CONFERENZE, INCONTRI E APPROFONDIMENTI


L'utopia nel linguaggio della musica moderna:
progettualità, evasione e trascendenza
nella canzone italiana ed internazionale dagli anni 50 ad oggi

(31 maggio 2002 - Sala San Paolo, Lodi)

RELATORE: Simone Aliprandi
Ricerca, strutturazione e interpretazione dei testi:
Simone Aliprandi, Alberto Antoniazzi, Mauro Garolfi

**riportiamo qui di seguito la relazione introduttiva e i testi esaminati nel corso
della conferenza con alcune brevi note interpretative**

- RELAZIONE INTRODUTTIVA=

Il discorso che ho preparato ha preso le mosse principalmente dalla ricerca dei testi da leggere ed interpretare: ovvero, è venuto prima un lavoro di reperimento di brani e versi pertinenti (anche solo vagamente con il tema dell'UTOPIA), è poi seguito un lavoro di analisi , riflessione e conseguente sfoltimento, per giungere infine alla strutturazione di un lavoro espositivo ed interpretativo compiuto ed ordinato (…almeno, questa è la speranza). In parole povere io e i miei collaboratori non abbiamo fatto altro che dar sfogo all'intuito e "buttar giù" una sfilza di titoli, frasi e autori che ci suggerivano per qualche aspetto una connessione con il tema in esame.
Questo processo di elaborazione ci ha portato ad avere sotto gli occhi una mole spropositata di materiale che poteva rischiare di risultare ingestibile; concedetemi di far notare come nell'ambito disciplinare "musica moderna" rientri una produzione sterminata di opere, calcolando che si pone come pietra miliare di partenza il secondo dopoguerra e che ci si riferisce anche alla musica internazionale. Inoltre nessuna delle persone chiamate a collaborare alla preparazione della conferenza può vantare un titolo di studio specifico e - anche volendo organizzarsi con studi autodidattici - non esiste una letteratura ufficiale di riferimento che possa fornire un lume adeguato. Il letterato, il filosofo, il teologo possono disporre di una secolare manualistica che indica cosa è bello e cosa è brutto, cosa è fondamentale e cosa è superfluo, cosa è limpido e cosa invece necessita di interpretazione; noi, no: l'unico strumento di cui ci siamo potuti avvalere è stata la passione per la musica, supportata solo dall'esperienza (comunque non secolare) maturata da alcuni di noi nel mondo della musica ascoltata, suonata, vissuta.
Giunti a metà del lavoro, cioè avendo a disposizione una massa informe ed incompleta di materiale, il passo più importante e decisivo verso una selezione ed una strutturazione ben congegnate si celava dietro una chiara delimitazione del concetto di UTOPIA; in effetti - se ci pensate - si tratta di una di quelle parole che spesso si usano in dissertazioni astratte ma di cui difficilmente si saprebbe spiegare il significato, magari anche con un esempio. In questo passo ci è venuta incontro proprio la lettera di presentazione del ciclo di conferenze che questo incontro va a chiudere: è bastato dare un'occhiata al calendario (e quindi ai titoli) dei vari incontri susseguitisi negli scorsi mesi e al testo introduttivo sul retro del foglio, per vedere quante delle tematiche già trattate dai miei predecessori potessero essere rivisitate nell'ottica più duttile e informale della musica moderna.
Il baricentro tematico che abbiamo voluto ritrovare in ognuno dei testi presi in considerazione era l'idea di irraggiungibile, irrealizzabile, di qualcosa che nella visuale introspettiva, retrospettiva e progettuale dell'artista si pone come obbiettivo primo ed essenziale ma che sembra sfuggire sempre di più man mano che si cerca di avvicinarvisi. Lasciatemi usare un espediente metaforico: UTOPIA è come il sole che si staglia basso all'orizzonte, che anche il corridore più veloce non riesce mai a raggiungere… Ad ogni passo la distanza geografica si assottiglia, ma l'obbiettivo rimane comunque lontano, addirittura ancora più lontano, comunque irraggiungibile.
Da questo punto saldo di partenza, abbiamo poi isolato i due macro-argomenti focalizzando quale fosse il messaggio di fondo dei brani: alcuni si riferivano ad una forma di UTOPIA che ho voluto chiamare SOCIALE (ma che altri, come - primo fra tutti - Tommaso Moro, avrebbero chiamato "politica") ed esprimevano quel desiderio disatteso di un mondo migliore, quella progettualità disillusa di una città ideale, di un nuovo Eden, di una agognata 'isola che non c'è' vista come rinnovato embrione sociale o come semplice luogo di rifugio. E' proprio in quest'ultimo aspetto in cui si nota il confine più sottile con l'altra forma di UTOPIA per così dire INDIVIDUALE, nella quale il 'non luogo' si configura non tanto come il modello sociale per eccellenza, ma piuttosto come un personale ed intimo momento di estraniazione dalla realtà del banale e del quotidiano, ma soprattutto come una spinta a trascendere i nostri limiti irrazionale e inevitabile per l'uomo dotato si sensibilità e intelligenza. E' in questo "campo" che si riflettono maggiormente le argomentazioni della psicanalisi freudiana, secondo le quali l'UTOPIA si manifesta quando fra 'sé ideale' (ciò che si vuole essere) ed 'ego' (ciò che si è) si crea una discrasia incolmabile che rischia - se non debitamente supportata da un armonioso lavoro di autoridimensionamento - di traboccare nella patologia (vedi conferenza del Dott. Medri). E' anche vero però che, a livello artistico, proprio questa esagerata e distorta percezione di sé, ha portato gli artisti a produrre opere straordinarie e irripetibili, ovviamente a scapito di personalità non propriamente equilibrate e di esistenze sofferte e conflittuale. Questo rilievo psicologico, in fatto di musica moderna diventa ancor più pregnante, visto che in certi casi il successo spropositamente amplificato dal mondo dello spettacolo contemporaneo non ha fatto altro che aggravare alcune situazioni, fino a portarle all'esasperazione (vedi casi di tossicodipendenza, criminalità e suicidio, soprattutto nelle musica internazionale).
Come vedete - a parte forse l'appena accennato rilievo psicologico tipico del mondo della musica moderna - tutte le tematiche proposte ora in via introduttiva e fra poco esaminate con il commento dei testi scelti riecheggiano a grandi linee le diagnosi presentate dai miei illustri predecessori e, nei testi che ora andremo a leggere, non sarà difficile ritrovare utopie politiche, mondi irrealizzabili, città ideali, "isole che non ci sono", aspetti onirici, aspirazioni al divino e al trascendente.

