La
fortuna
Tino
aprì la porta della roulotte:
Ciao
Carlo cosa fai? disse salendo i piccoli gradini di accesso
al piano rialzato.
Mi
sto preparando un panino rispose Carlo indaffarato sul
piano da cucina.
Tino
fece due passi sulla destra e si sedette sul divanetto.
Se
vuoi prendi pure qualcosa da bere dal frigorifero disse
Carlo che ormai stava già assaggiando il primo boccone
del suo panino.
No
grazie Carlo non ho sete, sono venuto a parlare dellaltro
giorno.
E
che altro cè da dire? rispose Carlo un
po indispettito.
Come
cosaltro cè da dire? aggiunse Tino
sorpreso,
ci
sono tante cose che tu non sai. Dopo quello che è successo
lei mi ha detto delle cose sconvolgenti. Io ho perso la testa
e le ho chiesto se voleva
.
Non
andare avanti Tino!, lo interruppe repentinamente Carlo,
non dirmi che la cosa ha avuto un seguito? Tu sei completamente
matto, devi dimenticarti di tutto quello che è successo
per il tuo e per il mio bene. Non voglio sapere altro Tino,
se lei dice qualcosa in giro siamo entrambi rovinati, non
lo capisci?.
Tino,
vedendo che Carlo si era bruscamente innervosito, cercò
di tranquillizzare la situazione dicendo:
Carlo
cazzo, stai calmo non ti devi preoccupare. Non dirà
niente a nessuno, non è mica stata lei a volerlo? Poi
se mi lasci parlare un attimo ti spiego perché lha
fatto, mi ha raccontato tutto ed è una cosa incredibile.
Si
Tino scusami, è che ho troppa paura che vada a riferirlo
a qualcuno. Sto iniziando a pentirmi di averlo fatto; non
lo metto in dubbio, è stato bellissimo, ma adesso non
riesco a stare tranquillo.
Carlo
e Tino erano amici da tre anni. Tino ne aveva appena compiuti
diciassette, era figlio unico e viveva con i suoi genitori
a Cascina Bellione. Ogni settimana andava a trovare suo nonno
a Fecchi, che distava cinque chilometri circa. Il nonno di
Tino si chiamava Paolo, era un uomo sui settanta con fare
militaresco e autoritario. Egli gestiva un maneggio di grande
importanza, dato che era proprietà dei marchesi De
Capitoleni. Questi ultimi si recavano nella loro tenuta quasi
tutti i giorni arrivando in macchina da Milano. Entravano
trionfalmente dal cancello arrugginito e scendevano altezzosi
dalla loro Mercedes verde marcio (un colore veramente di cattivo
gusto); Paolo andava abitualmente ad accoglierli come fosse
lui il marchese ma loro, conoscendolo da tempo, sapevano che
era una persona molto orgogliosa e non ci facevano più
caso. La famiglia De Capitoleni era composta dal marchese
Alberto e dalla marchesa Filippa, entrambi sui cinquanta.
La coppia aveva due bellissime figlie, Rianna di ventidue
anni e Nicole di quasi quattordici. Entrambe erano bionde
ed avevano profondi occhi azzurri ereditati dalla madre. Erano
state istruite in ottimi collegi ed avevano così potuto
acquisire una dialettica spigliata e degli atteggiamenti raffinati.
Nicole, pur essendo la più piccola, era già
matura al punto tale che i ragazzi la preferivano alla sorella,
e questa era diventata con il tempo la principale causa di
lite tra le due. Nicole e Rianna erano anche delle ottime
amazzoni, dato che sin da bambine il padre si era prodigato
a trovar loro i migliori insegnanti di equitazione della provincia,
Paolo era uno di questi.
Tino
conosceva le due sorelle sin da piccolo dato che suo nonno
era alla guida del maneggio da trentadue anni. Si era già
innamorato delluna e dellaltra un numero indefinibile
di volte prima di capire che nessuna delle due gli avrebbe
mai dato corda.
Solo
Nicole una volta si era lasciata leggermente andare dandogli
un bacio sulla bocca. Questo era successo un anno prima nel
fienile, e tutto perché Tino le aveva regalato uno
splendido mazzo di fiori raccolti nel campo adiacente al maneggio,
ma questo era stato lunico contatto avuto.
