LA SCULTURA "RADICALE"
di RICCARDO MORI
L'uomo di oggi e' sempre piu circondato dal sintetico, dall tecnologia, dalla "virtualità" ; si trova nella possiibilità di comunicare in modi sempre piu immediati ma che ,visti in filigrana sono mediatissimi. Il paradosso di internet è quello di annullare e contemporaneamente creare una distanza comunicativa fra gli individui. La società attuale, dell'uomo "tecnologico",sempre piu basata sull'immagine, sull'immediato (quindi istantaneo, quindi anche effimero) e su una progressiva dipendenza dal cosidetto progressso e dalla tecnologia, ha portato e porta con se un certo distacco nei confronti di quanto riguarda le origine dell'uomo, la sua profondità storica, la sua identità. Da diverso tempo ormai si lamenta il declino valoriale specie guardando alle nuove generazioni , legato indubbiamente ad un senso di precarietà e smarrimento tipico di questi ultimi tempi; un distaccamento progressivo da quelle che è la "carta d'identità" dell'uomo , un affossamento, uno svilimento della sua componente "naturale", originaria, radicale appunto. E in quest'ottica non stupisce affatto come i vari richiami a questa elementalità umana, i vari riferimenti o ritorni alla spiritualià , siano inseriti in un discorso di "moda", di un non meglio specificato "benessere", di un qualcosa comunque inseribile in un punto di vista consumistico.
Ho insistito su questi aspetti , sulla perdita di profondità e di senso storico e quindi di identità , perché proprio a questo punto si inserisce la ricerca scultorea di Daniele Biaggi.E' importante focalizzare da subito l'elemento di profondo disagio , e quindi di denuncia, che emanano le sue sculture.perché scltura Radicale? Perché da un lato essa lancia inequivocabilmente il proprio messaggio di denuncia , il proprio sigmatizzare il degrado della società e lo sviluppo valoriale della figura femminile,da un lato , dunque, il messaggio colpisce il fruitore con una nitidezza e una potenza che non lasciano spazio a fraintendimenti. Dall'altro , Radicale sottolinea il profondo richiamo alle origini, ai primordi, degli esseri umani. Radicale, cioè delle radici dell'uomo. La scultura dell'artista si collega alla , alla storia, al segno temporale già costitutivamente . L'elemento primordiale è intrinseco, è nella materia stessa di cui è fatta: il legno, quindi l'albero, simbolo fondamentale della vita, di collegamento alla terra, di genesi, di sviluppo fruttifero . In quest'ottica è praricamente inevitabile il trattare la figura femminile , ovvero l'altro elemento cardine, il più importante, legato alla simbologia dell'origine, della vita, della genesi. Per questo le opere di questo artista sono doppiamente legate alla matrice primordiale dell'uomo: perché sono fatte di un materiale che ha storia, che invecchia e che porta i segni della propria storia, e perché raffigurano la storia dell'uomo, attraverso tutta una serie di simboli e messaggi archetipici, primo fra tutti il concentrarsi sulla figura femminile, rimando per eccellenza alla fecondità, alla procreazione, alla capacità di originare, di generare.
Il percorso scultoreo dell'artista Biaggi, si diceva, è un percorso di denuncia, ed è un percorso che, pur nella sua inequivocabilità di fondo, attraversa varie tappe, tappe attraverso le quali esso si fa via via più nitido e cruciale, sempre più scevro da orpelli, sempre più sintetico ed efficace. L'urgenza della manifestazione del disagio è sempre più chiara e imprescindibile, e le sculture acquistano man mano sempre più voce. Ma per acquisire questa voce devono necessariamente guadagnare l'attenzione e l'ascolto del fruitore. Devono guadagnare spazio. Devono perciò coinvolgere, attrarre sempre più nella propria orbita chi le osserva. In questo senso si puo comprendere il percorso che ci porta, partendo da opere come Fecondità o la serie di Figure Femminili, ad opere come Dea in Trono e Stato, fino alla serie dei Totem e poi anche dei Lumi. Un percorso lucido ed efficace nella sua disarmante franchezza: per veicolare l'intrinseco messaggio di accusa, le sculture non fanno altro che presentare all'uomo da un lato ciò che è, dall'altro iò che è diventato, e sempre, costantemente, servendosi di una lingua primordiale e di una simbologia che vuole risvegliare l'essenza dell'uomo ormai soffocata dalle sovrastrutture che egli stesso si è costruito adosso. Per questo motivo la conquista dello spazio e il coinvolgimento del fruitore sono fondamentali, perche chi osserva non deve avvertire questo messaggio di denuncia come qualcosa di estraneo, di astratto, come qualcosa di "rappresentativo" e quindi di "non uso". Per questo motivo il passo inaugurato dai totem è cruciale, perché a questo punto l'intera scultura trascende in simbolo e prende possesso dello spazio intorno a sé introducendo il concetto, altrettanto primordiale e altrettanto efficace, del rito. Ora non è più possibile sottrarsi. Il totem è sempre stato un simbolo "parlante",portavoce appunto del soprannaturale in ambito terreno. Con i suoi Totem Biaggi non dimentica affatto l'importanza della figura femminile, né la denuncia nei confronti della società che l'ha svilita e depotenziata. Al contrario i Totem mostrano decisamente e inequivocabilemente la donna che ha perso tutti quegli attributi di fertilità, di fecondità, di maternità rappresentati dalle forme tondeggianti e rigogliose delle sculture precedenti, fino a Stato. Ora ci si trova di fronte a una figura esteriormente certo più elegante, più slanciata, ma interiormente rinsecchita, sterile, infeconda. La prorompenza degli attributi sessuali, anatomicamente enfatizzati in aculture come Maternità, Figura femminile, Dea in Trono, Stato (ma anche in sintesi e genesi),viene meno, viene perduta e ridotta ad un segno pittorico, decorativo, puramente estetico, quasi un vago ricordo di ciò che era una volta. Queste estremamente riassunte, sono le diretrici del percorso scultoreo dell'artista, le quali comunque si prestano ad interessanti approfondimenti, specie per cio che riguarda alcuni passaggi fondamentali e imprescindibili. Vediamone alcuni.
