentaoli rinunciò al sito indicato. Saputosi ciò da Poerio, questi con soli 8 uomini armati si portò dal Cavaliere Carbone cercando di persuaderlo di desistere dalla sua impresa per non rovinare la Provincia ed assicurandolo che non avrebbe eseguito nè disarmo nè arresti, nominandolo anzi Capo della Guardia Nazionale. Da ciò Carbone ne deduce che Reggio teme un'invasione e, pertanto, prega il Generale in Capo, ove mai la truppa dovesse sbarcare in Calabria, di avvisarlo cinque giorni prima onde trovarsi al punto dello sbarco che lui stesso indicherà. Dice pure che il voto relativo all'annessione mandato a Napoli è falso poichè nessuno di quei paesi ha votato e perciò chiede l'intervento di qualche Potenze estera per presenziare ad una nuova votazione.

Gli si è risposto trascrivendogli la lettera di S.M. nella quale è detto di non mandare, per ora, truppa in Calabria fino a nuova disposizone e che gli insorti agissero per loro conto, essendo sicuro della loro fedeltà, già dimostrata in varie circostanze.

Visto le nostre ristrettezze e l'assedio che, forse, andrà per le lunghe e i pochi mezzi che ha S.M. per soccorrerci, stamane si è deciso dal Consiglio di Difesa che gli Uffiziali non ricevono il soldo del mese di ottobre, ma che la semplice doppia diaria e che i soldati e truppa, cominciando da oggi, ricevano il solo prest senza diaria. Col prest la truppa deve comprarsi quanto gli bisogna per l'ordinario fino a quando i garibaldini lo permetteranno. Parimenti, Uffiziali e truppa, dai nostri magazzini di riserva, riceveranno giornalmente pane e vino. Si fa tutto il possibile per acquistare grano e, difatti, ieri si acquistarono 100 cantaja di farina sufficiente per 4 giorni; siamo in trattative per 50 salme di grano, come pure si fa il possibile di cambiare 3.000 tomoli di biada, che abbiamo, con grano. Speriamo di riuscirci avendo i paesani ottenuto il permesso di acquistare; sarebbe un gran vantaggio.  Oggi è cominciato il freddo; la nostra truppa soffre perchè priva

di sottocalzoni a pantaloni ed uniformi di panno. Tutto il presidio non ha che il semplice pantalone e giubba bigia e cappotto perchè così partì da Gaeta; gli uffiziali trovansi parimenti nelle stesse condizioni.

 

2 NOVEMBRE

Questa mattina altri calabresi si sono qui presentati e sono stati ammessi. Cosa curiosa; nel mentre gli sbandati vengono a noi, alcuni nostri soldati si disertano. Questa notte si sono disertati tre calabresi e due di Campobasso, che erano agli avamposti.- Ho disposto di non più fare entrare nella Cittadella parenti dei soldati calabresi perchè questi, forse, li consigliano di diseratare. Riceviamo dubbia notizia che il Barone Ajossa sia stato arrestato dai garibaldini, forse nell'attacco sostenuto.

Dai telegrammi che vengono dal Continente e che vengono interpretati dai nostri impiegati del telegrafo, si rileva che il Generale Fabrizio, ferito sotto Capua, passa molto meglio col braccio e che il fratello del Ministro di Guerra a Palermo, parimenti, migliora con la sua ferita.

Le truppe garibaldine in Messina sono alquanto disgustate perchè da più giorni non ricevono nè prest nè soldo. Da Maggiore fino a 2° Tenente percepiscono 2 franchi al giorno. Un capitano di paranzella proveniente dalle Puglie ci assicura che a Manfredonia sono sbarcati gli Austriaci. Si è ordinato di fare fuoco addosso a qualsiasi soldato che si allontana dal bivacco di Terranova, sperando, così, di impedire la diserzione.

 

3 NOVEMBRE

Il nostro interprete telegrafico ci avvisa che da Reggio viene comunicato che sono partite 150 guardie nazionali con l'incarico di inseguire la gente insorta di Pentaoli e degli altri paesi vicini che inneggia a Francesco II e minaccia Bagnara e S.Eufemia. Ciò viene confermato dai calabresi i quali assicurano che l'insurrezione progredisce e che molti paesi hanno anche innalzata la Bandiera Reale. Visto il cattivo tempo e la gran pioggia di questa notte, la truppa al bivacco ed ai posti di guardia, questa mattina, ha ricevuto la razione di rhum. Sono le ore 10 a.m.; grande fracasso di campane in Messina per la notizia ieri pervenuta della resa di Capua. Se ciò sia vero, è a supporsi che i garibaldini avendo portato nelle vicinanze di Capua quantità di mortai per bombardarla e non essendovi rimasta che la sola guarnigione di 4.200 uomini – quale è la forza stabilita per detta Piazza – e per essersi il nostro esercito fortificato tutto sulla linea del Garigliano, puol darsi che S.M. abbia ordinato di cedersi Capua per non farla distruggere dal nemico a forza di bombardamento. Se avessero voluto prenderla con la forza, molto tempo vi avrebbero impiegato per gli approcci e lavori da farsi.

Riceviamo nella Cittadella uno degli affissi posti in tutti i cantoni di Messina che dice quanto segue:

 

"IL GOVERNATORE DI REGGIO AL GOVERNATORE DI MESSINA. IL PRODITTATORE MI AVVISA CHE IERI CAPUA HA CAPITOLATO. LE NOSTRE TRUPPE L'HANNO OCCUPATA. NOI QUI SIAMO IN FESTA ED IN TRANQUILLITÀ! REGGIO, 3 NOVEMBRE 1860.

IL GOVERNATORE

Francesco Ugdolena"

 

Questa sera grande illuminazione per tutta la Città; bandiere spiegate per tutti i balconi e gran calca di popolo che gira per la Città con bandiere spiegate che, come ossessi, gridano "VIVA IL RE GALANTUOMO". Intanto noi nella Cittadella siamo pacifici ascoltatori e attendiamo gli eventi e, sebbene non abbiamo contatti con la Città, pure siamo trattati come se fussimo amici, stante che tutto quanto da noi si chiede, dal Governatore e Comandante di Piazza di Messina ci viene accordato.

In effetti, per la deficienza di viveri, che non ne abbiamo che per un altro mese ed anche meno, abbiamo domandato un appalto per la carne e maccheroni o pasta, ed i beccai e postai ci vengon a servire fino al Forte SS.Salvatore. Inoltre, tanti altri venditori ci forniscono di sugna, lardo, cipolle, pane, vino e quanto può bisognare pel viver civile. Abbiamo anche domandato di fare acquisto di grano e quanto può bisognare pel vivere civile. Abbiamo anche domandato di fare acquisto di grano e dalla Piazza è stato accordato il permesso ai negozianti di poterlo portare in Cittadella; ne abbiamo acquistato per circa 20 giorni. Or siccome nella Cittadella vi sono riposti circa 3.000 tomoli di biada e non avendo che sei animali per i molini abbiamo cercato di venderli; appena domandato il permesso di tanto negoziare, subito è stato concesso che un negoziante potesse passare gli avamposti per fare l'acquisto. A costui, inoltre, è stato rilasciato uno speciale permesso onde non fusse insultato da qualche tristo messinese, stante che i paesani non vedono troppo bene tanta cortesia nei nostri riguardi. In effetti quest'oggi si è pattuito il prezzo della biada a 83 grana il tomolo ed il negoziante ne ha già preso 132 sacchi dandoci altrettanto grano. Dopodomani, lunedì, verrà di nuovo a prenderne quanto ne può e così fino al termine del quantitativo. Speriamo che le cortesie seguitino fino al termine di tutta la vendita, perchè, verificandosi la capitolazione di Capua, potrebbe avvenire un cambiamento di cose. Però la Cittadella sarà sempre la stessa purchè non manchino viveri e mezzi; ed è per ciò che ci affligge il non veder giungere il vapore francese con i soccorsi promessi nell'ultima ministeriale. É vero che con la questua volontaria fatta tra noi si è prodotto 14mila e più ducati, ma che sono per 4.500 uomini a cui bisognano 1.000 al giorno? - Senza saper nulla di positivo viviamo con la speranza che le Potenze estere diano soccorso al nostro Sovrano, purchè (e Iddio nol voglia) non riescano fallaci come avvenne per i Patrioti del 1799, i quali, fino al momento di salire sul patibolo, attesero l'Armata Gallo-Ispana che doveva liberarli.

 

4 NOVEMBRE

Questa mattina alle ore 7 a.m. il nostro interprete telgrafico ci avvisa che a 35 miglia(come comunicava anche l'altro telegrafo garibaldino in Messina) si vedeva un vapore ad elica, senza bandiera. Si suppone che fusse quello stesso vapore francese che S.M.  spedì qui il giorno 4 ottobre col Capitano Guillamat. A tal notizia i nostri baluardi erano gremiti di uffiziali e truppa per vedere i soccorsi che giungevano da Gaeta, ma qualè è stata la nostra sorpresa allorchè il legno, ha issata la bandiera inglese ed invece di entrare nel porto ha proseguito verso l'Adriatico! Questa notte c'è stata pioggia a dirotto, per cui nella mattinata tutte le guardie ai bivacchi hanno ricevuto la razione di rhum. Col vapore "La Messagerie", qui proveniente da Malta, un Gentiluomo, forse incaricato dal Pontefice, si è premurato parlare col Maresciallo Fergola; Ha detto che lui agiva in favore del Papa e di Francesco II per arrolare 30mila volontari per la Santa Causa e che non si fidava affatto dei Francesi perchè Napoleone è il nemico dell'Italia e del Regno delle Due Sicilie; che fino a quando vive Napoleone III l'Italia sarà sempre schiacciata; che in Francia essendo numerosi i legittimisti presto Egli cadrà. Egli è un uomo di circa 30 anni, ma sembrami un gesuita, abbenchè porta mustacchi e lungo napoleone alla barba; è fornito di passaporto di varie nazioni e con nomi diversi. Or, siccome poco m'illudono i progetti di emissari, massime nelle presenti circostanze, dò poco credito alle parole: solo i fatti mi persuadono, nè saprei qual mezzo egli possa adoperare per reclutare 30mila uomini! Ha domandato qual mezzo potrebbe trovare per parlare a Francesco II;ha detto pure che il Papa, per consiglio del Cardinale Antonelli , voleva pubblicare una Crociata, ma che Napoleone III non ha voluto permetterlo, e tante cose, che tutte mi sembrano aeree, oppure di entusiasta senza riflessione. Ci ha finalmente assicurato che il Congresso di Varsavia tra gli Imperatori di Russia, Austria ed il Principe Reggente di Prussia è durato 4 giorni ed è terminato il 26 ottobre p.p., ma che non se ne conosce ancora il risultato... Molta truppa garibaldina è partita da Messina per le Calabrie ed hanno eseguito molti arresti di Realisti; hanno parimenti rinforzato i Forti di Scilla e Torrecavallo e perseguitano li paesi insorti in favore del Re a mezzo della guardia nazionale, massime quella di Reggio molto accanita contro gli insorti.

 

5 NOVEMBRE

Ho letto l'opuscolo ricevuto ieri: esso è un appello contro Napoleone III esponendo tutti i suoi torti ed inganni; esorta tutti i Sovrani d'Europa e la stessa Nazione Francese di abbatterlo dimostrando il suo carattere infernale e la sua smisurata ambizione, i torti verso Pio IX in quanto sotto l'aspetto di proteggere la sua persona e la Religione, col suo consenso fa invadere dal suo alleato Re del Piemonte tutti gli

Stati della Chiesa, istigando i suoi popoli e quelle delle Due Sicilie ad insorgere contro i propri legittimi Sovrani.

Quest'oggi abbiamo acquistato altre 50 salme di grano e ducati 1.260 la salma ed abbiamo venduto quantità di biada.

Siamo in grande attenzione dei soccorsi promessi da Gaeta e della roba di panno per la truppa che veramente ne ha bisogno. Stamane abbiamo mandato due grossi pieghi al Vice Ammiraglio francese sul vascello qui stanziato nel porto, che nel riceverli gentilmente si è compromesso farli pervenire a Gaeta. Speriamo che S.M. conoscendo i nostri bisogni si premuri, se può, spedirci l'occorrente, o almeno quanto ci venne promesso nell'ultima ministeriale.

 

6 NOVEMBRE

Ore 9 a.m. -È giunto "La Messagerie" ed il Comandante assicura che Capua effettivamente è stata occupata dai garibaldini e che S.M. ha fortemente fortificato tutte le posizioni da Sessa fino a Gaeta. Parimenti è giunto il vapore "Maria Antonietta" e due commedianti ci hanno assicurato che Capua non è stata invasa. A chi dar credito? Brutta cosa è l'incertezza! Ci si dice ancora che il Comandante Militare in Napoli, dopo aver riuniti tutti i nostri soldati usciti dagli ospedali ed i prigionieri fatti in diverse occasioni li ha fatti imbarcare per Genova non dando affatto ascolto a molte famiglie che reclamavano di farli restare nella loro patria; anzi ha loro risposto che essendo prigionieri di Capua giusta capitolazione di Capua dovevano imbarcarsi per Genova.

Quante contraddizioni!

IL Comandante de "La Messagerie" ci assicura ancora che il vapore francese "Il Proto" a nostro servizio era stato da lui veduto a Gaeta che caricava generi di panno e abbigliamento che dovevano qui spedirsi; speriamo che ciò si verifichi! - Ci si fa conoscere che la Russia, Austria e Prussia abbiano fatta una nota collettivamente alla Francia in risulta del Congresso di Varsavia con la quale le impone di dichiarare francamente i suoi divisamenti relativamente all'Italia ed in modo stima la parte che vuol prendervi stante che non possono più permette al Re di Piemonte di agire come sta praticando al presente. Speriamo che ciò sia vero perchè molto vantaggio arrecherebbe alla nostra causa. Questa notizia mi sembra non vera!-Ci si dice ancora dai passeggeri della "Maria Antonietta" la grande miseria che vi è in Napoli ed il disgusto della popolazione per cui giornalmente si teme una reazione, e che i "lazzari" hanno preparato una grande quantità di pietre nelle loro abitazioni. Insomma, una gran quantità di notizie a cui non bisogna prestar credito, ma che io qui registro per ammazzar la noia.

La Sicilia sembra in apparenza tutta entusiasmata e contenta; eppure non è così. Sono contentissimi della Costituzione, ma vorrebbero che questa nuova forma di governo non restasse nell'anarchia come attualmente si trova, per cui il malcontento non solo vi esiste in quelli che col Governo vivevano impiagati ed ora espulsi, ma anche nei proprietari pacifici e nei negozianti a cui sembra mille anni che tutto finirà in qualunque maniera sia.- Stamane un assistente di un nostro Uffiziale Superiore, nel portarsi con permesso a Messina, si è incontrato con un Gentiluomo che abita di fronte la casa ove il detto Uffiziale alloggiava allorchè era in Città, e chiamato in disparte gli ha detto: "Dite al vostro padrone di non credere affatto a quanto si dice in Città; sono tutte bugie. Tenetevi forti nella Cittadella e non credete a nulla." Infine, chi vuole che la faccenda sia vicino a sciogliersi, altri dicono "guerra europea", altri cantano vittorie, altri disfatte... certo è che da circa 7 mesi viviamo segregati dal consorzio umano, sempre in aspettativa, ora di buone ora di tristi notizie, che farebbero ammalare chiunque non abbia sangue freddo e riflessione. In giornata abbiamo acquistato altre 25 salme di grano e venduto 86 salme di biada. Brutta cosa è pensare per la sussistenza per 4.500 uomini armati!

 

7 NOVEMBRE

Questa mattina il nostro interprete del telegrafo ci avvisa che un telegramma da Napoli segnala a Reggio che il "Re Galantuomo" Vittorio Emanuele faceva la sua entrata in Napoli alle ore 10 a.m. e che perciò si ordinasse a tutti i Forti e Castelli che a detta ora facessero la salva di rito.-In effetti alle ore 10 abbiamo inteso tuonare il Castello di Reggio, Torre di Faro, Scilla, Alta Fiumara che sono di fronte. Tale notizia ci è stata partecipata, per un parlamentario, anche dal Comandante di Piazza garibaldino di Messina. Cosa curiosa, giusta la convenzione, tutto ciò che trovasi nei due Castelli di Consagra e Castellaccio deve trasportarsi a spese di della Città in questa Cittadella, e nel mentre dal nemico ci si partecipa l'entrata di Vittorio Emanuele nella Capitale del Regno, ci pervengono due grossi carichi di barili pieni di polvere trasportati da messinesi, tanto a noi avversi e che sempre inneggiano al Re Galantuomo Vittorio Emanuele!

La notizia dell'entrata in Napoli di V.E. Per nulla mi ha sorpreso, come pure all'intero presidio, perchè io che leggo i

fogli di Francia già sapevo in quanto già annunciato dal foglio francese "La Presse" del giorno 23 del mese passato; in detto foglio era anche comunicato tutte le deputazioni, con i nomi, presentatesi a Vittorio Emanuele ad Aquila, Sulmona e Castel di Sangro e segnatamente quella di Napoli che lo premurava di venire subito nella Capitale per evitare sconcerti. Infatti, nel foglio si diceva che il Re d'Italia avrebbe fatta la sua entrata in Napoli il giorno 8, ma, si vede, che per la premura fatta, è stata anticipata ad oggi. La notizia ha prodotto forte dispiacenza a questa intera guarnigione! Grandi feste a Messina e Reggio; le illuminazioni non hanno avuto luogo per la forte pioggia che cade. Nei teatri, certamente, ci sarà grande illuminazione. Questa mattina il Tamburro del 5° di Linea Ferrara ha sofferto 100 legnate per tentata diserzione; alto individuo, per ferimento, è stato sottoposto al Consiglio di guerra del Corpo.

 

8 NOVEMBRE

Ci si assicura da alcuni marinari che la notizia dell'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli è falsa; quella segnalazione fatta da Napoli fu per far partire dalla Sicilia e dalla Calabria 3 battaglioni di dette Provincie per Napoli in quanto in nessun modo volevano partire.

Se ciò sia vero oppur no il tempo lo dirà. Certo è che se la notizia non è vera molta poco vercondia deve avere quella Autorità che fa mettere in stampa simili avvenimenti falsi. E gli è certo che tutte le volte che sono partite truppe dalla Sicilia o dalla Calabria, sono state sempre precedute da notizie di battaglie vinte.

 

9 NOVEMBRE

Per tentata diserzione di sette individui, soldati del 7° di linea, fu ieri ordinato un Consiglio di Guerra subitaneo. Il capo complotto condannato a 10 anni ai ferri ed a 15 giri di bacchetta per 200 uomini; tre soldati, a 15 giri di bacchetta per 200 uomini e gli altri tre ad un anno ai servizi ignobili perchè conoscitori della diserzione dei primi quattro e non ne avevano passata notizia ai Superiori.-La sentenza non potè rendersi esecutiva ieri stesso perchè molto tardi termino il giudizio, ma bensì questa mattina, in mezzo al Maschio della Fortezza con l'intervento di tutta la guarnigione sotto l'armi. Tale esempio farà ben considerare a qualche scioperato che avesse cattiva intenzione di disertare la pena a cui va soggetto.

Nel venire dal Forte SS.Salvatore il 7° Reggimento di Linea, con bandiere spiegate, nella Cittadella per l'esecuzione di detta sentenza, ha attraversato il piano di Terranieri che sta avanti la palazzina. Nel sentirsi la banda di detto reggimento, gran calca gente si è colà riunita; forse qualche bello spirito ha detto che quel reggimento si portava a Terranova per stipulare la capitolazione della resa della Cittadella; tal voce si è subito propagata per tutta la Città in modo che il Comandante di Piazza garibaldino Maggiore Bisogni aveva già nominato individui per ricevere i patti della capitolazione. Nel medesimo tempo Reggio ha segnalato a Catanzaro e Cosenza la resa della Cittadella e che sa se tal notizia non sia già pervenuta anche a Napoli.

Un Uffiziale italiano, quest'oggi, parlando con il nostro Uffiziale incaricato di comprare in Messina grano e farina gli ha detto che i Tedeschi hanno passato il Mincio e minacciano la Lombardia e che perciò essi andavano a partir subito per Genova per prendere posizione sul Po per battere i Tedeschi.- Siamo stati assicurati essere falsa la notizia della resa di Capua e dell'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli, che il giorno 3, avanti Capua, vi è stato un forte attacco ove sono periti 12mila garibaldini e 400 dei nostri. Queste cifre mi sembrano un poco alterate e da non credersi. Ci si dice ancora che il Generale Bosco sia partito per gli Abbruzzi con 18mila uomini, che i siciliani ed i calabresi non hanno voluto partire perchè credonsi ingannati, che le Calabrie sono tutte in rivolta e, finalmente, che si crede una reazione di Napoli stante che dal Trattato di Varsavia la Francia ha promesso di non ingerirsi degli affari d'Italia se l'Austria dichiara guerra al Piemonte. Se tutto ciò fusse vero il nostro affare andrebbe benissimo, ma i fogli di Francia non ne parlano affatto. Certo è che da Messina tutti si allontanano; la miseria, per altro, in Città è strema, nessuno lavora, il commercio è fermo e il basso popolo, il più insolente, minaccia sempre il saccheggio.- Quantità di legni inglesi, seguiti sempre da francesi, traversano il Faro; intanto noi pacifici spettatori e incerti di quanto di vero o menzognero ci si dice non facciamo che vigilare i nostri baluardi, unico punto di tutta la Sicilia ove sventola il vessillo di Francesco II, mirando sempre verso Torre di Faro con la speranza di scoprire il "Proto" vapore francese al servizio del Re che deve portarci i promessi soccorsi ed i generi di panno per la truppa per i presenti freddi manifestatisi con molto rigore; ma disgraziatamente il "Proto" non si vede nel mentre da molti giorni avrebbe dovuto arrivare.

 

10 NOVEMBRE

Abbiamo venduto per 1.700 ducati di biada ed abbiamo acquistato grano e farina per la sussistenza del corrente mese e altri giorni di dicembre. Manchiamo di olio e si è commessionato per avere 20 cantaja, stante che per i molteplici corpi di guardia ed illuminazione della Fortezza ve ne bisognano circa 30 rotoli al giorno. Questa mattina si sono imbarcati garibaldini e parte dei volontari sopra un vapore ed altro legno a vela ed hanno preso la volta del Sud, ovvero Spartivento. Si suppone che se non sbarcano in Calabria dietro marina, andranno forse verso Ancona per proteggere la linea del Po, come disse ieri l'Uffiziale italiano. Viviamo sempre con animo sospeso in attenzione di eventi senza saper mai cosa alcuna di certo.

È giunto verso le ore 20 un vapore proveniente da Siracusa carica di truppa nemica; tra i soldati vi sono quelli della 5ª compagnia dei Pionieri che dopo la capitolazione di Siracusa presero servizio nelle masse di Garibaldi i quali hanno riferito ad un nostro Sergente che venivano a Siracusa e andavano e Genova. Ciò ci fa credere che potrebbe verificarsi quanto ci hanno riferito, cioè che i Tedeschi hanno passato il Mincio e che dalle Due Sicilie partono truppe per difendere il Po e per prenderli alle spalle.

I nostri emissari calabresi più non li vedono da molti giorni; non sappiamo a che attribuirlo. Da una parte ci si dice che in Calabria siano stati eseguiti molti arresti di Realisti, altri che l'insurrezione progredisce. Per noi tutto è incerto! Questa mattina si è disposto che l'illuminazione delle caserme vada a carico dei Corpi, come per legge, e non più si riceva olio dai magazzini della riserva e ciò fino a che non sia interrotto il curioso commercio con la Città. Siccome la guarnigione non riceve il vino per qualche giorno, perchè devesi tramutare, la truppa riceverà un rotolo e mezzo di lardo per Compagnia tutte le volte che farà il ragù, invertendo in carne ciò che dovrebbe spendere pel lardo. Si fa tutto il possibile per allungare la durata dei nostri viveri, sempre nel dubbio dell'arrivo dei soccorsi da Gaeta.

 

11 NOVEMBRE

Il Governatore di Messina telegrafa a Napoli desiderando conoscere se Vittorio Emanuele, dopo di aver visitato Palermo, viene anche a

Messina. Ad onta di tali telegrammi, molte persone, anche in Città, mettono in dubbio l'entrata in Napoli di Vittorio Emanuele,

come pure la presa di Capua; il tempo lo dirà.

Ho ricevuto stamane una copia del foglio francese "La Patrie" ove

è trascritto il risultato del Congresso di Varsavia. Il testo è il

seguente:

Art.1 – Guerra aperta alla rivoluzione e allo spirito

rivoluzionario.

Art.2 – Mantenimento di tutte le Sovranità e specialmente delle

Sovranità della attuali frontiere.

Art.3 – Piena disapprovazione di quanto avviene in Italia.

Art.4 – Impegno di favorire il reintegramento delle possessioni in

Italia.

Art.5 – Sacrifizio per parte dell'Austria in favore della Russia

nella possessione che essa avea pria del trattato di Parigi.

Art.6 – Appoggio eventuale afferto all'Austria dalla Russia dalla

parte di Ungheria, dalla Russia dalla parte della Boemia, dalla

Boemia dalla parte del Tirolo.

Art.7 – Accordo non solo per mantenere la divisione della Polonia,

ma per impedire una rivoluzione polacca.

Art.8 – Promessa amplissima di concorrenze relative agli

avvenimenti che possono aver luogo fra cui primeggia la mansione

della guerra sul Reno."

Sono le ore 12, si sente tuonare a Reggio e Torre Cavallo per i

tre giorni di salve che sono stati ordinati per l'entrata di

Vittorio Emanuele in Napoli.

 

12 NOVEMBRE

Questa mattina è giunto nel porto un vapore francese proveniente da Gaeta forse per qualche nuova istruzione al vascello francese

stanziato in questo porto, al quale ha consegnato una quantità di plichi a noi diretti e qui fatti pervenire subito a mezzo di un Uffiziale di Marina, il quale li ha consegnati al Comandante Supremo Maresciallo Fergola. È una vera posta per i tanti uffici ai Corpi, ministeriali, brevetti gli uffiziali promossi. L'Uffiziale di Marina francese ci ha assicurato che ufficialmente è stato ad essi partecipato la capitolazione di Capua, ma che stessimo tranquilli perchè fra giorni tutto si comporrà diplomaticamente e finiranno le nostre angustie dell'assedio.

Tra gli uffici vi sono due "ordini del giorno" partecipati a tutti Corpi del Reale Esercito ed a questa guarnigione con ministeriale n°8 el 2 novembre 1860:

"Corre il quarto mese ed il presidio di Messina, chiuso l'orecchio ad ogni insidia o minaccia, respinge le offese nemiche e non lascia occasione di domostrare fermo e deciso sostenere la causa dell'Augusto Re Francesco II.

Ma non ha guari dava benanche manifesta prova di anteporre la stessa sofferenza, le fatiche ed i pericoli della guerra alle dolcezze di famiglia ed alle domestiche cure. Questi sono soldati e sottouffiziali che per compiuto impegno hanno diritto a definitivo congedo, ma unanimemente sono venuti nella onorevole e bella determinazione di rimanare sotto le bandiere finche perduri la guerra.

E S.M. il Re(D.G.) volendo rendere duraturo il ricordo di tale generoso sentimento e perchè gli individui potessero dimostrarsi orgolgiosi di così bella e militare risoluzione ha ordinato che venissero tutti fregiati della medaglia d'argento dell'ordine di Francesco I."

ALTRO ORDINE DEL GIORNO N°9 DEL 4 NOVEMBRE 1860

"Non è molto che il Comandante della Cittadella di Messina fatto noto a quel presidio come la Cassa di Campagna si vedesse ristretta nei pagamenti, tutti, proporzionatamente, dal Capo all'ultimo soldato, offrirono il loro soccorso e fu raccolta la non lieve somma di oltre 14mila e 628 ducati.

Tale spontaneo ed onorevole disinteresse, non comune alle istorie militari, basterebbe da se solo per dimostrare di qual generoso sentimento si trova animato quel pugno di bravi ragazzi che tra le vicende di una guerra, inaudita ed insidiosa nonchè irregolare, si è deciso a sostenere e con ogni mezzo le ragioni dell'Augusto Re Francesco II e di pugnare per la giustizia ed il diritto senza por mente alla natura dei sacrifizi che la necessità loro imponesse!"

Da molte lettere particolari apprendiamo tristi notizie del nostro Esercito: cioè, Capua bombardata e la guarnigione prigioniera di guerra; le truppe d'Itri battute e la maggior parte, comandate dal Generale Ruggiero, si sono ritirate a Terracina dichiarandosi truppa neutrale(perchè forse vi sono i francesi) depositando le armi finchè non possonsi ritirare a Gaeta; le nostre in posizione in quel di Mola, battute completamente e ritiratesi, sono al bivacco sotto le mura di Gaeta. Infine, un mondo di disgrazie, uffiziali morti, che la mano rifiuta di scrivere, ma, ciononostante, ci si assicura sempre che presto tutto si accomoderà. Il desiderato vapore "Il Proto" che deve recarci i promessi soccorsi non ancora giunge; il desiderio della sua venuta fa sì che qualunque vapore si scorge da lontano, la maggior parte del presidio monta sulle batterie per osservare se sia il benedetto "Proto". Gran quantità di soldati sono provveduti di cannocchiali comprati SS.Salvatore dalla gran quantità di venditori che colà accorrono giornalmente a vendere ogni sorta di oggetti.

Ma la vendita comincia a diminuire perchè il danaro comincia a mancare stante che i Generali e gli Uffiziali, oltre di ciò che hanno improntato alla Cassa di Campagna per i bisogni del presidio, non hanno ricevuto soldo pel passato mese di ottobre, ma la sola diaria e, parimenti, la truppa, oltre di ciò che ha improntato alla detta Cassa, dal primo del corrente mese riceve solo il prest senza diaria. Quest'oggi abbiamo acquistato 7 cantaja di olio a ducati 26 ¼ al cantaja perchè quello delle nostre riserve era per finire.

 

13 NOVEMBRE

Apprendiamo da vaghe notizie che la maggior parte delle nostre truppe abbiano battuto ritirata a Terracina; si suppone che qualche convegno vi sia tra il nostro Re ed i francesi e che questa truppa siasi colà ritirata per non avere sussistenza sotto le mura di Gaeta, anche perchè(a quanto dicesi) battute a Mola dalla flotta navale anche di notte, era obbligata ad abbandonare quella posizione. Notizie ufficiali non ne abbiamo, ma le lettere particolari si rileva.

Dicesi ancora che il Re con soli 14mila uomini siasi concentrato nella Piazza di Gaeta e che abbia prevenuto gli abitanti di provvedersi di viveri per alquanti giorni e che alle famiglie dei militari abbia fatto anticipare 6 giorni di viveri e che, finalmente, a Gaeta tutti i militari ricevono i viveri dalla  riserva.- Questa mattina abbiamo ricevuto 50 cantaja di legname dalla riserva di Artiglieria ricavati da affusti vecchi perchè disgraziatamente la legna manca per cuocere il pane. Dalle Calabrie potrebbero venire legna e fascine, ma da colà si impedisce il commercio per Messina. Dalla Città, giusta la convenzione, potremmo pretendere pagando, ma Messina è scarsissima di legna ed è a carissimo prezzo; noi, pertanto, rimediamo alla meglio con botti e barili della vuotata riserva e con le immense sporte di maccaroni per qual tanto che basta a fare la vampa per infornare il pane di cui ne bisognano circa 25 cantaja per ogni distribuzione. Speriamo, per altro, che le faccende di guerra presto si accomodino abbenchè la diplomazia vada sempre per le lunghe, ma ora che il nostro Re(per le notizie pervenuteci da Gaeta) trovasi assediato in quella Piazza, non estendendosi i suoi avamposti che alla Casa Quadrata a vista della Piazza e a circa un quarto di miglio dagli avamposti nemici(ossia all'Arco di Conca), la Capitale occupata dal nemico, Capua invasa dopo un bombardamento, questa Fortezza imponente rimasta isolata e con scarsi mezzi, se le Potenze amiche non si premurano, il nemico terrà come fatto compiuto la conquista del Regno di Napoli e Sicilia. Calabresi più non ne vediamo; infiniti arresti si fanno in quelle Provincie da lo nuovo regime, inimicizie particolari che tra essi si vendicano, anarchia per ogni dove. Nella Cittadella abbiamo il Maggiore Commessario del Re per i Consigli di Guerra di Guarnigione; egli è di Reggio ed ha 4 figli maschi, due dei quali erano qui con lui ed altri due impiegati di Dogana a Scilla; ora questi sono tutti nelle carceri centrali di Reggio per ordine del Governatore Plutino, accusati di essersi battuti a Pentaoli e Cinquefrondi, mentre, in effetti, due erano qui ed altri due a Scilla. Falsi testimoni ed inimicizie particolari li fanno gemere nelle prigioni; chi sa per quanto tempo vi resteranno.

 

14 NOVEMBRE

È giunto da Napoli il vapore "Duca di Calabria" ed ha portato due donne appartenenti a soldati delle compagnie di artiglieria di questa Cittadella, le quali trovavansi a Capua il giorno del bombardamento e ci hanno confermato quanto di già conoscevamo fin da ieri, soggiungendo che la guarnigione si rese prigioniera e che tutta fu portata in Napoli ed imbarcata per Genova, licenziando i soldati che avevano terminato il loro impegno ed obbligando al servizio quelli che ancora non lo hanno finito. Per gli uffiziali: coloro che non hanno voluto servire a Vittorio Emanuele, sono stati licenziati(ma quasi tutti hanno accettato e rimasti in rimasti in servizio). Raccontano ancora le grandi feste fatte a Napoli alla entrata di Vittorio Emanuele e la grande esultanza dei Napoletani.- Dal giornale francese "La Presse" del 30 ottobre rilevo che a Varsavia nulla hanno combinato i due Imperatori di Russia ed Austri ed il Principe Reggente prussiano e sembra che gli affari siano rimasti in diplomazia; ad onta degli 8 articoli la cosa pare che prenda tempo: mentre il medico studia il malato se ne muore! È una vera disgrazia, anche i fogli di Francia si contraddicono! Noi intanto fidiamo grandi speranze sulle Potenze del Nord ed alla loro diplomazia, vista la permanenza di S.M. in Gaeta con tutta la Real Famiglia, nonchè l'amicizia che pel momento gli dimostra la Francia col mantenere a Terracina parte della sua Armata come neutrali, come pure per aver nominato Ministro Plenipotenziario presso S.M. l'Ammiraglio Le Barbier de Finar.

 

15 NOVEMBRE

Questa mattina sono partiti da Messina 300 garibaldini su di un piccolo vapore e non si sa per dove; alcuni dicono che sono dei nostri artiglieri, forse prigionieri fatti a Siracusa, o Augusta al servizio nemico, che vanno a Napoli.- Sono giunti nel porto vari vapori mercantili da Napoli. Varie donne di Uffiziali e Sottouffiziali di Artiglieria sono qui venute a raggiungere i loro mariti; queste trovavansi a Capua col Deposito di detto Corpo. Molte coglionerie, miserie e morti raccontano e pazientemente si ascoltano per ammazzare la monotonia e l'ozio dell'assedio. Quest'oggi si sono disertati due Secondi Sergenti del 7° di Linea – Ventre e Carriero -; si ha sospetto di molti Uffiziali Superiori o che vogliono disertare perchè pieni di timore per i loro gradi, oppure per viltà, spargendo voci scoraggianti forse per persuadere altri di rendere la piazza, senza conoscere che la mia particolare polizia li sorveglia attentamente e che hanno a che fare con uomini decisi e vecchi ed onorati militari che comandano questa Fortezza, come il Generale Supremo Fergola ed io che ne ho l'esclusivo comando. Voglio per altro augurarmi che non si verifichi quanto sospetto perchè un Consiglio di Guerra subitaneo non mancherebbe di condannarli a morte. Ecco – e lo dico per la ennesima volta – la conseguenza degli Uffiziali Superiori fatti per antichità ed immersi nell'ozio delle guarnigioni senza aver fatto mai la guerra o sofferto disagi in qualche Campagna, avvezzi sempre all'adulazione che hanno loro prodotto gradi ed onori, e vanagloriosi. Infelice Sovrano, abbandonato da tutti coloro che ha maggiormente beneficato!

 

16 NOVEMBRE

Fra le notizie che pervengono da Messina vi è che Vittorio Emanuele con 6mila uomini si porta a Palermo, resterà qualche ora a Messina e quindi partirà per Genova per affrontare i Tedeschi che hanno passato il Mincio.- Da Palermo si segnala che due vapori con truppa sono in vista.  Pel cattivo tempo si sono costruite quantità di garitte per le molteplici sentinelle che circondano la Fortezza e molte baracche di legno per sostituire le tende deteriorate dalle abbondanti piogge e dai venti.

 

17 NOVEMBRE

Abbiamo sicura notizia che le truppe piemontesi , o garibaldine, di guarnigione nella Piazza di Siracusa, hanno ricevuto l'ordine di partire, rimanendo colà la sola guardia nazionale per custodire la piazza stessa. Dicesi lo stesso per la guarnigione di Messina che è poco numerosa. Il Cardinale Villadicane ed il suo Coadiutore Mons. Papardo si sono allontanati da Messina, lo stesso hanno fatto molti capi di ricchi ordini religiosi.

Le truppe di Catanzaro e Cosenza(a quanto dicesi) si sono tutte imbarcate a Paola, rimanendo, per guarnigione, la guardia nazionale del nuovo regime. Intanto a Messina si sta preparando il Palazzo Reale per la venuta di Vittorio Emanuele. Riceviamo sicura notizia dal caffettiere greco Costantino, che ci provvede di gelati ed è ora venuto dal Levante, che i Tedeschi sono calati nell'Alta Italia, come pure il Duca di Modena con altri 20mila uomini. Verso mezzogiorno si sono posti gli affissi per la Città riportanti il telegramma segnalato da Palermo che avvisa che il Re Vittorio Emanuele andrebbe a Palermo, ma che non veniva a Messina e che perciò cessassero i preparativi delle feste; i negozianti avevano offerto 15mila oncie per queste feste. È entrato nel porto un grosso vascello inglese a due ponti e mezzo ed è partita la fregata inglese che qui trovavasi da più di un mese. Ci si assicura che a Palermo siano sbarcati due Reggimenti piemontesi ed altri due se ne attendono; Altro Reggimento verrà in Messina. Di tante notizie che riceviamo senza nulla sapere di positivo, perchè tutte sembrano contraddittorie, il nostro animo si mantiene sospeso, abbenchè decisi, come di dovere di fare tutto il possibile di resistere fino all'estremo per la difesa di questo interessante punto, unico posto in tutta l'Isola in cui sventola il vessillo di Francesco II. Rattrista soltanto il non veder giungere i promessi soccorsi da Gaeta, non tanto pel denaro e viveri avendone per circa altro mese, quanto per la tenuta d'inverno per la truppa che trovasi vestita in bigio con i freddi che corrono e per sapere della salute del Re e la posizione in cui siamo e quella dell'Esercito, stante che tutto quanto sappiamo e conosciamo è dubbio e contraddittorio. La truppa non riceve vino, ma le guardie tutte, al numero di mille e più uomini, alla punta di giorno ricevono una razione rhum.

 

18 NOVEMBRE

Ieri al giorno, verso tardi, il Console Piemontese diresse una lettera al Maresciallo Fergola allegandogli altra lettera del nostro Capitano del Genio Saint Paul, che disertò mesi addietro, pregandolo di rimettergli il suo equipaggio; con questa occasione il detto Console, fra l'altro, gli dice: "....Voi della Cittadella non credevate alle vittorie di Garibaldi, nè alla resa di Capua, ma ora crederete alla posizione di Francesco II in Gaeta..." e, nel contempo, si offriva per qualunque cosa potesse abbisognarci. Per quanto riguarda il Capitano Saint Paul, gli si è risposto che non intedevamo avere a che fare con i disertori e null'altro! Questa mattina è entrato nel porto altro vascello francese, col Retro Ammiraglio a bordo, e la fregata inglese che partì ieri sera di nuova è rientrata.

Tanta forza navale inglese e francese, cosa insolita nel porto, ci da qualche pensiero, ciononpertanto questa mattina abbiamo spedito un Uffiziale a bordo del primo vascello francese, dando al Comandante tutti i nostri pieghi e contabilità dei Corpi, diretti a Gaeta al Ministro della Guerra ed ad altre Autorità. Ho letto sul foglio siciliano il seguente articolo: "AVVISO AL PUBBLICO – NON RICEVERÒ LETTERE SULL'ISOLA DI CAPRERA,

OVE MI RITIRO, SE NON AFFRANCATE. GIUSEPPE GARIBALDI".-

 

19 NOVEMBRE

Questa notte è partita la fregata inglese che era nel porto. Riceviamo consolanti notizie dalla Calabria che gli insorti a favore di Francesco II siasi impossessati di tutti i Forti di Scilla, Alta Fiumara e Torre Cavallo e che abbiano fatto un macello di tutti i garibaldini e quelli ad essi associati, che l'insurrezione progredisce avendo alla testa il Cavaliere Carbone di Pentaoli. Mi auguro che tutto ciò sia vero, ma lo credo impossibile. Corre voce parimenti che stanno per giungere altri due vascelli francesi, conducendo in questa S.A.R. il Principe D.Luigi, fratello di S.M.(D.G.); se ciò si verifica, pare che la noia del nostro assedio ben presto terminerà. Molte altre voci ci vengono a raccontare, per esempio:

che Vittorio Emanuele sia stato mal ricevuto in Napoli;

che abbia mangiato con Francesco II;

che tutti i piemontesi e garibaldini devono subito sfrattare dal Regno delle Due Sicilie; ad altre cose di simil natura. Intanto in Messina si dice che Gaeta, da qui a otto giorni, va ad essere consegnata a Vittorio Emanuele. Tutto è contraddittorio! I due sergenti disertati il giorno 15 hanno fatto conoscere che vorrebbero rientrare di bel nuovo sotto le bandiere nostre, ma al patto di essere perdonati. Il Generale Supremo ha voluto sentire il Capo del Corpo ed altri pareri allo scopo di stabilire se i predetti dovevansi o non accettarsi. Domandato il mio parere, ho detto che in tempo di guerra non si usano mal volute considerazioni e che se i due sergenti Ventre e Carriero si presentassero ai nostri avamposti dovrebbero essere subito giudicati da un Consiglio di Guerra subitaneo e fucilati, stante che la legge stima saviamente che il disertore che passa al nemico in tempo di guerra è un traditore. Venendo tra noi potrebbero compromettere la Piazza affidataci; oltre a ciò, lo statuto penale militare non ammette la presentazione in tempo di guerra.-

 

20 NOVEMBRE

Questa mattina doveva giungere, giusta il consueto, la "Messagerie" francese, proveniente dalla Stato Romano, Gaeta e Napoli, che con grande premura stavamo attendendo con la speranza di denaro, stante che non abbiamo altro denaro che per il semplice prest della truppa e per soli altri 6 giorni; come pure per avere qualche notizia sicura di Gaeta e di Napoli, in considerazione che tutto quanto veniamo a conoscenza è vago e contraddittorio e quasi sempre non si verifica. Ma le nostre speranze sono rimaste deluse atteso il diluvio di grandine ed acqua caduta questa notte, con il tempo così burrascoso e vento impetuoso che due vapori partiti ieri al giorno sono rientrati di bel nuovo nel porto. La "Messagerie", quindi, non è venuta e Dio sa ove travasi e se sia partita. Poichè il tempo seguito nello stesso modo, tale incidente fa rattristare molti. Il mese passato gli Uffiziali non hanno ricevuto il soldo, la questua(o impronto) fatta alla Cassa di Campagna termina il giorno 26 corrente, in modo che non giungendo denaro siamo obbligati dar di mano i viveri di riserva che non sono molti. Dovrebbe anche pervenirci la roba di panno per la truppa che muore dal freddo.

