I conti non tornano

Giocati il tuo gettone. Dopo questo non ce ne sono altri. Quando hai finito la tua partita prendi la tua roba e te ne vai. Ma adesso pensa alla tua partita. Vediamo un po’. Giri per scegliere il tuo gioco. Sei arrivato troppo tardi. Alla fine ti accontenti di quello che capita. Metti la mano in tasca e tiri fuori il tuo gettone. Lo osservi. Non ha valore. Capiti davanti a uno specchio. Quello che vedi non ha valore. Allontani lo sgabello. Preferisci rimanere in piedi. Inserisci il gettone e fai la tua partita. Sembra divertente. Devi farne fuori altri cinque per superare lo schema. Sta arrivando un tipo. Fai l’indifferente. Se fai fuori quello te ne rimangono quattro. Se te lo fai scappare non avrai più tempo per incontrarne altri cinque, a meno che non ti arrivino uno di seguito all’altro. Il tuo telefono sta squillando. Non puoi rispondere, altrimenti sei fregato. Dopo tre squilli torna il silenzio. Fai fuori il tizio. Ora te ne mancano quattro. Comincia a sudarti la fronte. Puoi resistere anche se inizia a pizzicarti la schiena. L’aria è densa di fumo. C’è confusione in giro. Allarmi che suonano, taxi, bottiglie rotte. Pensi solo alla partita, poi verrà il resto. Ecco un altro tizio. Sembra facile. Lo fai fuori come niente. La gente attorno grida. E’ solo un gioco, li tranquillizzi. Una donna sviene per niente. Non puoi aiutarla altrimenti che ne sarà della partita. Lasci che continui a sbavarti sulle tue scarpe italiane. Arriva il terzo uomo. E’ lui che ti chiede di farlo fuori. Lo accontenti. C’è una strana luce . Ora hai smesso di sudare. Guardi l’ora senza perdere d’occhio la tua partita. Solo trenta secondi. Sta arrivando un’altro tizio. Ti chiede una sigaretta. Gliela dai e poi gliela accendi. Ti ringrazia e tu lo fai fuori. Meno dieci secondi. Nove. Otto. Sette. Sei. Cinque. Si mette male. Sei fregato. Te lo eri immaginato che andava a finire così. Un modo ci sarebbe. Quattro. Tre. Due. Uno. Perché non tu? Ti fai fuori. Lo zero lampeggia. Non ci sei riuscito. Non te la prendi. Ti sbagli, hai passato lo schema. La partita continua. La gente ti si stringe curiosa. Solo che tu sei l’unico a non stare in piedi. Ti guardi in giro e poi ti dai una controllata. Non riesci a muoverti. La tua camicia è sporca di sangue. Comincia a mancarti l’aria. Ti domandi cosa sei diventato. Quando arrivi alla risposta non ne sai più niente di te e di tutto il resto. Prendi la tua roba e te ne vai. A terra trovi un altro gettone. Lo tocchi col piede. Lasci perdere. Tutto finisce lì , compreso te.

 

paolo

 

 

 

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