Una cerimonia in ricordo dei morti nei lager nazisti.
La prima domenica di agosto
è divenuta ormai un appuntamento tradizionale,
a Pramaió di Costalta,
sulla strada che porta in Val Visdende.
Il punto di riferimento per chi si incontra per non dimenticare è una cappellina votiva costruita a proprie spese da Evelino Casanova Borca nel 1994.
Lo fece come ex voto dopo una promessa fatta nel campo di concentramento di Flossemburg, dove era stato deportato a 17 anni.
Una storia, la sua, di ragazzo ignaro, rastrellato assieme a decine di uomini dai soldati tedeschi, che avevano circondato il paese e perquisito tutte le case di Costalta.
Eravamo nell'autunno del 1944 ed i partigiani, anche in Comelico, tentavano forme di resistenza contro i tedeschi.
Evelino fu trasportato prima a Bolzano e poi caricato sul treno bestiame, destinazione Flossemburg.
I suoi mesi di tortura e lotta per la sopravvivenza li ha raccontati in un libretto, edito alcuni anni fa dal Gruppo musicale di Costalta, intitolato
"Gli anni dell'orrore".
Fu alla fine della prigionia, quando, colpito dal tifo, pensava di morire, che promise di costruire una cappellina votiva se avesse avuto la grazia di tornare a casa vivo.
La fortuna lo assistette e poté riabbracciare i suoi.
Dopo una vita di lavoro, da emigrante in Germania e come casaro nella latteria del paese, Evelino Casanova Borca è riuscito a soddisfare la promessa fatta in gioventù.
La chiesetta è stata edificata in una località splendida, sul pendio a ridosso delle crode del San Dinel.
All'interno sono stati collocati una statua di Sant'Anna, patrona del paese di Costalta,
ed un pannello in legno con scritti tutti i nomi dei deportati del Comelico morti nei lager nazisti.


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