Il 40 un tempo mi andava stretto


Non lo trovavo divertente. Ma lui insisteva.
- Non lo trovi divertente?-.
- Senti amico, non insistere. D’accordo?-.
- D’accordo! Allora senti questa. C’è un tizio che.. -.
Cominciava a stancarmi. Doveva credermi un fesso. Non avrebbe smesso da qui all’eternità. Cercai di fargliela capire. Lui continuava a credermi un fesso.
- Ascoltami..-.
- Mark-.
- Bene, ascoltami, Mark. Non ce l’ho con te. Voglio solo stare solo. Capisci quello che ti dico?-.
- Sei tu che mi hai detto di farti vivo. Me lo hai detto tu-.
- Ma di che parli?-.
- Dell’accordo-.
- Quale accordo?-.
- Due anni fa noi..-.
- Ferma. Ferma. Ferma. Non venirmi a parlare di due anni fa. Ricordo a mala pena il mio nome-.
- La vuoi sapere una cosa?-.
- Solo una. Poi non voglio più vederti-.
- Non sei morto-.
- Questo lo vedo da me. Grazie amico. Ora vattene-.
Se ne era andato. Subito dopo arrivò lei. Lei era una donna in carne e ossa.
- Ehi Harper, con chi stavi parlando?-.
- Con un tizio - .
- Lo conosco?-.
- Non credo. Me lo sono inventato-.
- Non ricominciare, Harper-.
- Ricominciare? Non ho mai smesso con i miei amici immaginari-.
- Da come lo trattavi, non doveva esserti tanto amico-.
- In effetti non lo era. Era solo uno scocciatore-.
Poi lei cambiò discorso.
- Le ho provate anch’io, sai?-.
- Perché stai urlando. Pensi che non ci sentano?-.
- Di che parli? Non ti seguo-.
- Lascia perdere-.
- Ho provato le tue scarpe speciali-.
- Ah, quelle. E allora? Che mi dici?-.
- Funzionano-.
- Almeno adesso siamo in due a sostenerlo-.
- Vuoi sapere chi ero?-.
- No, ma se ti fa sentire bene dimmelo -.
- Io Harper, ero il lattaio. E vuoi sapere una cosa? Mia moglie, mi tradiva-.
- Inventatene una migliore-.
- No. Ero davvero il lattaio-.
- Non può essere. Il lattaio ha il quarantadue di piede. Quelle scarpe sono un quaranta stiracchiato-.
- E tu come fai a saperlo?-.
- Me lo ha detto sua moglie-.
- Sei un porco, Harper-.
- Dimmi qualcosa che non so-.
- Me ne vado via per un po’-.
- Questa è nuova, ma lo sospettavo-.
- Puoi prestarmi la tua auto?-.
- Lo sai bene che non guido-.
- Allora?-.
- Se sta bene alla mia auto sta bene anche a me-.
- Stai facendo dei progressi, sai?-.
- E’ per questo che te ne vai?-.
- Anche-.
- Glielo diciamo?-.
- Diciamo cosa a chi?-.
- Non fare la finta tonta-.
- Ricominci a fantasticare-.
- Mi riferisco a loro-.
- Loro, chi?-.
- I lettori. Non ci staranno capendo niente-.
- Cosa dovrebbero capire? E’ solo una discussione privata. Non dovrebbe riguardarli-
- Allora perché invece di rimanere sul vago hai confessato il nostro segreto?-.
- Mi sembrava una cosa da dire in quel momento. E poi si tratta solo di un paio di scarpe-.
- Lo sai bene che queste sono diverse.Allora raccontala tutta-.
- Non credo sia poi così interessante-.
- Io credo di sì. Bene. Quelle scarpe sono davvero speciali. Ma bisogna avere i piedi sensibili, altrimenti non vi accorgerete di niente-.
- Smettila Harper-.
- La prima volta che le ho provate ero diventato un assassino. Per “diventato” intendo che ..-.
- Smettila Harper-.
- Ehi, ma che fai. Abbassala immediatamente-.
- Non sto scherzando Harper. Smettila o ti faccio secco-.
Lei aveva tra le mani una pistola. Inutile domandarsi da dove era saltata fuori. Quello che contava ora era se l’avrebbe davvero usata.
- Te la stai prendendo un po’ troppo a cuore ? -.
- Prenditela con lo scrittore. E’ lui che vuole che io esageri-.
- Allora dicevo, quelle scarpe ..-.
Lei sparò e lui si beccò la pallottola.
- Oh mio Dio, avresti dovuto fermarti-.
- Mi hai sparato. Voi mi siete testimoni. Mi ha sparato-.
- Harper, non fare lo stronzo. Lo sapevi fin dall’inizio. Reciti solo una parte-.
- Se solo avessi voluto-.
- Noi non siamo liberi Harper-.
- Noi forse no, ma loro sì. Loro quando vogliono possono smettere di leggerci-.
- Cosa ti fa pensare che non l’abbiano già fatto? -.
- La gente ne legge di stronzate, e questa è del genere che riescono ancora a mandar giù-.
- Ma, perché lo fanno?-.
- Perché nemmeno loro sono veramente liberi-.

 

 

paolo

 

 

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