Le Fan Fiction di croweitalia

titolo: Rapimento e Riscatto - sequestro italiano 2. episodio - leggi il 1. episodio
autore: Paola
e-mailfogliet@libero.it
data di edizione: 23 dicembre 2001
argomento della storia: Terry Thorne
riassunto breve: Terry Thorne, al suo ritorno dall'America Latina, per dimenticare Alice Bowman si getta a capofitto nella risoluzione di un caso di rapimento in Italia...
lettura vietata ai minori di anni

 

RAPIMENTO E RISCATTO 2° EPISODIO
Benvenuto in casa Gandolfi Mr. Thorne!




Nell’ufficio, che doveva essere senza dubbio del padre di Clarissa, l’arredamento era molto austero,  la scrivania era di legno massiccio e così pure le enormi librerie. Il tutto conferiva all’ambiente un aspetto cupo e funereo.  Terry si accorse con sua grande sorpresa che i ripiani delle librerie erano quasi vuoti, si contavano  a malapena cinque o sei libri. 
-Ah, se ne accorto Sig. Thorne?- disse Clarissa, osservando come le sue mosse fossero sempre ben calibrate e controllate.
-Di cosa?- chiese Terry un po’ svagato, come se non fosse evidente la sua perplessità.
-Beh, delle librerie vuote, ho visto benissimo che l’ha notato-
Terry stava per rispondere, quando un vociare proveniente dal salone attirò la sua attenzione.
-In questa casa, signorina……..-
-Clarissa!!- lo interruppe- non vorrai darmi del lei per tutto il tempo che rimarrai in questa casa?- finì la frase con una risatina……….
Terry la guardò cercando di studiare cosa le passasse per la testa. Da quando era entrato in quella villa sembrava che del rapimento di Carlo Gandolfi non importasse un granché a nessuno. A confermare la sua impressione, due risate fragorose, una di Oreste Gandolfi, l’altra di un individuo a lui sconosciuto riecheggiarono dal salone fino all’ufficio.

-Clarissa, a che gioco giochiamo?- Terry era serissimo.- Perché mi avete chiamato da Londra?-
Clarissa attese un attimo prima di rispondere.
-Mio padre non è stato rapito, Terry- finì la frase con un filo di voce. Poi continuò- Cioè, volevo dire,non ne siamo proprio sicuri-
Clarissa si sentiva a disagio, notando lo sguardo indagatore di Terry, il quale si alzò di scatto dalla poltrona dove era seduto, le si avvicinò lentamente,gli occhi quasi socchiusi, la fronte corrucciata lasciavano trapelare un evidente disappunto. Di solito in circostanze simili non esternava le sue emozioni, ma a Terry non andava a genio la mancanza di chiarezza nelle cose.
-Non mi piace essere preso in giro- disse Terry. La sua voce, prima suadente e gentile, divenne dura e quasi ostile.


