Percorsi di Fede

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Testimonianza di Giacinta Marto, veggente di Fatima

durante l’ultima sua permanenza all’Ospedale "Dona Estefània" di Lisbona

Morta a quasi 10 anni d’età (20/02/1920) e canonizzata il 13 Maggio 2017

 

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ATTENZIONI DEL CIELO

Le sofferenze fisiche continuavano (soffriva di una malattia polmonare, una pleurite purulenta), ma continuavano anche i favori del cielo.

La Madonna le apparve più di una volta, e la piccola, quasi con la stessa confidenza e semplicità con cui prima comunicava agli altri due privilegiati della Vergine le grazie ricevute, le raccontava adesso alla madrina.

Un giorno in cui la bimba giaceva in letto, la superiora andò a visitarla ed ella le disse:

                        —  Venga più tardi, madrina, perché adesso sto aspettando la Madonna  e come trasfigurata guardava fissamente nella direzione donde veniva la Vergine.

Sembra che a volte non vedesse la Madonna, ma soltanto un globo luminoso.

 Questa volta non era come laggiù (a Fàtima), ma io sapevo bene che era lei.

E lo dimostrava ciò che la bambina diceva dopo quei celesti colloqui e ch’era molto superiore alla sua istruzione rudimentale.

La madrina prese nota religiosamente dei suoi detti più caratteristici. Eccone alcuni:

I peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati impuri.

Verranno certe mode che offenderanno molto Nostro Signore    le persone che servono Iddio non debbono seguire le mode    la Chiesa non ha mode. Nostro Signore è sempre lo stesso.

I peccati del mondo sono molto grandi.

La Madonna ha detto che nel mondo ci sono molte guerre e discordie: le guerre non sono altro che castighi per i peccati del mondo.

La Madonna non può trattenere il braccio del suo amato Figlio sopra il mondo.

Bisogna fare penitenza; se gli uomini si pentono, Nostro Signore perdonerà ancora, ma se non cambiano vita, verrà il castigo...

Sembra che la Madonna nel dire queste cose si mostrasse triste, perché la piccola aggiungeva:

    Povera Madonna! Ah, mi fa tanta pena la Madonna, mi fa tanta pena!

Se gli uomini sapessero che cos’è l’eternità, come farebbero di tutto per cambiar vita!

I medici non hanno luce per guarire i malati, perché non hanno amor di Dio.

Se il governo lasciasse in pace la Chiesa e desse la libertà alla santa religione, sarebbe benedetto da Dio.

Mia buona madrina, preghi molto per i peccatori... preghi molto per i sacerdoti... preghi molto per i religiosi... per i governi...

I sacerdoti dovrebbero occuparsi soltanto delle cose della Chiesa e delle anime.

I sacerdoti debbono essere puri, molto puri.

La disubbidienza dei sacerdoti e dei religiosi ai propri superiori e al Santo Padre dispiace molto a Nostro Signore.

Cara madrina, fugga il lusso, non cerchi la ricchezza, ami molto la santa povertà ed il silenzio.

Abbia molta carità anche coi cattivi. Non dica male di nessuno e fugga quelli che parlano male del prossimo. Abbia molta pazienza, perché la pazienza ci porta in Paradiso.

La mortificazione ed il sacrificio piacciono molto a Gesti.

Io andrei volentieri in convento; ma mi piace ancor più andar presto in cielo. Per essere religiosa è necessario essere molto pura nell’anima e nel corpo.

    E tu sai che cosa sia « essere pura»?    le domandava la madrina.

                      —  Lo so! Lo so! Essere pura nel corpo vuoi dire osservare la castità; essere pura nell’anima è non fare peccati, non guardare ciò che non si deve guardare, non rubare, non dire bugie, dire sempre la verità anche se ci costa.

    Ma chi ti ha insegnato tante cose?     le domandò un giorno la madrina.

    La Madonna; alcune però le penso io. Mi piace molto pensare.

“La Madonna!”. E veramente non dimostrava quella bambina una scienza del mondo e delle cose di Dio molto superiore alla sua età? E i suoi detti non rivelavano mirabilmente i grandi mali del nostro tempo?

Non meno ispirazione superna rivelano diverse predizioni, fatte da Giacinta in quei giorni: predizioni che si avverarono esattamente. Ne citeremo solo due o tre.

Un giorno, essendo andata la Signora Olimpia di Gesù a visitare la figlia, la superiora le domandò se sarebbe stata contenta che le altre due sorelle di Giacinta, Florinda e Teresa, si facessero religiose. La buona madre rispose:

    Dio me ne scampi!

