Riferimenti storici e geografici
Pedena
in Memorie sacre e profane dell'Istria del dott. Prospero Petronio, datate 1681
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PEDENA

Pedena lontana dalle fonti dell'Arsia ò per dir meglio dal gran lago di Cosliaco miglia otto, da Chersano quatro, è Città antica posta nelle cime d'un Monte di faticosa salita, fra li gradi 37, 15 di Longitudine e 45 e 25 di Latitudine, come stà puntato nelle Tavole del Ferrari, dove pur si legge: "Petina Urbs parva Italiae, in Istria Provintia, Episcopalis sub Patriarcha Aquileiensi. Sedet prope fontes Arsiae fluvii, et subest dominio Imperatoris; 22 miliaribus distans à Pola in boream, et 30 à Iusinopoli in eurum, uti 15 ab Alpibus et confinio Germaniae".

[ Nota in margine: Comanda à Pedina, com' a tutti gl' altri Murati e non Murati, il Capitanio di Pisino.]

Gode in quella sommità un'aria perfettamente depurata, e per ciò molto confacevole à gl' habitanti; ne presta l'ingresso che da una sol parte e può consistere in cento ò poco più fuochi; usano li Paesani l'una e l'altra lingua, Slava et Italiana; mà la prima e più comune e frequentata. Son gente di bontà grande e quantunque habitatori di Città, vestono indifferentemente tutti la canovatia e griso alla maniera di gli altri Popoli meschini, mà non curanti, dell'Istria.

[ Nota in margine: Est autem Petina (vulgo Pedina) Istriae Civitas XXX ab Adriatici Maris Littore septemtrionem versus miliaribus distans, Austriae gentis Principibus si spectes civiles statum, subiecta, et Caput Comitatus Pisini, quam variae incolunt gentes partim indigenarum, partim advenarum, qui ex finitimis Croatiae Locis Turcarum immanitatem fugientes, huc se receperunt (Ughello).]

Ha la basilica intitolata S. Maria Vergine, ampliata et à forma più decente redata l'anno 1609 da Monsignor Zara, Prelato per virtù et innocenza di vita degno di maggior governo. Vicino al Talamo della Sposa stà il Palazzo Episcopale, così de comodi come di rendite //
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povero.

[ Nota in margine: Episcopatus Petinensis, vel potius Pucinensis antiquus cum annis ad hinc fere 1340 sub Magno Constantino errectus, ut antiquissimarum Historiarum testant Annales, maximisque proventibus ac muneribus ab eo tunc auctus et locupletatus (Ughello).]

È Sedia antica stabilita a' tempi ancora del Magno Costantino con proventi e donationi rilevanti; al presente non ha che per decoroso sostentamento le basti, potendo ascendere à tre in quatro cento fiorini d'entrata.

[ Nota in margine: Mensae Episcopalis census olim amplissimus nunc temporum [varietatibus] ita attenuatus ut ad summam pauperiem redactus sit et vix census annuus ad ducenta scutata pervenit. Taxatur in libro Camerae Apostolicae Florenos 100, Episcopus Aquileiensis Patriarchae suffraganeus (Ughello).]

Hebbe principio dalla translazione del Corpo di S. Niceforo greco, il cui Corpo riposa in un'Arca di Marmo posta in una Capella à detto santo edificata, contigua alla Chiesa Cathedrale, à man destra. Nè sia discaro a' Lettor d'intenderlo come miracolosamente l'havesse, dalla Vita del sudetto Santo, quale annessa si legge alla Descrittione dell'Istria del Manziolo.
All'opera de' divini offici et amministratione de' Sacramenti assiste un'Archidiacono con tre Canonici tenuamente beneficiati, e sogliono la maggior parte delle sacre funzioni farle in S. Michele fuori delle mura, ove li Petinesi, partiti in alcune Confraternità, hanno il loro Cemeterio e Sepolture.
Nella Cathedrale si mostrano molte belle Reliquie, cioè il Corpo del preacennato S. Niceforo Martire, la Mano d'un altro S. Niceforo che Vescovo della medesima Città, il quale, adossato da suditi di molte calunnie, convenne andarsene scolpare dal Patriarcha di Aquileia; licenziato dalla Curia con vantaggi dell'honore e santità sua, sbarcò, di ritorno, nella Terra d' Humago, dove, mortalmente infermatosi, rese l'anima immacolata al Creatore, e nel testamento ordinò che detta //
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sua Mano fosse mandata à Petinesi, acciò con quella ricevessero la beneditione: sta rinchiusa in un'altra Mano fatta d'argento.
V'è pure in un'Ampola del Latte della B. V. Maria, ove ogn' anno si mostra in frequenza di Popoli, il giorno d S. Niceforo, con non poco stupore e meraviglia; poichè mentre dev'essere l'anno abondante e fertile di biade, vini, etc., l'Ampola si vede piena del Latte; se mediocramente fertile l'Ampola sta mezza ripiena del sacro liquore; se sterile, se ne trova e vede poca cosa dentro: che perciò vi concorre numero grande di gente.
Mostrano pure lo stesso giorno una cordella lavorata e tessuta per le mani della B. V., e una Corona che nell'orare si valeva.
Hanno di più, in un'altra Ampolina, del Latte che miracolosamente scaturì dalla cervice di S. Cattarina, Regina d'Alessandria, mentre fù decapitata, con altre insigne reliquie di somma veneratione.

[ Nota in margine: Sacris in hac Basilica ministrant Canonici quatuor, e quibus unus dignitate eminer, Archidiaconus nuncupatus, exiguus quidem Clerus, sed qui optimi Praesulis secutus exemplum paucitatem suam studio et pietate ita compensat, ut horae canonicae, divinaque Mysteria satis decenter peragantur. Canonici totius Civitatis animarum curam gerunt et quotidianum tenentur sacrum celebrare in Ecclesia S. Michaelis extra Muros, ubi est Coemeterium, et sepulturae omnium Civium. Ecclesia insignita variis sanctorum reliquis, nempe Nicephori Martyris huius episcopatus Patroni, nec non alterius Nicephori Confessoris et Episcopi Petinensis cuius brachium hic habetur, reliquum Corpos Omagi oppidi maritimo XXX m. p. distans; Crus item S. Stephani Peregrini, cuius Corpus sanctum Viennae Austriae asservatur. Corona ut ferunt immaculate Virginis, seu signacula quibus orabat. Ampulla lactis eiusdem, Ampulla olei, quod ex tumba S. Catharinae Virginis et Martyris emanat. Item alia Ampulla olei S. Valpergae. Oleum S. Nicolai Episcopi et Confessoris (Ughello - de Episcopis Petinensis).]

Il Territorio di Pedina è la maggior parte montuoso, per il che racolgono poca quantità de frumenti e biade, mà la penuria de' seminati vien compensata con la copia de' vini celeberimi, per esser le Vigne sopra et in costa de' monti alla forza del calor del sole.
Corre sotto il Monte la fiumera dell'Arsa, dove hanno abondanza de fieni in bellissime Pradarie, mà molte volte vengono levati e rovinati dall'inondationi dell'acque della fiumera, che molto ingrossa a' tempi di Pioggia.
È posta la Città nel grado 37, minuti 15 di Longitudine, 45 e minuti 25 di Latitudine (Pedena Histriae - Lexicon Ferrarii).
Spiega in campo azzurro una Torre d'oro sopra un Monticello alla de cui radice sta un Giglio d'oro e due stelle di sopra. //



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Revised - May 28th, 2001