11-01-2009

Dieci anni fa la scomparsa del cantautore.
In un suo brano la partecipazione del comelicense Paolo Somià
Jodler cadorino per De Andrè
Nel motivo "Ottocento" la presa di mira
dello sfrenato capitalismo moderno

C’è anche il Comelico nella produzione di Fabrizio De Andrè, di cui oggi ricorrono i dieci anni dalla scomparsa. Nel 1990 il cantautore pubblicò, infatti, il suo dodicesimo e penultimo album registrato in studio, dal titolo “Nuvole” per la Fonit Cetra/Ricordi, in cui venne inserito il lungo brano “Ottocento”. In quasi cinque minuti, per l’arrangiamento di Sergio Conforti e Piero Milesi, sotto la direzione d'orchestra di quest’ultimo, si susseguirono al violino, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, oboe, tromba, corno, trombone, clarinetto, timpani, triangolo e fisarmonica ben 39 musicisti, accompagnati da un coro di 9 elementi più due voci. All’interno del numeroso gruppo, creatosi per l’occasione, trovò spazio anche lo jodler, il tipico canto alpino alla tirolese, di Paolo Somià di Costalissoio.
“Ottocento” è un pezzo volutamente anacronistico, che presenta un misto di vari generi musicali, un “modo di cantare”, come disse De Andrè, “falsamente colto”. La canzone prende di mira lo sfrenato capitalismo moderno, paragonandolo appunto al sistema ottocentesco, con i toni farseschi dedicati sia al borghese (colui che sa far tutto ma non sa proprio far nulla) sia ai consumatori (pronti a farsi abbindolare da qualsiasi nuova trovata pubblicitaria). Per Somià quella di quasi vent’anni fa fu una partecipazione importante, tanto che oggi qualsiasi motore di ricerca in internet lo cita.
Ma questo non è l’unico legame che unisce, più o meno direttamente, il noto cantautore italiano al Comelico.

Nel 1993 il Gruppo musicale di Costalta fu tra i dodici finalisti della quarta rassegna dell’importante premio “Città di Recanati”, palcoscenico ideale per le nuove tendenze della canzone d'autore. A scegliere i vincitori fu una giuria composta da pezzi da novanta della musica italiana, tra cui Mauro Pagani polistrumentista, compositore, produttore discografico e stretto collaboratore di Fabrizio De André. Fu proprio Pagani a salire in Comelico per “ingaggiare” Somià.
E tra le collaborazioni più significative di De Andrè ci fu anche quella con Massimo Bubbola, altro nome noto nel comprensorio. Con lui De Andrè realizzò alcune delle pagine più belle della musica tricolore, confluite nella produzione di due interi album negli anni Ottanta.
Un’esperienza che Bubbola portò a Costalta nel 2003, in un concerto inserito nell'ambito delle manifestazioni organizzate dal Gruppo musicale per ricordare i 20 anni di attività.

Yvonne Toscani


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"ACCADE A COSTALTA..."

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