Chi da quali critiche circostanze impediscono tali invii. Faccia Iddio!

 

21 NOVEMBRE

Verso le ore 9 ½ è giunta la tanto desiderata "Messagerie" dalla quale attendevamo la conferma di tante lusinghiere notizie che correvano, nonchè denari, soccorsi, vestiario d'inverno per la truppa. Vane speranze! Non abbiamo ricevuto niente di tutto ciò, neppure un plico o lettera di ufficio; anzi, il Comandante ci ha assicurato che tutta la Famiglia Reale, imbarcata su un legno spagnuolo, trovasi a Roma. S.M. il Re è rimasto a Gaeta con 20mila uomini ed il rimanente del nostro Esercito trovasi, armato, a Roma e che i piemontesi preparano approcci per battere Gaeta. La stessa Messagerie ha sbarcato il Generale Bosco a Gaeta, forse proveniente da Marsiglia. Tutti, poi, assicurano che gli affari, abbenchè troppo inoltrati, ci accomoderanno. Da Messina giornalmente si rilasciano congedi ai volontari siciliani, a quanto ci si fa conoscere, tutti i garibaldini non italiani debbono essere congedati. Quest'oggi è partito uno dei due vascelli francesi.

 

22 NOVEMBRE

È giunto da Napoli il vapore "La Partenope" ed ha portato varie signore appartenenti a questo presidio; Nel mentre qui ci vediamo nelle ristrettezze per poter tirar avanti dal 26 in poi. La bontà del Generale Supremo è grande perchè non avrebbe dovuto farle sbarcare, ma è stato sufficiente dirgli che non avevano come vivere in Napoli per farle entrare in Cittadella con il suo permesso. Questa mattina ho fatto cacciar via tutti i calabresi che vennero a rifugiarsi in Cittadella ed accettati per disposizione del Generale Supremo; col persuaderlo che noi non abbiamo bisogno di forza per la difesa di questa Fortezza, avendone anche a sufficienza, convincendolo che questa gente inutile è di peso e di spesa per le nostre esaurite finanze. Questi calabresi vengono in Cittadella e raccontano un un mondo di menzogne alle quali il Generale Supremo crede come un ragazzo; ma siccome gli affari ed i bisogni stringono, ho dovuto far sentire al Maresciallo i miei divisamenti che, per troppa delicatezza e fine educazione, per il passato non espressi in occasione di qualche svista da lui presa, anche perchè i tempi non erano così critici come al presente. Questa mattina si è cambiato in piazza l'ultimo denaro in oro che avevamo nella Cassa di Campagna, residuo della questua fatta tra noi. Quest'ultimo denaro è sufficiente fino al giorno 26, a meno che S.M. non manda soccorsi. Lo credo difficile!!!

Verso le ore 4 ½ di notte ricevo rapporto di essere giunto il vapore "Il Sorrento" apportatore di buone notizie che ha dato ad un nostro marinaro dei lancioni, facendo sperare grandi cose (giusta il consueto che non sono mai verificate). Ha detto che essendo ritornato da Parigi il Generale Bosco ha arrecato promesse e aiuto dalla Francia e che andava ad arrivare a Gaeta bastimenti di viveri e che, tra giorni, questa fortezza sarà soccorsa di quanto bisogna. Sarebbe una grande risorsa... se si verificasse!

 

23 NOVEMBRE

Questa mattina si è comparto per ducati 30 altro cavallo per molire il grano ed attivare il quarto molino a pietra, altrimenti non si avrebbe avuto sufficiente farina per panizzare per l'intiero presidio. Abbiamo parimenti venduto altri 100 tomoli di biada per provvedere ai bisogni del nostro ospedale che, ad oggi, contiene 175 infermi. Piove a diluvio da qualche giorno e la noia dell'assedio si rende maggiormente penoso!

 

24 NOVEMBRE

Corre voce in Messina che il Re Vittorio Emanuele si porta a Palermo ove grandi preparativi si fanno pel suo ricevimento.- Da Napoli ci si fa sapere che le nostre truppe, obbligate a prendere servizio sotto Vittorio Emanuele, si organizzano a Nocera.- In Calabria si arrestano tutti i soldati che non hanno terminato il loro impegno per obbligarli a servire al nuovo regime.- La Guardia Nazionale da per tutto serve con impegno e alacrità nei sensi del nuovo regime.- I prigionieri fatti a Capua sono, parte a Napoli e parte a Nocera.

Centinaia di Uffiziali passeggiano per Via Toledo a Napoli col soldo di prigionieri.- Molte nostre truppe sono a Roma disarmate.

Francesco II, Sovrano infelice di questo infelice Regno, non possiede che Gaeta ove trovasi assediato.- Quattromilacinquecento uomini, dal 26 luglio scorso, siamo assediati nella Cittadella di Messina senza avere perfetta comunicazione con la Città, abbenchè ci si permette di comprare o vendere quanto bisogna pel vivere civile, pagando a pronti contanti.- Quantità di barche hanno il permesso dall'Autorità Militare della Città di venire ad approdare in Cittadella e smaltire i loro generi per far vivere i Messinesi.

Abbiamo continui inviti per cedere la Cittadella, ma sempre con gentili maniere e sotto aspetto pel nostro bene e vantaggio.-Dai castelli ceduti il 26 luglio, giusta convenzione, viene puntualmente trasportato, a spese della Città, quanto in essi era contenuto; questa mattina una gran quantità di proietti ci sono pervenuti; mentre ciò si esegue, ci si invita e cedere la Fortezza.-Vascelli inglesi e francesi che vanno e vengono nel porto, restandone però sempre due ed altre a vista.-La Francia, in apparenza, embra che ci favorisce, ma si teme che non sia sincera.- Notizie vaghe ed incerte, ora favorevoli, più tardi disastrose, ci mantengono in continuo orgasmo, senza per nulla poter calcolare sulla nostra vera posizione che troppo scabrosa ci si presenta pel fatto che abbiamo viveri e denaro per pochi altri giorni.

Se abbiamo il mandato di difendere questa importante Fortezza, da Militari di onore, quì siamo disposti a sacrificarci, purchè ci attacchino ed investino regolarmente, ma il nemico ci tratta con la massima delicatezza ed urbanità per così non rischiare 15 o 20mila uomini per la sua conquista e per farci esaurire tutti i mezzi di viveri e denaro che abbiamo, forse perchè suppongono o si credono sicuri che da Gaeta non riceveremo più soccorsi.

Disgraziate anomalie avvenute, come quelle verificatesi in persona dell'infelice Re Francesco II, dopo pochi mesi salito al trono, sono inaudite: uno zio, conte di Aquila, ammiraglio, cede tutta la flotta ed il personale al nemico; tradimenti e sviste di Generali, alcuni dei quali uccisi dai propri soldati che vedendosi traditi e senza direzione si sbandano; altra truppa che coraggiosamente si batte sotto il comando del Sovrano; sangue immenso che si sparge nelle vicinanze e sotto la Piazza di Capua; il Re che voleva sostenere la linea del Volturno contro la massa di Garibaldi, perchè credeasi sicuro alle spalle essendo certo che le truppe Piemontesi, che trovavansi nelle Marche, non lo avrebbero attaccato stante che il Piemonte aveva il suo Ambasciatore in Napoli sotto l'aspetto dell'amicizia, nè gli aveva dichiarato la guerra, ed ora lo assale.- La Capitale abbandonata senza essere difesa, forse per qualche non sincero consiglio.- Uffiziali che disertano(massime dei Corpi Facoltativi), prendono servizio col nemico ed unitamente a questo si battono contro i propri fratelli .

Una insurrezione in tutto il Regno. Il Re, attaccato alle spalle dal Re del Piemonte in persona con truppa regolare e, si ritira a Gaeta ove credesi assediato.- Capua che dopo un bombardamento di arrende.- Infine, un ammasso di disgrazie per un Sovrano che perde un Regno senza dichiarazione di guerra da parte di altro Sovrano.

Un uomo intraprendente come Garibaldi che mette in insurrezione un Regno, nominandosi Dittatore e poi cedendo il Regno stesso a Vittorio Emanuele senza che questi avesse dichiarata guerra a Francesco II.

Tale conquista fatta con malafede da un Sovrano sorprende e fa rimanere atterriti e stupefatti i contemporanei essendo avvenimento tutto nuovo nella storia!

Un marinaro, sbarcato di tutta fretta da un legno, ci si presenta per darci, secondo lui, una consolante notizia: egli ci dice che, traversando avanti Gaeta, aveva contato 31 legni Austriaci che si portavano a Gaeta. Tutti si rallegrano e fanno giubilo, ma io non vi presto fede stante che questa flotta avrebbe dovuto attraversare il Faro qui a Messina, potendo soltanto venire dall'Adriatico, perchè, come rilevo dai fogli di circa un mese addietro, l'Arciduca Massimiliano aveva riunito tutta l forza navale austriaca a Pola.

Un Milazzese venuto al SS.Salvatore per parlare ad un Uffiziale di Artiglieria, ha assicurato che Vittorio Emanuele, nell'entrare a Napoli, ebbe grandi accoglienze, ma il giorno dopo nominò due Luogotenenti, uno per Napoli ed altro per Palermo, e quindi partì per Torino di tutta fretta. Un Uffiziale del 5° di Linea – Stano – che disertò quando Garibaldi era in Messina e prese servizio con le masse, oggi, reduce da Napoli e vestito meschinamente da pagano, passeggiava in Città per essere stato licenziato. A quanto dicono, tutti i nostri Uffiziali disertori saranno licenziati.- Questa mattina il Comandante di Piazza di Messina, Maggiore Bisogni, parlando al nostro Tenente Colonnello ai Artiglieria Vallo, incaricato di ricevere tutto il materiale proveniente dai Castelli ceduti, gli ha detto che in Messina si viveva in grande timore e che molti si erano portati da lui domandando perchè la Cittadella minacciava col piazzare più cannoni e gabbioni. Tra l'altro gli ha detto: "Voi fate male a più fortificarvi perchè noi viviamo in armonia e quanto da voi ci si chiede, con vero piacere vi si accorda."

Al che il Tenente Colonnello gli ha risposto essere tutto ciò falso, stante che la "capria" che veggono situata sulla batteria "norimberga" si è per cambiare l'affusto di quel pezzo che trovasi alquanto deteriorato perchè il legname dell'affusto, stando esposto all'aria, si marcisce. Se, poi, veggono situare i "gabbioni" sulla batteria "Lunetta Carolina", altro non è che per rimpiazzare i sacchi a terra, i quali, essendosi deteriorati e rotti per la forte pioggia, hanno perduto tutta l'arena che contenevano.

Questo stato d'incertezza e le continue notizie che non sappiamo se vere o false, il non avere conoscenza perfetta di ciò che passa a Gaeta e il vedere ritardare i soccorsi, ci mantengono nello stato di penosa speranza. Il mio stato, poi, si rende più infelice degli altri per delle ragioni che non oso scrivere e che resteranno sepolte nella mia coscienza, e ciò affinchè la bisogna cammina al meglio che può!

 

25 NOVEMBRE

Ci pervengono notizie vuote di senso.- La nobiltà napoletana, che trovasi a Castellammare, ha inviato quantità di viveri a Gaeta diretti al Re.- Rivolta in Napoli.- La Guardia Nazionale ha buttato l'uniforme.- Tre mesi di armistizio.- Il più triste è che notizie così sciocche sono credute da persona che nol dovrebbe!

 

26 NOVEMBRE

Oggi la truppa riceve l'ultimo prest perché esaurito tutto il numerario ed anche i 14mila e 600 ducati che Generali, Uffiziali e soldati hanno improntato alla Cassa di Campagna per tirare avanti fino ad oggi; in conseguenza di che si sono avvertiti tutti i venditori messinesi che fornivano pasta e carne per l'ordinario della truppa che provvisoriamente non più ne portassero ricevendo da domani in poi tutto il presidio viveri dalla riserva.- I nostri viveri, per quanto risparmio si sia potuto fare, sono sufficienti appena fino alla fine dell'entrante dicembre; siamo, però, con la speranza di tante notizie vaghe che riceviamo, che forse S.M. ci manderà soccorsi. Questa è l'infelicità di tutte le Piazze che, per forti che siano, mancando viveri e sussistenza, a nulla servono. Oltre a ciò, vi sono le somme che devonsi per la questua fatta, non tanto per i Generali ed Uffiziali, quanto per la soldatesca la quale, in caso di disgrazia, pretende la restituzione di quanto ha improntato. Speriamo in Dio che fino al termine delle nostre risorse S.M. trovi il mezzo per mandarci almeno i viveri. Certo è che questa tardanza ci mantiene in continuo orgasmo.  Questa mattina un marinaro venuto da Napoli ci ha assicurato che S.M. ha ricevuto dalla Francia un milione, più molti bastimenti cariche di viveri e che perciò presto avremo soccorsi. Faccia Iddio!

 

N.B.(A questo punto del diario la trattazione si interrompe per lasciare il posto alla trascrizione integrale della Capitolazione di Capua)

 

 

CAPITOLAZIONE DI CAPUA

Art.1 – La Piazza di Capua ed il suo completo armamento, bandiere, magazzini, polveri, armi, abbigliamenti, viveri, equipaggi di

ponti, cavalli, treno di equipaggi di ponti ed ogni altro oggetto appartenente, tanto militare che civile, sarà consegnato al più presto possibile, nelle 24 ore, dopo firmato la presente capitolazione, alla truppa di S.M. Vittorio Emanuele.

Art.2 – A quest'oggetto saranno consegnate alle truppe di detta M.S. le porte della Città e tutte le opere di fortificazione.

Art.3 – Tutta la guarnigione della Piazza di Capua, compresi gli impiegati militari dell'Armata che si trovano nella Piazza, ne

sortiranno con gli onori della guerra.

Art.4 – Le truppe che compongono la guarnigione sortiranno con le bandiere, armi e bagagli, successivamente da un'ora all'altra, Duemila uomini alla volta. Queste truppe, dopo aver reso gli onori militari, deporranno le armi e le bandiere a piè degli spalti (eccettuati gli Uffiziali di tutti i gradi che guarderanno le loro sciabole o spade) e saranno inviate a piedi di Napoli ove saranno trasportate dalla Città per la Porta di Napoli domani 3 del mese di novembre a cominciare dalle ore 7 a.m.-Saranno trattati come disertori di guerra tutti quelli che resteranno nella Piazza senza alcuna causa che li impedisce di marciare.

Art.5 – Gli Uffiziali di tutti i gradi(eccettuati i Generali che saranno inviati a Napoli per la strada ferrata) marceranno con le

loro truppe. Le famiglie dei militari non potranno seguire la colonna.

Art.6 – I feriti e i malati saranno lasciati a Capua sotto la guarentigia delle truppe che occupano la Città. Vien permesso agli

Uffiziali infermi ritenere i loro assistenti.

Art.7 – Le parti contrattanti nomineranno una commissione mista composta ognuna di un Uffiziale di Artiglieria, di un Impiegato

dell'Intendenza militare a fine di riceversi tutto ciò che esiste nella Piazza e sue dipendenza appartenente al Governo. Di tutto

ciò sarà redatto un verbale.

Art.8 – Gli Uffiziali porteranno seco il loro equipaggio semplice.

Art.9 – Si è convenuto che dopo firmata la presente capitolazione non dovrà esistervi più alcuna mina carica nella Piazza perchè se

se ne rinviene questa capitolazione sarebbe considerata nulla e la guarnigione considerata esposta a tutte le conseguenze di una resa

a discrezione.

Art.10 – Questa capitolazione sarebbe parimenti considerata come nulla se si trovassero nella Piazza pezzi di Artiglieria

inchiodati e i fucili messi fuori uso, la carabina e le altre armi.

Art.11 – Le famiglie della guarnigione di Capua, come ancora quelle appartenenti al resto dell'Armata del Re Francesco II, che

trovansi a Capua sono poste sotto la protezione dell'Armata di S.M. Vittorio Emanuele.

Art.12 – I cavalli di pertinenza degli Uffiziali gli saranno rilasciati.

S.Maria, lì 2 novembre 1860

Firmato: Girolamo de Liguori – Brigadiere

Firmato: de Fornari, Ten.Col. dello Stato Maggiore del 3°Corpo

Firmato: de Corné – Maresciallo

Firmato: Della Rocca – Generale dell'Armata

Gli uffiziali nominati per prendere possesso del materiale di

guerra riceverono:

290 bocche a fuoco di bronzo;

240 metri di ponte;

2 equipaggi di ponte quasi nuovi;

90mila fucili quasi tutti di precisione;

10mila sciabole;

300 cavalli;

una enorme quantità di proietti;

magazzini riempiti di abbigliamento sufficiente per 30mila uomini; un armeggio di artiglieria e di pirotecnica con delle magnifiche

macchine.

 

27 NOVEMBRE

è giunta la sospirata "Messagerie" e per mezzo del Comandante il vascello francese stanziato nel porto si sono ricevuti tutti i pieghi provenienti dal Ministero di Guerra di Gaeta. In una delle ministeriali si ordina che tutti gli Uffiziali promossi dal 7 ottobre in poi riceveranno il soldo del grado precedente, senza però soprassoldo o altra indennità, ricevendo soltanto la metà delle spese di ufficio, beninteso che saranno di tutto rivalutati dopo la pace. Più si è ricevuto il brevetto del Colonnello Aldanese a Brigadiere e ordina di promuovere tutte le piazze vuote fino ad aiutante. Si è ricevuto parimenti un lusinghiero ordine lodando questa guarnigione, e per denaro e viveri obbligare la Città a fornirci di tutto abbenchè occupata dal nemico.

Per lettere particolari sappiamo che le truppe piemontesi abbiano lasciato Mola e che dal Generale Bosco siano state occupate quelle posizioni.-

 

28 NOVEMBRE

Si è domandato a S.E. il Ministro di Guerra maggiori chiarimenti e delucidazioni precise sul modo di regolarsi nel caso la Città non si presta a fornirci i viveri con semplice "bono" non avendo denaro per pagare, facendo parimenti conoscere la triste situazione in cui la Piazza trovasi.

La riunione dei 5 Generali stamane con ufficio pressante ha rapportato l'occorrente; si è creduto da tutti attenersi al mio parere. La difficoltà si è come far pervenire a Gaeta un tale ufficio pria che giunga la Messagerie in questa che sarà da qui ad altri 6 giorni. Riceviamo varie notizie, per esempio: che il Generale Bertolini sia stato mandato via dal re da Gaeta per mancanza di servizio; che i Generali Colonna e Barbalunga e due altri si siano congedati, per quanto dicono, perchè malcontenti di essere comandati dal Generale Bosco; che flotte russe e austriache circondano il mare di Gaeta; che a Napoli vi sia stata qualche reazione e che gli affari presto si accomoderanno a vantaggio di Francesco II.-Tutte queste cose, vere o false, per nulla migliorano la nostra condizione di essere privi di denaro, viveri e soccorso qualunque, nè le grandi lodi suffraggio alcuno ci arrecano stante che giammai ho dubitato che questa Fortezza avesse potuto soccombere per la forza delle truppe esistenti in Messina, ma la mancanza di viveri e la scarsa speranza di averne, arreca molta inquietudine a tutta la guarnigione. Riflettendo che avendo ancora il Re un piede nel Regno e mancando i viveri alla fine dell'entrante dicembre, pur usando economia per quanto si può, qual triste momento sarà per chi comanda!

Testo del rapporto fatto dal Generale de Martino alla riunione dei 5 Generali tenuta il giorno 28 novembre, alla quale parteciparono:

D.Gennaro FERGOLA - Maresciallo di Campo, Comandante Supremo;

D.Nicola de MARTINO -Generale, Comandante la Cittadella di Messina;

COBIANCHI - Generale di Brigata;

Conte ANGUISSOLA - Generale, Comandante del 7° di Linea;

ALDANESE - Generale, Comandante il 3° Regg. Di Linea;

Signor Maresciallo,

Non è indifferente il peso che gravita sulla Sua responsabilità per quello che prescrive la ministeriale della guerra che si è compiaciuta darcene lettura e Le rendiamo grazie di averci qui riuniti per sentire i nostri divisamenti.

Per bene giudicare di un affare di tanta importanza, sarei del rispettato avviso leggere i di Lei antecedenti uffici per essere a giorno come ha rapportato a S.E. il Ministro di Guerra per i viveri e denaro che attualmente ha in serbo nella Cassa di Campagna e nei magazzini di questa Fortezza, come pure leggere i riscontri della prefata E.S. per conoscere se sta perfettamente a giorno della nostra triste posizione.

Signori, la esperienza di 34 anni di servizio e le lunghe campagne mi hanno a sufficienza dimostrato che in affari di guerra non bisogna illudersi, nè fidare su vaghe notizie, buone o cattive, come si pratica, ma è prudenza di chi comanda stare ai fatti e prevedere se more il cattivo perchè succedendo il buono maggiore vantaggio arreca.

Sarei quindi di parere di domandare maggiori chiarimenti sul proposito a S.E. il Ministro della Guerra per conoscere esplicitamente se la Città ci nega i viveri quali misure debbonsi prendere e se si può fare uso del cannone.

Se la Città in questo caso soffre il bombardamento per qualche giorno, come dobbiamo regolarci.

Credo troppo pericoloso proporre una sortita stante che in Città vi sono 3 battaglioni nemici e l'intiera popolazione ostile che seguendo le norme del 1848 guarnirebbe subito i balconi di materassi per sacrificare la truppa perchè di fucili non manca.-

D'altronde giunti con strage di magazzini per prendere viveri, sarebbe una follia pensare che potessimo tranquillamente trasportarli nella Cittadella.

Ammettendo tutto ciò eseguibile e a nostro vantaggio, se il nemico raddoppia la sua forza e cannoni e se gli affari di guerra a secondo delle nostre speranze(che Iddio nol voglia!) oppure che da Gaeta non ci giungesse soccorso a tempo, quali misure si dovrebbero adottare? Quindi è necessario domandare precise e chiare istruzioni, rapportando con tutta verità la nostra effettiva e critica posizione, e cioè:

1.viveri per un mese per 5.500 uomini a due terzi di razione come

si pratica, e non già intera;

2.il soldato è senza prest e diaria dal 26 novembre

3.gli Uffiziali senza soldo di ottobre e novembre, avendo ricevuto

la semplice diaria di ottobre;

4.dal giono 9 la truppa non riceve vino non avendone nei magazzini

che per 13 giorni, da farne uso solo in determinate circostanze;

5.rapportatre che la soldatesca vedendosi in qualche restrizione

domanda il denaro improntato alla Cassa di Campagna.

Signori, non bisogna lusingarci, questo mormorio esiste e grandi disgrazie potrebbe arrecarci in qualche infelice circostanza. E, finalmente, quanto qui andrà a decidersi non dovrebbe manifestatesi ad alcuno stante che ieri restai sorpreso(dopo giunta la fatale ministeriale) sentire generalmente per la Fortezza chiare cannonate, bombe per la Città ed altre millanterie spacciarsi da alcuni Uffiziali ignoranti, di fresca data e senza alcuna esperienza, incitare i soldati a simili pericolosi eccessi, senza sapere che in Messina vi esistono 14 Consoli di Nazioni estere che, per diritto internazionale, debbono difendere i loro connazionali e salvare i loro interessi, oltre ai vascelli ed altri legni da guerra esteri che sono nel porto. Noi tutti come vecchi ed onorati soldati dobbiamo difendere questi baluardi affidatici dal nostro Sovrano fino all'ultimo sangue per un giuramento datogli, ciò sempre a seconda l'ordinanza di Piazza o da ordini chiari e precisi della pregiata M.S.; ma se si commettesse qualche imprudenza per bestialità di Uffiziali ignoranti che incitano i soldati a montare sulle batterie o per qualche svista a prendersi, fussimo obbligati ad imperiose circostanze in caso di cedere la Piazza(che Iddio nol permetta), come vecchi soldati onorati, son di parere seguire l'esempio di Missolungi con dar fuoco alle batteriste che sarà mia cura l'eseguirlo, stante che essendo io il Comandante titolare di questa Fortezza non saprei lasciarla vergognosamente.

Nicola de Martino – Generale

 

29 NOVEMBRE

Per qualche sospetto, i venditori di Messina, invece di portarsi avanti il Forte SS.Salvatore a vendere le loro derrate e mercanzie, si portano al Lazzaretto ove subito hanno costruito baracche e costituite cantine. Si sono venduti circa 2.000 cantaja di muniglia o polvere di carbone fossile, utile per le fucine, a 15 grana il cantajo. Miserabile risorsa!

 

30 NOVEMBRE

È giunto un vapore da Napoli; varie signore di Uffiziali che trovavansi a Capua o ai Granili, mancanti di mezzi di sussistenza, sono venute a raggiungere i loro mariti nella Cittadella. Liete e confortanti notizie riceviamo per via di lettere dalle nostre famiglie, e sembra imminente il riacquisto del Regno dal nostro ottimo Sovrano (D.G.).-Iddio lo faccia verificare presto, abbenchè ci si avvisa che altra fase dovrà succedere nella Capitale.-

 

1° DICEMBRE

Essendo terminati i 14.600 ducati ricavati dalla questua fatta tra tutti i Generali, Uffiziali e soldati, questa mattina si è dato principio alla unica risorsa che abbiamo di un mese di viveri. Speriamo in Dio e nelle buone notizie che abbiamo ricevuto ieri che il Re da Gaeta ci mandi qualche soccorso stante che gli Uffiziali non ricevono soldo da due mesi e sta ad incominciare il terzo e la truppa si alimenta con la sola razione, cioè due terzi e non intera, per prolungare quanto si può la nostra esistenza e fedeltà al giuramento dato. Stamane il Comandante Militare da Messina ci ha mandato bollettini stampati, come quelli affissi in Città, che fanno conoscere l'arrivo di Vittorio Emanuele Re d'Italia a Palermo. Suoni e feste per tutta la Città ed ordinata grande illuminazione; verso l'una dai Forti di Torre di Faro si sono tirati cento colpi di cannone ed altrettanto da Reggio. In generale la popolazione non sembra molto ilare come per lo passato. Riceviamo notizia del malcontento in Calabria ove, a quanto dicono, tutti si hanno rase le barbe e le lunghe mosche e che il Governatore Plutino di Reggio ha imbarcato tutto il suo equipaggio per l'estero ed ha una barca a scorridoia sempre pronta per un impreveduto accidente, stante che sembra che le notizie in vantaggio di vantaggio di Francesco II a noi pervenute da Napoli siano anche alla di loro conoscenza. Questa mattina si è data una vaccina dalla riserva ad un macellaio col patto che deve somministrare la carne per otto giorni al nostro ospedale ove esistono 160 infermi. Si è così pensato perchè, se si uccide una vaccina per conto Regio, la carne non avrebbe potuto conservarsi che per due giorni; dando, invece, la vaccina al macellaio, sarà sua cura di provvedere l'ospedale per 8 giorni.-I venditori seguono a venire; chi ha denaro trova quanto gli bisogna, ma generalmente non si spende molto.

 

2 DICEMBRE

Alle 3 p.m. è entrata nel porto la fregata "Borbone"(che era nostra) con bandiera piemontese ed altra parlamentaria, da cui si è sbarcato un Generale piemontese ed il suo aiutante di campo, i quali portatisi agli avamposti hanno inviato al Generale Supremo due biglietti da visita facendo dire che desideravano abboccarsi con lui.

Siamo sortiti agli avamposti il Maresciallo Fergola ed io ed il Generale piemontese ci ha detto che veniva per parte del suo Re Vittorio Emanuele da Palermo per conoscere le nostre intenzioni nel caso che da Gaeta partisse Francesco II, cosa che potrebbe avvenire anche subito.

Al che si è risposto che i nostri regolamenti prescrivono che una Piazza non può cedersi che dietro ordine scritto di proprio pugno del Sovrano e dopo che dalla Piazza si saranno mandati Uffiziali di fiducia per accertarsene; allorquando ciò avvenisse, ci saremmo regolati.

Egli ci ha detto che l'Armata Francese a Roma andava a ritirarsi e che il Papa ne sarebbe partito il giorno appresso; al che gli ho risposto che essendo a giorno dei fogli esteri sapevo che il Generale francese Guyon aveva ricevuto il Cordone di S.Gennaro da Francesco II per aver così bene accolte le truppe napoletane nello Stato Pontificio. Egli ha soggiunto che i napoletani suddetti, a 2000 alla volta, s'imbarcarono per Genova; al che gli ho risposto che forse erano notizie posteriori a lui pervenute, ma non a nostra conoscenza. Avendo egli parlato di plebisciti, del voto generale, che Francesco II era stato abbandonato da tutte le Potenze, ed altro, dopo di averlo fatto ben parlare a più non posso, gli ho detto: "Signor Generale, Lei è un vecchio soldato come me e ben comprende l'affare dei plebisciti e come si sono rapportati il "Si" ed il "No"; noi abbiamo le vicine Calabrie in dove paesi interi non hanno votato ed intanto le urne di tutti i villaggi sono partite ripiene di "Si". L'essere stato abbandonato Francesco II da tutte le Potenze lo mettono in dubbio tutti i fogli esteri che leggo, perchè se il vostro Re è intervenuto puol darsi che qualche altra Potenza lo sia o potrà intervenire , per cui, sia per sicuro, che qualunque sia l'evento, noi difenderemo la Cittadella fino a che il nostro Re, a cui abbiamo giurato, non ci ordina il contrario".-Egli mi ha detto che non intendeva affatto intimare la resa, ma parlava per il nostro bene e per la sorte avvenire degli Uffiziali. Al che ho risposto che gli Uomini d'onore saranno sempre rispettati come tali da tutte le nazioni civilizzate, per cui poteva scrivere e sommettere al suo Sovrano i

nostri sinceri sentimenti.

Siccome abbiamo saputo che il nostro Sovrano ieri mattina entrò in Palermo e, ad onta di tanti preparativi, fu ricevuto freddamente ed avendo colà rinvenuto la Deputazione di Messina, questa si dolse che non erano del tutto liberi nella Città essendo ancora la Cittadella in potere delle truppe Borboniche, da ciò si suppone che Vittorio avesse spedito subito il suo Aiutante di Campo il quale, dal bel principio, balbettò modestamente che sarebbe spiacevole impiegare la forza, per cui poste da parte le cerimonie, gli risposi: "Ebbene, allora ci batteremo!". Egli, sentito ciò, modificò molto il suo parlare e, con cerimonie ci siamo licenziati.

Nel giungere la detta fregata, quantità di barche messinesi con bandiere piemontesi sono state a festeggiare il Comandante con musiche, trombe e grida di "Vittorio Re Galantuomo", supponendo che veniva per essere consegnata la Cittadella, per cui nel venire il detto Generale Aiutante di Campo ai nostri avamposti, tutta la popolazione lo seguiva da lontano, ma al suo ritorno sono rimasti delusi nelle loro speranze.

Questa mattina si sono trovati molti affissi nella Città che minacciano la Guardia Nazionale ed i Carabinieri se in caso prendono le armi in qualche circostanza contro il popolo.- Si assicura che questa mattina vi sia stato un tafferuglio tra due partiti e molti feriti. Certo è che vi è il partito del Re nel basso popolo, sia per la miseria e per promuovere un saccheggio; più certo è che l'anarchia è al suo colmo! Il mio grande dispiacere si è che cominciano a difettare di denaro e che i viveri alla giornata diminuiscono, senza avere ancora notizie precise di soccorsi da Gaeta. Abbiamo liete notizie e nutriamo grandi speranze, non però di soccorso!

 

3 DICEMBRE

Con gli ultimi uffici pervenuti da Gaeta si premurava dal Ministero di Guerra se potevamo in Messina acquistare una gran quantità di carta per confezionare "cortocci" che se ne difettava; or siccome in questa direzione di artiglieria ve ne esisteva una gran cassa, si è spedita a Gaeta per mezzo della "Messagerie", portandola prima sul vascello francese, come facciamo per tutti  gli altri uffici. Il nostro Uffiziale spedito sul vascello voleva pagare il nolo da darsi alla "Messagerie", ma il Comandante del vascello per nulla ha voluto accettare, anzi, ridendogli sul viso, ha detto: "il Generale piemontese era venuto ieri per consegnarsi la Cittadella come se fusse venuto per prendersi una lettera. Tenetevi fermi! Sappiamo che non avete denaro, ma come state per viveri? Sarebbe sufficiente se aveste per 13 giorni." Avendogli il nostro Uffiziale detto che ne avevamo per molto di più, il detto Comandante ha replicato: "Va benissimo e con la messageria che giunge domani siate sicuri in Cittadella che vi farò pervenire buone notizie!"-Lo speriamo; pare che la Francia voglia prendere difesa per Francesco II... il tempo dirà!

 

4 DICEMBRE

Per deficienza di denaro, il giorno 28 del passato mese si vendè la munizione di carbon fossile, riposta nell'Arsenale, con un contratto fatto con un negoziante a 15 grana il cantaja; siccome sono molte cantaja, ad una certa quantità per giorno la trasportava. Ma ieri il detto negoziante fece sentire che non veniva più a caricare essendogli stato espressamente proibito. A tal notizia se ne scrisse subito al Comandante la Piazza di Messina fecendogli conoscere la nostra dispiacenza e pregandolo di non obbligarci a venire, nostro malgrado, a modi ostili. Questa mattina il detto Comandante, con ufficio molto decente, ha riscontrato che tanto lui che altre autorità non hanno dato un simile ordine ma che suppone che forse sarà stata scusa del negoziante perchè non gli conviene acquistarne la quantità contrattata. Si è disposto che l'Uffiziale incaricato domani si porti dal negoziante in parola per ben verificarsi la verità. Verso le ore 23 ½, in un baleno, sono partiti dal Lazzaretto tutti venditori ed abbattute tutte le baracche che vi avevano costruito, imbarcandosi in tutta fretta per portarsi in Messina.

Domandatosi dal Capitano Gran Prevosto la causa di tale subitanea partenza, gli è stato risposto esservi ordine del Comando di Messina che chiunque venisse ordine nella Cittadella sarebbe stato subito arrestato e punito esemplarmente; alcuni altri dicono essere stato ordine lasciato dall'Aiutante di Campo del Re Vittorio Emanuele nel partire ieri notte da qui, perchè non avendo noi bonariamente voluto cedere la Cittadella si interdicesse qualunque commercio tra noi e la Città onde per fame si fusse resa. Dalla risposta che avremo dal negoziante si disporrà all'occorrenza.

Alle ore 10 a.m. è giunta la "Messagerie" che con premura attendevamo; dopo mezz'ora un Uffiziale del vascello francese ha portato al Maresciallo tutti i pieghi provenienti da Gaeta. Tutti avevamo speranza di viveri, denaro e roba di panno: niente di tutto ciò! Molti decreti e brevetti di generale, colonnelli e direttori del Genio e di Artiglieria ed altri brevetti di uffiziali con prescrizione che tutti i promossi debbano essere pagati a secondo le tariffe del grado precedente, facendo salvo il diritto di essere saldato di ogni cosa a pace conclusa. Sono giunti anche 40 brevetti della Medaglia di Francesco I per altrettanti individui di truppa che avendo terminato il loro impegno hanno rinunciato al congedo volontariamente desiderando servire fino alla pace.

Altra ministeriale per farci conoscere che i promessi 12mila ducati non si sono rimessi per mancanza di persona sicura, ma che con altra messageria, o altro mezzo si riceveranno. Altra ministeriale ordina al Comandante Supremo di acquistare viveri e di non toccare quelli che abbiamo; comprar gallette, pasta, formaggio ecc. Per formare una riserva, essendo stato ordine al Ministro di Guerra di inviarci denaro. La nostra posizione è curiosa! Si ordina di non toccare i viveri della riserva, nel mentre da 8 giorni li stiamo consumando anche perchè gli Uffiziali non hanno soldo da due mesi e la truppa non riceve il prest da 9 giorni. Si ordina di acquistare viveri anche per la riserva ed intanto la Cassa di Campagna non ha un soldo; si aggiunga che non sappiamo se vi sarà più commercio con la Città e se dobbiamo correre ad azioni ostili. Certo è che non abbiamo che soli altri 24 giorni di viveri! All'una p.m. è giunto un vapore nel porto ed i barcaiuoli non hanno voluto portare in Cittadella alcune mogli dei nostri Uffiziali dicendo loro, con parole improprie, che con la Cittadella non vi poteva essere più commercio. Ma, essendo andato a bordo un Uffiziale con una barca della Cittadella, le ha qui trasportate. Si suppone che vivendosi in Messina nella vera anarchia, questi abusi dipendono da gente armata o da qualche Comitato non già dalle Autorità Militari che forse non ci credono in forza di reprimere. Basta! Domani verremo a giorno della verità!

Questa mattina si è celebrata la festa di S.Barbara con quella decenza e lusso che può farsi in una Piazza assediata; per altro, la nostra Parrocchia era illuminata a sufficienza. Bande, organo, litanie e canti dalle nostre batterie: 7 al principio, all'Elevazione e 7 alla fine della Messa cantata.

 

5 DICEMBRE

Dietro verifiche fatte dal Comandante Militare di Messina si è conosciuto che il negoziante che aveva contrattato il carbone era stato impedito di acquistarlo dal Municipio, asserendo essere di pertinenza della Sanità perchè rinchiuso nei magazzini del Lazzaretto, ma avendo dimostrato che apparteneva alla Marina Reale hanno desistito dalle loro pretenzioni.

Essi ben lo sapevano, ma essendo irritati per non aver ceduto l'altro giorno la Cittadella all'Aiutante di Campo del Re Vittorio Emanuele, cercavano di vendicarsi; come pure di non far venire più i venditori con le loro merci nella Cittadella per provvederci di ciò che bisogna, di modo che ieri sera mangiammo la semplice razione di pasta e presciutto della riserva. Questa mattina la gran folla di barche dei soliti venditori ha di bel nuovo approdato al Lazzaretto.

Da Napoli il Pro-Dittatore Farina segnala a Palermo la morte di S.A.R. Il Conte di Siracusa avvenuta a Pisa: morto con un colpo apoplettico! Requiescat in pace! 8 giorni di lutto! Verso le 4 p.m. con bandiera parlamentaria sono approdati nella Cittadella i due Comandanti dei vascelli francese ed inglese ed il Console di quest'ultimo. Essendo stato ad incontrarli, il Comandante francese si è meco lagnato di aver ricevuto reclamo dal Municipio che le nostre sentinelle minacciano i lanternieri e gli impiegati della Lanterna grande, del lanternino e del lungo cammino coverto doganale fuori il bastione D.Blasco, tanto è vero che questa notte non vi è stata illuminazione, e siccome ciò appartiene al commercio e all'interesse di tutte le Nazioni, mi interessava dare ordini sul proposito. Al che gli ho risposto che tutto ciò era falso tanto vero che gli impiegati del Forte Lanterna hanno per lo passato ricevuto viveri gratis dalla nostra riserva e quando la truppa non riceve viveri gli si permette di portarsi in Messina per provvedersene. Questa menzogna del Municipio o della gente del Comitato fa tutto il possibile per promuovere una collusione tra la truppa ed i siciliani: "Vivete sulla mia parola che tutto ciò è falso e che la illuminazione non è mancata questa notte al Faro!"

Il suddetto Comandante si è ben persuaso di quanto gli ho detto; entrando in altro discorso, pare che sia stato contento dell'abboccamento avutosi con l'Aiutante di Campo di Vittorio Emanuele e mi ha detto ridendo: "Ma che domandava?", gli ho risposto: "La Cittadella!", ed egli: "Conosco come gli avete risposto!".- Quest'oggi passeggiando per Terranova dentro la nostra zona di convenzione, avendo preso di me un'ordinanza ed il solito trombettiere, abbiamo inteso scoccare tre tocchi di tubetti a cui nè io nè l'ordinanza ci abbiamo fatto caso; ma giunti alla sperlungata le sentinelle mi hanno avvertito che alcuni pagani mi hanno tirato dai Moselli e che fortunatamente i fucili non hanno preso fuoco. I Messinesi hanno una tale rabbia che farebbero di tutto per distruggere la Cittadella insieme al Comandante. Spero che ciò non gli riesca; essi ben mi conoscono dal 1848! In giornata il Maresciallo ha fatto molte promozioni si sottouffiziali di tutto il presidio per i posti vuoti che vi esistevano.

 

6 DICEMBRE

Ieri sera, verso un'ora di notte, sulla pubblica strada furono uccisi un prete ed un monaco di S.Filippo Neri; questa mattina sono comparsi affissi per la Città che l'uccisione del prete fu per errore.

Siccome siamo del tutto scarsi di denaro, dal Maresciallo e dal Consiglio di Difesa si era stabilito vendersi 100 botti ove era riposto il vino della riserva(per il che si era trovato anche il compratore) per ducati 80, come anche due grossi alberi di bastimento per 150 ducati. Essendo stati i compratori a chiederne il permesso al Comandante di Piazza di Messina, questi risposto negativamente ed ha trascritto al Maresciallo Fergola di aver ricevuto un telegramma dal Ministero di Napoli di non permettersi vendita alcuna di oggetti della Cittadella. Nel Consiglio di Difesa si era pensato scrivere con minaccia che se non si permetteva vendere ciò che appartiene a Francesco II allora s'imponeva alla Città di farci un'impronta di 20mila oncie più 60mila ducati nello spazio di due giorni, altrimenti con la forza li avressimo obbligati. Riflettuto e discorso meglio nel prendere i voti, che sono stati i più, si è adottato di scrivere al nostro Re, restando in attenzione dei suoi ordini! Tutto ciò sulla considerazione che avendo scritto al Sovrano la nostra triste posizione e dicendogli ancora che se dobbiamo fare uso del cannone per avere i viveri lo avesse chiaramente ordinato. Or siccome tale risposta giunger ci dovrà martedì, ossia di quì a 5 giorni, puol darsi che abbiamo precise istruzioni ed allora potrà operarsi liberamente, tanto più che siamo in aspettativa dei 12mila ducati promessi da circa un mese.

