Modi di dire e proverbi in ladino di Costalta  con traduzione in italiano


"CONSIGLI E AVVERTIMENTI"

Forse la parte più "saggia" di questa raccolta.
Una serie di massime frutto di storia vissuta, tramandata oralmente e sempre valida.
Credi di essere il padrone del mondo?... "é doi la porta". Non affanarti!... "tol al tempo e lasa la vita". Perchè giudichi gli altri?... "spaza fora l to scuaze".
Per la loro aderenza alle immagini di vita, hanno poco di moralistico e molta autorevolezza anche a una lettura moderna.

  • E' doi la porta.
    E' dietro la porta.
  • Gnarà l bon dla vara.
    Verrà il buono del campo.
    Concezione fatalistica della vita: dovrai fare i conti con la realtà (amara).
  • Tornà pal col su / ple ciauze su.
    Ritornerà in gola / nelle calze.
    Il male fatto si paga: è indigesto.
  • La Pasca vögn da se.
    La Pasqua viene da sè.
    Cosa inevitabile.
  • Rivarà 1 vösco da Parsanon.
    Arriverà il vescovo di Bressanone.
    Rivarà c
    öl dal formai.
    Arriverà quello del formaggio.
    Arriverà il castigamatti.
  • Rivarà 1 befel.
    Arriverà il conto.
    Arriverà sempre la resa dei conti.
  • Ne ne sempro san Dön di colaze.
    Non è sempre san Giovanni delle ciambelle.
    Ogni bel gioco dura poco.
  • S te rive zla mi loda.
    Se arrivi nel mio corridoio.
  • S te ciapo zun ströinto/zun scondù.
    Se ti prendo una strettoia in un posto nascosto.
    Minaccia di farla pagare.
  • Iö si te dom la pasta.
    Domerò la pasta.
    I
    ö si te tamdóio.
    Ti setaccerò.
    I
    ö si te faz mudé la pel.
    Ti farò cambiare la pelle.
    Correzione rigida.
  • Pitosto ch'vanza crepa panza.
    Piuttosto che avanzi, crepa pancia.
    Approfittare.
  • Tol al tempo e lasa la vita.
    Prendi il tempo e lascia la vita.
    Non affannarsi troppo.
  • Mangia tade e dì ch'l'é cöta.
    Mangia, taci e dì che è cotta.
    Accontentati.
  • Spaza fora 1 te scuaze.
    Scopa le tue sporcizie.
    Pensa ai fatti tuoi.
  • Föi vöd Venezia.
    Far vedere Venezia.
    Illudere.
  • Iné da bat al ciodo.
    Bisogna battere il chiodo.
  • Inè da bat al fero cuön cle ciaudo.
    Bisogna battere il ferro quando è caldo.
    Cogliere il momento.
  • Nsugn n tol a mnà la porta.
    Nessuno assume ad accompagnare la porta.
    Esigere operosità.
  • Giavte 1 ran dal ció.
    Togliti le rane dalla testa.
    Via le illusioni.
  • El corde co li é bögn tirede schiza.
    Le corde quan4o sono ben tirate schizzano.
    La goccia fa traboccare il vaso.
  • Pagà al mös dal forsaró.
    Pagare il "mös" del pentolino.
    Ripagare, sottomettersi.
  • Vita gode e vita paga.
    Vita gode e vita paga.
    Chi gode paga.
  • Föi la molöta par ne scotase.
    Fare le molle per non scottarsi.
    Mettere le mani avanti, prevedere il danno.
  • Böt a peto.
    Mettere nel petto.
    Far tesoro dei consigli, ricordare.
  • Föi bona farina.
    Fare buona farina.
    Farsi stimare sul lavoro.
  • N calà dal late.
    Non diminuisce il latte.
    Non costa tempo e fatica.
  • Pöda, paga e va con Dio.
    Pesa, paga e va' con Dio.
    Regolati i conti, ognuno per la propria strada.
  • Tira ple to strade.
    Vai per le tue strade.
    Non impicciarti degli affari degli altri.

l. Cuön ch'ne n'é morte, é ciarestii, malatii e resii.
Quando non c'è la morte, ci sono carestie, malattie ed eresie.
Aspettarsi il peggio.

