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Rito per la indulgenza plenaria in punto di morte

Piero Dalle Ceste: Transito di S. Giuseppe >Santuario Porto Maurizio (IM)

 

RITUALE ROMANUM

Ritus benedictionis apostolicae cum indulgentia plenaria in articulo mortis 

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1. È desiderio della Chiesa che si imparta a tutti i moribondi. La può impartire qualsiasi sacerdote che assista l'infermo, dopo la confessione, il Viatico e l'Estrema Unzione, a qualsiasi malato che la chieda, come pure a chi è fuori dei sensi o caduto in pazzia, ma la chiederebbe se fosse in sé. Non si può dare agli impenitenti. Si può dare anche ai fanciulli che non hanno ancora ricevuto la prima Comunione, ma hanno già raggiunto l'uso della ragione. Si può dare a chi è in pericolo di morte, anche se non è imminente, anche se questa non provenga da malattia o vecchiaia; quindi anche ai soldati prima della battaglia, ai condannati a morte e in altri simili casi in cui non si può dare l'Estrema Unzione.

 

2. Per la validità si richiede che il sacerdote imparta la benedizione secondo la formula del Rituale; il Confiteor si deve recitare anche se è stato detto immediatamente prima per il Viatico e l'Estrema Unzione; invece in questo caso si omette Pax huic domui e l'aspersione. Se il pericolo di morte fosse però imminente, si usa la formula breve o anche la brevissima.  

Quest'ultima formula si può pure impartire in altri casi di necessità. Se si imparte a parecchi, le preghiere si recitano una volta sola al plurale.

 

3. Per l'acquisto dell'indulgenza, da parte del moribondo si richiede:

a) che invochi con la bocca o almeno col cuore il nome di Gesù;

b) che accetti la morte dalle mani del Signore come pena del peccato.

 

4. L'indulgenza si acquista al punto della morte; quindi la benedizione si può impartire una sola volta durante la stessa malattia, anche se il malato l'avesse ricevuta in peccato mortale o avesse nuovamente peccato e ricevuto l'Estrema Unzione o l'assoluzione. Nel caso in cui il malato, riavutosi dal pericolo di morte, durante la stessa malattia vi ricadesse di nuovo non è necessario, ma si può impartire un'altra volta.

 

5. Il Sacerdote consola il malato e coloro che gli sono vicini dicendo che queste pene terrene sono temporanee ma la promessa della Salvezza dell’Anima è eterna ed è l’unica cosa che conta. Poi spiga l’importanza del dono da parte del Sovrano Pontefice verso il moribondo, dell’Indulgenza Plenaria, e di come questa assicuri l’entrata diretta in Paradiso senza il passaggio purificatore nel Purgatorio.

  

Detto questo dice:

V. Adiutorium nostrum in nomine Domini.

R. Qui fecit caelum et terram.  

Ant. Ne reminiscaris, Domine, delicta famuli tui (famulae tuae), neque vindictam sumas de peccatis eius.

 

Kyrie, eleison.
Christe, eleison.
Kyrie, eleison.

 

Pater noster... (sottovoce, fino a:)

V. Et ne nos inducas in tentationem.

R. Sed libera nos a malo.

V. Salvum (-am) fac servum tuum (ancillam tuam).

R. Deus meus, sperantem in te.

V. Domine, exaudi orationem meam.

R. Et clamor meus ad te veniat.

V. Dominus vobiscum.

R. Et cum spiritu tuo.

 

Oremus.

Clementissime Deus, Pater misericordiarum et Deus totius consolationis, qui neminem vis perire in te credentem atque sperantem: secundum multitudinem miserationum tuarum respice propitius famulum tuum N., quem (famulam tuam N., quam) tibi vera fides et spes christiana commendant. Visita eum (eam) in salutari tuo, et, per Unigeniti tui passionem et mortem, omnium ei delictorum suorum remissionem et veniam clementer indulge; ut eius anima in hora exitus sui te iudicem propitiatum inveniat, et in sanguine eiusdem Filii tui ab omni macula abluta, transire ad vitam mereatur perpetuam. Per eundem Christum Dominum nostrum.

R. Amen.  

Quindi, uno dei presenti recita il Confiteor,

Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Ioánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et vobis, fratres: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo, et ópere: (si batte il petto tre volte dicendo) mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Ioánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et vos, fratres, oráre pro me ad Dóminum Deum nostrum.

 

Oppure: 

Confesso a Dio onnipotente, [alla beata Maria sempre Vergine, a san Michele Arcangelo, a san Giovanni Battista, ai santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi] e a voi, fratelli, che ho molto peccato con pensieri, parole e opere (ed omissioni): (si batte il petto tre volte dicendo) per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre Vergine Maria, (gli Angeli) [san Michele Arcangelo, san Giovanni Battista, i santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti] i Santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

 

Il sacerdote, dice al singolare:  

Misereátur tui omnípotens Deus, et dimíssis peccátis tuis, perdúcat te ad vitam ætérnam.

R. Amen. 

Indulgéntiam, absolutiónem, + et remissiónem peccatórum tuórum tríbuat tibi omnípotens, et miséricors Dóminus.

R. Amen. 

Quando dice: Indulgéntiam, etc., con la mano destra estesa, fa un segno di croce sul malato.

 

Prosegue poi con questa preghiera: 

Dominus noster Iesus Christus, Filius Dei vivi, qui beato Petro Apostolo suo dedit potestatem ligandi atque solvendi, per suam piissimam misericordiam recipiat confessionem tuam, et restituat tibi stolam primam, quam in Baptismate recepisti: et ego facultate mihi ab Apostolica Sede tributa, indulgentiam plenariam et remissionem omnium peccatorum tibi concedo. In nomine Patris, et Filii +, et Spiritus Sancti.

R. Amen.

 

Per sacrosancta humanae reparationis mysteria, remittat tibi omnipotens Deus omnes praesentis et futurae vitae poenas, paradisi portas aperiat et ad gaudia sempiterna perducat.

R. Amen.  

Benedicat te omnipotens Deus, Pater, Filius +, et Spiritus Sanctus. R. Amen.

 

Se l’infermo è molto vicino alla morte, e non c’è il tempo né per la confessione, né per le preghiere sopra indicate, il sacerdote gli impartisce subito la Benedizione Apostolica, dicendo:

 

Ego, facultate mihi ab Apostolica Sede tributa, et remissionem omnium peccatorum tibi concedo. In nomine Patris, et Filii +, et Spiritus Sancti.

R. Amen.  

Per sacrosancta humanae reparationis mysteria, remittat tibi omnipotens Deus omnes praesentis et futurae vitae poenas, paradisi portas aperiat et ad gaudia sempiterna perducat.

R. Amen.

Benedicat te omnipotens Deus, Pater, Filius +, et Spiritus Sanctus. R. Amen.

 

In caso di vera necessità è sufficiente dire:

Ego, facultate mihi ab Apostolica Sede tributa indulgentiam plenariam et remissionem omnium peccatorum tibi concedo, et benedico te. In nomine Patris, et Filii +, et Spiritus Sancti.

R. Amen.

Quando la Benedizione Apostolica si dà in questo modo a più malati insieme, le preghiere sopra indicate si dicono una volta sola, al plurale.

 

 

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Ultimo Aggiornamento Giovedì 24 Maggio 2018 alle ore 20.22