Il vescovo: «Costalta, vicenda sofferta» Il presule precisa: «Mai fatto pressioni sul presidente Reolon per non concedere la sala della Provincia» Alla recente presentazione del libro "Questa diocesi ci ha abbandonato" era stato lamentato il silenzio del Vescovo sui fatti che generano il volume medesimo. Ora mons. Giuseppe Andrich risponde confidando in un dialogo che metta fine all'annosa vicenda che ha seminato attriti tra la comunità di base costaltese e la Curia. E prima di tutto una precisazione: il Vescovo smentisce di aver influenzato la decisione del presidente della Provincia nel dire no all'uso di Sala Affreschi per la presentazione del libro, poi effettuata alla Sala De Luca. Tra le righe della risposta vescovile s'intuisce
l'oggetto del contendere, legato all'uso di locali di proprietà
del Comune di S. Pietro di Cadore e concessi in uso gratuito
perpetuo alla parrocchia all'atto dell'erezione nel 1942. Il
15 aprile 1998 il vicario generale mons. Pietro Bez confermò
l'uso della canonica ad attività di religione e culto,
giusta legge 222/85, e il 4 settembre dello stesso anno il parroco
don Sergio Tessari concesse la disponibilità dei locali
al Comitato turistico. Lì avevano trovato allocazione
pure altre attività sociali, come il Gruppo musicale e
varie iniziative di carattere culturale e ricreativo. I primi
contrasti erano sorti a metà degli anni Novanta all'epoca
dell'amministrazione Pradetto Battel. Ad esempio il presidente
del Comitato turistico andò sotto inchiesta per presunto
furto di corrente elettrica dall'illuminazione pubblica.Secondo
il libro succitato, le attività dei due gruppi, compreso
il bar aperto un paio di mesi all'anno, sono state viste come
non conformi alla destinazione d'uso per i fini della parrocchia.
Lo scorso anno scoppiò il caso con incrocio di lettere
tra Diocesi e Comune, dimissioni di catechisti e di due terzi
del consiglio d'amministrazione parrocchiale, echi accesi sulla
stampa locale: i due gruppi in questione denunciarono che si
voleva cacciarli dal piano terra della canonica perchè
erano malviste le loro attività. Atto finale: il 12 ottobre
2007 avvenne la revoca comunale per i locali occupati dal Comitato
turistico e della licenza di somministrazione di bevande alcoliche
nel bar succitato.Il disagio di parecchi costaltesi era stato
espresso con una lettera al Vescovo già a gennaio 2007.
Poi il silenzio da Belluno, le note polemiche, le attestazioni
di solidarietà ai gruppi colpiti dal provvedimento, la
denuncia per la chiusura di spazi sociali con conseguente impoverimento
della comunità. Sereno clima pasquale a parte, c'è
davvero ancora spazio per il dialogo? |
"ACCADE A COSTALTA..." |