Ho letto con orrore nei fogli di Francia la giornata dell'11 del passato mese di Novembre circa l'attacco avvenuto sotto Gaeta tra i nostri Cacciatori ed i Bersaglieri piemontesi, battendosi uno dei nostri contro sette piemontesi e che la maggior parte dei nostri Uffiziali Superiori mostrarono viltà e tradimento. Il Tenente Colonnello Nunziante lasciò l'8° Battaglione Cacciatori fuggendosene dentro Gaeta con altri suoi colleghi; il Colonnello Pianell, fratello dell'ex Ministro di Guerra, condusse il 15° battaglione Cacciatori in una vallata e fece deporre le armi avanti i Piemontesi e con tutto ciò i Cacciatori dopo essersi battuti per l'intera giornata fecero retrocedere il nemico e ritirandosi ordinatamente condussero nella Piazza circa 40 prigionieri. Il foglio francese così si esprime: "C'est vraiment domnage que des soldats si bien disposés a se battre soient toujours mal commandés!"

Il Generale Bertolini, Capo dello Stato Maggiore del Tenente Generale Salzano inviato dal Re per visitare i posti avanzati, questi senza sortire da Gaeta rapportò a S.M. non esservi novità alcuna, nel mentre gli Uffiziali napoletani del 15° battaglione si divertivano insieme con gli Uffiziali piemontesi. Il Re lo destituì e lo cacciò da Gaeta. I Generali Salzano, Barbalonga, Colonna e Polizzi hanno chiesto le dimissioni; Colonna ha anche ardito scrivere che se non gli venisse accordata si sarebbe dato al nemico con le truppe che comandava. Le dimissioni furono accettate e sortirono dalla Piazza. Infelice Sovrano, quanti ingrati hai creato!

 

7 DICEMBRE

Tutti scrivono da Napoli, Gaeta e Capua consolatissime notizie e danno quasi ad intendere la promessa entrata del nostro Re a Napoli, ed alcune teste di poco senso comune scioccamente lo credono e domandano sempre se puol darsi ed io sempre rispondo: "Puol darsi ciò avverrà ma vi bisogna tempo stante che gli affari diplomatici non si risolvono su due piedi; non avendo noi forza superiore al nemico e tutto dovendo dipendere dalla politica europea, sembrami che sufficiente tempo vi vuole per accomodarsi bastantemente gli affari dell'infelice Italia, come si è dimostrato per lo passato." Ma dovendosi credere a quello che si dice sarebbe follia!

Il Ministero in Francia è cambiato, ci auguriamo che ci sia favorevole.

La Legazione inglese a Vienna è stata innalzata ad Ambasceria; ci auguriamo che l'Inghilterra non sia così ostile con l'Austria per gli affari d'Italia come si è dimostrata per lo passato. Ogni giorno le nostre angustie si aumentano per la mancanza di denaro e di viveri che vanno terminare e da Gaeta non ancora si spediscono mezzi e soccorsi; se avessimo i mezzi che avevamo nel 1848 vivressimo in pace che il nemico difficilmente spedirebbe a Messina 20mila uomini per assediarci perchè la Cittadella dipendendo dalla sorte di Gaeta, questa decise di noi.

 

8 DICEMBRE

Alle ore 10 ½ si è celebrata la festa dell'Immacolata Concezione, Protettrice della nostra Armata, con grande pompa come si è potuto praticare in una Parrocchia di Piazza assediata da circa 5 mesi.

7 battaglioni formati in una colonna serrata per divisioni avanti la Chiesa ad eccezione di poche divisioni che vi hanno potuto entrare, hanno ascoltato la Messa cantata e preso la Benedizione; le bandiere dei Corpi situate a fianco dell'Altare Maggiore. Terminata la Santa Funzione, la truppa tutta schierata nel Maschio della Cittadella ha formato un quadro; tutti i Generali presenti al centro del quadro, il Maresciallo ha disposto che sotto la bandiera del 3° di Linea – perchè più antico – si fussero riuniti tutti i candidati dei differenti Corpi del presidio, al n° di 142, per essere insigniti della Medaglia d'Argento di Francesco I, per aver rinunciato al loro congedo che li spettava obbligandosi a servire senza premio fino alla pace. Il defilè non ha avuto luogo per una pioggia improvvisa e, quindi, per non fare troppo bagnare la truppa che non ha come cambiarsi. Si è data una razione di rhum a tutta la truppa.

 

9 DICEMBRE – domenica

Tempesta in mare, acqua e diluvio, terribile vento, fastidiosa noia di lungo assedio hanno fatto il trattenimento della giornata.

In un foglio che si stampa a Messina ho letto che i siciliani si lamentano di Napoleone dicendo di averli traditi...

Riceviamo notizia che il giorno 7 corr. Vittorio Emanuele è rientrato a Napoli.

Il nostro telegrafo ci avvisa essere passato un telegramma che andavano a giungere a Palermo 200 congedati Volontari siciliani e che si soddisfacessero in un mese di prest non essendovi mezzi in Napoli come soddisfarli.

Questa notte in Messina è stato assassinato un gentiluomo.

Verso le ore 10 a.m. un nostro Uffiziale ha portato tutti i nostri pieghi sul vascello francese per trasmetterli alla "Messagerie" che parte, onde consegnarli al Ministro di Guerra a Gaeta; egli ha ricevuto molte amabilità dal Comandante di detto vascello, il quale è rimasto molto soddisfatto nell'apprendere che avevamo viveri per altri 18 giorni. Ci si avvisa per telegrafo che a Scilla la Guardia Nazionale ha vociato contro i propri Uffiziali; si suppone che qualche tafferuglio sia colà successo perchè abbiamo veduto sortire dal porto un piccolo vapore con molta gente che sembrava armata e che si è diretta a Reggio. Da per tutto anarchia! La processione dell'Immacolata Concezione non ha avuto luogo.

 

10 DICEMBRE

Seguita un forte vento, il mare è molto agitato e tutto ciò molto contrista l'animo di tutti perchè temiamo che impedisca il cammino della messageria francese che deve qui giungere domani da Gaeta o che possa pericolare essendo su di essa poggiate tutte le nostre speranze per viveri e denari. Speriamo in Dio che si verifichi e che il nostro infelice Sovrano abbia trovato i mezzi per poter tanto praticare. Se ciò non avviene, diverranno assai critiche le nostre circostanze!

 

11 DICEMBRE

Dalla punta di giorno la maggior parte del presidio, stando in aspettativa della messageria con la speranza che fusse apportatrice di denaro, viveri e vestimenti, si aggirava su tutti i punti della Fortezza per scorgere la sua entrata nel Faro onde darne subito avviso a quelli di guardia o rimasti in caserma. Non si è dato mai il caso, da molti anni, che il vapore francese per le 11 a.m. del martedì non fusse giunto in questo porto; siccome oggi non è giunto, tutti ci siamo lusingati che, essendo il mare burrascoso e continua pioggia, avesse ritardato di qualche ora, ma – ohimé – è giunta l'ora della ritirata, senza alcuna speranza! Ognuno può figurarsi qual dispiacenza hanno provato, massime i Generali Fergola e de Martino su cui pesa tanta responsabilità!

L'avere pochi altri giorni di viveri, effettiva mancanza di denaro, mancanza totale di legna facendosi uso giornaliero del legname di costruzione del Genio per cuocere il pane, 160 infermi nel nostro provvisorio ospedale, la sussistenza per 4mila e più individui è cosa che fa raccapricciare vedendosi mancare tutti i mezzi. Aggiungi che il soldato defaticato, svestito, dorme sul nudo suolo, con due terzi di razione, e l'aver improntato, per la sua sussistenza fin qui acquistata, 9.600 ducati, con altri 5mila e più dai Generali ed Uffiziali, che non ricevono soldo da circa due mesi, tutte queste calamità incominciano a produrre mormorio e malumore.

Speriamo in Dio che domani possa giungere il desiderato vapore che ci apporti qualche soccorso, purchè il povero Sovrano abbia avuto i mezzi.

Questa mattina è giunta nel porto una fregata inglese al di cui arrivo immediatamente è partito il vascello della stessa Nazione. Stamane si sono disertati 2 soldati del 5° di Linea.- Ieri l'altro morirono nel nostro ospedale 2 soldati e due presidiarii.

Il tempo è orribile e la nostra truppa di guardia, massime le sentinelle soffrono immensamente; questa notte il vento è stato così violento che ha abbattuto 5 garitte. Vi è stato un momento di maremoto che ha spaventato molti.

A Reggio si sono fatte tre salve reali, ma non ne sappiamo la causa; in Messina dicesi per la presa di Gaeta, ma ciò non è da credersi, ma piuttosto che sia il nome di Vittorio Emanuele. Il giorno 20 novembre p.p. giunse a Civitavecchia la Regina Vedova, con parte dei Principi e Principesse di sua famiglia, sotto il titolo di Contessa di Santa Cecilia; fu ricevuta col suo seguito alla stazione della strada di ferro dal Cardinale Antonelli, Segretario di Stato, da Monsignor Stella e da Mons.Ricci, della Casa di Sua Santità. Discesero al Palazzo Apostolico del Quirinale che il Santo Padre ha messo a disposizione; il maggiordomo le ha presentato i suoi omaggi. Il giorno 21 successivo, il Santo Padre, perceduto dalla Sua Corte, le ha fatto visita. La Regina, con la famiglia e seguito, lo ha ricevuto al principio della scalinata. Dopo essersi intrattenuto lungamente, il Santo Padre è ritornato al Vaticano. Il Ministro piemontese M.r de Cavour giustifica l'invasione di Napoli con l'appoggio dei seguenti antecedenti!

Luigi XIV ha egli violato il diritto internazionale proteggendo

l'invasione dell'Ungheria?

Gli Stati Generali di Olanda hanno meritato lo stesso rimprovero

sostenendo Guglielmo D'Orange contro il Re Giacomo II

detronizzato per la rivoluzione del 1668?

IL Re Luigi XIV ha egli violato i diritti internazionali dando

il suo generoso concorso per la libertà degli Stati Uniti?

La Francia e l'inghilterra e la Russia hanno esse commesso un

delitto contro il diritto delle genti associando i loro sforzi

per strappare la Grecia dal gioco del dominio Ottomano?

 

12 DICEMBRE

Sono le 2 ½ p.m.-quali angoscie non soffre il mio cuore nel non veder giungere rapporto alcuno dell'apparizione della sospirata messaggeria francese che, ci lusinghiamo, deve apportarci i promessi soccorsi, cominciando noi ad essere privi di tutto.- Questa mattina mi piangeva il cuore nel veder distribuire alla truppa legname nuovo di costruzione del Genio per cuocere i legumi alla truppa. Dio sa come finirà questa faccenda! Se i soccorsi tardano dobbiamo sicuramente oprare un vandalismo col bombardare la Città se non ci dà da sussistere! Ma se questa viene abbandonata dai cittadini, come nel 1848, come regolarsi? È mezzanotte e nessun legno è venuto nel porto.

Quanti tristi pensieri opprimono il nostro morale! Chi sa se col temporale dei due giorni passati la messageria non ha sofferto qualche disgrazia! Chi sa se non sia per accomodarsi, ma che fare! Puol darsi che domani si verifichi la sua venuta e così le nostre speranze non resteranno deluse! Certo è che siamo in molte critiche circostanze!

 

13 DICEMBRE

Qual consolazione per l'intero presidio di questa Fortezza nel vedere nel porto al far del giorno la sospirata messaggeria francese! Dal vascello francese nel porto si è spedita una lancia per prelevare due Uffiziali dello Stato Maggiore del Re di Napoli imbarcati sulla messageria e spedirli in questa Cittadella.

In effetti, verso le 9 a.m. sono sbarcati al posto S.Teresa i due suddetti Uffiziali, travestiti, Avolio e Pugliese, portando passaporti spagnoli. Le espressioni a voce ed in scritto che S.M. fa a questa sofferente guarnigione sono veramente obbligantissime. Abbiamo ricevuto Diecimila ducati tutti in oro (napoletani da 20 franchi), non essendosi potuto rischiare dal Re maggiore somma; con ministeriale ci fa conoscere il Ministro della Guerra essere detta somma un anticipo momentaneo, ma che tra giorni ci perverranno viveri per 15 giorni e maggior somma di denaro. Si è disposto, quindi, dare ai soldati un terzo delle somme improntate con la promessa che giungendo altra somma saranno di tutto soddisfatti; che la truppa riceverà il prest giornaliero dal giorno 16 corrente dovendosi provvedere da questo pel proprio ordinario; un notamento di quelli Uffiziali bisognosi per dare ad essi qualche cosa di denaro in acconto delle somme improntate alla Cassa di Campagna onde tirare avanti per la di loro sussistenza non ricevendo più i viveri dal 16 corrente nella intelligenza che i loro soldi e diaria li riceveranno nel giungere vistose somme. Si è disposto parimenti acquistare 50 salme di grano e 8 cantaja di olio stante che giornalmente la truppa deve sempre ricevere la razione di pane.

Dal Ministero di Guerra si è domandato la esatta situazione della forza di questo presidio ed uno stato nominativo di tutti gli Uffiziali i quali sono al n° di 203.- Questa piccola somma di ducati 10mila hanno un poco alleviato le nostre apprensioni purchè però la promessa dei 15 giorni di viveri e maggior somma di denaro ci giunga presto, perchè cosa sono 10mila ducati per 4.500 uomini? Il solo prest della truppa importa 600 e più ducati al giorno senza nulla dare agli Uffiziali i quali col corrente mese avanzano tre mesi di soldo ed altre indennità! Se non giunge la rimessiva del denaro ed i viveri promessi, tolto il terzo di ciò che i soldati hanno improntato(3.600 ducati), la compra di 50 salme di grano ed 8 cantaja di olio, no resta che dare al soldato nemmeno giorni nove di prest. Dopo di che saremo obbligati dar di mano ai pochi altri giorni di viveri che ci rimangono. Nonpertanto speriamo che da Gaeta ci si spedisce quanto ci viene promesso, tanto iù che dal Ministero di Guerra ci si trascrive l'ordine dato al Ministro di Finanze e questo ci domanda una situazione della forza particolare per calcolare l'approvisionamento di viveri per 6 mesi. Faccia Iddio che tutto si verifichi!

 

14 DICEMBRE

Verso le ore 23 è giunta nel porto la fregata a vapore "Il Ruggiero"(che mesi addietro apparteneva al nostro Sovrano) ed ha sbarcato 250 volontari garibaldini siciliani i quali, a quanto sembra, non ono molto soddisfatti del congedo ricevuto. Di questi, parte ritorneranno nelle proprie famiglie ed altri, forse, si daranno al brigantaggio! Il Governatore di Messina Sig.Ugdolena(per quanto dicesi, Uffiziale Superiore inglese) venuto a Messina con Garibaldi, uomo – per quanto dicesi – molto burbero, è partito da qui in istato di arresto ed è stato rimpiazzato dal Barone Giuseppe Natoli, siciliano. Per quanto rapporta il nostro Uffiziale interprete telegrafico, sono tre giorni che Napoli non segnala cosa alcuna in Sicilia; nè ordini o disposizioni. Stamane nel cambiarsi i Napoleoni in oro ricevuti ieri, nel fare i diversi pagamenti, la gente torbida mormorava: "La bestia ha ricevuto denaro!"

In Messina, sotto il nome di "bestia" , si intende la Cittadella.

Cosa strana, mentre siamo nemici, ci vendono ciò che bisogna per mezzo di Uffiziali che si portano in Città con permesso di comprare, andare alla posta o altro e per la truppa ci portano roba fino alla Cittadella. In Messina, per altro, vi è pochissima truppa, quasi tutta siciliana, che dicesi Reggimento Carabinieri, molta Guardia Nazionale e pochissimi piemontesi. Anche il Comandante di Piazza ed il Comandante di Provincia sono siciliani: D'Antoni e Bisogni.

 

15 DICEMBRE

Verso le ore 8 a.m. è giunto nel porto, approdando direttamente al Lazzaretto, un vapore francese il quale ha portato 10 invece di 15 giorni di viveri che erano stati promessi ed altri 10mila ducati in oro, che sono stati consegnati dal Capitano di Stato Maggiore Bellucci venuto sullo istesso legno. La Sanità di Messina voleva mettere il legno in contumacia per non voler far sbarcare nè generi nè persone, come pure per non far montare alcuno su detto vapore, ed in conseguenza spediva la sua barca con un deputato con bandiera gialla. Del che accortosene il Comandante del vascello francese ha spedito un suo Uffiziale imponendogli di ritornarsene con minaccie. Nello stesso tempo entrava nel porto una fregata piemontese che portava a bordo un Reggimento di Fanteria; il Comandante del vascello francese ha imposto di non entrare nel porto e sbarcare la truppa fuori del porto stesso.

In una guerra come la presente che si scorgono tante cose contraddittorie sono tentato a credere che le tante gentilezze che ci usa la Francia non sono veramente sincere e che presto finiranno stante che se l'Inghilterra vuole l'annessione Italiana certamente la Francia non si disgusta con questa Potenza per difendere Francesco II. La Francia e l'Inghilterra, emuli e nemici, hanno compreso che la loro amicizia e alleanza è vantaggiosa per le due Nazioni; come può pretendersi da alcuni che per gli affari d'Italia queste due nazioni si disgusteranno a vicenda? Ciò non può avvenire stante che un'armata navale che hanno insieme nella China un trattato recente di commercio, un viaggio dell'Imperatrice negli stati della Gran Bretagna, non possono in nessun modo(secondo me) portare rottura di guerra per difendere i diritti temporali del Papa e di Francesco II, Re del Regno delle Due Sicilie.

A parer mio: i francesi a Roma per difendere Pio IX, la flotta francese che impedisce il bombardamento per via di mare di Gaeta, il permettere che tre vapori francesi siano al servizio del Re asportando viveri che si comprano a Marsiglia, soccorrere la Cittadella con gli stessi vapori, l'usarci l'amabilità di tener corrispondenze tra la Cittadella ed il Re in Gaeta per mezzo del vascello francese qui stanziato, secondo me tutto ciò è climaterico!

Se 5 vascelli francesi impediscono il blocco a Gaeta, perchè non impedire il bombardamento per via di terra? Se non vi deve essere intervento, perchè soltanto intervenire per via di mare? Basterebbe un "fiat" della Francia ed i Piemontesi sortirebbero dal Regno delle Due Sicilie; ma la Francia non può disgustarsi l'Inghilterra! Spero ingannarmi, ma suppongo che la perdita del Regno delle Due Sicilie sia un affare compiuto perchè quanto il nostro infelice Sovrano avrà esauriti tutti i mezzi possibili, finirà la galanteria francese, a meno che tutte le Potenze del Nord non si decidono ad una accanita guerra con spargere immenso sangue nella infelice Italia!

Basta, nel mese di aprile o maggio venturo tutto sarà chiarito, perchè non è possibile che per quanto tempo le nostre provincie possono restare nell'anarchia in cui trovansi. Questo è il mio parere nello stato attuale! Molta rabbia ha prodotto ai Messinesi l'arrivo dei soccorsi di viveri e denaro e abbigliamento ricevuto. Ma che sono altri 10mila ducati se solo l'impronto fatto dalla stessa guarnigione ascende a 14.600 ducati? Con tutto ciò in giornata stessa abbiamo acquistato altre 50 salme di grano e olio e cerchiamo come Uomini di Onore sostenerci il più possibile in questo punto tanto interessante, assicurando la sussistenza per tutto il mese di gennaio, purchè però la truppa piemontese, in giornata qui giunta, non ci tolga le facilitazioni ed il commercio che finora abbiamo avuto con la Città.

 

16 DICEMBRE

Ieri sera fino a ore 2 di notte i soldati si divertirono a cantare, accompagnati dalle bande, canzoni da loro composti in lode del Re per i viveri e denaro che ci ha rimessi. Poveri giovani, fin dal mese di aprile dormono sulla nuda terra, non privi di qualche insetto, nel vedersi nel vedersi coverti ora di un pantalone di panno, quantunque non in buono stato, sono veramente contenti. I pantaloni ricevuti non sono quelli regolamentari; di fatto, l'artiglieria, invece di ricevere i pantaloni di colore bleu, li ha ricevuti rubii. Ad onta di tanta allegrezza e contentezza della truppa il mio cuore è sempre afflitto prevedendo il futuro che per me non sembra troppo felice. I giovani militari qui si appagano del presente senza guardare all'avvenire troppo triste, anche in considerazione della posizione infelice in cui trovasi Gaeta che, a quanto mi assicura il Capitano di Stato Maggiore, è molto triste ed in segreto mi ha detto che gli Uffiziali di quella guarnigione non sono sicuri se per la fine del corrente mese percepiranno un terzo del di loro soldo prchè colà mancano mezzi e denaro! Verso l'Una ½ p.m. è venuto personalmente il Comandante del vascello francese a ringraziare il Maresciallo delle gentilezze usategli, perchè essendo morto a bordo un sottouffiziale di apoplessia fu sezionato nel nostro ospedale ove io feci trovare tutto il necessario, dottori, ferri e quanto bisognava, facendo, poi, interrare il cadavere nel nostro camposanto. Siccome il nostro Generale Supremo non parla che il solo italiano, sono stato chiamato per esprimere i suoi ringraziamenti. Essendo entrato con il detto Comandante in lunghi discorsi, mi sono avveduto che il presente affare non andrà troppo per le lunghe perchè mi fa sospettare che la squadra francese non sarà di molta di molta permanenza in Gaeta.

Se ciò disgraziatamente si verifica, molto male andranno i nostri affari di guerra. Lo stesso mi ha detto che col Reggimento Piemontese sbarcato ieri a Messina vi è anche un Generale che andava qu a riunirsi la sua intera Brigata.

Mi ha detto pure che il Governatore Ugdolena, da qui partito in istato di arresto, fu arrestato per suo intervento per aver fatto fare una dimostrazione repubblicana perchè essendo garibaldino desiderava un partito in quel senso.

Il detto Comandante ha mostrato gran piacere che io parlavo in francese perchè lui non parla affatto l'italiano; entrando in discorso di guerra non può credersi le amabilità che mi ha usate offrendomi la sua disposizione per quanto poteva occorrermi, tanto più che che mi ha nominato nu suo parente che fece parte del Corpo di Armata del Centro ove io appartenevo in Spagna, rammentandomi la battaglia di Bayler perduta dal Generale Dupont fatto prigioniero con l'intiero Corpo d'Esercito che comandava. Abbiamo parlato per più di un'ora e sinceramente gli ho detto: "Se la Francia continua a mostrarci la sua amicizia e simpatia, il nostro infelice Sovrano ricupererà il suo Regno, ma ciò lo credo un poco difficile stante che la Francia non può disgustarsi l'Inghilterra ".

Al che mi ha risposto: "Non saprei rispondervi; intanto siamo militari e soggetti a tutte le fasi, che voi ben sapete quanto ne sono avvenute in Francia"-

 

17 DICEMBRE

Da bordo, ad onta della pioggia, si stanno sbarcando i viveri; forse il detto vapore domani ripartirà per Gaeta. Alle 11 a.m. sono stato a restituire la visita al Comandante del vascello francese "Le Togo", Cap. L. de Kzrikouet, seguito dal Generale Cobianchi e due Capitani dello Stato Maggiore. Con somma amabilità siamo stati ricevuti; ci hanno portati a curiosare il vascello fin ov'è la macchina a vapore, spiegandoci quanto non è del nostro mestiere di soldati di terra; le quantità di macchine che vi sono: per panizzare, per le manovre di norre, di giorno e finalmente ci hanno fatto osservare la macchina come ridurre l'acqua del mare ad acqua dolce. Il gran magazzino ove tutto vi si rinviene per quanto bisogna al materiale ed al personale. Avendogli domandato del costo di un tal vascello, mi ha risposto che il suo valore è di circa 4 milioni di franchi. Siamo stati girando per più di due ore per tutto osservare e siccome la pioggia era forte ci siamo trattenuti per più di altra ora discorrendo sempre di cose militari e delle presenti circostanze.

Altre truppe piemontesi sono sbarcate a Messina e se la spia non m'inganna, ma si assicura che circa 14mila piemontesi sono sbarcati a Milazzo; abbenchè la cifra sembrami alquanto alterata, è certo che molta truppa trovasi a Milazzo è sicuramente sarà messa a scaglioni da colà fino a Messina in quanto Milazzo non potrebbe tutti alloggiare per cui stenderanno a Barcellona ed altri paesi più vicini a noi. Ciononpertanto stamane ho fatto aumentare tutti i posti delle opere esterne e delle opere avanzate, le tre lunette S.Francesco, lunetta Carolina e Rivellino S.Teresa. La Cittadella è all'ordine; allorchè sarà attaccata saprà ben rispondere. Mezzi di artiglieria e uomini ne abbiamo al di più del bisogno! I viveri...i viveri formano il mio estremo dispiacere ed il triste avvenire! Nonché i cannoni rigati di cui siamo privi! Ieri è entrata nel porto la fregata piemontese che ieri sbarcò truppa a Messina e che fu dal Comandante il vascello francese inibita di entrare nel porto. Avendone domandato al detto Comandante mi ha risposto che con suo permesso vi era entrata per causa del cattivo tempo. Mi auguro che i miei sospetti non si avverino perchè dal lungo discorso di stamane ho rilevato che la nostra posizione è veramente infelice!

 

18 DICEMBRE

È giunto altro vapore con altri 100 volontari garibaldini che devono essere congedati; essi finora sono al numero di 1.100, tutti siciliani. Una parte di essi è già partita per raggiungere le famiglie, altri 500 e più attendono che siano soddisfatti di un mese di prest che ad essi si dà per gratificazione; per ora manca il denaro!

Il vapore che ha portato i nostri viveri verso le ore 22 è partito per Gaeta, ma il cattivo tempo lo ha fatto ritornare in porto.

Stamane, giusta il consueto, è giunta la messaggeria postale ed abbiamo ricevuto uffici da Gaeta rimessici dal Comandante del vascello francese. Essi annunciano molte promozioni di individui di questo presidio. In giornata si sono immesse altre 50 salme di grano nei nostri magazzini. Ieri sera, per quanto ci dicono i venditori che vengon a vendere al Lazzaretto, vi fu gran folla al teatro ove avvenne un forte tafferuglio per causa che alcuni gridarono "Viva Vittorio Emanuele" e gli altri tacquero ma al grido di "Viva Garibaldi" i gridi e battute di mano furono così generali e consecutivi che si fu obbligato a calare il sipario. Pare che il partito repubblicano, o d'indipendenza, sia generale in Sicilia. Da Capitano in giù tutti gli Uffiziali di questo presidio hanno ricevuto 6 ducati per ciascuno per i tre mesi di soldo che

avanzano, ad eccezione di molti, che non hanno le loro famiglie a Gaeta ove sono in parte pagate che hanno ricevuto qualche cosa di

più. Più tardi si è pagato il soldo di ottobre agli Uffiziali e metà soldo agli Uffiziali Superiori e Generali.

 

19 DICEMBRE

Questa mattina, nel portarsi in Messina il nostro Uffiziale tesoriere Capozzi per cambiare i napoleoni in argento, un caporale garibaldino lo ha fortemente insultato, prima con parole e, dopo, tentava anche per via di fatto sguainando anche la baionetta, ma essendo accorsa la Guardia Nazionale e frappostasi persone pacifiche, hanno fatto montare in carrozza l'Uffiziale accompagnandolo fino agli avamposti della Cittadella. Se c'è scritto al Comandante di Piazza nei sensi onde evitare collisioni prima del tempo.  Avendo ricevuto i fogli di Francia (Le Siècle) rilevo sotto l'articolo "Londre 11 Xbre" quanto segue:

"L'Empereur Napoléon ne verrait pas, dans le cours des evénemens recéns, l'execution de ses intentions à l'egard de l'Italie. En effet, L'Empereur Napoléon aurait voulu seulement protéger la personne du Roi François II et lui èviter l'humiliation de devenir prisonnier. Nous avons des raison de croire que cette protection ne serà plus longtemps de nature à devenir un moyen de prolonger la guerre civile, et bientot di François II ne se retire pas tranquillement de Gaete cette ville serà bombardée par mer e par terre."

Se questo articolo è vero sarebbe un fatto compiuto la perdita del Regno pel nostro Re!

 

20 DICEMBRE

Essendosi alquanto deteriorati i nostri 4 molini e non potendosi panizzare per la truppa e non volendo consumare i viveri che abbiamo, si è disposto che la truppa riceva due grani e mezzo al giorno per comprarsi il pane fino a che non si accomodino le pietre dei molini.

Grande scisma esiste in Messina tra garibaldini e la truppa piemontese di fresco giunta. Anarchia perfetta tra i pagani. La Sicilia vuole essere indipendente. Assassini giornalmente succedono. La Guardia Nazionale presta buoni servizi. I nostri disertori sono mandati fuori alla Vicaria dal Comandante di piazza di Messina.

 

21 DICEMBRE

Vari legni inglesi a vapore da qui partiti sono rientrati nel porto per causa del cattivo tempo di mare. Le truppe piemontesi qui giunte hanno preso il servizio degli avamposti.

 

22 DICEMBRE

Niente di positivo se non la noia di lungo assedio.- Il Generale Supremo si applica ad apprendere la lingua francese; il suo maestro è il 3° chirurgo Dr.Palumbo di questo ospedale provvisorio. Dai fogli francesi che leggo e che mi si mandano per puara amicizia dal Comandante il vascello francese e dal loro Console(Le Débat, Le Siècle e La Press) rilevo una lettera del Principe Murat che fa conoscere impossibile l'annessione dell'Italia; la protesta del Generale dei Gesuiti e li scismi che si propagano in Francia dai Vescovi francesi, e segnatamente dall'Arcivescovo di Lione, in favore della Santa Sede, nonchè il tafferuglio di tutta la stampa francese per il decreto del 24 novembre in corso per la libertà della stampa e di ciò che la Nazione pretende. Tutto ciò mi fa sperare qualche cambiamento nella politica abbenchè sembra ancora stabile il sistema inglese per l'annessione italiana per i suoi interessi.

 

23 DICEMBRE

Il Comandante di Piazza di Messina, in riscontro a quanto si è ufficiato circa l'incidente avvenuto al nostro Uffiziale insultato da un garibaldino, ha fatto conoscere la sua dispiacenza somma per tale avvenimento con l'assicurazione che il caporale garibaldino già trovasi in prigione e sottoposto al Consiglio di Guerra; assicura inoltre di aver replicato i suoi ordini tanto ai garibaldini che ai due reggimenti piemontesi di rispettare come devesi ogni individuo della Cittadella che si porta in Città.

 

24 DICEMBRE

La giornata generalmente si è veduta in spendere dai nostri soldati al Lazzaretto al più non posso per solennizzare la Vigilia del Santo Natale. Or siccome giorni dietro nel riceversi 10mila ducati da Gaeta si distribuì ad essi la terza parte dei 9.600 ducati che avevano improntato alla Cassa di Campagna, son sicuro che di un migliaio e mezzo di ducati hanno consumato in vino, baccalà, pesce, pane, frutti e verdura e quanto si usa in Napoli in questa giornata, per cui allegria e feste fra loro ed a nulla pensano.

Al contrario gli Uffiziali tristi e pensierosi perchè disgraziatamente tutti casati, che ha moglie a Gaeta, chi la famiglia a Capua o a Napoli, senza mezzi di poterle soccorrere e col pensiero che in questi giorni non hanno da mangiare, si veggono in uno stato deplorabile.

 

25 DICEMBRE

In Cittadella tutta la notte le bande dei reggimenti hanno sempre suonato fino alle 4; canti, balli, suoni, tutto col massimo buon ordine non essendovi stato il menomo incidente. Reggimento e truppa al Forte SS.Salvatore ha pristinato lo stesso. Le bande musicali interpellantemente sono venute a suonare alle abitazioni dei Generali.

In Città vi è qualche disordine e pertanto la processione questa notte non è sortita dalla Cittadella pur essendo una delle principali feste di Messina. I siciliani che presero servizio con Garibaldi e che debbono essere licenziati per ordine di Vittorio Emanuele non vogliono partire o essere disarmati perchè pretendono i 6 mesi di prest come ricevono i garibaldini italiani che si licenziano. Continui alterchi succedono tra questi e i piemontesi che sono truppe regolari, con vera educazione militare. Nei conventi ove sono accasermati i garibaldini vi si vede tutto devastato avendo rotto tutte le lastre, porte e financo rotti i pavimenti. Quest'oggi martedì, giorno dell'arrivo della messaggeria postale francese che viene da Gaeta, non è giunta, forse perchè Natale oppure pel cattivo tempo di mare e dei forti venti che spirano. Un piccolo legno a vapore "L'Elba", che partì da qui sabato scorso, si è naufragato vicino a Santa Venere, al di là di Pizzo.

Il Padre preposito di un convento, fratello di Monsignor Papardo, da qui esiliato dai garibaldini, ieri inviò al Generale Fergola un piccolo quadro della Madonna della Provvidenza pregandolo di piazzarlo nella nostra Parrocchia della Cittadella; ha mandato pure 50 figurine da distribuirsi nelle Compagnie. A questa S.Immagine si ha grande devozione in Messina ed il detto Padre ci fa sapere che ha dato varii indizi pel miglioramento della nostra causa.

 

26 DICEMBRE

Vari legni piemontesi sono sortiti dal porto, ed anche una fregata con a bordo truppe imbarcate a Messina. Hanno preso rotta dell'Adriatico, ossia dietro marina. Secondo le voci che corrono, forse sbarcheranno in Calabria per le sommosse popolari che colà

si manifestano per non essere contenti del nuovo regime e per le vendette particolari che colà si succedono giornalmente.

L'anarchia è generale nel nostro infelice Regno e Dio sà quando avrà termine.

Questa mattina la messaggeria dalla quale avevamo speranza di ricevere viveri e denaro da Gaeta; nulla di tutto ciò, nemmeno un ufficio del Ministero di Guerra.

Avendo parlato con un Uffiziale del vascello francese, questi mi ha assicurato che la flotta francese, composta di 5 vascelli e seguito, trovavasi nel porto di Gaeta comandata dal Vice Ammiraglio De Titar, cosa che ieri mi tenne nella massima afflizione stante che il giornale di Messina intitolato "D.Marzio" asseriva che la flotta francese si era allontanata da Gaeta.

Il vasto porto di Messina era carico di legni mercantili e vapori di tutte le Nazioni che si erano qui ricoverati per i cattivissimi tempi dei giorni passati; da ieri sera partono legni a vela e vapori perchè il tempo si è moderato di molto. Alcune nostre signore del presidio anche sono partite per Napoli col vapore mercantile "Maria Antonietta".

 

27 DICEMBRE

La lettura dei vari fogli esteri che ricevo mitiga alquanto la noia del lungo assedio, ma nel considerare la truppa non ha prest  che per altri 4 giorni ed in conseguenza non può acquistare a sue spese l'ordinario, mi fa cadere nella tristezza stante che dal 1° dell'entrante gennaio essa dovrà ricevere i viveri della riserva e non ne abbiamo che per soli 26 giorni(compreso 4 cantaja di gallette acquistate oggi).

I fogli esteri danno poca speranza, o nulla, pel ritorno del nostro infelice Sovrano sul trono di Napoli e, nello stesso tempo, rapportano fedelmente la reazione in suo favore di quasi tutte le Provincie di terraferma. Secondo me tutto dipende dal discorso del trono che ai primi giorni del nuovo anno faranno tanto l'Imperatore Napoleone quanto il Re Vittorio Emanuele. Siccome tale epoca è prossima, presto sapremo la nostra sorte qual dovrà essere. Certo è che le continue lagnanze e reclami di tutti i vapori francesi e di tutto l'Orbe Cattolico contro la strana invasione degli Stati della Chiesa, una specie di Crociata che si propaga, il malcontento che esiste nell'Alta Italia, le nostre Provincie quasi tutte in rivolta, le solenni proteste delle Potenze del Nord, un'amministrazione non ancora basata, tutto ciò puol darsi che faccia cambiar politica alla Francia e potrebbe essere propizia al nostro Re.

 

28 DICEMBRE

Il Generale piemontese che comanda le truppe in Messina chiamasi Chiabrera!

Questa mattina si sono disertati – verso le 11 a.m. - quattro Uffiziali di questo presidio:

1.Capitano del Genio Alfredo Avena (che dicono figlio naturale del Generale De Sauget);

2.Tenente del Genio Giovanni Colucci;

3.Tenente del 3° di Linea Costantino Moffa e

4.Tenente del 3° di Linea Vincenzo Dell'Aversano.

Essendosi costoro presentati al Generale piemontese in Messina, lo stesso li ha fatti subito imbarcare su di un vapore ch'era per partire per Napoli scrivendo al suo Ministro di Guerra che gli mandava i 4 Uffiziali disertati dalla Cittadella e chiedendo di conoscere istruzioni nel caso che altri fussero a lui presentati. Di ciò con ufficio ne ha dato conoscenza al nostro Maresciallo Fergola. I nostri soldati bastantemente soffrono per la presente stagione e non sono privi di insetti; dormono sulla nuda terra. Or siccome in Cittadella vi è del fieno, sebben non in molta quantità, oggi se n'è fatta la distribuzione in ragione di 5 rotoli a soldato. Non si è potuto darne maggiore quantità dovendo serbarne quanto necessario per 8 animali che abbiamo per i molini e per le cariche dei cannoni. Abbiamo distribuito anche 500 sacchi onde potervi mettere dentro il fieno e sopra giacervi. Ma che sono 500 sacchi per 4.500 uomini? Da qui a 4 giorni deve pervenire la messaggeria francese e Dio sa con quale ansia l'attendiamo per avere notizie da Gaeta e del nostro Re. Dovressimo avere necessario soccorso, ma notizie troppo affligenti ci pervengono circa la triste posizione finanziaria in cui trovasi il Sovrano abbenchè ci piace lusingarci del contrario; ma le cattive notizie vanno sempre sull'ala dei venti!

 

29 DICEMBRE

Questa mattina avanti il posto Pagliara si è avanzato un parlamentario che sono andato a riceverlo son le solite formalità.

Il parlamentario era formato dall'Intendente dell'Esercito, un Commissario di Guerra ed un Uffiziale con camicia rossa.

L'Intendente con molta cortesia mi ha detto che il fornisore del casermaggio, uomo da mala fede, asseriva che la più grande parte del casermaggio militare era di sua pertinenza e che  la parte appartenente al Governo trovavasi nella Cittadella e, pertanto mi pregava fargli conoscere la verità, e dargli qualche chiarimento onde non venissero defraudati gli interessi del governo in cui tutti cercano di profittarne. Io ho assicurato che tutto il casermaggio è di pertinenza del governo e tutto deve trovarsi presso il fornisore, ad eccezione di quanto poteva rinvenirsi nella Cittadella di cui gliene avrei fatto tenere fra giorni un stato esatto, facendogli noto che pria dell'entrata in Messina di Garibaldi, dopo la convenzione fatta col Maresciallo Clary, trovavansi nel piano di Terranova e nella Cittadella circa 22mila uomini delle nostre truppe, tra cavalleria, artiglieria e linea, e per dare capienza a tutti con paglia a terra si dispose che tutto il casermaggio si fusse consegnato al fornisore, come fu eseguito, ad eccezione di quegli oggetti appartenenti agli individui che trovavansi di servizio all'ospedale che rimasero in Cittadella e di cui, come ho detto, gli avrei fatto tenere uno stato. Per quanto riguarda il casermaggio dei Forti Consagra e Castellaccio, esso fu consegnato alle truppe garibaldine alle quali i forti stessi, per convenzione, furono ceduti.

L'Intendente è rimasto molto confuso della mia gentile maniera di parlargli e mi ha detto: "Speriamo tra giorni di abbracciarci da veri amici". Al che gli ho risposto: "I militari di onore sono soggetti a tutte le fasi fino a che l'onore è salvo meritano sempre lode dallo stesso nemico."

Vedendo le buone maniere dell'Intendente, gli ho chiesto in favore se poteva farmi dal fornisore un migliaio di coperte di lana in prestito, pagandone anche il compenso mensile come gli paga il governo; egli mi ha detto che farà il possibile Generale; Dopo le cerimonie di uso di uso, ci siamo licenziati. Il vapore che imbarcò ieri i nostri 4 Uffiziali disertori pel cattivissimo tempo di mare è ritornato nel posto ed i detti Uffiziali sono di nuovo in città in attenzione.

 

31 DICEMBRE

Le notizie che ci pervengono da Messina sono:

a) che la Francia ha protestato di non ingerirsi più negli affari d'Italia in caso che l'Austria dichiara la guerra al Piemonte. Non si conosce se questa protesta obbliga la Francia a ritirare la sua flotta che trovasi avanti Gaeta;

b) che circa un migliaio e più di garibaldini riuniti in Messina per essere congedati, giusta l'ordine di Vittorio Emanuele, ora hanno ricevuto il contr'ordine di dover restare in servizio.

Noi rinchiusi da più di 5 mesi in questa Cittadella attingiamo sempre notizie da qualunque sorgente vengano senza mai essere sicuri se siano vere o false. Intanto è necessario sentirle non per altro che per ammazzare l'ozio dell'assedio. In effetti, mentre scrivo, mi si porta sicura notizia(come dice il latore) che la Baviera ha dichiarato la guerra al Piemonte. Per me sta che la Baviera sola non può misurarsi col Piemonte nello stato presente nè liberare le Due Sicilie dalle angustie in cui trovasi. Nei fogli esteri non rilevo altro che una protesta della Baviera la quale ha ritirato il suo Ambasciatore da Torino e viceversa. Il tempo ci dirà la verità, per ora viviamo di speranza e puol darsi che alla venuta della messaggeria potremo avere notizie da Gaeta. L'anno 1860 è finito con il ricevere consolanti notizie(se pure vere) ed il presidio si trova nella seguente posizione:

1. La truppa improntò alla Cassa di Campagna, per comprare viveri ducati 9.586 – i Generali ed Uffiziali ne improntarono 5.042.

Alla rimessiva di ducati 10mila da Gaeta si restituì alla truppa un terzo di ciò che aveva improntato.Ai Generali ed Uffiziali nulla;

2. La truppa avanza 18 giorni di prest e la diaria di novembre e di dicembre. Gli Uffiziali, da Capitano in giù, avanzano averi e

diaria di novembre e dicembre.-I  Generali ed Uffiziali Superiori avanzano metà degli intieri averi e diaria del mese di

ottobre e gli intieri averi e diaria di novembre e dicembre.

