Manifestazioni


Manifestazioni

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Tipologie delle manifestazioni sportive

I PROGETTI SPORTIVO-EDUCATIVI - IL CAMPIONATO - IL TORNEO - IL MEETING - LA FESTA - LA MANIFESTAZIONE SPORADICA - LE CAMPAGNE PROMOZIONALI - LE MANIFESTAZIONI PER GLI SPORT INDIVIDUALI - LE ATTIVITA' EXTRAPROVINCIALI - SPORT ON THE ROAD

        

I PROGETTI SPORTIVO-EDUCATIVI

La Nuova Progettualità consente che ogni realtà associativa progetti la  propria attività sportiva a misura delle esigenze, possibilità e aspirazioni. Sulla base di punti di riferimento comuni - cioè le finalità, i princìpi e i valori su cui poggia l’Associazione - ogni realtà associativa elabora un proprio "Progetto sportivo-educativo" a seconda degli obiettivi che vuole e che è in grado di conseguire.

 

Cosa significa un Progetto  sportivo-educativo

Progettare un’attività sportivo-educativa significa far compiere un salto di qualità, anche di un solo gradino, al modo in cui lo sport viene praticato e vissuto sul territorio, con interventi capaci di incidere in modo duraturo sulla realtà.

Si può progettare sia da soli che insieme ad altre persone e gruppi: Società sportive, parrocchie, scuole, associazioni impegnate nel sociale...

Ci sono molte strade nuove che si possono imboccare per fare educazione, tanti possibili destinatari che attendono solo un progetto sportivo concepito a loro misura, che li aiuti a crescere come individui e come cittadini.

Lavorare secondo progetti da mettere a disposizione del territorio richiede, per cominciare, una conoscenza non superficiale e sempre aggiornata dell’ambiente in cui si è inseriti.

È solo partendo dalla realtà, dai dati che essa ci fornisce, che si può costruire un progetto plausibile, che risponda a necessità effettive e che abbia buone probabilità di successo.

 

Puntare alla qualità

Un progetto che punti soltanto a "staccare" il maggior numero possibile di cartellini in un quartiere digiuno di sport può anche essere un buon progetto sportivo, ma non necessariamente è un progetto educativo.

Obiettivo privilegiato di un progetto sportivo-educativo del CSI è quello di rendere vita vissuta, esperienza concreta dei praticanti i valori di riferimento dell’Associazione. Cioè di consentire esperienze di vita associativa improntate alla scoperta e alla condivisione di valori come:

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prevenzione, igiene e salute; forma fisica, estetica; sviluppo delle capacità motorie;

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protagonismo; responsabilità; autonomia; libertà; autenticità; autostima; spirito di sacrificio;

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progettualità; espressività; bel gioco; creatività;

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appartenenza al gruppo ed alla squadra; amicizia e relazioni interpersonali autentiche;

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rispetto degli avversari; capacità di cooperare; empatia; condivisione; lealtà; fair play;

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partecipazione; democrazia; diritti umani; senso della giustizia;

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conoscenza del territorio;

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rispetto delle norme e delle regole; capacità di rapportarsi al potere;

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sintesi tra morale individuale e morale sociale;

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gratuità del gioco e della festa; competizione e non rivalità.

 

I compiti dell’educatore sportivo

Analizzata la situazione di partenza e determinati in base ad essa gli obiettivi, bisognerà definire attraverso quali compiti (azioni, attività) l’educatore si impegnerà a raggiungere gli obiettivi prefissati.

È un passaggio molto delicato: gli obiettivi sono normalmente costituiti da valori, dunque hanno un carattere "astratto". Ad esempio, ci si può porre come obiettivo la realizzazione di un’esperienza che permetta di acquisire il valore "amicizia". Ma questo obiettivo è e resterà una pura astrazione se non si troverà il modo di concretizzarlo attraverso una serie di azioni appositamente individuate e programmate. E infatti il valore "amicizia" lo si acquisisce davvero se si vive una situazione che consente di sperimentarlo in prima persona.

I compiti sono dunque il modo, le azioni, le situazioni che ci consentono di "fare incarnare" in un’attività determinati valori astratti, teorici.

Poiché il CSI è un’Associazione che si propone di raggiungere i suoi fini educativi attraverso lo strumento specifico dell’attività sportiva, i compiti di un progetto sportivo-educativo saranno costituiti da azioni e situazioni di tipo sportivo.

