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City
(Alessandro Baricco)

Se questo City fosse stato il primo libro di Baricco che ho letto, non ne avrei letti altri, e mi sarei privata del piacere di leggere Oceano mare.
Perché questo romanzo (romanzo??) non mi piace affatto, non mi convince né avvince, in poche parole non riesco a sforzarmi di finirlo. Lo trovo un'accozzaglia insensata e presuntuosa di effetti speciali costruiti a freddo per sconcertare; una forzatura pseudo-intellettuale; una montatura editorial-commerciale. Una buona penna, va riconosciuto ed è incontestabile, ma al servizio di una spocchia assai molesta. Se c'è una passione, non è per la storia che va scrivendo, per il suo svolgersi, per i suoi caratteri, ma solo per lo scrivere in sé e per sé. Ha il sapore di un'ostentazione compiaciuta.
Lo spunto sarebbe stato degno di ben altro: la vivacità dello stile e la sua assoluta libertà avrebbero potuto ottenere risultati più coerenti se l'autore si fosse sforzato di imbrigliarle il giusto, di contenere l'eccesso di fuochi artificiali, di non cedere alla tentazione dell'esibizionismo. Se l'idea era quella di inventare una città bizzarra affollando le pagine di quadri surreali e sorprendenti, perché li ha così macchinosamente accatastati, invece di suggerirli con un po' di elegante astuzia, di leggerezza trasognata? Ha costruito, al posto di un labirinto favoloso, un supermercato incasinato, dove la merce ammucchiata dappertutto intralcia il passaggio, confonde la visuale e alla fin fine stanca. E lascia, me almeno, a bocca asciutta.
Baricco, ma cosa ci vuoi dare a bere? Non basta uno stile personale e innovativo, non incanta la padronanza della forma e delle costruzioni (godibili, anche qua, i dialoghi, davvero un piacere e uno spasso), non soddisfa la varietà ed eleganza delle invenzioni (troppe, asfissianti!).
Ci vogliono, amico mio, anche i contenuti.
Se si ha qualcosa da dire, la si dica; la si faccia quantomeno intuire, come sa fare la scrittura di buona qualità.
Ma qui - un uffa me lo concederai - c'è un prezioso, ricercato e sconfortante vuoto.
V u o t o.
L'Imperatore, esclama il bambino, l'Imperatore... è nudo!!

Dello stesso Autore leggi anche la recensione di
Oceano mare


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