Tutto il viaggio minuto per minuto
(Milano-Roma e ritorno)

 

30 aprile

Ore 19.30, partenza. La macchina è strapiena… dobbiamo star via solo 4 giorni, ma sembriamo il contingente italiano in partenza per l’Iraq… qualcuno deve aver esagerato coi bagagli, ma è tardi per recriminare… Allo stereo Bugo canta “Sono casalingo” e “Io mi rompo i coglioni”… noi concordiamo pienamente e ci avviamo fiduciosi verso la tangenziale… fuori piove e comincia a far buio.

– Ore 21.21 (km 151) primo sbadiglio di Roberto
– Ore 21.27 (km 165) richiamo del primo sbadiglio
– Ore 21.30 (km 170) primo rutto di Roberto
– Ore 21.35 (km 182) primo sbadiglio, muto, di Giuseppe
– Ore 22.51 (km 312) Roberto beccato a sonnecchiare
– Ore 23.18 Marco fa “filotto”, supera 12 tir di fila, si mette in contatto con quelli del “Guinnes dei Primati” per far omologare il record, ma scopre che questo è di 727, e appartiene ad un tranquillo signore romano che di lavoro fa l’autista di pullman…
– Ore 23.32 Paolo non dà segni di vita
– Ore 23.55 A Marco cala la palpebra, ma si riprende…

1 maggio

Sosta all’Autogrill vicino Orvieto (- 100 km all’arrivo)…
– Cominciano le riprese del film “Roberto, l’ottimista sconfitto”. Trama del film: Roberto studia nel dettaglio il tragitto autostradale Milano-Roma, analizza uscite e sequenza degli autogrill alla ricerca di posti letto economici, individua l’obbiettivo “Autogrill Tevere”, si arma di puro ottimismo ed entra a chiedere i prezzi… scopre che costa 55€ a testa, 85€ in tre… ne esce distrutto moralmente, d’ora in poi non sarà più lui, preso dallo sconforto tenta di dormire in auto, ma il freddo (?) e la posizione, non lo favoriscono.
Nel frattempo si consuma il dramma di Paolo che, dopo aver chiesto di uscire dalla macchina perché non riusciva a dormire, quando vi fa ritorno trova tutti addormentati e rimane bloccato fuori per più di un’ora, finché costringe anche Roberto e Giuseppe a vagare come anime del Purgatorio tra parcheggio e autogrill… nel frattempo Marco dorme che è un piacere. Roberto non perde tempo e mette gli occhi prima su due giovinette sedute ad un tavolino, poi, quando scopre che sono già accompagnate, rivolge l’attenzione verso la cassiera… e siamo solo all’inizio.
Ore 5.35 pieno, e si riparte. 6.30 siamo a Roma.

- 6.45. Armati di mappe, cartine scaricate da internet, fotocopie del tragitto minuto per minuto, imbocchiamo fiduciosi il Grande Raccordo Anulare, direzione Salaria-Flaminia…
- 6.50. Ci siamo persi. Chiediamo per la Flaminia. "Flaminia n’do" ci rispondono giustamente… siamo spacciati. Invece no.
- 7.00 circa, siamo al campeggio Flaminio e contrattiamo sul prezzo. Ci fanno lasciare la macchina gratis se non arriviamo in tempo per la notte. Consideriamo il fatto una vittoria personale e festeggiamo il successo con una tappa ai bagni del campeggio. I risultati sono alterni. C’è chi è soddisfatto e chi no, ma ormai è tardi, il concerto ci aspetta...
- 9.30 lasciamo il campeggio. Stazione di Due Ponti. Per raggiungerla è necessario rischiare la vita: bisogna attraversare la via Flaminia, una tranquilla strada a due corsie per senso di marcia. Passato il primo pericolo bisogna evitare le auto che raggiungono lo svincolo a velocità mai inferiori ai 140km/ora.
Ci siamo. Si ferma il treno, meglio stare distanti, perché espelle gli scalini verso l’esterno, rischiando di gambizzare gli ignari turisti che nulla sanno di questa simpatica tradizione.

