Poche settimane prima di essere deportato, Kolbe ottenne la patente di radioamatore con call-sign SP3RN.
Percorsi di Fede |
Comunicazioni Sociali I Patroni dei mezzi di Comunicazione sociale riconosciuti dalla Chiesa cattolica romana
1.
SAN FRANCESCO DI SALES – PATRONO
DEGLI SCRITTORI CATTOLICI
Papa
PIO XI - Lettera enciclica - "Rerum omnium" - 26 Gennaio
1923
2.
SAN GABRIELE ARCANGELO –
PATRONO DELLE TELECOMUNICAZIONI
Papa
PIO XII - Breve Apostolico - "Quoniam omne datum" - 12
Gennaio 1951
Memoria liturgica 29 Settembre
3.
SAN BERNARDINO DA SIENA –
PATRONO DEI PUBBLICITARI
Papa
PIO XII - Breve Apostolico - "Laudativa nuntia" - 19
Ottobre 1956
4.
SANTA CHIARA DI ASSISI – PATRONA
DELLA TELEVISIONE
Papa
PIO XII - Breve Apostolico - "Clarius explendescit" - 14
Febbraio 1958
5.
SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE - PATRONO DEI
RADIOAMATORI Poche settimane prima di essere deportato, Kolbe ottenne la patente di radioamatore con call-sign SP3RN.
6.
IL BEATO DON GIACOMO ALBERIONE - PATRONO DELLA
RETE WEB INTERNET
7. Santa Giovanna D'Arco - Patrona della Telegrafia e della Radiofonia - Da sapere
1 San Francesco di SalesPatrono degli Scrittori CattoliciImmagine dal sito http://www.ischiamondoblog.com/blog/2010/01/
(Papa PIO XI - Lettera enciclica - "Rerum omnium"
- 26 Gennaio 1923) Francesco di Sales è nato a Thorens in Francia il 21 agosto 1567 presso il castello di Sales da una nobile famiglia della Savoia. Dopo gli studi di lettere e filosofia a Parigi (1582) ebbe modo di consolidare la sua fede cattolica frequentando la Sorbona. Passò quindi in Italia dove all'Università di Padova conseguì la laurea in giurisprudenza. Consacrato Sacerdote nel 1593, all'età di 26 anni, si offre volontario per la difficile predicazione tra i calvinisti di Ginevra (Svizzera). Visti gli scarsi frutti che otteneva dal pulpito, iniziò a pubblicare fogli volanti, che egli stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva sui muri. Da allora decise di continuare l'opera di evangelizzazione con testi scritti ma anche con una considerevole dose di dolcezza e carità. Vescovo ausiliare a 32 anni divenne Vescovo titolare di Ginevra tre anni dopo. Fu direttore spirituale di San Vincenzo de' Paoli e di Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, con la quale nel 1610 fondò l'Ordine dalla Visitazione della Signora. Morì a Lione il 28 dicembre 1622 per un attacco di apoplessia. Canonizzato nel 1665 è proclamato Dottore della Chiesa da Pio IX nel 1877 e celebrato nel nuovo calendario il 24 gennaio perché è il giorno in cui il suo corpo fu riportato ad Annecy per la definitiva sepoltura. Le sue opere più lette sono La Filotèa o Itroduzione alla vita devota (1609) e il Teòtimo o Trattato dell'Amore di Dio (1616)
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San Francesco di Sales in Cathopedia
Lettera
Enciclica di PAPA PIO XI “Rerum
omnium”
Nel III centenario della morte di
San Francesco di Sales
PAPA PIO XI - Lettera enciclica – "Rerum omnium"
- 26 Gennaio 1923
Testo in latino
§ 63. RERUM OMNIUM perturbationem, quae nunc adest, cum proxime in Encyclicis Litteris consideraremus medendi gratia, vidimus in ipsis hominum animis inhaerere malum, eiusque sanationem tum demum sperari posse si Iesu Christi medica per Ecclesiam sanctam manus invocetur. Etenim haec tanta cohibenda est intemperantia cupiditatum, quae, bellorum litiumque causa princeps, sicut communem vitae consuetudinem, ita notionum commercia pervertit; deducendae simul a fluxis cadicisque bonis mentes singulorum, atque ad sempiterna et immortalia, quorum incredibilis incuria plerisque incessit convertendae. Cum autem singuli fere officium sancte servare instituerint, eo ipso melius erit humanae societati. Atqui huc omne spectat cum magisterium tum ministerium Ecclesiae catholicae, ut homines et traditae divinitus veritatis praedicatione erudiat et uberrimis