 

Attenzione a guardarsi intorno!

Per definire gli obiettivi e successivamente articolare i compiti, occorre possedere un quadro certo delle risorse a disposizione, e che dunque vanno censite.

Il termine "risorse" va inteso in senso lato. Le risorse di cui è bene avere conoscenza certa nel fare progettazione sono almeno di tre tipi: risorse umane, risorse strumentali, risorse finanziarie.

Il censimento delle risorse umane incomincia sicuramente prendendo in considerazione le persone degli educatori, valutandone il numero, la competenza e la disponibilità, nonché il grado di motivazione nei confronti degli obiettivi sportivo-educativi del progetto.

"Risorsa umana disponibile" possono essere anche i ragazzi ed i giovani cui è rivolta l’attività del progetto, se li si coinvolge nella gestione dell’attività che li riguarda, magari dopo una specifica opera formativa.

Il censimento delle risorse strumentali tende ad individuare il numero, la qualità e la fruibilità degli strumenti disponibili, a partire dai mezzi e dagli spazi (impianti coperti e scoperti, aree attrezzate o no, altri luoghi).

Il censimento delle risorse finanziarie, quelle già in cassa e quelle che possono essere reperite, con contributi anche delle famiglie o magari tramite sponsor, è indispensabile per costruire il piano economico del progetto, che deve essere il più possibile analitico nel prevedere i costi diretti e indiretti che è necessario sostenere.

Anche il tempo è una risorsa da censire. Occorre sapere, per valutarne gli effetti, su quanto tempo si potrà contare per realizzare l’attività prevista dal progetto. Gli obiettivi del progetto andranno commisurati al tempo disponibile.

Sul piano delle attività tradizionali del CSI, ne deriva che alcuni obiettivi possono essere raggiunti con progetti basati sulla formula della Festa (di uno, due o tre giorni), mentre altri richiedono necessariamente l’adozione di formule a lunga gittata, come tornei e manifestazioni a tappe.

 

Modificare in corsa, se occorre

Anche se è stato elaborato con la massima cura, valutando tutti i possibili parametri e ponendo nel giusto equilibrio la situazione di partenza con gli obiettivi, i compiti e le risorse, un progetto sportivo-educativo non può mai dirsi definitivo. In altre parole, non è possibile "sigillarlo" nella sua impeccabilità e attenderne passivamente i risultati.

L’analisi del territorio deve essere costante. Nell’arco di tempo necessario a costruire il progetto potrebbero mutare alcuni dei dati su cui esso si basa, rendendo opportuno variare obiettivi e compiti e richiedendo risorse differenti.

Nello stesso modo una modificazione degli obiettivi, consigliata da una diversa strategia associativa, renderebbe indispensabile un diverso sistema di lettura della realtà, alla ricerca di parametri diversi, e di conseguenza una ridefinizione degli obiettivi e delle risorse necessarie.

Non sempre i risultati che pianificati arrivano davvero, in tutto o in parte. Di qui la necessità di un altro passaggio della progettazione: la valutazione dei risultati prodotti, da effettuare più volte in "corso d’opera" e non un’unica volta a cose finite. Questo sia per consentire man mano la raccolta di tutte le informazioni necessarie ad una valutazione finale il più possibile completa ed oggettiva, sia per rendere possibili "aggiustamenti" a cantiere aperto.

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IL CAMPIONATO

È la principale attività organizzata dal Comitato CSI per ogni disciplina sportiva; ad essa partecipano tutte le Società affiliate e aderenti.

È il punto di riferimento delle attività per le Società sportive ed è il momento centrale della presenza del CSI nel territorio.

Il campionato non va vissuto come un’attività di routine, ma va rivitalizzato ogni anno, inserendovi ogni volta quelle poche ma significative innovazioni che rendano "visibile" lo spessore culturale ed educativo del progetto CSI.

È importante non far diventare le innovazioni delle anonime abitudini: esse devono qualificare la struttura collaudata, fatta a misura delle persone.

Insomma, bisogna essere, come quel padrone di casa di cui parla il Vangelo (cfr. Mt. 13, 52), capaci di tirare fuori dal tesoro della nostra esperienza associativa "cose vecchie e cose nuove".

Il campionato deve avere alcune caratteristiche irrinunciabili, prima fra tutte è la durata: non trattandosi di attività a concentramento o stagionali, esso deve coprire l’intero anno sportivo. Un altro aspetto importante è la partecipazione al campionato di tutte le Società del Comitato che praticano quella disciplina sportiva in quella categoria.

