Introduzione
Giovanni De Bettin Linc è stato il
padre dei Gruppo musicale di Costalta. E non solo perché
tre dei suoi quattro figli hanno dato vita a questo sodalizio
artistico ed umano, ma perché l'occasione fortunata, che
ha segnato l'inizio dell'esperienza musicale e teatrale del Gruppo,
è stata la presentazione, nell'estate dei 1983, del libro
"I Nuizes", traduzione in ladino dei Promessi Sposi
di Alessandro Manzoni, curata in riduzione teatrale da Giovanni.
Il piacere della recitazione nella parlata viva della valle del
Comelico è sorto sui testi scritti da lui nel primi anni
Ottanta e poi proseguiti sull'abbrivio da molti componenti del
Gruppo, che scoprirono la varietà e la ricchezza della
lingua ladina usata nella forma di racconto teatrale scritto
a più mani. Ma la figliolanza con Giovanni ha segnato
tutti i vent'anni di attività creativa del Gruppo musicale
di Costalta: una decina di canzoni sono state musicate su testi
suoi, fino al recente spettacolo teatrale "Pinochio Ladin",
dalla traduzione dei capolavoro di Collodi, ultima fatica di
scrittore prima che i suoi occhi entrassero nella nebbia dell'indefinito.
Ma prima ancora che scrittore ladino Giovanni De Bettin è
conosciuto come pittore, la cui fama ha valicato gli orizzonti
dolomitici. Nelle atmosfere dei colori tenui e nel profumo degli
olii appena stesi, il Gruppo musicale di Costalta mosse i primi
passi, facendo prove di canto proprio nello studio pittorico
di Giovanni. Su quel pianoforte, che il padre suonava per diletto,
Daniele ha composto decine di brani, che si accordano con i volti
ed i paesaggi dipinti. Musica e colore, in armonioso dialogo.
Per rendere omaggio al lungo percorso artistico dei pittore Giovanni
De Bettin Linc il Gruppo musicale di Costalta ha pensato di realizzare
una mostra antologica, che renda visibili una parte delle sue
opere. Egli ricordava di averne realizzate più di 2000.
E' strano e doloroso usare il verbo all'imperfetto.
Questa mostra nella sala esposizioni dei municipio di Auronzo,
dove saranno esposti una ottantina di quadri, avrebbe dovuto
inaugurarsi alla presenza dell'artista. Fino al pomeriggio dei
31 maggio, quando lo ha colpito una emorragia cerebrale, egli
era stato il riferimento e la guida per ricostruire le date dei
dipinti e le località dove sono conservati. Il gradimento
e l'attesa per l'evento erano per lui motivo di grande soddisfazione.
L'impegno a realizzare questa mostra-omaggio ha assunto un significato
ancora maggiore, dentro all' imprevedibilità del destino.
Grazie alla collaborazione con il Comune di Auronzo, le opere
di Giovanni De Bettin trovano una collocazione espositiva adeguata
al numero ed alla qualità.
In questo libro-catalogo vengono riprodotte le opere esposte,
in sequenza cronologica, partendo dal primi lavori degli anni
Cinquanta, fino agli ultimi abbozzati dipinti degli scorsi anni.
Esse riassumono la varietà e la caratterizzazione del
racconto pittorico di un cantore della cultura ladina. Accostarsi
a Giovanni De Bettin è come immergersi dentro alla storia
millenaria di questa valle marginale, dove i volti delle persone
sono segnati come le cortecce degli alberi, dove natura e uomo
hanno imparato a convivere, tanto che nei suoi quadri le sfumature
tra figure e paesaggio sono impercettibili. Un mondo, quello
da lui dipinto, che conserva un fascino poetico e che colpisce
ed attrae chi lo guarda.
Ora che le sue dita hanno deposto il pennello sulla tavolozza,
è affidata a questa mostra l'ultima comunicazione del
pittore Giovanni De Bettin, che ha voluto andarsene in sordina,
lasciando al suoi quadri la solennità di un saluto, che
non sarà mai un addio.
Auronzo, giugno 2006
Il Gruppo musicale di Costalta |