Oreste Gandolfi stava chiacchierando con il suo avvocato, un certo Tullio Lamberti, quando la porta dell’ufficio dove si trovavano Terry e Clarissa si spalancò di colpo.
-Sig. Gandolfi, lei mi ha fatto venire fin qui da Londra, perché…..presume che suo fratello sia stato rapito???- 
-One moment, please Mr. Thorne, I don’t understand……- Oreste interrotto da sua nipote non finì la frase. 
-Zio, ma perché parli in inglese? Terry parla benissimo l’italiano, non te ne sei accorto?-Clarissa ridacchiò per l’evidente imbarazzo di suo zio.
-Ehm, ah già è vero……beh, che importa, ha capito benissimo quello che volevo dire. Sig Thorne, se una persona sparisce all’improvviso, forse un margine di dubbio potrebbe anche esserci, visto che mio fratello è miliardario e ha ricevuto parecchie lettere minatorie ultimamente!- tuonò Oreste -la prego sig. Thorne, si sieda.- Il tono di Oreste era perentorio, quell’ometto che all’apparenza sembrava innocuo e insignificante apparve quasi trasformato, come se all’improvviso avesse mutato la sua personalità. 
-Alla Luthan Risk lei ha dato un’altra versione, sig. Gandolfi. Non si parlava di lettere minatorie, ma di un vero e proprio sequestro, con tanto di richiesta di riscatto. Lei mi deve delle spiegazioni!- Terry cominciava a perdere la pazienza. In quel momento entrò Priscilla con un vassoio in mano, sul quale c’era una tazzina con del caffè e una zuccheriera.
-Scusa Oreste, ma è Carnevale?- chiese l’avvocato con malcelata ironia 
-No, non è Carnevale, ma forse hanno aperto le gabbie dello zoo-rispose acidamente Oreste
Priscilla fece finta di niente, ma se avesse potuto gli avrebbe tirato volentieri il vassoio in testa con tutto il suo contenuto. In effetti non si poteva certo biasimare l’ironia di Oreste, visto che Priscilla si era abbigliata come di consueto in un modo orrendo e ridicolo. I tacchi altissimi che portava facevano temere per la sua incolumità, e dato che ovviamente i suoi passi erano piuttosto incerti, questo le portava un tremore alle mani, con il risultato catastrofico di rovesciare tutto il contenuto della tazzina nel piattino.
-Sig. Terry, gradisce un po’ di caffè?- cinguettò Priscilla. Terry era a dir poco esterrefatto, non credeva che si potesse arrivare a rasentare così tanto il ridicolo. Prima che potesse rispondere Priscilla le porse la tazzina di caffè…vuota e lo zucchero. Ovviamente sia Oreste che l’avvocato si stavano godendo la scena con evidente sollazzo e con la complicità di Clarissa che faceva fatica a trattenersi dal ridere. Terry si accasciò sulla sedia e prese la tazzina in mano lanciando uno sguardo disperato a Clarissa, la quale ormai allo stremo delle forze scoppiò a ridere trascinando tutti i presenti, compreso Terry.  Ma non Priscilla ovviamente, che stizzita di tutta questa ilarità nei suoi confronti cominciò a inveire contro il fratello.
-Per un momento ho pensato se dovevo bere il caffè dal piattino!- disse Terry ancora ridendo a Clarissa. Lei si sedette accanto a lui, e guardandolo fisso negli occhi gli chiese dolcemente, ma con una leggera punta di rimprovero,
-Dovresti allentare un po’ la tua tensione, Terry. Sei sempre così in campana?-
-Sono costretto ad essere così….. è il mio lavoro-le rispose, abbassando il tono di voce. Clarissa non era convinta di questa risposta, anche se era affascinata da come Terry modulava la sua voce a seconda delle circostanze.
Intanto Oreste e Priscilla non la finivano più di bisticciare.
-Per piacere Priscilla, queste scenate davanti a un ospite per di più straniero sono inopportune- esclamò Oreste- E poi cosa ci posso fare, se assomigli sempre di più a una mummia e per di più con l’arteriosclerosi!- Non l’avesse mai detto. Priscilla divenne quasi isterica, se non fosse intervenuto l’avvocato Lamberti a calmarla un po’, per Oreste sarebbe stata la fine. 
Clarissa e Terry osservavano la scena divertiti. 
-Benvenuto in casa Gandolfi Mr. Thorne!-esclamò Clarissa




