“CAPITELLI” TRA
FEDE E MODA
Per
indicare il nostro “CAPITELLO”, in italiano si deve usare l’espressione
“TEMPIETTO CAMPITALE” ossia tempietto
del crocicchio.
Croce
non ha vecchi CAPITELLI perché in tempi lontani non era attraversata
da strade importanti che si
incrociassero.
In
tempi moderni o recenti troviamo la strada sull’Argine di San Marco (costruito
tra il 1534 ed il 1543) che si
incrocia con la strada proveniente da quella
costruita a fianco del canale
Fossetta (147 ?? – 1483) che era la vera
via di comunicazione con Venezia prima della costruzione della ferrovia (anni
1870 - 1880).
A
questo incrocio, puntualmente, è stato costruito un capitello dedicato a
San’Antonio che qui si vede in una fotografia scattata dal capitano Borghi nel
1917-1918 CAPIT_S_ANT1918+Borghi 5.jpg .
Verso
il 1970, per allargare l’incrocio, il capitello è stato demolito ed il “
Sant’Antonio” che lo occupava è stato
relegato in una soffitta privata fino al 13 febbraio 2009 quando io l’ho riportato, letteralmente,
sulla strada. Eccolo all’incirca al suo
antico posto S_ANT_FEBB2009.JPG .
Così
Croce ha perso il suo Capitello!
NOTA
15.1.2012
Perché non si perda la memoria e per
sollecitare chi di dovere a rimediare
agli errori, in prossimità al “capitello” distrutto ho messo questo: SANSFRATTATO_CIMG0415.JPG
In
ambienti diversi da Croce si opera diversamente e si provvede alla sicurezza
stradale salvaguardando i capitelli che sono un bene storico e religioso.
Nel
1986 il problema del capitello all’incrocio della strada per Monastier fu
risolto spostandolo di circa trecento metri. Eccolo ingabbiato e pronto per il trasloco. CAPITELLOVALLIO1986.jpg.
Al
contrario, quando io ho cercato di riportare “alla luce” il Sant’Antonio del
capitello di Croce (era il 28.3.2009) è
stato considerato un rifiuto abbandonato per strada e quindi oggetto di multa.
In
ottobre 2010 dovremmo vedere la decisione del Giudice di Pace su quella multa e
non è da escludere che, per il fanatismo locale, sia necessario fare altri
ricorsi. Viene spontaneo ricordare il proverbio: “scherza con i fanti ma non
con i santi”. Spero che qualcuno capisca prima che a farlo capire intervenga
“Qualche Altro”.
Per
ora, come si vede cliccando qui, S_ANT_CERCACASA.JPG
Sant’Antonio “CERCA CASA” ed io “cerco giustizia” per entrambi.
A
pochi metri di distanza, ma su quella che un tempo era un’unica proprietà dei
Conti Gradenigo, c’era e c’è un altro capitello, in funzione della religiosità
dei proprietari che dovrebbero aver costruito quella la villa padronale dopo la
prima guerra mondiale considerato che in fotografia aerea del febbraio
1918 non si vede.
La
porta della grotta è rivolta verso la
casa quindi, dall’esterno, non si vede
l’immagine sacra; non so a chi sia dedicato
e non ho una fotografia.
Quindi
a Croce non ci sono CAPITELLI nel senso stretto di “tempietti di crocicchio”
messi per invocare la protezione sui viandanti e sui residenti del circondario, quindi essenzialmente con una
funzione pubblica.
Qua
e la per il paese ci sono varie piccole costruzioni di natura religiosa che
hanno una loro validità ma in ambito più
ristretto, più privato, tanto è vero che quasi sempre sorgono all’interno dei
cortili privati e non sono accessibili dalla strada pubblica (Asilo, Bergamo,
Smaniotto, Cancellier, Venturato, Masier, Ormenese, Criveller, Barbieri. Questi capitelli forse si possono qualificare meglio come “ex voto”,
“per grazia ricevuta” o per
grazia invocata e poco o nulla
hanno di funzione pubblica.
Rientrano
di pieno diritto in questa categoria di “ex voto” o “per grazia invocata” il
più grande ed il più piccolo dei
“segni” esistenti e che sono i
anche i più vecchi.