 

Essendo finito perfettamente il denaro, da dopodomani – 1861 – la truppa non riceve più prest ed in conseguenza la truppa non compra

il suo ordinario, ma riceve la razione dai viveri della riserva, che ne abbiamo per un solo mese.

Per domani, come primo giorno del nuovo anno, la truppa riceve il prest, essendosi rimediato al meglio con la vendita di altro poco carbon fossile, e ciò per non essere di cattivo augurio per l'anno nuovo 1861 che speriamo che non sia così triste e

malagevole, come quello che termina, pel nostro Regno infelice, che a quanto pare lo saprà per molto tempo!

 

1 GENNAIO 1861

Verso le ore 8 a.m. è giunta la sospirata messaggeria lusingandoci che avrebbe portato soccorsi di viveri e denaro; niente di tutto ciò. Invece, quantità di lettere particolari delle famiglie dei Sigg.Ufficiali di questo presidio che trovansi a Gaeta; pochi uffuciali del Ministero di Guerra che di tutto di parlano fuorchè di darci almeno speranza di quanto si attende, mentre non abbiamo che altri 26 giorni di viveri e qualche centinaio di ducati per far fronte a tante spese giornaliere, specie per l'ospedale che, allo stato, tiene ricoverati 169 infermi, ed una truppa di 5.400 uomini assediata da più di 5 mesi.

Tra gli ufficii del Ministero di Guerra si ordina che delle 5 Compagnie dei Pionieri si riducessero a quattro e comandati dal Sig.Maggiore Granata e che il Colonnello Palmieri (che le comandava) e l'altro Maggiore Hueber, dello stesso Corpo, e le altre cariche superanti si mandassero a Gaeta col primo vapore.

Il Maresciallo Comandante Superiore Fergola è stato sovranmente autorizzato di dare medaglie a tutti coloro che per conosciuta fedeltà o per massima distinzione di coraggio se ne rendessero meritevoli.

Tutte le lettere particolari che sono pervenute da Gaeta ci danno liete notizie: che l'Armata navale Francese è sempre avanti Gaeta per impedire il bombardamento per via di mare; che i piemontesi dalle alture davanti Gaeta di raro tirano qualche colpo dentro la Piazza e che poco danno hanno prodotto stante che la maggior parte delle bombe crepano in aria. Ci avvisano pure che i Ministri Olloa e Garbonelli, reduci, il primo, da Parigi ed il secondo da Roma, per contrattare un prestito, hanno fatto buoni affari e che presto riceveremo soccorsi. Il Comandante il vascello francese, per un suo Uffiziale, alle ore 3 p.m., ha mandato in Cittadella biglietti da visita al Generale Fergola ed a me ricambiando gli auguri del 1° dell'anno. Con l'occasione ci ha mandato a dire che Luigi Napoleone ha messo a disposizione di Francesco II i vascelli che trovansi avanti Gaeta per impedire il bombardamento dei Piemontesi dalla parte del mare.

 

2 GENNAIO

Ieri sera al Teatro vi fu grande fracasso e tafferuglio: bandiere bianche, altre di diverso colore e stemma, gridi immensi di "Viva la Repubblica", "Buon Governo", "Viva Garibaldi" e nessuno per l'annessione; infine, una confusione che terminò col fare stancare tutti per le voci che spargevano. Persona alcuna pronunciò il nome di Vittorio Emanuele. L'anarchia è nel perfetto stato!

Le buone notizie che riceviamo sono note in Città per cui il massimo avvilimento vi esiste fra i compromessi.

Due nostri artiglieri, Piga e Covino, spacciati per disertori ma effettivamente nostre spie, come tali furono arrestati in Messina e sottoposti al Consiglio di Guerra dal Generale Comandante i Piemontesi, il quale scrisse al nostro Maresciallo se desiderava mandare un Uffiziale di questo presidio come difensore nel dibattimento non avrebbe incontrato difficoltà alcuna. Avendolo ufficiato che questi non erano affatto spie, ma soldati che abusivamente si erano portati in Città senza permesso, non potevano essere, quindi, giudicati come disertori. Or, siccome i detti due individui, nell'essere arrestati, dichiararono che si erano disertati per prendere servizio nelle truppe piemontesi, vennero assolti ed arruolati nelle loro file e destinati nelle batterie di Torre di Faro.

Questa mattina, invece di portarsi ai posti destinati, con bastante rischio, si sono portati da noi nella Cittadella.-Intanto, altri due artiglieri, Giovanni Allevato e Domanico Gigliotti, essendo di sentinella sulle due cannoniere del posto di D.Blasco(molto basse e sporgono a Terranova) si sono da colà buttati e disertati, lasciando al piede di dette cannoniere il loro cuoiame. Che assedio curioso è il nostro e quante anomalie succedono!

Questa mattina, alla punta di giorno, si sono trovati alle Quattro Fontane in Messina affissi che dicevano: "Vogliamo Francesco II – fuori i Piemontesi!"

 

3 GENNAIO

Da ieri la truppa non riceve più prest, ma viveri scarsi della riserva. Ieri riceverono biscotto, fave e formaggio; oggi hanno ricevuto pasta lunga, gallette e formaggio. Gli Uffiziali nulla!  Questa notte agli avamposti si sono disertati 6 soldati del 3° di Linea: due dal posto Pagliara e quattro dal Forte D.Blasco, tutti mentre erano di sentinella, ed abbenchè le altre sentinelle gli avessero fatto fuoco, non avendoli colpiti si sono evasi. Queste diserzioni non mi stranizzano stante che i nostri soldati, non avvezzi ai disagi della guerra, quasi tutta di nuova leva, abituati dal principio dell'assedio con 26 grane al giorno, la razione giusta e vino, mal sopportano le ristrettezze presenti. detti disertori sono: Giuseppe Costantino, Vincenzo Ciacciarella, Antonio Lattanzio, Pietro Camarco, Francesco Severino e Antonio Manna. All'Una pomeridiana è venuto agli avamposti come parlamentario il Console Greco domandando il permesso di fare accomodare un legno ellenico nel carenaggio sotto il Forte SS.Salvatore. Gli è stato concesso!  Tutti i partiti sono con animo titubante: varie notizie corrono – che i piemontesi debbono abbandonare Napoli, ma intanto si propone da Farini una leva generale in Napoli – il partito di Mazzini, ossia repubblicano, sembra aumentarsi, almeno qui in Sicilia – una disorganizzazione su tutto vi esiste ed una perfetta anarchia.

Intanto i fogli di Francia mostrano non comprendere la grande simpatia di Napoleone III per Francesco II – la permanenza della squadra francese che protegge Gaeta dalla parte del mare e la lascia bombardare dalla parte di terra, nel mentre poi lo stesso Napoleone ha incitato i popoli italiani alla rivolta. Certo è che gli stessi fogli di Francia (Le Dèbats) asseriscono che l'Imperatore di Russia con lettera amicale a Napoleone lo interessa a proteggere il Re di Napoli, non per questo, poi, tutti i fogli dicono che tale simpatia non andrà a lungo stante che l'Inghilterra dice che tale operato osta a quanto si era stabilito nei trattati pel non intervento. Le notizie anche che si spacciano sono che Vittorio Emanuele sia fermamente deciso di occupare Roma nell'aprirsi la Compagna nè si conosce in tal caso cosa farebbero i 30mila francesi che si trovano in Roma.

Certo è che generalmente la Francia mal soffre il modo d'invadere del Re del Piemonte! Intanto noi chiusi in questa Fortezza da circa 6 mesi viviamo nella speranza di nu felice risultato pel nostro amato ed ottimo Sovrano, che anche lui con vera fermezza e alacrità trovasi assediato i quei baluardi di Gaeta restando in attenzione per l'esito di una guerra così straordinaria ed ingiusta che gli vien fatta da un suo congiunto sotto l'aspetto dell'amicizia e della lealtà con l'immensa ruina del suo Regno. I traditori tremano del

loro avvenire; quelli rimasti fedeli al loro giuramento dato sono incerti della loro sorte ma pure si consolano perchè gli Uomini di onore in tutte le armate sono sempre rispettati.

 

4 GENNAIO

Questa notte sono partiti da Messina 200 piemontesi per sedare la rivolta di alcuni villaggi che, a quanto ci si dice, è giunta fino a Patti. L'assistente del Sig.Colonnello Vallo, a nome Vitolo, è disertato. Il Generale Aldanese, sotto pretesto di malattia, dal Maresciallo Comandante Superiore è stato esonerato dal Comando del 3° Reggimento di Linea, ma, in effetti, è stato ciò fatto perchè ritenuto inabile al comando, vile, capace di spargere notizie scoraggianti e per nulla s'incarica del suo mestiere. All'oggetto il 3° di Linea viene comandato da Sig.Maggiore Conte Cobianchi, formatosi sotto le bandiere dal Generale Cobianchi. Si è dato all'ordine di oggi che qualunque soldato o sottoufficiale arresti un disertore nella flagranza avrà un grado in più e, se Uffiziale riceverà una decorazione.

Varii distaccamenti piemontesi sono partiti da Messina per via di terra ter soccorrere Milazzo, minacciata di essere invasa da gente rivoluzionaria che proclama Garibaldi e la Repubblica; altre truppe, per via di mare, vanno verso Bagnara ove quei vicini paesi sono in rivolta con bandiere borboniche ed inneggianti Francesco II.

Ieri mattina un soldato ha ricevuto 5 giri di bacchetta dietro un giudizio subito per aver prodotto una ferita ad altro soldato.

Siccome il Generale Chiabrera, Comandante le truppe in Messina, aveva proibito di acquistare fascine per la Cittadella dicendo che potevano servire per spalleggiamento alle batterie, stamane si è mandato il Colonnello Vallo per dirgli che in Cittadella nulla mancava per le fortificazioni, ma che le fascine bisognavano per il forno per cuocere il pane, e ciò a secondo la nostra convenzione pel vivere civile non potevasi negare lo acquisto.

Dopo qualche difficoltà ha ceduto dicendo: "Voi non potete credere quanto sono dispiaciuto nel sentire dai vostri disertori i disagi e le privazioni che soffrite nella Cittadella, ma ciò vi fa molto onore e sarete molto sempre rispettati e stimati da tutte le Nazioni."-Al che il Colonnello gli ha detto che a noi nulla manca e lo ha ringraziato per la buona opinione che nutriva per noi. Lo stesso Generale gli ha detto che presto gli affari si sarebbero accomodati stante che la Russia, la Prussia e l'Austria aveva premurato la Francia di proteggere Francesco II e che la flotta francese lasciasse Gaeta.

 

5 GENNAIO

Trovandoci in critica posizione per viveri e denaro, si è giudicato opportuno spedire un Uffiziale a Gaeta per far presente a Re la nostra triste posizione specie per la sussistenza per 4.300 persone. Siccome per noi non vi è mezzo per potersi imbarcare per Gaeta, si è domandato a pregare il Comandante del vascello francese se volesse compiacersi far spedire un passaporto per Marsiglia ad un nostro Uffiziale che andrebbe vestito da pagano facendolo imbarcare sulla messaggeria francese che parte da qui il giorno 7 corrente. Ove la messageria francese non dovesse toccare Gaeta, l'Uffiziale si porterebbe a Marsiglia e di lì raggiungerebbe Gaeta. Il detto Comandante, a tale avviso, è venuto di persona nella Cittadella per chiedere il nome dell'Uffiziale permettendone l'imbarco. Io l'ho ringraziato di tanta gentilezza aggiungendo che se in questi due giorni fossero giunti soccorsi da Gaeta il detto Uffiziale non sarebbe partito. Intanto è rimasto alquanto dispiaciuto nell'apprendere che non abbiamo che pochi altri giorni di viveri, tenendogli nascosto che i soldati da tre giorni ricevono meno di due terzi di razione. Ecco le angustie in cui viviamo!

È arrivato un vapore da Napoli e disgraziatamente ha sbarcato tante diavole di femmine e signore appartenenti a militari di questo presidio, le quali non avendo come vivere in Napoli o a Capua sono venute a raggiungere i loro mariti. Cosa affligente, mentre noi siamo nelle massime angustie per la mancanza di viveri! Ma come respingerli? Ove mandarle? Le notizie che essi ci apportano sono che a Maddaloni giornalmente giungono feriti dall'assedio di Gaeta; che Vittorio Emanuele nal partire da Napoli si caricò tre vapori di tutta la roba del Palazzo Reale e dei Musei della Capitale, oltre il denaro che potè riunire; che il Luogotenente Farini sia partito da Napoli e che per Napoli si cantano tante canzoni popolari in favore di Francesco II. Dicono pure che i tre vapori carichi degli oggetti del Palazzo Reale e altri siano stati arrestati dai legni francesi nelle acque di Terracina. Se quanto sopra hanno detto le signore sia vero o falso il tempo lo dirà!

 

6 GENNAIO

Questa mattina sono disertati due soldati del 5° di Linea mentre erano di guardia al posto avanzato alla Pagliara. Disgrazia che i nostri soldati mal soffrono le privazioni di denaro e viveri!

Questa notte hanno rubato nella Chiesa dell'Annunziata la SS.Vergine delle Grazie i grandi doni di pietre preziosi, oro e argenti di cui era adorna la statua, come pure due altre Cappelle nella stessa Chiesa ove vi erano voti di sommo valore alle immagini di S.Francesco di Paola e altra Vergine. Detta Chiesa appartiene ai monaci Teatini ed è situata al centro di una delle strade principali di Messina, detta Corso. A quanto dicesi pare che i ladri siano stati i garibaldini; parimenti sono state derubate due case. In città, nella stessa notte, si sono intese molte fucilate.

Questa mane il Tenente Galligaris, appartenente a questo Comando, nel portarsi a fare delle compere al Lazzaretto, ove vengono i soliti venditori da Messina, ha dato una solenne lezione di schiaffi ad un macellaio per avergli questi mal risposto; ciononpertanto, l'Uffiziale è stato punito con gli arresti.

 

7 GENNAIO

Verso le ore 10 ½ a.m., un carretto carico di travi, trasportato da una corvé di artiglieri, provenienti da Terranieri, entrando per Porta di Grazia, si è abbattuto ad una trave ha preso sulla testa l'artigliere Coccia Vincenzo stendendolo morto a terra; questi ha appena potuto ricevere, sul momento, i soccorsi religiosi del Parroco della Cittadella.

Ieri hanno traversato il Faro due vascelli inglesi, forse provenienti da Napoli, dirigendosi verso Malta. Si sono mandati tutti i pieghi al Comandante il vascello francese che, per la messaggeria francese, li farà partire per Gaeta. Con la stessa nave è partito anche il nostro Uffiziale di Stato Maggiore Alfiere Gaeta, mercè la cooperazione del Comandante il vascello francese, con altri pieghi per parlare personalmente a S.M. e fargli presente la necessita in cui siamo per mancanza di viveri e denaro. Intanto, mentre la setta messaggeria usciva dal porto col nominato Uffiziale, è entrato il vapore francese "Protis" spedito da S.M.(D.G.) da Gaeta con il Capitano di Stato Maggiore Bellucci e due Commessari di Guerra D'Ambrosio e Martinez, apportatori di 20mila ducati e bastanti viveri, ma senza vino:

 

biscotto cantaja 239

carne salata cantaja 76

formaggio cantaja 32

farina cantaja 160

riso cantaja 113

fagioli cantaja 113

 

Ognono può figurarsi qual piacere e quanti "Viva il Re" si sono intese dall'intiero presidio nel vedere sbarcare tanta provvidenza.

Oggi mentre sbarcavano i nostri viveri con sorpresa sei Messinesi e ammirazione del nemico, sono partiti due vapori carichi di congedati garibaldini per Genova che con fazzoletti bianchi salutavano i nostri soldati i quali, da sopra le batterie, guardavano più i viveri che sbarcavano che i loro saluti.

Il Comandante il vapore "Protis", al quale io servivo da interprete per tutti, con quella solita gentilezza ed amabilità francese, mi ha premurato di accettare una dejuné a bordo per domani, invito al quale non hon potuto rinunciare.

Il Comandante il vascello francese "La Toge" mi ha fatto sapere di premurare il vapore "Protis" di scaricare tra oggi e domani tutti

i viveri stante che lui ha ordine di portarsi col vascello a Tolone per cui amerebbe che il "Protis" fusse all'ordine per l'ora della sua partenza per non ricevere qualche ostacolo dalla Sanità o dal Governo Militare di Messina.

 

8 GENNAIO

Alle ore 10 a.m., col Capitano dello Stato Maggiore Bellucci, il Maggiore di Artiglieria De Michele – presentato come Capo del mio

Stato Maggiore – con una lancia marina, ci siamo portati sul vapore "Protis" ove siamo strati ricevuti con tutte le formalità.

Pria del pranzo(che dicesi dejunè) è stato offerto un buon vermouth che prepara lo stomaco a ben mangiare con appetito, quindi il galante dejunè è stato servito da otto portate oltre quei piatti di rinforzo e molta sorte di frutti e mandarini.

Dopo il pranxo mi sono portato sul vascello francese per augurare il buon viaggio al Comandante anche da parte del Maresciallo Fergola, ringraziandolo delle gentilezze usateci anche da parte della Francia. Dopo varii discorsi il Comandante mi ha domandato se tutti i viveri erano stati sbarcati dal "Protis", a cui ho risposto che tale operazione sarebbe terminata alle ore 23.

"Ebbene" – egli mi ha detto "ora potete stare tranquilli nei nostri baluardi per più di due mesi; d'altronte, non so se io sarò ringraziato da altro legno da guerra, ma finora nulla ne conosco, ma so che verranno in questo porto tre legni da guerra russi e che il Console Russo ha già ricevuto una grossa somma di denaro per l'approvvigionamento dei detti legni". Mi ha, parimenti, soggiunto che in Palermo vi è stata una sommossa e le Autorità sono venute a Messina a ricoverarsi. Le voci popolari sono che le Autorità suddette si sono dirette a Gaeta per sottomettersi al Re. Questa seconda parte non è troppo da prestarci credito.

Il Generale piemontese si è scusato di non poter più permettere di comprare fascine per i nostri forni perchè non può frenare la popolazione che lo minaccia di pugnalarlo stante che crede che dette fascine ci servono come spalleggiamento per le nostre batterie. Ha detto pure di essere stato obbligato fare arrestare un Uffiziale garibaldino al teatro perchè, salito su una sedia, gridava ad alta voce "Viava il solo Garibaldi"; che nell'anarchia in cui trovasi la città non vi è forza bastante per reprimerla.

Dovendoci adattare alle circostanze si sta escogitando il mezzo come rimediare dando alla truppa il pane in denaro in ogni tre o quattro giorni.-Cosa strana! Nel mentre la popolazione è così ostile verso di noi, tutti i venditori vengono a venderci quanto ci bisogna in modo che la truppa, che da oggi riceve il prest, compra a sue spese l'ordinario di carne e pasta ed anche il pane per 4123 uomini e 213 Uffiziali.

Nel mentre siamo assediati, giornalmente si seguita il trasporto nella Cittadella di quanto esiste nei due Castelli di Consagra e Castellaccio, giusta la convenzione stabilita nel luglio con i garibaldini in Messina. Siamo molto afflitti per un nostro Uffiziale aggiunto alla Stato Maggiore, Tenente Capozzi, il quale ha rinvenuto la triste notizia che una bomba, a Gaeta, ha fatto restare morta sua moglie ed una bimba che stava allattando ed una scheggia ha spezzato un braccio ad un'altra figlia di 5 anni .

Per quanto ci assicura il Capitano che ci ha portato i viveri, a Gaeta, giornalmente, si bombarda dal nemico la Città, producendo danni e disgrazie tra la popolazione, ma nulla alle fortificazioni.

 

9 GENNAIO

Questa mattina il vascello francese "La Toge", con macchina accesa, nel sortire dal porto, la corrente lo ha trasportato vicino al SS.Salvatore ed è stato sul punto di andar soggetto a disgrazia, ma, mercè l'aiuto di altri vapori, fortunatamente ha evitato ogni pericolo ed è sortito dal porto verso le ore 23. Io non ho mancato di mandare a bordo un Uffiziale per offrire al detto Comandante una numerosa corvé e quanto poteva bisognargli; nel molto ringraziarmi, non ha accettato alcun aiuto avendo a bordo 900 e più uomini.

Questa notte in Città sono avvenuti molti furti ed i piemontesi di guardia ricevono molte fucilate che si suppongono tirate dai garibaldini, gente molto torbida e che tuttora ve n'è eran quantità in Messina, ove regna un gran disordine e anarchia.

Tutta la truppa avanza 3 giorni di prest di novembre, 15 di dicembre e 7 del corrente gennaio, in tutto 25 giorni. Stamane è stata ad essa pagato i soli 3 giorni di novembre prevedendo che ad altra remissiva di somma riceverà il resto. Gli Uffiziali avanzano novembre e dicembre; per ordine venuto da Gaeta, devono essere pagati questi due mesi a condizione, però, che da questi devono restituire il soprassoldo, la doppia diaria, alloggio e mobilio percepito nel mese di ottobre stante che per l'ultimo trimestre del 1860 essi non debbono avere che il solo semplice soldo. Per i Capi di Corpo ed i Generali, la metà delle spese di ufficio ed un semplice soldo; il tutto, poi, da essere rivalutato allorchè si farà la pace.- Dai 20mila ducati ricevuti, niente si è potuto restituire alla truppa ed agli Uffiziali per quanto hanno improntato alla Cassa di Campagna, che ammonta a circa 12mila ducati, altrimenti si sarebbe potuto dare pochissimi giorni di prest e soldo .

I 20mila ducati sono tutti in Napoleoni d'oro di 20 franchi e ci vengono calcolati a 49 carlini ognuno; or siccome in piazza vengono valutati a 46 ½ carlini, per ogni napoleone si perdono 25 grana.

 

10 GENNAIO

Il vascello francese che partì ieri al giorno è rientrato di nuovo nel porto per aggiustare ed indennizzare i danni arrecati ad un legno americano. Questa notte è stato assassinato un negoziante in Messina.

 

11 GENNAIO

Alle ore 7 a.m. il vapore "Il Protis" è partito per Gaeta portando seco i nostri pieghi, il Colonnello Palmieri e Maggiore Hueber ed il Generale Aldanese.

Verso mezzogiorno è entrato nel porto una fregata americana la quale ha reso gli onori al vascello francese con 6 colpi di cannone, ed altrettanto ha fatto per la fregata inglese, che hanno restituito i saluti, per cui siamo stati ascoltatori di continue cannonate.

Dalla Calabria ci pervengono notizie di continue reazioni. In Messina corre voce che sia partita una deputazione da Palermo per portarsi a Gaeta e domandare delle garenzie a Francesco II; detta notizia viene confermata nel foglio francese "La Debats" del 2 corrente che dice "...queste cose danno molto imbarazzo alla Corte di Torino".

Speriamo che sia vero!

 

12 GENNAIO

In Messina corre voce di una rivoluzione in Francia ed a Vienna, ma non è annunciato ufficialmente.

Il vascello francese "La Toge" è ripartito col nostro massimo dispiacere, memori delle gentilezze e buone maniere scambiateci col Comandante. Egli mi inviava tutti i giorni i fogli francesi; non sappiamo se altro legno francese lo sostituirà. Siamo però in aspettativa di legni da guerra russa, per quanto ci si fa sperare. Lo credo difficile!

Due fregate americane molto ben armate trovansi nel porto .

Oggi il Generale Chiabrera ha passato in rivista, in gran tenuta, la sua Brigata Piemontese e la Guardia Nazionale. Grandi scissure vi sono in Città tra i Piemontesi ed i Garibaldini, quasi tutti siciliani, la più parte sortiti dalle galere. Questi ultimi minacciano anche la Guardia Nazionale e non passa giorno che non succedono omicidi ed assassini. Ieri verso le 23 anche un Commessario di Polizia ricevè un colpo di stile alla gola. Oggi è giunto un vapore da Napoli con tristi notizie di quella infelice Capitale; cioè di una violenta reazione che ha obbligato la truppa piemontese ritirarsi dalla parte di Portici. Se disgraziatamente questa notizia sia vera, chi può liberarla da un saccheggio?

Povero Regno! Chi sa quando rientrerai nello stato normale! Per la Sicilia le cose vanno di male in peggio giornalmente per la crescente miseria, massime in Messina che per nulla si travaglia: il porto, emporio della sua ricchezza, punto franco, è del tutto arenato perchè manca il commercio. L'anno passato per nulla poteva transitarsi per la marina tanta era la follia dei facchini addetti allo scarico delle merci e pel caricamento degli agrumi, unico prodotto di questa provincia e che in questo mese si raccoglie per esportarlo all'estero. Ora nulla di tutto ciò: nella marina si osserva uno squallore, magazzini chiusi e vuoti, pochi facinorosi che girano, nessuno travaglia; migliaia di causidici, notari, amanuensi impiegati destituiti che muoiono di fame.

Una perfetta anarchia, ove il più forte opprime il debole! La plebe onesta, per poca che sia, desidera Francesco II, come ci esternano i venditori che vengono a vendere nella Cittadella.

 

13 GENNAIO

Ci si avvisa con sicurezza che vi sia stato uno sbarco in Calabria di circa 3.000 uomini comandati dal Generale Bosco, partiti da Gaeta su legni francesi, avendo a rimorchio 3 piccoli legni carichi da armi. Se tal notizia si avvera, i Calabresi si comporteranno come il 1799. Lo credo falso! Una signora venuta da Napoli ci ha portato la seguente canzone popolare che cantano i lazzaroni:

1

Fora, fora Manuele

lu Cavour e lu Farini

purzì tutti st'auti assassini

se ne vanno a fà squartà.

Manué si vuò da lu Re

va a Turino, siente a me!

2

Chesta bella Capitale

che d'Italia è nu giardino

na provincia cchiù maschina

la vulive fà addeventà.

Manué nun è pe te

và 'mmalora, siente a mé!

3

Nuje vulimmo lu Re nuosto

ch'é nu figlio 'e Santarella

cu la cara Reginella

Isso nuje àdda guvernà.

E chi nun lo può vedé

schiatta e crepa. Viva 'o Re!

4

Viva sempre lu Re nuosto

Viva sempre Francischiello

cu chitarre e sciusciarielle

nuje l'avimmo j 'a scuntrà.

E chi nun lo può vedé

schiatta e crepa. Viva 'o Re!

 

14 GENNAIO

Questa mattina si è mandato un Uffiziale a bordo della fregata inglese con un ufficio diretto al Comandante per prevenirlo che dopodomani, ricorrendo l'onomastico del nostro Sovrano, la Cittadella ed il Forte SS.Salvatore eseguiranno tre salve di rito.

Il detto Comandante non solo a voce ha esternato i suoi ringraziamenti all'Ufficiale, ma ha scritto al Maresciallo una compitissima lettera di ringraziamenti e riconoscenza offrendosi a quanto poteva bisognare all'intiero presidio; quindi ha introdotto il suddetto Uffiziale nella sua stanza complimentandolo di caffè e rhum ed a parte gli ha detto: "State allegri perchè i vostri affari vanno ad accomodarsi, ma a poco a poco."-Tanta simpatia giammai ci hanno dimostrato gli Inglesi! Ciò fa supporre qualche cambiamento nella politica.

Col vapore ora giunto da Napoli è venuto nella Cittadella un fratello di un nostro dottore il quale ci dà consolantissime notizie dei nostri affari, che se fussero vere staressimo al  termine delle nostre afflizioni. Intanto bisogna crederle o fingere di crederle per così far restare più contenta e con maggiori speranze la nostra guarnigione. Esse sono:

i Castelli nelle mani della guardia nazionale;

in Napoli non più di 1.500 piemontesi;

i garibaldini tutti periti e molto malcontenti;

partito immenso per Francesco II;

la guardia nazionale però non tutta dello stesso parere perchè

vogliono la repubblica, ma sono i più deboli;

gli ospedali pieni di infermi della truppa di Cialdini in Gaeta;

i tre vapori carichi degli effetti di Palazzo Reale, carrozze,

cavalli, quadri, ecc., sono stati presi da due legni francesi e

si credono restituiti nel porto di Napoli o a Terracina;

è sicuro che Garibaldi morì in seguito della ferita ricevuta

sotto la Piazza di Capua;

giornaliere reazioni succedono nella Capitale in favore del

nostro Re;

e finalmente che il Principe Carignani è in Napoli come Luogotenente in sostituzione di Farini.

Con lo stesso vapore sono giunti 300 garibaldini congedati, parte dei quali sono sbarcati a Paola perchè calabresi, il resto a Messina; aumento di anarchia in questa Città.

Il Sig.Maresciallo ha fatto mettere in musica dalle nostre bande la canzone popolare venuta da Napoli facendola cantare fino alle ore 3 di notte dalla Casina Militare; siccome mai io vi sono intervenuto, il Capitano direttore della banda del 3° di Linea si è creduto in dovere portare la banda nella mia abitazione per farla cantare.

Abbenchè credo ciò poco contegnoso per una truppa ben organizzata dopo battuta la ritirata, pure, per uniformarmi all'ignoranza dei tempi presenti(infelici sono tutti i rapporti) ho complimentato la banda con delle bottiglie di rhum.

Ho ricevuto due fogli da Napoli "La Croce Rossa" – "5 e 9" e "L'Equatore" dai quali ho appreso con qualche soddisfazione lo stato politico in cui ci troviamo, nè mi persuado come possa dire con tutta verità quanto succede. É vero che la stampa è libera, ma le cose che offendono direttamente il nuovo regime sembrami perfettamente da permettersi in tempi di anarchia: lo stile, per altro, lo giudico Gesuita!

 

15 GENNAIO

Il Commodoro(o Ammiraglio) di due legni americani da guerra che sono nel porto, per mezzo del di loro Console, esternarono la colontà di voler far visita al Comandante Supremo ed al Comandante la Cittadella. Feci rispondere che con piacere sarebbe stato ricevuto oggi alle ore 11 a.m. Ho fatto preparare una stanza, non alla Cittadella, ma al Lazzaretto ove il Maresciallo Fergola ed io l'abbiamo ricevuto.

Egli era accompagnato dal Comandante la fregata e da altro Uffiziale Superiore, forse Comandante di altro legno, e dal Console Americano che ha fatto da interprete. Per me non credo uomini molto istruiti questi che ci hanno onorato perchè non parlano che la sola lingua americana, nel mentre la lingua francese, generalizzata per tutta l'Europa, è quella diplomatica. Il discorso è stato breve ed appena qualche parola ho potuto scambiare con l'Ammiraglio che balbetta qualche parola in francese.

Il Console Americano mi ha assicurato che dei cinque vascelli francesi, quattro erano di già partiti dal porto di Gaeta e l'ultimo aveva l'ordine di ritirarsi il giorno 19 del corrente mese; se sia vero oppur no non si tarderà a conoscere.

Certo è che, partendo da qui, il vascello francese dovette lasciare al Console francese istruzioni analoghe a quelle da lui ricevute dall'Ammiraglio francese Barbier De Fitan, Comandante la Squadra avanti Gaeta, circa i pieghi che ci pervengono da Gaeta ed il mertedì tramite la messaggeria e che egli ci faceva pervenire; infatti, ieri ci furono rimessi dal detto Console francese Mr Boulard i pieghi pervenuti da Gaeta e ci fece avvertire di mandare a lui i pieghi che dobbiamo mandare a Gaeta, assicurandoci che li avrebbe fatti proseguire all'indirizzo. Molti, poi, assicurano che legni spagnoli ed esteri resteranno avanti Gaeta per proteggere il nostro Re. Non essendo prudente restituire la visita dell'Ammiraglio Americano, vi abbiamo mandato un nostro Uffiziale con biglietto da visita del Maresciallo Fergola e mio.

 

16 GENNAIO

Oggi, ricorrendo il fausto onomastico del nostro Sovrano, abbiamo rotto in qualche modo la monotonia in cui siamo.

Alle ore 8 a.m. si è tirata la prima salva tanto della Cittadella che da Forte SS.Salvatore. Alle 10, Te Deum in gran tenuta; altra salva alle 12 e la terza al calar del sole.

Le tre bande dei Reggimenti hanno suonato alla Casina Militare tutta illuminata ed i soldati hanno replicate volte cantato con la musica la canzone "Fora, Fora Manuele."-Tale baldoria è durata fino alle due di notte e quindi, si è fatto battere la ritirata.

Buone notizie riceviamo da ogni dove e la più parte della guarnigione si lusinga la nostra entrata in Napoli prima della fina del mese. Io son costretto annuire a simili notizie per non mostrarmi contrario al sentimento comune, ma, per me, ci vuol molto tempo ancora e molte difficoltà restano a superare. Faccia Iddio e sia di scudo al nostro amato Sovrano!

 

17 GENNAIO

Ieri disertò il chirurgo dei Pionieri D.Antonio Garzia e questa mattina, tramite il Generale piemontese Chiabrera, ha chiesto le sue dimissioni dichiarando di prendere servizio nelle truppe di Vittorio Emanuele, il quale non fa un grande acquisto stante che il detto dottore è una vera bestia.- Alle ore 24 di ieri è giunta nel porto una corvetta francese; questa mattina ho inviato il Tenente Brath ad offrire al Comandante qualunque cosa potesse bisognargli, ma egli molto gentilmente ha detto: "Ringraziate il Sig. Maresciallo Fergola ed il Generale de Martino, perchè io conosco i loro nomi, e son dispiaciuto che non resto qui ma vi sono venuto per causa dei cattivi tempi di mare e son diretto per levante." Ha poi aggiunto che tre vascelli francesi sono a Gaeta.

Il nostro interprete telegrafico ci avvisa che la corrispondenza telegrafica tra Calabria e Napoli è interrotta dalla ore 18 di ieri; ciò fa supporre che bande calabresi si sono aumentate e che abbiano rotti i telegrafi.

Altro legno a vapore carico di garibaldini congedati sta per entrare nel porto. Ieri sera giunse nel porto un vascello inglese; non si sa se resta come al consueto oppure sia venuto qui per i cattivi tempi di mare.

Corre voce che legni russi devono venire nel porto di Messina , ma per ora nessun indizio ufficiale abbiamo; dicesi pure che La Farina ed il Luogotenente di Sicilia, dopo la sommessa di Palermo, si rifugiarono in Messina e da qui partiti, forse, per Napoli. Furti in Città non ne mancano!

 

18 GENNAIO

Cosa sono le guerre civili e l'anarchia! Nel mentre in Messina vi sono due Reggimenti piemontesi, molti garibaldini da congedarsi (truppa per nulla adatta per battere o assalire la Cittadella), la Città è in perfetta anarchia e la gente onesta teme che la Cittadella spari. Intanto, questa notte la popolazione è stata nei palpiti e pochi si sono coricati perchè dei malviventi ieri e al giorno spacciarono la voce che la corvetta francese avrebbe attaccato la Cittadella e, di conseguenza, questa avrebbe bombardata la Città.

Simili menzogne sono credute perchè tutti gli animi sono sospesi ed in trambusto e tutti desiderano la fine di questa tragedia che nessuno può calcolarne i risultati; i soli facinorosi desiderano lo statu quo.-Il padre e la madre di una delle mie ordinanze che vengono da un paese di Calabria chiamato Catona, di fronte alla Cittadella, mi assicurano che a Reggio ed in buona parte della Calabria non vi sono affatto truppe piemontesi e che i calabresi che presero servizio con Garibaldi e che furono spediti a Napoli ed a Capua sono stati tutti congedati con 30 ducati di compenso ciascuno con l'ordine di essere pronti a qualunque chiamata. Mi hanno inoltre detto: che il Governo di Vittorio Emanuele non è sostenuto che dalla Guardia Nazionale e da ogni paese esigono dazii e gabelle a loro piacere; che giudici e giustizia per nulla se ne conoscono ed, infine, che un decreto di Vittorio Emanuele stabilisce che tutti gli sbandati che non hanno compiuto il loro impegno devono presentarsi al Capoluogo di Provincia per essere condotti a Napoli e che le Guardie Nazionali si premurano arrestare tutti coloro che si trovano in questa categoria. Ma finora nessuno ancora hanno arrestato stante che tutti coloro che dovrebbero presentarsi sono nelle montagne dicendo(come asseriscono)"Quando ci chiama Francesco II allora ci presenteremo". L'anarchia e la miseria in questo nostro infelice regno è generale!

Varii vapori di commercio sono qui giunti da Napoli e varie famiglie di °Uffiziali di questo presidio sono venute a raggiungere i loro mariti dicendo credersi più sicure in una piazza assediata, esposta a tutti i pericoli della guerra anzichè nell'infelice Capitale di Napoli. Esse raccontano tutte le peripezie passate e giornalmente aumentano sempre col timore che divengono più tristi.

In giornata sono partiti dal porto il vascello inglese,dirigendosi verso Napoli, e la corvetta francese ed altra americana dirigendosi verso levante. Stamane si è presentato nella Cittadella un sergente garibaldino disertore che si è fatto arruolare come soldato in artiglieria. Lo stesso racconta l'indisciplina ed il poco ordine che regna in quelle truppe e specie di masnade!

 

19 GENNAIO

Le nostre spie che abbiamo in Città ci rapportano che questa notte si sono fatti molti arresti in Messina di coloro che sono designati come realisti, ed infatti sono state sequestrate 10 bandiere con lo stemma reale di Francesco II.-Domenica scorsa da un gentiluomo furono riuniti circa 80 persone in un sito appartato della campagna ove trovarono un messinese che domandò a tutti se erano disposti a tenersi pronti per una eventuale chiamata; tutti risposero di si e si sciolsero.

Questa notte è stata derubata la Madonna della Provvidenza nella Chiesa vicino all'Ospedale Generale.-Altro assassinio commesso in Città in persona di un negoziante.

Finora il presidio della Cittadella conta 106 disertori di tutte le armi, la maggior parte di essi calabresi; più 13 Uffiziali, la più parte di essi dei Corpi Facoltativi.

Che impero hanno le mogli sui di loro mariti! Specialmente i militari che sono i più coglioni mariti del mondo. Infatti, si sono disertati Uffiziali del Genio di molto talento e molto attaccati ai loro doveri, ma le insinuazioni delle mogli da Napoli li hanno fatto aberrare quasi alla vigilia della fine delle nostre angustie, le quali certamente non tarderanno a decidersi nella prossima primavera.

La forza effettiva in giornata nella Cittadella è di 4.413 uomini. Verso le ore 22 tutte le botteghe si sono chiuse e la Città è rimasta deserta perchè un forte distaccamento di carabinieri aveva avuto l'ordine di partire per le Calabrie per esservi colà bisogno di forza; i carabinieri, essendo siciliani, con pochi capi italiani, non hanno voluto marciare dicendo che toccava ai Reggimenti piemontesi. Or siccome si suppone che con la forza si obbligherebbero i carabinieri a partire e questi essendo decisi a battersi piuttosto coi piemontesi che a marciare per le Calabrie, sono cominciate le minacce e tutti i cittadini si sono ritirati e le botteghe si sono chiuse. Povera Citta! La miseria cresce...ed i furti giornalmente si moltiplicano!

 

20 GENNAIO

Ieri sera i carabinieri, obbligati dalla forza, partirono; non saprei se, in caso di qualche scontro, si batteranno bene! Sono le ore 20 e ricevo notizie dalle Calabrie che ieri sera a Reggio vi fu un fuoco nutrito di fucilaria; con chi sia avvenuto non si conosce perchè da Reggio nessuna barca è qui approdata, forse perchè non permesso dalle Autorità.- Seguitano fino alle ore 24 le notizie delle molte reazioni nei diversi paesi della  Provincia di Reggio; oggi sono partite altre Compagnie di piemontesi per Reggio da dove, da questa mattina, pervengono  replicate premure per avere rinforzo, stante che la Guardia Nazionale si crede insufficiente a resistere ai reazionari, abbenchè abbia il Castello.

Questa notte si è tentato di scassinare la Chiesa Madre, ma giunta a tempo la truppa si è evitato che la Madonna della Lettera, Protettrice di Messina, perdesse tutti i tesori che l'adornano.

Molti arresti si sono verificati dei cosi detti realisti ricchi, poco curandosi dei realisti poveri; tra gli arrestati, dicono, il ricco negoziante speculatore e appaltatore Conte. Da costui, prima dell'entrata ,di Garibaldi in Messina, dal locale Comitato si pretesero 12mila ducati; dopo la entrata, altra forte contribuzione e l'obbligo di confezionare il pane per tutta la truppa. Siccome non fu mai pagato, il Conte pensò di emigrare e si ricovera a Malta, da dove, dopo due mesi, si disse, raggiunse le Calabrie, e precisamente a Monteleone, presso una sua figlia maritata. Oggi però lo dicono arrestato, la sua casa circondata da gente armata e tutti i beni sequestrati, tra cui il grazioso feudo di Schirò, vicino a Taormina. Tutti i fondi dei Conventi sono stati sequestrati! I due più accaniti qui in Messina per fare arresti ed aizzare il popolo sono il Barone S.Antonio, messinese – ora colonnello dei carabinieri -, ed il Maggiore Bisogni, Comandante di Piazza, già vecchio strascinafaccende presso i sensali di porto franco. Il Barone S.Antonio è un esiliato del 1849. Il Generale Chiabrera, che comanda la truppa piemontese, ha preso posizione con la sua brigata sul Noviziato ove ha situato due pezzi di artiglieria perchè, a quanto credesi dalle apparenze, teme un conflitto tra i piemontesi ed i carabinieri uniti a quantità di garibaldini, i quali, quantunque disarmati, si fanno temere e gridano sempre per essere congedati, ma sia la mancanza di denaro o per qualche altra ragione non vengono congedati. La confusione e l'anarchia è tale che nessuno più capisce come andrà a terminare simile e generale calamità.-Per quanto osserviamo dalla Cittadella, molti viveri di riserva si trasportano nel palazzo Siracusano, sito di rimpetto alle nostre batterie, ove sono piazzati gli avamposti nemici; ciò fa supporre che il Generale piemontese, temendo qualche reazione dei carabinieri in unione dei garibaldini, voglia tenere la posizione all'esterno quasi della Città – dal Noviziato fino al palazzo Siracusano – essendo sicura che, quantunque dominato dalle nostre batterie, la Cittadella per nulla prenderebbe parte ai loro affari.

Qual curiosa complicazione! Noi assediati, ora, siamo più tranquilli delle truppe che diconsi conquistatrici e temonsi più fra loro che dei nostri cannoni i quali, ben sorvegliati, riposano tranquillamente, nè, per ora, mi sembra potranno mettersi in uso, stante che lo scisma esistente tra i nostri nemici forma la nostra sicurezza.

Per altro, la truppa che trovasi in Messina non sarebbe neppure sufficiente per fare una sorpresa o un colpo di mano, nè è truppa per simili faccende.