In questo modo tutti possono vivere insieme un’unica esperienza associativa. C’è poi il problema del numero delle squadre: un campionato che vuole essere veramente tale deve contare almeno su 8 squadre partecipanti. Quando non si può fare il campionato per uno sport o per alcune categorie, è opportuno che i Comitati CSI vicini si mettano insieme e decidano di fare un’unica manifestazione, magari delegandone l’organizzazione ad uno di essi. In questa operazione è fondamentale l’azione del Coordinatore tecnico regionale, il quale non solo deve essere disponibile a dare una mano per far sì che Comitati vicini decidano di svolgere insieme un campionato, ma deve egli stesso, coadiuvato dalle Commissioni regionali per l’attività sportiva, promuovere queste attività in base alla possibilità che egli ha delle situazioni locali.

 

La scelta della formula

La formula del campionato deve essere funzionale alle finalità della manifestazione e, pertanto, deve garantire le seguenti esigenze:

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una durata del campionato di almeno 5/6 mesi;

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la chiarezza e la trasparenza nel suo evolversi, nella formazione delle classifiche e nei criteri per l’ammissione alle eventuali fasi finali;

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la possibilità per le squadre partecipanti di disputare il campionato senza troppe difficoltà e tante spese, evitando, o comunque limitando al massimo, trasferte troppo lontane o altri tipi di disagi (ad esempio troppi turni infrasettimanali).

In base a queste considerazioni, la formula da scegliere per il campionato è quella del girone all’italiana con gare di andata e ritorno.

Ovviamente, questo potrà comportare anche la formazione di più gironi. Essi vanno costituiti tenendo presenti la collocazione territoriale delle squadre, il loro equilibrio tecnico ed il giorno preferito per giocare. Si può anche tenere conto del campo utilizzato, oppure si possono mettere insieme squadre con campo proprio e squadre che utilizzano strutture comuni, in modo che tra gare di andata e ritorno i campi dove giocano più squadre non siano mai sovraffollati.

Il criterio da preferire è sempre quello territoriale: in questo caso si potrà delegare la gestione di uno o più gironi ai Centri Zona ai quali appartengono le relative squadre.

A questo proposito bisogna dire che la disputa d’una fase finale deve essere tenuta in considerazione anche se il campionato è articolato su un girone unico, per il quale, dopo una prima fase con la formula del girone all’italiana con gare di andata e ritorno, si potrà prevedere una fase finale, la cui articolazione dipende dalla fantasia e dalla creatività delle Commissioni, per designare la squadra vincitrice.

La fase finale si rende, invece, necessaria quando il campionato è articolato su più gironi.

Individuate le squadre da ammettere alla fase finale, si potrà procedere all’eliminatoria diretta in unica gara o con partite di andata e ritorno, alla doppia eliminazione con recupero (formula spettacolare anche se non sempre di facile comprensione) o alla formazione di piccoli gironi di 3/4 squadre e così via.

In alcune discipline, quali la pallacanestro e la pallavolo, l’eliminatoria diretta o con recupero potrà prevedere le 3 o le 5 gare vinte.

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IL TORNEO

Il torneo è una manifestazione che, per la sua impostazione generale e per le caratteristiche che presenta, somiglia molto al campionato.

- Il torneo, può essere organizzato per tutto il Comitato, per zone territoriali o per certi ambienti;

- ha una durata abbastanza ampia ma generalmente non copre l’intero anno sportivo;

- la formula del torneo deve essere adeguata ai tempi di svolgimento e alle squadre partecipanti: va scelta con la stessa logica di quella del campionato;

- nell’organizzazione del torneo, i Centri Zona ricoprono un ruolo particolarmente rilevante: potranno gestire in maniera autonoma, dalle iscrizioni alle premiazioni, i tornei relativi alle squadre del loro territorio;

- le Convenzioni con alcune Federazioni (ad esempio quella del calcio) prevedono la partecipazione ai tornei organizzati dai due Enti (Federazione e CSI) delle rispettive Società col proprio tesseramento; in questi casi il Regolamento del torneo deve prevedere le peculiarità proprie del tesseramento federale ai fini del vincolo e della copertura assicurativa. Dovrà, infatti, essere chiarito che il Comitato CSI declina ogni responsabilità, eccetto quelle relative alle coperture assicurative garantite dal tesseramento dei rispettivi Enti;

- nei tornei potranno essere inserite, a titolo sperimentale, tutta una serie di innovazioni relative ad alcuni aspetti regolamentari quali, ad esempio, l’espulsione a tempo nel calcio, la durata a tempo dei set nella pallavolo, l’obbligo di effettuare una sostituzione in occasione del cambio nella pallavolo o in occasione d’un canestro segnato nella pallacanestro e così via. Ovviamente, queste innovazioni vanno notificate preventivamente al Coordinamento nazionale per l’attività sportiva, al quale, alla fine della manifestazione, va inviata una breve relazione sui risultati conseguiti con le relative considerazioni.

