7-9-2002

Nata a Costalta nel 1900, fece da portatrice di viveri in guerra e poi fu insignita del Cavalierato di Vittorio Veneto

"Nonna" Tonina, le ferie sono finite

A 102 anni suonati, torna per la 70ª volta nella sua casa di Torino. E' lucidissima e vive da sola

COSTALTA. Antonia De Bettin s'appresta a compiere il suo 70º viaggio a Torino.
Ma non è una gitante maniacale, appassionata della città della Mole, bensì una "pendolare" che, a 102 anni, compie il viaggio di ritorno in città dopo le ferie estive a Costalta, dove è nata nel 1900.
In questi giorni il figlio Romano, 73 anni, e la nuora Diana, stanno preparando le valigie e Tonina salirà sulla Punto per raggiungere Corso Agnelli 156, sua residenza dal 1930.

Cavaliere di Vittorio Veneto, Tonina ha trascorso l'infanzia a Costalta, ma già a 15 anni dovette fare i conti con il dramma della guerra. Fu reclutata, insieme alle coetanee, per fare la portatrice di materiale e viveri dal paese alla linea del fronte: tutto sulle loro giovani spalle abituate alle fatiche. "Ci obbligavano a lavorare per l'esercito", ricorda Tonina, "e facevamo anche due o tre viaggi al giorno da Costalta a Forcella Zovo, dove c'era il fronte. Come ricompensa qualche galletta ed il sorriso o i complimenti di qualche soldato, che guardavamo di sfuggita. Il riconoscimento di questo servizio per la Patria ci è stato dato 60 anni dopo con il Cavalierato di Vittorio Veneto". Tonina mostra orgogliosa la croce ed il diploma, che porta sempre con sé. A Costalta abita al primo piano della casa Crepuz di via Villa; suo figlio Romano due piani sopra, in mansarda. "Riesco ancora a salire le scale", racconta, "per il pranzo; poi mio figlio mi accompagna per il riposo pomeridiano". Lucidissima, Tonina ha trascorso una estate tranquilla, dalle giornate metodiche: sveglia all'alba, alcuni rosari, colazione, la panchina sotto casa per prendere il sole, l'incontro con decine di paesani. Sposatasi a vent'anni, ha avuto 4 figli: Maria, Clorindo, Romano, Eliseo. Si trasferì a Torino con il marito Tita nel 1928 e prese possesso della casa popolare in cui abita nel 1930. "Allora era considerato un alloggio bello", dice, "perchè aveva i servizi igienici interni, a differenza delle case a ringhiera. In casa mia sono passate moltissime persone del paese, che venivano a Torino in cerca di lavoro. Ho dato ospitalità a tutti, con semplicità, perchè sapevo le difficoltà di chi emigra".

Non ha mai mancato un rientro in paese per i mesi estivi. Da metà giugno a metà settembre ha sempre voluto respirare aria di montagna. L'inverno in città invece è più sopportabile, con la casa riscaldata dai termosifoni. Continua a vivere da sola, Tonina. Il figlio Romano e le nuore Diana e Rita si alternano in visite pluriquotidiane, ma è lei stessa a non volere qualcuno in casa per la notte.

Lucio Eicher Clere

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