Carlo
Frolla arrivò al maneggio nel Giugno del 1987. Girava
con la sua roulotte tre posti, non aveva fissa dimora da quando
se ne era andato di casa a diciotto anni; ora ne aveva trentadue.
Paolo
lo conobbe tramite il suo vecchio amico Rolando, macellaio
di Fecchi, che glielo presentò dicendo che il ragazzo
sarebbe andato bene per lavorare al maneggio. Paolo prese
la palla al balzo dato che una settimana prima si era licenziato
un vecchio operaio di nome Alfredo, e quindi il suo posto
era momentaneamente scoperto. Carlo iniziò a lavorare
il giorno seguente dimostrando subito di saperci fare con
i cavalli. Tino si rese conto che il nuovo arrivato era un
bravuomo e cominciò a frequentare la piccola
roulotte passando molto tempo a parlare fraternamente della
vita con lui. I due diventarono presto ottimi amici nonostante
la differente età ma Tino si accorse, con il passare
dei giorni, che lamico soffriva di una forte solitudine
non vedendolo mai in compagnia di nessuno. Carlo come è
stato detto era sui trentadue. Era moro, di carnagione scura
e con una barba ispida e sempre incolta. Vestiva con dei jeans
scoloriti e delle felpe economiche ma tutto sommato era un
uomo affascinante, con una forte vitalità e con un
pizzico di pazzia negli occhi. La sua vita però era
ormai quella di un nomade. Non rimaneva nello stesso posto
per più di sei mesi e non riusciva mai ad arrivare
alla fine con i soldi che guadagnava; era sempre costretto
a chiedere prestiti ai datori di lavoro e la maggior parte
delle volte partiva di nascosto da tutti per sfuggire ai creditori.
Carlo
si sorprese positivamente dellambiente trovato a Fecchi,
e dato che lo stipendio del lavoro al maneggio era nettamente
superiore alla media, decise di rimanere più a lungo
continuando a rinviare la partenza di semestre in semestre.
Passarono così tre anni. Tino e Carlo diventarono come
fratelli ed entrambi arrivarono a fidarsi ciecamente luno
dellaltro. Carlo sapeva già da tempo dellirresistibile
attrazione che Tino aveva per Nicole e per questo cercava
di consigliarlo sul da farsi, ma Tino pur seguendo alla lettera
i consigli dellamico non era mai riuscito ad ottenere
niente dalla marchesina che al contrario cercava di evitare
situazioni imbarazzanti con lui.
Carlo
si comportava nel migliore dei modi anche con Paolo e con
i Marchesi De Capitoleni, tanto che le due marchesine lo ricambiavano
dimostrandogli un notevole riguardo. Soprattutto Nicole sembrava
essere sempre disponibile a scambiare qualche parola in più
con lui, e delle volte rimaneva visibilmente imbarazzato non
riuscendo ad interpretare tutta quella confidenza.
Un
giorno capitò un evento strano. Durante una chiacchierata
con Carlo, Nicole disse:
Carlo
mi fai vedere la tua roulotte.
Carlo
impietrito rispose:
Ma,
marchesina perché vuole vedere la mia roulotte?.
Sono
curiosa! Voglio vedere dove vivi.
Ma
è brutta e tutta sporca. E poi se suo padre la cerca
e non la trova resterà in pensiero.
Non
preoccuparti Carlo, mamma e papà sono fuori in passeggiata
con Paolo. Dai fammela vedere! Daaaaai !.
Va
bene marchesina ma sono sicuro che la troverete orribile.
Vedremo.
Carlo
non si sarebbe mai aspettato una tale richiesta da parte della
marchesina. Non sapeva come comportarsi, e si sentiva estremamente
a disagio. Dovette avviarsi rapidamente però dato che
Nicole era già partita a passo spedito e laveva
distanziato di una decina di metri.
Il
maneggio era ricavato in una zona collinare, allinterno
di un fitto bosco. Aveva un campo ad ostacoli, uno per il
riscaldamento dei cavalli, ed un paio di terreni per il pascolo.
