Fantathlon

FANTATHLON

Lo sport di tutti i ragazzi

 

Fantathlon rappresenta un programma realmente innovativo nell'ambito dei progetti educativi per l'infanzia.

Al suo interno si affiancano e si integrano proposte di attività ed esperienze di gioco, di vita di relazione, di corretta educazione del corpo; vengono stimolate "doti" come la creatività e l'espressività; si perseguono il coinvolgimento e la collaborazione di famiglie e insegnanti per realizzare un processo di educazione globale del bambino.

 

Per queste sue caratteristiche Fantathlon ha il riconoscimento di Telefono Azzurro ed ha già fatto il suo ingresso in tante scuole e parrocchie, oltre ad essersi affermato tra le Società del Centro Sportivo Italiano. Siamo tuttavia consapevoli che esistano per Fantathlon ben altri margini di diffusione, data la qualità della proposta; di qui lo sforzo della nostra Associazione di moltiplicare gli strumenti che possano far conoscere meglio la proposta e facilitare il compito degli operatori che intendono realizzarla.

 

Tra tali strumenti la Guida organizzativa Fantathlon assume un posto di particolare rilevanza: in un mondo fatto di bambini che sempre meno sanno giocare in modo attivo, creativo e consapevole la proposta di giochi "intelligenti" contenuta nella Guida si colloca come un testo davvero provvidenziale.

(per ulteriori informazioni e per ricevere copie della Guida organizzativa Fantathlon, contatta il più vicino Comitato CSI di zona).

 

Cos'è  Fantathlon

E' il programma ludico-motorio che il Centro Sportivo Italiano ha pensato per i bambini dai 3 ai 10 anni di età. La Guida organizzativa di Fantathlon ne definisce gli obiettivi, i contenuti e le metodologie per le diverse fasce di età, in particolare parla di "giochi di percezione, di esplorazione, di imitazione..." Ma quali giochi utilizzare? Come sceglierli e con quali criteri? Queste sono le domande che più frequentemente si pongono gli animatori delle Società sportive che gestiscono l'attività motoria dei più piccoli.

È nata così l'esigenza di costruire un libro di giochi, una specie di "ricettario per giochi", dove le ricette non nascono mai a caso ma sono frutto dell'esperienza, dove ciò che conta non sono le "dosi" bensì la cultura che ha portato a elaborare, come un'opera d'arte, una determinata pietanza, indicata per una determinata occasione.

Nella Guida non vengono proposti giochi inediti, mai sentiti prima; bensì è stato raccolto un gruppo di giochi conosciuti fin da quando dagli adulti di oggi erano bambini, giochi insegnati dagli amici, giochi costruiti dai bambini stessi, con materiale semplice, di uso quotidiano. E' stata colta ed evidenziata la valenza educativa di ogni gioco: ne scaturisce una "ricetta" da regalare anche ad altri ed alla quale anche altre persone (in primo luogo i bambini stessi) possono aggiungere ingredienti personali e farne un uso prezioso.

Giochi e obiettivi educativi

I giochi sono finalizzati a ottenere quei determinati obiettivi generali, che caratterizzano il progetto Fantathlon.

In particolare (come si legge nella Guida Fantathlon), si propongono di mirare:

- alla crescita globale del bambino, non solo sotto l'aspetto fisico, ma anche sotto quello psicologico e affettivo;

- a migliorare le capacità relazionali di ogni bambino, perché riesca a instaurare dei rapporti positivi con gli altri e con gli adulti;

- a migliorare e affinare le strategie necessarie a dare significato e valore alle diverse situazioni in cui il bambino si viene a trovare.

 

L'esperienza che si intende proporre vuole recuperare:

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il piacere di giocare gratis senza la preoccupazione, da parte di alcuno, di produrre risultati o primati;

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il piacere di possedere un corpo che, comunque sia, è una ricchezza di cui essere contenti;

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il piacere di stare insieme: bambini, genitori, educatori.

