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C i r c o l o  D i d a t t i c o  " G i o v a n n i  XXIII " - P a l e r m o

CLASSI V EF
Dalle pagine del giornale

TORNANO I TESORI DEI DITTATORI
La Svizzera non è più il paradiso bancario in cui nessuno poteva rintracciare i titolari dei conti, e dove molti presidenti dittatori, che ricavano il denaro d'attività criminali, traffici di droga o dalle casse pubbliche dei loro paesi, aprivano i loro conti bancari.
Da qualche anno (2003) l'Onu ha votato una convenzione anti-corruzione e da allora la Svizzera ha già restituito 500.000.000 di dollari ai paesi depredati. Ancora molti soldi si trovano nelle casse svizzere perché i problemi giuridici ne complicano la restituzione.
Dagli anni '80 ad oggi si è molto parlato di questi fondi segreti, ma solo il denaro dell'ex presidente filippino Ferdinando Marcos è stato completamente restituito al suo paese e da allora la Confederazione Svizzera ha cambiato le sue leggi collaborando con i magistrati. Per prima cosa ha imposto alle banche di controllare l'identità dei suoi clienti e di accogliere le richieste di congelamento dei conti indagati, a seguito di una sentenza di confisca dei beni e soltanto in qualche caso anche in assenza di questa.
Per risolvere il problema della restituzione di questi fondi, la Svizzera ha voluto assicurarsi sul loro giusto utilizzo, infatti sull'articolo della testata francese Le Monde si fa riferimento a due casi in particolare: l'utilizzo di questi fondi per lo sminamento del paese.
In generale la politica di Berna è quella di fare impegnare questi fondi per progetti umanitari e di rappresentare un modello per la nuova convenzione anti-corruzione in discussione all'Onu.
Armando A.

L'ANTIDOPING
Prima dell'inizio dei giochi olimpici, 12 atleti di sci di fondo sono stati espulsi per eccesso di emoglobina, che potrebbero essere un segno di doping.
Già dalla prima gara sembra che manchi un campione che faccia la differenza in questa disciplina e qualcuno ha insinuato che questo potesse essere dovuto alla espulsioni. Intervistato, il direttore tecnico della nazionale di fondo, ha sostenuto che la Wada (agenzia mondiale antidoping) ha mandato già dall'anno scorso messaggi molto forti agli atleti invitandoli a non doparsi, perché i controlli sarebbero stati molto severi: questo se da una parte è stato un utile avvertimento per i malintenzionati, dall'altra ha fatto sì che alcuni atleti non curassero neanche il proprio raffreddore nel timore di una falsa positività all'antidoping. Inoltre si è insinuata la cultura del sospetto per cui quando qualcuno vince si sospetta che si sia dopato e questo toglie significato e spirito sportivo a qualunque gara.
ALLE OLIMPIADI NIENTE MARCHE
Leggendo un articolo sulle Olimpiadi invernali di Torino, ho letto delle cose che mi hanno colpito: Secondo il regolamento delle Olimpiadi è vietato introdurre nei luoghi di gara cibi o bevande che non sono della marca degli sponsor olimpici. Non si possono nemmeno portare zaini, ombrelli rigidi, bottiglie, lattine ed accendini.
Per mangiare bisogna andare Snack-Point, dove i cibi sono cari e di cattiva qualità: un piatto di pasta costa € 7, un panino €3, una bottiglia di vino €20, mentre al supermercato costa solo €7.
Se per caso si indossa una giacca a vento o un cappellino con una scritta, questa viene subito coperta col nastro adesivo dai responsabili dell'organizzazione.
Tutto questo vale anche per i ragazzi delle scuole, che devono osservare queste rigide regole.
Un collega straniero di un giornalista voleva conoscere una graziosa ragazza dell'organizzazione: allora ha messo sul tavolo una bottiglietta con la marca bene in vista: lei è venuta subito sorridendo a dirgli di toglierla; il ragazzo ha ripetuto lo scherzo tre o quattro volte e lei ogni volta intervenuta sorridendo. Sicuramente la sera saranno usciti a cena insieme!
L'avvenimento delle olimpiadi è un avvenimento sportivo non economica, quindi dovrebbero abbassare il prezzo del cibo che vendono.
Alessandro D.M. e Alberto
IL ROBOT DEL FUTURO
L'industria più famosa della città di "Billund" (Danimarca) è riuscita a far lavorare quattro ingegneri Americani e Canadesi incessantemente e a creare quindi una nuova generazione di robot.
L'industria in questione è la Lego che da 75 anni produce il famosissimo gioco dei mattoncini. La cosa più incredibile è che gli ingegneri non hanno ricevuto un compenso in denaro, ma bensì un pacco di mattoncini.
Questa è stata la vera novità, infatti la Lego ha sfruttato la sua stessa clientela senza impegnare un capitale.
Dal cervello di questi quattro ingegneri è uscito un robot geniale: esso è costituito da 511 mattoncini e può assumere 19 varanti diverse.
E' dotato di una vista a ultrasuoni e di un cervello collegato ad un computer. Il cuore assomiglia ad un IPod e gestisce i movimenti che riceve dal computer,inoltre è dotato di tre servomotori interattivi che permettono il movimento.
Il robot può anche reagire con un sensore tattile. Alessio
 


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