La diocesi di Belluno-Feltre butta acqua sul fuoco della polemica nata dal divieto che domenica scorsa, sul col di Lana, ha impedito al coro Fodom di cantare il 'Padre nostro' in ladino. Ma la vicenda potrebbe lasciare qualche strascico proprio nel Coro. Ad intervenire oggi sono i due protagonisti della vicenda, don Christian Mosca, segretario e cerimoniere del vescovo mons. Giuseppe Andrich, e il direttore del coro, Lorenzo Vallazza: prima dell'inizio della messa è stato il primo a comunicare al secondo che non sarebbe stato possibile cantare il Padre nostro in lingua ladina. C'è stata una mia imprecisione spiega don Mosca perché non ho spiegato al direttore del coro le ragioni del divieto. Le cose stanno così: il Padre nostro è una preghiera che fa parte della liturgia e per questo non può essere recitata se non nella lingua nazionale o in latino. Lungi da me boicottare il ladin. L'uso di altre lingue è possibile, ma non per quelle parti della liturgia che il messale romano di Paolo VI ha sancito come intangibili. Chiara la posizione del direttore del coro, Lorenzo Vallazza: «Io condivido le ragioni espresse da Lorenzo Soratroi. Non capisco le ragioni di un divieto simile. Se è vero, infatti, che quel giorno sul Col di Lana il ladino non poteva essere compreso da tutti, mi chiedo se tale prerogativa sia, in altre occasioni, del latino. Ciò che non condivido è la scelta del nostro corista, Soratroi. Eravamo d'accordo che ne avremmo riparlato e deciso cosa fare. Ma assieme. Vallazza poi ricostruisce quanto successo: Prima della messa ho sottoposto la lista dei canti a don Christian Mosca, chiarendo anche che il Padre nostro era previsto in ladino. Qualcuno, a posteriori, mi ha suggerito che non avrei dovuto dirlo, ma non è nel mio stile: ho voluto essere corretto. Fra l'altro lo abbiamo cantato tante altre volte, e non come canto di comunione; l'ultima volta è accaduto nel corso della messa dell'Epifania ad Arabba. Don Mosca mi ha detto che forse non era opportuno, ma che avrebbe chiesto al vescovo. É arrivato il divieto, ma non so se il segretario si fosse consultato con il vescovo o meno. A Costalta , 5 anni
fa, in ladino comunque ci fu un'intera messa, dall'inizio alla
fine, predica compresa. Protagonista
dell'iniziativa fu il Coro Costalta che festeggiò così
il ventennale di attività. La messa venne celebrata da
don Mario Doriguzzi Bozzo e don Sergio Sacco Sonador. In quell'occasione
stampammo mille copie di un libretto con tutta la messa in ladino
ricorda Lucio Eicher Clere, membro del coro ma l'iniziativa fu
bloccata da altri sacerdoti, per di più autoctoni: il
vicario foraneo don Diego Soravia Gnocco, e il parroco di Candide
don Attilio Zanderigo Iona. Credo che anche domenica scorsa il
Padre che è nei cieli avrebbe gioito nel sentire la sua
preghiera in una cosiddetta 'lingua piccola', quale il ladino». |
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