SANT’ANTONIO, SFRATTATO,  “CERCA  CASA”

 

Nella pagina CAPITELLI di Croce   (..\CAPITELLI\CAPITELLI.htm  ) ho ricordato la storia di uno che non c’è più  ma di cui conservo la statua che  in esso era custodita anche prima del 1918.

Mi viene di riprendere l’argomento in maniera  autonoma  per ricordare che “SANT’ANTONIO CERCA  CASA”  mentre ”IO  CERCO  GIUSTIZIA”.

Entrambi siamo lontani dall’avere quello che ci spetta perché era nostro.  Chissà che da questo scritto non derivi qualcosa  di utile  a tutti e due.

Nel 1918, alla “Battaglia del Solstizio”, il capitello esisteva nella sede del complesso  abitazione + barchessa del Conte PIETRO GRADENIGO come  mostra questa  fotografia del Capitano Borghi   ..\CAPITELLI\CAPIT_S_ANT1918+Borghi 5.jpg

[ Dopo la guerra (verso il 1930)  la parte residenziale (lato ovest) fu ricostruita distanziata dalla parte aziendale, e fu dotata di un capitello (a grotta, dedicato a …?....  ) che guarda verso la villa (ora è abitata dalla famiglia Rorato)  ].

Chissà perché, quel capitello era costruito ad una quota  inferiore al piano della strada corrente sull’Argine San Marco; vi si accedeva scendendo alcuni gradini (si può anche immaginare che l’argine sia stato rialzato dopo la costruzione del capitello come lo è stato in occasione della asfaltatura  nei primi anni 1950)  certamente in quella posizione non risaltava.

Nei primi anni settanta l’allargamento dell’incrocio ha comportato l’abbattimento della piccola costruzione.  La statua, “snobbata”  DA TUTTI (le  famose “autorità religiose, civili, militari,  imprenditoriali) è stata accolta dall’amico  Geometra Carlo Marigonda  (22.9.1947  --  25.11.1997 )

I sui famigliari il giorno 13.2.2009 la concessero a me e subito, con un  carrettino, la riportai sul luogo  in cui sorgeva il suo capitello  come  mostra questa fotografia  ..\CAPITELLI\S_ANT_FEBB2009.JPG (possibilità di errore:  circa  50 centimetri).  

A fine di marzo del 2009 è stata fatta arrivare a Croce una statuetta della “Madonna di Fatima” e, per  fare spettacolo, è stata fatta arrivare via acqua, anche attraversando un equivoco sentiero.

Sant’Antonio mi ispirò una idea (e  mi protesse nell’attuarla) e così, con il carrettino su menzionato, trasportai la Sua statua  e parcheggiai il “veicolo a braccia” con il suo “carico” in prossimità della strada dove sarebbe passata la statua della Madonna di Fatima:  in sostanza  preparai un incontro tra “connazionali” considerato che  San’Antonio da Padova è nato a Lisbona. Un cartello ricordava  che  SANT’ANTONIO CERCA CASA  (distrutta dai vandali  del “settanta”) ed io “CERCO GIUSTIZIA” (rubatami dai CRISTIANI NIP   di Don Primo Zanatta  (per  me: “talebani del Piave”) ). Eccolo  ANTONIOCERCACASA.JPG .

 

I “cani da guardia” allertarono le “oche”.

Lo zoo, con la fattiva collaborazione del Segretario Generale, e di un giornalista  (vedere articolo di prima pagina:   Statua Multata.jpg ) crearono un bel pasticcio arrivato davanti al “Giudice di Pace” (o “Giudice di parte” ?) ed ora  in viaggio verso Giudici di professione.   Quindi  NON è FINITA… l’esito  di questo “viaggio” si conoscerà chissà quando  (… miracoli a parte).

Ora è il caso di parlare della restituzione della casa a Sant’Antonio  (io ho dove ripararmi per continuare a condurre le mie battaglie difensive ed offensive).

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La logica e la tradizione vorrebbero che il capitello fosse ricostruito  in prossimità di quello abbattuto, quindi su terreno di Roder Tiziano in adiacenza alla Via Croce (strada comunale) e con lo stile originario ricavabile dalle fotografie.

Ma logica e tradizione difettano a Croce.

Una soluzione altamente significativa che potrebbe  raccogliere il consenso di tutti quelli che fanno la “marcia della Pace  Perugia Assisi” (ma non fanno i 150 metri per la pace tra piazza Dussin e Piazza Acerbo !) sarebbe quella di collocarlo sull’ ex fortino (o “ bunker”) a margine della strada, alla fine della curva prima di avviarsi al sottopasso ferroviario. Splendida idea da pacifisti e da devoti che vogliono scongiurare i “collaudati” (non ipotetici!) pericoli di quella curva ma contro di essa stanno le regole  della  prudenza e della sicurezza stradale. 

