E' sempre un'emozione tornare a Costalta, in questo "presepe"
di casette di legno, e ogni volta 'si sprecano' le foto scattate
per portarsi casa scorci, viuzze tra le case con i balconi sempre
fioriti (non poteva mancare uno 'scatto' a mia moglie Tina che
mi sorride da uno dei tanti poggiòli in legno, abbelliti
e ornati da tanti vasi di fiori, della casa che ci òspita
da anni), le ripide salite verso la collina, la visita alle mostre
d'arte nel mese di luglio, la ri-visitazione delle tante sculture
fatte gli anni scorsi e poste in bella mostra all'esterno delle
abitazioni, per la gioia degli occhi e del cuore
"una
statua di legno, in una casa di legno, in un paese di legno".
Costalta appunto: è questa, con la gente che va e viene
e ti saluta quando la incroci, le nuvole che vanno e vengono
leggere nel cielo e ti fanno scoprire infinite variazioni del
paesaggio, quando scendono verso sera o salgono al mattino dal
basso, e allora tutto muta, ovattato e silente, e il paese pare
porsi in una sorta di raccoglimento, in un'atmosfera quasi irreale
e soffusa di poesia.
E il sole che una volta alto nel cielo, indora cime e alberi
e fiori e tutto profuma, come quando ti avvii per sentieri tra
gli alberi gustando il profumo intenso della verzura, e la freschezza
dell'aria, mentre incroci immagini devozionali (il Cristo in
croce o la Vergine e qualche Santo) e mentre stai sostando con
l'animo (che ti pare piu' sereno e rallegrato) ti soffermi anche
a sentire nel totale silenzio della natura lo scroscio dell'acqua
che in cascatella scende dall'alto e si perde scendendo tra gli
alberi , verso il basso
un incanto della natura, vergine
e incontaminata.
Rientrando a casa, una sosta d'obbligo e un pensiero riverente,
dinanzi al Monumento che Costalta ha dedicato 'ai suoi gloriosi
caduti', una splendida opera di Augusto Murer (Falcade 1922-Padova
12.6.1985), che dolorosamente ti stringe il cuore, scabra ed
essenziale.
Mi piace anche citare una scritta che compare sulla porta di
un'abitazione a due passi dal Monumento
ai caduti, che così rècita in latino: "parva
sed amicis - qualibet hora patens" (è piccola, la
casa, ma è sempre aperta agli amici) ed è tutto
dire! .
Merita anche visitare la nuova Casa
Museo "Angiul Sai", assai ben curata, interessante,
e stupenda come allestimento all'interno (il tutto, sotto l'esperta
guida dell'arch. Stefano De Vecchi, cui è anche stata
dedicata una interessante Mostra di sue opere 'i monti della
luce sulla strada delle Dolomiti' dal 20 luglio al 2 agosto 2009);
una piccola 'guida' illustra efficacemente il 'percorso' della
visita alle varie stanze della Casa, uno dei fabbricati storici
più significativi, adibito ora come Museo dedicato all'architettura
rurale montana (il corridoio, la cucina, il tinello, la stalla,
la 'stua', e poi al primo piano, lo spazio polivalente, le camere,
il fienile, e poi il sottotetto e nel seminterrato la cantina
(in parte per gli animali, in parte come dispensa).
Merita una visita anche la Mostra permanente, sempre in Costalta,
delle sculture di dell'artista Anastasio
De Villa, scultore nato a Costalta 8.1.1924 e morto a Feltre
8.1.1992: la Mostra è curata e gestita amorevolmente dalla
sorella...
SERGIO GENTILINI - Costalta, luglio 2009
|