Friedrich Nietzsche

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La morte di Dio

Per Nietzsche Dio è il simbolo di ogni prospettiva anti - mondana, anti - vitale, perché pone il senso dell'essere al di là o fuori l'essere, e perché contrappone questo mondo ad un altro mondo ritenuto l'unico perfetto e vero. Dio è la personificazione di tutte le certezze ultime dell'umanità, cioè quelle certezze metafisiche necessarie per dare senso e ordine rassicurante alla vita. Visto attraverso questo punto di vista, Dio appare come la più antica delle bugie vitali, come la menzogna che dura da più tempo, la quintessenza di tutte le credenze escogitate per fare fronte al caos dell'esistenza. Nietzsche crede così fortemente in un mondo sdivinizzato che ritiene superflua ogni dimostrazione della non - esistenza di Dio condotta con i metodi della filosofia tradizionale. Per Nietzsche è la stessa realtà caotica e non provvidenziale a confutare l'idea di Dio. In Aurora (1881) dice : “Un tempo si cercava di dimostrare che Dio non esiste, - oggi si mostra come ha potuto avere origine la fede nell'esistenza di un Dio, e per quale tramite questa fede ha avuto il suo peso e la sua importanza: in tal modo una contro dimostrazione della non esistenza di Dio diventa superflua”.

Quindi ne La gaia scienza (1882) Nietzsche annuncia la morte di Dio, drammatizzandola attraverso il racconto dell'uomo folle. Cosa significa che Dio è morto? Significa constatare che oltre gli uomini sta solo il nulla; è il simbolo dell'impossibilità di rinvenire, nel flusso caotico della realtà, un punto di riferimento definitivo e stabile. Con questo annuncio Nietzsche intende riassumere in una formula radicale l'irruzione del nichilismo nel mondo moderno.

 

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