Una soluzione alternativa, compatibile se non addirittura auspicabile, potrebbe essere  questa.

Costruirlo in prossimità alla strada Provinciale (Argine San Marco,  come  era originariamente) ma su proprietà comunale, tra la (nuova) piazzola per fermata autobus e la torre piezometrica  destinata ad essere abbattuta  (… a meno che  qualcuno non la salvi destinandola  magari  a “bar- pizzeria-ristorante“  pensile, panoramico, con  vista su 360 gradi: dalla laguna alle montagne).

Questa superficie apparteneva al conte Gradenigo  BARTOLOMEO II^   detto LEONARDO (probabilmente cugino del Conte  PIETRO)  che, non avendo discendenza,  la lasciò all’Istituto Infanzia Abbandonata di Venezia  (con vincolo di usufrutto alla moglie); dopo vari passaggi intermedi quella zona ora è del Comune di Musile.

Per  “salvare capra e cavoli”   (stile  vecchio e necessità nuove)  la  costruzione  potrebbe essere con le 4 colonne e tetto a forma tradizionale, con 2 timpani. In sostanza una tettoia, sotto la quale alloggiare la statua protetta da un tubo trasparente e collocata su una base rotante per mezzo di  meccanismo elettrico comandato da orologio / calendario,  o a  mano,  in modo  da  rivolgersi  via via  su tutto il territorio o sulla direzione  stabilita dal fedele che invoca protezione ( la casa propria, la  scuola in cui c’è l’esame,  l’ospedale in cui c’è l’ammalato).

Ecco uno schizzo di capitello (e particolari) preparatomi dall’amico Mario (anche per  conto della  moglie  Antonietta) CAPITELLOschizzo1rid.jpg  *  CAPITELLOschizzo2rid.jpg  *  CAPITELLOschizzo3rid.jpg  *   CAPITELLOschizzo4rid.jpg  *

Lo sguardo protettivo di Sant’Antonio, meglio che da un incrocio, si poserebbe su tutti i fronti:  Via Croce, Via Argine San Marco, nuovo quartiere (che sarebbe da chiamare  “GRADENIGO” in ricordo degli antichi proprietari che comandavano, a sud: fino alle Case Bianche, ad ovest: fino a Mille Pertiche e ad est fino al vicino Piave).

Passando dalle terre di Pietro a quelle di Leonardo  (Bartolomeo II^) questo Sant’Antonio  resterebbe “in casa” e fornirebbe al nuovo insediamento urbano un proprio riferimento religioso fondato non sulla “moda” introdotta da Don Primo  (Vedere la pagina:  Capitelli) ma sulla storia dei Conti Gradenigo (che  richiamo in calce).

Il tetto potrebbe essere coperto con pannelli fotovoltaici per alimentare l’illuminazione notturna, il  movimento ed un raggio laser che,  nella  notte, indichi la direzione dello sguardo del Santo.

Piuttosto che proteggerlo con un tubo trasparente, tra le colonne, al posto dei vecchi muri, si potrebbero  mettere delle lastre trasparenti.

Una  struttura simile rispetterebbe l’antica architettura, consentirebbe  una visibilità totale della statua a “protezione”  di tutti i passeggeri delle due strade e dei residenti nel nuovo quartiere in cui ci sono anche le scuole elementari ed è prevista, purtroppo,  la costruzione del nuovo asilo infantile qui  . 

Chi, per qualche  motivo (: anche per realizzare parzialmente la volontà del defunto “Jijio” (Luigi) che l’avrebbe voluto vicino a casa sua    //    per ricordare  la famiglia Gradenigo    //   in memoria di persone decedute in quel tratto di strada per incidente stradale),  può e vuole portare avanti  la restituzione della a casa di Sant’Antonio, contribuisca con ulteriori idee, con stesura del progetto edilizio, con finanziamento,  con  materiali,  con manodopera, con l’incoraggiamento.

Serve l’intervento di qualche specialista per la pulizia e la riverniciatura della statua e per qualche piccola  riparazione:  se ci sono frati-artisti volonterosi, generosi, disponibili,  si facciano  avanti.

Ovviamente  non deve mancare  il concorso di  Comune e  Provincia responsabili della distruzione .

Costoro devono “risarcire il danno” dando il buon esempio  ad altri  che di danni VOLONTARI ne hanno fatti tanti (…   altro che  “AUTOCOMBUSTIONE  ! ! ! !   capito  parroco?  capito maresciallo?).

