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3.2. I Circassi , esuli in Dobrugia[1]

I Circassi sono una delle popolazioni caucasiche[2] che nel secolo XIX furono costrette ad abbandonare i territori aviti a causa dell’avanzata sulle proprie terre degli eserciti zaristi. Per i motivi che cercheremo di delineare, furono fatti stabilire dal governo ottomano nella regione della Dobrugia . Ci è sembrato doveroso dover accennare alla loro vicenda in quanto tipica della diaspora che le popolazioni musulmane dell’Europa e del Caucaso ebbero a subire durante la seconda metà del XIX secolo a causa dell’espansionismo russo e differente da quella delle altre popolazioni musulmane insediatesi in Dobrugia nello stesso periodo.

I Circassi erano suddivisi, prima dell’arrivo dei Russi in diversi gruppi tribali parlanti vari dialetti derivanti da una comune lingua.[3] La maggioranza di loro, comunque, era accomunata dalla credenza nell’Islam sunnita di scuola |anafita, anche se varie altre religioni erano osservate da ridotti gruppi tribali, guidati da leaders diversi. Tuttavia la loro aderenza all’Islam era molto particolare ed impregnata di costumanze locali. Addirittura il governo ottomano, dopo il loro stanziamento nei Balcani , fu costretto ad obbligarli a circoncidere i nuovi nati. Le loro tradizioni e usanze religiose erano particolarmente legate ai luoghi natii: alberi, boschi, pietre particolari, servivano sia alle funzioni religiose che agli scopi sociali (riunioni, cerimonie, etc.). Con il trasferimento forzato nei Balcani, tutto questo patrimonio di credenze venne stravolto con conseguenze notevoli sulla vita sociale degli esuli.

Kemal H. Karpat [4] ha evidenziato le misure che furono prese dal governo ottomano per far fronte alla massiccia immigrazione di Circassi nel territorio turco.

Dopo la conquista dei territori del Caucaso da parte dell'esercito zarista, le misure restrittive attuate dal governo russo contro i nuovi sudditi musulmani dell'impero posero questi ultimi in serie difficoltà. L’ostilità del governo zarista nei confronti dei Circassi si manifestò in modo particolare a seguito del fallimento della rivolta, capeggiata dallo @eyh #amil [5] ed appoggiata dagli Ottomani, intorno alla metà del XIX secolo.

Le principali misure restrittive indirizzate a punire i rivoltosi Circassi furono:

1) L’obbligo di abbandonare i territori aviti e la deportazione massiva nel territorio nord caucasico del Kuban .

2) Accettare di svolgere il servizio militare nell’esercito zarista.

3) La conversione coatta al cristianesimo di rito ortodosso.

Per non sottostare a queste imposizioni un numero considerevole di Circassi fu costretta, quindi, di emigrare nei territori dell’impero ottomano.

I trasferimenti di popolazione ebbero inizio nel 1856 e, date le notevoli dimensioni dell’esodo, si dovette regolare il flusso di emigranti in base a trattati bilaterali turco-russi. Karpat afferma che la popolazione musulmana che lasciò il Caucaso tra il 1856 ed il 1862 è da calcolarsi tra il milione e duecentomila ed i due milioni di persone.[6] Tra i Circassi esuli vi furono anche degli Abkhazi, dei quali una tribù intera, quella degli Ubykh , finì nei Balcani .[7]

L’esodo si svolse in condizioni terribili e ridusse di tre quarti la popolazione circassa. Nei principali siti approntati dal governo ottomano per accogliere l’ondata migratoria, ConstanØa e Varna in Rumelia , Trabzun (Trebisonda ) e Samsun nella penisola anatolica, arrivarono non meno di mezzo milione di persone. Tra costoro, almeno 400.000 si sarebbero stabilite nella Rumelia settentrionale e nei Balcani [8]. Queste cifre sembrano esagerate se comparate a quelle dello stesso periodo date da Ion Ionescu de la Brad e riportate da Arbore ,[9] che segnalano in Dobrugia non più di 1092 famiglie cosacche (probabilmente circasse), 4800 turche, 2225 tatare e 3656 rumene.