Simone Aliprandi

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- TESTI DI RIFERIMENTO (secondo divisione tematica e con note interpretative)=

1- UTOPIA SOCIALE.

1.1 - Ricerca di un mondo migliore… perfetto.

Imagine (J. Lennon, 1970)

Immagina che non ci sia il Paradiso: prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente viva al presente...
Immagina non ci siano paesi: non è difficile
Niente per cui uccidere e morire e nessuna religione
Immagina che tutti vivano la loro vita in pace..
Puoi dire che sono un sognatore, ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno...
Immagina un mondo senza possessi: mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o rabbia
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente condividere il mondo intero...

NOTA INTERPRETATIVA: La canzone per eccellenza in fatto di utopia sociale. Scritta da Lennon già nel periodo di allontanamento dai Beatles, di uscita dal clima degli anni sessanta e di avvicinamento ad un nuovo periodo di inquietudine socio-culturale. Considerata da pubblico e critica fra le migliori opere musicali del secolo scorso.

Da Terra promessa (E. Ramazzotti)

Siamo ragazzi di oggi… pensiamo sempre al futuro
E così immaginiamo un mondo meno duro
Finché qualcosa cambierà, finché nessuno ci darà
Una terra promessa, un mondo diverso
Dove crescere i nostri pensieri.


Da La domenica delle salme (F. De Andrè, 1990)

La domenica delle salme gli addetti alla nostalgia
Accompagnarono tra i flauti il cadavere di UTOPIA.
La domenica delle salme fu una domenica come tante
Il giorno dopo c'erano i segni di una pace terrificante.

NOTA INTERPRETATIVA: Bellissima (anche se molto dura) metafora tratta da una canzone tutta dedicata alla triste rappresentazione della situazione di terrore che gli anni bui delle stragi di mafia hanno portato. Interessante la personificazione di Utopia (scritto infatti con lettera maiuscola)


Vivere una favola (V. Rossi, 1988)

Guarda, guarda là... guarda "la città"
quante... cose che...
sembrano più grandi, sembrano pesanti...
guarda Quante! Verità...
quante... tutte qua.. quante!...
quanti che... "corrono felici"
guarda nei prati… cosa non.... farei
io non voglio correre e tu, non riderai...
cosa non... darei... per stare su una nuvola...