Altra significativa novità del torneo può essere il prestito dei giocatori, i quali, pur rimanendo vincolati con la propria Società, possono partecipare al torneo con un’altra squadra dietro concessione del nullaosta, così come avviene col cartellino A.R.

Una particolare attenzione va posta all’organizzazione dei tornei ricreativi.

Essi sono uno strumento di servizio al territorio pertanto è importante inserire tutta una serie di iniziative collaterali di carattere associativo che saranno sicuramente bene accolte.

Elenchiamo qui alcune fra le formule di svolgimento più comuni:

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Girone all’italiana

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Eliminatoria diretta

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Eliminatoria con recupero o doppia eliminazione

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Formule miste

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IL MEETING

Il termine Meeting si usa per quelle iniziative a concentramento promosse ai vari livelli (territoriale, regionale, nazionale) con un discreto standard tecnico dei partecipanti, un programma ricco ed articolato che va oltre l’attività sportiva.

Il Meeting è una manifestazione impegnativa sotto ogni punto di vista e va organizzata solo per specifiche circostanze e con forti motivazioni: finali nei Comitati o attività di livello regionale e nazionale.

Il Meeting può essere, poi, lo strumento scelto per festeggiare adeguatamente alcune ricorrenze associative, o diventare un appuntamento fisso di carattere interprovinciale.

Insomma, esso è un contenitore flessibile e ricco di spunti ed occasioni che, se bene organizzato e presentato, può in un certo modo rappresentare la carta di identità della nostra Associazione; il suo programma, fa emergere tutta la potenzialità associativa del CSI e fa prendere contatto col suo progetto sportivo ed educativo non solo in modo teorico, ma anche con una sua concreta e suggestiva attuazione.

Il Meeting non va fatto sempre e comunque, ma solo se il Comitato ha a disposizione tutte le persone ed i mezzi che servono per la sua riuscita.

 

La progettazione

Chiarito perché si fa il Meeting, si passa alla progettazione della manifestazione, dandole un’anima, articolandola in modo tale che dal suo svolgimento emergano chiaramente le finalità che il CSI si propone di conseguire.

È necessario scegliere subito chi vi partecipa o, almeno, individuare i criteri per la relativa scelta.

Abbiamo già visto che la formula Meeting si presta per tutta una serie di iniziative molto diverse tra loro. Così, nel caso di finali provinciali o di certe manifestazioni regionali e nazionali, le discipline sportive vengono scelte prima e la maggior parte dei partecipanti vi accede per diritto. Per altre tipologie, ad esempio negli scambi tra Comitati, le discipline sportive e i criteri per la partecipazione vanno individuati volta per volta.

In tutti i casi, comunque, è necessario tenere presenti alcuni criteri per dare al Meeting un giusto equilibrio e una forte visibilità associativa.

Innanzitutto, è opportuno mettere insieme atleti di età omogenee; quando questo non è possibile, è opportuno nell’ideazione del programma e delle attività non sportive tenere conto dell’età di tutti i partecipanti, delle diverse esigenze e dei problemi che i gruppi pongono in maniera differenziata.

Quanto alla scelta delle discipline sportive, laddove essa non sia legata alle motivazioni per le quali si fa il Meeting, bisogna tenere presenti alcuni aspetti di carattere tecnico-logistico quali, ad esempio, la presenza d’un numero sufficiente di impianti idonei e la loro raggiungibilità.

Bisogna poi evitare di fare manifestazioni solo maschili o solo femminili o con la presenza di atleti dei due sessi in categorie diverse o con forte prevalenza d’un solo sesso.

Infine, va considerato il fatto che il Meeting è pur sempre una manifestazione sportiva di livello superiore a quello normalmente presente nell’attività sportiva praticata all’interno del Comitato, pertanto i partecipanti devono essere scelti tenendo conto di due criteri:

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livello tecnico dignitoso

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esperienza associativa consolidata.