divinae gratiae effusionibus sanctificet… [ Francesco di Sales viene qui elogiato perché nei suoi sermoni evidenziava il valore dello spirito interiore e della virtù, come quella che, derivata dalla Sacra Scittura e dai Padri, non soltanto si alimentava dal nutrimento solido di una sana dottrina teologica , ma anche dalla dolcezza della carità che la rendeva ancor più gradita e soave ]. § 71. Sed praecipuum quedam utilitatis fructum ex hisce solemnibus percipiant optamus omnes ii catholici viri, quotquot vel diariis vel aliis scriptis in vulgus edentis christianam sapientiam illustrant, provehunt, tuentur. Qui quidem Francisci in disputandum vim cum temperantia et caritate coniunctam imitentur oportet ac retieant. Quid enim ipsis argendum sit, sanctus Doctor exemplo suo aperte monet: ut scilicet doctrinam catholicam perdiligenter explorent et pro viribus calleant; vera ne depravent, neve, per speciem devitandae adversariorum offensionis, extenuent aut dissimulent; ipsam sermonis forman ac venustatem accurrent, et cogitata sic luminibus verborum distinguant atque ornent, ut veritate lectores delectentur; si quos autem oppugnare debeant, sciant errata refellere malorunque hominum improbitati obsistere, ita tamen, ut se recte animatos in primisque caritate instinctos exhibeant. Quoniam vero iis, quos memoravimus, catholicis scriptoribus non constat ex publico ac sollemni Apostolicae Sedis documento Salesium datum esse Patronum, hanc Nos faustam occasionem nacti, de certa scientia ac matura deliberatione, auctoritate Nostra apostolica, per hanc Encyclicam Epistolam, Sanctum Franciscum Salesium, Episcopum Genevensem et Ecclesiae Doctorem, iis omnibus Caelestem Patronum damus seu confirmamus, ac declaramus, non obstantibus contrariis quibuslibet.
§
72. Iam vero, Venerabiles Fratres, quo saecularia haec
sollemnia et augustiora et fructuosiora evadant, fidelibus vestris nulla
desint oportet invitamenta pietatis, ita, ut hoc praeclarum Ecclesiae
lumen qua decet veneratione colant, atque, eo usi deprecatore, animum, a
peccati vestigiis expiatum ac Divino refectum epulo, ad sanctitatem brevi
adipiscendam fortiter suaviterque dirigant.
TRADUZIONE
IN ITALIANO § 63. Esaminando nelle recente Nostra enciclica lo scompiglio in cui si dibatte oggi il mondo per applicare il rimedio opportuno a tanto male, ne scorgemmo la radice nell'anima stessa degli uomini, e l'unica speranza di guarigione nel ricorso all'opera del divino medico nostro Gesù Cristo per mezzo della santa Chiesa. Si tratta infatti di imporre un freno alla smoderatezza delle cupidigie, prima origine delle guerre e delle contese, dissolvitrice non meno dei vincoli sociali che delle relazioni internazionali; di stornare dai beni transitori di quaggiù le mire degli individui per rivolgerle ai beni imperituri troppo trascurati dalla maggior parte degli uomini. Se infatti ognuno si proporrà di attenersi fedelmente al proprio dovere, subito si verificherà il miglioramento della società. A questo appunto tende la Chiesa col suo Magistero e ministero: cioè a istruire gli uomini con la predicazione delle verità divinamente rivelate e a santificarli con la copiosa infusione della grazia divina... [ Francesco di Sales viene qui elogiato perché nei suoi sermoni evidenziava il valore dello spirito interiore e della virtù, come quella che, derivata dalla Sacra Scittura e dai Padri, non soltanto si alimentava dal nutrimento solido di una sana dottrina teologica , ma anche dalla dolcezza della carità che la rendeva ancor più gradita e soave ].
§ 71.
Ma vorremmo che da queste solenni ricorrenze
precipuo vantaggio ritraessero tutti quei cattolici, che con la
pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e
difendono la dottrina cristiana. Ad essi è necessario, nelle discussioni,
imitare e mantenere quel vigore, congiunto con moderazione e carità,
tutto proprio di Francesco.