L'eccezionalità della situazione costrinse gli organi governativi degli Ottomani ad istituire, nel 1860, la Idare-i Umumiye-i Muhacirun Komisyonu (Commissione Generale per l'Amministrazione dell'Immigrazione), il cui dirigente massimo fu Sadik Pa@a .[10] Questa commissione venne in seguito abolita e, nel 1870, le sue incombenze vennero affidate al Muhacirun Idaresi (Amministrazione degli Immigrati), organismo che dipendeva direttamente dal Dahiliye Nezareti (Ministero degli Interni ).

Nella Dobrugia settentrionale i Circassi si installarono nei villaggi di Slava Cerchezeasca , Armutila , Ortachioi , Canlâ-Bugeac, Camber, Isaccea , Accadanlar , Baschioi , Atmagea ed altre località minori.[11] Vi erano 67 loro case nel villaggio di Baltage@ti , altre a Gülp¬nar ed altre ancora a Suba@¬ . Alcuni Circassi vennero arruolati nell’esercito ottomano come truppa regolare.[12] Anche se aiutati dall’amministrazione ottomana, i nuovi arrivati condussero una vita materiale miserabile, che Arbore paragona a quella degli Zingari .[13]

Ma l'arrivo dei Circassi in Dobrugia causò degli altri problemi, oltre a quelli di carattere logistico.[14] Oltre alla difficile integrazione nei nuovi territori in quanto non avvezzi all’agricoltura e privi di bestiame, parlanti una lingua differente sia dagli autoctoni che dagli altri immigrati, umiliati per la sconfitta e per le inumane condizioni che dovevano sopportare questi profughi musulmani nutrivano un odio feroce per tutti i cristiani e, in aggiunta al compiere oltre frontiera imprese guerresche (viste favorevolmente e forse incoraggiate dagli Ottomani ) intraprendevano scorrerie ai danni delle popolazioni locali. Queste azioni di preda crearono notevoli attriti tra l'amministrazione ottomana ed i Circassi da un lato ed i dhimmi dall'altro, costretti a subire le angherie dei nuovi arrivati caucasici.[15] Problemi potrebbero esserci stati anche tra i Circassi e gli stessi immigrati Nogay , in quanto frequentemente questi due popoli erano in stato di guerra nei territori natali.[16]

La terribile guerra che precedette la ratifica del Trattato di Berlino, ci informa Karpat ,[17] costò la vita a più di 200.000 civili musulmani di Rumelia . Durante il periodo che intercorse tra il loro arrivo in Dobrugia e la ratifica del Trattato di Berlino i Circassi ebbero parte attiva nella lotta contro i Russi . Durante la guerra turco-russa del 1877-78[18] i Circassi difesero strenuamente il loro nuovo territorio. Bitoleanu e Radulescu ci forniscono un quadro abbastanza drammatico della parte avuta dai caucasici durante queste operazioni belliche:

 

“Incitati de capetenele lor înstarite, constiente de consecinØele unei înfrîngeri, Cerchezii adopta o atitudine agresiva, jefuiesc @i incendiaza satele, profaneaza bisericile, terorizeaza populatia crestina, acØiune ce culmineaza cu atacarea Tulcei, principalul ora@ din Dobrogei, în iunie 1877”.[19]

 

Il cambio di governo sopravvenuto alla sconfitta costrinse ancora una volta i Circassi all'emigrazione. Il governo ottomano si fece carico per l'ennesima volta di sistemare questi musulmani che, rappresentati da Aslan Bey , avevano costituito una delle ultime difese della frontiera nord dell'impero ottomano.[20] Buona parte dei Circassi venne accolta in Siria[21] ed in Dobrugia rimase come unica loro traccia evidente un toponimo, Slava Cerchezeasca (Gloria Circassa), come testimonianza delle eroiche azioni guerresche che accompagnarono le vicende di questi caucasici nelle terre di Rumelia .[22] Sembra che l’ultimo circasso rimasto in Dobrugia sia morto a Mangalia nel 1917: Il suo nome era Ahmed Efendi .[23]

Arbore [24] afferma che, ancora nel 1938, le gesta di valore dei Circassi venivano ricordate con ammirazione dai vecchi sunniti di Dobrugia .


Alcuni segni diacritici particolari sono stati semplificati. Sono state inoltre elise le note, che si possono trovare integralmente nella versione cartacea.