Metrò, linea A, Flaminio-Manzoni. Ci hanno detto che la fermata S.Giovanni doveva essere chiusa, ma lanotizia si rivela falsa. Comunque, 1,5km a piedi e siamo in piazza S.Giovanni.

- Ore 10.30, comincia il supplizio. Chiappe a terra sul marciapiede… il posto non è un granché, ma lo difendiamo coi denti, siamo a un centinaio di metri dal palco. Veniamo attaccati da ogni tipo di venditori, mendicanti, raccoglitori di firme, giornalisti di Studio Aperto… Quello che è troppo è troppo. Sei ore piantati lì per terra ucciderebbero chiunque… Giuseppe e Paolo se ne vanno a fare un giro verso il Colosseo e i Fori Romani, dove tra le altre attrazioni, possono assistere ad una Rom che dà di stomaco in mezzo ai turisti. Momenti indimenticabili.
Si ritorna a soffrire in piazza. Sopra il sole, sotto l’asfalto. Difficile dire quale dei due sia più caldo… Marco e Roberto non fanno una piega.

- Ore 15.00 la piazza è quasi piena. Claudio Amendola comincia con le frasi di rito, le prime file invitano Paola Cortellesi a fargliela vede’, l’umorismo di Marco Baldini fa venire il latte alle ginocchia… l’aria intorno a noi è frizzante… ci facciamo di fumo, passivo.

- Ore 16.00 comincia la musica. Oddio, musica… Roberto fa conversazione con le vicine, scopre che il dj che sta sul palco è uno che va forte a Roma… sarà, ma noi tratteniamo le lacrime a stento quando sentiamo brani del calibro di “Bel e Sebastien”, “Haidi”, e altri colpi di classe di Raffaella Carrà e Camerini… il pubblico, invece, gradisce… eccome. Pubblico di merda!

- Siamo 700.000 dice Amendola, Roberto non gli crede, la questura gli ha fatto sapere che non siamo più di 70.000… anche noi, non siamo in 4… secondo la questura siamo in due, Giuseppe e Paolo non sono venuti perché non avevano abbastanza soldi.
Dove cazzo andrà tutta questa gente che ci passa sopra, sotto e attraverso?… spinge, chiede scusa e ti rovescia addosso la birra… ma in modo assai amichevole.

- Ore 17.00 aspettiamo che finisca la pubblicità… la diretta ci aspetta. Comincia il concerto, i Nomadi, Marlene Kuntz, Tantra, vari gruppi minori uno peggio dell’altro, poi… Flaminio Maphia. Il pubblico gradisce… noi no, naturalmente.
Iniziano a saltare i nervi. Paolo vuole cambiare posto, per gli altri va bene, ma Roberto non può lasciare i suoi “contatti” ora che hanno cominciato a parlare del più e del meno…

- 18.30 Il concerto è sempre peggio. Il posto è diventato una vera e propria autostrada… ci passano sopra senza neanche più chiedere scusa. Siamo qui da otto ore… il nostro turno è finito. Venti minuti di spinte, in sottofondo c’è musica blues, poi gli Afterhours… ma noi ci allontaniamo… sconfitti!
Pausa di riflessione nei pressi del Colosseo dopo una passeggiata di un paio di km. Dove abbiamo sbagliato? Siamo troppo vecchi? Cerchiamo le risposte, mentre Marco va alla ricerca del punto migliore per inquadrare il Colosseo…

Metrò, treno e finalmente siamo di nuovo al campeggio. Com’è che non siete al concerto, ci chiedono alla reception… chiaviche, pensano di noi.