Per evitare che la parte sportiva perda d’interesse, non diverta gli atleti e quindi venga a mancare la motivazione più forte per la quale si organizza un Meeting, è indispensabile che il livello tecnico dei partecipanti sia, per quanto possibile, omogeneo.

 

Il tema

La scelta del tema è legata alle motivazioni per le quali si svolge il Meeting, agli obiettivi che si intendono raggiungere, alla tipologia dei partecipanti, ai problemi associativi e sociali emergenti in quel momento.

Attenti a non scadere in frasi fatte, formule logorate o slogan ovvii: attorno al tema, infatti, saranno costruiti i momenti associativi e quelli di maggior coinvolgimento del territorio.

Alla fine della manifestazione, il tema rappresenterà lo spunto per gli impegni che i partecipanti assumeranno sulla scia dell’entusiasmo scaturito dai giorni passati insieme.

 

Il programma

A questo punto, si passa ad articolare il programma della manifestazione, che va costruito attorno all’attività sportiva.

Esso deve tenere conto: dell’attività sportiva, della disponibilità degli impianti, dei tempi di spostamento per raggiungerli, delle esigenze del territorio, di tutte le iniziative collaterali, della centralità della S. Messa, ecc.

Il Meeting deve essere un contenitore ordinato e i suoi momenti vanno vissuti fino in fondo, senza premura e senza accavallamenti. Pertanto, tutte le iniziative comuni (cerimonia d’apertura, S. Messa, momenti associativi, conclusione...) devono trovare nel Programma lo spazio e il tempo necessari; tutte le altre cose (momenti culturali e ricreativi, iniziative per il territorio, mostre...) devono avere il loro tempo necessario, senza, però, obbligare tutti a partecipare.

Avremo, quindi, un programma ricco, articolato, agile, con forti esperienze comuni e diversi settori di interesse. È sempre bene tenere conto di difficoltà e imprevisti.

Non va dimenticato, infine, uno spazio di tempo libero per consentire a tutti di vivere serenamente il territorio e il rapporto con tutti gli altri partecipanti.

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LA FESTA

La Festa dello Sport nacque verso la fine degli anni ’70 e fu l’inizio di una" rivoluzione" che avviò l’Associazione verso l’abbandono dei tradizionali modelli sportivi per sperimentare e lanciare un’attività sportiva a misura della persona umana e a servizio di tutti.

Le Feste sono sempre più entrate a far parte delle proposte educative del CSI, a livello nazionale, regionale e provinciale, perché più rispondenti alle finalità del CSI.

Il passaggio alle Feste dello Sport rappresentò un modo nuovo e originale per dare all’attività sportiva una ricchezza umana e culturale tale da suscitare consapevolezza sul senso del fare sport e per condividere con gli altri l’esperienza associativa.

La cultura contemporanea ha alterato l’originario significato del far festa, attribuendo alla Festa connotazioni individualistiche privilegiando una sorta di fuga nel privato o la scelta di riti di massa quali lo stadio, la sagra, la discoteca... sostanzialmente modalità positive ma che sottintendono una sorta di egoismo teso a coltivare un interesse piacevole solo per se stessi.

Vivere la festa significa essere persone disponibili a sperimentare la gioia nel fare sport per rafforzare il senso di appartenenza e di adesione al gruppo sociale (le comunità) e sportivo (l'Associazione).

 

Quando organizzare una Festa

È possibile organizzare la Festa dello Sport:

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quando occorre dare entusiasmo e slancio al riavvio delle attività o alle conclusioni dell’anno;

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quando è necessario far conoscere le qualità del nostro sport educativo sul territorio o stabilire rapporti con gli Enti Locali;

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quando si rende necessario avviare contatti con altre realtà associative presenti sul territorio;

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quando si vogliono sensibilizzare le famiglie alla valenza educativa dello sport e favorire la loro partecipazione;

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quando le feste liturgiche (Pasqua, Natale, S. Patrono) diventano motivo di condivisione.

 

Luoghi dove organizzare la Festa

Perché una festa riesca nel suo scopo occorre individuare i luoghi giusti per ottenere la massima partecipazione: la Parrocchia, il quartiere, la piazza principale della città, Palazzetto dello sport... La scelta del luogo è sicuramente determinata dagli obiettivi che la Festa intende raggiungere.