 

Giochi e obiettivi motori

Ogni proposta di gioco raggiunge, in modo più o meno esplicito, obiettivi ben precisi, legati all'acquisizione di determinate capacità motorie. Riteniamo utile riportare qui alcune definizioni, per permettere di chiarire i termini tecnici usati per gli obiettivi motori dei singoli giochi.

 

Coordinazione motoria: la capacità che consente di fare movimenti precisi (in direzione, ampiezza e velocità), efficaci (utili per il fine che ci si prefigge), economici (utilizzando i muscoli indispensabili) e armonici.

Si parla in particolare di coordinazione oculo-manuale quando i movimenti interessano contemporaneamente la vista, le mani e le braccia; di coordinazione oculo-podale per vista, piedi e gambe.

 

Coordinazione dinamica generale: la capacità di coordinare più movimenti nello spazio circostante; si esplica attraverso proposte di movimento che sottopongono il bambino a continui adattamenti. Camminare, correre, saltare, strisciare, rotolare e arrampicarsi rappresentano alcune importanti unità di base nell'ambito della coordinazione dinamica generale.

 

Orientamento nello spazio: la capacità di percepire il corpo in rapporto con lo spazio esterno e le parti del corpo stesso in rapporto tra loro, così gli arti rispetto al tronco e gli arti tra loro.

 

Capacità di equilibrio: la capacità di mantenere la giusta posizione nello spazio e di ristabilirla in breve tempo, se modificata.

 

Percezione del proprio corpo: l'immagine e la conoscenza che ciascuno ha di se stesso e delle parti del proprio corpo (i suoi segmenti) nella loro funzionalità.

 

Educazione respiratoria: consiste nel far prendere coscienza al bambino della sua respirazione e dei movimenti del proprio corpo connessi ad essa.

 

Giochi e regole

I giochi descritti nella Guida Fantathlon sono soprattutto giochi di gruppo. Giocare da soli e giocare in dieci o più non è evidentemente la stessa cosa. Giocare in gruppo fa nascere maggiori tensioni fra i bambini ed è quindi consigliabile dare delle regole semplici, che possano essere capite anche dai bambini in età Fantathlon. Con attenzione e gradualità, i bambini possono essere aiutati e stimolati a inventare loro stessi alcune regole. Questo permette di imparare a esprimere se stessi e a scoprire come il contributo di più persone rende il gioco più bello e piacevole.

Quando il gioco è vissuto per la prima volta dai bambini, i momenti di verbalizzazione sono il mezzo ideale per costruire, modificare, integrare le regole del gioco. Spesso i movimenti di verbalizzazione sono condotti dall'animatore, che ascolta a fatica, i suggerimenti dei bambini, perché insegue il suo "schema mentale", il suo gioco.

È importante che nel gioco rientrino regole riguardanti lo spazio (dove, entro quali limiti si gioca) e il tempo (il gioco ha sempre un inizio e una fine). Il ruolo dell'animatore è soprattutto quello di osservare i bambini che giocano, intervenendo prontamente quando le regole, precedentemente stabilite, non sono rispettate.

A differenza dei giochi sportivi (calcio, basket, baseball... ecc.) i giochi tradizionali hanno il pregio di poter essere modificati in base all'esigenza dei bambini, mentre i giochi sportivi sono più rigidi da questo punto di vista. Il gioco tradizionale, infine, offre una molteplicità di situazioni tali da permettere ad ogni bambino di esprimere una personale capacità motoria.

Come sono descritti i giochi

Nella Guida i giochi sono stati suddivisi in due gruppi: i giochi specifici e i giochi a tema. I giochi specifici sono ordinati in base agli obiettivi che intendono raggiungere; sono soprattutto utili nel lavoro dei Centri Fantathlon. Si tratta, infatti, di esempi su cui lavorare, di stimoli da riadattare alle diverse situazioni. I giochi a tema, invece, sono raccolti in funzione di un argomento particolare e quindi sono spesso più indicati per essere utilizzati durante le Feste Fantathlon.