Se, poi, i piemontesi volessero stringerci di formale assedio, a mio credere, dovrebbero almeno riunire in Messina 20mila uomini, se pure ve ne sono tanti in tutto il Regno, essendo questa una Fortezza così difficile a prendersi o ad essere assalita. Solo la fame o un tradimento può farla prendere o cederla, ma avendo viveri si sta tranquilli. Ma se il nemico è provveduto di cannoni rigati, siamo perduti perchè nemmeno uno ne abbiamo nella Cittadella.

 

21 GENNAIO

Alle ore 7 a.m. è giunto uno dei vapori francesi noleggiati per  conto del Re; la maggio parte dei soldati, come al solito, è montata sui baluardi per osservarlo sperando nell'arrivo di soccorsi di viveri, vino e denaro, ma qual è stata la loro sorpresa nel vedere sbarcare circa 600 donne e ragazzi, rispettivamente mogli, sorelle, madri e figli di ufficiali e soldati di questo presidio, che S.M. (D.G.) ha spedito da Gaeta a quì onde non esporli a pericolo del fuoco nemico. Domandato al Comandante del vapore se portava anche viveri e denaro, ha risposto negativamente, aggiungendo che a bordo vi era solo equipaggiamento dei passeggeri ed, inoltre, recava due lettere per il Sig. Maresciallo. Con lo stesso vapore è venuto il Sig. Colonnello D.Raffaele Ferrara per assumere il comando del 3° di Linea.

Le notizie da Gaeta sono: che colà era cessato il fuoco; che la flotta francese, nell'allontanarsi, aveva issata la nostra bandiera facendo la consueta salva di rito e che si attendeva l'arrivo della squadra russa.

Che trambusto e che confusione per alloggiare tante femmine e famiglie! Verso le ore 11 ½ il Direttore di Artiglieria Colonnello D.Ferdinando Guillamat ha disertato! Appena il Maresciallo Fergola ha ricevuto tal notizia, con la sua solita bontà, ha mandato il Sig. Colonnello di Artiglieria Vallo(il quale può andare e venire da Messina perchè addetto a riceversi quanto si trasporta in Cittadella dai Forti Consagra e Castellaccio) a richiamarlo, promettendogli che non avrebbe affatto tenuto conto di simile aberrazione. In effetti, essendosi il detto Colonnello Vallo portato a casa del suocero di Guillamat, Sig.Marchese De Gregorio, ha colà trovato una quantità di gente quasi a minacciarlo, credendo che fusse andato per condurre di bel nuovo il Guillamat in Cittadella. Infatti il Marchese lo ha mal ricevuto dicendogli di andarsene perchè altrimenti sarebbe stato esposto al rischio di avere bruciato il palazzo da parte della popolazione. Ma essendo sortito il suddetto Guillamat ed intesa la imbasciata del Generale, dal Marchese gli è stato imposto di ritirarsi nelle sue stanze ed ha licenziato il Colonnello Vallo. Costui, nell'abbandonare la casa, giù al portone è stato preso a fischi; se non vi fussero trovati presenti alcuni gentiluomini della Guardia Nazionale che lo hanno aiutato a mettersi in carrozza e far ritorno alla Cittadella, certamente l'avrebbe passata male.

Essendo venuto quanto sopra a mia conoscenza, ho detto al Sig.Maresciallo di essersi molto mal regolato nell'usare tanta bontà e compiacenza con un uomo senza onore, che diserta dopo un giuramento dato e dopo tanti benefici ricevuti; che in cinque mesi da Capitano è divenuto Colonnello Direttore di Artiglieria; e che perciò, se di nuovo venisse nella Fortezza sarei di parere di non ammetterlo, anzi lo sottoporrei a giudizio per farlo fucilare. Gli ho deto pure che il Guillamat è un uomo di molto talento e che si è avuta una perdita, ma che nessuno e necessario al mondo tanto più quanto può supporsi un tradimento in un uomo che calpesta il suo onore col disertare e, quindi, può essere capace di tutto.

 

22 GENNAIO

Con la messaggeria francese è ritornato da Gaeta il nostro Uffiziale di Stato Maggiore che fu spedito il giorno 7 del corrente mese; egli ci ha recato consolanti notizie sulla perfetta salute del Re, dello entusiasmo di quella guarnigione, delle reazioni che vi sono in tutte le Provincie e delle buone speranze che si hanno in favore del nostro Sovrano; nulla ci ha portato di viveri o denaro perchè per imbarcarsi sulla messaggeria ha dovuto prima portarsi a Civitavecchia con passaporto francese. Il Re ha esternato la sua piena soddisfazione dei Generali fino all'ultimo soldato per la maniera come serviamo ad onta delle privazioni che si passano con tutta alacrità.

Questa notte a Messina si son fatti numerosi arresti; nelle cosiddette fornaci, dai piemontesi, si sono rinvenuti circa 300 fucili. In Calabria, massime a Reggio, anche si sono fatti molti arresti e, dicono, che colà vi siano gran quantità di reazionari in favore del Re. Se quanto ci dicono i Calabresi fusse vero gli affari dovrebbero presto finire; per altro, la maledetta Guardia Nazionale, che è composta quasi tutta da gente compromessa, agisce con vigore e fa arresti senza pietà. Le Compagnie dei piemontesi partite l'altro giorno per la Calabria sono rientrate a Messina; dicono che siano state respinte dai rivoltosi, ma io poco ci credo.

L'Uffiziale venuto da Gaeta apportava la notizia che il Colonnello graduato Guillamat aveva ricevuto la proprietà e che S.M. lo aveva destinato al Comando del Reggimento di Artiglieria in Gaeta. Qual dispiacere dovrà provare il Guillamat per la sua diserzione di ieri! Dicasi aberrazione o passione per la moglie, l'azione da lui commessa è sempre infamante!

 

23 GENNAIO

Ieri al giorno verso le 22 ½ vi fu in Messina una piccola reazione con grida di "Viva Francesco II"; tutte le botteghe si chiusero, vi fu qualche fucilata, accorse truppa piemontese, si fece qualche arresto e tutto rimase nella solita anarchia.

Il giorno 15 del corr.mese, verso le ore 23, si presentò un francese, giunto quasi per miracolo alla sperlungata senza essere stato arrestato dagli avamposti nemici. Questo veniva ad avvisarci che il Colonnello francese, con altri due, dovevano conferire col Generale Comandante la Cittadella; essi venivano da Gaeta e dovevano sbarcare nelle Calabrie. Fatto sta che il detto francese era ubriaco e disse tutto ciò in pubblico, alla presenza di Uffiziali e soldati e dei due dottori dei Reggimenti. Condotto alla presenza del Generale Fergola, questi gli disse che poteva guidare i tre francesi a Porta di Grazia per via di mare alle ore 2 di notte. Il messo francese, sempre ubriaco, per poca accortezza avuta, fu arrestato dagli avamposti nemici. Or siccome la mattina appresso disertò dalla Cittadella il Chirurgo Garzia, costui, qual vile disertore, andò a denunziare al nemico ciò che aveva udito dal messo francese. Io ed il Maresciallo Fergola attendemmo fino alle 3 di notte il Colonnello e gli altri due francesi, ma questi non vennero perchè furono subito arrestati su delazione del Garzia.-Il Console francese – per quanto si è saputo – ha ottenuto che i tre restassero arrestati nella locanda; non si sa altro.

Col vapore giunto ieri è anche venuto, vestito da pagano, il Capitano di Artiglieria Afan De Rivera, forse, di qualche commissione per la Calabria. Infatti, ieri, in un villaggio detto Cannitello, al di qua del Faro rimpetto alla Cittadella, un francese si rivolse ad una persona credendolo il Dottore Colosimo (forse ne aveva i connotati); la detta persona gli rispose negativamente ma gli disse che, se lo desiderava, lo avrebbe chiamato perchè trovavasi pochi passi vicino. Il francese gli disse di si e lo ringraziò; intanto la persona, che era una delle guardie nazionali, si unì ad altri ed arrestarono il Colosmo, che sull'istante fu spedito in Messina e, quale reazionario, fu subito condannato ad essere fucilato questa mattina. Il Colosimo venne rinchiuso in un corpo di guardia ed esposto a mille insolenze; dopo che tutti lo ebbero insultato ben bene, la maggior parte della guardi cominciò ad addormentarsi, chiudendo bene la stanza ove era rinserrato. Il Colosimo, accortosi che tutti dormivano ed osservando che sotto la finestra della stanza, abbenchè molto alta, vi erano dei carrettini, si è buttato giù dalla finestra della stanza e si è posto a correre verso i nostri avamposti i Terranova e, per poco, le sentinelle del posto Pagliara non l'hanno ucciso perchè egli gridava "Viva Francesco II".

Giungendo al Corpo di Guardia nostro, il povero Colosimo, di professione medico

chirurgo, quasi moribondo e sfinito, si bevve tutto d'un fiato, quasi una gamella d'acqua; presentate le sue carte e presi accordi con Afan De Rivera per le operazioni da farsi in Calabria con i francesi, l'abbimo salvato in Cittadella.

Oggi i piemontesi, verso le ore 22, hanno battuto la "generale" e sono calati dai loro quartieri prendendo posizione d'attacco; si è tirato da essi anche un colpo di cannone, molte fucilate si sono intese in Città, ma non ne sappiamo il risultato. Certo è che la popolazione è contraria senza sapere cosa vuole,nè qual governo desidera: ama soltanto l'anarchia. La truppa piemontese ha preso posizione avanti la linea di demarcazione della Cittadella credendosi sicura alle spalle per poter far fronte alla popolazione, ai carabinieri siciliani e garibaldini che pure sono ad essi contrari. Io, intanto, ho fatto raddoppiare tutte le sentinelle ed ho ordinato all'artiglieria di Lunetta Carolina e Rivellino S.Teresa che se truppa qualunque si avanza sopra Terranova o si oltrepassasse i limiti della convenzione si tirasse a mitraglia senza misericordia.

Dal nostro interprete telegrafico si avvisa essere passata segnalazione a Messina che legni da guerra di molte Nazioni sono giunte avanti Gaeta per proteggere Francesco II, ma che non si fa fuoco.

Oggi si è data gran tavola al 3° Reggimento di Linea per la venuta del nuovo Colonnello; siamo stati invitati tutti i 5 Generali, Stato Maggiore ed altri. 22 coperti, serviti eccellenti vini e pasticceria, non è mancato lo champagne.

 

24 GENNAIO

Questa mattina, avendo parlato col Comandante della messaggeria francese, ho saputo con molta segretezza che il bombardamento a

Gaeta era cominciato per mare e per terra, che nel partire da Gaeta i vascelli francesi partirono anche i legni spagnuoli e che nel porto non è rimasto altro che una fregata a vela disarmata, unico legno rimasto al nostro Re.

Ho parimenti parlato con il Comandante di altro vapore francese il quale ha condotto un Maggiore Prussiano al servizio del nostro Re che, invece di sbarcare nella Cittadella, è sbarcato a Messina ove è stato arrestato rinvenendo nella sua valigia tutta la corrispondenza ed il piano concretato per una reazione in Calabria.

Questo Maggiore doveva agire in unione al Colonnello ed agli altri due francesi che trovansi arrestati. Il Comandante del detto vapore mi ha detto pure che avendo atteso per ben 5 giorni il Maresciallo Afan De Rivera, che deve venire dallo Stato Romano per la stessa operazione, andava a partirsene perchè, a quanto sembra, l'operazione è del tutto fallita.

Intanto dalla Cittadella si è preparata un mezza batteria a trascino, completa di basti e tutti gli arnesi, ma senza animali; in più si tengono pronti 2 battaglioni di fanteria in attesa ,di ordini. Siccome di questa operazione, disgraziatamente mal combinata e sbagliata, ne è tutta a conoscenza il nemico, numerosi arresti si fanno in tutte le ore in Messina, per cui, essendosi riempita la Vicaria, cominciano a trasportare gli arrestati al Castello Consagra. In Calabria avviene la stessa cosa.

La situazione presente è davvero infelice è più infelice è il vivere in tanta incertezza perchè, rinchiusi, non siamo mai sicuri del vero. Rileviamo tante differenti notizie, si spendono denari per spie, ma di niente siamo sicuri; mentre ci si assicura che delle flotte estere sono giunte a Gaeta per soccorrere il Re, il Comandante della messaggeria francese mi dice essere cominciato il bombardamento per via di mare e di terra con il particolare che l'Ammiraglio francese, nel partire, gli disse: "Se trovate i legni piemontesi avanti Gaeta per impedirvi l'entrata, vi allontanerete, altrimenti le cannonate andranno a vostro conto." Quindi la nostra posizione diventa alquanto triste se il Re è circondato per mare e per terra per cui alcun soccorso potrà più venirci e nè corrispondenza.

Altro vapore giunto da Napoli ci assicura di aver veduto ci assicura aver veduto sortire da quel porto il nostro vascello (ora in potere del nemico), armato a guerra, diretto a Gaeta e da servire pel bombardamento di quella Piazza.

Dai fogli di Francia rilevo che la Russia aveva solennemente protestato alla Francia che per nulla riconosceva il blocco di Gaeta ma non già che vi aveva mandato una flotta per proteggere Francesco II, come si diceva o ci volevano far credere.

 

25 GENNAIO

Quest'oggi si è fatto battere la "generale" nella Cittadella per osservare se tutte le Armi e Uffiziali si fussero portati subito ai siti e posizioni assegnati. In effetti, con la massima esattezza, in un momento, tutti si sono recati dove dovevano. Non è strano se il nemico in Città, vedendo 4.500 uomini in posizione sui baluardi e sui numerosi pezzi, non si è posto sotto le armi? Qui a Messina si stampa un foglio, press'a poco come l'Arlecchino del 1848, intitolato "DON MARZIO"; il numero di oggi portava che il bombardamento per via di mare a Gaeta è cominciato il giorno 21 corrente e cessò subito perchè gli Ambasciatori di Austria, Russia, Prussia, Spagna e Baviera innalzarono le loro bandiere dentro la Piazza.

Lo stesso giornale dice che Francesco II, invece di mandare viveri nella Cittadella, inviò un carico di femmine, che nello sbarcare il Maresciallo Fergola "si cacò ne calzoni" . Siccome la stampa è libera ognuno si permette dire quel che vuole! Il reazionario calabrese Dottore Colosimo , che il giorno 23 corr. fuggì in questa Fortezza perchè condannato a morte, oggi è stato reclamato dalle Autorità Militari nemiche di Messina; siccome ciò sarebbe contro il diritto delle genti e contro l'onor militare, si è risposto negativamente.

 

26 GENNAIO

Noia di un lungo assedio!

 

27 GENNAIO

La corvetta inglese da 21 pezzi che trovasi in stazione in questo porto ed il di cui Comandante ci usa mille gentilezze, contro il solito ci ha mandato dei fogli; non saprei a che attribuirlo! Questa mattina si è mandato il Generale Cobianchi ed altro Uffiziale a bordo per restituirgli i fogli con i dovuti ringraziamenti. Questi sono stati molto ben ricevuti ed hanno offerto gateau, caffè e rosolio. Detto Comandante ha loro detto che dopodomani ci farà pervenire notizie positive e che questa mattina a Messina si faceva le elezioni dei Deputati al Parlamento, quasi mettendo in ridicolo tale elezione.

Le notizie che riceviamo sono:

che dei legni russi abbiano preso, a vista di Gaeta, due legni  piemontesi lasciati in abbandono perchè danneggiati molto dalle bombe della Piazza e che a rimorchio li abbiano trasportati nel porto di Gaeta;

che Brindisi e Barletta avevano operato una reazione ed  inalberata la bandiera di Francesco II, analogamente a quanto avvenuto nella Città di Teramo e in tutto l'Abruzzo. Per le Calabrie abbiamo le stesse notizie. Se tutto ciò si verifica il nostro assedio e le nostre privazioni non andrebbero molto a lungo. Però non saprei da ove abbiano potuto venire nel Mare Tirreno i legni Russi; dal Baltico non è possibile perchè gelato nella presente stagione; dal Mar Nero neanche pel passaggio dei Dardanelli. Soltanto bisogna lusingarci che legni russi trovavansi nel Mediterraneo. Intanto bisogna credere quanto dicesi a nostro vantaggio affinchè si stia più allegri di spirito e pensar meno in quale epoca terminerà la catastrofe dell'infelice nostro Paese, da molti mesi invaso dall'anarchia. Sappiamo dalla Città che le due Compagnie dei Carabinieri che si spedirono a Messina, città al confine di questa Provincia, per sedare una reazione nel senso repubblicano, sono state circondate dai reazionari e per telegrafo domandano proprio soccorso. Il Generale Chiabrera, che comanda le truppe piemontesi a Messina , si è negato mandare in soccorso i suoi piemontesi col dire che si mandassero i carabinieri perchè essendo siciliani spetta ad essi dare dare aiuto ai nazionali. I carabinieri non vogliono partire ed il Barone S.Antonio va a sottosopra e non ancora si è deciso il da farsi.

Verso un'ora di notte è giunto nel porto un vapore mercantile con bandiera francese da ove è sbarcato, venendo per via di mare, nella Cittadella il Maresciallo di Campo D.Gaetano Afan De Rivera. Lo stesso ci ha detto venire da Parigi, Marsiglia, Civitavecchia (è stato o non è stato a Gaeta?). Ha portato due pieghi di corrispondenza consistenti in semplici comunicazioni datate da Gaeta 21.

Infine non si è capito niente, forse perchè avrà segrete istruzioni; è rimasto molto dispiaciuto per l'arresto fatto dal nemico dei tre francesi e del Maggiore sassone Klicki. Dopo circa un'ora si è rimbarcato portando seco suo figlio, Capitano di Artiglieria, vestito da pagano , ed il Dottore calabrese Colosimo che si era qui rifugiato. La barca della Sanità non voleva farli imbarcare perchè il legno non aveva ricevuto pratica, ma il Comandante del vapore ha insistito nel dire che erano suoi passaggeri e così si sono potuti imbarcare. Il detto Maresciallo ci ha inoltre che aveva a bordo due barilotti di rhum per la truppa e dello zuccaro e caffè per gli Uffiziali, ma tutto ciò non ha potuto sbarcare perchè il legno non aveva la pratica in regola; si attende il risultato domani.

Ci ha anche detto che a Parigi aveva un prestito per il Re; che il partito legittimista in Francia è abbastanza numeroso e che si teme un rovescio; che il vapore era pieno di viveri presi a Marsiglia e che non aveva potuto sbarcare a Gaeta e li ha lasciati a Civitavecchia al nostro Console che deve trovar mezzi per farli passare nella Piazza di Gaeta; che due legni piemontesi erano stati affondati avanti Gaeta; che vi era il blocco ed, infine, tante cose forse non vere per nascondere la sua missione.

Certò è che gli uomini e le braccia del nostro infelice Sovrano non sono atte a disimpegnare quegli che vengono loro affidati. Il Maresciallo Afan De Rivera doveva essere quì da circa 15 giorni; ora che il nemico ha conosciuto il da farsi dello stesso, se ne va per perder tempo e compromettere uomini e cose, senza nulla cavarne. Faccia Iddio e trovi dei mezzi come calmare la presente burrasca.

 

28 GENNAIO

Questa mattina il Generale Conte Anguissola, con preventivo ordine di ieri, doveva passare in rivista il 5° di Linea, uno dei due Reggimenti destinati alla sua Brigata; nella posta del Maresciallo Fergola si è trovato uno scritto dicendo che questo Generale Anguissola è un traditore e che suo fratello, della Marina, fu il primo a tradire dandosi al nemico, e che passa continue riviste al 5° di Linea per farlo stancare e far tradire anche la truppa e fa delle angherie per farla disertare dopo tante privazioni che soffre. L'anonimo scritto dice anche molte cose a carico del Maggiore di Artiglieria De Michele che anche aveva ordinato una rivista ai suoi artiglieri. Conosciuto ciò, il Maresciallo Fergola, per la sua conosciuta bontà, ha ordinato solo la sospensione della rivista. Ognuno ben comprende che il Generale Anguissola si sia rattristato per simile contr'ordine! Egli ha dichiarato che non si sentiva più in grado di comandare la Brigata e, pertanto, domandava o le dimissioni o un permesso per Gaeta.

Fortuna che tutti hanno opinione in me! Il Maresciallo mi ha incaricato di accomodare il tutto, come mi è riuscito. Le ragioni da me addotte per persuadere il Generale Anguissola sarebbero molto lunghe e noiose a registrarle; certo è che le persone vili e per nulla militari, mal consigliano il Maresciallo che potrà trovarsi male. La disciplina è la prima base del mestiere dell'Armata! Molto dovrei qui prolungarmi, ma io non vorrei affatto offendere altri per fare le mie lodi. La mia esperienza e prudenza fa in modo di portare avanti questo noioso e complicato ed ancora misterioso assedio nel miglior modo che si può, mancando a molti l'uso della guerra, l'esperienza del mestiere ed il senso comune.

Col vapore che giunse ieri sera S.M.(D.G.) ci manda rhum per la truppa, circa 400 pipe di Marsiglia, caffè, zuccaro e sigari per gli Uffiziali e tabacco per i soldati; tutto ciò è sbarcato oggi, dopo che il legno ha ricevuto la pratica.

È giunto nel porto un vapore che ha sbarcato poche truppe piemontesi; non si è potuto sapere da ove sono partiti. Alcuni dicono da Genova, ma si imbarcheranno di bel nuovo per Taranto. In Città, nella Chiesa Cattedrale, alla sua diretta, vi esiste un colossale campanile di cattivissima forma ed antichissimo che guasta la magnifica facciata della Chiesa. Da circa due anni si fece il progetto di demolirlo per costruirvi due campanili ai due lati della Chiesa, più svelti del gusto presente; questa mattina i lavoratori sono andati per smontare le campane, una gran folla si è ammutinata e gente robusta e montata sul campanile, cacciandone i lavoratori, si sono posti a suonare per più di 3 ore. Il popolo gridava che volevano rubare le campane e che si fossero costruiti prima i due campanili e poi togliere le campane. Si è dovuto ubbidire al popolo sovrano.

Alle 8 p.m. si è chiamato "all'armi" dai nostri avamposti; in un momento tutto il presidio è stato sotto le armi e sulle batterie. La nostra pattuglia a Terranova si è molto inoltrata, per cui le sentinelle piemontesi han fatto fuoco. Dopo scambio di alquante fucilate, la truppa si è ritirata. In giornata abbiamo acquistato due barili di olio e cinquanta salme di grano. Si dato caparra per 100 grosse fascine. Il grano, abbenchè carico di olio( che apporta dolor di testa) è stato immesso per la bontà del Generale Fergola.

 

29 GENNAIO

Questa notte è partito il vapore francese che aveva a bordo il Maresciallo Afan De Rivera, suo figlio, Capitano di Artiglieria travestito ed il dott.Colosimo. É venuta la solita messaggeria francese ma senza notizia per noi, stante che, essendo partita la squadra francese dal porto di Gaeta, non più passa per quelle acque. Il giorno 19 corr., la detta squadra, comandata dal Vice Ammiraglio de Filan, partì per Tolone.

Un vapore carico di piemontesi, qui imbarcati, si è diretto a Reggio. Il processo contro i quattro francesi arrestati come emissari borbonici è in corso di istruzione presso il Consiglio di Guerra di Messina. Dalle eseguite investigazioni sul prussiano Enrico Klicki si è venuto a conoscere che il supposto nome di Klicki si identifica nientemeno che col Conte Kalkreut, Capitano di Stato Maggiore delle nostre truppe. Egli si è imbarcato a Civitavecchia diretto per le Calabrie onde riunirsi ivi al Generale Afan De Rivera e promuovere un movimento in quelle parti avente sempre come base delle operazioni la Cittadella di Messina. Gli si sono rinvenute addosso delle interessanti lettere di Gaeta, oltre 400 napoleoni in oro, due revolver, due sciabole ed un piano orografico delle Provincie d'Abruzzo ove, sembra, dovesse prima scoppiare la rivoluzione. Il detto Conte Kalkreut trovavasi rinchiuso nel Forte Castellaccio e guardato a vista; mostra molto sangue freddo ed ha dichiarato essere pronto a subire le conseguenze della sua condotta.

 

30 GENNAIO

Noia di lungo assedio. Giornata molto fredda in Sicilia e per la Sicilia.

 

31 GENNAIO

Stamane un piccolo vapore francese armato è entrato nel porto; non si conosce il suo destino.

Quest'oggi, verso le ore 20, è giunto nel porto un vapore francese proveniente da Civitavecchia spedito da S.A.R. Don Francesco di

Paola che in nome di S.M.(D.G.) invia a questo presidio i seguenti viveri acquistati a Marsiglia:

FARINA kg. 120.000 FORMAGGIO kg. 13.100

FAGIOLI kg. 30.000 BACCALÀ kg. 7.000

RISO kg. 12.000 PESCE IN SALAMOIA kg. 1.700

BISCOTTO kg. 3.000 SARDELLE kg. 2.000

OLIO kg. 2.400 SARDINE kg. 2.000

CARNE SALATA kg. 8.200 SALE kg. 7.000

LARDO kg. 1.700 ARINGHE kg. 51.000

Più 8 casse di medicinali.

Ognuno ben comprende con quale allegrezza si è ricevuto un tal soccorso perchè da domani 1° febbraio la truppa non riceve più prest col quale fa il suo ordinario(perchè si manca del tutto di danaro) ma bensì riceve giornalmente la razione dei viveri della riserva. Siamo però allegri perchè con i viveri che avevamo e questi venuti possiamo attendere il risultato della guerra per ben 5 mesi, augurandoci che per tale epoca saranno finite le nostre privazioni.

Il nemico non lo temiamo perchè non è in forma per attaccarci e fino a che non giungono in Messina almeno 20mila uomini, l'Armata Piemontese nessuna operazione potrà intraprendere contro la Cittadella forte al pari di Gaeta. I soli viveri ci tenevano in pensiero, venuti questi non più pensiamo che a soffrire un misterioso assedio con una convenzione. Per altro ad onta di qualunque sofferenza o privazione, questo presidio può chiamarsi fortunato, visto le disgrazie e le calamità sofferte dal nostro esercito. Solo mi sgomentano i cannoni rigati di cui ne siamo privi. I messinesi non possono persuadersi come Gaeta e la Cittadella non possono cadere in potere di Vittorio Emanuele e dei piemontesi, nel mentre da questi giornalmente si canta vittoria e battaglie guadagnate e si fanno suonare campane a gloria per la presa di Gaeta e per aver occupato tutte le posizioni. Il parlare delle coglionerie che giornalmente si stampano sarebbe soverchio perchè essendo la stampa libera ed il popolo sovrano ciascuno può far stampare quanto gli piace.

Il Comandante del vapore ci ha detto che il bombardamento del giorno 23 corrente furono molto danneggiati sei legni piemontesi dal terribile fuoco della Piazza di Gaeta, restandone qualcheduno affondato, come pure la gran perdita dei soldati morti, tra questi 3 Generali dalla parte di terra ove dai cannoni della Piazza si smontarono molti pezzi delle batterie nemiche. I fogli legittimisti fanno ascendere a 7.000 la perdita nemica. Tutti gli uomini di guerra giornalmente ricevono, al far del giorno, una razione di acquavite; oggi, oltre a questa, l'intera guarnigione ha ricevuto una razione di rhum di quello che portò il Maresciallo Afan De Rivera il giorno 27 spirante mese.

La lettera che segue fu scritta giorni dietro dal nostro Re Francesco II all'Imperatore Napoleone III: "Je défendrai mes droits jusque au dernier moment; si je suis tué, ma mort sera mon plus beau titre de gloire au souvenir de la posterité. Si je fait prisonnier, l'exemple de François I m'appris que mon honneur serait sauf, et je n'aurait rien cédé des droits de mes successeur."

 

1° FEBBRAIO

Questa mattina le truppe invece di prest(per non esserci denaro) ha ricevuto i viveri della riserva, e cioè: fave, formaggio, lardo per condimento ed il pane.

Alle ore 8 a.m. è cominciato lo sbarco dei viveri qui giunti ieri che sono tutti di eccellente qualità; c'è uno squisito formaggio svizzero, uguale a quello che compriamo in Piazza a 6 carlini al rotolo dal "Bolognese". Lo sbarco durerà per più di 5 giorni. Gli Uffiziali non ricevendo soldo, hanno parimenti la razione dei viveri come i soldati.

 

2 FEBBRAIO

I viveri di oggi: fagioli, riso e baccalà.

Un vapore piemontese ha imbarcato truppa, ma non sappiamo ove si dirige; alcuni dicono per Genova ma non è da credersi stante che la truppa in Messina è molto poca; forse sbarcherà in Calabria.

Questa mattina vi è stata la riunione di tutto il presidio nel Gran Maschio della Cittadella con bande e bandiere spiegate per disposizione del Generale in Capo Fergola per distribuire una quantità di medaglie di Francesco I rilasciate dietro proposta del detto Maresciallo, e a chi? A 25 sbandati nelle Calabrie o altrove che dopo essere stati per molti masi in casa loro o al servizio di Garibaldi, e quindi congedati col premio di 30 ducati, visto il pericolo di essere richiamati da Vittorio Emanuele, sono venuti a presentarsi nella Cittadella. Ognuno può comprendere qual cattivo umore si è manifestato dalla intiera guarnigione, la quale fin dal mese di luglio interpellatamente si è battuta, ha prestato e presta penoso servizio, da circa 8 mesi dorme sulla nuda terra ed ha financo improntato, fino all'ultimo soldo, alla Cassa di Campagna il denaro che aveva di risparmio e che non ancora gli è stato restituito, che fin dal mese di aprile soffre privazioni e fatiche! Come non lamentarsi nel veder decorati soldati sbandati come sopra ho detto!

Il più cattivo umore si è manifestato nella Brigata di Artiglieria per le promozioni fatte dal Maresciallo di molti sottouffiziali, di recente venuti, che appartenevano alla Fanteria di Linea e dal Maresciallo stesso assegnati nell'Arma di Artiglieria con il grado che essi hanno dichiarato (tra cui il fratello dell'Uffiziale di Stato Maggiore Gaeta). Quello che è però sorprendente è che essendo il Maresciallo Fergola dei Corpi Facoltativi, supponendo che deve sapere quanto deve conoscere e sapere un sottouffiziale di artiglieria, abbia situato in artiglieria un 1° sergente di Fanteria. Miseria umana!

Il Maresciallo, che ha il Comando Supremo della Cittadella con ampie facoltà, è una persona buonissima, devota, troppo compiacente e credula; ascolta due Messe la mattina, per lo più inginocchiato, e prende la Benedizione la sera, niente riflessivo, nulla prende di tristo. É affiancato da uno Stato Maggiore composto da un Capitano, nuovo in questo incarico e che non vale molto, e da tre giovani Alfieri che pochi mesi prima erano sottouffiziali e quindi nudi di tutto, d'istoria, geografia, letteratura, lingue estere e quanto può supporsi di ignoranza in un sottouffiziale dei nostri tempi. Questa nobile unione non fa che adularlo e dargli quei consigli che lo inducono a commettere tante sviste che chi sà qual termine avranno per la tanta fidanza che ripone nei sopradetti individui. In effetti, molti malumori in giornata si sono manifestati e molte lagnanze ho ricevuto non per canali regolari perchè non v'è molta disciplina essendo tutto perdonabile secondo il costume del Maresciallo.

Il nostro Generale in Capo molto s'illude di certe notizie sciocche che riceve dal suo Stato Maggiore che, per altro, non si credono affatto da chi ha buon senso comune. Il suo Stato Maggiore per ottenere quanto desidera gli apporta sempre vantaggiose notizie per noi e ciò senza riflessione perchè, non conoscitori di geografia nè dello stato d'Europa perchè non leggono fogli esteri per non conoscere alcuna lingua, spesso portano il Mincio nello Stato Romano ed il Tevere in Lombardia! Notizie caotiche, come ad esempio: Cialdini morto, il fuoco avanti Gaeta cessato, una flotta Russa avanti la Piazza, tutte le Potenze estere in nostro favore, gli Austriaci entrati a Milano, l'entrata del nostro Sovrano in Napoli tra pochi giorni ecc. La bontà del Maresciallo le crede, esclama "La Santa Causa è vinta!", senza per nulla pensare a qualche triste avvenimento o prevedere qualche futuro non sapendo che gli affari della guerra sono sempre dubbi, massime ora con la diplomazia non sincera. Egli crede di divenire popolare, mentre è preso a scherno perchè i soldati lo chiamano "Santa Causa"...quì tutto va bene...perchè va bene...In Messina il nemico è in poco numero e da qualche mese viviamo tranquilli nel nostro assedio e con la massima sorveglianza dei nostri bivacchi e posti da me stabiliti, fin dal principio, alle opere esterne e sulle batterie.

Il Maresciallo, fin dal principio dell'assedio, volle stabilire nel Maschio della Cittadella una Casina Militare (alias ciscolo); gli feci osservare tutti gli inconvenienti che avrebbe prodotto e fu concorde con me; ma consigliatosi meglio col suo Stato Maggiore, con forte spesa, in un momento fu creata la Casina che ha portato molto dissesto agli Uffiziali.

In uno dei gran magazzini vuoti di viveri, senza mia saputa, si formò un teatro e si cominciò a concertare; con molto risentimento parlai al così detto Capo dello Stato Maggiore e quindi feci le mie osservazioni al Maresciallo e così non ebbe luogo il teatro.

Venuto il Carnevale il Maresciallo mi disse che essendo questi tempi eccezionali amava che la truppa si divertisse ed ha permesso, nientemeno, che le maschere e le bande si divertissero di giorno e notte! Così in una Fortezza assediata abbiamo suoni e canti fino al far del giorno.

Cosa direbbe un militare estero? Qual contegno potrebbe supporre che abbiamo come truppa ben organizzata? Spesso da qualche Alfiere dello Stato Maggiore si danno delle "soirèe" con complimenti ove interviene il Sig.Maresciallo Comandante, ma giammai dal Generale Comandante la Cittadella. Mi auguro che gli affari della guerra non si complichino, perchè allora termineranno quegli atti di educazione e bontà fin qui usati perchè non essendo cose positive non ho voluto mettermi in urto perchè la dissidenza fra Superiori è sempre cattiva e conduce a male esito. Allorché tratterebbesi delle compromissione della Cittadella sarà mia cura regolarmi come vecchio ed onorato soldato!

 

3 FEBBRAIO

Questa sera, col permesso del Sig.Maresciallo, il Sig.Commessario di Guerra D'Ambrosio dà una festa da ballo con inviti anche agli Uffiziali di guarnigione al Forte SS.Salvatore e Lazzaretto che hanno famiglia.

Il detto Commessario, essendo venuto da me, di persona, ad invitarmi, gli ho detto che mi meravigliava come come potevansi trovare di spirito tanto allegro lui e che gli aveva dato il permesso di tenere una festa da ballo nel mentre il nostro Sovrano, nelle sue deplorabili circostanze, sta esposto da un bombardamento per mare e per terra e chi sà se a quest'ora qualche disgrazia non l'ha colto, sia ad Esso che ai nostri bravi camerati che Lo difendono. "Ciò mi sembra" – gli ho detto – "una vera svergognatezza ed è perciò che non accetto il vostro invito!".

 

4 FEBBRAIO

La festa da ballo è durata fino a giorno; più di 200 persone, tra uomini e signore, vi hanno figurato. Vi è stato gran chiasso e galante buffet. Vi è stato, per altro, qualche inconveniente: cioè, dal Maestro di Sala, Alfiere Gaeta, è stata chiusa la porta

del salone per impedire la curiosità della folla dei soldati di veder ballare o assalire il ridotto. Questi si sono messi a gridare "Fora, fora, Abbasso" in modo che si è stato obbligato ad aprirla e farli entrare fino a 10 passi avanti l'orchestra.

Bella disciplina militare in una piazza assediata! Dietro quanto sopra ho creduto scrivere amicalmente questa mattina al Maresciallo quanto segue:

 

" Sig.Maresciallo Comandante, Qual Uomo di onore, mi credo di doverla avvertirla che, ad onta di tante cure e fatiche si dà pel benessere di questa guarnigione, pur nondimeno la Sua opinione è compromessa. Coloro che L'hanno consigliata permettere la chiassosa festa da ballo di questa notte l'hanno tradita. Quale opinione può aversi di questa guarnigione che, stando il nostro infelice Sovrano rinchiuso nella Rocca di Gaeta, bombardata per mare e per terra, senza alcuna comunicazione, esposto a pericolo della propria vita, noi siamo qui in festa, balli e buffet? Maresciallo, l'Europa intiera ci osserva e ci giudica e sicuramente ci giudicherà da veri mercenari e non già sudditi devoti ed affezionati al proprio Re. Il contegno della truppa è quello che più la distingue ed è perciò che tanti legni esteri che sono nel porto quale opinione di una Piazza assediata che fino a giorno canta, balla e gozzoviglia, col veder spesso alzare e calare i ponti per fare entrare e sortire gli invitati, nel mentre tutti gli Esteri conoscono la infelice posizione del nostro disgraziato Sovrano, della nostra Armata disciolta, dei nostri camerati incarcerati, esiliati, malmenati e pieni di miseria?  Ieri mattina nel venire di persona ad invitarmi il Commessario di Guerra gli feci sentire i miei sentimenti e che giudicando tale festa di ballo una svergognatezza non accettavo il suo invito.

Sig.Maresciallo, io qual Comandante titolare di questa Fortezza sono nell'obbligo redigere il giornale di quanto passa in questo assedio da servire per l'istoria del Regno e posso assicurarla che mi trema la mano nel registrare alcune cose, perchè anche io disgraziatamente fò parte dell'assedio.

Sig.Maresciallo, mi credo anche nell'obbligo di prevenirla che nei sottouffiziali di artiglieria vi esiste mormorio e cattivo umore per aver Lei piazzato in quella classe due sottouffiziali provenienti dai Reggimenti di Linea, uno dei quali di è battuto sotto Capua nelle righe dei Garibaldini contro la nostra truppa.

Lei Sig.Maresciallo che sorte dai Corpi facoltativi ben conosce quanta maggiore esperienza deve avere un sottouffiziale di artiglieria da quello di Linea. Nelle Sue altre attribuzioni può tutto fare e promuovere, ma credo mio dovere avvertirLa avendo molto bisogno di quest'Arma in questa circostanza di assedio. Son sicuro che non terrà a male quanto per Suo bene Le pervengo e sia sicuro che, ad eccezione di alcuni camorristi che durante la notte vestiti in maschera si sono divertiti, la maggior parte della truppa, che non ha un grano per comprarsi un sigaro, mal giudicano la festa e gozzoviglie che si facevano nella sala da ballo di Signori Generali ed Uffiziali. Ritengo ciò come un attestato del mio attaccamento e divozione che con tutta sincerità Le professa un vecchio ed onorato soldato che con tutto rispetto si rafferma dev.mo Generale Nicola de Martino"

 

Da Messina ci pervengono notizie che i piemontesi hanno sofferto molta perdita sotto Gaeta e che Cialdini per ben due volte ha domandato una tregua per interrare i morti. Come pure dicesi che i rivoltosi di Mistretta abbiano completamente battuto i Carabinieri che da Messina partirono di rinforzo. Speriamo che ciò si verifica.

 

5 FEBBRAIO

Dal Faro ci si fa conoscere essere colà giunto ordine di congedare tutti gli artiglieri addetti a quelle batterie in quindici giorni e che si è emanato ordine per tutti coloro che vogliono ingaggiarsi per Genova riceveranno ducati 60 di anticipo e 4 carlini al giorno fino al termine della guerra.

Sono giunte le solite messaggerie francesi.

Quelle che vengono da Marsiglia e passano per Civitavecchia ci assicurano che a Gaeta

poco fuoco si fa dal nemico; che il Colonnello La Grange si avanza negli Abruzzi aumentando sempre le sue masse ove trovansi molti esteri di tutte le Nazioni. Ma quello che non sembra troppo probabile, per ora, si è che tutti i piemontesi hanno ricevuto ordine da Torino di evacuare tutto il Regno delle Due Sicilie; solite chiacchiere!

Verso la mezzanotte una pattuglia piemontese, essendosi molto inoltrata verso il nostro avamposto alla Pagliara e non avendo voluto retrocedere alla voce delle sentinelle, ha ricevuto una scarica di una diecina di fucilate e così si è allontanata senza rispostare; non sappiamo se vi sia stato qualche ferito. Si è chiamato "all'armi" e tutto il presidio in un momento ha preso le armi; assicurato essere incidente di niun rilievo, la truppa è rientrata alle proprie caserme.

Vi sono molti affissi in Messina che avvisano tutti gli Ufffiziali che hanno abbandonato il nostro Esercito o vi hanno disertato e preso servizio nel nuovo regime di Vittorio Emanuele o Garibaldi, per il giorno 16 del corrente mese debbono trovarsi a Genova; quelli che non raggiungono detta destinazione s'intendono licenziati. Un quale imbarazzo debbono trovarsi tanti Uffiziali casati! Per altro è il giusto compenso per chi ha tradito l'onore, ed il giuramento dato.

 

6 FEBBRAIO

Ieri partì il vapore che ci portò i viveri e con esso è partito un nostro Uffiziale di Stato Maggiore stante che il giorno prima il Console Ellenico fece conoscere al Sig.Maresciallo Fergola che S.A.R. il Conte di Trapani gli ordinava di far partire col detto legno un Uffiziale di questo presidio.

Questa mattina si sono mandati all'ospedale 20 rotoli di zuccaro di quello inviato da S.M. e si è distribuito una carafa di rhum ad ogni Uffiziale.

Il Generale piemontese Chiabrera, militare di merito, giorni fa scrisse al nostro Maresciallo Fergola dicendogli che gli veniva richiesto un calabrese e che sarebbe stato nella sua bontà di mandarlo oppur no. Il detto Maresciallo incaricò il suo Capo di Stato Maggiore di fare una risposta negativa; questi scrisse in modo molto villano persuadendo, poi, il Maresciallo che usando tali termini sarebbe stato temuto e si sarebbe imposto al nemico.

Tale lettera di risposta fu portata dal Colonnello di artiglieria Vallo al Generale Chiabrera il quale, con sangue freddo, restituì la lettera al Colonnello dicendogli che comprendeva bene che il Capo dello Stato Maggiore Del Matto, di poca esperienza, aveva scritto quell'ufficio, ma che il Sig.Maresciallo si fusse compiaciuto leggere gli uffici prima di firmarli e che perciò restituiva la lettera per rifarla, stante che avendo egli fatta la guerra in Crimea anche i Russi scrivevano con quei principi i di educazione e decenza che erano del tutto ignorati del detto Capo di Stato Maggiore; anche tra nemici si usano maniere e gentilezze, meno che in combattimento. Nel ricevere il Maresciallo tale imbasciata e la lettera, dopo averla letta e riletta, impallidì e quindi si accinse a correggerla, ma trovando ciò difficoltoso disse: "Ce la spedirò domani corretta!" - Povera Gerusalemme!!!