- 20.00 -21.00 Montare la tenda al buio non è cosa semplice…

· 23.00 Francesca e Sara hanno risposto al messaggio!… ci incontriamo!… Roberto prende nuova energia e accompagna Marco al bar, Giuseppe e Paolo crollano dal sonno. Non si dormiva da 40 ore…

2 maggio

Sveglia, colazione. Chi può va in bagno e chi no ci rimane male e accusa gli altri di tradimento.
-10.30 Mission impossible: visitare tutta Roma a piedi… ci proviamo!
Tragitto: piazzale Flaminio, piazza del Popolo, via del Corso, via Condotti, piazza di Spagna, viette laterali, piazza Colonna Antoniana, Palazzo Chigi, Montecitorio, Pantheon, piazza S.Ignazio, via delle Muratte, Fontana di Trevi, via del Lavatore, via delle Scuderie, Quirinale, via XXIV Maggio, via Magnanapoli, Foro e Colonna Traiana, piazza Venezia, Altare della patria… per un totale di più di 6 km…
I piedi sono rotti, meglio prendere il bus… passiamo dai Fori Imperiali e prendiamo il metrò al Colosseo… direzione Cinecittà.
Sul metrò incontriamo il primo vip del viaggio… se ne sta in disparte (al contrario del suo solito), mangia patatine e si pulisce gli occhialini tondi… porta al collo, come un foulard, la bandiera italiana… come chi è!… E’ Paolini, quello che ha fatto della comparsa alle spalle dei giornalisti il motivo della sua esistenza… Lo osserviamo e lui ci osserva… sa che noi sappiamo che lui sa che noi sappiamo… e se ne compiace. Noi pure... e lo lasciamo ad una fermata dal capolinea (Anagnina), per scendere nel deserto di Cinecittà.
Cinecittà… città del cinema, ma che ci facciamo noi qui? Non ne abbiamo la minima idea… Marco dichiara “errore mio…” e così togliamo il disturbo…
Metrò, piazza S.Giovanni… chissà com’è la piazza del concerto, il giorno dopo… stanno smontando. Che si fa? Si va alle Catacombe, almeno lì fa fresco.
Aspettiamo il pullman, il 218… facciamo quelli esperti e facciamo sbagliare bus ad un signore novantatreenne… la prossima volta meglio fingersi stranieri.
Le catacombe… bella trovata! L’aria intrisa di religione commuove Roberto a tal punto da smuovergli l’intestino… ora, felice come una pasqua, è in prima fila ad ascoltare la guida, e non protesta neppure per i 5€ dell’ingresso… Marco fa il filosofo… Giuseppe quello annoiato… alla guida non sfugge proprio nulla!
Torniamo in campeggio a lavarci e profumarci… stasera ci aspettano le “romane”… anzi no! Telefonano… una cena di lavoro?!?…
Noi ceniamo a base di yogurt e brioche… dieta mediterranea!
- 22.00 pronti all’assalto. Prima volta di sera a Roma… Da piazza del Popolo ce la facciamo a piedi fino a piazza Navona, seguendo il flusso di gente…
- 0.30. Ci stanno guardando? Chi? Quelle lì! Chi… quelle tre? Si, proprio loro! Cazzo, è un segno… dai dobbiamo andare. Roberto riacquista tutte le sue forze… è pronto alla conquista, convince Giuseppe a seguirlo… “faccio io” dice, “allora semo in una botte de fero” ribatte Giu, che rema clamorosamente contro… Parte l’inseguimento tra piazza Navona e Campo dei Fiori, avanti e indietro… 2 contro 3, sembra difficile, ma ce la possono fare… il Dio delle Catacombe protegge Roberto e gli fa ritrovare le tre ragazze in mezzo a migliaia di persone… incredibile… serve un intervanto diabolico per sventare l’approccio ormai inevitabile… l’agente segreto Giu007 mette in atto il suo piano di depistaggio… “giriamo in senso opposto al loro, così le becchiamo di fronte e il gioco è fatto” suggerisce Giuseppe… Roberto ci casca… perse per sempre!
Di colpo Roberto è l’uomo più stanco del mondo. Vuole solo tornare al campeggio… peccato che nessuno sappia niente del bus 25N che dovrebbe passare di lì. Sono cazzi. E’ l’1.30 e non sappiamo che pesci pigliare. Vagando per la città avviene il secondo miracolo… avvistiamo il 25N che ci passa a fianco… aspettiamo il prossimo? Ne passa 1 ogni ora… Marco è ormai in coma… Roberto non parla più… Giuseppe bestemmia a bassa voce… Paolo c’è ma non si vede…
Arriva il 25N… Chiediamo informazioni a due che sembrano abbastanza normali, devono scendere alla nostra stessa fermata… Arriviamo, scendiamo e quelli scappano a tutta velocità, lasciandoci come dei somari in mezzo ad una via sperduta di Roma… dobbiamo prendere il 24N per raggiungere il campeggio… aspettiamo, tanto ormai lo sappiamo fare benissimo.
- 3.25 in via Lungotevere Thaon di Revel… noi alla fermata del bus e una prostituta di fronte a noi… nient’altro… arriva il bus, vivaiddio!
Sopra ci sono i due tizi di prima… erano scappati per il freddo e avevano raggiunto il capolinea, ma non abbiamo tempo per i convenevoli… dobbiamo tenerci stretti al sedile con tutte e due le mani… al volante c’è un maniaco… il motore romba sofferente, le gomme slittano, supera in curva, passa col rosso, sbaglia strada e quasi si impenna sulle ruote laterali… persino Marco si sveglia dal letargo in cui era caduto. Il bus è in piena accelerazione quando avvistiamo il campeggio e chiamiamo la fermata… il pazzo al volante inchioda, ci fa scendere… Roberto ringrazia, ma quello chiude le porte e parte a razzo… deve battere il record sul giro!
- Ore 4.00 siamo in tenda, vivi… finalmente si può dormire.

