25-5-2003
La sintesi in un saggio al cinema Piave in cui sono stati anche cantati
dei motivi appresi dai nonni
I bimbi scoprono l'orgoglio della ladinità
Concluso un progetto che li ha portati a "scavare" nella
loro cultura
SANTO STEFANO. I ragazzi del Comelico scoprono
l'orgoglio della cultura ladina.
Non s'era mai visto un cinema Piave così affollato, dai bambini del
primo ciclo delle elementari ai nonni che li ascoltavano cantare e li applaudivano.
La mattinata di spettacolo, organizzata dall'Istituto comprensivo di Santo
Stefano, è stata la conclusione di un cammino scolastico durato parecchi
mesi, durante i quali i ragazzi hanno intervistato i nonni ed i genitori
per apprendere la vivacità dei proverbi e dei modi di dire, hanno
imparato alcune canzoni musicate originalmente, hanno creato una serie di
disegni che impreziosiscono un libretto pubblicato per l'occasione. "Ogni
mois s fa la luna, ogni dì s impara una - proverbie dal Comelgo"
è il titolo di questa agile pubblicazione, che fissa in stampa il
lavoro degli insegnanti e dei ragazzi, che hanno attuato un progetto per
l'insegnamento della lingua minoritaria nella scuola dell'obbligo. La soddisfazione
per i risultati ottenuti è stata espressa dalla dirigente Giovanna
Calderoni, che ha aggiunto un altro tassello alle varie iniziative realizzate
nei suoi anni di presidenza nei confronti della cultura ladina del Comelico.
Ma che non fossero complimenti di circostanza lo si è visto nell'entusiasmo
con cui hanno cantato sul palco del cinema Piave i due gruppi di ragazzi,
di quarta, quinta elementare e di prima media, e quelli del primo ciclo
delle elementari. Canzoni musicate da Daniele De Bettin, l'interpete più
fantasioso e vivace della musica ladina dolomitica degli ultimi vent'anni,
coro diretto da Samuele De Bettin per quattro brani adatti al canto dei
ragazzi.
Ecco "Ogni mois s fa la luna", che riprende in ritmo e rima una
serie di proverbi raccolti e documentati; ecco "Comelgo legro"
un canto ironico ed amaro sulla realtà del Comelico di oggi, sull'aria
di una delle musiche da ballo del carnevale comeliano; ecco "Pinochiuto"
una ballata sulle vicende del burattino di Collodi, tradotto in ladino da
Giovanni Linc' di Costalta; ecco "Li onghene d Tambar" trasposizione
in canto di una vecchia leggenda sulle "Onghene", figure che popolavano
l'immaginario dei nonni dei bambini che cantavano sul palco.
Ad accompagnare i ragazzi, il Gruppo musicale di Costalta, che ha presentato
alcuni brani dello spettacolo "Pinochi ladin", festeggiando con
gli scolari del Comprensivo di Santo Stefano i vent'anni di lavoro nella
valorizzazione della cultura ladina del Comelico. Era presente anche la
dirigente dell'ex provveditorato di Belluno, Maria Giacin, che ha sottolineato
l'importanza dell'uso della lingua materna nella scuola. "E' più
facile, per i bambini che conoscono la lingua minoritaria, aprirsi e conoscere
le altre lingue e culture.
Questo amore per la propria parlata è un valore da salvaguardare
e da portare avanti proprio attraverso la scuola".
Lucio Eicher Clere |