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10-1-2007

Parla monsignor Lise
Ricordi indelebili

«Eravamo sul terrazzo della sede di Costalta , al tramonto, e guardando le montagne monsignor Ducoli mi disse: "Chissà quanto se la godrebbe quassù il Papa...". Cominciò tutto così, con una battuta che scatenò un pensiero, un'idea».
Il racconto di monsignor Giorgio Lise, che di Giovanni Paolo II in quelle estati divenne fedele compagno di indimenticabili momenti, comincia nel giorno in cui il vescovo Maffeo Ducoli gli svelò il suo sogno. «Fu lui l'artefice di tutto quanto - continua monsignor Lise - sua l'idea storica di tirar fuori il Papa dal Vaticano. Cominciò a lavorare dal basso, dalla gendarmeria, e quando propose la cosa al cardinal Casaroli, gli fu risposto: "Difficilmente il Santo Padre accetterà". Ma lui non si diede per vinto, disse solo "vedremo, lei però non mi metta il bastone tra le ruote", e andò avanti. Affinché la lettera in cui proponeva la vacanza bellunese al Papa non si fermasse in cancelleria, o in segreteria, appose sulla busta un segno che conosceva, e che sta a significare che la lettera in questione può essere letta solo dal Papa in persona. E così fu».
Quindi un ricordo personalissimo che ancora commuove Don Giorgio. «Una sera dopo cena, nella canonica di Costalta , il Papa prese la fascia rossa di Stanislao, me l'appoggiò sulle spalle e mi nominò di punto in bianco monsignore. Così, su due piedi. Nel tempo di gesti meravigliosi nei miei confronti ne ebbe moltissimi. E fu tutto merito di monsignor Ducoli».
«Il Santo Padre era in perenne movimento, dalle otto di mattina alle dieci di sera, era un gran camminatore - racconta infine Monsignor Lise -. Un giorno, salendo sul Peralba, arrivati a un punto critico, il segretario disse alla guida di riferire al Papa che erano praticamente arrivati. E lui, sicuro, immediatamente ribatté: "Cosa vuol dire praticamente? Andiamo avanti". Passò il punto difficile e arrivò fino alla croce. Comunque vorrei soprattutto che della Sua splendida figura venisse ricordato il Suo essere un gran contemplatore. Era un gran scarpinatore, ma davanti a un ruscello piuttosto che al suono di una campana, si fermava per lungo tempo a pregare».
(adb)


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