-Il punto è questo -cominciò Oreste- mio fratello è uscito di casa cinque giorni fa, e non si è più visto- L’ufficio di Oreste, a differenza di quello del fratello, era arredato in modo sobrio e luminoso. I mobili molto chiari e lineari infondevano un senso di pace e tranquillità. Le librerie erano stipate di libri fino all’inverosimile. Questo particolare non sfuggì a Terry, ricordando il contrasto con l’ufficio di Carlo. In un angolo della stanza troneggiava un bellissimo computer con tanto di accessori vari, dallo scanner, alla webcam e altro ancora. Oreste continuò- Dato che spesso mio fratello era solito a cose del genere….-
-Di sparire all’improvviso? – chiese Terry
-Esatto- proseguì Oreste- Ora in condizioni normali non ci avremmo fatto molto caso, ma ultimamente ha ricevuto parecchie lettere minatorie, e quindi la cosa ci ha un po’ allarmato.- Terry guardò fuori dalla finestra. Il cielo cominciava ad imbrunire, dei bagliori rosso-arancione facevano capolino tra gli alberi, creando degli effetti di luce che si riflettevano dal lampadario a gocce al resto della stanza. Sembrava quasi di essere dentro ad un caleidoscopio. 
-Ma perché non avete chiamato la polizia, sig. Gandolfi?-chiese Terry- Io sono un negoziatore come saprà sicuramente, mi occupo di trattare con i sequestratori….-
-Si, si, questo lo so, ma so anche che lei ha lavorato per un certo periodo a New York come agente investigativo, e con ottimi risultati-
-Ah, e così siete ben informato- disse Terry
-Alla Luthan Risk non si sono fatti pregare. E io sono molto generoso- concluse Oreste


L’enorme salone di casa Gandolfi si stava animando di gente. Clarissa faceva da padrona di casa salutando tutti gli invitati, amici, conoscenti che erano soliti frequentare quasi tutte le sere la villa.
-Ehi Clarissa!- un bel ragazzo alto e biondo cercava di farsi strada in mezzo agli invitati per raggiungere la bella figlia di Carlo Gandolfi, la quale vedendo il ragazzo lo salutò molto calorosamente.
-Ciao Gianluca!-
-Clarissa, lo sai che detesto vederti sempre in mezzo a questa bolgia!- Gianluca Contini spasimava da tempo per Clarissa, ma lei non sembrava accorgersene, o meglio faceva finta di non accorgersene. In realtà sapeva benissimo dei sentimenti del ragazzo, ma per lui provava non più di una affettuosa amicizia. Non era proprio il suo tipo, dato che a lei piacevano gli uomini tutti d’un pezzo, possibilmente senza macchia e senza paura e queste qualità non si potevano certo attribuire Gianluca.
-Non so cosa farci Gian, dovrai accontentarti se mi vuoi vedere tutte le sere-Clarissa lo trattava con una certa sufficienza e a Gianluca dava l’impressione che lei si prendesse gioco di lui. 

-Bene sig. Gandolfi, penso che raggiungerò il mio albergo. Ci sentiamo domani per chiarire alcune questioni……….- Terry stava scendendo le scale, che portavano dal primo piano della villa al salone, insieme a Oreste. Clarissa si illuminò subito alla vista di Terry e gli andò incontro, lasciando come un cretino il povero Gianluca, il quale vedendo Terry Thorne provò subito per lui un odio profondo.
-Dove crede di andare, sig. Thorne?- Priscilla gli elargì un sorriso provocante e questo costò a Terry un indicibile sforzo per trattenersi dal ridere. 
-Non se parla proprio che lei se ne vada a stare in albergo, pensa che in questa casa non ci siano stanze a sufficienza?-
-Mia zia ha ragione Terry, puoi stare benissimo qui tutto il tempo che vorrai. Agli invitati di remo che sei un amico di mio zio e che siete in affari insieme. Nessuno sa della sparizione di mio padre, pensano tutti che sia partito per questioni di lavoro- Clarissa si fece molto seria finendo la frase, evidentemente era molto più preoccupata per suo padre di quanto lui avesse immaginato.
- Speriamo che nessuno di questi ospiti abbia letto il “Times” ultimamente-pensò serio Terry, poi dopo un attimo di riflessione arrivò alla conclusione che in fondo non era male l’idea di soggiornare in quella bellissima villa per un po’ di tempo.
-Ok, accetto volentieri il vostro invito- disse Terry- Però avrei bisogno urgente di una bella doccia-
-Una doccia!!Ma certo sig. Thorne, l’accompagno nella sua futura camera- esclamò Priscilla tutta entusiasta. 