Egli,
infatti, con il suo esempio, insegna loro chiaramente la condotta da
tenere: che innanzi tutto studino con somma diligenza e giungano, per
quanto possono, a possedere la dottrina cattolica; si guardino dal venir
meno alla verità, né, con il pretesto di evitare l'offesa degli
avversari, la attenuino o la dissimulino; abbiano cura della stessa forma
ed eleganza del dire, e si studino di esprimere i pensieri con la
perspiquità e l'ornamento delle parole, di maniera che i lettori si
dilettino della verità; che se sia il caso di combattere gli avversari,
sappiano, sì, confutare gli errori e resistere alla improbità dei
perversi, ma in modo da dare a conoscere di essere animati da rettitudine
e soprattutto mossi dalla carità. E poiché non consta che sia stato il
Sales dato a Patrono dei ricordati scrittori cattolici, con pubblico e
solenne documento di questa Apostolica Sede, Noi, cogliendo questa fausta
occasione, di certa scienza e con matura deliberazione, con
la Nostra apostolica autorità diamo e confermiamo, e dichiariamo,
mediante questa lettera enciclica, San Francesco di Sales, vescovo di
Ginevra e Dottore della Chiesa, celeste Patrono di essi tutti (scrittori
cattolici), nonostante qualsiasi cosa in contrario.
§ 72.
Ora,
venerabili fratelli, affinché queste solennità centenarie riescano più
splendide e più fruttuose, conviene che ai vostri fedeli non manchi
nessuna specie di buoni stimoli perché onorino con la debita venerazione
questo gran luminare della Chiesa, e con la sua intercessione, puificate
le anime dai resti della colpa e corroborate alla mensa divina, si
indirizzino con forza e dolcezza insieme, ad acquistare in breve tempo la
santità.
Roma,
presso San Pietro, 26 gennaio 1923, anno I del Nostro Pontificato
PAPA
PIO XI - AAS 15 (1923) pp. 49-63
MOTIVI
DELL'ENCICLICA: cupidigia dilagante e missione della Chiesa di arginare il
male. Obbligo di ogni cristiano alla propria santificazione.
2
San
Gabriele Arcangelo
Patrono delle Telecomunicazioni, degli Addetti e loro Dirigenti
Annunciazione del Beato Angelico
(Breve Apostolico "Quoniam omne datum" – PIO XII
- 12 Gennaio 1951) Gabriele (in ebraico=Forte di Dio - Eloim è forte), Angelo o arcangelo della tradizione ebraica, cristiana e islamica. Nella Bibbia appare due volte: nell'Antico Testamento a Daniele, cui spiega il significato della visione del caprone e del montone e rivela la profezia delle settanta settimane (Dan 8,16; 9,21-27); nel Nuovo Testamento è l'Angelo che annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria quella di Gesù (Lc 1,11-20.26-38). Nella Chiesa cattolica è Celebrato come Festa liturgica con gli Arcangeli Michele e Raffaele il 29 settembre. Secondo il "Libro di Enoch", Gabriele è uno dei sette o dei quattro arcangeli è cioè degli angeli della Faccia, che stanno sempre alla presenza di Dio (Tobia 12,15; Apocalisse 1,4). Nella teologia islamica Gabriele svolge la funzione d'intermediario nella rivelazione divina a Maometto, in quanto gli dettò il Corano.
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San Gabriele arcangelo in Cathopedia
Dal
Breve Apostolico "Quoniam omne datum"
§ 4. Siccome parecchi personaggi ... ci hanno rivolto le loro
suppliche affinché dichiarassimo loro celeste patrono, e di tutti gli
addetti alle telecomunicazioni, San Gabriele Arcangelo, il quale recò il
desiderato annuncio della Redenzione al genere umano, avvolto nelle
tenebre e disperante della propria salvezza, molto volentieri ...accolte
quelle preci... STABILIAMO E DICHIARIAMO SAN GABRIELE ARCANGELO CELESTE
PATRONO DELLE TELECOMUNICAZIONI E DEI LORO ADDETTI E DIRIGENTI, con tutti
e singoli gli onori e privilegi liturgici che, secondo il rito, spettano
ai patroni principali di associazioni...