Il giorno appresso gli si è spedito l'ufficio non scevro di umiliazione. Ecco lo Stato Maggiore della Cittadella assediata!

Signore...non peggio!!!

Verso le ore 24 il Sig.Maresciallo si è divertito fare col suo Stato Maggiore la pesca nei fossi bagnati della Fortezza, cioè di quelli di S.Teresa, S.Stefano e Lunetta Carolina; mi sono rinunciato intervenire. La pesca era col lume e lanciatoio; disgraziatamente non si è preso nemmeno un cefalo.- In Messina vi esiste un certo Puddo Picciulitto, uomo feroce che il solo braccio dritto ed è il primo famigerato camorrista della Città; or questo serve di spia al Maresciallo la di cui bontà è tale che crede tante coglionerie che gli rapporta, accordandogli tutta la sua confidenza con permettergli che entri e sorta dalla Fortezza. Ora a questi, ieri sera, gli permise di pescare anche lui nei fossi bagnati di Porta di Grazia e siccome di nulla me ne pervenne avviso, qual Comandante della Cittadella avrei potuto fargli fuoco addosso dalle sentinelle, cosa che non ha praticato per evitare un allarme ed un contenzioso con la Città.

Il buon Maresciallo, nei giorni che si sono sbarcati i viveri da bordo, ha veramente travagliato come un facchino restando sempre allo sbarcatoio di S.Teresa per indicare su qual carretto doveva trasportarsi tale o tal'altro oggetto.

Eppure nella Cittadella vi sono due Commessari di Guerra responsabili della consegna di tale generi, 100 uomini di corvé con 4 Uffiziali di Corpo, un Capitano ed un Uffiziale di Piazza per la vigilanza e trasporto dei detti viveri nei magazzini di riserva; ad onta di ciò il buon Maresciallo, facendo andare a spasso i signori Commessari, lui stesso, figurando da capo corvé, si è incaricato di tutto senza avere riguardo dell'eminente posto di Generale Supremo che occupa.

 

7 FEBBRAIO

Riceviamo tali notizie contraddittorie: da Messina ci si assicura che i Reggimenti piemontesi vanno a partire per l'Italia Centrale e che qui vi resterebbe la debole forza dei carabinieri, quasi tutti siciliani, e la Guardia Nazionale; il foglio francese "L'Opinion National" dice che il Generale Statella e La Grange siano stati fucilati negli Abruzzi; altro foglio "la forbice" dice che il Bosco trovasi alla testa delle masse negli Abruzzi e che il Generale Cialdini vi abbia spedito truppa distogliendola dall'assedio di Gaeta per reprimere quelle bande. Infine, non è possibile conoscere la verità di quel che passa e restiamo sempre all'oscuro di tutto(notizie date dal camorrista Puddo).

Si crede per certo che gli eccellenti viveri che abbiamo ricevuto sia stato un regalo fatto dai legittimisti francesi e dal Duca Del Gallo che trovasi a Marsiglia.

 

8 FEBBRAIO

Questa notte nelle montagne di Aspromonte, in Calabria rimpetto a noi, vi sobno stati dei falò con dei fuochi alla bengala e corrisposti nello stesso modo dalle montagne di Dennamare di Messina con fuochi parimenti alla bengala, ma senza falò. Alla punta di giorno si è battuto la "generale"; tutta la truppa in un momento si è portata ai posti prescritti dalle istruzioni ate e dopo di essere stato tutto verificato dal Sig.Maresciallo e da me, si è battuta la chiamata e tutti sono rientrati nelle rispettive caserme. Dopo di che si è data una razione di rhum a tutto il presidio. Alle 2 p.m. si è di nuovo battuta la "generale" e dopo un'ora la truppa si è ritirata ricevendo mezza razione di pane e di formaggio per gratificazione.

La truppa seguita giornalmente a ricevere i viveri della riserva fino a che non abbiamo soccorso di denaro che si spera riceverlo alla venuta dell'Uffiziale di Stato Maggiore da qui partito. Oggi si è distribuito pesce salato e riso. Trovandosi in questa sala d'armi 600 carabine rigate, queste sono state distribuite ai tre reggimenti di linea, cioè il 3° e 5° e 7° (200 per ognuno), per così formare un battaglione di cacciatori di cui ne siamo privi. Tutti i giorni si esercitano.

 

9 FEBBRAIO

Ieri sera col vapore venuto da Napoli sono venute quantità di famiglie a raggiungere i loro mariti, Uffiziali, sottouffiziali e soldati. Queste donne ci apportano tante notizie tristi dalla Capitale, che da molti si credono poter apportare vantaggio alla causa del Re.

francesi arrestati che dovevano sbarcare in Calabria per effettuare un'azione in favore di Francesco II e sottoposti a giudizio dal nuovo regime, si sono imbarcati per essere condotti in Francia.

 

10 FEBBRAIO (ultima domenica di carnevale)

Mi si rapporta che alle ore 10 a.m. è giunto nel porto un vapore carico di feriti e che da ora stesso che sono le 11, da Messina è giunto ordine ai venditori che sono al Lazzaretto di ritirarsi subito con le loro merci sotto pena di severa punizione. Avendo mandato a verificare questa seconda pena da un mio sottouffiziale di ordinanza, questi mi assicura che tutti i venditori sono di già partiti. Non saprei da ove deriva tal novità e quale sia lo scopo dell'autorità nemica in Messina, sia civile che militare.- Si è spedito il Colonnello Vallo al Generale piemontese Chiabrera per domandare se per suo ordine i venditori si fussero ritirati dal Lazzaretto, ma detto Generale ha risposto di nulla saperne ed essere molto dispiaciuto che sia successo un tale inconveniente stante che che desidera che sia scrupolosamente rispettata la convenzione da ambo le parti.

In effetto, ho scritto subito al Governatore molto risentito pregandolo nel contempo che avesse subito ordinato che i venditori fussero ritornati al Lazzaretto. Questa lettera è stata portata al Governatore dallo stesso Colonnello Vallo il quale gli ha domandato la causa di avere richiamato i venditori dal Lazzaretto. Il Governatore, vedendosi confuso, ha addotto la ragione che essendo tutti i venditori siciliani in questi ultimi giorni dediti al vino più del solito, per evitare qualche sinistro tra i soldati aveva creduto regolare dare tale disposizione, ma che dietro l'ordine del Sig.Generale avrebbe subito dato disposizione che i venditori ritornassero al Lazzaretto. In effetto, la vera ragione è che in Messina vi è la vera anarchia per cui tutti comandano.

Molti vapori piemontesi vanno e vengono, ma nulla conosciamo circa le lodo destinazioni. Oggi alle ore 20 fino alla ritirata vi sono state nella Fortezza molte maschere di soldati e sottouffiziali. Alle ore 24 è battuta la ritirata; la truppa, giusta il consueto, si è portata alla S.Benedizione. Le feste da ballo che dovevano darsi giovedì e questa sera dai Sigg.Generali ed Uffiziali non hanno avuto più luogo. Pare che la mia lettera scritta al Sig.Maresciallo il giorno 4 abbia fatto il suo effetto.

 

11 FEBBRAIO

Questa notte sono stati sorpresi due soldati del 5° di Linea, Floriano De Gregorio e Nicola Notarelli, ad impastare circa tre rotoli di farina involata dai magazzini della riserva; si è rimesso tutto nelle mani del Commissario del Re la guarnigione, Maggiore Morabito, per l'azione penale.- Oggi si è distribuito pesce salato e riso.

Alla punta di giorno, giusta il consueto, sono venuti tutti i venditori al Lazzaretto apportando ancora quantità di dolci e rosolii per gli ultimi due giorni di Carnevale. Il Generale piemontese Chiabrera disse ieri al Colonnello Vallo di aver ricevuto avviso che un altro battaglione, partito da Genova, verrebbe ad aumentare la sua forza in Messina. Ciò sembra contraddittorio se vogliamo prestar fede e credito a tante notizie che corrono a noi vantaggiose.

Si crede che i feriti sbarcati ieri siano stati inviati per per maggiormente irritare i siciliani contro i realisti, per ciò richiamarono i venditori dal Lazzaretto. Intanto per Messina dicesi che un proclama di Vittorio Emanuele chiama "traditori" i Napoletani perche, dopo averlo chiamato, giornalmente fanno delle reazioni e dimostrazioni che tanto disgustano il suo Real Animo.

Con la messaggeria venuta da Malta sono sbarcati un sergente e due compagni d'armi, che seguirono il Maresciallo Clary in Napoli, i quali si rifugiarono a Malta ove sono stati per molti mesi e ci hanno assicurato della grande simpatia che Francesco II gode presso tutte le Nazioni, massime dai Maltesi. Ci hanno portato molti fogli da Malta, tutti legittimisti, da ove si osservano i veri fatti di Gaeta e la perdita sofferta dai piemontesi di legni e uomini. Per le voci che corrono a Malta, il nostro Sovrano avrebbe a se assoldati, tra le guarnigioni di Gaeta, Cittadella di Messina, Civitella del Tronto, le masse di Calabria e quelle Abbruzzesi, circa 90mila uomini. Il tempo di dirà la verità. Certo è che le cose sembrano andare alla peggio! Ci si fa sapere che S.Em.il Cardinale Antonelli sia entrato nelle nostre frontiere per prendere alle spalle la truppa piemontese che assedia Gaeta e che il Generale Cialdini siasi ritirato con la più parte delle sue truppe a 20 miglia da Gaeta, ossia verso Sessa e Cascanò. Speria che sia vero...ciò giova crederlo! Quest'oggi è entrata nel porto una fregata francese che ha salutato con tiri di cannone la fregata americana e non la fregata inglese. È entrato nel porto anche un vapore mercantile francese.

Annoiati dall'ozio di un lungo assedio ci occupiamo a guardare dai nostri baluardi il Faro, la sua corrente che ogni 6 ore entra e sorte ed i legni che entrano nel porto.- Alla parata della guardia (ore 22) i due soldati del 5° di Linea che questa notte hanno involato circa 3 rotoli di farina dal magazzino viveri della riserva, hanno sofferto la punizione di 30 legnate per ciascuno.

 

12 FEBBRAIO (ultimo giorno di Carnevale)

La truppa ha ricevuto per l'ordinario pasta lunga, ventresca di porco salata, pesce salato e vino.

È voce generale in Messina che un Principe Reale va a venire nella Cittadella; alcuni dicono sia S.A.R.D.Francesco di Paola, altri, invece, S.A.R.D.Luigi, fratello di S.M.- Sembrami impossibile. Siamo in attenzione, dato che è martedì, della messaggeria francese che deve giungere; disgraziatamente sono le ore 10 a.m. e non ancora si vede nel Faro.

Un soldato del 5° di Linea ha sofferto 30 legnate per aver involato un tocco di lardo. La fregata a vapore francese verso le 22 è partita.

In Città vi sono state molte mascherate di paesani e piemontesi; i nostri soldati e marinari nella Cittadella hanno fatto lo stesso portando anche Carnevale moribondo su di un carretto ed i"pulcinelli" che lo piangono.

Questa mattina si è presentato al Generale Fergola il 1° sergente Gizzi del Battaglione delle Alpi al servizio di Vittorio Emanuele; per quanto lui dice, veniva da Genova con un permesso per Messina. Egli è figlio del Capitano Gizzi che trovasi in Napoli come prigioniero di Capua. Lo stesso dice che apparteneva al 14° Cacciatori ed essendo stato fatto prigioniero prese servizio in qual battaglione e fu fatto 1° sergente. Egli è stato riconosciuto da un Capitano del 7° di Linea che asserisce che lo Gizzi era 2° sergente. Come tale è stato piazzato al 7° di Linea.

 

13 FEBBRAIO

Di buon mattino è giunta la messageria, che doveva venire ieri, in ritardo per i cattivi tempi di mare. Si è mandato subito a bordo per conoscere se fusse giunto il nostro Uffiziale di Stato Maggiore da qui spedito perchè richiesto da S.A.R.D.Francesco di Paola a Civitavecchia per dargli denaro per questo presidio.

Giunto il nostro Uffiziale alla messaggeria, dalla Sanità si voleva impedire che vi fusse montato, ma avendo insistito con minacce vi è salito. Vestito da pagano gli si è avvicinato il Tenente Colonnello D.Patrizio Guillamat, Direttore di Artiglieria, che si porta in questa per occupare il suo posto. Siccome non si voleva permettere che nessun passeggiero fusse calato nella Cittadella, si sono spediti 24 soldati armati con ordine di far fuoco in caso di resistenza o che non volessero far sbarcare il detto Tenente Colonnello.

Nel mentre il nostro Uffiziale è calato nella Cittadella per prendersi la forza dei 24 soldati, sulla messaggeria sono montati 12 carabinieri(forse spediti dalla Sanità), i quali, appena visto le due nostre barche con i soldati che uscivano dalla Cittadella, si sono subito imbarcati e ritornati in Città. Dopo di che il ripetuto Ten.Colonnello è sbarcato ed è venuto in Cittadella.- Egli ha portato varii pieghi di corrispondenza e molti fogli di Gaeta, come pure un quadro della Madonna dell'Addolorata che Pio IX manda a questa guarnigione con ampie facoltà che conferisce a questi Regii Cappellani.

Son sicuro ch il Generale Chiabrera, che comanda le truppe piemontesi in Messina, sia rimasto molto male e dispiaciuto di ciò che è successo sulla messaggeria, stante che essendo militare di onore ed essendo suo volere che la convenzione sia esattamente osservata da ambo le parti e che il commercio sia libero, la Sanità si sia permesso mandare i suoi soldati colà di guardia per impedire lo sbarco e quindi l'entrata nella Cittadella ad un Uffiziale al servizio del Re di Napoli. Quante anomalie e cose strane avvengono in questa guerra così strana che simile no si legge nella storia: nella messaggeria viaggiano due nemici o due opposti partiti, un generale piemontese del quale non si conosce la sua missione e che sbarca in Messina ove i piemontesi sono di guarnigione, ed un Direttore di Artiglieria che sbarca in questa Cittadella che è sempre pronta a far fuoco se il nemico fa qualche atto ostile da Messina!!! Cosa che il tempo ne svilupperà il risultato!

Il detto Guillamat ci assicura della perfetta salute del Re e della Regina e ciò forma il massimo del nostro piacere. Molte consolanti notizie ci arreca, tra cui quella che tra giorni ritornerà il nostro Uffiziale di Stato Maggiore con denaro e viveri.

 

14 FEBBRAIO

Questa notte una piccola barca proveniente dalla Calabria si è avvicinata ai nostri avamposti dalla parte del Lanternino; all'intimazione del "Chi va là" e di allontanansi è stato risposto: "Viva Francesco II". Il Capo posto, dopo aver messo la guardia sotto le armi, ha inviato la barca ad avvicinarsi e dalla quale è sbarcato un gentiluomo di nome D.Paolo Genovese. Questi è venuto a ricoverarsi qui perchè perseguitato come reazionario; ci ha dato notizie vantaggiose per le rivolte e reazioni in Calabria in favore del Re, asserendo che per muoversi tutti in massa basterebbe un sol battaglione per veder tutto terminato.

Alla punta di giorno si è presentato ai nostri avamposti un parlamentario(L'Aiutante di Campo del Generale Chiabrera in gran tenuta) apportatore di una lettera al Maresciallo per la resa della Cittadella ed annunciando la resa di Gaeta verificatasi dopo un'esplosione avvenuta in quella Piazza; che la guarnigione si era resa prigioniera di guerra fino a che non avessero cedute la Cittadella e Civitella del Tronto e che perciò se la Cittadella avesse bonariamente ceduto molti vantaggi avrebbero goduto tutti gli Uffiziali e Truppa altrimenti sarebbero tutti trattati in modo dispiacevole. Dopo aver fatto attendere per più di un'ora il detto parlamentario, il nuovo Capo di Stato Maggiore Ten.Colonnello D.Patrizio Guillamat è andato a dargli la risposta a voce dicendogli che la Cittadella di Messina nulla aveva a che fare con Gaeta. Il parlamentario insisteva di parlare col Maresciallo, ma gli è stato risposto che era sufficiente la presenza del suo Capo di Stato Maggiore.

Nel mentre il parlamentario attendeva , immensa quantità di popolo era ammassata da lontano allo sbocco di Terranova; la lunga attesa

aveva fatto lusingare la popolazione che si stavano redigendo gli articoli della capitolazione stante che è certa della resa di Gaeta.

Questa mattina i soliti 4 marinari sono sbarcati in Messina per prendere l'acqua alla fontana del Leone per l'ospedale; tra di essi sono stati arrestati(uno ferito e due molto malmenati) ed il quarto è riuscito a scappare. Si è subito scritto la Generale Chiabrera che in giornata avesse restituito i marinari e puniti i manchevoli non supponendosi affatto essere ciò accaduto su sua disposizione perchè sarebbe lo stesso che rompere la convenzione; in caso contrario questo Maresciallo si crederebbe in diritto si agire militarmente.

Sono le 2 p.m. e non ancora si è ricevuta risposta, anzi sono le 2 ½ p.m. è mentre scrivo termina una salva reale di tutti i legni piemontesi che sono nel porto con bandiere issate per la presa di Gaeta e le campane della Città che suonano a gloria da stordire la gente. Attendiamo quindi con pazienza il risultato; la Cittadella per altro è ben preparata e tutti attendiamo l'ora di essere attaccati per non annoiarci più nella monotonia in cui viviamo da circa 7 mesi con tante notizie vaghe ed incerte, raramente conoscendo la verità! Ma io credo vera la resa di Gaeta! Verso le ore 22 si riceve decentissimo riscontro dal Generale Chiabrera dicendo che verso sera ci saranno restituiti i marinari trovandosi la popolazione molto irritata per non volersi cedere la Cittadella; nelle lettere vi sono, infine, tante espressioni dalle quali rilevasi che, pur mostrandosi militarmente, sembra che non molto può imporre alla sfrenata popolazione.

Oggi è giunto nel porto un vapore carico di truppe piemontesi che sono sbarcate in Messina; questa sera osserviamo tutta la Città illuminata, bande che girano per le strade, feste, allegria per la presa di Gaeta. Preciso che il Tenente Colonnello Guillamat è venuto nella Cittadella come Capo di Stato Maggiore e come Direttore di Artiglieria.

Il Colonnello di Artiglieria Vallo è stato esonerato dal Maresciallo dall'incarico di portarsi in Città con suo permesso per le varie commissioni o per riceversi il materiale che esce dai Castelli Consagra e Castellaccio perchè un calabrese compromesso ha detto al Maresciallo che il detto Colonnello faceva noto al Generale piemontese Chiabrera quanto succedeva nella Cittadella professandogli molta amicizia. É stato sostituito dal Capitano di Artiglieria De Gennaro il quale non è stato accettato dal Chiabrera che ha detto che avrebbe atteso il ristabilimento in salute del Colonnello Vallo per riprendere i contatti. Non vi è un palmo di netto, nè fidarsi di chicchessia! È stata venduta altra vaccina per far fronte alle spese e carne del nostro ospedale giacché ci troviamo perfettamente privi di denaro. Delle 18 vaccine rimaste, sei di esse hanno partorito.

Verso la mezzanotte si è chiamato "all'armi"; tutta la truppa in un momento si è portata ai posti assegnati; ciò è dipeso da due colpi di fucile tirati da due nostre sentinelle del Forte D.Blasco. Data la irrilevanza dell'incidente,la truppa è stata fatta ritirare.

 

15 FEBBRAIO

Dal nostro interprete ci si fa conoscere i continuati segnali che fa il telegrafo ad osta del nemico, ma si rimarca una differenza di tempo dalla Capitolazione di Gaeta e dell'imbarco del nostro Re sul legno francese "La Muette". A tutti noi ci sorprende tale resa e non la crediamo affatto; intanto, feste e allegrezze di tutti gli abitanti, tiri di salve a Reggio, al Faro e da per tutto.

Questa mattina dal Generale Chiabrera ci sono stati rimandati i marinari che la popolazione arrestò e maltrattò.

Verso mezzogiorno, per un parlamentario, il Generale Chiabrera ha rimesso al nostro Maresciallo Fergola una lettera piemontese con la quale, con lusinghiere espressioni, la pregava di cedere la Cittadella stante che aveva arringata la popolazione di non mostrarsi ostile verso di noi e che avendola persuasa saressimo stati trattati come fratelli; citava, inoltre, la resa di Gaeta e lo stato di prigionia sofferto da quella guarnigione fino alla resa della Cittadella e la sorte degli Uffiziali che avrebbero migliorato il loro avvenire. Gli si è risposto ringraziandolo e dicendogli che tutta la guarnigione è devota al giuramento dato e si atterrà sempre a quanto i regolamenti prescrivono. Per altro, suppongo che il Generale Chiabrera si troverà non molto bene tra una popolazione in anarchia ed il dovere di comandare truppe non sufficiente di poterla reprimere per cui è obbligato fare alcuni passi non troppo militari.

Egli conosce benissimo l'entusiasmo di questa guarnigione, l'attaccamento ai propri doveri tanto del Maresciallo Fergola che degli altri Generali ed Uffiziali di questo presidio, per cui sembra puerile intimarci una resa nel modo cui si è servito.

Suppongo che sia stato obbligato a così praticare.

Siccome da due giorni non viene trasportato il materiale dai due Forti Consagra e Castellaccio, si è scritto dal Maresciallo al Chiabrera che ciò era contrario alla convenzione, stante che quanto esiste in detti Forti a spese del Comune doveva trasportarsi nella Cittadella. Egli volutamente ha riscontrato che erano stati da lui dati gli ordini sul proposito e che non si era potuto effettuare per mancanza di facchini e che avrebbe replicato l'ordine per l'esecuzione.

Ora, se la resa di Gaeta fusse vera, mi sembra che non avrebbe cos' decentemente risposto; d'altra parte, non combina il voler la cessione della Cittadella e poi farvi trasportare il materiale dai Castelli ceduti...

Oggi dalle Autorità civili e militari di Messina si è fatto partire un vapore; alcuni dicono per conoscere se Gaeta effettivamente ha capitolato (perchè molti non vi prestano fede), altri per portare la notizia a Napoli che la Cittadella ha capitolato. Ecco come si passa la vita in un lungo assedio, vivendo sempre nelle incertezze. Reggio ha replicato le salve, altra ne ha replicato una fregata piemontese nell'entrare quest'oggi nel porto tutta paventata; Villa S.Giovanni replica le illuminazioni; questa sera fuochi alla bengala su di un legno piemontese facendo molti segnali; immensa popolazione alla marina per osservarli; gridi immensi di "Viva Vittorio Emanuele , Viva l'Italia Riunita". Grandi e diversi modi come raccontano la presa di Gaeta e così si divertono e passano il tempo fra loro; intanto molti non ci credono.

Un marinaro di un vapore partito ieri da Napoli e qui giunto ci dice che colà nulla si conosce della presa di Gaeta. Bisogna attendere ulteriori notizie; sono sicuro che tanto la presa della Cittadella che la capitolazione di Gaeta sia già pervenuta a Torino affinchè Cavour con tutta facilità possa manifestare nel Parlamento l'annessione dell'Italia unica il giorno 18 corrente nell'aprirsi le Camere.

 

16 FEBBRAIO

Questa notte dal Forte D.Blasco sono disertati tre artiglieri di guardia(Michele Ventriglia, Raffaele Quarto e Santo Petrillo).

Le notizie che riceviamo da Messina sono che il popolo minaccia il Governo dicendo che se non si verifica la presa di Gaeta dopo fatte tante feste e olio consumato per le illuminazioni faranno scorrere molto sangue, tanto più che hanno osservato questa mattina che i materiali dei Castelli ceduti vengono ancora trasportati nella Cittadella come prescritto dalla convenzione di luglio. Il presidio sta in molta allegria per molte lettere ricevute che ci pervengono da Napoli con la data del 14 corrente e nulla parlano della resa di Gaeta; molti la credevano vera per le tante feste e dimostrazioni fatte in Messina, a Reggio e per la intimazione fatta alla Cittadella di rendersi. Le lettere ci sono pervenute col vapore "Roma". Vane speranze!

 

17 FEBBRAIO

Verso le 8 a.m. è giunto nel porto il vapore "Maria Antonietta" proveniente da Napoli; un marinaro dice che era falsa la notizia della presa di Gaeta; altro marinaro dice che a Napoli vi erano stati tre giorni di illuminazione ma che nessuno credeva alla presa di Gaeta; altri parlavano pure della resa della Cittadella. Verso le ore 4 a.m. è entrato nel porto un legno piemontese proveniente da Napoli; gran quantità di barche si sono avvicinate per domandare notizie, forse, della presa di Gaeta, ma dai nostri baluardi abbiamo osservato abbiamo osseravto che la gente se ne è tornata non molto allegra. Alcuni vogliono che questo vapore sia venuto per accertarsi se effettivamente la Cittadella aveva capitolato come si credeva in Napoli. Intanto noi dobbiamo tutto ascoltare e nel buon senso credere solo quello che vediamo effettuato. Molte madri di soldati calabresi sono sbarcate al Lazzaretto per conoscere se i loro figli rientravano in famiglia oppure partivano per Genova o Torino perchè si era pubblicato ieri per la Calabrie che la Cittadella aveva capitolato e perchè tutte le guardie nazionali hanno fatto feste ed il Castello di Reggio ha fatto la salva tanto per la presa di Gaeta che per la capitolazione della Cittadella.

 

18 FEBBRAIO

Ieri, verso le 23, si ricevè un piego dal Generale Chiabrera intimando la resa della Cittadella ordinata dal Generale Cialdini da Mola di Gaeta; rimetteva copia di detto ufficio e copia della capitolazione di Gaeta, composta di 23 articoli; in uno di essi si dice che la guarnigione di Gaeta resterà prigioniera di guerra fino alla resa della Cittadella di Messina e Civitella del Tronto.

In essa capitolazione non si nomina affatto il Re e la Famiglia Reale ed è firmata dal Tenente Generale Milon come Comandante la

Piazza, in vece del Tenente Generale Ritucci che lo è effettivamente; come pure, invece di Bertolini, Capo di Stato Maggiore, è firmato Antonelli. Or queste cose ci hanno fatto supporre un inganno dal nemico per cui questa mattina si è risposto al Generale Chiabrera che domani sarà riscontrato; ciò nella previsione che domani arriverà la messaggeria francese che passa per Civitavecchia da ove dovrebbesi imbarcare il nostro Uffiziale di Stato Maggiore Gaeta che, giusta la promessa, ci dovrebbe portare denaro, di cui difettiamo immensamente, e dallo stesso conoscere la verità delle cose che succedono.

Il detto Generale Chiabrera fa conoscere parimenti che S.E.Cialdini aveva inviato col vapore stesso un Maggiore, suo Aiutante di Campo, per conferire col Maresciallo Fergola o con chi meglio credesse per stabilire gli articoli di una capitolazione o la sua risposta, stante che nella lettera di Cialdini si dice se la Cittadella si ostina nella sua resistenza, manderà truppa e cannoni e questa guarnigione sarebbe trattata non come quella di Gaeta, ma con una resa a discrezione!

La lettera al Generale Chiabrera gliel'ha portata un nostro Uffiziale, al quale ha detto: "Comprendo benissimo che il Maresciallo Fergola vuol attendere domani per sapere dalla messaggeria se sia verità la presa di Gaeta, ma può dirgli che, per abbreviar tempo, ho un vapore a mia disposizione e glielo offro potendovi fare imbarcare quanti Uffiziali desidera che saranno trasportati a Gaeta per assicurarsi della capitolazione colà fatta e ciò sotto qualunque garanzia desidera."- Questa imbasciata ci fa persuadere che Gaeta è perduta, tanto più che a voce il Generale piemontese ha detto all'Uffiziale che tale capitolazione è avvenuta così subitanea per effetto di aver preso fuoco due polveriste ed essere saltati in aria molte centinaia di soldati ed un Generale.

Tale dispiacevole notizia ci ha fatto stare in moto per prepararci sempre più a valida difesa perchè essendo molto vantaggioso per il Re questo punto in Sicilia, sicuramente non ordinerà di cederlo e siccome giusta i regolamenti non può cedersi una piazza se non dietro ordine scritto dalla propria mano del Sovrano e quindi ben contestata e riconosciuta la firma, siamo sicuri che presto verrà truppa, cannoni e vapori piemontesi per ben bloccarci ed assediarci finalmente con fuochi per mare e per terra. Mi ricorderò dell'altro assedio qui sofferto nel 1848 e 49.

 

19 FEBBRAIO

Questa notte dal cancello del Forte D.Blasco è disertato l'artigliere Oliviero.

Verso le ore 9 a.m. è giunta nel porto la solita messaggeria francese ed è sbarcato il nostro Uffiziale di Stato Maggiore Gaeta proveniente da Roma e Civitavecchia ove si è imbarcato. Egli ci ha portato 30mila ducati in oro ricevuti dal Re in Roma per questo

presidio. Ci ha confermato la dolorosa notizia della resa e capitolazione di Gaeta. Per l'effetto di 5 riserve di polvere saltate in aria con la morte di centinaia di uomini e deterioramento delle batterie.

Ma S.M.(D.G.) era ilare assicurando che il mese venturo tutto terminerà in suo favore e perciò la guarnigione della Cittadella stesse ferma e resistesse fino agli estremi.

Ha anche detto che i 30mila ducati sono un acconto ed in seguito vi sarà rimesso viveri e danaro; i 30mila ducati,pertanto, fussero così distribuiti:

 

1.pagare ad Uffiziali e truppa quanto avevano improntato alla Cassa di Campagna;

2.acconto al Maresciallo pel suo soldo mese di gennaio ducati 60

acconto ai Brigadieri pel soldo del mese di gennaio ducati 40

acconto ai Colonnelli pel soldo del mese di gennaio ducati 30

acconto ai Ten.Colonnelli pel soldo mese di gennaio ducati 25

acconto ai Maggiori pel soldo del mese di gennaio ducati 20

acconto Capitani e Chirurghi soldo del mese di gennaio ducati 18

acconto 2° Chirurghi e Guardie del Genio telegrafisti

Uff.subalterni pel soldo del mese di gennaio ducati 15

acconto Guardiani ed Artiglieria e Cappellani

della Cittadella pel soldo del mese di gennaio ducati 9

I Sigg.Uffiziali, seguitando a ricevere la razione, riceveranno quanto sopra è detto in acconto del mese di gennaio; la truppa giornalmente ricevrà la razione di 5 grane.

 

Molte buone notizie l'Uffiziale Gaeta ci ha arrecato; speriamo siano vere.

Quest'oggi si è risposto al Generale Chiabrera di aver appreso la resa di Messina e che non avendo ricevuto ordine dal nostro Sovrano Francesco II per la Cittadella questa si difenderebbe fino agli estremi. Credo che tra pochi giorni saremo assediati e verrà rotto ogni commercio con Messina. Meglio così, finirà la monotonia in cui viviamo da circa 7 mesi.- La notte passata 6 omicidi si sono commessi in Messina. Questa sera grande illuminazione in Città per essersi sparsa la voce che tutte le truppe che assediavano Gaeta si stavano imbarcando per venire a battere la Cittadella per terra e per mare.

Il vapore postale proveniente dalla Siria aveva a bordo il Maresciallo Afan De Rivera e suo figlio; egli non è sbarcato. Oggi stesso il vapore è partito ed il Maresciallo Fergola ha fatto portare a bordo vari uffici per Roma o Civitavecchia.

 

20 FEBBRAIO

Nessuna novità; fino alle ore 4 p.m. le solite barche con i venditori sono venute al Lazzaretto. Nella Cittadella si prepara tutto per un pronto attacco; il nostro ospedale passa nel Maschio abbandonando il Lazzaretto perchè non è casamattato e perchè è privo di acqua ed i feriti che potremmo avere dovrebbero fare molto cammino per giungervi. Si è mandato al Forte SS.Salvatore una pompa e si è disposto per quanti medicinali si possono occorrere. Tutto l'archivio del Comando della Piazza e Provincia di Messina, che si ripose in una stanza del mio appartamento, si è fatto situare nelle casematte non essendo la mia abitazione casamattata per cui prese fuoco nel 1848. Tutto è disposto!

Si sono a me presentati verso le ore 2 a.m. il Colonnello D.Emanuele Moleti del 3° di Linea ed il Colonnello del 5° di Linea D.Raffaele Ferrara, molto sbigottiti, dicendo di aver appreso che si era deciso da noi di non voler cedere la Cittadella, ma che per fare ciò era necessario riunire un Consiglio di difesa per sentire il parere di tutti i Capi di Corpo. Con sangue freddo ho ad essi risposto che mi sorprendeva che essendo Capi di Corpo non conoscevano le nostre ordinanze le quali prescrivono che era nella volontà del Generale Supremo soltanto convocare il Consiglio di Difesa se voleva, ma ciò negli ultimi estremi se si doveva cedere la Fortezza oppure seguitare la resistenza, ma che sempre si sarebbe dovuto attenere al parere il più energico della resistenza, se il Generale Supremo così opinava. Essi mi hanno replicato che vi era uno sgomento tra gli Uffiziali e che tutti giudicavano inutile la difesa ed io ho loro risposto che questo scoramento l'avrei fatto subito cessare perchè al cominciare le ostilità le prime parole equivoche e sovversive che avrei inteso da un Uffiziale di qualunque grado l'avrei fatto fucilare col consenso del Generale Supremo. Ho proseguito dicendo: "Per altro, Voi Signori Colonnelli che dovreste promuovere il morale del soldato ed incoraggiarlo alla difesa di questi baluardi, che dopo Gaeta sono l'ammirazione d'Europa, mi venite a fare delle proposizioni così vili e degradanti! Ho perduto per voi tutta l'opinione che ne avrei potuto concepire! Chiamate a voi i Signori Uffiziali e sappiateli parlare e che sappiano che darò dei tristi esempi!"

Ma qual fu la mia sorpresa allorchè a notte avanzata mi si fece conoscere che questi due vili Colonnelli erano stati nel Forte SS.Salvatore per persuadere il Generale Anguissola, il Colonnello Sforza ed il Tenente Colonnello Recca ad insistere a non fare resistenza e cedersi la Cittadella non essendovi alcuno scopo o vantaggio da parte nostra ed assicurando loro che io ero dello stesso parere.

Al che il Generale Anguissola ha detto loro: "Se il Generale de Martino è di questo parere che me lo scriva ed io che ho tanta fidanza in lui come tutti nella Cittadella, annuiremo ai suoi voleri."-Quanto può la malattia del cuore (la paura) sul fisico ed il morale degli uomini! Nessuna disposizione ho voluto dare oggi stesso per meglio informarmi e calcolar le cose, perchè il letto dà consigli. Ho scritto al Generale Anguissola come doveasi e che fidavo sul suo onore e su quello dei Comandanti del Forte SS.Salvatore di cui ne vivevo sicuro.

 

21 FEBBRAIO

Questa mattina alla punta di giorno mi è stato riferito che ieri sera nella Casina Militare una quindicina di Uffiziali discorrevano di voler fare una dimostrazione, di non volersi battere per una causa perduta; ma poi decisero che questa mattina, verso mezzogiorno l'avrebbero eseguita. Il più scandaloso si fu che questo discorso accadde in presenza di un certo Generale (Cobianchi). Ognuno può supporre qual sentimento di onore e coraggio questi vili possono ispirare ai loro dipendenti ed ai soldati. Mi sono portato dal Maresciallo pieno di buon cuore, ha deciso che i due Colonnelli Moleti e Ferrara, il Capitano Torricelli, Capitano Zannetti ed il 2° Tenente Forte fussero cacciati dalla Cittadella come vili e traditori, essendosi così manifestato all'ordine di oggi.

Alle ore 23 di oggi si è loro mandato in Messina i rispettivi equipaggi ed averi per via di mare.

Or, mentre si stava eseguendo una tale operazione, il Colonnello Vallo di Artiglieria si è disertato(paura che fa perdere l'onore).

Verso le ore 23, l'Uffiziale di guardia dell'avamposto Pagliara, Alfredo Candia, del 3° di Linea, abbandonando il posto, si è anche disertato.

Lo spirito della truppa è buono; sarebbe eccellente se avesse Capi di Corpo e buoni Uffiziali. Ecco disgraziatamente di ciò che manca la nostra Armata. Nelle presenti infelici circostanze si sono trovati Capi di Corpo e Generali che presso altre Nazioni non varrebbero per caporali.

 

22 FEBBRAIO

Ieri il Consulente 1° Chirurgo operatore venne ad espormi la sua triste posizione per la sua famiglia che non aveva mezzi e come fare ad essa pervenire mezzi si sussistenza; io cercai di confortarlo dicendogli che non era il solo che trovavasi in simile posizione e che potrebbe darsi che le cose di guerra non tarderebbero di molto a decidersi. Ma quando il dottore cominciò a dirmi che la nostra resistenza era inutile, che il nemico aveva cannoni di maggior portata e che andressimo tutti a sicura morte, pacatamente gli risposi che l'onor militare non doveva investigare tante cose che potevano essere assurde e lo prevenni che se un simile discorso l'avesse profferito avanti più di un individuo del presidio, ovunque trovavasi, l'avrei fatto fucilare e perciò lo consigliavo astenersi oppure si fusse portato dal Maresciallo per ottenere di andarsene conoscendo la sua viltà. Brutta cosa è la paura!-Questa mattina il detto Dottore Conte si è portato dal Maresciallo chiedendo la sua dimissione o un permesso; siccome in nessun modo lo si è potuto persuadere, forse per qualche parola mal considerata, il Capo dello Stato Maggiore lo ha preso a calci ed urtoni e da un Uffiziale di Stato Maggiore e 4 uomini di guardia lo ha fatto scortare fino al Lazzaretto per mandarlo via in Messina ove meglio accrescere il numero dei vili che sicuramente spaccieranno notizie contro gli Uomini d'Onore che difendono questi baluardi.

Sono certo che il nemico, avendo più buon senso, calcolerà più noi che i vili che disertano.

Questa mattina si è inaugurato il quadro della SS.Vergine Addolorata che il Santo Padre ha fatto dono a questo presidio con Messa cantata, sermone e Benedizione e con le bande dei  Reggimenti.

Questa mattina con tutta la truppa del presidio si sono riconosciuti quale comandante del 3° di Linea il Maggiore Milano e del 5° di Linea il Tenente Colonnello Diversi, in sostituzione dei due Colonnelli Moleti e Ferarra, espulsi come vili.

Il più triste per me si è che dopo l'intimazione della resa della Cittadella non ricevo più fogli esteri e sono privo di quanto succede nel mondo politico essendo quasi interrotta la comunicazione con Messina se non quella attraverso i parlametarii; intanto le barche dei venditori seguitano a venire, massime ora che si sono distribuiti ai soldati circa 9mila ducati.

 

23 FEBBRAIO

Questa mattina sono stati espulsi dalla Cittadella due Cappellani Militari (D.Enrico Vigliena e D.Giuseppe De Simone) i quali esponendo le loro malattie per l'aria della Cittadella e par la forte paura che avevano, per non far scoraggiare gli altri si sono cacciati via. Il 1° Medico dei Pionieri esponendo lo stesso, si è posto agli arresti di rigore nella sua abitazione con l'ordine che se sorte dagli arresti impostigli sarà giudicato e fucilato. È tempo di fermezza perchè l'Europa tutta ci guarda!

Stamane il nemico ci fa pervenire una carta stampata per scoraggiare la guarnigione in dove osservasi una lettera che comincia così: "Il piemontese Generale Cialdini per ordine del Ministro di Guerra di Napoli al Generale Chiabrera in Messina" in cui gli impone che se la guarnigione della Cittadella non si arrende al primo invito saranno tutti trattati come arresi a discrezione e gli Uffiziali Generali tutti fucilati! Bella cosa se potessero conseguirlo; qui siamo preparati quali uomini di onore ed attendiamo di essere attaccati, ma ciò, per ora, non di è verificato. Puol darsi però che le circostanze cambiano... stiamo agli eventi. Tutto è dubbio ed il militare di onore sta fermo al suo posto ed al suo giuramento fino a che il Sovrano, esse stesso, non ordina di cedere. Per altro, il nemico deve ben pensare di attaccare uomini decisi e pieni di sentimenti di onore!

Si sono aumentati quantità di cannoni da per tutto e da ogni dove ove può supporsi una scalata si sono situati molti marrazzi; intanto, ad onta di tante minacce, i venditori seguitano a venire al Lazzaretto e provvederci di quanto ci bisogna ed acquistare in Città quanto da noi si desidera; essi dicono che venendo Cialdini saremo tutti passati per le armi. Sono stati congedati vari soldati inutili ai quali si è dato due razioni di viveri ed 8 giorni di prest.

Sentiamo triste notizie da Napoli, ma che fare? La rivoluzione è in trono: si vuole la repubblica; meglio così! Repubblica e Sovranità sono due estremità che si toccano e questo scisma può giovare al nostro ottimo Sovrano. Il detto di Napoleone I era: "on ne fait pas Republique avec des vieilles Manorchie."

Mi perviene notizia da Messina che la Comune della Città abbia esposto al Generale Chiabrera che la Città stessa era valutata a 170 milioni di fabbricati e che perciò fino a che Vittorio Emanuele non avesse garentita tal somma con firme di negozianti accreditati la Città non avrebbe mai permesso che si attaccasse la Cittadella la quale potrebbe fulminare tutta la Città. A mio credere tale protesta è stata intempestiva stante che fino al momento che non si riuniscono qui 15mila uomini, grosse artiglierie ed una sufficiente armata navale, la Cittadella non può essere seriamente investita; ma ciò dipende dalla paura che, come ha invaso alcuni nostri commilitoni espulsi o disertati, così ha prodotto nei pagani e proprietari di Messina. Da un foglio di Messina del 20 corr. si apprende che, all'apertura del Parlamento di Torino il giorno 18, Vittorio Emanuele ha dichiarato l'Italia "unica e sola", manifestando che se l'Imperatore dei Francesi ha stimato richiamare il suo inviato, con suo rammarico, esso non alterò i sentimenti della sua gratitudine nè la fiducia del suo affetto alla causa italiana.

Verso le ore 23 il Maggiore Comandante l'Artiglieria D.Achille De Michele, nel montare di ispezione gli avamposti; si è presentato al Capitano di guardia della Sperlungata avendo in mano un plico e dicendo – per essere aperto il cancello – di doversi portare come parlamntario all'avamposto nemico e ricevere riscontro al plico.

