Il mio riccio bianco della sabbia

da: "Sportellate di soluzioni originali"

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Cinque giorni di ricerche hanno finalmente dato luogo, il 23agosto, ad un risultato! Peccato che sia, a sua volta, diverso da quelli che avevo trovato  e descritto in precedenza.
Si tratta sempre di un echinodermata: l'Echinocardium Cordatum (Pennant 1777).
Per simpatia e praticità lo chiameremo Giò (srce moj, cuore mio, come le mamme chiamano il loro pargoletto) e viene da Veglia città (Croazia), quella dove sconsiglio, oggi più che mai, l'attività di snorkeling..
Egli è sempre stato immerso nell'acqua, dalla cattura, alle foto e fino alla riconsegna, in giornata, allo stesso posto da cui è partito.
Le foto si possono ingrandire con la tecnica usuale (fate click quando appare la manina, tornate con la freccia a sinistra).
Ve lo presento:
aa.bb.
l'anteriore è a sinistra                                                 l'anteriore è a destra in alto
Giò ha gli aculei trasformati in peli lunghi, lunghissimi (di fianco sembra un cane!). Tutto l'animale era ricoperto da un sottile strato di muco, perduto quasi tutto negli spostamenti, che però mantiene aderenti al corpo residui di sabbia nelle zone più protette della parte superiore (non pensiate che sia sporco).
zz.qq.
di prora                                                                     tre quarti di poppa
Giò appare molto più ricco di peli dei colleghi suoi che avevo trovato due settimane prima (quelli che ho chiamato giallastri e quasi glabri nella descrizione del "giornale"), specie nella parte superiore; inoltre il suo colore è veramente bianco. Il ciuffo superiore protegge l'apparato apicale destinato, mi pare, alla riproduzione; dicono che possa sporgere dalla sabbia, di sicuro se sollecitato in questo punto, non ha alcuna reazione. I peli che seguono la bocca, destinati al movimento "di forza", hanno l'estremità a pala (sarebbero uno splendido suggerimento per un costruttore di spazzolini da denti), quelli sporgenti sul fronte e che non si agitano (sono puntati in avanti nelle foto da sopra), si spezzano con facilità come se fossero di vetro.
aa.ss.
lato inferiore, senso di avanzamento verso il basso delle foto, si vedono la bocca e gli organi collegati

zz.qw.
di poppa                                                                    la bocca

La bocca di Giò è la cosa più sorprendente di tutto l'animale. Uno strano disegno stellato blu ne orna la parte anteriore. Si tratta di un tessuto traslucido che trattiene le placchette che coprono gran parte dell'apertura boccale che avete visto nella presentazione dell'esoscheletro. Si puo` pensare che l'apertura possa aprirsi grazie all'elasticita` del tessuto stesso, le righe blu non sono altro che la visione dell'interno di Giò attraverso questo tegumento semitrasparente.
Sulla foto grande della bocca mi sono permesso di segnare alcuni particolari. I pedicelli sono modificati in due tipi diversi:
il primo tipo assomiglia ad un piccolo cerianto con in "a" il gambo ed in "b" il ciuffo o ventosa,
il secondo termina con una corolla prensile che in "v" ha il terminale aperto ed in "v1" il terminale chiuso.
Questi pedicelli contornano variamente la bocca intendendo contribuire per sensibilità e capacità di spostamento di materiali edibili all'alimentazione di Giò; il secondo tipo, inoltre, si spinge fino alla parte anteriore (vedere le foto del lato inferiore).

zz.ss.
a contatto con la parete (va a sinistra); si vedono le particelle di sabbia che fluiscono all'indietro
 
Questo incontro è stato piacevolissimo e, senza nulla togliere ad altri animali, ha rivelato particolarità e caratteristiche sorprendenti oltre che inaspettate in un esemplare apparentemente semplice, primitivo e di scarsa rinomanza. Per me una grande soddisfazione!


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