Percorsi di Fede

HOMEPAGE

 

Il Mistero della Santissima Trinità

nell'esperienza di Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

Da antica iscrizione latina ripristinata a cura del M.E.I.C. e della Cassa di Risparmio di Civitavecchia

nell’anno Centenario agostiniano 1987

(così si legge su una lapide marmorea commemorativa situata ai piedi del campanile 

della Parrocchia sant'Agostino che custodisce la Madonnina delle lacrime)

 

Lapide marmorea commemorativa originale - Parrocchia sant'Agostino a Civitavecchia - Statua della Regina della pace (Foto AD)

 

Testo inciso sulla lapide marmorea della Parrocchia di San'Agostino a Civitavecchia (RM)

Qui presso questo lido, vicino a questo porto, chiamato a quel tempo di Bertaldo, ma una volta detto di Giano

 

IL DIVO AURELIO AGOSTINO

mentre era totalmente assorto a meditare sull’imperscrutabile mistero della Divina Trinità, a seguito dell’incontro prodigioso e del messaggio di un fanciullo bellissimo, e veramente Divino, intento a versare col cavo della mano infantile tutta l’acqua del mare entro una fossetta da lui stesso scavata sull’estremo margine del lido, capì che l’argomento su cui in quel momento rifletteva, e che aveva cominciato a trattare nel vicino oratorio della SS. Trinità, era veramente immenso, e impossibile a mente umana comprendere e spiegare. (Vedi: Agostino Iconografia Exempla, raccolta Medioevale)

Il Convento della Santissima Trinità a Civitavecchia

Il trattato sulla ss. Trinità di sant'Agostino

Iconografia

Mentre Agostino, camminando su una spiaggia deserta, meditava il mistero della Santissima Trinità, vide un bambino che con un secchiello versava l'acqua del mare in una buca nella sabbia. Il Santo bonariamente lo avvertì dell'inutilità dello sforzo, ma il bambino, rivelatosi per un angelo, gli spiegò che una buca nella sabbia può contenere il mare più facilmente di quanto la mente umana possa contenere il mistero della Trinità.

 

Gaspard Dughet RM1615-FI1675: La parabola della Trinità

 

Dalla Divina Commedia di Dante Alighieri: Canto 3° del Purgatorio vv. 34-39

 

Matto è chi spera che nostra ragione
      possa trascorrer la infinita via
 36 che tiene una sustanza in tre persone.

 

State contenti, umana gente, al quia;
      ché se potuto aveste veder tutto,
 39 mestier non era parturir Maria;

 

È stoltezza sperare che la limitata ragione umana possa facilmente approfondire nella conoscenza e penetrare la Realtà Vitale della Mente Divina, che tiene una sostanza in tre persone... Accontentatevi, dunque, umana gente, di conoscere la verità così come vi è stata trasmessa, senza pretendere di poterla razionalizzare, poiché se foste stati capaci di intendere tutto, non avreste avuto bisogno che Cristo redentore fosse partorito dalla Vergine Maria: "mestier non era parturir Maria"

Torna al mese di Agosto

Torna al mese di Maggio

Torna a "Giornate particolari"

Torna sopra

Ultimo controllo Sabato 28 Ottobre 2017 ore 12.50