3 San Bernardino da SienaPatrono dei Pubblicitariimmagine dal sito "http://sites.google.com/site/incontrioreb/sanbernardino"
i "simboli" da lui proposti sul nome di Gesù
(Papa PIO XII - Breve Apostolico - "Laudativa nuntia"
- 19 Ottobre 1956)
Nato
a Massa Marittima l'8 settembre 1380 dalla nobile famiglia senese degli
Albizzeschi, rimase orfano dei genitori in giovane età e fu allevato a
Siena da due zie. Frequentò lo Studio senese fino a 22 anni, quando
decise di vestire l’abito francescano. Divenne col tempo uno dei
principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti. Banditore
della devozione al santo nome di Gesù, (per il quale subì due
processi canonici con accusa di eresia ma dai quali venne sempre assolto)
ne faceva incidere il monogramma <<JHS>> su tavolette di
legno, che dava a baciare al pubblico al temine dei suoi discorsi.
Per questo motivo egli è stato proclamato da SS. PIO XII con un
"Breve Apostolico" del 19 OTTOBRE 1956 "Patrono
presso Dio di tutti i divulgatori di messaggi promozionali, comunemente
chiamati Pubblicitari, con l’aggiunta di tutti quegli onori e
privilegi liturgici che a buon diritto competono ai patroni degli Ordini o
Associazioni, nonostante qualunque cosa in contrario".
Anche dopo la morte, avvenuta alla città
dell’Aquila il 20 maggio 1444, egli continuò la sua opera di operatore
di pace: era, infatti, giunto morente in questa città e non poté tenervi
il corso di prediche che si era prefisso. Persistendo le lotte tra le
opposte fazioni, il suo corpo dentro la bara cominciò a versare sangue
come una fontanella zampillante, e il flusso si arrestò soltanto quando i
cittadini dell’Aquila si rappacificarono. Per riconoscenza venne
decretata l’erezione di un magnifico monumento sepolcrale, realizzato
poi da Silvestro Di Giacomo. Venne canonizzato nel 1450, cioè a soli 6 anni
dalla morte. Il 1450 è l’anno in cui Gutemberg inventa la stampa a
caratteri mobili. Memoria liturgica facoltativa 20 maggio.
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San Bernardino da Siena in Cathopedia
Testo in latino
SANCTUS
BERNARDINUS SENENSIS OMNIUM EX ITALIA NUNTIIS LAUDATIVI VULGATORUM, VULGO
"PUBBLICITARI",
PATRONUS CAELESTIS
ELIGITUS.
(PIO PP. XII – Brieve "Laudativa nuntia" – 19 Ottobre 1956)
Ad perpetuam rei memoriam
Laudativa
nuntia et quidquid pertinet ad disseminanda in vulgus praeconia homnium
rerumve, temporibus hisce nostris, quemadmodum notum est, tantum
acceperunt vigorem, ut ars et disciplina abesntur atque, qui iis operam
dant, in collegia sint congregati. Quae quidem ars in utramquae partem
plurimum valet: scilicet, si recta mente exercetur, in vulgus suaderet
potest bonum et rectum , si autem ex usu perverso invitamenta ad malum
praebet, ad perniciem potest non modicum. Expedire igitur visum est
nuntiis laudativi vulgatores peculiari obtegi praesidio caelesti. Itaquae
multis ex iis Patronum sibi adoptare statuerunt Sanctum Bernardinum
Senensem, qui, mirabili quodam ardore incensus, fidem catholicam inter
gentes propagavit, iis usus subsidiis quae magis idonea essent ad eam
omnibus suadendam, veluti brevibus effatis, quae animos percellerent,
imaginibus divinam veritatem significantibus, praesertim indicio
Sanctissimis Nominis Iesu, ad denique scientia eorum, quae multitudo
populi sentiret. Nomine igitur eorum, qui nuntiis laudativis vulgandis
operam dant, diariorum commentariorum, cinematographei, radiophonii,
tabularum viatpriarum hisque similium ope, preces ad Nos admotae sunt, ut
Sanctum Caelitem illum omnibus Italis, qui in huiusmodi versarentur arte,
supernum Patronum constitueremus. Quae vota, Dilecti Filii Nostri Iacobi
S. R. E. Presbyteri Chardinalis Lercaro, Archiepiscopi Bononiensis,
commendatione suffulta, cupientes, ut eorundem opera ad religionis
probitatisque rationes conformaretur, libenti animo censuimus explenda.
Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac
matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine,
harum Litterarum vi perpetuumque in modum, Sanctum Bernardinum Senensem,
caelestem Patronum apud Deum omnium ex Italia nuntii laudativi
vulgatorum, quos vernaculo sermone "pubblicitari" appellant,
facimus, eligimus, declaramus, omibus adiectis honoribus ac privilegiis
liturgicis , quae ordinum seu coetuum Patronis rite competunt.
Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus,
statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atquae
efficaces igiter exstare ac permanere; suosque plenos atquae integros
effectus sortiri et obtinere; illisque, ad quos spectant seu spectare
poterunt, nunc et in posterum plenissime suffrgari; sicque rite iudicandum
esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus,
super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter
attentari contigerit.
Datum
ex Arce Gandulfi, sub anulo Piscatoris, die XIX mensis Octobris, anno
MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo.
De
speciali mandato Sanctissimi
Pro
Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis
GILDO
BRUGNOLA a
Brevibus Apostolicis
SAN
BERNARDINO DA SIENA PROCLAMATO CELESTE PATRONO DI QUANTI,
IN
ITALIA, SONO COMUNEMENTE CHIAMATI "PUBBLICITARI".
PAPA
PIO XII – Breve Apostolico – "Laudativa nuntia" - 19
Ottobre 1956 A perpetua memoria
L’attività pubblicitaria e
tutto ciò che concerne la divulgazione, tra il popolo, di messaggi
promozionali riguardanti uomini e cose, ha ricevuto in questi ultimi
tempi, com'è risaputo, un impulso tale che essa è ritenuta una vera
professione e tutti quelli che vi si dedicano si riuniscono in
associazioni a carattere sindacale. Ora
questa professione è in grado di incidere fortemente in due sensi: vale a
dire, se esercitata con retta intenzione può spingere il popolo alla
ricerca del vero bene, come può offrirgli incitamenti al male e portarlo
decisamente alla rovina, se viene fatto con disonestà. Pertanto è sembrato opportuno che i pubblicitari possano giovarsi di
un particolare aiuto celeste. Perciò molti di essi vollero scegliere,
come loro Patrono, San Bernardino da Siena, il quale, spinto da mirabile
ardore nel propagare tra il popolo la fede cattolica, fece ricorso a quei
mezzi che sono quanto mai adatti ad infonderla in tutti: come ad esempio
brevi espressioni, capaci di scuotere gli animi; immagini indicanti le
verità divine; specialmente il monogramma del SS. Nome di Gesù; ed
infine la conoscenza di tutte quelle cose che possano essere comprese dal
popolo. Perciò, a nome di tutti i pubblicitari
che fanno uso di giornali, raccolte, cinema, radio, (oggi anche
televisione, internet, ndr.), carte
geografiche e simili, ci furono rivolte preghiere perché proclamassimo
quel Santo come Patrono di tutti gli italiani che esercitano un’arte di
tal genere.
Noi, accogliendo questi voti fatti propri dal diletto
figlio Nostro Cardinale Presbìtero di Santa Romana Chiesa Giacomo Lercaro,
Arcivescovo di Bologna, volentieri abbiamo
deciso di soddisfarli, col sottinteso che l’opera di costoro sia
conforme alle norme della religione e dell’onestà. Per la qual cosa, dopo aver consultato la Congregazione dei Riti,
con sicura scienza e Nostra matura deliberazione e con la pienezza
dell’autorità apostolica, in forza di questa lettera e in modo
perpetuo, facciamo, eleggiamo e dichiariamo San Bernardino da Siena
celeste Patrono presso Dio di tutti i divulgatori di messaggi
promozionali, comunemente chiamati "Pubblicitari", con
l’aggiunta di tutti quegli onori e privilegi liturgici che a buon
diritto competono ai Patroni degli Ordini o Associazioni, nonostante
qualunque cosa in contrario. Proclamiamo, stabiliano e decretiamo che la presente lettera sia e
rimanga sempre immutabile, valida ed efficace; raggiunga e mantenga i suoi
effetti pieni e senza danno alcuno; favorisca completamente ora e in
futuro coloro a cui si riferisce o potrà riferirsi; e, in tal modo, tutto
va giudicato e determinato secondo le regole; e da ora in poi sia senza
effetto e nullo, tutto quello che diversamente da questo, chiunque, con
qualsiasi autorità, consapevolmente o meno, cercherà di variare.