Giacinta non aveva sentito il dialogo; ciò nonostante, più tardi disse alla madrina:

                    —  La Madonna vorrebbe che le mie sorelle si facessero religiose, mia madre però non vuole; la Madonna perciò verrà tra poco per condurle in Paradiso.

Infatti le due sorelle morirono ben presto.

Da molto tempo la Madre Maria della Purificazione desiderava andare a Fàtima, ma sembrava impossibile la realizzazione di questo suo desiderio. Un giorno Giacinta le disse:

    La madrina andrà a Fàtima, ma soltanto dopo la mia morte.

Infatti per un concorso inaspettato di circostanze, la madrina dovette accompagnare la salma della piccola, ed in questa occasione poté soddisfare la sua pietà.

Due valenti medici la curarono in Lisbona con grande premura e carità cristiana. Giacinta si mostrava piena di gratitudine. Uno di questi la pregò di raccomandarlo alla Madonna, quando fosse arrivata in cielo. La piccola rispose di sì, ma che il dottore pregasse anche per lei. Poi, fissandolo, aggiunse:

    Lei mi seguirà tra poco.

La scena si ripeté con l’altro dottore che raccomandava se stesso ed una figlia alle preghiere della piccola inferma. Giacinta promise e fissandolo per qualche istante soggiunse:

    Anche loro mi seguiranno, prima sua figlia e poi lei, signor dottore.

Tutt’e due le predizioni si sono avverate.

 

    TRAMONTO ANGELICO

Frattanto si era riusciti a far ricoverare la piccola ammalata nell’ospedale di D. Estefània per esservi operata.

Ella ripeteva alla madrina che la Vergine SS.ma le era apparsa di nuovo e le aveva detto che presto sarebbe venuta a prenderla per portarla con sé in Paradiso e che l’operazione era inutile.

Forse di questa Apparizione parla Lucia quando scrive:

       “Da Lisbona mi ha fatto scrivere che la Vergine SS.ma era andata già a visitarla e le aveva detto l’ora e il giorno in cui sarebbe morta e mi raccomandava di essere molto buona”.

Ma il medico insisteva e si dovette obbedire. Ancora un sacrificio per la conversione dei peccatori! Tutta la vita della piccola martire era, ormai, un olocausto dolorosissimo!

Il giorno 2 febbraio 1920, dopo essersi confessata e comunicata, andò a congedarsi, più con le lacrime che con le parole, dal suo «Gesù nascosto» nel tabernacolo della chiesina; poi, accompagnata dalla madrina lasciò, piangendo amaramente, l’ospitale casa di «Nostra Signora di Fàtima» e si recò all’ospedale.

Qui l’ambiente era tanto diverso! La predizione della Madonna e i tetri presentimenti della bambina si avverarono: sarebbe morta sola...

Ma non del tutto sola... due o tre anime caritatevoli, che veneravano la veggente, e soprattutto la sua buona madrina non l’abbandonarono e tutti i giorni andavano a tenerle compagnia per qualche ora.

L’operazione ebbe luogo il 10 febbraio. A cagione della sua estrema debolezza non poté essere cloroformizzata; si fece soltanto l’anestesia locale. Perciò la bimba capiva tutto quanto si faceva. Pianse molto quando si vide spogliata fra le mani dei medici.

L’operazione sembrava riuscita perfettamente; ma furono fallaci speranze che presto svanirono.

Le avevano tolte due costole della parte sinistra, dove rimase una piaga, larga una mano. I dolori erano spasmodici, soprattutto nel momento delle medicature, ma la pazienza della piccola martire era ammirabile!

  Ah! Madonna mia! Ah! Madonna mia! —  erano i suoi unici lamenti nei dolori più acuti.

      Spesso incoraggiava se stessa e gli altri, ripetendo:

  Pazienza! Tutti dobbiamo soffrire per andare in cielo.

E nell’intimo del cuore certamente aggiungeva:

     — O Gesù, tutto per amor vostro e per la conversione dei peccatori! Adesso potrete ben convertire molti peccatori perché questo sacrificio mi costa tanto!

Quattro giorni prima di morire, accusando grandi dolori, la madrina l’esortò a soffrire con pazienza, perché ciò sarebbe piaciuto molto al Signore. Il giorno seguente la piccola le rispondeva:

     —  Ascolti madrina, ora non mi lamento più. La Madonna mi è di nuovo apparsa dicendomi che presto verrà a prendermi e mi ha tolto fin d’ora i dolori.

