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Antonietta Meo “Nennolina”

promulgato il Decreto sulle Virtù

La Beata più giovane a fine anno 2007

 

Antonietta Meo morì a poco più di sei anni e mezzo per un tumore osseo che la fece soffrire molto

Ma affrontò con animo sereno il dolore, offrendolo a Gesù e alla Madonna

 

Aggiornamento in data 27 Febbraio 2018 ore 09.40

 

Nennolina in Wikipedia

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Con la promulgazione del decreto che ne dichiara il possesso delle virtù eroiche, autorizzata da Benedetto XVI il 17 dicembre (insieme con il riconoscimento di sei miracoli e di altre sette virtù eroiche), Antonietta Meo potrebbe presto diventare la più giovane beata non martire nella storia della Chiesa. È infatti già allo studio una presunta guarigione miracolosa, segnalata negli Stati Uniti. Essendo nata a Roma il 15 dicembre 1930, la piccola - soprannominata "Nennolina" - aveva poco più di sei anni e mezzo alla morte, il 3 luglio 1937. Allegra e vivace, un giorno era caduta a terra nel giardino dell'asilo e aveva sbattuto un ginocchio. Nonostante le cure mediche, il dolore non accennò a passare e le più accurate indagini cliniche portarono alla scoperta di un tumore osseo, con metastasi diffuse nel corpo. Cominciò un peregrinare per ospedali nel corso del quale dovette essere operata più volte, fino a quando si rese necessaria l'amputazione di una gamba, nella primavera del 1936. Ma la bimba era in qualche modo consapevole del suo destino e affrontò ogni sofferenza con l'animo sereno.

 

Un'intensa esperienza di fede

Della sua esperienza di vita ci sono rimasti un delicato diario e un centinaio di letterine, che ella deponeva ogni sera sotto il crocifisso. In particolare le frasi rivolte alla Madonna suscitano senti­menti di commozione: «Cara Madonnina, prendi il mio cuore e portalo a Gesù». E verso Gesù, Nennolina manifesta un intenso affetto: «Tu che hai sofferto tanto sulla croce... Io voglio restare sempre sul Calvario vicino a te e alla tua mammina». Fino all'ultimo testo, scritto un mese esatto prima della morte: «Caro Gesù, di' alla Madonnina che l'amo tanto e voglio starle vicina».

Fra i maggiori conoscitori di Nennolina c'è il carmelitano Luigi Bomello, docente di Teologia mistica nella Pontificia Facoltà Teresianum. Per la Libreria Editrice Vaticana ha curato il libro "Con occhi semplici", nel quale si trova l'edizione critica delle letterine indirizzate dalla bambina alle tre Persone della Trinità divina, alla Madonna e a santa Teresa del Bambino Gesù. «Antonietta ha vissuto un'intensa esperienza di fede, quella che noi teologi definiamo "esperienza mistica"», spiega padre Borriello, «perché tutto le è stato donato dall'Alto, a cominciare dalle considerazioni che lei fa nelle letterine: straordinari documenti delle comunicazioni divine». La piccola cominciò a dettare i testi alla mamma sin dall'età di cinque anni e in seguito ne redasse diversi personalmente. A riprova di quanto fosse per lei importante l'ispirazione che la motivava, quando la mamma le diceva che il testo era sgrammaticato, lei rispondeva di lasciarlo in quel modo, quasi come se anche gli errori d'italiano facessero parte dell'integralità del messaggio.

 

I fioretti per soffrire con Gesù

«Quelle che leggiamo nelle letterine sono espressioni straordinarie. Nennolina percepisce che cosa vogliano dire la inabitazione di Dio Trinità e la paternità di Dio. In noi viene realmente suscitato un interrogativo su quanto di misterioso sia potuto accadere in lei», prosegue padre Borriello.

La bambina ebbe costantemente chiaro quale dovesse essere il suo modo di condividere l'esperienza umana di Gesù: soffrire insieme con lui attraverso rinunce e fioretti, che giunsero al punto da stare nel letto appoggiata al lato operato, che ovviamente le causava dolore. Dettaglia il teologo: «È sempre così: il modello è Cristo, mentre ogni santo percorre una strada originale per identificarsi con lui, attraverso un percorso virtuoso. E in questa piccola si vede la medesima "via semplice" dell'abbandono nelle braccia di Dio che caratterizzò santa Teresa del Bambino Gesù».

