18-12-2008
La casa-museo Angiul
Sai
sta per diventare realtà
COSTALTA. E ormai tutto pronto per linaugurazione
della Casa Museo Angiul Sai
a Costalta.
La cerimonia organizzata dalla Regola e dal Comitato Amici
del Museo si svolgerà sabato 27 alle 9.30 nella
sala della Regola. Dopo il saluto delle autorità e degli
ospiti, Stefano De Vecchi illustrerà liniziativa
museale; quindi i presenti si trasferiranno nello storico manufatto
per la vera inaugurazione.
Nelloccasione verrà anche presentato un opuscolo-guida
dedicato alliniziativa. Lidea di valorizzare il patrimonio
dellarchitettura rurale montana presente a Costalta, nacque
a metà degli anni80, sulla base dellesperienza
del Comitato per il museo della cultura alpina del Comelico
e Sappada, costituito tra persone che, a vario titolo,
avevano a cuore la promozione della cultura e delle tradizioni
locali, anche con la costituzione di cellule museali
dislocate nellintero comprensorio. Sorsero in quegli anni
il museo della cultura alpina di Padola, la cellula museale de
La Stua di Casamazzagno, la cellula della Fudina
di Dosoledo. A Costalta lidea fu più complessa e
ambiziosa: acquistare uno dei fabbricati storici più completi
e significativi per restaurarlo e adibirlo a museo vivente
dellarchitettura rurale montana.
Venne costituito il Comitato degli Amici del museo che, assieme
alla Regola di Costalta, iniziò un lungo cammino per il
reperimento dei fondi necessari ad attuare il progetto. Grazie
alla sensibilità della Regione fu possibile compiere il
primo passo fondamentale: lacquisto della struttura. Poi
è intervenuta con entusiasmo la Fondazione Cariverona
con vari contributi per la sistemazione e ladeguamento
della Casa Angiul Sai al fine di riconvertirla in
museo. Un cammino impegnativo che si è avviato alla conclusione
con lesecuzione degli ultimi lavori. E evidente che
il recupero e la valorizzazione della Casa Angiul Sai,
oltre a costituire operazione culturale di grande interesse,
rappresenta la realizzazione di un vero punto di riferimento
per la promozione del valore intrinseco dellarchitettura
rurale come esempio e testimonianza del vivere in montagna.
Livio Olivotto |