Entrando nel cancello arrugginito si poteva subito notare
sulla destra la casa di Paolo di un rosso mattone, e sulla
sinistra un bosco di betulle. Proseguendo a destra e fiancheggiando
labitazione si entrava in un grosso piazzale che sfociava
in una via più piccola lungo la quale era disposta
la prima fila di box. Perpendicolarmente si sviluppavano altre
due vie; la prima con due file di box: una sulla destra ed
una sulla sinistra, e la seconda, che portava al fienile ed
al pollaio. I campi per i cavalli erano tutti di fronte allentrata,
e si poteva subito vedere se erano occupati. La tenuta si
sviluppava poi nel bosco vero e proprio dove una piccola casa
a due piani, usata come spogliatoio dai frequentatori del
circolo, ne marcava linizio.
La
roulotte di Carlo era stata piazzata al limite destro della
proprietà subito dietro il fienile ed era ormai avvolta
dalla vegetazione, ma a Carlo questo piaceva perché
destate aiutava a proteggersi dal caldo. Subito vicino
alla roulotte cera la sua macchina, una Simca blu vecchia
di dieci anni che usava solo quando doveva trasferirsi, ed
oltre ancora solo alberi per chilometri.
Nicole
era già arrivata alla porta della roulotte, mentre
Carlo doveva ancora imboccare la via di accesso. Nicole allora
disse:
Dai
Carlo come sei lento, posso entrare?.
Si,
entri pure! rispose Carlo che ormai era ad una decina
di metri.
Che
carina, mi piacerebbe abitarci disse Nicole che nel
frattempo si era già seduta sul divanetto.
Non
so se le piacerebbe veramente, qui dinverno si gela
rispose Carlo entrando dalla porta e cercando di nascondere
limbarazzo.
Posso
venire ad abitare qui con te? chiese la marchesina.
Non
scherzi marchesina, non vede che questa è una vita
da povero.
Non
mi sembra.
Ma
lei ha tutto, perché mai vorrebbe venire ad abitare
qui?.
Perché
tu sei completamente libero, se ti scocci di questo lavoro
prendi e te ne vai.
Si,
ma così vivo in modo precario.
Non
è assolutamente vero. Tu puoi scegliere molto più
di me.
Ma
perché mi dice tutto ciò, non la capisco. Io
la invidio per tutto quello che ha.
Non
scherzare Carlo io non mi sento una persona da invidiare,
anzi sei proprio tu quello da invidiare.
Carlo
rimase qualche secondo in silenzio, poi riprese dicendo:
Vuole
qualcosa da bere?.
Si
grazie, hai forse un Martini nel frigo azzardò
Nicole sapendo di aver fatto una richiesta inaspettata.
Si,
vuole che lo prepari
ghiaccio e limone? rispose
Carlo sorpreso e intimorito.
Solo
se lo bevi anche tu aggiunse Nicole.
Carlo
si voltò, e lentamente iniziò a preparare il
Martini. Faceva del suo meglio sapendo che gli aperitivi sarebbero
dovuti risultare perfetti. Ci impiegò un paio di minuti.
Nel frattempo non disse una parola e non osò voltarsi.
Era una situazione paradossale. Lui si sentiva in soggezione,
Nicole era bellissima dentro quei pantaloni avvolgenti da
cavallo e quella camicetta bianca leggermente sbottonata.
Portava probabilmente una terza di reggiseno e Carlo riusciva
ogni tanto ad intravederlo controluce.
Quando
i due Martini furono pronti, si voltò di scatto con
i bicchieri in mano dicendo: Pronti marchesina!;
ma impallidì vedendo che Nicole era sdraiata sul letto
matrimoniale senza camicetta e senza reggiseno.
A
quel punto le uniche parole che riuscì a dire furono:
Ma
ma
che cosa sta facendo marchesina, è forse impazzita?.
La
marchesina con un gesto rapido ma sensuale si levò
anche i pantaloni. Carlo si accorse immediatamente che non
portava le mutandine e che ormai era completamente nuda ed,
in preda al più completo disorientamento, farfugliò:
Marchesina
la prego non faccia così, non posso resistere davanti
a tutto questo.
Nicole
rispose a Carlo aprendo leggermente le gambe e lasciando intravedere
il pube rasato con una piccola ombra di peli biondi.
Carlo
reagì appoggiandosi al piano cucina in preda ad un
mancamento.
Nicole
si mosse leggermente, e con voce decisa disse:
Carlo
ti voglio. Prendimi, è da tempo che non desidero altro.