2. Pi se stenta, pi s vive.
Più si fatica, più si vive.
I problemi rendono la vita lunga.

3. Lorà bisogna, stantà s deve.
Lavorare bisogna, faticare si deve.
La vita è dura.

4. Al mus porta farina e mangia giardogn.
Un asino porta farina e mangia cardi.
Chi più fa, meno riceve.

5. Al diau chega zal grumo grön.
Il diavolo defeca nel letamaio grande.
C'è chi nasce con la camicia.

6. Chi che n pö bat al mus, bat la sela.
Chi non può picchiare l'asino, picchia la sella.
Sfogarsi su chi non ha colpa.

7. Cuön che schiza na bolifa nsun n ciama al servitor.
Quando scoppia una scintilla nessuno chiama il servo.
Il bisogno aguzza l'ingegno.

8. N'ota core al ciön n'ota al lioro.
Una volta corre il cane, un'altra la lepre.
La fortuna è cieca.

9. Z un ora nas un fongo.
Nel giro di un'ora nasce un fungo.
Da un momento all'altro possono cambiare le cose.

10. In fond la val s conta 1 bore.
In fondo alla valle si contano i tronchi.
Aspetta a cantare vittoria.

11. N giova sonà ciampana cuön ch'la tampesta é bel gnuda.
Non serve suonare la campana quando la tempesta è già arrivata.
Non piangere sul latte versato.

12. 0 ch'se cianta o ch'se porta la cros.
0 si canta o si porta la croce.
Non si possono fare due cose contemporaneamente.

13. Al mal di etre n rimedia al sò.
Il male degli altri non rimedia il proprio.
Bisogna risolvere da sè i propri problemi.

14. Cuön ch é masa va par sora.
Quando è troppo trabocca.
Non esasperare.

15. Chi che sputa dröt su torna pal bec du.
A chi sputa in aria, lo sputo ritorna in faccia.
L'offesa ingiusta si ritorce.

16. A föi cöl che n se deve intarvögn cöl che n se cröde.
Facendo ciò che non si deve, succede ciò che non si crede.
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

17. Gno ch te cröde da signete te sgorbe, gno ch te cröde da sgorbate t sögne.
Dove credi di essere benedetto vieni accecato, dove credi di accecarti sei benedetto.
Non giudicare prima di conoscere.

18. Duce inà da stropà al so bus.
Tutti devono tappare il proprio buco.

19. Duce misia al so brödo.
Tutti mescolano il proprio brodo.
Ognuno ha il proprio fardello.

20. Duce va col sach a molin.
Tutti vanno con il proprio sacco al mulino.
Ognuno risponde delle sue azioni.

21. Un ciön solo baia pöco.
Un cane da solo abbaia poco.
Uniti si vale di più.

22. Chi ch é doi merda coi.
Chi è dietro raccoglie merda.
Beati i primi...

23. Balà second cöl chi sona.
Ballare ciò che suonano.
Seguire la corrente.

24. La bocia é com la ridna, tant böte e tant madöna.
La bocca è come un recipiente per cereali, tutto ciò che viene introdotto viene macinato.
L'incontentabile non si accontenta mai.

25. Un sac vöito ne sta in pes.
Un sacco vuoto non rimane in piedi.
La fame è un bisogno primario.

26. A dì al molin s infarinöia.
Al mulino ci si sporca di farina.
L'ozioso non ha modo di sporcarsi.

27. Co se spia al vdel, se sa in che stala ch'l é nasù.
Guardando il vitello, si capisce in che stalla è nato.
Ognuno rispecchia il proprio ambiente.

28. S vöde da vdel che bó ch'vögn.
Guardando il vitello, si capisce che bue diventerà.
Il carattere si manifesta fin da piccoli.

29. Coi loi s é, coi loi bisogna urlé.
Quando si sta con i lupi bisogna urlare.
Adattamento all'ambiente.

30. La merda cor doi 1 badì.
Il letame segue il badile.
Ognuno va con il proprio simile.

31. Stöia nova spaza polito., stöia vecia va daparduto.
La scopa nuova scopa bene, la scopa vecchia arriva ovunque.
Vale l'esperienza.

32. Tra 1 vecio e 1 novel s lasa la pel.
Passando dal vecchio al nuovo si lascia la pelle.
Cambiare comporta sofferenza.

33. La fia d un oste, el serve d i pres, i porzöi d i molnes lontön d i
pares.
La figlia di un oste, le perpetue dei preti, i maiali dei mugnai lontano dalle pareti.
Meglio non avere a che fare con chi è abituato agli agi.