D’allora infatti non proferì più un lamento, né si notò più alcun segno di sofferenza sul suo volto.

Quando la madrina passava o si sedeva ai piedi del letto, non lungi dal luogo dove Giacinta diceva di avere visto la Madonna, la veggente esclamava:

  Si scosti, madrina, lì c’è stata la Madonna.

E lo stesso faceva quando qualche infermiera passava per quel luogo.

Il venerdì 20 febbraio, verso le diciotto, dichiarò che si sentiva male e domandò gli ultimi Sacramenti. Alle venti fece la sua ultima confessione al parroco della chiesa degli Angeli, dottor Pereira dos Reis, e domandò che le si portasse il santo Viatico, perché sarebbe morta ben presto. Si credette, però, che non ci fosse tanta urgenza e il sacerdote si ritirò, promettendo di portarle la santa Comunione il giorno seguente. Ma poco dopo, alle 22.30, la Madre Santissima, adempiendo la sua promessa, venne a prenderla per condurla in cielo.

Giacinta spirava con somma pace, assistita solo dall’infermiera. Aveva dieci anni appena.

 

Fonte: Luigi Gonzaga da Fonseca, Le meraviglie di Fàtima, Edizioni San Paolo 1997 (31a) pp. 147-152

 

Durate la Terza apparizione dell’Angelo del Portogallo Giacinta e Francesco

ricevono il Segno della vocazione al loro sacrificio futuro

 

La terza apparizione avvenne alla fine dell'estate o all'inizio dell'autunno del 1916, di nuovo nella Loca do Cabeço e si svolse nel modo seguente, sempre secondo la narrazione di suor Lucia: «Appena vi giungemmo, in ginocchio, con i volti a terra cominciammo a ripetere la preghiera dell'Angelo: "Dio mio! Credo, adoro, spero e Vi amo, ecc.". Non so quante volte avevamo ripetuto questa preghiera, quando vedemmo che su di noi brillava una luce sconosciuta. Ci alzammo per vedere cosa succedeva e vedemmo l'Angelo con un calice nella mano sinistra e sospesa su di esso un'Ostia, dalla quale cadevano nel calice alcune gocce di sangue. Lasciando il calice e l'Ostia sospesi in aria, si prostrò a terra vicino a noi e ripeté tre volte la preghiera: "Trinità santissima, Padre Figliolo e Spirito Santo Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui è offeso. E per i meriti infiniti del suo santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori". «Poi, sollevandosi, prese di nuovo in mano il calice e l'Ostia, e diede l'Ostia a me e ciò che conteneva il calice lo diede da bere a Giacinta e a Francesco, dicendo nello stesso tempo: "Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro delitti e consolate il vostro Dio". «Di nuovo si prostrò a terra e ripeté con noi altre tre volte la stessa preghiera: "Trinità santissima ecc." e scomparve. Portati dalla forza del soprannaturale, che ci avvolgeva, imitavamo l'Angelo in tutto, cioè prostrandoci come lui e ripetendo le preghiere che lui diceva».

La forza della presenza di Dio era così intensa, che ci assorbiva e ci annientava quasi completamente. Sembrava che per un grande lasso di tempo ci privasse perfino dell'uso dei sensi corporali. In quei giorni facevamo le azioni materiali come portati da questo essere soprannaturale che a ciò ci spingeva. La pace e la felicità che sentivamo era grande, ma soltanto interiore, con l'anima completamente concentrata in Dio. Anche la stanchezza fisica che ci prostrava era grande.
«Non so perché, le apparizioni della Madonna producevano in noi effetti molto diversi. La stessa gioia intima la stessa felicità e pace. Ma, invece di questo abbattimento fisico, una certa agilità espansiva, invece di questo annientamento nella divina Presenza, un esultare di gioia; invece di questa difficoltà nel parlare, un certo entusiasmo comunicativo. Ma, nonostante questi sentimenti, sentivo l'ispirazione a tacere, soprattutto alcune cose. Negli interrogatori sentivo l'ispirazione interiore che mi indicava le risposte che, senza mancare alla verità, non scoprissero ciò che per il momento dovevo occultare».

 

Dal sito web: http://www.parrocchie.it/marsala/sanmatteo/Fatima%20APPARIZIONI%20DELL'ANGELO%20DEL%20PORTOGALLO.htm

 

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Aggiornamento del 1 Dicembre 2017 ore 16.34