3 maggio

Sveglia alle 8.30… c’è ancora tanto da vedere, ma mancano le forze. Il programma della giornata viene affidato a Roberto… Paolo propone una visita all’Olimpico (oggi c’è Lazio-Juve)… siamo tutti d’accordo, ma poi non se ne fa nulla… Paolo propone di andare al cinema Sacher di Moretti… non tutti sono d’accordo, e allora non se ne fa niente… Paolo propone “fate quel cazzo che volete”… siamo tutti d’accordo, e partiamo per la stazione.
- 11.30 Scendiamo ad Euclide, Roberto ha impellente necessità di visitare l’Auditorium di Renzo Piano… agli altri non frega niente, ma si va lo stesso (come per l’EUR l'ultima volta che siamo stati a Roma, sei anni fa)… Niente da dire… pare un astronave nel deserto… troppo sole… troppa luce… troppo caldo…
Cerchiamo un po’ d’ombra al Pincio… ormai le gambe non reggono più, ogni due passi ci sediamo su una panchina… siamo vicini alla fine. C’è Villa Borghese… ma chissà dove, nessuno ha una cartina, e nessun ha voglia di chiedere… troppo caldo… troppa stanchezza… troppo sole… cominciamo a prendere pullman anche per fare tratti di 100 metri… e ogni volta aspettiamo 15-20 minuti… al sole… al caldo… in piedi…
Andiamo a S.Pietro, ma la fermata del metrò dista un paio di km… 2 all’andata + 2 al ritorno… alla sola idea sveniamo… ci fermiamo sotto le colonne di piazza S.Pietro… 10 minuti… 20 minuti… 1 ora… 1ora e mezza… Marco è a mezz’occhi… Roberto crolla e cerca un gelato… 3,5 €… è un colpo troppo grosso per lui… schiuma rabbia mentre divora il gelato. Per evitare di fargli assassinare il venditore ambulante che l’ha fregato, Roberto viene convinto ad entrare nella basilica di S.Pietro… lo spirito religioso e soprattutto le giovani religiose, annullano i suoi istinti omicidi, risvegliando stimoli… non proprio religiosi.
Prima di tornare al campeggio, tappa al supermercato… non abbiamo mangiato niente a mezzogiorno e ora lo stomaco reclama la sua parte. Panini tonno e mozzarella sembra la soluzione più adatta, ma non basta…
Doccia ristoratrice e partenza per la seconda notte romana… si va a mangiare una pizza, ma questa volta nessuno ha intenzione di fare un passo in più del necessario… metrò Flaminio-Lepanto… bus per piazza Navona… pizza da “Zio Ciro”… c’è da aspettare… pronti!
Le due bionde al tavolo accanto al nostro distraggono parecchio… Roberto non digerisce la sua capricciosa… Giuseppe scopre perché la diavola si chiama così, e lancia fiamme dalla bocca per almeno un paio d’ore… Marco e Paolo optano per una più sconosciuta pizza superlasagna…
Tonno e mozzarella nello stomaco, fanno sentire il loro peso specifico… siamo al tappeto… Roberto peggio che mai… non parla più, non si muove più… addirittura non si guarda più nemmeno intorno.