Ho chiesto un caporale e due uomini per inoltrarsi, giusta il consueto, all'avamposto nemico ed ordinando all'Alfiere di guardi Cosentino, del 3° di Linea, di seguirlo. Giunto a poca distanza dal nemico ha licenziato la scorta e vilmente ha disertato. Che tristi tempi sono questi ed in quale infelice posizione ci troviamo dopo 7 mesi di assedio! Il veder disertare Colonnelli, Uffiziali Superiori, Capitani, Subalterni, Dottori, Cappellani, Impiegati del Telegrafo, è cosa che fa raccapricciare! Tanto più ciò ha fatto nascere la giusta diffidenza nella truppa verso i loro Superiori che difficilmente potranno ridursi nello stato normale perchè i soldati credono di essere traditi o venduti.

Faccia Iddio!

 

24 FEBBRAIO

Questa mattina la popolazione di Messina ha impedito ai venditori di venire con le barche al Lazzaretto, per cui siamo stati privi di carne fresca e altro; ma saputosi ciò dal Generale Chiabrera, che sta perfettamente alla convenzione, o perchè gli stessi venditori hanno portato i loro reclami al Municipio perchè non hanno altri mezzi di sussistenza, dopo mezzogiorno è venuta la gran quantità di viveri giusta il consueto.

 

25 FEBBRAIO

Il nostro interprete telegrafico ha rilevato dal telegrafo nemico che Cialdini ordina da Napoli al Generale Chiabrera di sospendere il lavoro perchè sarebbe venuto di persona.

Vi sono affissi in Città con cui si avvisa che ogni carretto deve pagarsi per affitto 3 carlini senza poter sortire dalle catene che sono a qualche miglio dalla Città; intanto si impedisce alle porte della Città di poterne uscire e ciò per non far spopolare e per non far mancare i viveri. Il Generale Chiabrera ha dato ordine di poter far venire in Cittadella 200 fascine che il Municipio non voleva supponendo che potevano servire di spalleggiamento alle fortificazioni.

Sappiamo dai venditori essere partiti per Napoli i nostri Uffiziali disertati o espulsi, ad eccezione del Colonnello Vallo ed il Chirurgo operatore Conte. Si suppone che questa notte saremo attaccati alla parte di mare, ciò non sarebbe per noi una sorpresa perchè l'altra notte, senza che il nemico avesse potuto osservare, si sono fatti caricare tutti i pezzi del fronte di mare.

Questa mattina ha ancorato fuori del porto una fregata Sarda; alcuni dicono che vi è imbarcato il Tenente Generale Cialdini, ma non ne siamo sicuri.

Corre voce parimenti che un gran numero di soldati piemontesi è sbarcato a Milazzo, a circa 25 miglia da Messina; non saprei perchè dovrebbero defaticare la truppa mentre possono sbarcare nelle vicinanze di Messina fuori il tiro di cannone della Cittadella, senza imbarazzarsi del trasporto di equipaggi o altro che porta seco una truppa, mentre Milazzo manca molto di mezzi di trasporto e di animali.

Sono 7 ore di notte, tira vento orribile e, quindi, impossibile che i legni nemici potrebbero restare nel Faro agitato per bombardare la Cittadella per cui possiamo riposare tranquillamente fin che dura il vento.

 

26 FEBBRAIO

Tutta la notte la maggior parte del presidio ha travagliato ai lavori di terra e si seguita con energia; il tutto diretto dall'infaticabile ed esperto Direttore di Artiglieria D.Patrizio Guillamat il quale aumenta cannoni, mortai, spalleggiamenti con la massima intelligenza.

Alla punta di giorno è giunta una corvetta armata con bandiera piemontese e si è situata al fianco della fregata giunta ieri.

Il nostro interprete rileva dal telegrafo nemico che da Napoli si segnala alle Autorità della Sicilia di sorvegliare attentamente su tutti i punti del litorale dell'Isola.

Le notizie che ci pervengono da Messina sono:

che sia giunto ordine al Console di Francia di bassare le armi;

che Cialdini sia stato richiamato con premura a Torino;

che i piemontesi vanno a partire.

 

Queste notizie le apprendiamo dai venditori che vengono al Lazzaretto e delle quali teniamo il conto che si conviene, abbenchè molti di essi siano legittimisti. Sarebbe ottimo, per altro, se ciò si verifica.

Dicesi pure che il nostro Colonnello Vallo, disertato da noi, il giorno 20 abbia fatto un progetto al Generale Chiabrera di formare un Reggimento di volontari o fare una coscrizione per marciare contro Venezia; Al che il Municipio gli ha fatto sapere che d'intrigasse dei fatti suoi e che a nulla badasse della Città di  Messina e di non far progetti di fortificazioni perchè la Città non desidera affatto che si faccia fuoco contro la Cittadella per non correre il rischio di essere bruciata. È giunta la messaggeria francese; si è mandato a bordo il nostro Uffiziale dal Comandante gli è stato detto che S.M. Francesco II era ancora a Roma ma che sin porterà forse altrove; che in Civitavecchia vi era un vapore che sta per venire qui alla Cittadella con dispacci e ordini del Re, portando soccorsi di più viveri e denaro. Gli ha detto ancora che tra pochi giorni tutto sarà a nostro favore. Viviamo nei dubbi e nella speranza...

Per quanto ci si assicura, il Tenente Generale Cialdini, che ci dissero essere arrivato ieri in Messina, è ripartito e sia rimasto qui in Città l'Ammiraglio Persano. Ciò è tutto in dubbio ed a verificarsi. Certo è che la popolazione non si mostra molto ostile verso di noi come nei giorni passati. La corvetta giunta stamane, verso mezzogiorno è partita e portatasi fuori tiro si è piazzata di fronte il Forte Lanterna ove è rimasta per circa 2 ore esaminando tutte le fortificazioni della Cittadella, quindi è partita verso Napoli.

Verso le ore 23 riceviamo notizie contraddittorie, cioè non essere Cialdini quello venuto a Messina, bensì il Generale Della Rocca e che sulla fregata qui rimasta vi è l'Ammiraglio Persano; che i Generali piemontesi nel visitare i siti per piazzare le loro artiglierie per battere la Cittadella ed i Forti dipendenti abbiano avuto delle osservazioni dalla Cittadinanza che non vuole sia bombardata e che perciò abbiano deciso formare numerose batterie di mortai e cannoni cavalli dalla parte di S.Nicolicchio sulle alture ed alla parte dei Moselli. La guarnigione a sangue freddo tutto ascolta ed attende gli eventi.

In giornata si è aumentata una batteria di 5 columbrine dalla parte di mare grosso, alla diritta del Forte Lanterna; tra queste vi è quella denominata "del Diavolo", dalla quale un proiettile può arrivare fino a Reggio. Si è parimenti situato un filo elettrico tra la Cittadella e Forte SS.Salvatore.

 

27 FEBBRAIO

Tra la notte e la punta di giorno di oggi; dai nostri avamposti si sono disertati insieme: il Maggiore D.Salvatore Papa, l'Alfiere D.Salvatore Randazzo(il primo d'ispezione il secondo di guardia) nonchè il 2° sergente Pitocchi, il musicante Giuseppe Di Giovanni ed il 2° sergente Andrea Serra. Su di essi la guardia ha fatto fuoco e, per quanto sappiamo, il Maggiore Papa è stato ferito.

Riceviamo lettera da una nostra spia in Messina che ieri i Generali piemontesi, avendo fatta una ricognizione sulle alture di Messina, hanno deciso di piazzare le loro batterie sugli stessi siti ove erano nel 1848, cioè: Noviziato – Torre Vittoria – Moselli ed altri e che hanno interessato il Colonnello Vallo di far subito l'esatta pianta della Cittadella per così scegliere i migliori punti per dirigere i colpi tutti ad una polverista qualunque.

Suppongo che il detto disertore Vallo avrà ben informato il nemico che ognuna delle nostre 3 polveriste contiene 1.000 cantaia di polvere.

Nel nostro arsenale si sono confezionate gran numero di palle di piombo che sono più efficaci per l'attacco di mare.

Nell'aprirsi le casse dei medicinali venuti dalla Francia con la gran quantità di viveri vi sono trovate molte cassettine di tavolette di consumè per far brodo ai malati e molti involti di sfile e compresse di finissima tela; ogni involto ha sopra scritto il nome di chi per simpatia li ha rimessi, Duchessa del Gallo, Conte Molino, ed altre Dame francesi.

Ogni momento riceviamo notizie contraddittorie che disgraziatamente non siamo in condizione di verificare.

La corvetta sarda si è rientrata questa mattina e si è situata vicino alla fregata ove trovavasi prima di partire. Siamo stati assicurati che sulla fregata vi è l'Ammiraglio piemontese Persano e che l'altra sera, in incognito, si portò al teatro e che, essendo stato riconosciuto e si preparavano a fargli ovazioni, di ciò accortosi, sortì subito dal teatro. Ci pervengono tante notizie dalla Città forse per intimorire la guarnigione per le tante batterie che il nemico stabilisce con cannoni, cavalli, mortai ed altre macchine come quelle che hanno conquassato Gaeta; ciò è a credersi perchè il nemico sicuramente sarà irritato che in tutto il Regno delle Due Sicilie nella sola Cittadella sventola ancora la bandiera del Re Francesco II e che, ad onta che questo sia sortito dal Regno, la sua guarnigione si ostina alla resistenza e non intende affatto cedere, abbenchè molti vili uffiziali superiori siensi disertati, massime i Capi dell'Artiglieria. Intanto con i nostri cannocchiali nulla si scorge, a meno che non costruiscono batterie mascherate. Noi pure ci prepariamo a più non posso aumentando pezzi, spalleggiamenti, lavori di terra e quanto può idearsi per una valida ed ostinata resistenza e difesa, tanto più che abbiamo viveri per più di altri due mesi. Ma la differenza delle armi...

 

28 FEBBRAIO

Questa notte sono giunti molti legni sardi con truppa e immenso materiale e polvere che hanno sbarcato verso Real Alto e Salvatore dei Greci; altri legni sono poi entrati nel porto e siccome il Maresciallo è stato avvertito che varie batterie di notte si stanno costruendo con immenso materiale che vi si trasporta, ha scritto subito al Tenente Generale Cialdini che essendosi contravvenuto alla convenzione stipulata del mese di luglio tra il Maresciallo Clary ed il Generale Medici si vedeva suo malgrado prendere le difese della Cittadella e cominciare le ostilità. Si è parimenti scritto a tutti i 16 Consoli delle varie Nazioni di far sgombrare il porto dai legni che appartengono alle rispettive nazioni e di salvare i propri connazionali ed i loro interessi perchè la Fortezza andava ad agire ostilmente contro il nemico.

Questi uffici si sono mandati sui legni da guerra francese per farli pervenire alle destinazioni.

Or siccome si sono provocate da noi le ostilità, che possono cominciarsi anche subito, bello è vedere, da buon militare, quale attività si è sviluppata in un momento in questo presidio ove 4.300 uomini sono in movimento per operare lavori di terra per spalleggiamenti, blinde, ripari maggiori per polveriste, cose la più temibile avendo il nemico cannoni cavalli che noi non abbiamo e che tirano a circa tre miglia di distanza con proietti di immensa mole, ma noi, decisi, con le granate e la fermezza di vecchi soldati ci batteremo ed il nostro onore sarà salvo; se soccombiamo sarà con onore! Mentre scrivo, l'infaticabile Capo di Stato Maggiore raddoppia i pezzi e dà energiche disposizioni. Sono le 3 ¼ p.m., il nostro Uffiziale che ha portato gli uffici ai Comandanti dei legni da guerra inglese e francese, per farli consapevoli delle determinazioni ostili prese dalla Cittadella, ha riferito che sono rimasti molto dispiaciuti perchè tale decisione apportava loro molto imbarazzo in quanto nessun preparativo era stato fatto in quanto fidavano sulla parola del Generale Cialdini che li aveva assicurato che non avrebbe tirato nemmeno un colpo contro la Cittadella perchè era in attenzione che un ordine sarebbe giunto al Comandante della Cittadella da Francesco II di cedere la Fortezza. I due Comandanti, per altro, male giudicano il modo di procedere del Generale Cialdini!

A questo punto si riceve rapporto che dalla parte dei Moselli una barca cannoniera sarda sta sbarcando proietti e pazzi per formare una batteria; si scrive subito a Cialdini(non avendo ancora ricevuto riscontro all'ufficio di un ora fa) che se la barca cannoniera non si allontana si farà fuoco. Cialdini ha risposto insolentemente che se non si cede la Cittadella saremo passati a pil di spada essendo Vittorio Emanuele riconosciuto Re d'Italia; aggiunge altre minacce da far paura ai paesani. Finisce col dire che se volevamo tirare sul legno che stava scaricando l'avessimo pure fatto; intanto questo legno ha alzato bandiera inglese.

È giunto parimenti un vascello inglese il quale per proteggere lo sbarco di uomini e proietti e materiali da guerra dei legni piemontesi si è posto avanti agli stessi per impedire che potessimo tirarli. Ecco la protezione inglese per il Piemonte; intanto i legni da guerra piemontesi si sono allontanati dal porto.

Verso le ore 23 sono venuti con bandiera parlamentaria al posto S.Teresa tutti i Consoli ed i Comandanti dei legni da guerra francese ed inglese intercedendo per la infelice Città a scopo umanitario ed anche per non attirare su di noi l'odio di tutta l'Europa col devastare una così bella Città e con l'effusione di sangue. Io ha ad essi risposto che ciò non dipendeva dai Generali della Cittadella ma che, attaccandoci e minacciandoci il Generale Cialdini, sicuramente non dobbiamo cedere da vili e, quindi, è attribuibile a lui il danno. Ma essi mi hanno prospettato – e volevano la mia adesione – di voler proporre al Generale Cialdini di rendere neutrale la Città e che i tiri a noi diretti potrebbero essere fatti dai lati della Città e per via di mare.

Ho loro risposto che questa soluzione era impossibile stante che il nemico riceve tutte le risorse dalla Città e questa pertanto ne pagherà il fio, nè, d'altra parte, il Maresciallo Fergola addiverrebbe ad una simile soluzione. Alle loro insistenze, ho detto: "Questa cosa potreste consigliarla a Cialdini, che ci scriva e discuteremo." Ed essi: "Cialdini è altero e noi non possiamo avanzargli la proposta senza la vostra anticipata adesione perchè mal soffrirebbe una negativa."

Infine, facendo appello alla filantropia, alla generosità ed alla umanità, mi hanno pregato di consultare il Maresciallo e mi hanno chiesto il permesso di ritornare domani alle ore 9 a.m. Il comandante il legno inglese mi consiglia di non farsi nemica l'Inghilterra stante che domani vanno a venire 3 vascelli inglesi i cui Comandanti non apprenderebbero bene che la Cità di Messina va ad essere bombardata essendovi migliaia di sudditi inglesi proprietari e negozianti. Gli ho risposto che avendo prevenuto 24 ore prima tutti avevo adempiuto a quanto prescritto dal diritto internazionale e che perciò domani alle ore 4 p.m. doveva trovarsi col suo legno fuori dal porto; lo stesso ho detto al Comandante del legno francese. Infine, annoiato da tanti discorsi, ho detto a tutti: "Signori, essendo l'ora di alzare i ponti e chiudere la Fortezza, ho l'onore di salutarvi!" Tutti mi hanno risposto: "Ci vedremo domani alle 9 a.m."

Sono le 11 p.m. ed osserviamo i grandi lavori che si stanno eseguendo dal nemico con immensa calca di popolo che offre la mano d'opera. Fatto sta che si sono formate delle batterie molto lontane perchè Cialdini è molto provveduto di cannoni cavalli che tirano a circa 3 miglia e dei quali noi siamo sprovvisti. Basta, cercheremo aiutarci con le granate! L'altro nostro impaccio è la grande quantità di polvere che abbiamo nella Cittadella, polvere pervenutaci dai castelli ceduti Consagra e Castellaccio, da Trapani, Milazzo da Palermo ed altri siti e tutta venne qui immagazzinata in siti non molto sicuri. Siamo in mezzo ad un vulcano, facile a saltare tutti in aria. Faccia Iddio!

 

1° MARZO

Cosa curiosa! Questa mattina dalla Città ci pervengono le solite barche di viveri ed abbenchè la truppa di nulla abbisogna perchè abbiamo viveri a sufficienza, pure i nostri soldati spendono lo stesso il prest. Questa mattina i Signori Uffiziali ricevono il soldo di febbraio, cioè una parte, stante che i Generali non percepiscono che 40 ducati.

Alle ore 9 a.m. sono giunti agli avamposti i Consoli e, dalla parte di mare, il Colonnello della Stato Maggiore Aiutante di Campo Cialdini. Ho chiesto ai Consoli di parlamentare prima col detto Uffiziale il quale a voce mi ha detto che se il Maresciallo Fergola desiderava qualcosa da lui avesse messo per iscritto direttamente perchè nulla avrebbe ricevuto ed ascoltato per il tramite dei Consoli esteri stante che tra italiani potevamo ben intenderci. Ho risposto che ciò era ben inteso e non sapevo cosa pretendevano i detti Consoli. Egli, inoltre, mi ha portato un ufficio del suo Generale col quale viene dichiarata rotta la tregua domani a mezzogiorno e, pertanto, a tale ore sarebbero cominciate le ostilità. Al che si è risposto che da parte le ostilità sarebbero cominciate questa sera alle ore 5 p.m. avendo di tanto avvertito tutti i Consoli onde facessero tutti i legni dal porto.

Parlando in seguito ai Consoli, tutti mi hanno dimostrato la loro dispiacenza nel trovare il Generale Cialdini così burbero e inconciliabile; mi hanno ringraziato delle buone maniere usate e che tutta la colpa ricadrà sul Generale Cialdini per la ruina della Città di Messina e dei suoi abitanti. Mi hanno pregato, parimenti, di non tirare sui legni se per caso questi per le 5 p.m. non fussero ancora usciti dal porto stante che i rispettivi Comandanti erano stati tardivamente avvertiti perchè si lusingavano che il Cialdini avesse annuito alle loro preghiere. Ho loro detto che tanto la Città quanto i legni saranno risparmiati nei limiti del possibile; la necessità di rispondere ad un bombardamento non consente di poter promettere sicuramente cosa alcuna. Infine, ho loro ribadito che per le ore 5 p.m. il porto deve essere sgombro di tutti i legni, qualunque sia la nazionalità.

Il gran numero di donne e ragazzi che sono in Cittadella si è fatto ammassare in una casamatta; si sono date tutte le disposizioni per un attacco immediato.

Alle ore 3 ½ p.m. dalla batteria del Forte D.Blasco si è fatta tirare una cannonata verso le batterie nemiche che si faranno ai Moselli; il nemico non ha risposto.

Abbiamo ricevuto una lettera di una spia di Messina(speriamo che sia l'ultima perchè poca fede vi presto) dalla quale si apprende le diverse batterie che il nemico sta costruendo, come pure i grandi approvvisionamenti che si fanno a Torre di Faro da una

Armata Navale Australiana o Bavarese che sta per venire in nostro soccorso, nientemeno che di 60mila uomini...Bùm!

I Generali e lo Stato Maggiore si sono ritirati nelle casematte.

 

2 MARZO

Alle ore 10 ½ a.m. sono giunti in direzione della Cittadella due vapori sardi rimorchiando altre barche da trasporto con truppa e munizioni per sbarcare a Contessa o ai Moselli ove il nemico fa grandi lavori; nell'attraversare il Faro, i detti legni hanno avuto tirati vari colpi di cannone dalla Lanterna e dal Forte D.Blasco, senza però offenderli.

Il porto è sgombro dei numerosi legni di commercio ad eccezione delle due fregate francesi ed americane le quali ci hanno fatto sapere che abbiamo fatto benissimo tirare sui legni sardi e che non ancora sono sortite dal porto perchè sono sicure che in giornata il nemico non farà fuoco.

I venditori non sono venuti ma abbiamo ancora l'acqua dalla Città che non è stata tolta; la provvista di acqua che abbiamo è sufficiente per circa due mesi, se piove ne avremo di più.

Per tutto il giorno il nemico ha innalzato forti batterie anche dalla parte dei capannoni lunghi ai Gazzi; nulla dalla parte di S.Nicolicchio.

 

3 MARZO

Il nemico tutta la notte ha travagliato alle sue batterie ma ci ha lasciato tranquilli senza attaccare; forse in giornata lo saremo e ci troverà ben preparati per riceverlo.

Tutti ricevono la razione, anche i ragazzi e le donne.

Alle ore 11 ½ a.m. è giunto il vascello "Il Monarca" e 3 vascelli inglesi; si sono ancorati al di là delle grotte. Sta per giungere il vapore postale francese da Costantinopoli. Il nemico segue con attenzione i suoi lavori e non facciamo altrettanto; i nostri lavori di terra e di blindaggio sono quasi al termine. Si è tolta la baracca situata sulla spiaggia tra le lunette S.Francesco ed i pazze situati sul parapetto della falzebraga S.Diego; si è raddoppiata forza e cannoni sulle lunette S.Francesco.

Il Comandante la corvetta americana che trovasi nel porto, questa mattina ha inviato una lettera al nostro Generale Supremo Fergola offrendosi a far giungere un nostro piego al Re Francesco II perchè essendo noi uomini di onore ci preparavamo a valida resistenza e non avendo mezzi come corrispondere con S.M. si offriva per l'oggetto in parola onde S.M. avesse conosciuto la nostra posizione e quella dell'infelice Città di Messina ove si contengono gli interessi di tante Nazioni, oltre il sangue che andrebbe a spargersi .

Dopo un Consiglio di Difesa, si è deciso di scrivere a S.M. facendogli conoscere le molteplici batterie che l'inimico sta costruendo senza poterlo impedire perchè la nostra artiglieria non vi giunge e che ne siamo attaccati, avendo il nemico cannoni rigati, obici e cannoni cavalli che hanno quasi doppia gittata, certamente ci bombardano facendo tacere i nostri quattrocento e più cannoni che non hanno la loro gittata; più che S.M. desidera si tener fermo ancora che trovassi i mezzi come far partire da qui 600 donne e ragazzi che sono un positivo ostacolo per la difesa; si è detto parimenti che siamo molto ingombri di polvere che sono riposte in locali poco sicuri e che le donne sono ammassate in locali perfettamente stivate.

Questa lettera parte domani; credo, per altro, che il Generale Cialdini sappia quanto

ha praticato il Comandante americano forse per i reclami dei messinesi che non desiderano soffrire un bombardamento.

Un vascello inglese quest'oggi è entrato nel porto, centinaia di legni mercantili sono tutti usciti restandovi solo la corvetta americana, altra inglese ed il detto vascello. A parer mio, restando tutti questi legni nel porto, certamente non saremo attaccati in giornata.

 

4 MARZO

Questa notte dagli avamposti si è disertato un 2° Sergente ed un soldato del 3° di Linea.

Questa mane si è mandato un nostro Uffiziale per mandare il piego al Comandante Commodoro americano che ieri si era offerto di farlo pervenire a S.M. in Roma; in riscontro, ha restituito il piego dicendo che ciò poteva disgustare l'Ammiraglio Piemontese Persano potendolo supporre una infrazione ai diritti di guerra. Nello stesso tempo due Uffiziali americani si sono approdati al posto Pagliara ove sono andato a parlamentare. Questi, adducendo la stessa scusa per parte del Commodoro, mi hanno detto che si fusse fatta altra busta diretta al Console Americano promettendo sulla sua parola che il plico sarebbe giunto nelle mani di S.M. Così si è fatto. Intanto io opino che questo plico, invece di andare nelle mani del Re, andrà in quelle dell'Ammiraglio Persano o Cialdini.

La corvetta americana è sortita dal porto ed ha preso la rotta verso il Nord; il vascello francese, un'ora dopo, anche è sortito dal porto e si è ancorato verso il Salvatore dei Greci.

Si è supposto qualche complotto di pochi uffiziali forse per quella tale malattia del cuore(paura), ma sembra sventato. Si sono chiamati anche i Capi di Corpo a cui si è parlato militarmente, quindi tutti i primi sergenti.

Le circostanze sono veramente critiche: capi di corpo deboli, uffiziali tutti casati, circa 600 tra donne e ragazzi, grosse batterie che l'inimico innalza, cannoni rigati che tirano a quasi tre miglia, cannoni cavalli con straordinari proietti ecc. Tutto ciò ha in qualche modo sgomentato specie gli uffiziali casati, ma io quest'oggi ho ad essi parlato come vecchio soldato e mi auguro che ne profittano se il punto di onore è loro caro, qualunque siano le circostanze.

Un'ora prima della mezzanotte è entrato nel porto un vapore che non si riesce a conoscere a qual nazione appartiene perchè notte oscura; il solo che ci è ancorato in questo vasto porto.

Sono le ore 5 ½ di notte ed entra nel porto un altro vapore e non si scorge se sia da guerra e a qual nazione sia perchè la notte è molto fonda.

 

5 MARZO

I vapori entrati nel porto questa notte ne sono sortiti dopo qualche ora.

Sono le ore 6 ½ a.m. ricevo rapporto che 5 sentinelle questa notte si sono disertate dagli avamposti; sono del 3° di Linea.

Il Direttore di Artiglieria Guillamat, Capo dello Stato Maggiore, ha costruito due batterie nella falzabraga S.Stefano; i cannoni sono situati con la culatta a terra e senza affusti con l'elevazione di 40 gradi per così prolungare la parabola per tentare tutti i mezzi onde poter giungere più a portata delle batterie nemiche. La prima di queste batterie ha 8 pezzi da 80 e chiamasi "Batteria Fergola", la seconda ne ha 12 da 36 e chiamasi "Batteria de Martino".

Fa gran tempesta di mare; infiniti legni piemontesi da guerra vanno e vengono dal Faro, da Reggio e le Grotte; altri si allontanano dalla spiaggia dei Moselli ove costruiscono batterie. Noi siamo parati a ricevere un forte bombardamento e adoperare tutti i mezzi per una valida resistenza da Uomini di Onore. Salvato questo, la vita è nulla!

Stamane è stato distribuito alla truppa rhum e tabacco; agli uffiziali zuccaro e caffè. Siamo privi però di carne fresca e verdura, non per questo i Generali e Stato Maggiore siamo privi di pasticceria per il latte che producono le 6 vacche sgravate, le quali, aon le altre 20 vaccine, si conservano per l'ospedale.

Sono le 4 p.m., ricevo rapporto dalla Caponiera che un soldato del 3° ed altro del 5° di Linea, profittando della forte pioggia, hanno abbandonato gli avamposti e si sono disertati al nemico il quale con arte ha fatto circolare nelle guarnigione la lettera scritta al Maresciallo Fergola ove c'è scritto che saremo trattati da briganti se non ci fossimo arresi prima che di cominciare il fuoco. Ciò aumenta le nostre angustie perchè essendo i tutti soldati di fresca data temono in maniera straordinaria quanto si spaccia dal nemico, massime da parte degli uffiziali che vedono compromettere i loro gradi. Ed è perciò che desidero che si cominci l'attacco !

Verso le ore 23 ½ un vapore francese ha attraversato il Faro accostandosi sotto la protezione della Cittadella, ma essendosi spinto altro vapore, ad una certa distanza, dalla Cittadella si è tirato un colpo di cannone per obbligarlo ad issare bandiera; questi ha issato bandiera piemontese e dalla cinta principale gli sono stati tirati altri 3 colpi di cannone, ma senza effetto. Il vapore francese, poi, radendo il circuito del Forte Lanterna e Forte SS.Salvatore, si è ancorato fuori del porto ove sono tutti gli altri legni.

Si sono rinchiusi agli arresti di rigore il Comandante del 3° Reggimento di Linea, Maggiore Conte Milano ed il Capitano Messina , dello stesso Corpo, per aver manifestato al Corpo ed alle Compagnia proposizioni sovversive, vili e degradanti per militari d'onore. Essi sono sotto chiave e senza corrispondenza.

Avevano, nientemeno, proposto di uccidere i Generali ed il Capo di Stato Maggiore per cedere la Cittadella. Speriamo che con tale fermezza si possa giungere allo scopo di terminare questo assedio con onore...ma temo difficile. Mancanza di Uffiziali, niente avvezzi alla guerra, tutti ammogliati e pieni di miseria temono la perdita dei loro gradi. Questi sono gli effetti dell'organizzazione della nostra Armata.

 

6 MARZO

Questa notte dagli avamposti e Forte D.Blasco si sono disertati un sergente, 3 soldati di fanteria e 5 artiglieri.

Sono le 6 ½ a.m. fò segnalare per l'elettrico al Forte SS.Salvatore che dalla Cittadella si veggono soldati che calano con la fune della bandiera sulla banchina del Forte e che se ne veggono di già 3 colà nascosti. Mentre scrivo ricevo rapporto che manca altro artigliere al Forte SS.Salvatore. Verso le ore 23 è comparso all'entrata del Faro un vapore da guerra prussiano il quale ci ha riempiti di speranza; verso le ore 24 ha ancorato fuori il porto, ha calato una lancia con il Comandante dirigendosi dirimpetto al Banco forse per andare dal Console Prussiano. Si è fatto notte e nulla più abbiamo saputo. Tutta la popolazione ha seguito il Comandante del vapore; forse domani sapremo qualcosa. Sul fronte di mare le 3 batterie di S.Stefano proseguono a tirare contro la squadra e contro Contessa sulle batterie nemiche di cannoni rigati.

 

7 MARZO

Sono le ore 11 ½ a.m., nessuna notizia o ufficio ci è pervenuta dal legno prussiano.

Essendosi osservato che dalla parte della Città si costruiscono batterie contro la Cittadella, il Maresciallo, con ufficio, ha avvertito tutti i Comandanti le stazioni marittime che se non desistevano di lavorare su tali batterie avrebbe fatto fuoco per impedirlo e, suo malgrado, la Città ne avrebbe sofferto. Mentre scrivo vi è grande riunione di Comandanti le stazioni marittime di varie Potenze sul vascello inglese ancorato nella vicinanza del Salvatore dei Greci.

La forza navale che esiste nel Faro è composta dal "Monarca", vascello, la fregata "Borbone", il "Ruggero" ed altri vapori che appartenevano a Francesco II; il resto degli 11 legni da guerra sono piemontesi. Oltre a questi, pronti al bombardamento della Cittadella allorchè le batterie nemiche di terra e dei Moselli saranno terminate, vi sono molti legni da guerra esteri: 3 vascelli inglesi, la fregata americana "Brick", una francese ed altri. Questi legni sono qui per spiare o conoscere quanto avviene o per godere del micidiale spettacolo di una fortezza attaccata per mare e per terra. Noi attendiamo a sangue freddo augurandosi che le due nuove batterie costruite dal nostro Direttore di Artiglieria riescano a centrare come calcolo matematico fatto, cioè che possono giungere alla distanza ove sono piazzati i cannoni cavalli del nemico, ovverosia a due miglia e mezzo. Mi sembra impossibile!

 

8 MARZO

Verso la mezzanotte è entrato nel Faro altro vascello inglese e un "avvisos", ossia piccolo legno da guerra francese; sono rimasti nel Faro.

Alle ore 9 ½ a.m. il Comandante il posto D.Blasco, Capitano di Artiglieria Valestra, è sortito verso i Giardini con altro soldato di artiglieria, per fare osservazioni col cannocchiale dalla parte ove il nemico sta formando batterie; dopo di essersi colà aggirato per qualche tempo, giunto ad un muro, è sparito dandosi, con l'artigliere, al nemico. Divulgatosi tal notizia nella Cittadella la moglie, che qui si trova, ha fatto tenere al Maresciallo una lettera del detto Capitano in dove gli dice che si è allontanato non per tradire ma disgustato dalle cattive maniere che il Maresciallo aveva usato verso di lui e di avergli fatto togliere le pistole che portava per sua difesa. Altra lettera ha diretta al Cappellano per farsi raggiungere a Messina dalla moglie, famigli ed equipaggio.

Sono le ore 20; ricevo rapporto che dal Forte D.Blasco, l'artigliere che era di sentinella con un "pezzo", scalando le mura si è disertato.

Queste diserzioni, massime nell'artiglieria, aumentano le nostre angustie ed è perciò che desideriamo di essere attaccati per dimostrare ai Piemontesi qual truppa hanno a combattere. Le altre angustie sono, per altro, di essere privi di ogni notizie, senza fogli e senza per nulla sapere di quanto passa; in tutti i casi questa guarnigione resisterà fino agli estremi limiti. Noi giornalmente aumentiamo i "pezzi" e "affusti" di rimpiazzo alle nostre batterie, come pratica il nemico da parte sua. Oggi si compiono 11 mesi che si incominciò a far fuoco da questa guarnigione contro la presente rivoluzione e che la truppa dorme sulla nuda terra.

 

9 MARZO

La batteria formata da nemico sul "Noviziato" ha 10 "pezzi" rivolti sul Forte D.Blasco e 5 verso Pagliara. Per quanto osserviamo col cannocchiale ed anche ad occhio nudo, si scorgono le cannoniere già costruite con i rispettivi gabbioni, ma non ancora (finoalle ore 10) vi sono piazzati i "pezzi", operazione che sarà eseguita nella notte. Ora stesso si scritto al Generale Cialdini che se non desiste dai lavori intrapresi, alle ore 14 la Cittadella comincerà il fuoco, e siccome dal suo ufficio si prometteva di risparmiare la bella Città di Messina, dovendo la Cittadella tirare sul Noviziato, la Città stessa molto ne soffrirebbe e tutto andrebbe ad imputarsi a sua colpa.

Le operazioni del nemico alla loro prima parallela progrediscono a Contessa e ai Moselli.

Alle ore 11 ½ a.m. è entrata nel porto una barca con bandiera parlamentaria; sono uscito con altra barca parlamentaria per conoscere il motivo.

É un Capitano di Marina dello Stato Maggiore dell'Ammiraglio piemontese Persano, latore della ricevuta del Comandante il legno francese a cui si diede avviso che la Cittadella farebbe fuoco se non cessassero le opere di fortificazione che il nemico stava costruendo sul Noviziato. Suppongo che ciò sia stato un pretesto, ma la vera ragione è per far sentire a voce al Generale Supremo ed a tutti che l'Ammiraglio Persano si offriva per tutto quanto poteva occorrerci, interessandoci di cedere questa Fortezza, che per quanto sia lodata la nostra fermezza, altrettanto siamo biasimati da tutta Europa, battendoci per una causa ingiusta essendo stato riconosciuto Vittorio Emanuele Re d'Italia unica e sola e che sembra crudele far spargere tanto sangue con la ruina di tante famiglie di Uffiziali.

Dopo questo lungo discorso, gli ho risposto che di quanto aveva detto, tutto è a noi ignoto stante che dopo la resa di Gaeta non avevamo avuto commercio o corrispondenza con chicchessìa, per cui non potevamo nulla risolvere se non batterci fino agli estremi, e che, se ridotti senza risorsa, avrei dato fuoco alle polveriste per saltare Cittadella e Città. Egli mi ha detto che non era necessario ridursi a tanto, ma io gli ho risposto che come Militari di Onore dobbiamo resistere fino a quando il Re Francesco II non ci ordinava il contrario essendo queste le nostre ordinanze .

Mille graziose espressioni mi ha rivolto lodando il nostro coraggio e la nostra fermezza aggiungendo che essendo il Re sortito dal Regno, da parte nostra ci si batteva per una causa ingiusta. "Tutto ciò sarà – ho replicato – ma come Uomini di Onore non conviene fare altrimenti". Mi ha detto pure che i prigionieri di Gaeta fanno pietà sull'Isola d'Ischia perchè, giusta la capitolazione, non possono essere messi in libertà se non si arrende la Cittadella. "Sarà per essi una disgrazia – ho detto – ma nulla a che fare che avendo viveri, denaro e 500 cannoni non abbiamo altro da fare che batterci".

L'ho prevenuto; ancora, che mentre egli veniva da noi, si era spedito un plico al Generale Cialdini col quale si avvertiva che se non desisteva dalle fortificazioni cominciate al Noviziato, alle ore 2 p.m. la Cittadella avrebbe cominciato a fare fuoco. Dietro quanto sopra, disgraziatamente il Generale Supremo Maresciallo Fergola trovasi da tre giorni a letto infermo.

Si scovre dai nostri baluardi altra batteria formata dal nemico sull'altura di Monte Santo al numero di 20 "pezzi"; la disuguaglianza dei "pezzi" permetterà facilmente al nemico di  bombardarci e noi...staremo a guardarlo! Alla nostra lettera, Cialdini ha risposto che potevamo cominciare il fuoco e tirare a nostro piacere; in effetti, alle ore 2 p.m. è cominciato il fuoco dal Cavaliere della Bandiera, dal SS.Salvatore e dalle due nuove batterie a S.Stefano, cioè quelle montate con cannoni a terra con 40 gradi di elevazione, che hanno sicuramente fatto sorpresa al nemico perchè i tiri hanno oltrepassato la loro portata di due miglia e mezzo abbenchè non siano rigati o cavalli, tanto che i legni a vapore che erano vicini alle loro batterie ai Moselli si sono subito allontanati.

Il fuoco è durato circa 4 ore, molto ben nutrito e ben diretto; il nemico per nulla ha tirato

perchè forse non ha situato ancora tutti i "pezzi" in batteria. I nostri cannoni che hanno tirato granate hanno dato fuoco al quartiere "Noviziato" ed a qualche abitazione. Abbiamo osservato che portavano a rimorchio anche qualche legno che sicuramente è stato danneggiato da qualche nostro proiettile. Nel farsi fuoco dalle nostre nuove batterie è avvenuta una disgrazia per poca accortezza di un artigliere per cui è rimasto ucciso un 2° sergente del 5° di Linea ed un artigliere e 5 soldati gravemente feriti. Sono le 6 ½ p.m., si è ordinato che le batterie che hanno tirato contro i lavori del nemico, di tanto in tanto, durante la notte,tirassero qualche colpo ed anche qualche palla illuminaria per osservare le operazioni del nemico stesso, massime dalla parte del Forte D.Blasco.

Quest'oggi si sono tirate circa 500 cannonate di ogni calibro.

Son sicuro che il nemico appena avrà posto tutti i "pezzi" in batteria ci regalerà 5 o 6mila bombe.

 

10 MARZO

In tutta la notte, ogni quarto d'ora, si è tirato sulle opere che il nemico sta costruendo; il nemico per nulla ha tirato.

Ieri il Generale Cialdini scrisse al Maresciallo Fergola che poteva ben tirare sulle sue artiglierie ma che restava fermo di quanto gli pervenne con la prima intimazione che aveva a lui fatta, cioè che in caso di resistenza saressimo stati trattati come ribelli e reazionari e condannati da un giudizio, massime i Generali. Questa mattina gli si è risposto che trovandoci in questa Fortezza affidataci da Francesco II, legittimo Sovrano del Regno delle Due Sicilie, male si addiceva ad una coraggiosa guarnigione gli appellativi di "reazionari" o "ribelli", stante che dell'annessione d'Italia, unica e sola, riconosciuta da tutte le Potenze, non è affatto a nostra conoscenza e che stando ancora gli Ambasciatori esteri accreditati ancora presso Francesco II, riconoscevamo sempre questo per nostro Sovrano per cui da parte nostra si adempiva ai nostri doveri. Gli si è scritto parimenti che avremmo tirato anche sui suoi legni da guerra se avessimo avuto cannoni adeguati. Suppongo che restò sorpreso ieri al giorno nel veder danneggiata una fregata della sua squadra dai nostri proietti che trovavasi a più di due miglia e mezzo lontana dalla Cittadella.

Sono le 10 a.m., ricevo rapporto dall'avamposto Sperlungata di essere stati feriti due soldati dai "zucchetti" delle palle tirate dalle lunette S.Francesco perchè la guardia trovavasi sotto le armi per la sortita fatta dai soldati di guardia a Forte D.Blasco contro un attruppamento di pagani che minacciavano e che sono stati vigorosamente respinti. Ho mandato i due individui all'ospedale ed il rimpiazzo.

È l'Una p.m., dai nostri baluardi e dal Forte D.Blasco si fa continuato fuoco senza che il nemico risponde perchè le sue batterie non sono ancora tutte in ordine e bastantemente danneggiate dalla nostra artiglieria, ma ad onta di ciò piemontesi sono indefessi al lavoro. Essi sono molto esposti ai tiri della nostra artiglieria che valentemente conoscono le distanze e sono diretti tutti dall'infaticabile Capo di Stato Maggiore Guillamat. Però il fuoco così vivo e continuato ha fatto deteriorare vari affusti che, malgrado la sollecitudine, si rimpiazzano a stento.

Il Generale in Capo Cialdini ha risposto obbligantemente alla lettera che gli si è mandata questa mattina dicendo che la sua prima lettera era dipesa da un malinteso, ma che lui agirebbe militarmente e si sarebbe intesi come vecchi ed onorati soldati.

La lettera è piena di cerimonie e cose obbliganti, dando anche l'Eccellenza al Generale Fergola, nel mentre la prima lettera che diresse fu così insultante che trattava tutta la guarnigione da "briganti" e "reazionari" dicendo anche che come tali saressimo stati giudicati e confiscati i nostri beni. Ora questa lettera sgomentò molti, specie quelli poco pratici degli affari di guerra e che io ho persuaso dicendo che queste proposizioni somigliavano a quelle che S.A.R. D.Leopoldo nel 1825 scriveva al Generale Begoni (o Begani) e al Colonnello Lubrano mentre difendevano la Piazza di Gaeta, i quali dopo 5 mesi si arresero con onorevole capitolazione; ed il Colonnello Lubrano, il giorno appresso fu incaricato della formazione di un Reggimento al servizio di Ferdinando IV perchè gli Uomini di Onore da per tutto sono stimati.

Intanto una lettera così obbligante e decente del Generale Cialdini dè molto a riflettere, sia che il nemico abbia ricevuto qualche notizia che i Tedeschi abbiano passato il Mincio, o il discorso di Napoleone del giorno 4 corrente all'apertura delle Camere non favorevole all'annessione, oppure nel vedere gli effetti delle nostra artiglieria che tra ieri e oggi, smantellando le batterie che sta costruendo nel Noviziato, non ha loro permesso situare alcun pezzo tirando noi, fino alle ore 24 di oggi, giusta il rapporto ricevuto, circa 3.000(la batteria situata dal nemico al Noviziato è la sola ove giungono le palle dei nostri cannoni), o finalmente dal mio parlar fermo e deciso con l'Uffiziale di Stato Maggiore venuto ieri, inviato dall'Ammiraglio Persano con aspetto filantropico, dicendomi mille cose da persuadere una "recluta" e non un vecchio ed onorato Soldato.- Intanto sono stato di parere di non fidare sulla gentile lettera del Generale Cialdini e che i cannoni seguitassero a tuonare notte e giorno, come stanno praticando mentre scrivo(sono le ore 7 di notte), tanto più che si stanno costruendo altre batterie contro la Cittadella.

 

11 MARZO

Il vivo fuoco praticato durante la notte ha smantellato la costruzione delle batterie che il nemico costruiva sul Noviziato e sembra, a quanto vediamo, che vuole desistere di più travagliarvi; questa posizione del Noviziato domina molto la Cittadella.

