Rete No Centrale S. Severo

 

ANNOTAZIONI

su ultima bozza del  P.E.A.R.

PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE

GLI obiettivi e GLI strumenti

 

REGIONE PUGLIA

 

Ma di quale solidarietà si va parlando nel PEAR, ovvero in tema energetico?

Non vi è alcuna solidarietà possibile da parte di chi già paga oltre il doppio, come i cittadini pugliesi, la esposizione a inquinanti derivanti da produzione energetica rispetto ai propri consumi!!

Solidarietà …

…Eppoi verso chi ?

Invero verso speculatori, affaristi, devastatori dei territori, corruttori!!

La solidarietà si fa non suicidandosi sull’altare di biechi interessi e togliendo salute per affari…..

 

a pag. 4 si legge:

“Gli obiettivi del Piano riguardanti la domanda e l’offerta si incrociano con gli obiettivi/emergenze della politica energetico - ambientale internazionale e nazionale. Da un lato il rispetto degli impegni di Kyoto e, dall’altro, la necessità di disporre di una elevata differenziazione di risorse energetiche, da intendersi sia come fonti che come provenienze.

La consapevolezza che l'evoluzione del sistema energetico vada verso livelli sempre più elevati di consumo ed emissione di sostanze climalteranti implica la necessità di introdurre livelli di intervento molto vasti che coinvolgano il maggior numero di attori e tecnologie possibili. 

Sul lato dell’offerta di energia, la Regione si pone l’obiettivo di costruire un mix energetico differenziato e, nello stesso tempo, compatibile con la necessità di salvaguardia ambientale.

Diversi sono i punti da affrontare:

-                     la Regione è da alcuni anni caratterizzata da una produzione di energia elettrica molto superiore alla domanda interna: è obiettivo del Piano proseguire in questa direzione nello spirito di solidarietà ma con la consapevolezza della necessità di ridurre l’impatto sull’ambiente, sia a livello globale che a livello locale, e di diversificare le risorse primarie utilizzate nello spirito di sicurezza degli approvvigionamenti;”

 

ANNOTAZIONE:

Quanto affermato circa “gli obiettivi/emergenze della politica energetico - ambientale internazionale e nazionale…il rispetto degli impegni di Kyoto” è contraddetto palesemente e gravemente dalla successiva affermazione :” è obiettivo del Piano proseguire in questa direzione nello spirito di solidarietà”.laddove poi (vedi seguito) la “necessità di ridurre l’impatto sull’ambiente, sia a livello globale che a livello locale” non è perseguita, salvo piccolissime riduzioni, sullo scenario ante 1990-2004, che ha esposto la Puglia a livelli impressionanti di inquinamento specifico sul versante energetico, ma solo su elementi di “tendenza” (un gioco di parole caro a “economisti”, che nasconde il fatto che il Pear di fatto non riduce le emissioni  come richiesto dal protocollo di kyoto e dalla domanda di salute delle popolazioni pugliesi).

Il dato peraltro è falsato dal fatto che non viene affermato a chiare lettere l’incompatibilità delle centrali di Modugno e San Severo, nonché di altre da fonti non rinnovabili,  ma anche da megaimpianti a biomasse e da inceneritori , che peggiorebbe ulteriormente e irreversibilmente la situazione ambientale, dovendo sommare al dato riportato nel Pear quello rivenienti da queste nuove centrali, ove realizzate.

Ma di quale solidarietà si va parlando in tema energetico?

Non vi è alcuna solidarietà possibile da parte di chi già paga oltre il doppio, come i cittadini pugliesi, la esposizione a inquinanti derivanti da produzione energetica rispetto ai propri consumi!!

Eppoi verso chi ?

Invero verso speculatori, affaristi, devastatori dei territori, corruttori!!

La solidarietà si fa non suicidandosi sull’altare di biechi interessi e togliendo salute per affari…..

a pag. 47 si legge:

“La legge 239/2004 riguardante il riordino del settore energetico indica che lo stato e le regioni garantiscono l'adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole regioni, prevedendo eventuali misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale qualora esigenze connesse agli indirizzi strategici nazionali richiedano concentrazioni territoriali di attività, impianti e infrastrutture ad elevato impatto territoriale, con esclusione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili.”