Carlo
dopo queste parole, e di fronte a tanta grazia, non fu più
padrone di se stesso. Si lasciò cadere dolcemente su
Nicole iniziando a baciarla appassionatamente. Erano circa
le due di pomeriggio e nella roulotte cerano quasi trentacinque
gradi. Carlo cercò di liberarsi rapidamente dei vestiti.
Quando anche lui fu completamente nudo, i due poterono iniziare
a conoscersi assaggiandosi reciprocamente. Carlo la scaldò
accuratamente per venti minuti dopo di che salì sopra
di lei e la penetrò dolcemente.
Nicole
emise un profondo gemito di piacere e lo abbracciò
energicamente sussurrandogli nellorecchio:
Siiiii,
Haaaaa!.
Carlo
si sentì come un toro. Prese a darle colpi allimpazzata
e Nicole non riuscì più a trattenere i suoi
gemiti.
La
roulotte era come una nave in preda alla tempesta. Pur essendo
poggiata su quattro grossi mattoni, vacillava come fosse di
cartapesta. Carlo iniziò a sentire il sudore della
marchesina colare sulla sua pelle, ebbe così un attimo
di lucidità e disse:
Marchesina
perché ha voluto tutto questo?.
Nicole
rispose:
Carlo
tu mi piaci molto. È da tempo che sogno questo momento.
Ma non preoccuparti, se pensi che io sia troppo piccola sappi
che ho già avuto tante esperienze.
Carlo
infatti si era accorto che Nicole non era vergine. I suoi
gesti erano quelli di una donna esperta che sapeva dosare
malizia e volgare libidine, ma quello che la rendeva praticamente
irresistibile era il suo corpo perfetto. Carlo cercava di
nascondere la preoccupazione ma il fatto di poter essere scoperto
da qualcuno non gli permetteva di lasciarsi andare completamente.
Per un attimo si fermò, colto da una intensa sensazione
di paura, ma valutando la situazione arrivò alla conclusione
che ormai cera dentro fino al collo e che la scelta
migliore da fare era quella di godersi la marchesina fino
in fondo. Riprese perciò a darle colpi su colpi. Nicole
ansimava rumorosamente, lo baciava come se volesse entrare
dentro di lui e continuava a ripetergli nellorecchio:
Scopami
Carlo. Scopami!.
Carlo
si sentì rinfrancato. Si fermò e disse:
Marchesina si giri!.
Nicole
obbedì subito. Si voltò, e sorreggendosi sulle
braccia accostò delicatamente il suo fondoschiena alla
faccia di Carlo. Egli allora la assaggiò nuovamente,
dopo di che la prese vigorosamente da dietro e la penetrò.
I due fornicavano già da quaranta minuti con particolare
intensità e Carlo non dava segni di cedimento, anzi
sembrava aumentare continuamente la frequenza. Nicole invece
era già arrivata due volte ma sembrava desiderosa di
voler arrivare ancora. Carlo era spiazzato dallinsaziabile
desiderio della marchesina ma nello stesso tempo ne era intimamente
eccitato.
Improvvisamente
i due sentirono bussare alla porta e si fermarono terrorizzati.
Carlo
sapeva che dallesterno avrebbero potuto vedere solo
il barcollare della roulotte e non sentire i gemiti di piacere
dato che la roulotte era totalmente insonorizzata. Allora,
gridando, disse:
Si
chi è?.
Da
dietro la porta una voce rispose:
Carlo
sono Tino, cosa stai facendo di bello?.
Nicole,
che aveva ancora il fiatone, disse a fior di labbra:
Carlo
mi è venuta unidea, fallo entrare.
Carlo
avvertendo lo strano tono usato da Nicole replicò:
Marchesina
non vorrà mica fare quello che penso?.
Si,
non dirmi che ti da fastidio. Io lo faccio spesso, ed è
fantastico.
Carlo
fece un cenno di assenso con la testa, si coprì con
un asciugamano e con fare rassegnato si avvicinò alla
porta dicendo:
Tino
ho una sorpresa per te.
Di
che si tratta? Perché non apri?.
Senti
Tino so che è strano, ma ti aspetta una delle cose
più belle che potresti immaginare!. Nicole sorrise
in silenzio.