Dopo una bella rinfrescata Terry raggiunse Clarissa e Priscilla la quale appena lo vide esclamò- Oh, ma lei è elegantissimo, sig. Thorne! Venga che la presento agli ospiti. Fu così che Terry fece la conoscenza di Peter De Tommasi, il noto banchiere italo-americano. 
-E così lei è in affari con Oreste Gandolfi, che genere di affari, se mi è concesso chiederglielo?-Il banchiere era un omone imponente sulla sessantina. Portava enormi baffi che le conferivano un aspetto un po’ grottesco.
-Che genere di affari?- Terry era in difficoltà-Beh, ehm….diciamo import-export!- 
- Ah, ma davvero!-De Tommasi era perplesso e Clarissa con grande tempismo liberò Terry dalle 
sue grinfie.
-Terry vieni ti presento il conte e la contessa Castiglione.- La contessa Erminia Castiglione era una bella donna sulla cinquantina molto raffinata ed elegante. Appena vide Terry non gli staccò più gli occhi di dosso, mentre il conte un omettino dall’aspetto un po’ spaurito e indifeso lo guardava con un certa indifferenza, ma del resto guardava tutti così. Gli esseri umani per lui erano una cosa inutile al contrario dei suoi amati cavalli, con i quali condivideva gran parte della giornata nel suo enorme maneggio che si trovava proprio vicino alla villa dei Gandolfi. 

La grande tavola della sala da pranzo era apparecchiata in modo sontuoso e quasi principesco. I commensali si sedettero tutti a tavola e Terry notò che vicino a Oreste erano seduti il banchiere e l’avvocato Lamberti. I tre cominciarono a conversare animosamente e a Terry dettero quasi l’impressione che tra di loro ci fosse della vecchia ruggine.
-Allora De Tommasi, ci parli un po’ dell’andamento della Borsa- chiese l’avvocato al banchiere- Beh, caro Lamberti, va dove ti porta Wall Street, tanto per prenderla con filosofia-De Tommasi cominciò così un discorso noiosissimo sugli ultimi aggiornamenti della Borsa, finendo poi a parlare di politica ,quando la contessa Castiglione, evidentemente annoiata a morte di sentire quelle, per lei stramberie, sbottò di colpo dicendo:
- Oh mio Dio, ma voi tre non vorrete tutta la sera annoiare il nostro ospite inglese con i vostri discorsi!-
-Non è inglese Erminia- si affrettò a correggerla Priscilla, parlando a bassa voce- è australiano- 
-Ancora meglio, è terribilmente affascinante!-disse Erminia guardandolo dall’altra parte del tavolo.
Le due signore ridacchiarono tutta la sera parlando di Terry e di quanto gli uomini fossero più interessanti quando sono ben piantati e muscolosi. Clarissa e Terry risero tutta la sera, parlando soprattutto dei loro viaggi intorno al mondo. Il povero Gianluca messo in disparte sentiva crescere dentro di sé un’ostilità sempre più grande nei confronti di Terry, il quale lo ignorava deliberatamente, o almeno all’apparenza sembrava così, dato che Terry studiava sempre i suoi avversari, di qualunque risma fossero. 


