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Monschau
Prego girare a destra.
Prego girare a destra.
Hai girato a sinistra. Sei un coglione.
Mi
sollevo dal sedile con gli occhi socchiusi.
Possibile? Ma tutti sono tranquilli e la guida continua. Per
un attimo mi era parso che il computer di bordo avesse assunto
un linguaggio scurrile.
Sono le stanchezze del viaggio, il mio sedere e diventato un
tutt'uno col sedile, fuori ci sono 35 gradi e qui, dentro 1'abitacolo,
18. Fa un po' freschino, in effetti. Tra me e Fabiana c'è
il muro di Berlino: mi giro verso sinistra e di lei, da sopra
le valigie, riesco a scorgerne solo il viso.
Mi rimetto a scrivere i miei appunti infiniti.
E' già domenica e sono in viaggio.
Mi è sempre piaciuto viaggiare: aprire 1'atlante a caso
e, senza guardare, puntare il dito su una cartina, leggere il
nome sotto e andare lì. Nei miei sogni.
Fabiana dall'altra parte del muro ripete: "Oh, Dio! Oh
Dio! OADiooADiooADiooo!" Al che sollevo un attimo gli occhi
e scorgo attraverso il parabrezza il retro di una Opel attaccato
al muso della Mercedes su cui viaggio e li riabbasso subito
prima di iniziare a preoccuparmi.
Io non guardo. Ho deciso di non guardare e di cercare di non
capire che il mio capo viaggia a duecentodieci.
Ieri mi ha mostrato che se istruisci il computer di bordo su
una certa velocità e su un determinato percorso questo
fa tutto da solo. L' ha fatto staccando le mani dal volante
e tirando in aria i piedi ridendo felice come un bambino.
Grande invenzione il computer di bordo.
Ma ora è il capo a guidare.
Ho ancora nelle orecchie Matteo che dice: "Ma, Maestro!
Non può fare questa manovra! E il sorpasso qui
e 1'inversione ... è rosso!!" e la risposta: "Ma
che me ne frega a me! Se mi toccano mi pagano. Ma vaffangulo!"
Vaffangulo, con la G.
Per cui non guardo avanti, solo di fianco, e penso alle cose
mie.
E prendo appunti.
S.
Martin è una ridente e gioviale cittadina tedesca di
cui tutti i suoi abitanti sono cordiali un cazzo.
S. Martin è perfino peggio di Merone che perlomeno può
vantarsi di una cartolibreria dall'inchiostro simpatico, e di
una pizzeria che ha inaugurato a metà maggio e da allora
è chiusa per lavori in corso.
Questo paesetto è una barba mortale priva di bigiotterie,
cartolerie, drogherie, giocattolerie ie ie. Siamo aspettando
il capo che è andato a far visita ai parenti e sbadigliamo.
Finalmente
iniziamo a far qualcosa! Si vede qualcosa! La soprano sul palco
che prova illuminata da un sole convinto, le guardie che marciano
sul selciato mentre il Maestro conta i passi!
Domani è il debutto.
Oggi
alle 8.00 mi sono svegliata mentre fuori pioveva ancora. Aveva
iniziato ieri sera e io ho desiderato che uscisse il sole. L'
ho desiderato fortemente perchè questa sera, qui a S.
Martin, ci sarà uno spettacolo.
E' importante che questo spettacolo si compia per rispettare
la volontà del suo regista, per onorare la sua memoria,
perchè il brindisi di ieri sera prima della buonanotte
porti un po' di fortuna in questa vita surreale.
Così. si alza il vento e inizia a splendere il sole.
Per ora nessuno carnmina per il piazzale e il fondale si gonfia
verso la vallata.
Maestro, non potevi scegliere un posto peggiore ma ieri sera
ti ho lasciato mentre ridevi per cui non voglio e non posso
rimproverarti. Mi spiace di averti conosciuto solo poco tempo
fa, mi spiace tanto, perchè ieri mi hai abbracciato e
hai detto che il bello doveva ancora venire.
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Donatella
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