Giochi specifici

Questo gruppo di giochi è presentato utilizzando uno stesso schema che si articola in: descrizione, luogo di gioco, materiale, varianti, disegni e obiettivi.

Dove si può giocare? (luogo di gioco)

Per ogni gioco la Guida suggerisce la possibilità di usare spazi alternativi alla classica palestra; è utile infatti abituare educatori e bambini a concepire il gioco come un momento della giornata, non limitato all'ora settimanale del Centro Fantathlon, ma inserito nella vita di tutti i giorni. Si può giocare nel corridoio della scuola, durante l'intervallo del pranzo, si può giocare nel cortile del condominio o in una stanza di casa, ecc. Il gioco imparato in palestra, infatti, può esser riproposto ai propri amici; il bambino impara, in questo modo, a gestire il tempo libero in maniera utile e piacevole, trascorrendolo in compagnia di coetanei e non dell'onnipresente televisore.

 

Lo schema usato per ogni gioco potrebbe essere adattato e riprodotto su schede singole da mettere a disposizione dei bambini (schede gioco) perché possano prenderle in prestito e usarle per giocare a casa. La griglia a piè di pagina di ogni scheda, in tal caso, permetterà ai bambini di scegliere i giochi da fare durante la settimana, servendosi delle indicazioni relative all'età e al numero dei giocatori necessari, nonché al possibile luogo di gioco.

 

Materiale

La descrizione del materiale può essere utile sia all'animatore sportivo che ai bambini.

L'animatore che voglia proporre un gioco si abitua così a predisporre con cura il materiale necessario alla sua realizzazione, per non trovarsi, successivamente, in difficoltà. Durante il gioco, infatti, l'attenzione dell'adulto deve essere tutta rivolta ai bambini, per avere la possibilità di osservare il comportamento di ogni bambino e di tutto il gruppo e, se necessario, di intervenire per dare gli stimoli più opportuni. È bene quindi che tutto il materiale sia preparato in precedenza e per tempo. La ricerca frettolosa dei diversi strumenti di gioco impedisce spesso di gestire l'attività con la dovuta tranquillità. Anche con queste attenzioni, che possono apparire dettagli, comunichiamo l'importanza che noi attribuiamo al gioco. I bambini percepiscono così che l'attività non è stata inventata al momento, tanto per riempire il tempo, ma è stata preparata con cura e attenzione, perché ciò che stiamo facendo con loro è un gioco importante, non un gioco qualsiasi, "roba" da bambini. L'elenco del materiale, inoltre, può servire anche al bambino che desidera giocare a casa; si abitua così a scegliere giochi che necessitano di materiale facilmente reperibile, impara a trovare materiale alternativo, da sostituire a quello classico, usato nelle palestre. (Ad esempio, se per il gioco servono le clavette, capirà che può sostituirle con bottiglie di plastica, gli ostacoli con le panchine dei giardini e così via).

Spesso si sente dire che i bambini di oggi non sanno più giocare: è necessario più che mai insegnare loro a giocare, stimolandoli a organizzarsi tra loro e a gestire il gioco da soli. È opportuno permettere che i bambini abbiano alcuni spazi di autonomia organizzativa, lasciando che possano litigare, faticare a trovare un accordo o anche fare scelte non sempre razionali. Organizzare ogni momento della giornata, perché tutto venga fatto nel migliore dei modi, è un problema degli adulti. Tra i diritti dei bambini crediamo ci sia anche quello di avere la possibilità di sbagliare, di litigare e di sporcarsi.

Le schede possono essere un piccolo strumento, da utilizzare proprio a questo scopo, perché il bambino possa riappropriarsi del gioco, mettendo in campo le sue abilità e la sua creatività.

