Riparazione elica quadripala per paramotore

 

Nella foto a lato l'elica in questione dopo un incontro ravvicinato con il terreno ... ;-(

L'unico pezzetto che è stato ritrovato è quello rappresentato in foto ... che è stato incollato e stuccato .

Siccome l'elica, con le stesse caratteristiche ( diametro) risulta introvabile mi sono offerto di ripararla e di documentare le varie fasi affinchè qualcuno con lo stesso problema possa prendere qualche informazione per risolvere il proprio inconveniente.

 

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             foto 1

Cominciamo !

Sono necessarie alcune premesse :

  1. Questo tutorial non vuole essere la Bibbia di come si ripara un'elica... ma è semplicemente il metodo che ho utilizzato io e che mi ha sempre dato ottimi risultati, non vuole dire che non ne esistano di migliori ( anche se io, dopo avere fatto una ricerca in rete non ne ho trovati ... o quantomeno pubblicati)
  2. il procedimento prevede la costruzione di uno stampo in VTR (vetroresina e/o fibra di vetro ... ndt!) della parte terminale per poter disporre della ripetibilità di forma e profili;
  3. la riparazione vera e propria con materiali compositi ( fibra di Carbonio).
  4. si presume quindi che coloro che intramprenderanno questa strada abbiano un minimo di conoscenza di cosa sono le resine epossidiche e poliesteri, il Kevlar , il Carbonio , il Vetro (non quello delle finestre ...) ecc.

essendo l'elica introvabile, ho optato per una soluzione strutturale che mi garantisca la giusta robustezza per sopportare i carichi di volo e le varie tensioni dovute alle accelerazioni e decelerazioni del motore, ma al contempo in grado di cedere al contatto con un corpo "diverso dall'aria" secondo il concetto che se rompo di nuovo il terminale lo posso riparare, ma se ne costruisco uno talmente robusto ( e utilizzando il carbonio è più facile di quanto non si creda ...) che mi si rompe l'elica al mozzo ... addio mia bella addio ...;-)

 

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foto 2

Dopo avere incollato il pezzetto ritrovato ho verniciato  la parte con stucco a spruzzo (foto 2) e ho carteggiato ...

 

 

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foto 3

...il tutto con carta 800, acqua e tanto olio di gomito (foto 3), fino ad ottenere una superficie liscia, con lo stucco che riempie solo le piccole dissimmetrie dovute al cedimento delle fibre del legno durante il contatto con l'oggetto che ne ha causato la rottura.

Una ultima spruzzatina di stucco a finire per evidenziare eventuali piccoli difetti e siamo pronti a partire con lo stampo.

 

Dopo avere delimitato la zona , che deve essere quella con la rottura più estesa, ho dato 3 mani di cera distaccante ( io uso quella per pavimenti) lucidando dopo ogni mano. Poi picchiettando con il pennello stendo un primo strato di resina nera, questa resina è particolare, infatti è caricata con polvere di acciaio e conferisce una resistenza notevole all'abrasione; se non l'avete va bene anche resina normale, solo lo stampo sarà molto meno resistente (foto 5).

 

 

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foto 4

Poi impregno 5 stati di tessuto di vetro da 200 g/mq tagliati più abbondanti della zona da ricoprire di circa un centimetro e mezzo ed appoggio il tutto su un pezzo di gommapiuma di 5 centimetri di spessore dopo avere interposto un foglio di domopack per evitare che si incolli tutto.

 

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foto 5

 

Carico l'elica con dei pesi (ottime delle vecchie batterie) fino ad ottenere lo sprofondamento nella gommapiuma come nella foto 4.

Ad essiccazione avvenuta (cioè dopo 18 ore a 20°) il risultato è visibile nella foto 5.

 

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foto 6

Dopo avere dato 3 mani di cera su tutto il manufatto (elica e VTR ) ho ripetuto la procedura precedente ottenendo il secondo semiguscio ( il ventre) che accostato al dorso evidenzia il profilo dell'elica (foto 7)

 

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foto

In realtà la realizzazione degli stampi andrebbe fatta utilizzando spine di riferimento annegate nella resina ma data l'esiguità dell'intervento le varie irregolarità dello stampo del dorso sono sufficienti a permettere a quello del ventre di accostarsi combaciando perfettamente.

 

Questa pagina è stata aggiornata il 21/06/07

 

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