"Stato", overo la metamorfosi, il punto di non ritorno
E' assolutamente necessario sottolineare l'importanza di una scultura come Stato nel processo di denuncia della società, di essenzializzazione formale, di conquista spaziale, di coinvolgimento del fruitore. Essa si rivela punto cruciale di un processo che inizia con l'opera Dea in Trono e che prosegue con la serie dei Totem.Dea in Trono rappresenta una donna gravida seduta su un trono che ha dei piccoli braccioli e uno stretto e alto schienale. Il trono diviene nel suo sviluppo la rappresentazione di un edificio che si sgretola e si smaterializza a contatto con l'aria. Ma rappresenta nello stsso momento un trono che non ha la posibilità di reggere la persona che lo occupa poiché non ha le gambe anteriori,e risulta essere piu che altro una specie di fondale decorato non adatto a sopportare il peso della donna.Traslando questi elementi in chiave simbolica sostiene lo stesso artista ne risulta che l'uomo con gli attributi positivi e negativi che si porta dentro poggia e pensa di affidarsi a una societa non adatta al suo mantenimento. Anzi ad una società che lo inganna dandogli molta apparenza ma poca concretezza.L'importanza di Dea in trono è percepibile a vari livelli. In essa compare un gran numero di simboli, ed è possibile notare unico esempio la compresenza di elementi primordiali(la donna gravida,feconda,quindi madre-genertrice, l'antica simbologia della figura seduta sul trono,ecc.) e "moderni":la società, infatti, compare: à appunto quell'edificio alle spalle della donna, edificio apparentemente complesso e strutturato, ma al tempo stesso in erosione ed inadatto a svolgere il proprio ruolo di sostegno. In questa fase chi contempla quest'opera, pur nell'urgenza e nella gravità del messaggio che essa comunica (gravità in senso concreto, di "peso" , e in senso figurato), ne rimane ancora fuori, in un certo senso. Scultura e spettatore mantengono i propri spazi d'azione, che sono giustapposti, che si tangono ma che ancora non si intersecano appieno. In Stato il discorso si fa più intimo, urgente, articolato: in questa scultura la socieà viene implicata e riflessa dall postura, dell'azione fermata dalla mano dello scultore. Stato è il trionfo della stasi e del movimento al tempo stesso, prima grande contraddizione della nostra società, paradosso che si fonde nel profondo senso di imminente perdita di equilibrio, di precarietà, di terrore che l'opera comunica. Anche questa scultura è ricchissima di simboli e di spunti di riflessione: anche qui compaiono gli elementi caratteristici della figura femminile feconda:ventre pronunciato e attributi sessuali enfatizzati. Viene inoltre rimarcato il contatto con l'origne, la terra e la storia: la scultura non ha veri e propri piedi, ma le gambe si fondono con il terreno, esattamente come radici, le radici della donna-albero. La scultura possiede poi una potenza gestuale e indicatoria formidabile: in questo un grande contributo è si dato dal volto e dal suo grido muto che ricorda molto da vicino il famoso dipinto di Edvard Munck (il grido), ma soprattutto la gestualità fondamentale data dalle braccia e mani, in una postura straziata, che cerca un possibile appiglio per non crollare,per non cedere. Appiglio impossibile da afferrare perché nel frattempo le mani sono diventate nient'altro che ornamenti: belle a vedersi, ma inutilizzabili come tipico strumento umano, moncherini che vanifi cano il tentativo di ristabilire un equilibrio. Stato accoglie quindi in sé una stratificazione di significati e una moltiplicazione simbolica che non possono passare inosservati. Stato è il riflesso di ciò che provoca il degrado della società e dei valori, Stato è la società stessa fotografata nella sua precarietà e nella sua progressiva superficialità ed incapacità di risolvere i problemi, Stato è anche il declino e lo sviluppo dell'enorme importanza della figura femminile come madre e genitrice: non a caso è l'ultima scultura (considerato questo processo) a raaffigurare in maniera evidente le caratteristiche anatomiche della donna gravida. Il passo successivo è rappresentato dai Totem, che da questo punto di vista presentano, come si è accennato precedentemente, una figura femminile slanciata e sterile, riflesso del superfluo e del narcisismo sempre più attuali. In questo vi è un ideale rimando a Ornata d'Effimero, rappresentazione di una figura femminile elegante, leggera, decorativa grazie all'inserimento di elementi metallici che creano l'effetto di un abito vistoso e svolazzante.
