Il Mondo di Scott
di Vernon Scott - United
Press International
HOLLYWOOD, 9 settembre (UPI)
- Può un film in due ore rendere giustizia a trent’anni di saga
letteraria tratta dall’opera dell’emerito scrittore Patrick O’Brian?
Forse no, ma questo è l’intento del regista Peter Weir and dei Fox
Studios con la produzione riservata del film “The
Far Side of the World” ("Ai
Confini del Mare"), uno dei venti
volumi della corposa epopea navale dell’era napoleonica di O’Brian.
Questo film è una notevole incursione da parte del cinema nei lavori di
un autore leggendario, che si staglia unico tra gli scrittori
contemporanei di fiction storica. I racconti di O’Brian sul Capitano
Jack Aubrey e sul suo “amico particolare” medico e superspia Stephen
Maturin sono classici superbi letti in tutto il mondo con fanatica
devozione.
Nonostante che O’Brian,
morto due anni fa, non possa essere paragonato a Shakespeare, egli era
un artista della lingua inglese. I critici letterari apprezzavano
universalmente il suo lavoro come milioni di lettori. I molti siti
Internet riflettono la singolare popolarità di O’Brian, ogni suo libro
ed ognuno dei suoi principali personaggi sono analizzati con una
accuratezza sconosciuta ad altri autori contemporanei. Per gli scrittori O’Brian
è un eroe più grande del suo Lucky Jack Aubrey, il suo brillante
guerriero, e doppiamente intelligente del suo ambiguo compagno Maturin.
O’Brian ha creato
centinaia di personaggi noti ai suoi lettori, uomini e donne vibranti e
vividi, ognuno dotato di difetti, arguzia, eccentricità e “modi di fare”,
che convivono nelle loro idiosincratiche entità in modo affascinante. La
fantastica attenzione di O’Brian al dettaglio e la suo sensibilità per
l’epoca storica - il tardo XVIII e la metà del XIX secolo - rivaleggia
con Dickens. Egli ricrea la lingua franca, il cibo, gli usi, gli abiti, i
riti, le superstizioni, il dialetto e le distinzioni di classe più
precisamente di un mucchio di sociologi.
Leggere O’Brian significa
imbarcarsi su una macchina del tempo che ci riporta indietro di 200 anni
per mescolarci con Britannici che vivono e respirano, molti Europei,
Africani, abitanti dei Mari del Sud, coloni Americani, l’intero spettro
umano dell’epoca.
I suoi eroi avventurosi
solcano i sette mari combattendo innumerevoli battaglie, tutte
scrupolosamente ricostruite attraverso un’accurata ricerca storica
compiuta su registri navali internazionali, lettere e presso l’Ammiragliato
Britannico.
Le storie di O’Brian
esplorano l’immensa panoplia delle civiltà del XVIII e del XIX secolo,
includendo religione, politica, agricoltura, zoologia, astronomia,
botanica ed il sempre magico mondo dei grandi velieri che solcavano i mari
per conto di sua Maestà Britannica.
La Storia si dipana in
tutto il suo splendore e la sua miseria, fornendo una cornice unica per i
protagonisti, che a volte si comportano come pirati, sempre pronti ad
affondare una nave o a catturare “un premio”.
I lettori cominciano a
conoscere Barret Bonden, il fidato timoniere; Preserved Killick, il
bisbetico cambusiere; come anche la sua bellissima moglie, Sophie, e la
sua magnifica cugina, Dianna. In ogni pagina la stupefacente prosa di O’Brian
ci offre ritratti verbali che non possono essere riprodotti molto bene
sullo schermo.
Ovunque si trovano
metafore, un uso della parola ardito ed immaginifico ed affascinati note
di grazia etimologica che si elevano al di sopra della narrativa stessa,
ricreando una risurrezione incantevole di un tempo andato.
I libri di O’Brian
contengono elementi di grande letteratura e possono essere trovati nei
reparti letterari delle librerie.
Le parole possono sembrare
ampollose alle platee di oggi, abituate al gergo senza grazia delle sitcom
e degli sceneggiatori.
Russell Crowe, vincitore
dell’Oscar per “Gladiator”,
interpreterà Aubrey, e' uno sbaglio di casting. Aubrey è alto (6.4.
piedi, all’incirca 1,95 cm), un aitante uomo di enorme vitalità dai
capelli intensamente gialli, profondi occhi blu ed un ghigno benevolo, che
nasconde una passione sfrenata per la vita e per le battaglie violente.
Nessun attore vivente
avrebbe potuto incarnare credibilmente Aubrey, salvo forse Charlton Heston
(un suo fan appassionato). Ogni lettore ha stampato indelebilmente Jack
Aubrey nella sua mente. Nessun semplice attore andrebbe bene.
Stephen Maturin sarà
interpretato da Paul Bettany, una faccia poco familiare, il che potrebbe
essere un bene.
Maturin è un malinconico
eccentrico, un piccoletto bruttino dagli occhi pallidi, pochi capelli ed
un fisico che farebbe risaltare Don Knotts. O’Brian descrive con acuta
introspezione i trionfi, gli appetiti, le follie, il coraggio e le
debolezze dei suoi personaggi perfettamente disegnati. Nè Aubrey né
Maturin, pur rispettandosi a vicenda, si considerano eroi o qualcosa di
simile. Sono presi dal loro rapporto con Dio ed il loro paese, ma sono
dediti ai pranzi sontuosi, ai piaceri della carne e soprattutto al dovere
ed al benessere dei loro subordinati.
I film invariabilmente
infondono nei loro eroi la sicura conoscenza della loro propria
magnanimità e del loro coraggio.
Aubrey e Maturin sono
troppo occupati a fare il loro lavoro, a mettere a posto le loro famiglie,
le case, la reputazione ed il loro stato finanziario.
Gli agili scritti di O’Brian,
ricchi di azione, di sorprendente tenerezza, devastante umorismo e
spaventevoli battaglie navali provocano emozioni di ogni genere, dalle
violente risate ad una tensione drammatica che avvince, alle lacrime,
persino nel lettore più cinico.
Ognuno dei suoi libri, da
“Master and Commander” a “ Blue at the Mizzen” ha la
sua propria sostanza e storia ricca di passione che prende il cuore e fa
pensare. Può un solo film comunicare la profondità e la chiarezza di
carattere, le complessità, l’idealismo, i difetti e la capacità
trascendente del cuore e della mente umani come ha fatto il genio di O’Brian?
La lettura del libro
porterà la risposta.
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