Questa notte si è disertato un soldato dal posto Pagliara che, a quanto mi si rapporta, pare sia stato ucciso dagli stessi piemontesi credendolo una spia o per profittare di 50 ducati che aveva rubati al sergente della Compagnia.

Il nemico travaglia con molta premura alle batterie a Monte Santo, posizione dominante il Forte D.Blasco do ove ora si tira senza posa; per quanto pare, l'opera che il nemico sta costruendo ha bisogno di qualche giorno di travaglio.

Verso le ore 11, mentre mi trovavo sulla lunetta Carolina, le due batterie infossate a S.Stefano (Fergola e de Martino) che facevano fuoco, ho osservato che una palla ha colpito una cannoniera nemica producendole qualche danno; intanto i vapori nemici fanno fuoco contro il Forte D.Blasco e contro le lunette S.Francesco a più di due miglia e mezzo di distanza. Dui dei loro proietti cavalli sono stati presi da noi, uno nel piano di Terranova e l'altro alla lunetta S.Francesco. Essi sono conici e d'immensa mole e chiamansi "scialaplen"; quello che ha preso il muro S.Francesco lo ha perforato violentemente da una parte all'altra. L'apertura che ha prodotto è molto grande; i nostri proietti giungono alla distanza dei vapori, ma i nostri "pezzi", essendo infossati per avere 40 gradi di elevazione, non possono essere agevolmente diretti per correggere i tiri. Si sta costruendo da noi altra batteria, della stessa maniera, con altra direzione per i vapori. Sono le ore 23, quasi tutto il presidio travaglia per spalleggiamenti, sacchi a terra, trasporto di proietti e pel ricambio degli affusti che si sono rotti; ciononpertanto noi si cessa di fare fuoco contro i legni nemici e le loro batterie che si premurano costruire. I vari proietti finora da essi tirati, di grossa mole, non hanno arrecato nessuna perdita di uomini.

Alle ore 24 si è ordinato vuotarsi tutti i padiglioni o alloggi degli Uffiziali di tutta la mobilia o materiale accensibile, come sedie, tavoli o altro, che possono situarsi in mezzo al Maschio o ove meglio si può, stante che supponendosi questa notte un forte bombardamento, se si incendia qualche padiglione , aumenterebbero le fiamme con tutto ciò che può esservi dentro.

I Generali, Uffiziali e famiglie sono nelle casemette ristretti alla meglio fin dal momento che ha cominciato il blocco e lo stretto assedio.

Si suppone un bombardamento questa notte per via di mare, perchè avendo noi smantellato le due batterie che il nemico costituiva dalla parte di terra ed essendosi riunita tutta la squadra nel canale, per la superiorità dei loro tiri è facilissimo che più tardi cominci il bombardamento; bastanti "scialaplen" sono venuti a visitarci dalla via di mare, molti vi sono giunti, altri sono crepati in aria.

Non sappiamo se il nemico ha costruito batterie nascoste sulle alture che dominano questa Fortezza, ed allora il bombardamento sarà completo per mare e per terra; bombardamento che noi a sangue freddo attendiamo ad onta che ci battiamo con armi disuguali. Ma i

vecchi ed onorati soldati nulla temono, basta che si salvi l'onore!

 

12 MARZO

La squadra nessun movimento ostile ha fatto questa notte, come minacciò ieri verso sera; si suppone che il nemico vuole chiamare la nostra attenzione verso il mare affinchè si desista dal tirare sulle opere che stanno costruendo a terra; ma ciò non si verifica avendo noi in batteria circa 500 cannoni e situati a resistere da tutti i lati. In effetti tutta questa notte si è tirato sulle di loro opere di terra ed ora che sono le 6 ½ a.m. un vivo fuoco si sta eseguendo con mortai columbrine e cannoni.

Sono le ore 8 a.m., la squadra si è alquanto allontanata perchè il vento non le permette restare in canale.

Un artigliere ed un pioniere, ora stesso, sono stati feriti nei giardini delle Moselle dai colpi di fucile; le ferite sono pericolose; questi si sono molto allontanati dai loro posto asserendo di inseguire paesani armati, ma la verità e che si sono portati in quei giardini per cogliere verdura ed altro, ed i pagani hanno tirato loro addosso.

Sono le 11 a.m., la flotta si è avvicinata e la fregata, tirando un colpo, ha annunciato di attaccare. Il colpo ha dovuto colpire molti pesci perchè caduto in mare a molta distanza dal Forte D.Blasco ove era diretto; ma il vivo fuco delle due batterie "Fergola" e "de Martino", avendo tirato consecutivamente e senza interruzione, ha costretto la flotta ad allontanarsi. Ad onta del fuoco vivo di questa notte, la batteria nemica del Noviziato da noi smantellato si è in qualche modo riparata, ma finora vi sono stati ancora situati "pezzi".

Sono le ore 12 ½ p.m., il nemico ha scoverto varie batterie nascoste; siamo bombardati da molti punti; cominciano le fabbriche a diroccarsi; due riservette sono andate in aria; i colossali proietti che cadono sono più che sufficienti per far arrendere una guarnigione di una Fortezza, ma noi restiamo ancora fermi al nostro posto.

Sono le ore 3 p.m., il bombardamento seguita; vari nostri affusti sono stati smontati; parte degli artiglieri sono sgomentati; il Forte D.Blasco, nostra opera avanzata, è stato abbandonato per la pioggia dei proietti dei cannoni rigati da 40 che l'hanno oppresso. Secondo il calcolo, in due ore e mezzo, il nemico ci ha regalato 1.200 tiri; il cordone a Terranieri che era nella Caponeria si è ritirato nel Forte Lanterna per l'immensità dei tiri a cui era esposto. Per quanto può, questo presidio seguita la sua resistenza. Sono le 4 p.m., il bombardamento seguita con alacrità – molti edifici della Cittadella bruciano. Molti proietti nemici sono tutti diretti e feriscono le nostre polveriste ognuna delle quali contiene mille cantaja di polvere.- I nostri posti avanzati sono obbligati a ritirarsi per l'immensità dei "scialaplen" e bombe che piovono da tutte le batterie nemiche dalla parte di terra e dalle barche cannoniere ferrate dalla via di mare, tutte provvedute di "pezzi" cavalli e rigati che hanno smontato vari nostri "pezzi".- Sono le 5 p.m., tutti gli edifici della Cittadella sono in fiamme, da per tutto feriti immensi, le polveriste vicine a prender fuoco per il 4° padiglione che si sta incendiando – Circa 80 proietti per minuto, la più parte che incendiano, ci piombano nel Maschio della Cittadella e sulle batterie.

Le opere esterne abbandonate.- Non avendo più risorse e per evitare una generale ruina, il Consiglio di Difesa ha disposto di alzare bandiera bianca per domandare una tregua.-Sortito agli avamposti di Terranova un nostro Capitano di Stato Maggiore ed incontratosi con l'Aiutante di Campo del Generale Cialdini, lo stesso gli ha detto che il prelato Generale desiderava parlare con il Generale della Cittadella. Ricevuto tal risposta, sono sortito con bandiera parlamentaria ed essendomi avvicinato al Generale Cialdini mi ha detto: "Voi siete il Generale de Martino? Io non posso accordarvi tregua perchè conosco la vostra posizione e veggo che la Cittadella fumica da per tutto e nelle prossimità delle polveriste, per cui non posso accordarvi che arrendervi a discrezione.

La risposta me la farete sapere alle ore 9 ½ di questa sera e se per le ore 10 non ricevo l'affermativa, incominciarò il fuoco di bel nuovo per via di mare e per terra".- Per quanto gli abbia potuto dire non è stato possibile rimuoverlo, ed allora gli ho detto: "Alle 9 ½ riceverà risposta".- Ritornato in Cittadella, in dove porti sfondati, sfabricini sparsi da non poter camminare, incendii da per tutto, a stento ho potuto accedere nella casamatta del Generale Supremo in dove, riunitosi il Consiglio di Difesa, considerata impossibile ogni ulteriore difesa, si è convenuto di arrendersi a discrezione.

Si è mandato per la risposta il Sig.Colonnello del Genio De Nunzio, il quale – sono le ore 22 p.m. - non è ancora rientrato.

Il detto Colonnello è rientrato all'Una ed ha portato una lettera di Cialdini in cui promette garantita la vita, i beni e gli equipaggi e che tutto il presidio alle ore 7 a.m. di domani deve trovarsi formato fuori Terranieri, in colonna, con sacchi e senz'armi; i Sigg.Uffiziali con spada ed equipaggio.

Gli edifici seguitano a bruciare ed a stento si arriva con le pompe ad estinguere l'incendio. La mia abitazione è tutto in fumo!

 

13 MARZO

Alle ore 7 a.m. tutto il presidio è fuori Terranieri.

Fà pietà vedere disarmati circa 4.000 persone; il quadro affliggente di circa 600 fra ragazzi e donne rimaste nella Cittadella senza sapere la sorte dei loro mariti. Uno squallore in tutto!

Venuto il Generale Cialdini con immenso Stato Maggiore, carabinieri e truppa, e occupata la Cittadella, ha passato in rivista tutta la truppa, quindi ha destinato 300 soldati, promiscuamente, passassero subito al Castello Consagra e 200 al Castellaccio; 1.000 a Milazzo, 500 a Scilla e 1.000 a Reggio; 500 al Lazzaretto e 500 al SS.Salvatore. Ha disposto inoltre che gli Uffiziali tutti alloggiassero in Cittadella, come pure l'immenso numero di donne e ragazzi. Quindi ha riunito tutti e 4 i Generali e con molta decenza ci ha detto: "Se volete alloggiare in Città, è a vostra disposizione, ma io temo della popolazione che è molto irritata contro di voi ed io vorrei evitare sconcerti, del resto è a vostra scelta. Tutto ciò che potete desiderare, se volete accomodarvi nella Cittadella, potete scriverne al Generale Chiabrera che vi fornirà di quanto bisognate: stoviglie, piatti, farvi venire commestibili ecc."-Lo abbiamo ringraziato, tanto più che ci offriva di non andare in Città. Ci ha detto che questo nostro stato precario durerebbe pochi giorni avendoci raccomandato al Re Vittorio Emanuele la di cui risposta verrebbe subito.

Intanto ha fatto arrestare il Capo dello Stato Maggiore Guillamat, il Capitano dello Stato Maggiore Cavaliere, il Tenente Gaeta, il Tenente di Piazza Brath, il Capitano di Aiutante Maggiore Grilli, il Tenente Falduti, il Caporale Siga ed altri 3 individui di truppa, il 1° sergente Morra e due pagani calabresi che si trovano nelle nostre file. Intanto tutti gli Uffiziali, dopo di avere distribuita la truppa, ci siamo ritirati in Cittadella inondata da piemontesi e ci siamo ammassati nelle casematte non incendiate in attesa di nuove disposizioni.

Sono due ore di notte, il Generale De Stefanis ed io non abbiamo finora mangiato che pane e formaggio con una bottiglia di champagne che si era salvata e con molta pena si è potuto avere un bicchiere per berla. Domani staremo meglio, cesserà la confusione di oggi.

Io ho dovuto seguire il Generale Cialdini perchè il nostro buon Maresciallo, nel camminare per Terranieri, l'orribile vento l'ha buttato a mare e Dio sà come si è salvato; la sua gracile salute lo tiene molto avvilito.

Fortuna che ho potuto avere l'occorrente per scrivere per marcare la dolorosa fine che tutta la Piazza ha subito, massime poi quando ha dovuto combattere con armi disuguali, essere distrutti con 80 tiri al minuto con proietti d'immensa mole, senza poterli ribattere è cosa veramente dolorosa. Stiamo agli eventi! Si è issata la bandiera piemontese sui baluardi di questa Cittadella con infinito sparo di cannoni e con gran suono di campane nella Città.

 

14 MARZO

In una stanza al 1° padiglione meno danneggiato siamo alloggiati il Generale De Stefanis, io, il mio cameriere e 6 trabanti; alla stanza appresso, vi sono Uffiziali di artiglieria piemontesi i quali con molta cortesia ci hanno inviato il loro cuciniere offrendoci di quanto desideriamo comprare in Città; abbiamo accettato l'offerta e mercé due piastre abbiamo avuto carne di vitella, uova, pane, arance, carbone, fichi secchi, doppia razione di biscotti, lardo, vino e riso.

In Cittadella vi sono rimasti circa 1.000 uomini della nostra truppa, tra Generali, Uffiziali, ordinanze e ammogliati, oltre l'immenso numero di famiglie, donne e ragazzi.

Questa mattina il Generale Chiabrera è venuto in Cittadella ed ha parlato col nostro Capo di Stato Maggiore e col Capitano Cavaliere che trovansi in arresto con sentinelle alla porta. Ad alcuno è convenuto informarsi quali domande siano loro state fatte.

A mezzogiorno hanno tuonato quanti cannoni sono rimasti in istato di far fuoco tanto alla Cittadella che al SS.Salvatore in occasione della nascita del Re Vittorio Emanuele.

Il Comandante di Piazza della Cittadella è il Maggiore Bisogni il quale si è a me offerto di quanto poteva bisognarmi, come pure se delle donne messinesi che hanno per mariti uffiziali o soldati desiderano andare in Città che le avessi a lui dirette per aver rilasciato un "passo".

Come prigionieri di guerra finora non possiamo di nulla lamentarci. Speriamo che presto finisca questo stato precario!

 

R I F L E S S I O N I

Si potrà dire da qualcuno: "Perchè tanta ostinazione a sostenere una Piazza che non poteva reggere per l'incontrastabile ragione

della diversità delle armi, tanto più dopo l'espugnazione della rinomata Piazza di Gaeta?"

Si risponde:

in primo luogo: per la cieca obbedienza al nostro Sovrano che dopo la espugnazione di Gaeta ci ha fatto tenere a dovizia

viveri e denaro;

secondo: per essere conzentanei al prescritto delle nostre ordinanze militari;

terzo: tutte le notizie trasmesseci facevano supporre una politica in favore di Francesco II e degli altri Principi Italiani facendoci tener certo un'imminente e prossimo soccorso straniero in modo che dal tempo poggiava l'ultima speranza di un felice risultato.

 

Pieni, quindi, la mente di tali speranze, fu stretto l'assedio e rimanemmo per più giorni pienamente all'oscuro di quanto passava in Europa in questo frattempo, giunto fuori dal porto un legno prussiano, per mezzo del quale si seppe che gli Abbruzzi erano tutti in sommossa e che Francesco II andava a dirigerli alla testa di molta truppa estera, incoraggiandoci quindi a sostenerci, potendosi da un momento all'altro cambiare la posizione delle cose, per cui, giocando sempre sul fattore "tempo", ci siamo sostenuti tanto da dimostrare col fatto che anche l'ultima speranza poggiata era benanche "sparita", stante che se altra ora di fuoco la Cittadella avesse sofferto sarebbe totalmente sparita insieme con la Città di Messina perchè le polveriste e due casematte cariche di 7mila cantaja di polvere erano troppo minacciate dalla immensità dei fuochi di ogni genere, sciaraplen, bombe incendiarie e razzi.- Ciò posto, il prolungare di più la cessione senza poterci difendere per la disparità delle armi sarebbe stata una stoltezza del tutto incompatibile senza arrecare alcun vantaggio alla causa di Francesco II.

D'altronde, da noi si era compiuto ogni atto devoluto alle leggi ed all'onore militare, al che non potea dirsi del tutto adempiuto se non fussimo giunti a tali estremi. Ecco come si spiega l'ostinazione sopra obiettata.

Nel farsi la salva a mezzogiorno, tutti i legni esteri hanno corrisposto innalzando la bandiera dei Savoia.

 

15 MARZO

Abbiamo appreso esservi qualche cattivo umore tra la Città ed il Generale Cialdini perchè si pretendeva che la guardia nazionale avesse preso possesso della Cittadella, cosa che somme disgrazie avrebbero prodotte stante che il massimo irritamento esiste tra i Siciliani e questa guarnigione; ma il Generale Cialdini, qual vecchio soldato, non ha voluto affatto accedere alla domanda della Città.

Questa mattina nel venire il fratello del Parroco della Cittadella ci ha detto che ieri furono uccisi 5 dei nostri soldati di quelli che si mandarono sui Forti Castellaccio e Consagra che impudentemente isolati calarono in Città e dai messinesi uccisi.

Le batterie che hanno battuto la Cittadella sono "Noviziato"(20 pezzi rigati), Carrobara sotto Monte Santo, Fondo Gemelli, Santa Cecilia o Moselli, Gazzi. In tutto 80 pezzi rigati da 40, 12 mortai e razzi alla congreve, più un vascello, una fregata e 11 legni da guerra con pezzi di grossa mole.

Alle ore 10 il Comandante di Piazza Maggiore Bisogni ha passato in rassegna tutti gli individui di tutte le Armi rimasti nella Cittadella, Lazzaretto, SS.Salvatore e Forte Lanterna per averne un esatto notamento onde far prestare servizio disarmato per pulire la Cittadella dai rottami delle fabbriche e dei padiglioni incendiati da circa 12mila e più proietti.

Questa mattina la Cittadella è stata inondata da quanti Uffiziali esteri di marina si sono trovati spettatori del bombardamento stranizzandosi della nostra ostinazione, dicendo che avremmo dovuto cedere tutt'al più dopo un'ora di bombardamento e non già dopo 5 ore allorchè tutti gli edifizi erano in fiamme e prossimo il fuoco alle grandi polveriste, parte delle quali molto danneggiate dalle bombe incendiarie e razzi nemici tirati da siti ove la nostra artiglieria non potea offendere. Abbenchè il Comandante le truppe in Messina abbia disposto che i trabanti degli Uffiziali prigionieri fussero scortati dai soldati piemontesi per fare la spesa in Messina e comprare di ciò che ci bisogna, pure la insolenza e ferocia dei siciliani è stata tale che si sono permessi di insultarli in malo modo che sono stati obbligati a ritirarsi, dopo di che si è disposto che di qualunque cosa bisogniamo se ne darà commissione ad un certo numero di soldati piemontesi che sono alla Gran Guardia che si premureranno di acquistarcelo. Se i siciliani fussero entrati nella Cittadella in una alla truppa piemontese sarebbe avvenuto un vero flagello.

Si dice, per altro, che un nostro soldato, imprudentemente portatosi solo e senza scorta in Messina essendo stato insultato da un pagano lo ha ucciso; di ciò non ne siamo ancora sicuri. Sono le ore 5 1/1 p.m., ricevo notizia da un Uffiziale di Piazza che il Comandante la Piazza e la Cittadella abbia detto di annunziare a tutti gli Uffiziali prigionieri che S.M. Vittorio Emanuele ha ordinato che dovranno portarsi in Napoli che avranno un mese di soldo, subiranno uno scrutinio per i loro gradi nel caso che vogliano prendere servizio.

Certo è che non è stata condannevole la nostra resistenza e per nulla siamo stati trattati come arresi a discrezione, ma piuttosto come Uomini di onore. Certo è, ancora, che con quanti Uffiziali piemontesi abbiamo parlato, con vituperio trattano i nostri Uffiziali disertori e con parole di lode chi ha sostenuto la Cittadella. Son sicuro che la notizia propagata dal Comandante la Piazza sia veritiera.

Alle ore 9 ½ p.m. giunge un ufficio del Generale Chiabrera col quale ci si comunica che domani, alle ore 10 a.m., i Generali e 200 uomini che hanno terminato 5 anni di servizio, debbono imbarcarsi sul vapore "Lo Stromboli" per portarsi a Napoli.

 

16 MARZO

Alle ore 11 a.m. i Generali Fergola, de Martino, Cobianchi, De Stefanis, Anguissola ed il graduato Begani ci siamo imbarcati sul vapore da guerra "La Sirena", comandato dal Capitano di Vascello Caso; parimenti si sono imbarcati 154 dei nostri soldati che hanno terminato il loro impegno. E mentre si preparava il legno alla partenza, è montato a bordo l'Ammiraglio piemontese Persano il quale con molte gentili espressioni ci ha augurato il buon viaggio felicitandoci dell'onorevole condotta da noi tenuta per la difesa della Cittadella con quel coraggio e fedeltà che i regolamenti prescrivono e che ci terranno in stima ed onore per tutta l'Europa. Suppongo che abbia dato disposizione al Comandante il vascello di ben trattarci stante che nei due pranzi e dejuné siamo stati lautamente trattati con bordeaux, champagne e marsala.

Nel partire il Commessario di Guerra piemontese a tutti i Generali ci ha dato 35 piastre per ciascuno; la truppa ha ricevuto 2 giorni di viveri e 6 giorni di prest. Nel mentre di già si sono levate le ancore, viene a bordo il Maresciallo Clary, sbarcando da un legno francese "La Muette", apportatore dell'ordine del Re Francesco II di cedere la Cittadella bonariamente; gli si è detto di darle uno sguardo per vederla ancora in fumo e che è stata ceduta per la forza della disparità delle armi e con più onore che non cederla bonariamente, ma dopo 5 giorni di combattimento ed un bombardamento continuato di circa 5 ore. Quindi ci siamo posti in rotta per Napoli.

Eravamo sortiti da Torre di Faro, ma sopraggiunta una forte burrasca siamo rientrati nel canale ed abbiamo ancorato alle Grotte a circa 3 miglia da Messina. La notte si è passata tranquillamente.

 

17 MARZO

Siamo partiti dalle Grotte alle ore 5 ½ a.m. e siamo giunti con buonissimo tempo nel porto di Napoli il giorno 18 marzo alle ore 3 ½ a.m.

 

18 MARZO

Nel giungere nel porto di Napoli è venuto a bordo il Capitano di Stato Maggiore del Generale della Piazza, Sig.Generale Ricotta, il quale ci ha detto che potevamo sbarcare ed andare nelle nostre abitazioni potendo condurre i nostri trabanti e le ordinanze ed ordinando al posto di Dogana di non visitare affatto i nostri equipaggi. La truppa è stata inviata ai Granili.

Lo stesso Capitano Cava ha preso notamento dei nostri alloggi dicendoci che in caso di novità ci avrebbe fatto avvertire e che se nella giornata avessimo voluto vedere il Generale Comandante la Piazza potevamo portarci alla Piazza alle ore 11 a.m., come abbiamo praticato.

Il detto Generale ci ha molto ben ricevuti, ci ha offerto trabanti e ordinanze e ci ha detto che provvisoriamente avremmo ricevuto 6 franchi al giorno. Lo abbiamo ringraziato avvertendolo che a Messina avevamo già ricevuto 35 piastre; ci ha detto di riposarci poichè era in attenzione di superiori ordini che ci sarebbero stati manifestati.

L'ordine di Francesco II per cedersi bonariamente la Cittadella era così concepito:

 

"Roma, 10 Marzo 1861 – Al Generale della Piazza di Messina.- L'onore dell'Armata napoletana essendo stato salvato per l'eroica difesa di Gaeta e pel contegno della guarnigione di Messina, io credo inutile prolungare la resistenza di cotesta Cittadella, resistenza che potrebbe cagionare grandi danni con tanta costanza in cotesta parte del Faro la bandiera Reale.

Animato dallo stesso sentimento che mi fece sospendere il bombardamento di Palermo e lasciar Napoli, io credo essere mio dovere preservare a qualunque costo il mercato della Sicilia.

In quanto a Voi Generale Fergola che avete dato un sì nobile esempio di attaccamento, di fermezza e di coraggio, io vi affido la cura di discutere col nemico le condizioni della resa. Fate in modo ch'esse riescano onorevoli e vantaggiose per la guarnigione.

Io voglio risparmiare il sangue dei miei soldati, ma voglio in pari tempo tutelare il loro onore e assicurare il loro avvenire.

f.to Francesco II"

 

CAPITOLAZIONE DELLA RESA DELLA CITTADELLA DI MESSINA AVVENUTA IL 12 MARZO 1861 MENTRE DA TUTTE LE PARTI ERA INCENDIATA. BATTERIE E OPERE ABBATTUTE ALLE ORE 9 ½ p.m.

 

1.Domani, giorno 13, alle ore 7 a.m., la guarnigione della Cittadella e tutti compresi con essa usciranno dalla Piazza senz'armi, meno i Sigg. Uffiziali cui lascio la spada.

2.La guarnigione si formerà in colonna sul piano Sarranieri. In quel mentre dal piano Terranova il 35° Reggimento entrerà nella Cittadella e prenderà possesso della Piazza.

3.Perciò S.E. il Maresciallo Fergola lascerà il cancello esterno una Commissione per consegnare la Piazza, indicare le differenti batterie, magazzini a polvere, il numero dei "pezzi", magazzini di viveri ecc. e consegnare le armi.

4.S.E. il Maresciallo Fergola mi sarà responsabile di tutti i "pezzi" inchiodati che si trovassero e di tutte le mine che non fossero anticipatamente dichiarate.

5.Si provvederà alle famiglie come e quando si potrà.

6.L guarnigione resa a discrezione sarà dal Generale Cialdini raccomandata alla Clemenza Sovrana.

7.Le vite, gli averi e le persone saranno rispettate e restano sotto la salvaguardia della Bandiera del Re Vittorio Emanuele.

Firmato: Errico Cialdini

 

Dopo sbarcati, reduci dalla Cittadella di Messina, diedi la mia adesione pel nuovo Governo, ma senza giuramento e nello stesso tempo domandando il mio ritiro a cui avevo diritto ed in effetti il 29 aprile ricevei a far tempo del 1° maggio 1861.

La notte, poi, dal 7 all'8 agosto, e circa 3 mesi dopo la Capitolazione fatta col Generale Cialdini, fui arrestato in unione di altri Generali ed Uffiziali e condotto al Forte del Carmine senza poter parlare e conferire con persone di famiglia e con i nostri domestici.

 

Gli arrestati fummo:

Tenenti Generali: Salzano e Sigrist

Marescialli di Campo:Rodriguez, Tabacchi, Afan De Rivera e Fergola

Generali di Brigata: de Martino, Marullo, Polizzi, Liguori,Antonelli, Colucci, Dorgemont, Echariz, Palumbo, Luverà

Colonnelli: Afan de Rivera

Tenente Colonnell: Guillamat

Maggiore: Guantel

Capitano: Afan De Rivera (che trovavasi al servizio di Vittorio Emanuele e collocato all'opificio di Pietrarsa) Dupuy, Sigrist, e

Tenente Sigrist (figlio del suddetto Tenente Generale).

 

Verso le ore 23 del giorno 8 di agosto fummo condotti in un altro locale dello stesso Forte, composto di varie stanze, fornite di letti di soldati con paglioni nuovi.

Dopo mezz'ora giunse a noi un Capitano della Stato Maggiore della Piazza annunciandoci che il domani saressimo stati imbarcati su di un vapore francese e trasferiti nella Piazza di Alessandria.

L'imbarco era previsto per le ore 8 a.m.- Nessuno di noi era  provvisto di equipaggio o valigia, ma grazie a due Uffiziali dei Veterani, con i soli che potevamo aver parola, uno dei quali chiamato Mascia, furono da noi spediti alle famiglie per avere delle valigie col più necessario e danaro che fortunatamente tutto ci pervenne a notte avanzata dai soldati piemontesi di guardi al Forte non potendo, come ho detto, aver parola nè coi parenti o domestici.

La mattina dell'8, mentre eravamo a mangiare un indecentissimo pranzo che la compiacenza dell'Uffiziale di guardia permise ci fusse portato dalla trattoria sita di rimpetto alla strada ferrata, il Generale Fergola fu chiamato e messo in libertà.

Incerti di nostra sorte, la notte non dormì molto bene, passate le ore 8 a.m. eravamo in palpiti perchè non vi era disposizione alcuna per imbarcarci, cosa che desideravamo conoscendo le infami pretenzioni dei Comitati a cui il Generale Cialdini annuiva spesso, ma con tutto ciò pensammo di mangiare qualcosa e mercé la bontà di un sergente dei Veterani, avemmo pane, vino, prosciutto, frutta e neve.

I parenti, amici e domestici, buttati fuori la porta del Forte fin dalla notte, non vedendo nè sapendo il momento della nostra partenza o se fussimo restati nel Forte per lungo tempo oppure sospesa la nostra partenza, si ritirarono.

Immenso popolo stava gremito avanti il Forte, avanti la darsena e alla Marinella desiderosi di vederci passare, ma verso le ore 4 p.m. del giorno 9 un sottouffiziale venne a dirci che 6 carrozze ci attendevano alla porta del Forte; in effetti dopo qualche munito vennero degli Uffiziali di Piazza che, scortatici a 4 per volta, ci fecero piazzare nelle vetture. Intanto eravamo perplessi nel vedere tanta moltitudine di popolo avanti la porta del Forte temendo gli insulti che avessimo potuto ricevere, ma ci rallegrammo nel vederci compianti.

Nel portarsi ad imbarcarci restarono nel Forte i Generali Echaniz, Luverà, senza da noi conoscerne la causa. Giunti alla darsena ci imbarcammo sul vapore francese "La Ville de Lion" ove fummo molto trattati per il déjiuné, pranzo ed occupando i migliori posti del legno; dopo 45 ore di felicissima traversata giungemmo a Genova il giorno 11.

Intanto le Autorità di Genova nulla conoscevano del nostro arrivo colà per non aver ricevuto prevenzione alcuna, nè dal Governo Centrale di Torino nè da Napoli, Vedendo sbarcare alcuni soldati e passeggeri domandammo al Comandante del legno quali istruzioni aveva sul nostro destino e se non ne aveva che che si fusse presentato a qualche autorità onde avessimo potuto sbarcare essendoci ciò impedito da un picchetto di Cacciatori che trovavasi a bordo per custodirci. Essendosi portato il detto Comandante dall'Ammiraglio, questi gli disse: "Dite ai Signori Generali Borbonici che pazientassero per una mezz'ora perchè si era in movimento per preparare ad essi locali, ma non posso permettere che calino a terra." Supponiamo subito che saressimo stati rinchiusi in un Castello o inviati ad Alessandria, come fu il primo avviso annunciatoci in Napoli. Trascorse varie ore e non vedendo risultato alcuno, sapemmo che per via telegrafica si era segnalato a Torino sul nostro conto ma il riscontro non venne che il giorno dopo, per cui restammo nel legno altre 23 ore. Verso le ore 10 a.m. del giorno 12 di agosto venne sul legno un Capitano di Stato Maggiore il quale, dopo aver fatto tutti i nostri nomi e cognomi e gradi, ci disse che eravamo in piena libertà di sbarcare.

Il Generale Afan De Rivera si portò dal Questore di Genova per conoscere con precisione a che dovevamo attenerci e come dovevamo regolarci in caso di bisogno. Il detto Generale fu ricevuto dal Questore con la massima affabilità assicurandolo che nulla di criminoso vi era sul nostro conto e che perciò eravamo nella nostra piena libertà di alloggiare ove meglio fusse a noi piacente e che se non eravamo contenti potevamo andare ove meglio fusse a noi conveniente domandandone il permesso. Si compiacque ancora dargli un Impiegato della Questura per dirigerci alle locande che più ci convenivano ed un altro Impiegato affinché nello sbarco ci aiutasse a portare le valigie alla Dogana e quindi alle locande non avessimo pagato più del giusto ai facchini che sogliono abusare della bontà dei forestieri.

La Dogana per nulla visitò le nostre valigie, bastando semplicemente di aver dichiarato che non contenevano oggetti di contrabbando.

Nello sbarcare ci incontrammo col Generale Echaniz che il giorno dopo la nostra parenza da Napoli fu imbarcato su di un altro vapore per essere condotto a Genova e seguire il nostro destino e che aveva rimasto nel Forte del Carmine il Generale Luverà.

 

13 AGOSTO

Dietro loro domande, sono partiti per la Svizzera il Generale Sigrist ed i suoi due figli. Parimenti sono partiti per Torino il Tenente Generale Salzano e suo genero Generale De Liguori per poi trasferirsi a Parigi.

Nello sbarcare mi alloggiai alla locanda inglese "Smith"; per la stanza, 2 franchi e mezzo e 2 franchi e 60 centesimi per la tavola rotonda, mezzo franco per il cameriere e 60 centesimi per il lume.

Si vive carissimo. Il déjiuné nei caffè, la tavola rotonda alle 5 p.m.

 

18 AGOSTO

È giunto in Genova anche il Generale Del Balzo con 11 persone di famiglia la moglie gravida di 6 mesi, insomma tra figli persone di servizio: 11 persone.

 

19 AGOSTO

Il Generale De Liguori che partì da Genova il giorno 13 per Torino col suocero Ten.Generale Salzano oggi è giunto a Genova per imbarcarsi per Napoli. Quante incomprensibili anomalie! Il suocero e il genero hanno sempre appartenuto all'Arma di Gendarmeria!

 

21 AGOSTO

Dietro loro domande, sono partiti per Marsiglia il Colonnello dimissionario Afan De Rivera, il Tenente Colonnello del Genio Guillamat ed il Maggiore del Genio Quantel; per Torino, il Generale Polizzi Vincenzo. Tutti i generali abbiamo inoltrato domanda al Ministro dell'Interno Minghetti chiedendo conoscere la causa del nostro esilio e l'indecente arresto sofferto a Napoli. Detta domanda, per mezzo del Questore, ha avuto corso. Essendosi domandato un'udienza perchè un Generale parlasse a nome di tutti, è stato subito riscontrato per telegrafo che il Generale Marulli(da noi delegato) si fusse presentato venerdì all'udienza del Ministro dell'Interno a Torino alle ore 11 a.m.-Da Genova a Torino, per la strada ferrata, si impiegano ore 6 in modo che si percorre tal cammino due volte al giorno una per l'andata ed una per il ritorno.

 

24 AGOSTO

Essendo rientrato da Torino il Generale Conte Marulli, questi ci ha detto che all'udienza del Ministro degli Interni Minghetti, al quale espose quanto conteneva la domanda inoltrata pel Questore di Genova, lo stesso gli rispose come qui appresso:

"Dai rapporti venuti da Napoli dal Generale Cialdini niente vi è sul conto si voi tutti; se cosa vi fosse stata, sareste stati giudicati o sarebbe stato giudicato colui sul quale cadeva qualche colpa con le speditezza che la legge vuole. Questa misura di allontanarvi da Napoli si è presa per due cause: la prima, perchè, come persone influenti, essendo stati Generali Borbonici, atteso le opere della reazione, avreste potuto prendere parte in essa o avversare con la vostra influenza l'azione del Governo. La seconda: standovi in Napoli varietà di partiti, quella parte esaltata, in qualche momento di grande commovimento, avrebbe potuto sgfogare il suo impeto e cattivo umore su di voi. Epperò, per evitare tutte le due cose, è stato passo prudentissimo di Cialdini allontanarvi da Napoli. Attendete altri 15 o 20 giorni nelle quali l'energia di Cialdini verrà a capo della reazione e allora vi metterete alla vostra posizione regolare e potrete ritornare in Patria. Io ho schiettamente lodato l'operare di voi tutti con l'aver ben difesa la causa del passato Governo e siate sicuri che se non si fusse parlato di reazione non sareste stati arrestati.

 

3 SETTEMBRE

Il Generale Echaniz, premurato dalla moglie da Napoli che trovasi inferma, ha creduto portarsi oggi a Torino(dietro permesso) per pietosire il suo ritorno a Napoli, ma dopo due giorni è ritornato senza nulla ottenere.

 

6 SETTEMBRE

Tutti i Generali domiciliati a Genova abbiamo avuto ufficio dal Questore di presentarci da lui per comunicarci cosa che ci riguarda. Essendoci presentati alla detta autorità, la stessa ci ha letto una ministeriale firmata dal Presidente dei Ministri Ricasoli che diceva quanto appresso: "Ho ricevuto il suo foglio con cui Ella mi trasmette un ricorso dei Generali Napoletani presentemente a Genova. Senza entrare nel merito delle osservazioni nel ricorso contenute, debbo però dichiararLe che strettissime esigenze di ordine pubblico vietano assolutamente che quei Generali siano per ora lasciati liberi di ritornare a Napoli, ove il loro arrivo potrebbe essere causa di discordie e di grave perturbamento nella pubblica opinione.

La autorizzo a partecipare questo riscontro ai ricorrenti soggiungendo loro che il Governo desidera più che ogni altro che il perfetto ristabilimento dell'ordine delle Provincie Napoletane permette la cessazione di una misura che per quanto increscevole ella sia, reputa assolutamente necessaria."

 

12 SETTEMBRE

I due Capitani D.Andrea Dupuy e D.Achille Afan De Rivera, che con i Generali furono arrestati la notte dell'8 Agosto c.a., questa mattina sono partiti per Torino ove sono stati adibiti a servire nell'Arma di Artiglieria, cui appartengono.

 

19 OTTOBRE

Questa mattina il Generle Colucci, dietro sua domanda, è partito per Alessandria per restare colà con sua figlia casata col Maggiore del Genio in servizio in detta Piazza. Costui è fratello al Generale Echaniz.

 

28 OTTOBRE

Questa mattina è partito per Torino il Generale Afan De Rivera per vedere suo figlio Achille, Capitano di Artiglieria colà in servizio e per parlare con qualche Ministro, in nome di tutti i Generali, per il nostro rimpatrio.

Egli è rientrato oggi

 

2 NOVEMBRE

e ci dice di essere stato assicurato che tra breve saressimo stati autorizzati a rientrare in Napoli, però a uno o due alla volte. Il Generale di Artiglieria D.Emanuele Palumbo è stato autorizzato a rimpatriare.

Abbiamo saputo che il Generale Polizzi Vincenzo, da Parigi ove domandò di andare, sia passato a Roma.

 

18 NOVEMBRE 1861

I Generali Rodriguez, Afan De Rivera e Antonelli sono stati autorizzati a rimpatriare ed il giorno 10 sono partiti per Napoli.

 

20 NOVEMBRE

Il Generale Echaniz è partito per Torino per premurare il suo ritorno a Napoli.

 

24 NOVEMBRE

È ritornato da Torino il Generale Echaniz senza nulla ottenere.

 

19 GENNAIO 1862

Il giorno 15 corrente il Generale Echaniz partì di bel nuovo per Torino rientrando oggi a Genova senza ottenere altro che promesse per il rimpatrio. Appena cominciato l'inverno, l'aria di Genova mi ha sottomesso in modo orribile. Medici, medicine, chirurgi, due operazioni sofferte mi hanno fatto soffrire immensamente per lo spazio di circa 4 mesi con ingenti spese, stando in locanda inglese in cui mi trovo fin dal mio giungere a Genova.

 

26 FEBBRAIO

Ricevo un ufficio del Questore di presentarmi a lui per essere comunicato cosa che mi riguarda. Nello stato deplorevole di salute in cui mi trovo, prego il Generale Conte Marulli di portarsi dal Questore e fargli conoscere che mi trovo fortemente infermo da non poter in nessun caso sortire dal letto. In effetti il detto Generale mi porta trascritta la ministeriale così concepita:

"In considerazione del favorevole avviso del Sig.Prefetto di Napoli, questo Ministro permette ai Generali Napoletani Sig. De Martino Nicola ed Echaniz Antonio che faccino ritorno in Patria.

Piaccia alla SV. Di darne comunicazione di detta determinazione ai suddetti Generali per loro norma."

Troppo doloroso fu per me il veder partire il mio collega Generale Echaniz da solo e non poter partire insieme perchè 3 giorni a numero avevo subito la prima operazione ai genitali dopo l'applicazione di 15 mignatte alla borza. Intanto l'inappetenza, lo spossamento di forze, lo stare sempre al letto mi avevano reso un cadavere, senza potermi muovere se non con l'aiuto di un eccellente e fidato cameriere che pagavo con 80 franchi al mese e che dormiva nella mia stanza, stante che ogni due ore doveva accendere il fuoco per applicarmi i cataplasmi, tanto di giorno che di notte. Ad onta, però, di tante cure e di un medico consulente che mi visitava una o due volte al giorno, nel mese di marzo mi si formò un deposito di pus dal testicolo destro fino all'ano, per cui dovetti subire altra dolorosa e larga operazione restando a letto per quasi un mese nella stessa posizione in cui mi aveva piazzato il chirurgo. Seguitando l'inappetenza e di conseguenza lo spossamento di forze, avevo quasi perduto la ragione. Intanto, al principio di aprile, fui assalito da una profonda sonnolenza in modo che il cameriere impressionato andò subito a chiamare il medico prima che giungesse l'ora in cui era solito venire; mi diede una pozione che non conosco perchè quasi senza sensi. Fortunatamente trovavasi da me il Generale Conte Marulli(per quanto dopo seppi) al quale il medico disse che ero minacciato da moto apoplettico e che all'indomani mi avrebbe fatto somministrare i sacramenti e, pertanto, credeva regolare che avesse scritto ai miei parenti onde qualcuno di essi venisse a Genova per quello che avesse potuto succedere.

Ciò fu puntualmente eseguito dal Conte Marulli che scrisse subito a mio nipote D.Francesco, Canonico della Cattedrale di Napoli, il quale, nel ricevere la lettera si imbarcò subito con il mio cameriere Gaetano sul grande vapore "Garibaldi" giungendo a Genova il giorno 23 aprile.

Or siccome lo stesso medico continuatamente mi diceva che se rimanevo altro tempo a Genova vi avrei lasciato la vita essendo quell'aria perfettamente a me contraria, così nello stato deplorabile di salute in cui mi trovavo mi risolsi a partire il giorno 25 aprile 1862, facendomi trasportare da 4 persone a bordo dello stesso vapore "Garibaldi" sul di cui cassero presi una cabina per noi soli pel prezzo di 400 franchi giungendo a Napoli dopo due giorni, e cioè il 27.

Appena salito a bordo cominciai ad appetire qualcosa da mangiare , cosa che per circa 4 mesi mi aveva sempre disgustato non essendomi nutrito di altro che di liquidi, come caffè, aranciate, acqua ed amarena e qualche tazza di brodo di pollo che era sempre preparata, ma che difficilmente ne facevo uso per la forte  inappetenza che avevo.

 

Il Conte Marulli si compiacque portarsi alla Questura per ritirare il mio "foglio di via" così scritto:

"Regio Governo della Provincia di Genova – Questura di Pubblica Sicurezza – Carta di Passo – Partendo da questa Città per recarsi a Napoli dietro l'autorizzazione del Ministro dell'Interno contenuta in sua nota del 22 febbraio 1862 n° 942. Gab. Direzione Generale di P.S.: Sig. de Martino Nicola – condizione Generale.- Genova 24 aprile 1862 – il Questore: F.to: Gulloi.

Si pregano le Autorità civili e militari a lasciarlo liberamente passare ed accordargli protezione in caso di bisogno.- La presente è valevole per la sola destinazione."

Nel partite da Genova, tutti i Generali erano rientrati a Napoli, ad eccezione del Conte Marulli e del Conte Del Balzo, che rimpatriarono successivamente.

 

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