2 Agosto 1995
Russell, uno che non urla
di Bruce Kirkland – Toronto Sun
New York – Russell Crowe è l’unico nel
mondo del cinema che sia cinico in merito alla sua crescente stella ad
Hollywood.
“Quando si parla di attori di Hollywood,
sono in fondo al parcheggio con gli scontrini in mano in attesa di
ritirare la macchina” ha detto recentemente alla Interview Magazine. “Solamente
se tutti gli altri sono impegnati o distratti posso tirare fuori la
macchina dal parcheggio ed andare a casa”.
Oggi, in un’intervista privata e più
tardi in quelle di gruppo, Crowe continua il suo iperbolico discorso,
marcato da quello humour auto-dispregiativo che lo rende così
interessante e divertente. Si diverte a dirmi che che ci vollero sette
mesi al regista Brett Leonard - “ecco come sale la mia stella!” –
per convincere i dirigenti della Paramount Pictures ad ingaggiarlo per Virtuosity.
Crowe è il cattivo psicopatico in un futuristico thriller di
fantascienza, che sarà sugli schermi da venerdì. Denzel Washington
recita la parte dell’eroe, non senza macchia, che deve dargli la caccia.
Leonard dice che la impressionante performance di Crowe renderà
definitivo il suo status di star, nonostante il cinismo di Crowe. Ma Crowe
dice di essere solamente un attore alla ricerca determinata di buoni
ruoli.
Allora, chi è questo tipo? Nato in Nuova
Zelanda con misto di avi Maori ed Europei, cresciuto in Australia ed ora
di casa a Sydney, Crowe ha 31 anni, è un veterano dei film australiani,
inclusi, Proof, The Sum of Us ed il controverso Romper Stomper. Quest’ultimo,
che fece sensazione al filmfest di Toronto, proponeva Crowe nei panni di
un skinhead neo-Nazi, coperto di tatuaggi, di nome Hando.
Così non si tratta di fare un grosso salto
per interpretare il cattivo Sid 6.7 in Virtuosity.
Sid è il cocktail computerizzato di 183 persone, inclusi Charles Manson,
Adolf Hitler e il dentista personale di Crowe: “Ho deciso di non far
sapere la lista completa a tutti cosicché non mi potranno fare causa”.
Altre risate.
”E’ decisamente strano”
racconta di Virtuosity. “Come si racconta nel film, Sid è totalmente
interattivo, cosicchè agisce con quello che ha a disposizione. Appena
sputato dalla macchina, da’ un’occhiata in giro, esamina l’umanità
in quel millisecondo di cui ha bisogno per farlo e capisce che gli esseri
umani non possono andare in giro facendo quello che fanno se non volessero
morire. E così sta solo cercando di dar loro una mano. E’ un tipo molto
generoso”. Crowe ridacchia.
Sta facendo un rock and roll col film. La vita è un esplosione.
“Ma non etichettate subito il film solo
come un altro thriller violento”, dice. “Non è realmente violento. Un
sacco del sangue che si vede è un effetto speciale computerizzato ed è
chiaramente ovvio. Il sangue che io perdo è blu. Il film è sulla
violenza. E penso che ci sia un livello di profondità che Denzel aggiunge
con la forza di quello che lui è, del come la sua mente opera e di come
si dedica se stesso al suo personaggio.. Eleva questo film ad un livello
differente.” I commenti sono tipi della generosità di Crowe. Non ha mai
sparlato delle sue co-stars, famose o no. Crowe ha sempre detto cose
carine di Sharon Stone, che lo ha voluto per il personaggio del prete
spretato in The Quick And The Dead,
il debutto hollywoodiano di Crowe all’inizio di quest’anno.
Allo stesso tempo, non ha problemi ad
interpretare ruoli scomodi – la sua immagine non ha importanza.
Semplicemente si rifiuta di difendere la loro cattiveria e dichiara
persino che non gli piacciono nemmeno i personaggi che interpreta.
“La realtà è che io avrei paura di Hando.
Odio la sua ideologia. Odio quello che lui rappresenta. Per Sid è in
fondo la stessa cosa. La cosa che spaventa è che lui è molto vicino alle
persone che noi tutti lodiamo ed applaudiamo ed a cui diamo molto potere e
denaro.”
Chiamate pure Crowe il cattivo che pensa. E
la crescente star di Hollywood. Non importa quello che lui dice.
|