34. Lasa ch'l aga vada a la val e 1 vento al coste.
Lascia che l'acqua scenda a valle e che il vento soffi sui costoni.
Lasciare che ogni cosa segua il suo corso.

35. L aga dev di ple so vöne.
L'acqua deve seguire il suo corso.
Non sempre gli eventi si possono modificare.

36. Al sarvido à da dì ridön.
Il piacere deve essere fatto allegramente.
Non sappia la destra ciò che fa la sinistra.

37. Chi ch'imprösta perd la zösta.
Chi presta, perde il cesto.
La generosità esagerata può recare danno.

38. Nanch'al ciön n möna la coda d bando.
Neanche il cane scodinzola invano.
Nessuno fa niente per niente.

39. Ogni ceda à 1 so cianton.
Ogni casa ha il suo circondario.
Solidarietà fra vicinanti.

40. Chi ch'inà un ne n a nsun.
Chi ha un figlio solo, non ha nessuno.
E' meglio essere in molti.

41. 1 parente é com le scarpe, pi é ströinte e pi fa mal.
I parenti sono come le scarpe, più sono stretti e più fanno male.
Non aspettarsi nulla dai parenti.

42. La toda co là na zörta itè spodaraa anch la porta dal tabié.
La ragazza quando ha una certa età sposerebbe anche la porta del fienile.
Meglio un marito qualsiasi piuttosto che sola.

43. Pi misia pi puza.
Più si mescola, più puzza.
Non esasperare le situazioni.

44. El madone sta bögn sme su pi mure.
Le suocere stanno bene solo sui muri.

45. La nora su la porta e la madona morta.
La nuora sulla porta e la suocera morta.
Incompatibilità.

46. Móio nóio fra i corne ch'borba intrà li ongie.
Meglio neve tra le corna che letame fra le unghie.
La libertà vale la sicurezza.

47. Möio al vövo incöi sno ch'la pita dmön.
Meglio l'uovo oggi che la gallina domani. "
... di doman non v'è certezza".

48. La nente é bona pi vöi.
L'assenza è cosa buona per l'occhio.
Sguardo ad occhio libero.

49. La roba imprestada n torna pi come che t l'as dada.
La cosa prestata non ritorna più come è stata data.
Cautela nel prestito.

50. La roba ch's'imprösta à da dì piandön e tornà ridön.
La cosa prestata deve partire pingendo e tornare ridendo.
Restituzione con gli interessi.

51. Ne sta mai a lamantate dal brödo graso.
Non lamentarti del brodo grasso.
Accontentarsi del proprio stato.

52. La farina robada iné mal madnada.
La farina rubata è macinata male.
Il furto non paga.

53. L'aga marzis i pale.
L'acqua marcisce i pali.
Meglio il vino... ?

54. Pi ladre ne n'é sardure.
Contro i ladri non ci sono serrature che tengano.
Difficile fermare i cattivi.

55. Chi che n möre da cuna, provarà pi d'una.
Chi non muore da piccolo, subirà tante disavventure.
La sofferenza è inevitabile.

56. Ogni möis s fa la luna, ogni dì s'impara una.
Ogni mese luna nuova, ogni giorno si impara qualcosa.
L'esperienza deve insegnare.

57. Pöra cla föda ch'ne n'é bona da portà la so lana.
Povera quella pecora che non è capace di portare la sua lana.
Monito allo sprovveduto.

58. Lauda 1 monte e tögnte al piön.
Loda il monte e resta in pianura.
Non lasciarsi attrarre dalle cose pericolose.

59. Ogni brusa rend la so ombria.
Ogni cespuglio fa ombra.
Ognuno è portatore di positività.

60. Föi al paso second la giamba.
Fare il passo in relazione alla gamba.
Calcolare le proprie possibilità.

61. Föi tanto ch'al ciampanin stöi aped la gedia.
Agisci fino al punto in cui il campanile stia attaccato alla chiesa.
Non tentare l'impossibile.

62. Möio mal sta ch'ped rivé.
Meglio stare male che finire peggio.
Chi si accontenta gode.

63. Pedo la donta ch'l'imprimé.
E' peggiore il pezzo aggiunto che non rifare nuovamente.
Non avere paura del nuovo.

64. Chi ch'sa pì à da dorase.
Chi più sa s'adoperi.
Il distacco del saggio.

65. Möio sofiese zl'aga granda sno ch z'un arié.
Meglio soffocare in un fiume che in un ruscello.
L'eroismo vale quanto 1'entità della causa.

