4-06-2002
Val Visdende. Un'attività che sopravvive a fatica
L'antico rito della montificazione
si rinnova nella malga di Londo
In Val Visdende si compie l'antico rito della
monticazione.
Delle nove malghe un tempo aperte sopra il limite dei boschi, soltanto una,
però, continua la tradizione del pascolo collettivo. Quella di Londo.
Lassù, allependici del monte Schiaron, da fine giugno a metà
settembre, risuonano i muggiti delle mucche ed i richiami dei pastori da
più di un millennio. Ininterrottamente. Fino alla metà del
secolo scorso la casera e la stalla erano situate più in alto, sulla
costa che sale verso Valdalondo e, Forcella Mellin. Poi un incendio distrusse
i fabbricati, per gran parte in legno, e si decise di ricostruire una casa
solida in muratura, con due stalle, nell'attuale posizione, nella conca
tra i Giai d Fisar e La Spina. Vicino scorre il Gió di Londo, copioso
d'acqua, dove le mucche si abbeverano. Da sempre nella malga di Londo
alpeggia la mandria di Costalta. Fino a centoventi capi di bestiame,
la capienza massima delle due stalle, negli anni Sessanta. Ora soltanto
una trentina, padroni dei pascoli circostanti, ricchi di erba saporita,
che fa produrre un latte di qualità. Così come il burro ed
il formaggio, lavorati nella casera dal "mistro". Presidente della
latteria, che raggruppa una decina di soci, è Romolo Casanova Borca,
61 anni, contadino dall'infanzia e tenace continuatore del sistema collettivo
di attività agricola, che le Regole hanno portato avanti nei secoli.
E' cosciente di far parte della minuscola schiera dei "resistenti"
e ogni anno mille difficoltà per garantire la monticazione e la lavorazione
di burro e formaggio in quota. Ce l'ha fatta anche quest'anno. Un casaro
ed un pastore provenienti dalla Carnia, è lui comunque a salire a
giorni alterni, da Zividela in Val Visdende dove abita in estate, per controllare
che tutto proceda per il meglio. "Al prim' dì ch'se va in monte
n se fa formai", dice un vecchio proverbio: ogni situazione ha bisogno
del tempo necessario per mettersi in movimento. Lassù a Londo l'avvio
del periodo di alpeggio ha bisogno di tempi graduali di adattamento. Ma
dopo qualche giorno i ritmi riprendono con antica cadenza. Sveglia alle
quattro e mezza, quando la luce appare dietro la sagoma del Peralba, mungitura,
trasporto del latte nel laboratorio e poi una lunga pausa fino al sorgere
del sole,quando la rugiada evapora e dilata i profumi dei prati. Allora
le mucche vengono avviate nella "prandera" prescelta per quella
giornata. Una rotazione di siti settimanale, per consentire all'erba di
ricrescere. Pani di burro, pressati nello s'tampo, di legno e "peze"
di formaggio rotonde già iniziano a riempire le mensole di "zlöi",
la cantina deposito dei prodotti caseari. Saranno distribuiti ai soci in
ragione del latte prodotto dalle loro mucche. Qualche turista arriva a piedi
fino alla malga per acquistare direttamente alla fonte questi prodotti confezionati
in modo tradizionale. La strada carrareccia, che consentirebbe il passaggio
delle auto è deteriorata e maltenuta. Il presidente Romolo Casanova
Borca esprime le sue lamentele, visto che deve percorrerla quasi giornalmente:
"Da anni insistiamo con il. comune di San Pietro, proprietario della
strada, perchè sistemi il fondo con la ghiaia e canalizzi le acque.
Ma non ci danno retta. Purtroppo l'agricoltura è la cenerentola che
non viene considerata". Quando scende la sera dal Coston di Viseda,
le finestre della casera di Londo si illuminano. Dentro il "mistro"
ed il "bolco" continuano a conversare di uomini ed animali.
Lucio Eicher Clere |