Grande la città, grande... guarda là...
grandi... novità...
macchine veloci, "genti" più capaci
guarda...quante società!...
Quante?!... non si sa....oh!oh!oh...
Quanti... Vincono, altri muoiono...
io non lo so..?..! Cosa non... farei
io non voglio perdere!!!! non ridere...
cosa non darei… per vivere su un'isola...
Cosa non farei... io non voglio perdere
non ridere... cosa non... darei...
per vivere una favola.

NOTA INTERPRETATIVA: emozionante brano in cui Vasco sogna una fuga ideale dalla frenesia del progresso. Emerge la triade "nuvola, isola favola", emblematici elementi di richiamo al tema dell'Utopia.


Da Cuba (E. Finardi)

E' forse vero che a Cuba non c'è il paradiso
che non vorremmo essere in Cina a coltivare riso
che sempre più spesso ci si trova a dubitare
se in questi anni non abbiamo fatto altro che sognare.
è che viviamo in un momento di riflusso
e ci sembra che ci stia cadendo il mondo addosso
che tutto quel cantare sul cambiar la situazione
non sia stato che un sogno o un'illusione.
Ma no non è un'UTOPIA,
non è uno scherzo della fantasia,
no non è una bugia,
è solo un gioco dell'economia.

NOTA INTERPRETATIVA: un esplicito accenno alla difficile situazione politica di alcuni paesi.


Da Heaven for everyone (Queen, 1995)

Questo potrebbe essere il paradiso per tutti
Questo mondo potrebbe essere sfamato
Questo mondo potrebbe essere divertente
Questo potrebbe essere il paradiso per tutti
Questo mondo potrebbe essere libero
Questo mondo potrebbe essere uno.


Da The Miracle (Queen, 1989)

L'unica cosa che tutti aspettiamo è la pace sulla terra
La fine delle guerre.
E' un miracolo ciò di cui abbiamo bisogno, il miracolo,
Il miracolo che tutti aspettiamo.

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1.2 Ricerca del non-luogo ideale (nuovo Eden, città ideale, isola che non c'è) come rinnovato embrione sociale.


Da L'isola che non c'è (E. Bennato)

E non è un'invenzione e neanche un gioco di parole
Se ci credi di basta perché poi la strada la trovi da te.
Son d'accordo con voi, niente ladri e gendarmi,
Ma che razza di isola è?!
Niente odio e violenza, né soldato né armi
Forse è proprio l'isola che non c'è.

NOTA INTERPRETATIVA: La prima metaforica citazione della fiaba PeterPan.


Da L'isola non trovata (F.Guccini, 1970)

Il re di Spagna fece vela cercando l'isola incantata
Però quell'isola non c'era e mai nessuno l'ha trovata.
Svanì di prua dalla galea come un'idea;
Come una splendida UTOPIA
È andata via e non tornerà mai più.

NOTA INTERPRETATIVA: Un brano tratto da uno degli album più significativi di un emergente Guccini, già allora impegnato socialmente con i suoi testi.


Da Yellow submarine (Beatles, 1966)

Così noi viviamo con facilità
Ognuno di noi ha ciò di cui ha bisogno
Il cielo è blu e il mare è verde
Nel nostro sommergibile giallo.
Noi viviamo tutti quanti in un sommergibile giallo.

NOTA INTERPRETATIVA: visionaria ed originale idealizzazione di un mondo untopisico.

Da Paradise City (Guns n' roses, 1987)

Seduto e legato in questa camera a gas di città
Non ricordo perché sono qui
L'ufficiale medico dice che è pericoloso respirare
Fumerei un'altra sigaretta ma non so
Dimmi tu a chi credere
Portami Alla città paradiso
Dove l'erba è verde E le ragazze sono carine
Per favore, vuoi portami a casa?
Così lontano, così lontano, così lontano…

Da Garden of eden (Guns n' roses, 1990)

Non ditemi cosa vedono i miei occhi
Non ditemi in chi credere; Non sono superstizioso
So quando qualcosa non va; Mi trascino dietro
A una puttana di nome speranza
Lasciate che la corrente sotterranea mi porti con sè
Persi nel giardino dell'Eden
Nessuno lo crederà mai
Ma siamo persi nel giardino dell'Eden

NOTA INTERPRETATIVA: le due canzoni della band per eccellenza del rock n' roll "di strada" uniscono la ricerca utopistica ad una forte sensazione di disagio per il tipo di vita svolto.