Finito di mangiare Clarissa sussurrò a Terry qualcosa nell’orecchio. Lui la guardò un po’ sorpreso, ma questo non gli impedì di alzarsi e di seguirla. Si trovarono fuori nel giardino prospiciente al parco. Gianluca li seguì con uno sguardo che non prometteva niente di buono.
-Oh, finalmente, non ne potevo più di ascoltare le chiacchiere di quei vecchi rincitrulliti!- disse Clarissa
-Pensi questo di loro?- chiese Terry
-Perché tu no?-
-A volte…….. ma non sempre- La frase aveva un qualcosa di misterioso, come se Terry avesse subodorato qualcosa di strano e di inspiegabile. 
-Sei rimasto colpito da qualcosa Terry?- Clarissa glielo chiese quasi con apprensione.
-Sono rimasto colpito da tante cose, da quando sono arrivato in questa casa- Terry la guardò intensamente, il suo sguardo si posò prima sui suoi occhi, poi sulla sua bocca, infine attraversarono tutto il suo corpo, non nascondendo la forte attrazione che provava per lei. 
Clarissa si appoggiò alla ringhiera che cingeva uno dei tanti laghetti del parco. Stette in silenzio alcuni minuti come per assaporare quel momento di intensa emozione. Il suo respiro tradiva la forte eccitazione che provava, non si era mai sentita così. Terry si avvicinò a lei,le cinse le spalle con le sue braccia forti. Le sue mani scivolarono molto delicatamente lungo i fianchi e molto dolcemente avvicinò la sua bocca alla sua e la baciò con ardore. Con un tocco leggerissimo cominciò a baciarle il collo, Clarissa sentì il sangue affluirle alla testa e il cuore battergli all’impazzata. Con le mani che le tremavano gli sbottonò la camicia e posò le sue labbra sul suo petto. L’estasi in cui erano precipitati fu interrotta bruscamente da un richiamo inopportuno.
-Sig. Thorne, ma dove è finito?- urlò Priscilla
-Accidenti a mia zia!- disse Clarissa, ricomponendosi e cercando di nascondersi dietro a un cespuglio.Terry cercò a sua volta di apparire disinvolto, ma ahimè non si accorse di un gradino della scaletta che portava direttamente al laghetto, inciampando e perdendo l’equilibrio finì dritto dentro l’acqua!Era a dir poco fuori di sé, uscì dall’acqua tutto bagnato imprecando, si diresse verso Priscilla la quale strabuzzò gli occhi vedendo l’apertura della camicia di Terry che metteva in evidenza il suo petto muscoloso.
-Sig. Terry, ma cosa le è successo, perché è tutto bagnato?-
-Lasci perdere- dire che fosse infuriato è un dolce eufemismo
-Vuole una mano ad asciugarsi?-incalzava Priscilla
-Non ce n’è bisogno, sig.ra Gandolfi- pensando se ucciderla oppure no
Oreste dal poggiolo del suo ufficio si stava godendo la scena e per poco non soffocava dal ridere mentre sorseggiava un bicchiere di whisky. Terry lo scorse con la coda dell’occhio e questo contribuì a peggiorare il suo malumore. 
-Se vuole l’accompagno in camera sua- continuava imperterrita -Sig.ra Gandolfi, non pensa che sia abbastanza cresciuto per spogliarmi da solo?-disse Terry irritatissimo.
-Sig. Thorne!- lo chiamò Priscilla
-Cosa c’è ancora, sig.ra Gandolfi- disse Terry ormai ridotto a uno straccio.
- E’ bellissimo tutto bagnato!!- 
-Le consiglio di passare dal retro della villa, e non dal salone, sarebbe molto imbarazzante per lei in mezzo a tutti quelli invitati!-

In effetti Priscilla aveva ragione, seguendo il suo consiglio passò dall’entrata sul retro che dava direttamente sulla cucina. La porta era aperta, Terry si trovò davanti la cuoca e la cameriera, Silvia, la quale appena lo vide per poco non sveniva, visto che tutta la sera non aveva fatto altro che parlare di lui, di quanto fosse bello, affascinante ecc. ecc.
-Oh mio Dio, ma che le è successo?- chiese Silvia con sguardo adorante
-Ehm, mi scusi, dovrei raggiungere la mia camera-disse Terry 
-L’accompagno io, sig.Thorne, questa villa è un vero labirinto, ci metterebbe delle ore a trovare la sua stanza- Silvia era molto carina e simpatica. A Terry piacque subito, esprimeva un forte bisogno di tenerezza e di affetto. 
Nel tragitto per arrivare alla stanza fecero due chiacchiere e Silvia pensò tra sé e sé che avrebbe dato non so cosa per prolungare il percorso di almeno dieci chilometri!! Quando arrivarono, Silvia chiese a Terry se aveva bisogno di qualcos’altro. 
-La ringrazio, ma l’unica cosa di cui ho bisogno e di una bella dormita- Terry era stanchissimo, si tolse i vestiti bagnati si mise a letto e si addormentò come un sasso. 


FINE II EPISODIO


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