- Ore 0.20, meglio tornare al campeggio… forti dell’esperienza della sera prima, siamo puntuali alla fermata del 25N… chiediamo al conducente e lui ci consiglia dove scendere per la coincidenza col 24N… piazzale Diaz, vicino al Foro Italico e allo stadio… un quartiere davvero tranquillo… via vai di prostitute, trans, papponi e clienti. E noi lì ad aspettare alla nostra fermata… Marco in coma, Roberto teso per l’indigestione da pizza, Giuseppe contrariato per la situazione, Paolo contrariato.. e basta.
- 1.40 Ripassa il 25N e noi saltiamo su per fuggire da lì… meglio fare un pezzo a piedi.
- 1.50 Roberto approfitta di un bar aperto per un tè caldo… chissà che non faccia bene al suo intestino… Giu e Paolo aspettano fuori… Marco è in piedi ma ha gli occhi completamente chiusi… che sia coma?
Rinfrancato Roberto riacquista le forze e guida il gruppo sfiduciato verso l’ultima fermata del 24N… avvista due giovinette straniere e, proprio quando sta per improvvisare un approccio armato del suo inglese scolastico, queste fuggono in autostop… il destino!
- Ore 2.25, il 24N è in ritardo di 10 minuti… un attimo… arriva un bus a tutta velocità… inchioda… è di nuovo lui!
Quando apre le porte, la gente dentro tira un sospiro di sollievo… è pieno. Il bus è fermo, ma tutti sono aggrappati gli uni agli altri reggendosi come possono… riparte!
Quando apre le porte alla fermata del campeggio, la gente scende di corsa… sa di averla scampata… noi, che eravamo preparati al peggio, ci scherziamo su…
- Ore 3.00, si spengono le luci… era l’ultimo giorno a Roma.

4 maggio

Sveglia presto, togliamo le tende, paghiamo e siamo in viaggio verso casa… prima però facciamo una tappa ad Orvieto
Orvieto è una bella cittadina… il Duomo è in restauro… chiudono la porta appena arriviamo… i musei stanno chiudendo… l’unica cosa aperta sono i negozietti e i ristoranti… cose che non fanno per noi… compriamo il giornale… scopriamo che la Juve è a un passo dallo scudetto e che Berlusconi deve averle sparate davvero grosse… e allora via… a casa vogliamo sapere tutto quello che è successo mentre non c’eravamo.
La macchina macina km, tra code e quattro frecce lampeggianti… accostiamo una macchina e Roberto riconosce un suo amico… pochi chilometri più in là superiamo la 500 “familiare” dei due ragazzi che avevano la tenda davanti alla nostra ed erano andati via il giorno prima… cose che possono accadere, o miracoli?… la Santa Chiesa ha aperto un’indagine a proposito…
Ci sono i biscotti da finire, i tarallini da finire, il tè da finire, gli yogurt da finire… ma non c’è più tempo.
- Ore 19.45, 400 metri di coda non sembrano una cosa grave… non abbiamo fretta.
Le pale di un elicottero volteggiano sopra di noi… il sole sta tramontando… il rumore dell’elicottero è sempre più forte… i Doors cantano “the end”… sembra Apocalypse now, al casello di Melegnano… Milano… ore 20.15… fine del viaggio!