CAPITELLO “AMBROSIN”
La
più vecchia delle costruzioni ha la sua storia
sufficientemente documentata.
E’
il capitello che si trova sulla strada per Fossalta, poco a monte del nuovo
serbatoio dell’acquedotto, esattamente all’altezza della casa “ S. LORENZO”, ora semi distrutta, di proprietà Manfredi, un tempo abitata dalla
famiglia Ambrosin che coltivava quel podere esteso a destra ed a sinistra
dell’Argine San Marco. Proprio a questa divisione del podere è legata la
costruzione del “capitello” che qui
vediamo CAPITELLO AMBROSIN.jpg.
Pietro
Ambrosin (nato a San Donà di Piave il giorno 25.9.1848, morto il giorno 8.11.1918
a Marigliano (Napoli) sposato con Zorzetto Elena il 9.2.1870 a Croce) tra fine
800 ed inizio 900 era il capo della
famiglia e come tale soffriva particolarmente che durante il rientro dalla
campagna (tra l’argine del Piave e
l’Argine San Marco) i carri con fieno o con altri prodotti si rovesciassero a
causa della difficile rampa di risalita. Per superare questo pericolo invocò la
protezione di Sant’Antonio collocandone
una statua su un albero (vedere il
caso Da Dalto più avanti).
Sant’Antonio
intervenne ed i carri non si rovesciarono più.
Per
riconoscenza e per consolidare la protezione verso il 1900 fu costruito il
capitello in muratura. (Don Primo nella sua storia indica anche un anno
preciso: il 1912 ma non ci credo. Ritengo che la data sia infondata ed
imprecisa come l’identità dei costruttori: infatti non si trattava di
“contadini” (una pluralità) ma esclusivamente della famiglia Ambrosin e non
si trattava di ogni carro, capitava ogni tanto, ma tanto bastò per invocare a protezione di Sant’Antonio).
Questa
storia mi è stata raccontata da Elena Ambrosin, nipote di Pietro, nel 1985
quando mi occupai per sistemare un poco il cancelletto sostituendo la
malridotta rete (che anche riduceva la visibilità) con una lastra di plastica
trasparente. Nel 1986 fu fatto un restauro concluso con una benedizione
domenica 18.5.1986. La signora Elena,
classe 1917, è morta il 25.7.2004 quindi
non può più riferire particolari sulla costruzione e sulla devozione del nonno. Certo è che la fedeltà al voto del
nonno Pietro fu conservata dai suoi genitori, poi da lei stessa ed ora un
cero è
mantenuto acceso a cura della
figlia Maurizia Scaldalai anche se non abita nelle vicinanze.
CAPITELLO
“DA DALTO”
Secondo
in ordine di anzianità ed ultimo in ordine di impegno edilizio è questo segno che neppur si può
includere tra i capitelli perché è costituito da una “casetta” collocata originariamente tra i rami di un albero e,
quando esso fu ridimensionato, è stata posata sopra il tronco superstite:
eccolo in una foto del 6.4.2009 CAPITDADALTO.JPG
Storia: Verso il 1958 il musilese Giusto Carrer, (nato il
4.8.1911) da tanto tempo emigrato il Kenia, fece un viaggio in patria assieme
alla moglie Da Dalto Antonietta (17.1.1915
- 23.7.1992).
Certamente era un viaggio velato
dalla nostalgia ma anche dalla
speranza di . . .
.
Andò a Padova dal "Santo"
e portò a casa una statuetta che espose
in una piccola edicola in legno appesa ad un albero alle spalle della casa dei
parenti della moglie, edicola rivolta
verso l'argine San Marco all'altezza dell'attuale via Rovigo.
Poi, con moglie e figli (Roberto e
Maria Grazia), è ritornato nella sua nuova patria dove morì l'8.2.1969.
La moglie ed il figlio in seguito
rimpatriarono portando anche le ceneri del loro caro che sono conservate nel
cimitero di Musile (colonna 3^,
4^ riga).
La moglie, che visse fino a luglio
del 1992, è sepolta in un loculo
del settore F.