Castel
Gandolfo, sotto l’anello del Pescatore, 19 Ottobre 1956, 18° del Nostro
Pontificato.
Su
speciale mandato del Santo Padre
Per
il Signor Cardinale Segretario di Stato
GILDO
BRUGNOLA
dei
brevi Apostolici
4
Santa
Chiara d'Assisi
Patrona della Televisione
(Breve Apostolico "Clarius explendescit" – PIO
XII - 14 Febbraio 1958)
Chiara di Assisi (Assisi 1193/94 - ivi 11.8.1253) Santa, fondatrice dell´Ordine delle Clarisse (2° Ordine francescano). Ispirata nella sua vocazione dalla predicazione di S. Francesco di Assisi, fu da lui affidata alle Benedettine, quindi trasferita a S. Damiano, ove creò il primo monastero delle Clarisse (1219). Nel 1247 redasse la Regola dell´Ordine - approvata da Innocenzo IV nel 1253 - incentrata sull´ideale della povertà assoluta. Fu canonizzata da Alessandro IV nel 1255. Memoria Liturgica: 11 Agosto.
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Santa Chiara di Assisi in Cathopedia
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In Wikipedia
Dal
Breve Apostolico "Clarius explendescit" § 3. Ora, come patrona (della televisione) è stata richiesta Santa Chiara, la quale, secondo la tradizione, in una notte di Natale, ad Assisi, mentre malata giaceva in un letto del suo convento, udì, quasi vi fosse presente, i pii canti che, durante le sacre cerimonie, venivano eseguiti nella chiesa francescana e vide il presepio ivi allestito (cfr. I Fioretti di S. Francesco cap. XXXV; La leggenda di Santa Chiara Vergine § 29; Atti del Processo di Canonizzazione ndr). Presieda quindi, a questa Arte, Chiara, fulgente per la sua integrità e sorgente di luce in così fitte tenebre, affinché, attraverso questo mezzo così traslucido, si manifestino anche la verità e la virtù, su cui è necessario si fondi l'ordine civile.
Vedi: S. Em. Card. Tarcisio Bertone, Omelia nel 50° della dichiarazione di Santa Chiara d'Assisi, patrona della Televisione (Assisi 17 Febbraio 2008)
5
Patrono del Radioamatori Per la Fonte dell'Immagine clicca sulla medesima
Viene riconosciuto come santo protettore dei radioamatori. In Italia alcune emittenti radiofoniche portano quindi oggi il suo nome, ad esempio a Napoli a Rovigo e a Schio. Padre Massimiliano Maria Kolbe, call SP3RN, sacerdote francescano conventuale Cfr. Radio Kolbe Web, e Radio Kolbe (Vedi in Wikipedia)
Pagina creata da don Davide Arpe ssp a Bari, il 20-05-2015
Beato don giacomo alberione Patrono della Rete
Nato a San Lorenzo di Fossano (CN) il 4 Aprile 1884, all'età di 16 anni, dopo 4 ore di adorazione a chiusura del XIX secolo nella Cattedrale di Alba (CN) comprese di dover fare qualcosa per il nuovo secolo XX che stava iniziando. Da allora sentì sempre più forte la necessità di opporre stampa a stampa e diffondere il Vangelo di Gesù Cristo nel mondo di oggi con i mezzi di oggi. La sua opera apostolica prese il via con la "Scuola tipografia Piccolo operaio" nata il 20 Agosto 1914 e ispirata all'Apostolo Paolo. Poi l'attività apostolica coinvolse ben 10 Istituti maschili e femminili, da lui voluti per l'apostolato con i mezzi della comunicazione sociale: 5 congregazioni e 5 Istituti aggregati. Il momento critico della sua vita è datato nel 1923, a 39 anni compiuti, quando gli venne diagnosticata una tubercolosi polmonare che doveva essere fatale, ma che invece fu una provvidenziale pausa mistica di grande utilità per la Famiglia Paolina e la sua lunga attività futura, fino al 26 Novembre 1971, data del dies natalis a Dio, a 87 anni.
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Ultimo aggiornamento Domenica 12 Agosto 2018 ore 03.50
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