                  Ancora

a pag. 48 si legge:

“In effetti, il criterio del riequilibrio dei deficit regionali presenta elementi sia di scelta politica, almeno fino a quando si parla di centrali termoelettriche la cui collocazione è piuttosto indipendente da particolari caratteristiche territoriali, sia di scelta tecnica, fra cui il vantaggio di permettere una diminuzione delle perdite di linea. Si deve però registrare il fatto che ciò non si sta determinando, neppure a seguito dell’ondata di richieste di nuova potenza termoelettrica degli ultimi anni.

Alcune elaborazioni effettuate dall’ENEA indicano come le differenze tra potenza installata e potenza richiesta alla punta nelle diverse regioni tra il 2003 e quanto previsto al 2012, non si stiano riducendo particolarmente. In Puglia l’esubero di potenza passerebbe da 2.000 MW a circa 4.500 MW figurando, assieme alla Calabria, la regione con il principale scarto positivo.

In considerazione della situazione delineata, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, la politica energetica regionale si pone i seguenti obiettivi generali:

-                    mantenimento e rafforzamento di una capacità produttiva idonea a soddisfare il fabbisogno della Regione e di altre aree del Paese nello spirito di solidarietà;

-                     riduzione dell’impatto sull’ambiente, sia a livello globale che a livello locale. In particolare, nel medio periodo, stabilizzazione delle emissioni di CO2 del settore rispetto ai valori del 2004;

-                     diversificazione delle risorse primarie utilizzate nello spirito di sicurezza degli approvvigionamenti e nella compatibilità di cui all’obiettivo precedente;

-                     sviluppo di un apparato produttivo ad alta efficienza energetica.

 

A fine 2004 la capacità produttiva regionale, per quanto riguarda i grossi impianti di produzione, ammontava a circa 4800 MW.”

ANNOTAZIONE:

-Risulta quanto meno assurdo riportare come Obiettivi  il mantenimento e rafforzamento di una capacità produttiva idonea a soddisfare il fabbisogno della Regione e di altre aree del Paese nello spirito di solidarietà”…e la “stabilizzazione delle emissioni di CO2 del settore rispetto ai valori del 2004”,  il che significa stracciare il protocollo di Kyoto in Puglia e consentire ancora fenomeni devastanti e di aggressione al territorio.

Ciò anche a fronte di quanto previsto dalla l. 239 /2004  che indica che “lo stato e le regioni garantiscono l'adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche” e  soprattutto in considerazione che tale indicazione deve tener conto del diritto alla salute e ad un ambiente sano, peraltro contro ogni ulteriore rischio di desertificazione del territorio, come già incombente in Puglia, ovvero deve considerarsi che esposizioni superiori e di gran lunga come in Puglia agli inquinanti da produzioni energetiche da centrali termoelettriche, a carbone e da altri fonti non rinnovabili, comporta un danno irreparabile alla salute, all’ambiente , alle risorse vocazionali del territorio..

Senza considerare che ancora una volta non viene affermata l’incompatibilità delle centrali di Modugno e San Severo,nonché di altre da fonti non rinnovabili,  ma anche da megaimpianti a biomasse e da inceneritori, che peggiorebbe ulteriormente e irreversibilmente la situazione ambientale, dovendo sommare al dato riportato nel Pear quello rivenienti da queste nuove centrali, ove realizzate.

 

a pag. 49 si legge:

“A fine 2006, con l’entrata in esercizio della centrale Edison di Candela e della centrale Enipower di Brindisi la capacità produttiva ammonterà a oltre 6000 MW.

  Per valutare la possibile evoluzione dell’apparato di produzione termoelettrica, si consideri che al momento risultano con processi autorizzativi in corso centrali per un ammontare complessivo di potenza pari a 2.630 MW.

La messa in esercizio di tutte le suddette centrali porterebbe ad una produzione complessiva pari a circa 60.000 GWh, contro i poco più di 31.000 GWh attuali.

Per quanto riguarda le emissioni di CO2, queste arriverebbero a oltre 30 milioni di tonnellate, contro i 21,5 milioni di tonnellate attuali (+45%)[1].

Lo scenario delineato, benché veda crescere il ruolo delle fonti primarie meno impattanti da un punto di vista ambientale, configura una situazione di accumulo, più che di alternativa, in termini di produzione energetica e di emissioni di gas climalteranti, oltre a non intervenire direttamente su alcune criticità presenti essenzialmente nei poli energetici di Brindisi e di Taranto.