66. Cuön ch's'é scotade zl'aga ciauda, anc la fröida fa paura.
Quando ci si è scottati nell'acqua calda, anche la fredda fa paura.
Le esperienze negative intimoriscono.

67. Ne n'é bria invidié, ma é bria mantgnì.
Non è difficoltoso iniziare, quanto mantenere.
I vizi costano.

68. Avöi algo é bria, avöi nente é malinconia.
Possedere qualcosa è difficoltoso, non avere niente è malinconico.
Ogni aspetto della vita ha il suo affanno.

69. Dì a la fia par ch'intenda la nora.
Dire alla figlia perchè capisca la nuora.
Messaggio trasversale.

70. Anche 1 rode rote va da sora in dù.
Anche le ruote rotte vanno in discesa.
E' più difficile andare in salita.

71. Parente con parente, pöra chi ch'n'à nente.
Tra parenti è povero chi non ha niente.
Mancanza di solidarietà tra parenti.

72. A föi dal bögn anc al diau é bögn fato.
Fare del bene è ben fatto anche al diavolo.
Consiglio d'ispirazione evangelica.

73. Na mön lava l'autra e dut doi lava al mostaz.
Una mano lava l'altra ed ambedue lavano la faccia.
La collaborazione è proficua.

74. Bisogna bate al fero cuön ch'l'é ciaudo.
Bisogna battere il ferro quando è caldo.
Agire all'occasione.

75. Fora al dento, fora l dolor.
Fuori il dente, fuori il dolore.
Rapidità nelle decisioni.

76. Sa pi n mato a ceda soa, ch'un savio z ceda de chietre.
E' più esperto un pazzo a casa sua, che un savio in casa d'altri.
E' importante la conoscenza del proprio ambiente.

77. Iné tröi sorte d vive: vive, vivuzlé e stantà.
Ci sono tre modi di vivere: vivere, vivacchiare e penare.
... basta saper vivere.

78. Co s va z cede di etre, s torna lontera a ceda soa.
Se si va in casa d'altri, si torna volentieri nella propria.
Conoscere gli altri per apprezzare se stessi.

79. Com che s fa vögn fato.
Così come si fa, si riceve.
La legge del ricambio.

80. Co s ride dal vendre se piande dal sabo.
Se si ride di venerdì, si piange di sabato.
Il dolore dopo la gioia.

81. Ogni salmo fnis in gloria.
Ogni salmo termina con il "gloria".
Esito scontato.

82. Zun colpo solo n se taia na pianta.
Con un solo colpo d'accetta non si taglia un albero.
La pazienza di costruire.

84. Fora d un lögn vögn tante stele.
Da un pezzo di legno escono tanti frammenti.
La diversità è un dato di fatto.

85. Vistis un palo, somöia n general, vistis na fasina, somöia na regina.
Vesti un pezzo di legno, sembra un generale, rivesti una fascina, sembra una regina.
L'apparenza inganna.

86. Al sono iné fra dla morte.
Il sonno è fratello della morte.
Assenza di coscienza.

87. Chi ch'é morte iné ciodön, chi ch'é vive mangia pón.
Per chi è morto l'anniversario, per chi è vivo il pranzo.
La vita continua...

88. La marvöia dura tröi dì.
La sorpresa dura tre giorni.
L'eccezionalità dura poco.

89. El corde, cuön che li é tirede, n se sa gno ch'le schiza.
Le corde, quando sono tese, non si sa dove possono schizzare.
Non alimentare l'ira.

90. Möio al tacon ch'al bus.
Meglio il rattoppo che il buco.
C'è sempre qualcosa di peggio.

91. Pöra i pöra.
Poveri i poveri.
Commiserazione.

92. El mose taca snoma i ciavai magre.
Le mosche attaccano solo i cavalli magri.
Le disgrazie ai disgraziati.

93. 1 zerve d monte des-ceza i boi d corte.
1 cervi di montagna scacciano i buoi del cortile.
Il nuovo scalza la tradizione.

94. Nanche i döide dla mön ne n'é compagns.
Nemmeno le dita delle mani sono uguali.
Non ci sono cose uguali.

95. N giova sonà 1 ciampane cuón ch'la tampesta é gnuda.
Non serve suonare le campane quando la tempesta è passata.
Essere previdenti.