Le pagelle

Marco… parte bene, ottima guida, non prende rischi, sicuro di sé… la receptionist del campeggio lo nomina “capogruppo” e lui prende in mano la situazione gestendo la trattativa da vero leader… ma il concerto ne mina lo spirito. Il sonno non è un problema, appena si ferma un minuto, trova il modo di dormire… peccato però che poi si aggiri sempre con quello sguardo a mezz’asta, perennemente assonnato, a metà tra Edward Northon in Fight club e Al Pacino in Insomnia… solo che loro, nel film, non dormivano da giorni. Una mutazione genetica lo sta trasformando piano piano in giapponese… viaggia portandosi sempre dietro telecamera e macchina fotografica digitale e riesce nell’impresa di scattare più di 180 foto in 4 giorni… record lombardo. Peccato per l’umore, direttamente proporzionale alla stanchezza fisica… voto 6 –

Roberto… è divorato dai dubbi, a cominciare dal bagaglio… porta troppa roba che sicuramente non potrà usare, e riesce sempre a mancargli quello che serve… Si distrae troppo facilmente alla perenne ricerca dell’anima gemella… si dà da fare, attacca discorso, sfodera i suoi occhietti languidi, passa metà del tempo al cellulare … ce la mette davvero tutta, ma non trova la giusta collaborazione.
Vorrebbe concludere qualcosa, ma non ci sono le condizioni giuste… e per questo gli diamo qualche consiglio per le prossime occasioni:
1- non fidarsi mai di Giuseppe, è un traditore che rema sempre contro;
2- sbarazzarsi di quelle magliettine residuo degli anni ’80 (maglietta Batida, maglietta Miami con pistola, ecc…);
3- una capatina dal barbiere non gli farebbe male… una acconciatura alla moda può fare miracoli;
4- evitare frasi del tipo “ehi, ma ti ho già vista da qualche parte”… questo per il bene dell’umanità!
5- non seguire nessuno dei consigli precedenti… vista la provenienza!
Ma che importa…Chi è più ottimista di lui?
E’ spesso vittima delle sue condizioni fisiche e fisiologiche. Un motel sull’autostrada ad 85 € inizia a scalfire la sua sicurezza… un gelato a 3,5 € a S.Pietro la affossa definitivamente… voto 6 –

Giuseppe & Paolo… ci sono, ma non dovrebbero esserci… i limiti finanziari ne precludono i movimenti. Se a Giuseppe un po’ di dieta non fa male, a Paolo la mancanza di cibo rischia di dare alla testa… tanto da cercare di riempire lo stomaco a colpi di yogurt.
I soliti scontri fratellicidi questa volta sono stati evitati, ma bastava qualche ora in più perché i due venissero alle mani… troppa vicinanza nuoce alla salute. L’assenza di soldi non gli impedisce di scialacquare i pochi che hanno, sotto lo sguardo disgustato di Roberto… maglie da calcio a Roma? Che c’entra? Ma i due non sono pentiti nemmeno un po’, anche se Marco si butta a pesce sulla divisa del Real… Raul? Non glielo dicono, ma “non gli assomiglia per niente!” Sono costretti a ripiegare su Manchester e Arsenal… ma va bene così!
Sono quelli che escono peggio dal concerto… erano pronti a passare due notti senza dormire, pur di vedere Marlene Kuntz, Afterhours, Capossela, Nick Cave, ecc… ma i Flaminio Maphia li accoltellano al cuore e sono i primi a voler scappare.
Il loro passo è decisamente più lento di quello dei compagni di viaggio… restano indietro spesso, e gli altri non si girano mai indietro…
Paolo cerca di proporre qualche tappa turistica non convenzionale, ma viene ignorato… così si abbandona ad un triste mutismo… voto 6 –
Giuseppe si accoda al gruppo mantenendo un basso profilo, non incide sull’organizzazione e gira a largo dalle decisioni… lascia fare agli altri per non assumersi responsabilità… c’è ma non si sente. Accusa più del dovuto lo scoccare dei 30 anni… s.v.

 

joenat

 

 

 

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