La sua intimità profonda con Dio era un fatto quotidiano. Conclude padre Borriello: «Un giorno Nennolina si trovava dinanzi alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme e stava, mano nella mano, con la mamma. A un tratto la lasciò e corse all'interno della chiesa, dove era esposta l'Eucaristia. Una testimonianza, nel contempo semplice ma estremamente densa di significato, di quanto fosse grande il mistero che lei viveva: un dono di Dio che lei intendeva manifestare agli altri». Video 1 - Video 2 - Video 3

 

Sono 40 i Santi e Beati “bambini”

 >Un martire nell'Emilia Romagna: il beato Rolando Rivi - Web

I beati e i santi "bambini", cioè al di sotto della convenzionale età di 13 anni, che la Chiesa ha formalmente inserito nel culto pubblico sono circa una quarantina, esclusi ovviamente i santi Innocenti fatti uccidere da Erode nella strage descritta nel Vangelo di Matteo (2,16-18). Per la maggior parte di loro si tratta praticamente di martiri, le cui vicende risalgono soprattutto ad alcuni secoli fa: 10 sono i beati e 19 i santi.

Fra i beati martiri si annoverano i proto­martiri americani Cristoforo, Antonio e Giovanni, il catechista ugandese Jildo Irwa e l'inglese Guglielmo di Norwich.

Fra i santi abbiamo il "protomartire dell'Eucaristia" Tarcisio, i martiri Pancrazio e Vito e la vergine Agnese, tutti uccisi nel III secolo; il coreano Pietro Yu Tae-ch'ol; i giapponesi Tommaso Cesaki, Antonio da Nagasaki e Lodovico Ibarki. Due sono le fanciulle considerate alla stregua di "eroine della castità": la beata dodicenne Albertina Berkenbrock, uccisa il 15 giugno 1931 a Sào Luis (Brasile), e la santa undicenne Maria Goretti, colpita a morte il 5 luglio 1902 a Nettuno (Roma).

Quattro sono invece i bambini ai quali sono state riconosciute le virtù eroiche e che, dopo la conferma del culto o dopo l'approvazione del miracolo attribuito alla loro intercessione, sono stati dichiarati beati.

I due più noti sono certamente i veggenti di Fatima canonizzati il 13 Maggio 2017 a Fatima da Papa Francesco: Francesco (10 anni, morto a causa del virus influenzale della spagnola il 4 aprile 1919) e Giacinta Marto (9 anni, morta a Lisbona per una forma polmonare di pleurite il 20 febbraio 1920). Insieme con la cuginetta Lucia dos Santos, la monaca carmelitana morta a Coimbra il 13 febbraio 2005, (Giovanni Paolo II morì il 2 Aprile dello stesso anno ndr) che assistettero alle sei apparizioni della Madonna a Fatima, tra il maggio e l'ottobre del 1917.

San Giovanni Paolo II si recò appositamente a Fatima per la loro cerimonia di beatificazione, il 13 maggio 2002, e in quella circostanza volle che fosse dato l'annuncio dell'imminente divulgazione della terza parte del segreto di Fatima, reso noto il successivo 26 giugno.

Le altre due beate sono la dodicenne cilena Laura Vicuna e la tredicenne italiana Imelda Lambertini, morta nel Trecento in un monastero domenicano, il cui culto venne confermato nel 1826 da papa Leone XII. Insieme con Antonietta "Nennolina" Meo, ci sono altre due fanciulle in attesa dell'elevazione all'onore degli altari: la venerabile Agnese di Baviera (7 anni) e la spagnola Mari Carmen Gonzalez-Valerio (9 anni).

Il 13 Maggio 2017, durante la celebrazione del Centenario della prima apparizione della Regina della pace a Fatima, Papa Francesco ha proclamato "santi" i due fratelli pastorelli, Francesco e Giacinta Marto, i primi bambini non martiri ad essere canonizzati nella Chiesa cattolica - La Cronaca - Francesco - Giacinta

>La testimonianza di Giacinta all'Ospedale di Lisbona, prima della morte

 

Saverio Gaeta (FC n. 52 2007)

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