Tino
restò confuso dalle parole dellamico non riuscendo
a capire il perché di tanta eccitazione. Era chiaro
però che lo strano comportamento di Carlo doveva essere
fondato su qualche evento di qui lui era ancora totalmente
allo scuro; per questo si preparò al tutto non riuscendo
ad immaginarsi niente.
Carlo
aprì la porta e Tino entrò dicendo:
Cosè
tutto questo mistero? Perché sei quasi nudo?.
Carlo
fece cenno allamico di voltarsi e così Tino fece.
Nicole
nel frattempo si era leggermente coperta con il lenzuolo,
ormai completamente intriso di sudore. Laria era satura
di sesso, e Tino ne sentì subito lodore, poi
vide la marchesina nuda sul letto ed ebbe un piccolo svenimento
dal quale si riprese subito dicendo:
Oh
cristo, oooh cristo Nicole ma sei davvero tu?
Nicole si scoprì leggermente facendo vedere un seno,
poi disse:
Non
cè bisogno che tu dica nulla. Sono stata io a
volerlo. Adesso ascoltami bene Tino, nessuno tranne noi tre
sa niente. Io e Carlo siamo qui già da un po,
perché tu ora non ti togli i vestiti e vieni a sdraiarti
qui vicino a me?.
Tino
dopo aver sentito queste parole rimase immobile come una persona
che diventa miliardaria in un secondo vincendo alla lotteria,
poi guardò Carlo con occhi increduli.
A
quel punto lamico si sentì in dovere di dire
qualcosa e così fece:
Tino,
io non ho saputo resisterle. Ora vedi tu cosa fare, ma tieni
conto che può essere una delle esperienze più
belle della tua vita.
Tino
aveva sognato Nicole in quella posizione migliaia di volte.
Faceva parte dei suoi desideri più nascosti e più
irraggiungibili, ed ora che laveva veramente davanti
a se non ci credeva. Il fatto di dividere quellesperienza
con Carlo non gli importava perché sapeva benissimo
che senza di lui non sarebbe mai accaduto.
Iniziò
allora dai pantaloni e senza rendersene conto si trovò
sul letto di fianco a Nicole. Anche Carlo allora si tolse
lasciugamano e ritornò a letto. La marchesina
si levò il lenzuolo di dosso e iniziò a baciare
Tino con passione. Carlo nel frattempo spostò leggermente
il bacino di Nicole verso di lui e si perse tra le sue gambe.
La marchesina allora staccò le sue labbra da quelle
di Tino e scese lungo il corpo baciandolo dolcemente fino
ad assaggiarlo viziosamente.
I
tre rimasero chiusi nella roulotte per circa unora dando
sfogo alla loro fantasia. Carlo, per primo, si rese conto
del tempo trascorso e disse:
Forse
è meglio che ci fermiamo, adesso i marchesi saranno
di ritorno.
Hai
ragione Carlo, forse è meglio smettere anche se vorrei
continuare disse Nicole visibilmente provata.
Che
peccato! disse Tino un po dispiaciuto per la decisione
presa da Carlo.
Nicole
allora baciò i due sulla guancia e scese dal letto
mostrandosi in tutta la sua bellezza, dopo di che prese i
pantaloni per terra ed iniziò a vestirsi.
Nel
frattempo Carlo e Tino rimasero nudi sul letto ad ammirare
il più attentamente possibile la marchesina, consapevoli
del fatto che di lì a poco non lavrebbero probabilmente
mai più vista nuda.
Quando
Nicole ebbe finito disse:
Grazie
Carlo è stato bellissimo. Anche tu Tino sei stato fantastico.
Poi senza dire altro, e senza lasciar trasparire niente se
non la sua soddisfatta stanchezza, uscì dalla porta
controllando prima se ci fosse qualcuno nei paraggi.
I
due rimasti soli sul letto iniziarono subito a rivestirsi
sentendosi un po a disagio. Tino avendo finito per primo
chiese allamico:
Ti
prendo qualcosa da bere?.
Si
grazie, una birra mi ci vuole proprio. Prendi anche tu quello
che vuoi rispose Carlo.
E
stato allucinante, ancora non ci credo aggiunse Tino
cercando di avviare un discorso sullaccaduto.
Te
lavevo detto che non avresti potuto neanche immaginartelo
rispose Carlo sorseggiando la bottiglia di birra.