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2 - UTOPIA INDIVIDUALE

2.1 - Evasione dalla realtà, dalla materialità, dalla quotidianità.


Da L'isola di Wight (Dik dik)

Sai cos'è l'isola di Wight? E' per noi l'isola di chi
ha negli occhi il blu della gioventù
di chi canta hippy hipp hip hip hip.

NOTA INTERPRETATIVA: spensierato inno alla gioventù, in un brano molto rappresentativo del beat italiano degli anni sessanta.


Da Sweet child o'mine (Guns n' roses, 1987)

A volte quando vedo il suo viso
Lei mi porta in quel posto straordinario
E se rimanessi troppo
Forse scoppierei a piangere

NOTA INTERPRETATIVA: nostalgie di amori giovanili in una della più travolgenti ballads della tradizione rock.


Nel blu dipinto di blu (D. Modugno, 1958)

Penso che un sogno cosi non ritorni mai più:
mi dipingevo le mani e la faccia di blu,
poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito...
Volare... oh, oh!… cantare... oh, oh, oh, oh!
nel blu, dipinto di blu. Felice di stare lassù.
E volavo, volavo felice più in alto
del sole ed ancora più su,
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù,
una musica dolce suonava soltanto per me...

NOTA INTERPRETATIVA: nulla da aggiungere alle parole della canzone italiana più conosciuta in tutto il mondo.


Da Senza vento (Timoria, 1993)

Come me anche tu resti qui e vedi
le giornate già vissute. Dentro me, il risveglio;
ciao a voi perché domani parto, sweet reaction
Qualcosa di mio lo lascerò in questo mio tempo
Saltando nel vuoto aspetterò il nostro momento
Sono pronto (e libertà)… Per volare senza vento

NOTA INTERPRETATIVA: l'immagine del volo come emblema del desiderio di fuga... ma è un volo senza vento, quindi faticoso e privo di emozioni.


Da Mon petit garçon (Yu yu, 2002)

Io sono l'aria e tu il vento
Tu sei l'onda io il naufrago
prendere il volo, immaginare
prendere l'amore, non pensare a niente
Vita di magia, vita di follia
Tutto é un sogno, un'UTOPIA
resta con me, non pensiamoci
questa notte sarà nostra quando lo sarà questa vita
sta a me giocare, tiro i dadi…

NOTA INTERPRETATIVA: anche nella musica più easy e commerciale dei giorni nostri si può parlare in modo grazioso di "utopia".


Da Extraterreste (E.Finardi)

Extraterrestre portami via,
voglio una stella che sia tutta mia;
extraterrestre vienimi a cercare,
voglio un pianeta su cui ricominciare.

NOTA INTERPRETATIVA: Finardi usa originalmente l'espediente del rapimento da pare di un non ben definito ET.


Da L'isola del tempo (Timoria, 1998)

Cerco un nuovo mondo e con gli occhi chiusi
vedo un'isola magica, s'è fermato il tempo
in un mare giallo blu elettrico, liquido
cerco un nuovo mondo e con gli occhi chiusi
vedo un'isola
volo via nel vento i miei occhi mordono le nuvole

NOTA INTERPRETATIVA: il tema dell'isola unito a quello del volo: un connubio riuscito e interessante.

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2.2 - Spinta irrazionale a trascendersi (immortalità, divino, infinito)

Da E ti vengo a cercare (F. Battiato, 1988)

Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane.
Fare come un eremita che rinuncia a se'.
E ti vengo a cercare con la scusa di vederti o parlare
Perché mi piace ciò che pensi e che dici
Perché vedo in te le mie radici.

NOTA INTERPRETATIVA: una ricerca che apparentemente ha come oggetto una donna cela invece un ben più profondo desiderio di trascendenza e spiriualità.


Dichiarazione di Jim Morrison (primi anni 60)
"C'è il reale e c'è l'ignoto e c'è una porta che li separa: io voglio essere quella porta".

NOTA INTERPRETATIVA: con questa frase sembra che Morrison abbia annunciato la nascita di un nuovo gruppo, The Doors (le porte) la cui musica è un continuo inno alla trascendenza, al superamento del limite, alla curiosità per l'aldilà.