 

Programma

Occorre dosare lo spazio dato allo sport, al gioco, all’animazione, alla musica per dare ai partecipanti la possibilità di esprimersi in base alle personali capacità.

Inoltre bisogna dare il giusto rilievo a momenti culturali e di dibattito che costituiscono preziose occasioni di confronto sui contenuti associativi utilizzando anche forme espressive nuove (film, audiovisivi...). Non deve essere mai dimenticata o sottovalutata la celebrazione comunitaria della S. Messa.

 

Discipline

La Festa dello sport può interessare una sola disciplina (Festa di corsa campestre) o un gruppo di discipline similari (Festa della neve), o una determinata categoria di partecipanti (Festa dei giovani)

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LA MANIFESTAZIONE SPORADICA

Vi è poi tutta una serie di iniziative che rispondono ad esigenze concrete del territorio o si affiancano ai campionati e ai tornei, offrendo così ulteriori possibilità di svolgere attività sportiva nel CSI.

Chiameremo queste iniziative "manifestazioni sporadiche" perché non hanno continuità nel tempo e si esauriscono in pochi giorni o spesso in una sola giornata.

Manifestazione sporadica, però, non deve significare pressappochismo nell’organizzazione, poca attenzione ai contenuti o attività sportiva di secondo piano.

Anche se breve, quindi, la manifestazione sporadica deve essere pensata, proposta e gestita con la stessa accuratezza di tutte le manifestazioni del CSI.

Molti dei tornei ricreativi possono essere ricondotti alla tipologia delle manifestazioni sporadiche, specialmente quelli estivi e notturni.

Nel formulare il regolamento è necessario tenere presenti le norme generali del CSI riguardo alle età, alle categorie e al tesseramento. Si potrà effettuare qualche deroga leggera sull’età: non più di 1-2 anni in meno o in più e comunque con criteri molto rigidi. Per il tesseramento, invece, nessuna deroga: o si è tesserati o non si partecipa. Va scelta una formula semplice e gestibile tenendo conto dei partecipanti, dell’orario della loro effettiva presenza in campo, dei problemi che hanno per arrivare e andare via, degli impianti e degli arbitri a disposizione. È sempre opportuno, poi, scegliere formule nuove con alcune delle innovazioni regolamentari accennate.

La manifestazione non va lasciata a se stessa, ma bisogna nominare una Commissione Esecutiva in Campo che abbia la completa responsabilità sui seguenti aspetti:

  1. formulazione del calendario o sua applicazione se compilato precedentemente;

  2. designazione degli arbitri;

  3. omologazione delle gare, assunzione dei provvedimenti disciplinari per la durata della manifestazione, deliberazioni sui reclami presentati;

  4. assunzione di ogni ulteriore decisione necessaria per il buon andamento della manifestazione.

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LE CAMPAGNE PROMOZIONALI

Per promuovere una nuova disciplina o rilanciarne una troppo "trascurata" il CSI utilizza la formule delle Campagne nazionali di promozione sportive.

Fare Campagna è essenzialmente un'azione promozionale a 360 gradi: è come battere la grancassa tutti insieme su uno stesso argomento affinché tutti possano ascoltare; è come compiere ripetutamente una certa azione finché non diventi un’abitudine acquisita.

Anche a livello locale si può utilizzare la formula della Campagna per rivitalizzare uno sport poco praticato o per lanciare nuove forme di attività sportiva.

Nel primo caso si tratta di promuovere adeguatamente il rilancio di discipline sportive che stanno quasi scomparendo dalla nostra Associazione (ad esempio la pallacanestro, il tennistavolo, l'atletica leggera).

Nel secondo caso, invece, si lancia sul territorio una nuova forma di pratica sportiva che, per la sua semplicità e suggestione, aggrega in maniera forte ed immediata la gente (pensiamo ad esempio alle camminate o alle marce non competitive).

 

Come si fa una Campagna

Innanzitutto si individua la disciplina da promuovere: deve essere facile da praticare, semplice da organizzare e di comprensione immediata. La Campagna, infatti, si aprirà a tutti e sarà un’occasione per fare praticare alla gente questo nuovo sport.

La Campagna ha una durata limitata nel tempo e deve essere articolata in modo da non stancare, ma anche con una serie di incontri sportivi che facciano apprezzare veramente lo sport che stiamo promuovendo.