Varianti

Per alcuni giochi la Guida suggerisce delle varianti che possono arricchire la proposta base e, soprattutto, stimolare la fantasia dell'educatore a introdurre nuove regole, per rendere più piacevole e vario il gioco. Le varianti, a volte, servono anche a consolidare l'apprendimento delle regole, senza che il bambino sia costretto a ripetere sempre gli stessi movimenti.

In alcuni esempi, la variante permette di raggiungere obiettivi diversi da quelli del gioco base, questo per soddisfare la richiesta dei bambini di rifare giochi già conosciuti e, contemporaneamente, permettere all'animatore di proporre l'obiettivo programmato.

Ai bambini stessi verrà suggerito di cercare varianti da apportare al gioco, perché possano scoprire che anche loro sanno inventare movimenti e regole nuove. Potranno imparare così come da un gioco possono nascere altri giochi; proveranno il piacere di costruire qualcosa di originale, fatto proprio da loro. A volte i bambini introducono regole complicate o troppo numerose: solo se si lasciano provare a realizzare il gioco, nel modo trasformato da loro, possono rendersi conto di come certe regole rendono più bello il gioco, mentre altre lo rendono non giocabile.

Sarà compito dell'animatore insegnare a fare le scelte più opportune per realizzare effettivamente un gioco nuovo.

Accanto ad ogni gioco, è stato predisposto uno spazio per le osservazioni personali, suggerite dai bambini o proposte dall'educatore. Questo spazio da riempire è molto importante: serve a fissare idee e impressioni. Se un gioco non è piaciuto, non siamo stati capaci di gestirlo o ci è parso pericoloso, ricordare il contesto e la situazione particolare in cui si è svolto aiuterà a cercare le possibili cause del successo o dell'insuccesso. Con questi accorgimenti il gioco potrà essere riproposto con l'arricchimento dell'esperienza, sia dell'animatore che dei bambini.

Portando a casa la scheda di gioco, il bambino stesso è stimolato a riflettere e a scrivere le sue proposte, a vantaggio del gruppo, che può discuterle e metterle in pratica, nonché del compagno che, in futuro, userà la sua stessa scheda. D'altro canto, occorre che noi adulti impariamo ad accogliere e valorizzare gli interventi dei ragazzi, anche quando sembra che ci facciano perdere tempo. La partecipazione attiva, infatti, cresce se abbiamo la pazienza di stare ad ascoltare, valorizzare e incentivare le proposte di tutti.

Questo fa sì che ognuno si possa appropriare del gioco, costruendolo su misura e adeguandolo a contesti diversi. I bambini così possono imparare a intervenire, con la propria personalità e con le proprie capacità, su ciò che viene proposto o insegnato, per modificarlo, trasformarlo e farlo proprio.

Si contribuisce, in tal modo, a far maturare una cultura di non passività, di convinzione che la diversità e la varietà sono qualità molto belle e importanti.

Obiettivi

Gli obiettivi, specificati con ogni gioco, sono uno strumento studiato per gli animatori sportivi, perché possano riflettere ed esplicitare a se stessi il motivo per cui, all'interno della programmazione, è opportuno scegliere un gioco piuttosto che un altro. Aver ben presente l'obiettivo di un determinato gioco permette di valorizzare e sfruttare al meglio gli aspetti fondamentali della proposta. Ad esempio, se so che lanciare un tappo a corona di una bottiglia di bibita, col dito indice, permette di perfezionare i movimenti fini della mano e contribuisce a migliorare la calligrafia, saprò dare al gioco il suo giusto valore. D'altro canto, è esperienza comune che i bambini percepiscono immediatamente l'importanza che noi diamo alle cose che facciamo. Un gioco presentato come cosa di poco conto risulta a volte poco efficace, dal punto di vista didattico, e poco apprezzato dai bambini stessi.