Da Isola (S. Aliprandi, 1998)

Cerco un'isola da esplorare
Dentro me ma trovo il mare
Delle mie paure spente
Nei miei sogni tutto o niente.
La mia immagine è la gabbia dei miei molti cuori.
Cerco un'isola per volarne… fuori.

NOTA INTERPRETATIVA: il "volarne" dell'ultimo verso si riferisce ovviamente alla gabbia e non all'isola (altrimenti crollerebbe l'intento di tutta la strofa)


Da Il cielo (R.Zero)

Quanta violenza sotto questo cielo
Un altro figlio nasce e non lo vuoi
Gli spermatozoi: l'unica forza, tutto ciò che hai,
Ma che uomo sei se non hai il cielo?!

NOTA INTERPRETATIVA: l'uomo, senza l'innata propensione alla trascendenza, all'infinito, al divino (ovvero, il cielo), si riduce a semplice animale e, in quanto tale, destinato unicamente al compito della riproduzione.


Da Il cielo sopra di noi (A. Antoniazzi, 1998)

E' una doccia di metano, è bollente come pece
Inutile pensarci, son sicuro, io non troverò pace.
Una tua carezza mi lacera il viso
Che cosa strana provar paura
quel che prima ricordava il paradiso
ora non è altro che il rogo più grande in natura.
E sai… il cielo su noi crollerà.

NOTA INTERPRETATIVA: ancora il cielo come equivalente metaforico dell'utopia: la sua caduta rappresenta la fine di un'utopia (la disillusione) accompagnata da paura, inquietudine, dolore.


Da Immortality (Pearl Jam, 1994)

Andarsene è la parola d'ordine…
La vendetta non è per me o per lei
Non riesco a trovare pace in questo mondo
Lacrime artificiali… vascello pugnalato…
Avanti il prossimo, volontari?
Vulnerabile, la saggezza non si attacca.
Un vagabondo trova casa… vorrei trovare appiglio…
Ma c'è una botola nel sole… immortalità.


Da Destinazione Paradiso (G. Grignani, 1995)

…c'è che c'è, c'è che prendo il treno che va a Paradiso città
e vi saluto a tutti e salto su, prendo il treno e non ci penso più.
Un viaggio a senso solo senza ritorno se non in volo,
senza fermate né confini, solo orizzonti neanche troppo lontani.
Io mi prenderò il mio posto e tu seduta lì al mio fianco
mi dirai destinazione paradiso… paradiso città.

NOTA INTERPRETATIVA: un'esplicita citazione di Paradise City dei Guns n' Roses, in tonalità meno crude/rock e più poetiche/cantautoriali


2.3 - Megalomania, egocentrismo, onnipotenza, narcisismo e senso d'insoddisfazione

Da The end (Doors, 1967)

Questa è la fine, mia bella amica.
Questa è la fine, mia sola amica, la fine.
riesci a figurarti come sarà,
così infinito e in libertà
in disperata necessità
di una mano forestiera,
in una terra che dispera.

NOTA INTERPRETATIVA: da ricordare come Jim Morrison avesse un'insana e maniacale curiosità per l'attimo della morte e per ciò che può esserci subito dopo. Nella scena finale del film biografico di Oliver Stone, la compagna di Jim che lo trova moro nella vasca da bagno gli dice con rassegnazione: "Sei contento? Almeno adesso sai cosa c'è dopo…"


Da I want it all (Queen, 1989)

Così vivo fino in fondo… e do tutto me stesso
Non chiedo molto, in verità al futuro,
Ascoltate il grido della gioventù
Voglio tutto, voglio tutto, voglio tutto e lo voglio subito!

NOTA INTERPRETATIVA: anche l'arrangiamento rappresenta efficacemente gli impeti della progettualità e del fervore giovanili.


Da Satifaction (Rolling Stone)

Io non posso avere nessuna soddisfazione,
io non posso avere nessuna soddisfazione,
perché provo, provo, provo
ma non posso avere nessuna soddisfazione.
Quando sto guidando la mia macchina
e quell'uomo parla alla radio e mi dice sempre più cose
a proposito di informazioni inutili,
pensava di accendere la mia immaginazione,
io non posso avere nessuna soddisfazione,
questo è quello che dico:
io non posso avere nessuna soddisfazione.

NOTA INTERPRETATIVA: il brano più rappresentativo del cronico senso d'insoddisfazione che può scaturire da una distorta percezione di sé e da una eccessiva discrasia che ci può essere fra il sé reale e il sé ideale.