Appunti e inconclusioni

 

Voci in una stanza stregata. Tieni giù la testa.
Stephen King, L 'incendiaria

Chiudo gli occhi.
Chiudo gli occhi perchè sono stanca e appoggio il capo contro la giacca appesa alle mie spalle. Il movimento del treno dovrebbe rilassarmi ma non riesce a farmi passare questa inquietudine che mi porto addosso da giorni.
Ho come la sensazione di essere la pallina di un flipper: rimbalzo di qua e di là ora, proprio ora, quando vorrei essere in un solo posto e aver a disposizione tutto il tempo del mondo per fare ciò che voglio!
Perchè sono stufa di preoccuparmi degli altri ed esasperata con me stessa dell'aver fatto da dama di compagnia e da balia per tanto.
Attenzione: questa è la novella dell' Aspetta-Un- Momento-Prima-Passami-I1-Laccio-Che-Mi-Faccio-Una-Spada, uno sfogo non più privato di una ragazza scontenta.
Primo: voglio andare in vacanza. Ne ho bisogno. Devo sdraiarmi al sole, abbronzarmi e sentire il sale del mare sulle pelle.
Secondo: voglio imparare a pattinare da Dio.
Terzo: voglio stare con i miei amici.
Quarto: voglio finire tutti i quadri che ho iniziato e
Quinto: voglio iniziare tutti gli altri quadri che ho in testa.
Sesto: voglio leggere tutti i libri che ho prenotato in biblioteca prima di Pasqua e che ovviamente sono arrivati ieri.
Ieri.
Il giorno della mia partenza per Nonsodove, un piccolo paese sperduto in Germania dove trascorrerò tre settimane a lavorare e scolorirmi.
Non posso nemmeno fermarmi a Gardaland perchè mi aspettano in stazione a Conegliano Veneto per la tappa intermedia tra due ore e, come se ciò non bastasse, c'è un tedesco seduto accanto a me che ridacchia sfogliando un giornalino e prendendo a morsi una mela.
Mai sentito morsi più rumorosi.
Chissà mai che non gli si sloghi la mascella.
Riapro gli occhi su un panorama che fa schifo: casette, cespugli, fabbriche e un cielo con un sole poco convinto come me.
Sono inquieta perchè sto facendo un lavoro che amo e per cui ho studiato tanto, che mi fa viaggiare e conoscere persone interessanti, che mi soddisfa perchè ammiro i miei colleghi ma per cui abbandono tutto quello che ho elencato prima.
Agli occhi di tanti questo non è un problema ma una marea di futilità, inezie per cui ci sarà sempre tempo quando tornerò.
Ma io sono in crisi lo stesso.
Ho scoperto ultimamente il divertimento provocato dall'andare a ballare il sabato sera, faccio parte di una compagnia e mi sono presa una cotta notevole per un ragazzo che conosco da poco e che quindi vorrei conoscere meglio.
Ma lui è ormai a più di cento chilometri alle mie spalle e tre settimane non mi passeranno mai!
Le vedo srotolarsi davanti a me e non ne scorgo la fine!
Sono dibattuta perchè la contemporaneità degli eventi mi rallegra e mi sconfigge. Ho ciò che ho sempre cercato ma la sfiga dell' "Oplà! Ecco il pacchetto unico! Ora sono cazzi tuoi" non mi va giù.
E per fortuna sono una persona ottimista, è estate e fa caldo ma mi hanno detto che a Nonsodove alle cinque della sera il sole sparisce e occorre infilare la giacca a vento per evitare 1'ibernazione!
Ma caspita! Il mio capo non poteva lavorare in Spagna o in Africa o nella giungla?!
Mi sono aggrappata a questi ultimi giorni trascorsi in casa come un uomo caduto in mare si aggrappa a un salvagente di fortuna però la fortuna è infame ed eccomi qua: 1'intercity viaggia ad una velocità tale che le lumache ci sfrecciano accanto lasciando una scia di polvere.
E cosa posso fare se non crogiolarmi nel vittimismo...
Richiudo gli occhi e riabbandono il capo contro la giacca.
Tra un'ora sarò insieme ai miei colleghi isterici ad arte e così potrò tirarne qualcuna anch'io tranquillamente tra un Ciao e un Che bello essere qua.
Non ho più sentito ridacchiare il tedesco.
Magari la mela era avvelenata.

 

 

Donatella


 

 


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