Stato, inoltre, grazie alla gestualità di braccia emani, prosegue quel discorso di conquista dello spazio circostante che avra il suo naturale sviluppo nei totem. Dei Totem si è già detto della potenza che portano in sé, e dello spazio che implicano intorno a sé. A questo punto non e' piu possibile esimersi: il totem è un imprescindibile figura rituale e radicale: in quanto a veemenza ed in quanto estremamente connesso alla terra, radicato appunto, e al tempo stesso proiezione verticale verso il soprannaturale, il divino. Nell'ecosistema che il totem viene a creare è praticamente impossibile sottrarsi alla sua accusa dirompente: esso manifesta senza dubbi il declino della figura femminile operato dalla società e dall'eccesso di sovrastrutture che hanno finito col disperdere l'identità dell'uomo, allontanandolo da se stesso. Il totem attrae nella propria orbita grazie alla poptenza del rito, ma è il rito che si compie intorno ad una donna impoverita, stilizzata, disidratata. Il totem si fa specchio della società per meglio dirigere il proprio moto d'accusa.
Le lampade , ovvero l'esorcismo non riuscito
Le lampade sono, possibilmente, il passo ulteriore al Totem. Si badi bene:le lampade, nel caso del percorso di scultura "radicale" di Daniele Biaggi, sono esse stesse sculture, sono totem, e non sono afftto dei semplici complementi d'arredo. In cosa consiste la novità e l'ulteriorità della lampada, del lume, rispetto al discorso svolto finora? Senza dubbio nel ftto che la lampada è costituita da luce che viene rivestita da un involucro. Questa rsposta, apprentemente semplice, apre in realtà a tutta una serie di conseguenze e considerazioni assai meno scontate. La luce è ciò che sono diventati i totem visti in precedenza. La luce è il totem, la luce è il messaggio, è la voce, è l'accusa. La denuncia. Ma la luce viene rivestita dalla società. Il rivestimento può dunque essere visto come reazione alla scomodità, al disagio della luce accusatrice. Ecco dunque l'esorcismo: l'ornamento, la decorazione, l'abbellimento, l'occultamento del marcio, del degrado. Ecco dunque la creazione di un totem "innocuo", mimetizzato, camuffato per ovattarne la pericolosità, la scomodità. Come drappeggiare uno specchio che fruga nei difetti dell'uomo semplicemente mettnedo l'uomo di fronte a se stesso. L'uomo non si vuole vedere in questo decadimento, e cerca vie di fuga, ingannandosi, mentendo a se stesso, rivestendo ciò che è sgradito (la verità) con un qualche involucro che lo attenui, che lo depotenzi. Questo esorcismo, però non riesce fino in fondo. Tutto va bene finchè la lampada rimane spenta. Quando è spenta, essa non è altro che un oggetto decorativo, un totem posticcio e "truccato",unamaschera abbellita per eliminare ogni traccia evidente di bruttura. Ma con l'accensione della lampada il processo cambia. Il tutto può ancora apprire decorativo e innocuo ad un occhio distratto e superficiale. In realtà la luce , che promana dall"interno, non fa altro che rivelare la presenza di nuovi strati prima inosservati. La luce illumina e sbugiarda quell'involucro puramente estetico che la avvolge. La lice,segnala, è simbolo, ancora una volta primordiale e potente, simbolo di una positività e di una vitalità implacabili, che premono dall'interno per uscire dall'involucro, per liberarsene denunciandolo. La luce è il vero totem all'interno del falso totem, e dimostra come dietro una quiete apprente, un ordine costituito, un "quieto vivere", ci sia in realtò un conflitto col quale bisogna fare i conti.
In tutto questo la lucidità del percorso scultorea radicale dell'artista è imprssionante. Egli ci mostra come l'inserimento e il riferimento ad elementi primordiali, ad una simbologia fortemente primitiva e radicale riescano a manifestare un'immediatezza ed una inequivocabilità dekl messaggio che intendono trasmettere. Questi simboli sono più d'uno e si fortificano, essenzializzandosi, in tutto il processo che parte ideamente da sculture raffiguranti statiche maternità, fino araggiungere i livelli quasi immateriali sottointesi delle lampade. Un processo di scrematura che si libera progressivamente degli elementi meno adatti ala veicolazione del messaggio di profonda crisi e denuncia, ma che contemporaneamente rende lìatto di liberazione da questi elementi parte fondamentale e costitutivadel processo stesso. E' una liberazione problematica , come ogni purificazione, come ogni catarsi. |