Quella statuetta è ancora presente
su quel posto secondo le intenzioni del Signor Giusto che la mise, non ha
importanza se per ringraziamento o per invocazione di una particolare grazia,
ma certamente come manifestazione della sua fede.
La proprietà della casa ed annessi
è passata di mano ed anche l’albero ha avuto qualche accidente: come tutti è
morto o almeno è stato troncato ad una certa altezza (circa due metri).
I nuovi proprietari hanno
conservato la "casetta" con la statuetta di Sant'Antonio sopra il tronco
rimasto come mostra la foto su richiamata.
Nota: 2 febbraio 2019: l’albero
è caduto da qualche mese.
Santantonio SALVATO. Sarà reinstallato
anche con l’aiuto della famiglia di origine Albanese
subentrata nella casa.
IN ASILO
La grotta dell’ASILO non so se sia
da considerare un Capitello perché è in
funzione dell’esistenza dell’Asilo
Infantile “Decor Carmeli” o Scuola Materna secondo la definizione
corrente che si rifà solo alle madri come se
i bambini non avessero anche dei padri.
Comunque è da ricordare che fu
costruita personalmente da una delle suore (suor Ildebranda ?) nel periodo 195?
19?? ed è dedicata all’ “Immacolata”. Ecco la foto pubblicata da Don
Primo nel suo libro per i 500 anni della parrocchia CAPITDONPRI9.jpg.
LA MODA DEI
CAPITELLI N.I.P.
Se
il Capitello Ambrosin e quello Carrer/Da Dalto hanno una documentata origine
nella fede tradizionale ma convinta di chi li volle, non mi sento di dire
altrettanto per i capitelli in muratura costruiti
successivamente.
Mi
pare che questi ultimi trovino la loro maggiore
giustificazione in una moda religiosa, in una religione “da
spettacolo” favorita dal Parroco Don Primo Zanatta che si adoperò perché
ne fossero costruiti in ognuna delle sue (sottolineo SUE)
“Piccole Comunità”: più per il privato che per il pubblico.
Li
prendo in considerazione proprio secondo
l’epoca di costruzione” chiedendo fin d’ora scusa di eventuali imprecisioni.
Forse
l’iniziativa (o “mania”) è partita nel 1985 in occasione dei lavori di inizio
della manutenzione al Capitello Ambrosin
(re-inaugurato il 13.6.1986) e all’oratorio di Ca’ Malipiero
(re-inaugurato domenica 12.10.1986).
1985.
Il 2 giugno nel Cortile della famiglia BERGAMO ANTONIO, il giovane, in via
Treviso è stato inaugurato un capitello
dedicato alla “Madonna del Piave”
come se di Madonne ce ne fossero tante. Una lapide ricorda e spiega che
è stato fatto per ricordare la fine della seconda guerra mondiale dalla quale
qualche famigliare forse ritornò a casa miracolosamente vivo. Ecco la fotografia riportata a pagina 163 del
libro “500 anni di Croce” CAPITDONPRI1.jpg.
1989 Il 9 luglio, per la zona Via Croce sud, è
stato inaugurato il capitello presso la
famiglia SMANIOTTO (Remigio?). Ecco la
foto pubblicata a pagina 163 de “500 anni di Croce” CAPITDONPRI3.jpg
).
1989 Il 3
settembre inaugurazione del capitello
presso Ottorino Cancellier (In Via Argine San Marco – passaggio a
livello (perché, in attesa di apertura delle sbarre, la gente
pregasse invece che bestemmiare ???
Tutto può essere) ) CAPITRINO01.jpg,
CAPITRINO02.jpg .
1989 Il 5 novembre in via Emilia è stato
inaugurato un capitello sul confine tra le famiglie Pivetta e Sgnaolin (non “di fronte alla
famiglia Zoccoletto Libero” come scrive Don Primo a pag. 162 del libro “500
anni di Croce”).
Eccolo
in una foto provvisoria CIMG027225pc.JPG (perché
il capitello sia illuminato dal sole bisogna
attendere il solstizio d’estate, quindi verso il 20 di giugno alle ore
19.30 circa, poco prima del tramonto).
1992 Il 26.4 inaugurato ai ”Tre Scalini” capitello dedicato alla Madonna di Lourdes. Ecco la foto di pagina 163