Ma
perché credi che labbia fatto? Hai visto poi
come è esperta! replicò Tino.
Non
lo so Tino, so solo che ringrazio dio per avergli messo in
testa questa cosa. Ma hai visto che corpo! È la ragazza
più bella che io abbia mai visto. Cristo santo. Poi
non so come faccia ad essere così esperta, e non gli
passa mai la voglia oltretutto. Cazzo è perfetta.
Carlo
mi sa che ci metterò un bel po a riprendermi
da questa situazione. Ma dici che vorrà farlo ancora?.
Non
lo so Tino, sarebbe fantastico però. Penso di no comunque.
Non
so cosa pensare Carlo. Non riesco a capire se quello che abbiamo
fatto è giusto o sbagliato.
Perché
dici così. Non volevi fartela già da tempo.
Si
questo è vero. Ma adesso è successo veramente,
e lei è piccola. Forse troppo.
Ahhh
Tino tutte cazzate. Questa è stata unesperienza
fantastica. Non devi guardare letà, non vedi
che è una donna già bella è fatta. Sarà
già stata con un sacco di uomini, forse anche più
vecchi di me, e pensi che loro si siano fatti degli scrupoli
a farsela. È semplicemente nata per fare sesso. Lei
lo sa e ne approfitta. Nella vita potrà avere tutto,
anzi, ha già tutto.
Be
forse hai ragione tu, ma io mi sento strano.
Cazzo
ovvio, ti sei appena fatto una scopata storica.
Tino
rimase zitto e facendo un cenno di saluto allamico uscì
dalla porta avviandosi pensieroso lungo la via sterrata.
Quando
fu arrivato davanti alla casa del nonno sentì in lontananza
la voce di Nicole che lo chiamava. Tino si guardò attorno
cercando di trovarla poi la vide seduta sul ciglio del campo
ad ostacoli. La raggiunse rapidamente cercando di combattere
limbarazzo che stava già avendo la meglio e quando
fu arrivato si accorse che la marchesina piangeva, allora
le disse:
Nicole
cosa è successo? Perché piangi?.
Tino
sono una stupida.
Abbiamo
forse fatto qualcosa di sbagliato?.
No,
no, voi non centrate. Anzi si, ma non direttamente rispose
Nicole asciugandosi le lacrime.
Nicole
non capisco, cerca di spiegarmi se vuoi disse Tino che
stava iniziando a preoccuparsi.
Vedi
Tino, quello che abbiamo fatto rovinerà per sempre
i nostri rapporti. Succede sempre così. Lo so che mi
consideri come una puttana, dimmi la verità Tino tanto
lo so. Ma devi sapere una cosa, io sono malata, non riesco
a smettere. Sono ormai tre anni che vado avanti così.
Ho iniziato con un mio compagno di scuola. Lo facevamo di
continuo, anche dieci volte al giorno. A casa a scuola dovunque.
Questo è durato per un anno poi mi ha lasciato perché
non riusciva più a soddisfarmi. Diceva che ero una
ninfomane e dovevo andare dallo psicologo. Avevo voglia in
continuazione, appena una persona mi piaceva andavo a letto
con lui. Una volta sono andata anche con due mie compagne
contemporaneamente. Mi sono fatta già tutti i professori
della scuola e adesso loro mi trattano come una regina perché
hanno paura di me. Sono malata Tino non giudicarmi male ti
prego.
Tino
rimase a bocca aperta ascoltando il racconto della marchesina
poi vedendola piangere ancora disse:
Nicole,
io posso solo dire che non me laspettavo. Ma i tuoi
genitori non ti hanno mai scoperto?.
Si,
lanno scorso mi hanno trovata a letto con mio cugino
Francesco. Sono rimasti sconvolti e mi hanno costretto ad
andare da uno psichiatra, ma è servito solo per qualche
settimana. Alla fine sono andata a letto anche con lui.
Oh
cristo. Ma non cè nessuno che ti abbia detto
di no.
No
Tino quando mi spoglio davanti a qualcuno so già che
non potrà dirmi di no.
Me
ne sono accorto. Ma adesso come fai? Voglio dire sarai per
sempre così?.