L’impegno per una Campagna deve articolarsi su tre fronti:

  1. le attività sportive: sono i momenti di pratica della disciplina sportiva che si intende promuovere. Bisogna pensare ad un calendario ricco di incontri e variegato nelle sue opportunità: ad esempio, una Campagna per le marce deve calibrare quelle in salita con quelle più semplici, le gare individuali con quelle che prevedono una classifica a squadre e così via.

  2. le attività formative: una Campagna si prefigge di fare diventare abitudinale la pratica d’un nuovo sport e quindi deve porsi il problema dei dirigenti, dei tecnici e degli arbitri della disciplina. A questo scopo basteranno poche ma mirate iniziative formative in tale direzione, prevedendo magari dei bonus, a livello di punteggio nella classifica finale della Campagna, per le Società che iscrivono i propri soci ai corsi.

  3. le attività socio culturali: l’intero programma della Campagna deve trovare uno spazio promozionale in tutte le attività del Comitato e deve essere presentato in un contesto più ampio e cioè con tutta una serie di iniziative socioculturali in cui l’attività sportiva, pur rimanendo centrale, non esaurisce la partecipazione alla Campagna.

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LE MANIFESTAZIONI PER GLI SPORT INDIVIDUALI

I problemi e le procedure che abbiamo esaminato per le varie tipologie di manifestazioni sportive si applicano in massima parte anche qui.

Le stesse però presentano alcune caratteristiche peculiari che vanno spiegate.

È chiaro che in linea generale le formule tipiche degli sport di squadra, quali il campionato e il torneo, non si possono applicare per le discipline individuali. Queste ultime vedono gareggiare l’atleta in maniera singola e ogni gara è un fatto a sé, che, pur potendo essere legato ad altre manifestazioni, da un punto di vista tecnico esaurisce la sua potenzialità alla fine della manifestazione.

Un pericolo in tal senso può essere quello di diradare le manifestazioni degli sport individuali. Mentre negli sport di squadra c'è una scansione temporale delle gare con ritmi settimanali e con una durata di mesi, in quelli individuali c’è il rischio che si organizzino poche gare, vanificando così l’impegno e la passione dei praticanti.

Bisogna, invece, strutturare un calendario che copra con ritmi settimanali o almeno quindicinali l’intera stagione di gare. In questo modo gli atleti degli sport individuali avranno anch’essi il loro impegno domenicale col CSI e la pratica dello sport diventerà per essi veramente un impegno forte e continuativo.

È opportuno allora ipotizzare manifestazioni individuali con classifiche a squadre che vedano così impegnata nella manifestazione l’intera Società e non soltanto i pochi soliti appassionati.

Vi sono discipline sportive individuali, come il tennis o il tennistavolo, che già prevedono gare a squadre; altre come l’atletica che ne offrono la possibilità (si pensi ad esempio ad un campionato a squadre di corsa campestre o su pista). In generale si deve sempre far emergere l’aspetto societario e quindi anche l’impegno della Società a far partecipare alle manifestazioni un numero quanto più alto possibile di atleti.

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LE ATTIVITA' EXTRAPROVINCIALI

Un’attenzione particolare è rivolta all’attività extraprovinciale: essa ha la capacità di dare "respiro" ai programmi locali e offrire la possibilità alle Società sportive di incontrare e confrontarsi con altre realtà.

Nel caso che il Comitato non sia in grado di aggregare un numero sufficiente di Società o di atleti per svolgere un’attività continuativa durante l’anno, l’accordo con altri Comitati vicini può rappresentare una soluzione positiva, che risolve un problema particolarmente sentito in alcune discipline sportive scarsamente diffuse nell’Associazione. Comunque solo un lavoro di coordinamento e di raccordo da parte degli organismi regionali rende possibile la programmazione organica di manifestazioni sportive.

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SPORT ON THE ROAD

È una proposta che si inserisce nel campo delle iniziative finalizzate all’accoglienza e alla socializzazione attraverso attività sportive, musica ed animazione.

Anche se risulta un po’ difficile far rientrare questa esperienza in una delle tipologie classiche e ormai codificate dell’attività sportiva, è comunque possibile dire che si tratta di attività a forte connotazione socializzante. È rivolta ai giovani e ai ragazzi e soprattutto a quelli che non praticano attività motoria.

Lo stile, il metodo e gli strumenti sono quelli della Festa e devono rispettare lo "stile" e l’azione educativa del CSI.

La formula della manifestazione può essere itinerante attraverso i paesi e le città del territorio del Comitato CSI.

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