   Le linee di pianificazione energetica regionale che portano alla definizione di uno scenario obiettivo prendono in considerazione la suddetta situazione e si basano sulle seguenti priorità:

-           mantenimento e rafforzamento di una capacità produttiva idonea a soddisfare il fabbisogno della Regione e di altre aree del Paese nello spirito di solidarietà;”

ANNOTAZIONE:

Circa la individuata priorità di “mantenimento e rafforzamento di una capacità produttiva idonea a soddisfare il fabbisogno della regione e di altre aree del paese nello spirito di solidarietà”, si confermano i gravi elementi riportati nelle precedenti annotazioni

 

a pag. 50 si legge:

“Dall’insieme delle suddette considerazioni il Piano considera il ricorso alla installazione di altre centrali termoelettriche di grossa taglia, come possibilità praticabile solo nel caso in cui ciò non sia accompagnato da un ulteriore incremento delle emissioni di CO2.

Tanto meno si ritiene opportuno sviluppare ulteriormente la produzione di energia elettrica in modo avulso dalla realtà regionale e nazionale al solo scopo di creare occasioni sul mercato estero.”

 

ANNOTAZIONE:

Va affermata chiaramente l’incompatibilità delle centrali di Modugno e San Severo,nonché di altre da fonti non rinnovabili,  ma anche da megaimpianti a biomasse e da inceneritori, che peggiorebbe ulteriormente e irreversibilmente la situazione ambientale, dovendo sommare al dato riportato nel Pear quello rivenienti da queste nuove centrali, ove realizzate.

a pag. 51 si legge:

“Questo scenario porta a una produzione stimata di energia elettrica pari a circa 43.000 GWh, con un incremento di circa il 40% rispetto al dato del 2004, a fronte però di una diminuzione delle emissioni di CO2 del 9%.”

ANNOTAZIONE:

La diminuzione di emissioni non è perseguita, salvo piccolissime riduzioni, sullo scenario ante 1990-2004, che ha esposto la Puglia a livelli impressionanti di inquinamento specifico sul versante energetico, ma solo su elementi di “tendenza” (un gioco di parole caro a “economisti”, che nasconde il fatto che il Pear di fatto non riduce le emissioni  come richiesto dal protocollo di kyoto e dalla domanda di salute delle popolazioni pugliesi).Il dato peraltro è falsato dal fatto che non viene affermato a chiare lettere l’incompatibilità delle centrali di Modugno e San Severo, nonché di altre da fonti non rinnovabili,  ma anche da megaimpianti a biomasse e da inceneritori , che peggiorebbe ulteriormente e irreversibilmente la situazione ambientale, dovendo sommare al dato riportato nel Pear quello rivenienti da queste nuove centrali, ove realizzate.

a pag. 52 si legge:

L’incremento della produzione di energia elettrica rispetto alla situazione attuale lascia un elevato margine alla possibilità di soddisfare il fabbisogno interno, come pure quello di altre zone. La stessa valutazione vale per quanto riguarda la potenza termoelettrica installata, considerando che si potrà contare su una potenza installata di oltre 6.000 MW a fronte di una richiesta di punta stimata in 4000 MW al 2012. Tale ipotesi non tiene conto delle fonti rinnovabili che in Puglia sono essenzialmente non programmabili.

ANNOTAZIONE:

Circa la individuata priorità di “mantenimento e rafforzamento di una capacità produttiva idonea a soddisfare il fabbisogno della regione e di altre aree del paese nello spirito di solidarietà”, si confermano i gravi elementi riportati nelle precedenti annotazioni, con particolare riferimento all’assurdità del ventilato spirito di solidarietà che altro non è che mantenere le popolazioni pugliesi esposte ad un inquinamento gravissimo, il territorio a ulteriore processo di desertificazione e devastazione delle risorse vocazionali, tutto ciò per “solidarietà” invero verso gruppi economici-affaristici, ceryo non verso la povera gente.Produrre in Puglia più energia, di quanto ci serve,  per i ricchi e gli speculatori, significa  suicidarsi sull’altare di un bieco disegno folle, tutto sulla pelle dei più deboli.

 

San Severo 26 febbraio 2007