96. I dogns é sogete, i veces é costrete.
Ai giovani capita, ai vecchi è di necessità.
La vecchiaia è malattia...

97. Föi sta ghete i canai e balà i veces ne n'é fazile.
Acquietare i bambini e far ballare i vecchi non è cosa facile.
I ritmi immodificabili della vita.

98. Co te cröde da ese a ciaval, inclota t'es sot la panza.
Se credi di essere in groppa, in quel momento sei sotto la pancia.
Il senso dei propri limiti.

99. N'é mai da föi i conte zenza l'oste.
Non fare i conti senza l'oste.
C'è sempre un controllo.

100. Bisogna sintì dute doi el ciampane.
Sentire ambedue le campane.
Obiettività nelle valutazioni.

101. Böte al cer dant i boi.
Mettere il carro davnti ai buoi.
Anticipare i tempi.

102. Savöi na carta pi d'un libro.
Voler conoscere un foglio più di un libro.
Pretesa oltre il merito.

103. La carité va pla porta e torna pal balcon.
La carità se ne va dalla porta e rientra dalla finestra.
Far del bene è fruttuoso.

104. Un ciön solo baia pöco.
Un cane solo abbaia poco.
Da soli si ottiene poco.

105. Chi che n se stima val di bes.
Chi non si apprezza vale denaro.
L'umiltà è un valore.

106. Sporco e mondo fa cu tondo.
Sporco e pulito arrotondano il sedere.
Bando alle finezze.

107. Pi t dis e manco intende.
Più parli e meno capisce.
Incomprensione.

108. La lönga ne n'à ose, ma romp i ose.
La lingua non ha ossa, ma rompe le ossa.
La violenza delle parole.

109. E' pi fazile dì sno ch'föi.
E' più facile dire che fare.
Critica ai parolai.

110. L'ira d'incöi lasla par dmön.
L'ira di oggi lasciala per domani.
Autocontrollo.

111. Gno che s nase ogni erba pase.
Dove si nasce ogni erba riesce a sfamare.
Appagamento della vita nei luoghi d'origine.

112. Va bögn la ciaura zota, fin ch'al loo n la intopa.
Va bene la capra zoppa, finchè il lupo non la incontra.
Massima efficienza nei momenti di pericolo.

113. Un bel mangió, un bel loró.
Mangiare bene per lavorare bene.
Digiuno è debolezza.

114. Co s'à sporció l'aga bisogna böila.
Quando hai sporcato l'acqua, devi berla.
Accettare le conseguenze.

115. Ne sta böte i ciögn a core.
Non consentire ai cani di correre liberamente.
Il rischio di certe azioni.

116. Ne sta böt la maza intrà 1 formii.
Non mettere il bastone tra le formiche.
Non provocare o irritare.

117. Salva al ciön pal paron.
Risparmia il cane in considerazione del padrone.
Il debito della riconoscenza.

118. Un pare mantögn set fis; set fis n mantögn un pare.
Un padre mantiene sette figli; sette figli non mantengono un padre.
Diversità tra amore paterno e filiale.

119. Par bögn o mal ch'la vada, é möio restà zla so contrada.
Che vada bene o male, è meglio restare nel proprio territorio.
L'andarsene è rischioso.

120. Ogni pöis à la so usanza.
Ogni paese ha la sua tradizione.
Non si dimentica il passato.

121. Chi ch'à mangió la vöna tire anc al caröt.
Chi ha mangiato l'avena, tiri anche il carro.
Con gli onori anche gli oneri.

122. Chi ch'à lvo la monte s la mantögna.
Chi ha vinto l'appalto della malga deve mantenerla.
Rispettare gli impegni assunti.

123. Böte al palo intrà 1 rode.
Mettere il palo tra le ruote.
Ostacolare.

124. Al tempo e la morte rompe i disögne.
La meteorologia e la morte scombinano i progetti.
L'uomo propone...

125. Cöl che t fas incöi, dmön t cete.
Ciò che fai oggi, trovi domani.
Essere previdenti.

126. L'amigo o ch'l'é amigo o ch'l'é sasin.
L'amico o è amico, oppure è assassino.
Non tradire le amicizie.

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alcuni "consigli" dei vecchi costaltesi,
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