È chiaro a tutti gli insegnanti, inoltre, che i contenuti, anche più astratti, non vengono appresi dal bambino se non passano attraverso un'esperienza che coinvolge il corpo. Non si possono spiegare al bambino le tecniche corrette della respirazione, se non facendolo giocare a soffiare e a trattenere il respiro, a fingere di addormentarsi e di risvegliarsi. Gli stessi concetti geometrici di spazio e di distanza, prima di essere interiorizzati, devono passare attraverso il movimento del proprio corpo. È difficile, ad esempio, far capire la relazione tra metro e centimetro, se forniamo solo una regola mnemonica come: "aggiungi o togli due zeri". Se il bambino sperimenta, giocando, la diversità tra le varie unità di misura, non le dimenticherà facilmente. Il gioco, opportunamente scelto, permette quindi al bambino di fare conoscenze approfondite e durature. Quando la spiegazione e la motivazione teorica seguono un'esperienza concreta, il bambino riesce a prendere coscienza del problema in modo più incisivo e profondo.

I disegni

La Guida è arricchita da simpatici disegni: questi hanno lo scopo di interpretare in chiave ironica il singolo gioco.

E' infatti utile imparare a cogliere gli aspetti spiritosi e comici delle cose, per poter vivere le esperienze con gioia, lasciando in secondo piano timori, ansie e paure. Il disegno ha anche lo scopo di focalizzare l'attenzione sul significato intrinseco del gioco, trascurando alcuni particolari, importanti ma non essenziali.

Un gioco potrebbe essere proposto mostrandone il disegno e lasciando l'interpretazione e la definizione delle regole ai bambini, oppure possono essere i bambini stessi a descrivere un gioco, attraverso la rappresentazione grafica.

 

Giochi a tema

Questi giochi sono stati scelti come strumento da utilizzare per l'organizzazione di feste particolari, per il tema proposto o per l'ambiente fisico in cui si svolgono. È opportuno sottolineare che, nello scegliere i giochi, lo sforzo fatto è stato quello di rispettare il tema esplicitato dal programma della festa. (Ad esempio, se si ritiene utile proporre una festa della bicicletta perché, ad esempio, i bambini di città non la sanno usare bene, non è sufficiente proporre una passeggiata in bicicletta. Occorre inventare giochi che abbiano come strumento principale la bicicletta e come obiettivo quello di affinare la destrezza, la capacità di mantenere l'equilibrio in situazioni precarie, di valutare e osservare lo spazio circostante. Allo stesso modo, se valuto che, in un certo contesto, è opportuno proporre la festa di carnevale, non proporrò una festa in cui i bambini arrivino indossando abiti tanto belli e costosi da non poterci giocare liberamente. Organizzerò, ad esempio, giochi di acrobatica, di travestimento o di costruzione di maschere).

In questa categoria di giochi, sono spesso presenti proposte espressamente rivolte ai genitori, ai quali viene richiesto di giocare con i propri figli, non limitandosi ad aiutare o assistere, ma coinvolgendosi in prima persona. Nella nostra esperienza abbiamo osservato che, dopo le prime titubanze, i genitori capiscono che l'occasione di giocare, tra di loro e con i bambini, è troppo bella e importante per lasciarsela sfuggire. Il genitore può in questo modo, può anche sperimentare come sia più facile essere amici quando si gioca insieme, e come, di conseguenza, giocando diventi più semplice confrontarsi su problemi educativi importanti.

Altro effetto rilevante, derivante dal gioco dei genitori, è quello di una forte presa di coscienza della proposta educativa del progetto Fantathlon. Il genitore ha modo di capire concretamente in che cosa consista l'attività motoria, che suo figlio sperimenta in palestra. D'altro canto, il bambino, vedendo che il papà e la mamma si lasciano coinvolgere, si rende conto sempre più che l'esperienza che sta facendo con i suoi amici è veramente molto importante: non si tratta di una cosa da fare a metà.

(per ulteriori informazioni su Fantathlon contatta il Comitato CSI di zona).

 

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