Per completare l’opera sarebbe bello individuare e segnalare l’esatta  posizione originale inserendo a livello dell’asfalto,  quattro borchie.

 

 

Avanti popolo:  Sant’Antonio è stanco di aspettare casa (ed io di attendere  giustizia)  GUARDATELO.

Rispettiamo la volontà dei Conti Gradenigo che vollero collocarlo al centro dei loro possedimenti come si deduce da questa carta  geografica  marcata in rosso in vari punti corrispondenti alle Case Gradenigo TERRE_GRADENIGO.jpg.

 

NOTA  15.1.2012  Considerato che fino ad ora  nessuno  ha colto il suggerimento,   personalmente  ho provveduto    mettendo questo “ricordo”..\CAPITELLI\SANSFRATTATO_CIMG0415.JPG

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Punto O

Conte PIETRO. Sede aziendale e capitello vecchio.  Questa è una foto della parte aziendale  prima della ristrutturazione  iniziata nel  giugno 2000 AGENZIAPietroGRADENIGO.jpg  e qui a lavori finiti (novembre 2005)  CONDOMINIORoder.jpg 

(Il nuovo capitello potrebbe essere collocato pochi metri a destra, su terre Leonardo).

 

Punto 1

Questa zona in riva al Piave  non so a quale  Gradenigo sia appartenuta.

Forse è stata venduta  ai ROSSETTO  (Fossalta) e quindi  ai Bergamo di Croce prima del 1900.

 

Punto 2

Conte GINO  (Case Bianche) Centro aziendale, ora della  Università di Padova come eredità dell’Ing. Gini  eccolo visto da dietro GRADENIGOazConteGinoCIMG0377ritrid.JPG  ( mezzadrie: dalla sede verso il mare, sulla destra: Zorzetto, Sforzin, Mariuzzo, Sperandio, Bortoletto, (ora sede de “IL GIRASOLE”)  sulla sinistra c’era una seconda  mezzadria  Sforzin.  Per lungo tempo fu castaldo uno Sforzin).

 

Punto 3

Conte PIETRO tra Via Triestina e Via Casera  (grosso modo)  mezzadrie ( da verificare):    Bertocco??,  Barbieri  ?? Cadamuro ??  Pegorer  ??  Rasera ??  e  Mariuzzo  (a nord della statale Triestina)  .

 

Punto 4

Conte LEONARDO tra  (Via Croce e via Casera)  e fino alla Fossetta  (grosso modo)  mezzadrie:  Donadel (vicino al centro aziendale)   a valle della triestina: Danieli,  Mutton e da lì  verso la Fossetta altri Danieli,  i Zandarin,  i Venturato  (da verificare).

Il centro aziendale era all’incrocio tra via Croce e Via Triestina (punto 5). Ecco come si presentava nel febbraio 2006  inizio di  lavori ristrutturazione Lava:  lato  ovest COLONNELLOBARCHESSASTATALE.jpg  ed il lato  est  COLONNELLOBARCHESSAVIACROCE.jpg .  Da notare  il muro che  sporge sopra il tetto come  “taglia fuoco”.

(Al Conte  LEONARDO  apparteneva anche la zona  tra il Piave  e Via del Bosco (punto 6)  al centro della quale c’è stata prima la costruzione delle nuove scuole elementari  e poi il recente insediamento urbano.

Ora in quella zona visibile in questa cartolina CARTOLINAnoASILOrid.JPG è prevista la costruzione del nuovo ASILO.

Spero che questo progetto faraonico vada a fare compagnia al progetto del  “Terzo Ponte” sul Piave e a quello della “stazione della metropolitana” a Croce  (come se a Croce non ci fosse da 140 anni  la stazione  detta di Fossalta).   Tutti questi progetti richiamano la superbia che voleva l’edificazione della “Torre di Babele  (Genesi   XI) .   (Anche Sant’Antonio intervenga per impedire questo sperpero voluto da Don Primo a propria esaltazione tanto è vero che ha fatto benedire la “SUA”  lapide prima della posa della prima  pietra; AMMIRATELA LAPIDEDONPRIMOCIMG0359.JPG ).

Quel capitello a Sant’Antonio,  rinforzato da elementi tecnologici moderni,  continuerà ancora a vigilare  tutto intorno come  indica  questo schema  SANTANTONIOVIGILArid.jpg .

Chissà che dopo 40 anni di “esilio forzato” Sant’Antonio sfrattato possa  ritornare in un CAPITELLO TRADIZIONALE / TECNOLOGICO  (… e portarmi un poco di giustizia  perché, lo ha  ricordato San Giacomo,  la fede senza le opere è vana).