Non
lo so, sto molto male. I miei amici ormai vengono a casa mia
solo per venire a letto con me, le mie amiche mi evitano perché
mi credono deviata, i miei genitori sono arrivati al punto
di volermi mettere in una casa di cura e mia sorella poi mi
odia perché gli frego i ragazzi di continuo. Non so
più cosa fare.
Ma
Nicole io te ci conosciamo da sempre, eppure non mi sono mai
accorto di nulla.
Si
lo so, ho sempre cercato di evitare con te. Tu sei lultimo
vero amico che mi era rimasto, ma adesso ho rovinato tutto.
Cazzo.
Ma
Nicole in tutti questi anni io ti ho desiderata più
di ogni altra cosa. Adesso non so cosa pensare, non riesco
a capire se devo ritenermi un coglione o no. Capisci cosa
intendo, tu ti sei fatta centinaia di persone tranne me. Io
ti ho sempre voluta! disse Tino evidentemente alterato.
Tino
non arrabbiarti, io ho voluto lasciare tra di noi un rapporto
di normalità. Per me venire al maneggio è una
liberazione, riesco a sentirmi normale per qualche ora, riesco
a non pensare al sesso. Mi capisci?.
Tino
era sconvolto, non riusciva ad accettare il ruolo che Nicole
gli aveva assegnato. Lui voleva essere come tutti gli altri,
non solo un semplice amico. Non riuscendo a capire
qiundi come Nicole lo considerava dopo lesperienza nella
roulotte la mise alla prova dicendo:
Senti
Nicole non vorrei che ti facessi unidea sbagliata di
me, ma
quello
che è successo prima nella roulotte è stato
veramente sconvolgente. Mi hai preso di sorpresa, io ti ho
sempre vista come una ragazza casta e timida ma adesso, alla
luce di tutto quello che mi hai detto, il fatto di essere
stato solo un amico per anni mi lascia di stucco. Se quello
che è successo prima fosse successo un anno fa per
me sarebbe stato molto meglio. Io non voglio essere solo un
amico. Cosa ne dici se andiamo nel fienile a parlare? Non
vorrai farti vedere in lacrime dalla gente?.
Nicole
fece un cenno dassenso e disse:
Si
hai ragione andiamo.
Nicole
lo precedeva di qualche metro e Tino continuava a guardarle
il fondoschiena ripensando a tutto quello che si era perso
fino a quel giorno. Entrati nel fienile i due si arrampicarono
su di una enorme catasta di balle nascondendocisi sopra.
Nicole
sentendosi al sicuro versò ancora qualche lacrima poi
disse:
Tino
dimmi cosa pensi di me
Nicole
io non ti considero malata. Per te allora anchio sono
malato.
In
che senso rispose Nicole non capendo le parole di Tino.
Nel
senso che anchio vorrei fare sesso con te per sempre.
Tino disse queste parole avvicinandosi a Nicole e baciandola
sulla bocca appena umida.
Nicole
scostò Tino con una mano dicendo:
Tino
per favore dimentichiamoci di quello che è successo
nella roulotte. Comportiamoci come se non fosse successo niente.
Ma
è successo! rispose Tino indispettito.
Ecco
lo sapevo. Cosa ti avevo detto, ho rovinato tutto. Sono una
stupida disse Nicole rimettendosi a piangere.
Nicole
cazzo, come faccio a far finta di niente. Scusa, ma per te
non è meglio fare sesso con me che con un sconosciuto.
Perché non ci mettiamo insieme. Io sono sicuro che
non ne resterai delusa.
Ma
Tino non so se è una buona idea. Però forse
hai ragione. Forse potrebbe essere una soluzione.
La
marchesina allora, come soddisfatta dalla proposta, lo abbracciò
facendogli sentire le guance ancora inumidite dalle lacrime
dopo di che, appoggiandogli il seno al volto, disse: Facciamolo!.
Tino che era sdraiato comodamente sul fieno, iniziò
ad accarezzarla lentamente sulla coscia permettendosi ogni
tanto di sconfinarle tra le gambe. Nicole a quel punto gli
slacciò la cintura e, guardandolo maliziosamente negli
occhi, disse:
Ma
allora siamo insieme?.
Tino
fece un cenno dassenso con la testa abbassandosi completamente
i pantaloni poi sorrise guardandola mentre si chinava voluttuosamente
su di lui per assaggiarlo.
colombo