In un suo brano la partecipazione del comelicense Paolo Somià Jodler cadorino per De Andrè Nel motivo "Ottocento" la presa di mira dello sfrenato capitalismo moderno Cè anche il Comelico nella produzione
di Fabrizio De Andrè, di cui oggi ricorrono i dieci anni
dalla scomparsa. Nel 1990 il cantautore pubblicò, infatti,
il suo dodicesimo e penultimo album registrato in studio, dal
titolo Nuvole per la Fonit Cetra/Ricordi, in cui
venne inserito il lungo brano Ottocento. In quasi
cinque minuti, per larrangiamento di Sergio Conforti e
Piero Milesi, sotto la direzione d'orchestra di questultimo,
si susseguirono al violino, viola, violoncello, contrabbasso,
flauto, oboe, tromba, corno, trombone, clarinetto, timpani, triangolo
e fisarmonica ben 39 musicisti, accompagnati da un coro di 9
elementi più due voci. Allinterno del numeroso gruppo,
creatosi per loccasione, trovò spazio anche lo jodler,
il tipico canto alpino alla tirolese, di Paolo Somià di
Costalissoio. Nel 1993 il Gruppo
musicale di Costalta fu tra i dodici finalisti della
quarta rassegna dellimportante premio Città
di Recanati, palcoscenico ideale per le nuove tendenze
della canzone d'autore. A scegliere i vincitori fu una giuria
composta da pezzi da novanta della musica italiana, tra cui Mauro
Pagani polistrumentista, compositore, produttore discografico
e stretto collaboratore di Fabrizio De André. Fu proprio
Pagani a salire in Comelico per ingaggiare Somià.
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"ACCADE A COSTALTA..." |