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GRADENIGO  SIGNORI DI CROCE

In cimitero a Croce,  (benedetto il 10.10.1871 ossia 19 anni dopo quello di Fossalta )  questa tomba GRADENIGOtombaCROCECIMG0375.JPG è dedicata a

Conte Pietro (figlio di Paolo (che  nomi!)  ):  27.4.1881 /  5.10.1919,

Contessina  Marta  13.6.1866 /   5.12.1927,  (sorella)

Contessina  Emilia  8. 5.1875 / 30.05.1889,  (sorella)

Contessa Morosina  de Concina  24.11.1888 / 13.2.1939, (moglie)

Girolamo  (detto Gino)  figlio di Leonardo   4.6.1896 -  6.8.1952 ,  (cugino?)  senza discendenti.

A Fossalta di Piave  (nel lato sud del cimitero benedetto il 7.7.1852) c’è questa  tomba  di famiglia GRADENIGOtombaLEOritridCIMG0379.JPG ;  questa la pietra tombale    GRADENIGOlastraLEOritridCIMG0380.JPG

I caratteri di piombo fusi sopra un “lenzuolo” che copre  una  croce ricordano  il conte BARTOLOMEO II^  detto LEONARDO figlio di Giuseppe  16.12.1864  / 21.4.1913. (risulta nato a Musile,  forse più esattamente a Croce  : controllare registri ).

Sposò la Contessa Rachele Sacerdoti;  non ebbero figli. Nominò erede l’Istituto  Infanzia Abbandonata di  Venezia  con usufrutto alla moglie che dopo la guerra si risposò con il Colonnello Riccardo Gioia. Vennero ad abitare a Croce. La Contessa Rachele Sacerdoti nacque a Treviso  il 17.9.1975, mori a Milano il 12.4.1956.

Sul lato sinistro una  pietra tombale, simile alla precedente ma quasi illeggibile (caratteri solo scolpiti),   ricorda BARTOLOMEO I^  detto Pietro, figlio di Giuseppe,  nato  … ,  morto  

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I Conti Gino e  Leonardo  non ebbero discendenza.

Il Conte  Pietro  ebbe due  figlie:

Laura  che sposò Ancillotto    ?    seguendolo a Meolo    e poi a Venezia.

Paola  che sposò Ancillotto     ?   seguendolo a  Santa Lucia di Piave.

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Tanti, direttamente o indirettamente, sono stati favoriti dalla generosità (e dalle disgrazie: nessun discendente!) dei Gradenigo:  tutti costoro, anche per scongiurare la stessa o altra  “maledizione”, moralmente  devono” partecipare al ripristino del Capitello che i loro “benefattori” avevano dedicato a Sant’Antonio.

 

Croce di Piave, 8.8.2011

Giovanni Cancellier

 

Post scriptum:

Il Sant’Antonio dei Gradenigo ha un “fratellino minore”  (alto circa 85 centimetri) che ha avuto una storia  molto simile.

Anche lui, ai tempi della “Battaglia del Solstizio”, aveva il suo capitello  (che qui vediamo: ORSOLACAPITELL01918a.JPG  e   ORSOLACAPITELLO1918b.JPG,) all’incrocio  “ORSOLA” (a Fossalta di Piave). Anche questo capitello nei primi anni settanta fu distrutto per fare  la circonvallazione  est (Via  Kennedy)  fino all’Argine San Marco.

Nel aprile del 2009 l’incrocio è stato trasformato in “rotonda” che nei primi giorni di agosto 2011 è stata  abbellita con fiori e sassi bianchi.

In entrambe  le occasioni  “ci si è dimenticati” di Sant’Antonio.

Avevo suggerito un capitello  orizzontale  (come  una  tomba)  sullo spartitraffico: avrebbe  conservato il  posto originale  senza ridurre la visibilità ma visitarlo sarebbe stato pericoloso come  qualsiasi attraversamento pedonale. Comunque  il “fraticello”  ha  avuto una  sorte migliore del fratello maggiore  ed è rimasto sulla strada a “proteggere”  gli utenti  di Via  Cadorna  in un capitello molto ridotto che qui vediamo in una foto  ricavata (come le due precedenti) dalla pubblicazione “I Capitelli” di Don Umberto Modulo; eccolo  ORSOLASTATUA.jpg  .

Chissà che anche per  lui  arrivi un tempo migliore  magari favorito dalla rivalità  Croce -  Fossalta

 

Per osservazioni : crocedipiave@libero.it

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